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martedì 15 settembre 2020

Il piano dei commercialisti. Vendere la sede di via Bellerio per salvarla dal sequestro. Gli arrestati legati al Carroccio temevano azioni legali sull’immobile per l’inchiesta sui 49 milioni spariti. - Davide Manlio Ruffolo

 


Più passa il tempo e più l’inchiesta sulla compravendita dell’immobile di Cormano appare legata a doppio filo alle vicende della Lega. Nonostante le smentite che provengono dal Carroccio, con il Capitano che alla deflagrazione dello scandalo si è affrettato a dire di non conoscere i tre commercialisti indagati salvo fare marcia indietro nei giorni scorsi, le carte sembrano raccontare una storia ben diversa tanto che è emersa anche l’intenzione – poi conclusasi in un nulla di fatto – di vendere la sede del partito. A rivelarlo ai pubblici ministeri della Procura di Milano, coordinati dal procuratore Francesco Greco, è stato Luca Sostegni, ritenuto il prestanome dei commercialisti in orbita leghista, secondo cui “volevano vendere la sede della Lega di via Bellerio”.

La frase, contenuta nel terzo interrogatorio a carico dell’indagato effettuato il 29 luglio scorso, è di quelle da far tremare i polsi perché la cessione, a suo dire, sarebbe dovuta avvenire sul modello della compravendita di Cormano. A riprova di ciò il fatto che i registi di quest’operazione, avviata su indicazione dei vertici del Carroccio, sono stati ancora una volta i commercialisti Michele Scillieri e Alberto Di Rubba. Come fatto mettere nero su bianco da Sostegni, “Michele (Scillieri, ndr) si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da avere ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega di via Bellerio”.

Ma è sulle presunte motivazioni dietro a questa possibile compravendita che la situazione si fa calda. Già perché l’indagato, il quale collabora con i magistrati, ha detto di “ricordare che c’era fretta di concludere l’operazione, perché trattandosi di un immobile di proprietà della Lega Nord, si correva il rischio di sequestro della procura di Genova, in relazione alle indagini per la truffa sui rimborsi elettorali”, ossia quella relativa ai 49 milioni di euro spariti nel nulla e frutto di una truffa allo Stato.

IL SOPRALLUOGO. Difficile credere che si tratti di pure millanterie. Sostegni, infatti, ha ben delineato l’intera vicenda della mancata cessione della sede della Lega su cui ora si accende il faro della magistratura che condurrà i necessari accertamenti. A ben vedere, infatti, l’operazione non era stata solo ipotizzata ma, seppur alle fasi preliminari, era già iniziata. Come fatto mettere a verbale, Sostegni racconta di aver accompagnato Scillieri e l’architetto Federico Arnaboldi per effettuare il sopralluogo in via Bellerio. Proprio qui, rivela, “è venuto a prenderci Di Rubba che ci ha portato dentro dove si è parlato della volumetria e della somma che si sperava realizzare”.

L’intenzione era di vendere a un ipermercato ma, viste le ingenti dimensioni dell’area, si pensava che “una parte potesse essere adibita a supermercato e il resto poteva ospitare degli appartamenti”. Terminato il sopralluogo “ci siamo lasciati con l’intenzione di riagiornarci” e quindi di far passare del tempo. Peccato che le cose non siano andate come immaginato dagli indagati perché, prima che il discorso sulla vendita potesse ripartire, è intervenuta la procura di Genova che ha disposto il sequestro della sede e quindi, conclude il verbale Sostegni, “non se n’è fatto più nulla”.

https://www.lanotiziagiornale.it/il-piano-dei-commercialisti-vendere-la-sede-di-via-bellerio-per-salvarla-dal-sequestro-gli-arrestati-legati-al-carroccio-temevano-azioni-legali/

lunedì 8 luglio 2019

Pd, la sede resta al Nazareno: non ci sono i soldi per il trasloco e i parlamentari debbono 800mila euro.

Pd, la sede resta al Nazareno: non ci sono i soldi per il trasloco e i parlamentari debbono 800mila euro

Ma fonti della segreteria smentiscono, assicurando che è "ferma intenzione dell’attuale segreteria quella di cambiare la sede nazionale del partito".


