martedì 14 ottobre 2014

Expo: ai domiciliari Acerbo e altri due.




Arrestati imprenditore Domenico Maltauro e manager azienda Tagliabue.

(ANSA) - MILANO, 14 OTT - Antonio Acerbo, l'ex responsabile del Padiglione Italia di Expo è finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta dei pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio insieme all'imprenditore Domenico Maltauro, il cugino di Enrico, e ad Andrea Castellotti, manager della società Tagliabue.   
Ad Antonio Acerbo circa un mese fa era stata notificata un'informazione di garanzia con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta, reati, secondo l'accusa, commessi a Milano tra il 2012 e il luglio del 2013 in relazione all'appalto per le vie d'acqua. 
Sotto la lente degli inquirenti erano finiti alcuni contratti di consulenze sospette tra cui quello fatto ottenere al figlio (ora indagato per riciclaggio) da circa 30 mila euro. Nei giorni scorsi Acerbo si era dimesso dalla carica di sub commissario Expo e da quella di responsabile del Padiglione Italia. Il gip Fabio Antezza ha posto, accogliendo la richiesta della Procura, ai domiciliari anche il cugino dell'imprenditore Enrico Maltauro e Andrea Castellotti, impegnato nei lavori per il Padiglione Italia. Il giudice ha respinto invece una nuova richiesta di arresto per Enrico Maltauro da poco rimesso in libertà.
In un comunicato stampa firmato dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati viene spiegato che, nell'ambito delle indagini coordinate dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, ''è stata notificata oggi dalla Guardia di Finanza di Milano l'ordinanza di misure cautelari degli arresti domiciliari emessa dal gip di Milano Fabio Antezza'' nei confronti di tre persone: ''Antonio Acerbo, nato a L'Aquila il 22 aprile 1949, responsabile unico del procedimento (Rup) di Expo 2015 Spa della gara d'appalto 'Vie d'acqua sud'; Giandomenico Maltauro, nato a Vicenza il primo agosto 1948, dipendente della società Maltauro Spa; Andrea Castellotti, nato a Milano il primo marzo 1965, facility manager Padiglione Italia Expo 2015 Spa, già direttore commerciale della società Tagliabue Spa''.
Tutti e tre gli arrestati sono accusati di turbativa d'asta e corruzione, reati che sarebbero stati commessi a Milano ''sino al 10 luglio 2013''. Per gli stessi reati, si legge ancora nel comunicato, ''si procede, in stato di libertà, nei confronti di Enrico Maltauro'', l'imprenditore vicentino arrestato lo scorso maggio nel primo filone dell'inchiesta sull'Expo, quello con al centro la cosiddetta ''cupola degli appalti''. Per questo filone i pm Gittardi e D'Alessio hanno chiesto già il processo con rito immediato a carico di sette persone, tra cui l'ex funzionario Pci Primo Greganti, l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l'ex senatore Fi Luigi Grillo. Lo scorso 17 settembre, invece, erano state effettuate le prime perquisizioni nella nuova tranche dell'indagine con un'informazione di garanzia a carico di Acerbo.
Gare truccate in cambio di consulenze per il figlio. Lo ipotizza la Procura di Milano nell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l'ex manager di Expo Antonio Acerbo e altre due persone per le irregolarità negli appalti sulle 'vie d'acqua'. Al momento sono due i contratti finiti nel mirino dei pm.
Agli atti dell'inchiesta che ha portato agli arresti di tre persone, tra cui l'ex manager Expo Antonio Acerbo, ci sarebbe, da quanto si è saputo, anche la confessione dell'ad della società Tagliabue spa, Giuseppe Asti. L'ad, indagato e interrogato, avrebbe parlato della promessa di una consulenza da assegnare al figlio di Acerbo. 
Per l'indagine dei pm di Milano lo stesso Acerbo, in cambio di consulenze per il figlio, avrebbe imposto la Tagliabue nell'Ati guidata dalla Maltauro, e creato il bando per le 'vie d'acqua' poi da lui assegnato alla cordata 'amica'.

domenica 12 ottobre 2014

Circo Massimo - 10-11-12 ottobre 2014








"500 mila Persone (secondo la Polizia 150.000, ndr). 

