venerdì 17 luglio 2015

Grecia, torna in agenda la ristrutturazione del debito di Atene. Merito dell’asse Draghi-Usa (con buona pace di Schaeuble). - Paolo Fior

Grecia, torna in agenda la ristrutturazione del debito di Atene. Merito dell’asse Draghi-Usa (con buona pace di Schaeuble)

Gli Stati Uniti spingono, Bce e Fmi insistono. Risultato: la partita (tutta politica) è riaperta proprio quando sembrava che il muro tedesco fosse invalicabile. I negoziati saranno lunghi e difficili, specie perché sul tavolo c'è una rimodulazione profonda e non un lifting di facciata. Ma già il fatto di trattare è un punto a favore del governatore centrale nonché un colpo basso alla strategia germanocentrica della Merkel.

L’offensiva diplomatica statunitense e l’arrivo in Europa del segretario al Tesoro Jacob Lew un effetto lo hanno ottenuto subito: da giovedì al centro dell’agenda economica-politica dell’Unione europea c’è la ripresa dei negoziati sulla ristrutturazione del debito greco. Non una ristrutturazione di facciata, ma una rimodulazione profonda, in grado di rendere sostenibile nel tempo il terzo bail-out di Atene. Come verrà fatta – procrastinando di decenni le scadenze, sforbiciando anche i tassi d’interesse o tagliandolo tout court, o ancora in un altro modo ancora – poco importa, le modalità tecnico-giuridiche sono un dettaglio.
Quello che conta è che nelle prossime settimane si discuterà e si deciderà su questo, anche perché i principali creditori della Grecia, vale a dire il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea, sono in piena sintonia su questa linea. La novità è soprattutto rappresentata dalle dichiarazioni del presidente della Bce, Mario Draghi, che mercoledì ha avuto un lungo incontro con Lew, e che giovedì in conferenza stampa ha detto con chiarezza due cose: che è fuori di dubbio che il debito greco vada ristrutturato e che la Grecia resta nell’euro “whatever it takes”. E’ la traduzione politica di quello che Draghi intende per difesa a oltranza della moneta unica e che emerge in tutta la sua forza con la stoccata che riserva al falco tedesco Wolfgang Schaeuble: “Non farò commenti sulle affermazioni di uomini politici”.
Lo ha detto in conferenza stampa ai giornalisti che lo interrogavano a proposito delle reiterate affermazioni del ministro delle Finanze tedesco sull’opportunità di una Grexit temporanea. In quella frase c’è più di una presa di distanza: c’è la consapevolezza istituzionale di avere un ruolo diverso che impone il dovere di guardare le cose da una prospettiva più alta. Una consapevolezza che è emersa anche in queste drammatiche settimane, con manovre sul filo di lana nel tentativo di salvaguardare l’euro, evitare strappi all’interno del board della Bce stessa, che è composto dai banchieri centrali dell’Eurozona, nel non piegarsi ai diktat e alle pretese, come quella di chiudere i rubinetti della liquidità di emergenza alle banche greche. Una storia, quella di questi giorni, che in buona parte è tutta da scrivere, a partire dalla verità sullo scontro Schaeuble-Draghi che si è consumato nel momento più caldo delle trattative con la Grecia.
La difesa dell’euro, come si è visto, non è solo un fatto tecnico che ha a che fare con le leve della politica monetaria, ma è prima di tutto un fatto politico. Le pressioni americane stanno contribuendo a rimettere in gioco la palla, tanto che giovedì, con il via libera nella notte alle prime riforme da parte del Parlamentogreco, la situazione si è sbloccata: è stato approvato il via libera a nuovi negoziati con la Grecia, sono stati sbloccati gli aiuti immediati da 7 miliardi con anche il via libera di Londra(inizialmente contraria), la Bce ha aumentato di 900 milioni la liquidità di emergenza e soprattutto ha chiesto la cessazione graduale dei controlli di capitale, e soprattutto si è iniziato a parlare di ristrutturazione del debito.
Nulla si sa di come sia finito l’incontro Lew-Schaeuble che pur si è tenuto in tardo pomeriggio a Berlino. Tra poche ore il Bundestag dovrà votare il piano di aiuti alla Grecia e, nonostante molti mal di pancia, sembra certo che passerà. I tedeschi però hanno dovuto marcare comunque il punto con Schaeuble che pur dichiarando di votare a favore ha ribadito che una Grexit temporanea non sarebbe una cattiva idea. E la cancelliera Angela Merkel che ha difeso le posizioni del suo ministro: “Trovo espressamente giusto, in una tale situazione, riflettere e decidere su ogni possibile variante”, ha detto ai parlamentari del suo partito in una riunione straordinaria prima del voto. La trattativa che si sta per aprire sarà lunga e difficile, ma qualche speranza ancora c’è.

