Il suo canto libero …
Non so Voi, ma io quando leggo gli interventi dei politici, ovunque li facciano e di qualsiasi cosa parlino, mi sento come deve sentirsi un pollo alla vigilia di Natale. Leggo dell’intervento del nostro bene amato presidente del consiglio per grazia ricevuta dal quirinale on. Letta all’assemblea dei deputati del Pd e rimango basito al punto da gareggiare in sale con la moglie di Lot in fuga da Sodoma e Gomorra. “ … a questo govern(icchi)o… non c’è alternativa …” dice il nostro, e snocciola le ragioni per cui, perdurante una crisi selvaggia, non si possa fare a meno dell’animalesco e sordido connubio tra destra (similsinistra) e sinistra (simildestra). Questo innaturale incesto, essendo i due copulanti irrimediabilmente parenti stretti oramai, aggiunge disgrazia a disgrazia, lutto al lutto e disonore al disonore. Quando mai potrebbe nascere qualcosa di veramente utile e costruttivo tra due entità la cui unica e sola ragion d’essere è quella di perpetrare se stesse; lo stesso decreto del fare(mo), unica espressione di un qualche significato sin qui in via di futura, forsesetroviamoisoldi, attuazione non è che una sequela di possibili cose da realizzare non appena fosse anche solamente possibile. “ … se andassimo ad elezioni … “ continua il nostro con una faccia tosta da peripatetica incallita “… correremmo il rischio di non avere una maggioranza al senato …”; ora, intanto sorge spontaneo il chiedersi da dove gli giunga la convinzione di una maggioranza alla camera, ma detto questo, perché il “nipotedelsodaledelnano” non ci spiega come mai questo unico ed insostituibile govern(icchi)o non ha messo, almeno, in cantiere una nuova legge elettorale?. Crede forse il beneficiato dal re che qui si sia tutti degli stupidi?; si!, non solo lo crede, ne è certo!; ragione per cui gli viene facile la spudoratezza che lo contraddistingue e che si esalta nel momento in cui asserisce che “… questi primi novanta giorni dimostrano che è possibile dare risposte all’Italia ed all’Europa come è accaduto per il lavoro …”. Riposte?, all’Italia?; non so per l’Europa, ma io da quando esiste questa accolita di falsi governanti di risposte non ne ho né sentite né, tanto meno, viste e per quanto riguarda il lavoro sto diventando talmente alieno alla parola stessa che proprio il suo significato oramai comincia a sfuggirmi. “ … mai come in queste settimane il lavoro dei giovani è stato così centrale …” prosegue quest’altro unto dal Signore e aggiunge … “ dobbiamo essere più aggressivi sulle riforme costituzionali … stiamo cercando di rendere la Costituzione più moderna …”. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere!. Questo onorevole signore che non ha mai lavorato un secondo in vita sua, che suderebbe solo in una sauna qualora ci riuscisse che non ha nemmeno una pallida idea di ciò che un giovane laureato o un altro qualsiasi dei nostri ragazzi deve subire quanto a difficoltà, patimenti, frustrazioni e delusioni nel cercare un lavoro pur che sia, sfotte anche e parla di rammodernare la carta costituzionale dall’alto dell’inciucio con il nano e dopo il bieco tentativo di una ennesima depenalizzazione di un reato. Il prosieguo dell’intervento è una summa delle solite chiacchiere da cortile che si ascoltano in un aia dove oche impazzite si inseguono tra loro nel tentativo di distrarre il fattore dal proposito di tirare il collo per uno splendido arrosto ad una di loro. L’unica fortuna di questi imbelli individui è che nel cortile italiano ci sono animali di ogni genere dagli asini ai polli, dai maiali alle vacche, dai cani alle pantegane, ma non esistono fattori in grado di tirare il collo a chi che sia, altrimenti altro che cenone di Natale, questi qui sarebbero la portate più succulente del più grande e pantagruelico pranzo mai servito su una tavola imbandita: sicuramente abbondante, anche se, altrettanto certamente, INDIGESTO!.