Lo avevamo detto e così è stato: ieri, seconda giornata di #Italia5Stelle, abbiamo riempito il Circo Massimo. 
Oltre 100mila persone si sono raccolte nell'area davanti al palco centrale per ascoltare Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio; ma calcolando il flusso nell'intera giornata di ieri, dalle 10 del mattino fino a tarda sera, e considerando l'intera area, possiamo dire che si sono registrate in totale 500mila presenze. 
Nell'Italia5Stelle, rappresentata da 177 gazebi disseminati al Circo Massimo abbiamo dato vita all'idea di democrazia che da sempre anima il Movimento 5 Stelle. 
Abbiamo portato i nostri eletti - parlamentari europei, senatori, deputati, sindaci, consiglieri regionali e comunali - fuori dalle Aule e dalle istituzioni e li abbiamo messi realmente a disposizione della gente e della loro necessità di conoscere e capire. 
Mentre le telecamere tv (schiave della vecchia politica e di un modo stantio di raccontarla) si concentravano sul palco, negli stand stracolmi prendeva vita la vera Politica, quella al servizio dei cittadini. 
E sono stati loro il vero spettacolo! Il fulcro di questi tre giorni sono state le agorà nate spontaneamente fuori e dentro i gazebi: visti dall'alto restituiscono la forma di un'Italia tutta bianca, più bella più pulita. 
E' l'Italia che il Movimento 5 Stelle sogna e che non smetterà mai di realizzare.

M5S Parlamento

http://www.beppegrillo.it/2014/10/i_500000_del_circo_massimo_italia5stelle.html

Circo Massimo - Sara Paglini



Ho trascorso queste prime 2 giornate al Circo Massimo, in una sorta di ubriacatura di palpiti ed emozioni. Il clima è quello degli eventi unici, forse irripetibili. 
Non mi aspettavo nemmeno io che l'organizzazione riuscisse a creare una cosa simile, un villaggio immenso pieno zeppo di attivismo politico e di scambio di esperienze! 
Migliaia e migliaia i partecipanti... 
Impossibili contarli! Nessun intoppo, nessun problema, gente matura e responsabile, tempo meraviglioso con clima di piena estate. 
Un villaggio nazionale dove si sono potuti confrontare donne e uomini di tutte le età, ognuno con la sua storia , con le sue lotte e le sue vittorie personali per la collettività. 
Ho ascoltato persone dal palco, dalle agorà, dai gazebo... ho parlato con tutti coloro che mi chiedevano informazioni, nelle agorà, ai banchetti, attivisti e non che volevano sapere i dettagli della nostra attività di portavoce ... è stato bellissimo.

Lasciatemi dire 2 parole su Beppe... !!!  Beppe, come sempre ... riesce a superarsi, ci abbraccia tutti con la sua carica di energia esplosiva e positiva , quando ieri me lo sono improvvisamente visto apparire lassù a 100 metri di altezza, sulla grù... non credevo ai miei occhi!!!! 

Ma soprattutto... ciò che ha detto, era così coinvolgente, che mi ha emozionato nel più profondo del cuore... in quell'intervento ci sono 25 secondi che sono una perla, una pietra miliare del nostro sentirci comunità, quando ha parlato con la voce rotta dall'emozione, e ha parlato di naturale amore reciproco, di benevolenza disinteressata, e di questo incredibile Movimento che sta sempre più prendendoci la vita, come se fosse una sorta di scia , quasi naturale, nella ricerca della nostra LIBERTA' , soprattutto interiore.

Che dire... roba da brividi sulla pelle, roba da non dimenticare mai più. Chi ha potuto partecipare a quest'evento , che anche oggi porterà ulteriori sorprese e gioie, si porterà con se' la sensazione di essere stato presente ad un pezzo di storia del nostro paese, e visto che il tutto viene trasmesso in diretta streaming, anche quelli che per mille motivi non sono potuti arrivare fisicamente a Roma, parteciperanno e collaboreranno nello scambio di informazioni . 