Montagne di ghiaccio su Plutone, prime immagini da New Horizons.




Miami (askanews) - 
Immagini sorprendenti ed emozionanti, che lasciano stupefatti anche gli scienziati: montagne ghiacciate che si stagliano sulla superficie di Plutone, raggiungendo i 3.500 metri di altitudine. 
Sono le prime fotografie inviate dalla sonda della Nasa New Horizons dopo il suo sorvolo a breve distanza del pianeta nano. 
Altra sorpresa, nella foto non ci sono segni di crateri, nonostante la vicinanza del pianeta alla fascia di Kuiper, un'area di asteroidi e detriti cosmici che bombardano costantemente Plutone e le sue cinque lune.
La NASA ha detto che le immagini suggeriscono che Plutone sia geologicamente attivo e la sua superficie contenga aree geologicamente giovani, meno di 100 milioni di anni, in un pianeta dall'età presunta di 4,5 miliardi di anni.
"Non ci aspettavamo niente del genere. Abbiamo stabilito che i pianeti molto piccoli possono essere attivi anche dopo un lungo tempo. Il sottosuolo su cui poggiano queste montagne deve essere di ghiaccio d'acqua" spiegano dalla NASA.
Finora si riteneva che corpi così piccoli non possedessero una quantità di elementi radioattivi sufficienti per fornire l energia necessaria per creare delle montagne. 
Una teoria che viene smentita dalle foto inviate dalla periferia del Sistema solare dalla sonda New Horizons - (immagini Afp)

http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2015/20150716_video_09481270/00033662-montagne-di-ghiaccio-su-plutone-prime-immagini-da-new-horizons.php

Il dottore di Crocetta intercettato: la Borsellino va fatta fuori come il padre. Bufera sul governatore.



Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto. La figlia del magistrato: mi vergogno per loro.


«Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia arrestato nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. All’altro capo del telefono c’è proprio il governatore della Sicilia, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Lo rivela L’Espresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito on line del settimanale. 

«Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, non so spiegarlo. tant’è che io al telefono non replico. Se avessi sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo», prova a difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di dimettersi: «Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so».  

La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della Rai: «Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro». Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: «Non spetta a me fare commenti al riguardo». La Borsellino si era dimessa il giorno dopo l’arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi. 

mercoledì 15 luglio 2015

Grecia, Fmi minaccia l'Europa di non sostenere l'accordo senza il taglio del debito: "Ora è insostenibile".

