(foto: ESA/Rosetta/NAVCAM)
L’acqua sulla Terra non proviene da comete come 67P/Churyumov-Gerasimenko, superstar del 2014 dopo essere diventata, lo scorso 12 novembre, la prima cometa ad essere raggiunta da una sonda (Philae di Rosetta). A scartare l’ipotesi comete come portatrici dell’acqua sulla Terra è uno studio pubblicato su Science, che ha analizzato i dati raccolti dallo strumento Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis (Rosina) di Rosetta nei pressi della cometa 67P.
Per capire da dove arriva l’acqua sulla Terra gli scienziati sono soliti misurare il rapporto tra deuterio (un isotopo dell’idrogeno, che nel nucleo ospita anche un neutrone oltre ad un protone) e l‘idrogeno, andando alla ricerca nello Spazio di corpi celesti che abbiano un rapporto simile a quello osservato sul nostro pianeta, dove una piccola percentuale di acqua (circa 3 molecole su 10mila, ricorda Space.com) è costituita dalla cosiddetta acqua pesante (dove appunto uno dei due idrogeni della molecola H2O è rappresentato dal deuterio).
I corpi sotto osservazione e che gli astronomi considerano come possibili candidati ad aver trasportato acqua sulla Terra sono generalmente tre, ricordano dalla Nasa: gli asteroidi della fascia principale (dalle parti di Giove); le comete della nube di Oort (formatesi all’interno dell’orbita di Nettuno) e le comete della fascia di Kuiper (formatesi oltre l’orbita di Nettuno). L’acqua che bagna il nostro pianeta potrebbe, secondo le teorie più accreditate, essere stata trasportata da questi corpi circa 800 milioni dopo la sua formazione (avvenuta 4,6 miliardi di anni fa).
Le analisi effettuate da Rosetta hanno mostrato che almeno per la 67P (cometa della fascia di Kuiper) il rapporto tra deuterio e idrogeno osservato non è affatto simile a quello terrestre: in particolare è tre volte tanto quello che si trova negli oceani, ed è tra i più alti mai osservati nel Sistema solare. Tutto questo scarta l’ipotesi che comete come quella di Rosetta e Philae siano stati i veicoli dell’acqua sulla Terra. Ipotesi scartata già una trentina di anni fa, con le analisi discordanti compiute per la cometa di Halley (dalla nube di Oort), ma poi rinvigoritasi di recente con i dati – simili a quelli terrestri – compiuti sulla cometa Hartley 2 (dalla fascia di Kuiper).
I dati acquisiti dallo strumento Rosina – oltre a mostrare quanto diversa sia la composizione degli oggetti della fascia di Kuiper (forse non formatesi nella stessa regione del Sistema solare, spiegano gli esperti) – portano così a credere che gran parte dell’acqua sulla Terra arrivi dunque dagli asteroidi, come suggerito già in passato. Asteroidi che al tempo degli impatti che avrebbero portato l’acqua sulla Terra ne avrebbero contenuta molto di più, secondo gli studiosi. Anche infatti immaginando che diversi oggetti della fascia di Kuiper abbiano portato l’acqua sulla Terra, il contributo di oggetti come la 67P avrebbe reso il rapporto deuterio/idrogeno dell’acqua terrestre più alto di quello attuale.