Grazie Grazie Grazie ! Ancora pochi minuti e vado a rituffarmi nel luogo politicamente (e non solo) più vitale d'Italia! Vi aspettiamo ! 




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I caldi colori dell'autunno.





























venerdì 10 ottobre 2014

Jobs act: Draghi, non causerà massicci licenziamenti. - Ciro De Luca

Il presidente della BCE, Mario Draghi. ANSA/CIRO DE LUCA (foto: ANSA)

Nell'area euro c'è bisogno di riforme strutturali. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi.  E sul Jobs Act spiega:  'Non credo'' che la riforma del lavoro in Italia si tradurrà in massicci licenziamenti. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando che l'Italia e' da anni in recessione e la disoccupazione e' gia' elevata, le aziende hanno gia' agito.  E aggiunge: ''Gli elettori devono mandare a casa i governi che non sono riusciti ad agire contro la disoccupazione''
Pronti a nuove misure se inflazione bassa . ''Come abbiamo detto diverse volte c'è l'impegno unanime a ulteriori misure non convenzionali per affrontare i rischi di un prolungato periodo di bassa inflazione. Significa che siamo pronti ad alterare la taglia e la composizione dei nostri interventi non convenzionali e del bilancio se necessario''.
La crescita potenziale è troppo bassa per ridurre la disoccupazione. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando che l'area euro deve aumentare il potenziale di crescita. ''Non vedo un'uscita dalla crisi - ha aggiunto -  a meno che non ci sia fiducia nel futuro potenziale delle nostre economie''. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando che gli sforzi della Bce a sostegno della domanda aggregata saranno più efficaci se accompagnati da politiche che sostengono l'offerta aggregata. C'e' bisogno di aumentare il potenziale di crescita''.
''Ho detto di recente - ha ricordato DRaghi - che per la politica monetaria ora i rischi di fare troppo poco superano quelli di fare troppo. Se vogliamo una crescita più forte e inclusiva, lo stesso vale per le riforme''. 
La politica non è un vincolo o una costrizione per la Bce, anche se ''è ovvio che i membri del consiglio di direttivo provengono da paesi diversi e hanno diversi background''. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo al Brookings Institute, sottolineando che la Bce ha avuto successo nel difendersi dalla politica.
'Senza riforme, non può esserci ripresa''. Lo ribadisce il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando di essere consapevole di chi dice che le riforme si fanno meglio in tempi buoni. ''Troppo spesso le riforme sono state posticipate durante i tempi cattivi e poi dimenticate in tempi buoni. Non sono certo certo che ci saranno tempi molto buoni se non facciamo riforme ora. E questo perche' i problemi che ci troviamo ad affrontare in Europa non sono ciclici ma strutturali''. In Europa c'e' bisogno di investimenti nel digitale e nell'istruzione, piu' che investimenti infrastrutturali. Draghi ha sottolinato che la Bce si e' mossa in modo aggressivo e le sue decisioni hanno gia' avuto un impatto forte. 
Ci sono segnali sul fatto che la crescita sta perdendo slancio. Lo afferma Draghi assicurando che i tassi resteranno bassi per un periodo prolungato di tempo, precisa come l'inflazione salirà gradualmente verso il 2% entro il 2016.
''Mettere in dubbio lo spirito del contesto di governance fiscale sarebbe autolesionista'', auto distruttivo. Lo afferma il presidente Bce, sottolineando che ''i governi devono avere lo spazio di bilancio, e la sostenbilità delle finanze pubbliche non deve essere messa in dubbio''.
 I governi dell'area euro che non agiscono ''spariranno per sempre dalla scena politica perché non saranno rieletti''. 
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/09/bce-draghi-riforme-strutturali-necessarie-_ee8fa5d3-83b4-4a87-b8b0-71a03c2a3785.html

Ne sono convinta anch'io, verranno licenziati solo quelli che non hanno la tessera del PD & co.

Genova, meteo da allerta massima. Esonda pure il torrente Torbella.