LAGARDE MERKEL

A poche ore dalle inizio delle votazioni al Parlamento greco delle misure chieste dall'Eurogruppo in cambio del piano di salvataggio da 86 miliardi di euro, concordato solo 48 ore fa, l'Fmi a sorpresa boccia l'intesa raggiunta con grande fatica a Bruxelles dopo un'estenuante maratona negoziale.
La mossa del Fondo monetario potrebbe spaccare la ex Troika, un colpo di scena che potrebbe cambiare ancora una volta le carte in tavola sulla questione greca.
Il Fondo lascia intendere che potrebbe sfilarsi dalla troika che con Bce ed Ue ha finora salvato già due volte Atene. Da Washington è stato fatto filtrare nella notte il testo di un rapporto interno da cui emerge che la situazione greca è molto peggiore di quanto previsto fino a solo due settimane fa e che quindi l'intesa per l'Fmi è del tutto insufficiente a far fronte alle effettive esigenze di Atene.
Secondo il testo, che fonti dell'Fmi sottolineano era già stato portato a conoscenza dai leader dell'Eurozona quando lunedì hanno concordato l'intesa, i creditori Ue dovranno fare "molto di piu" di quanto finora previsto.
Ossia i creditori dell'Eurozona dovranno o accettare di rinunciare a parte dei fondi dati alla Grecia in questi anni - un nuovo haircut (taglio) del debito che Atene ha con i partner ma stavolta a carico degli Stati e non come quello di fatto imposto ai creditori privati di Atene nella notte tra il 20 e il 21 febbraio 2012 in un drammatico vertice a Bruxelles, con perdite pari a 100 miliardi di euro - o consentire al governo ellenico di non pagare nulla per almeno 30 anni.
La posizione dell'Fmi trova l'opposizione specialmente della Germania ma anche dell'Olanda e della Finlandia, che difatti durante tutta la maratona negoziale hanno più volte minacciato la Grexit piuttosto che arrivare a un taglio del debito greco: la motivazione di tanta durezza, come è stato più volte sottolineato dai commentatori, è essenzialmente politica. Angela Merkel, così come il governo finlandese, sanno che il "condono" di una parte del debito greco potrebbe costare molto caro dal punto di vista elettorale.
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Misure simili erano già state proposte da Christine Lagarde nell'ottobre del 2013, quando la situazione non era giunta a questi livelli. Queste alternative, stavolta draconiane per i creditori dell'Eurozona, sono indipensabili perchè, sottolinea l'Fmi, ai livelli attuali il debito ellenico è del tutto "insostenibile".
Non solo. Anche lo stesso piano di salvataggio (il terzo dal 2010) da 86 miliardi concordato tra mille polemiche lunedi per stabilizzare la situazione è del tutto "insufficiente". Ed è proprio il piano che oggi (mercoledì) deve passare al vaglio del Parlamento ellenico e che costerà molto politicamente al premier Tsipras, deciso però a non lasciare l'incarico anche se ancora convinto che l'accordo firmato a Bruxelles "non ci piace": "L'Europa è stata vendicativa".
Per l'Fmi spetta ora ai membri dell'Eurozona decidere quale opzione scegliere tra quelle possibili. Questo perchè le nuove proiezioni contenute nel rapporto riservato dell'Fmi, fatto filtrare ad orologeria poco dopo la mezzanotte italiana, stimano che il debito pubblico di Atene il prossimo anno sarà pari al 200% del Pil contro il 177% finora stimato, solo in parte a causa della recessione che peggiorerà nel 2015 dopo la timida ripresa registrata a fine dello scorso anno. Non solo.
Fino al 2022 il debito greco resterà intorno al 177% contro il 142% stimato: "Il drammatico deterioramento della sostenibilità del debito rende necessario un alleggerimento del debito su una scala che va molto oltre quanto è stato finora previsto", si legge nel nuovo studio.
Il rapporto era stato consegnato inizialmente ai funzionari dell'eurozona prima del weekend nel quale si è discusso dell'accordo per un nuovo salvataggio della Grecia. L'Eurozona non ha adottato le proposte sul taglio del debito dell'Fmi nell'accordo che sono riusciti a raggiungere con la Grecia lunedì mattina.
Rendendo pubblico il rapporto, l'Fmi sta facendo una mossa tattica, aggiungendo pressioni sul negoziato sul piano di salvataggio. Ma la sua posizione aggressiva complica inoltre gli sforzi di completare l'accordo, con il parlamento di Atene che proprio mercoledì deve votare sulle condizioni dei creditori internazionali.