Il Pd si tiene il Nazareno, o forse no. Le casse del Partito Democratico sono sempre più vuote e così, per cercare di ridurre le spese, i dem hanno pensato di iniziare a tagliare proprio sulla sede, lo storico Palazzo del Collegio Nazareno situato nel rione Trevi, a due passi da via del Tritone, nel cuore del cuore di Roma. Le prime due alternative analizzate erano spostarsi più a sud, sull’Ostiense, oppure più a est, in via Merulana. Ma, fatti due conti, si è arrivati alla conclusione che non era poi così conveniente lasciare la sede storica, sia per i costi del trasloco sia per i disagi che la maggior distanza dal cuore politico della città comporterebbe per i vertici dem, costretti a fare i conti con l’assai caotico traffico della Capitale.

Meglio allora restare dove si è, cercando però di restringersi un po’. Secondo quanto riferisce Repubblica infatti, il Pd è intenzionato a tagliare sui metri quadri attualmente a disposizione, ridiscutendo con il padrone di casa il contratto d’affitto scaduto il 30 giugno scorso. “È in corso una trattativa con la proprietà per il rilascio di alcuni spazi e la conseguente riduzione del canone di locazione”, si legge nella parte finale della relazione sul bilancio 2018 certificata a maggio dal tesoriere Zanda. Tutto questo è stato smentito però dallo stesso Pd: “Come annunciato in diverse occasioni nelle scorse settimane è ferma intenzione dell’attuale segreteria quella di cambiare la sede nazionale del partito, a differenza di quanto scrive oggi un noto quotidiano nazionale”, precisano infatti fonti della segreteria. “Come previsto, ciò avverrà nei prossimi mesi. Ovviamente, trattandosi di un immobile che dovrebbe avere determinate caratteristiche e non un semplice appartamento ad uso privato, la ricerca sta proseguendo e se ne darà conto appena ci saranno novità”, aggiungono le stesse fonti.

In ogni caso, tagliare i costi della sede sembra essere una decisione obbligata visto il buco di 600mila euro nel bilancio dell’ultimo anno e le entrate sempre più risicate. Oltretutto con 165 dipendenti in cassa integrazione da un anno, per i quali alla scadenza del prossimo 31 agosto “il partito è fortemente intenzionato a richiedere la proroga della Cigs per ulteriori 12 mesi”, come si legge ancora nella relazione.

Eppure la situazione potrebbe essere risolta con la riscossione degli 800mila euro di crediti dovuti da senatori e deputati che da tempo non versano nelle casse del partito la quota mensile di 1500 euro dovuta. I 7 milioni entrati nel 2018 dal 2 per mille – il contributo volontario che ogni cittadino può versare ai partiti – non bastano infatti a compensare la perdita del finanziamento pubblico, abolito da una legge del 2017 e che prima di allora contava per 40 milioni. Motivo per cui al Nazareno non è piaciuta la notizia che Carlo Calenda stia continuando a incassare contributi volontari sul suo sito aperto prima delle elezioni europee per il suo manifesto confluito poi nel Pd, soldi che il partito non ha però mai visto.

mercoledì 18 marzo 2015

Francoforte, proteste anti-austerity: scontri all'inagurazione della nuova sede Bce



Proteste contro l'austerity a Francoforte dove oggi viene inaugurata la nuova torre della Banca centrale europea, nel quartiere del Grossmarkthalle, i vecchi mercati generali della città. 
Dimostranti hanno dato alle fiamme almeno due auto della polizia. Le forze dell'ordine hanno reso noto che un agente è rimasto ferito da pietre lanciate dai dimostranti vicino al teatro dell'opera della città, l'Alte Oper. La polizia ha eretto barricate con il filo spinato attorno al quartier generale della Bce.
«Vogliamo fare una marcia pacifica», ha detto dice Ulrich Wilken, deputato del partito di sinistra al parlamento di Hesse. «In passato abbiamo protestato contro i salvataggi delle banche», dice Werner Renz, del gruppo Attac. «Quest'anno protestiamo per la Grecia, abbiamo bisogno di più Atene in Europa e meno Berlino. La situazione non si può risovere con la sola austerity», aggiunge.
La scorsa notte ci sono stati degli scontri nella città tra polizia e il gruppo anticapitalista Blockupy, che per oggi ha annunciato una marcia a cui dovrebbero partecipare decine di formazioni, inclusi simpatizzanti del partito ellenico di governo Syrizia.


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/francoforte_austerity_scontri_inagurazione_sede_bce/notizie/1245544.shtml