Genova si sveglia dopo l'alluvione ANSA/PAOLO ZEGGIO (foto: ANSA)


Ma il sindaco Doria: "Mi limito a un fatto: l'allerta non è stata data".
La situazione meteo a Genova è critica, tanto da far scattare l'allerta massima fino a mezzanotte. La pioggia ha fatto tracimare il Torbella, il torrente che attraversa il popoloso quartiere di Rivarolo. Allagati strade e scantinati, l'acqua sta raggiungendo i primi piani. Livelli di guardia anche per il torrente Polcevera che attraversa la zona industriale di Cornigliano.
Intanto sale la tensione tra i cittadini. I residenti del quartiere del Fereggiano, già duramente colpiti durante l'alluvione del 2011, hanno aggredito e insultato gli agenti della Polizia municipale e i tecnici della Protezione civile che si sono recati nel quartiere per verificare il colmo di piena del torrente.
Dal canto suo, il sindaco di Genova Marco Doria indirà una giornata di lutto cittadino per i funerali di Antonio Campanella, l'infermiere morto nell'alluvione di stanotte. Il lutto cittadino "onora una persona e sottolinea come una volta di più la città sia stata profondamente ferita". Mentre il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha telefonato a un sacerdote della diocesi per manifestare la sua solidarietà.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è in costante contatto con il capo della protezione civile Franco Gabrielli sulla situazione a Genova. Il ministro dell'Ambiente Galletti auspica invece che non siano più tollerati ritardi e inefficienze nelle opere sul dissesto.
SCIACALLI IN AZIONE: ARRESTATI - Quattro persone sono state arrestate per aver portato a termine due furti in due negozi devastati dall'alluvione della notte scorsa. L'arresto è stato effettuato durante i servizi interforze antisciacallaggio in atto da ieri sera. Gli atti sono stati trasmessi al pm di turno Gabriella Dotto che adesso disporrà il processo per direttissima.
GUAI ALLA LINEA FERROVIARIA - Un treno diretto a Torino è uscito dai binari, probabilmente per una frana, a Fegino, una frazione di Genova. Il mezzo è rimasto in piedi e sono usciti dai binari i carrelli del locomotore e delle prime due vetture a causa di una frana. Si tratta, riferiscono Ferrovie dello Stato, del Freccia Bianca 9764 Roma-TorinoNon risultano feriti fra i circa 150 passeggeri a bordo mentre è stato confermato il ferimento leggero di un macchinista. In seguito all'incidente la circolazione fra Genova, Torino e Milano subirà rallentamenti e i treni viaggeranno sul percorso alternativo per Busalla e Ronco.
COME SI FORMANO LE CELLE TEMPORALESCHE - I forti temporali che si stanno abbattendo ormai da ore sulla città di Genova e sull'entroterra sono determinati da celle temporalesche estremamente intense che nascono in mare. Proprio davanti alla città di Genova le celle si formano a causa del vento di scirocco proveniente dalla Toscana che vengono 'bloccate' in mare dalla tramontana proveniente dal Passo del Turchino. Il radar meteorologico ha contato da ieri decine di celle provenienti dal mare aperto e in mattinata su Genova sei supercelle "di grande potenza - dicono dall'Arpal - si stanno dirigendo in fila indiana sulla città di Genova ma anche nell'entroterra". Le celle si stanno originando in mare aperto, ma non solo davanti a Genova. Occupano "uno spazio che va dalla provincia di Savona fino a quella della Spezia".
Il temporale su Genova? Imprevedibile. E' quanto afferma Giampiero Maracchi, climatologo dell'Università di Firenze. "Negli ultimi 20 anni - sottolinea - a causa dei cambiamenti climatici questi eventi estremi sono aumentati del 900%. I modelli matematici non hanno un grado di risoluzione tale da prevedere fenomeni puntuali, cioè che si abbattono in un unico punto nello spazio e nel tempo, come quello che si sviluppato in Liguria".
LA SITUAZIONE SUL TERRITORIO - Un morto, danni alla città e ai privati, scuole chiuse, palazzine evacuate. E un'allerta 2, il massimo livello di attenzione per la Liguria, emanato dopo 12 ore dall'inizio dei grandi temporali. Genova ancora una volta è prigioniera dell'acqua, del fango e delle polemiche per una allerta che è arrivata 12 ore dopo l'esondazioni dei torrenti. Dopo una nottata di piogge così intense che hanno colmato strade, torrenti e reso inutili le corse dell'uomo, continua a piovere.
Per l'Arpal, che partecipa al Coc convocato ieri pomeriggio dal Comune di Genova, "non siamo usciti dall'emergenza". Perché i temporali, di quelli che i meteorologi definiscono 'autorigeneranti', non danno tregua. Ieri sera, tra le 22 e le 23 sono caduti 150 mm d'acqua su un terreno ormai saturo. Oggi, 25 mm in un'ora e gli intervalli di tempo, tra un acquazzone e l'altro, si fanno sempre più stretti. Il Bisagno, che ha invaso un intero quartiere spazzando via uomini e cose, cresce ancora ma per adesso resta dentro gli argini. Anche il rio Fereggiano, la cui esondazione nel 2011 provocò sei morti, "sta reagendo - dice l'Arpal - ma resta sotto la fascia critica".
Sono meno di duemila i clienti interessati dalle interruzioni di corrente, residenti nei quartieri Foce Marassi e San Fruttuoso Molassana e nel comune di Montoggio, in seguito all'alluvione di Genova. Lo rende noto l'Enel, indicando che la sua task force sta lavorando ininterrottamente per ristabilire il servizio, riparare i guasti e liberare dall'acqua le cabine elettriche allagate con la collaborazione dei Vigili del Fuoco di Genova. In servizio anche 5 gruppi elettrogeni. Al lavoro 110 tecnici in stretto contatto con le Sale di crisi, Comune e Prefettura.
LE POLEMICHE - E come sempre, allentata l'angoscia della notte, iniziano le polemiche. Perché non è stato emanato subito l'Allerta 2? Risponde l'assessore regionale alla protezione civile Raffaella Paita: "L'allerta meteo per l'alluvione di Genova non è stata data perché le valutazioni dell'Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l'allarme". E il sindaco Marco Doria: "C'è un sistema di protezione civile, di cui fa parte anche il Comune, per il quale spetta al Comune mettere in atto le procedure previste dai diversi livelli di allerta". Ma "stiamo ai fatti: l'allerta - dice Doria - non è stata emanata".