 http://www.huffingtonpost.it/2015/07/15/grecia-fmi-accordo_n_7799218.html?ir=Italy

martedì 14 luglio 2015

Spazio, la sonda New Horizons arriva su Plutone dopo 9 anni: esplorati tutti i pianeti del sistema solare. La diretta. - Enzo Vitale

Un'immagine artistica di New Horizons


Ci siamo, New Horizons tra pochi minuti effettuerà il passaggio ravvicinato su Plutone, ecco come seguire il fly-by. Alle 13,49 ora italiana lo storico appuntamento con l'ultimo pianeta del Sistema Solare. Un passaggio ravvicinato di circa 12 mila chilometri.
La sonda Nasa era partita nel 2006, pochi mesi prima che il pianeta era stato declassato a pianeta nano.
Il viaggio di New Horizons non si ferma a Plutone, l'eplorazione continuerà con altri fly-by su altri corpi della misteriosa fascia di Kuiper.


I DATI
Plutone resta l’ultimo oggetto del sistema solare ancora inesplorato. L’ultimo avamposto sconosciuto e misterioso. Di lui si conoscono solo gli elementi canonici. Per fare un giro completo intorno alla nostra stella, ad esempio, impiega quasi 250 dei nostri anni.
Attualmente la sua distanza dalla Terra è di circa 4.500 milioni di chilometri, ma tra 140 anni sarà ancora più lontano. È un corpo, o meglio un blocco di ghiaccio, freddo e inospitale con temperature medie alla superficie che arrivano a meno 223 gradi. Fino a qualche anno fa era considerato un pianeta a tutti gli effetti, ma nel 2006 l’Unione astronomica internazionale lo ha retrocesso a pianeta nano. Plutone però ora chiede il riscatto, nano o non nano, vuole la rivincita e in questo mese di luglio riserverà delle grosse novità.

LA TERZA ZONA
Dopo decenni, finalmente, l’umanità potrà coronare il sogno a lungo accarezzato: la conquista di tutti i pianeti del sistema solare. All’appello mancava solo lui, il signore degli inferi. Oggi sarà una data storica. Sarà il giorno in cui la sonda della Nasa, New Horizons, entrerà nell’orbita dell’ultimo pianeta, o meglio del planetoide, più sconosciuto di sempre che, suo malgrado, ha due caratteristiche: è l’ultima frontiera ma anche il primo di una vastissima popolazione di oggetti della cosiddetta terza zona, la Fascia di Kuiper, un’area ai confini del Sistema Solare in cui giacciono centinaia di corpi di ghiaccio oltre l'orbita di Nettuno. Il primo a presumere la sua esistenza fu l’astronomo olandese Gerard Kuiper che nel 1951 ipotizzò la nascita delle comete proprio da questa remotissima zona.

L'ESPLORAZIONE DEL SISTEMA SOLARE
New Horizons ha intrapreso il suo viaggio proprio nove anni fa, nel gennaio del 2006 (pochi mesi prima della declassificazione di Plutone a planetoide) e ora si trova a oltre 5 miliardi di km dalla sua base di partenza. Nel suo lunghissimo percorso a tappe, la sonda Nasa, che viaggia ad una velocità di 50 mila chilometri all’ora, ha svelato le caratteristiche del planetoide e ha confermato alcune certezze. «Non abbiamo trovato nuove lune o anelli tipo quelli di Saturno, Urano e Nettuno. Per molti di noi scienziati è stata una sorpresa scientifica - ha detto Alan Stern, principal investigator della missione il giorno in cui è stata corretta la rotta-. Di conseguenza, non è necessario alcun aggiustamento della traiettoria per evitare potenziali pericoli».

CINQUE LUNE
Plutone non è quel solitario corpo ai confini del sistema solare, possiede ben cinque satelliti conosciuti: Caronte, Stige, Notte, Cerbero e Idra. Il primo, Caronte, grande la metà del planetoide, è un altro cosiddetto pianeta nano e va nella stessa categoria di Cerere e Xena, grandi asteroidi promossi a un rango più alto.
Mano a mano che New Horizons gli si avvicina, Plutone e la sua area sono diventati ancora più definiti. E oggi avremo le immagini migliori. Le nuove foto inviate sulla terra mostrano due facce piuttosto differenti. Una presenta alcune singolari macchie scure, del diametro di circa 500 chilometri distribuite lungo la linea equatoriale. Il pianeta fu scoperto presso il Lowell Observatory, in Arizona, il 18 febbraio 1930, da Clyde Tombaugh e battezzato in onore di Plutone, divinità dell'Oltretomba secondo la mitologia romana; le prime lettere del nome, PL, sono anche le iniziali dell’astronomo Percival Lowell, che per primo ne ipotizzò l'esistenza.

IL METANO
«E finalmente è possibile anche vedere i suoi colori. Come Marte, ma per motivi diversi, è rosso, tendente al rosa - ha spiegato Simon Porter della Nasa - i colori e le caratteristiche dei suoi variegati terreni si stanno definendo nelle immagini. Già da ora possiamo dire che Plutone non assomiglia a nessun altro corpo nel sistema solare».
Nel frattempo le scoperte di New Horizons si moltiplicano. L’ultima in ordine di tempo la presenza di metano. «Una mistura primordiale - hanno ipotizzato gli scienziati - contenuto nella nube di gas e polveri che ha dato origine al sistema solare 4,5 miliardi anni fa». Al count down mancano pochi minuti, poi i segreti del dio degli inferi saranno svelati.


http://www.ilmessaggero.it/TECNOLOGIA/SCIENZA/spazio_sonda_new_horizons_plutone/notizie/1463159.shtml

lunedì 13 luglio 2015

MINISTRO TEDESCO PROPONE CHE UN “FONDO INDIPENDENTE” DI CUI È AMMINISTRATORE PRENDA IL CONTROLLO DI 50 MILIARDI IN ASSET DELLA GRECIA. - Miriam Dalli


Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble è il Presidente del Consiglio direttivo di vigilanza dell’Istituzione per la Crescita, un’istituzione che potrebbe assumere il controllo di “asset preziosi della Grecia “, del valore di 50 miliardi di euro.
Una delle condizioni del piano di salvataggio è la proposta che “asset preziosi della Grecia” – ancora non identificati – siano trasferiti “ad un fondo esistente esterno e indipendenti come l’Istituzione per la Crescita in Lussemburgo, per essere nel tempo privatizzati e diminuire il debito. Tale fondo verrebbe gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle istituzioni europee”.
L’istituzione è una consociata interamente controllata della Banca tedesca dallo sviluppo Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW). Il “fondo greco per lo sviluppo” è stato creato nel luglio 2013 in seguito a un accordo firmato tra Schäuble, l’allora ministro delle finanze greco Yannis Stournaras, il ministro greco dello sviluppo Kostas Hatzidakis e Ulrich Schröder, CEO di KfW. L’obiettivo del fondo era ”offrire alle imprese di piccole e medie dimensioni un migliore accesso ai finanziamenti a prezzi accessibili”.
Ora, il ministro tedesco ha proposto che asset greci per un controvalore di 50 miliardi di euro vengano trasferiti a questo fondo come garanzia collaterale dei nuovi prestiti e per un’eventuale privatizzazione. La mossa può tuttavia essere interpretata come un attacco alla sovranità della Grecia.
I funzionari dell’UE dicono che questa è una delle condizioni a cui si oppone Alexis Tsipras, e la Grecia ha già sostenuto di non avere asset che valgano un tale importo.
Su Twitter, l’analista finanziario USA George Peakes ha detto “non sembra ‘una cosa buona’ che Schäuble sieda nel Consiglio dell’istituzione, che è in effetti multilaterale”. “Inoltre, KfW non è una ‘banca': essa è interamente controllata dal governo tedesco. Ancora una volta, non sembra una cosa buona . Ma non come se una banca privata detenesse gli asset”, ha twittato.
“Così, se questa soluzione non vi aggrada, è perché siete preoccupati della vicinanza del governo tedesco al patrimonio greco. Non si tratta di una qualche trama in cui una banca privata sarà coinvolta e Schäuble avrà un significativo conflitto d’interessi. Si tratta di un’istituzione pubblica”.