La procura intanto ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte di Antonio Campanella, l'infermiere genovese di 57 anni morto durante l'esondazione del Bisagno a Borgo Incrociati. Un atto dovuto, dicono in procura a Genova, la stessa dove è aperto un processo all'ex sindaco Vincenzi e a alcuni ex rappresentanti della protezione civile e del Comune per l'alluvione del 2011 che fece sei morti.
NOTTE DI PAURA - Il Bisano è esondato tra Molassana e Brignole. L'acqua ha invaso le strade circostanti trascinando via le auto parcheggiate. I Rio Feregiano ha rotto gli argini, travolgendo altre auto in sosta, cartelli stradali e allagando la zona dietro lo stadio Ferraris. Esondato anche lo Sturla, torrente del quartiere levante di Genova.
alluvione genova

I vigili del fuoco hanno effettuato almeno 250 interventi dalla serata di ieri
, soprattutto per soccorsi a persone, allagamenti, alberi abbattuti, piccole frane. Le squadre lavorano anche con l'ausilio di ruspe per il ripristino della viabilità. In località Montoggio il torrente Scrivia è esondato allagando strade e zone abitate. Immediato l'intervento con i sommozzatori che hanno salvato alcune persone rimaste intrappolate nelle proprie autovetture. Esondazioni di alcuni affluenti del fiume Bisagno hanno provocato allagamenti diffusi nei quartieri Molassana e Brignole. Esondati anche il fiume Sturla e il torrente Fereggiano. Il dispositivo di soccorso è stato potenziato con l'invio di sezioni operative dai Comandi di Savona, La Spezia, Firenze e Bologna, ulteriori sezioni sono in arrivo dai Comandi di Pisa e Milano. 200 i vigili del fuoco al lavoro.
Appello del Comune ai cosiddetti 'Angeli del fango': "Le persone che intendono prestare la loro opera volontaria nelle zone colpite dall'alluvione a Genova devono rivolgersi ai cinque Municipi cittadini". I punti di riferimento per i volontari sono i seguenti Municipi: Bassa Valbisagno in piazza Manzoni 1, Media Valbisagno in piazza dell'Olmo 3, Centro Est in via Garibaldi 9 Palazzo Galliera, Medio Levante in via Mascherpa 34 rosso e Levante in via Pinasco 7 dove saranno organizzati dagli operatori Aster.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: Se l'uomo decidesse di governare una nazione o un popolo con la logica della ragione, tutto funzionerebbe alla perfezione.

giovedì 9 ottobre 2014

Il senatore Azzollini, un presunto truffatore salvato dalle sconce intese. - Peter Gomez

Il senatore Azzollini, un presunto truffatore salvato dalle sconce intese

Senza nemmeno avere il coraggio di spiegare pubblicamente in aula le ragioni della loro decisione, i magnifici sette componenti della giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama hanno votato contro la relazione di Felice Casson, esponente del loro stesso partito. Compatti hanno barattato il buon senso e il buon gusto con la volontà di fare un favore ad Azzollini, un potente indagato per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.
Il politico di Molfetta, protagonista dello sperpero di 150 milioni di euro destinati alla costruzione di un porto inutile e mai terminato, è infatti una figura chiave della maggioranza: controlla in parlamento molti voti e sopratutto è presidente della Commissione bilancio, quella che tra qualche giorno dovrà esaminare la legge di stabilità.
Quando lo scandalo è scoppiato e Casson ha detto che il re è nudo (“Si continua a difendere la Casta”), i sette a mezza bocca, spesso chiedendo di non essere citati (per la vergogna?), hanno poi abbozzato una spiegazione: le intercettazioni di Azzollini vanno buttate perché non casuali. Se si mettono sotto inchiesta imprese e funzionari di un comune, sostengono i senatori Pd, i magistrati sanno benissimo che finiranno per intercettare il sindaco. E visto che a Molfetta il sindaco era il povero Azzollini è chiaro, secondo loro, che il presidente della commissione bilancio del Senato è stato incastrato. Il fumus persecutionis dunque c’è. Ed è pure molto spesso.
Questi pavidi luminari del diritto però non hanno fatto i conti con la matematica e gli atti processuali. Le telefonate di Azzollini intercettate – ovviamente non sulle sue utenze – sono state solo dieci nel giro di un anno e mezzo. Con il responsabile tecnico del progetto, per esempio, il senatore ha parlato due volte nel corso di due mesi, con un altro indagato tre volte nel giro di otto. Impossibile sostenere, pure a posteriori, che il presidente della Commissione bilancio avesse relazioni abituali con i protagonisti dello sporco affare del porto.
Ma tant’è. Azzollini doveva essere salvato, costi quel che costi. Doveva restare presidente (anzi presidente azzoppato, visto che ora la parola definitiva sul suo destino spetta all’Aula) per tentare di far passare senza strappi la fiducia sul jobs act e una manovra di bilancio piena di incertezze e buchi. Intanto in Parlamento quasi nessuno si turba se alla testa di una commissione fondamentale per controllare le leggi di spesa siede un un signore celebre per aver fatto auto-assegnare alla città di cui era primo cittadino prima 70 milioni di euro (grazie a una legge sul volontariato), poi saliti di anno in anno fino a 150, per la costruzione di un’opera faraonica e dannosa per l’ambiente. Un appalto talmente inquinato da venir definito persino dagli imprenditori protagonisti dello scandalo Expo “una roba esagerata”.
Perché Azzollini è l’uomo giusto al posto giusto. Sopratutto in un Paese che ha scelto di truccare ancora una volta conti e decenza.
La svolta c’è. Ma non è buona. Dimostra a tutta Europa che qui di nuovo qui ci sono solo le parole, che per il resto si va avanti come prima. Con larghe intese politiche e d’affari talmente forti da consigliare a qualsiasi investitore estero di girare al largo dai confini nazionali. Sì, perché di fumus persecutionismartedì sera, nella giunta del Senato, se ne è respirato molto. Ma non ai danni dell’uomo di Molfetta. La vittima era l’Italia. O quel che ancora ne resta.