Grecia, gli economisti Usa contro l'austerità. Da Joseph Stiglitz a Paul Krugman: "Ha già fallito".

AUSTERITY

Poco più di 48 ore e il futuro della Grecia e dell’Europa arriveranno a una svolta storica. E 48 ore dopo il responso di domenica sera, proprio secondo Tsipras in un colloquio con la tv Antena, "si troverà un accordo". "Non bisogna trasmettere ai cittadini allarmismo. Avremo un accordo 48 ore dopo il referendum. Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci hanno proposto o uno migliore".
Il referendum convocato dal primo ministro greco Alexis Tsipras per sottoporre ai propri cittadini il piano di proposte messo a punto dai creditori si è presto trasformato in una consultazione più ampia. Un voto per dire per dire no, queste almeno le intenzioni del governo ellenico, a una ricetta che negli ultimi anni ha finito per mettere la Grecia in ginocchio, con il Pil caduto del 25% dall’inizio della crisi: quella dell’austerity.
L’edizione Usa di Huffington Post ha raccolto alcune tra le voci più critiche, tra gli economisti, che si sono espresse contro questa impostazione, che avrebbe contribuito ad aggravare, anziché risolvere, le difficoltà del Paese.
“È sorprendente che la troika abbia rifiutato di assumersi la responsabilità per questo o ammesso quanto siano state pessime le sue previsioni e i modelli da essa adottati”,ha spiegato al World Post il premio Nobel Jospeh Stiglitz. “Ma è ancora più sorprendente che i leader europei non abbiano ancora capito la lezione. La troika sta ancora chiedendo che che la Grecia realizzi un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,5% del PIL entro il 2018”.
Per il docente di Harvard Ken Rogoff, che invece dell’austerity è quasi considerato uno dei massimi sostenitori, imporre ulteriori misure in questo senso alla Grecia sarebbe inutile se è il governo in prima istanza a non essere determinato a volerle implementare. “Perché le riforme abbiano effetto, il governo greco e il suo elettorato devono prima di tutto crederci”, ha scritto per Project syndacate. Rogoff ha sottolineato come non tutte i programmi di riforme strutturali sono sbagliati, ma nel caso della Grecia potrebbero non essere la migliore risposta.
“In un mondo ideale, offrire un aiuto finanziario in cambio di riforme potrebbe aiutare chi vuole trasformare il Paese in uno stato europeo moderno. Ma vista la difficoltà che la Grecia ha incontrato sinora nel fare i cambiamenti necessari per raggiungere l’obiettivo fissato - ha spiegato - potrebbe essere giunta l’ora di rivedere del tutto questo tipo di approccio alla crisi. Invece di un programma che garantisce dei prestiti ai paesi, potrebbe avere più senso elargire aiuti umanitari indipendentemente dal fatto che la Grecia rimanga o meno un membro dell’Eurozona".
Altri economisti hanno sottolineato come la Grecia sia rimasta intrappolata in un circolo vizioso per via del proprio debito. Le risorse prestate alla Grecia sono servite per rimborsare i creditori privati, piuttosto che il governo greco. “Il salvataggio messo in atto per il settore bancario è stato decisamente qualcosa di più di un normale salvataggio di istituzioni finanziarie di Paesi dell’Europa continentale che erano eccessivamente esposte con la Grecia”, ha spiegato Vicky Price consigliere e analista per il Centre for Economics and Business Research al World Post. “Il punto è che quel debito è stato scaricato in gran parte sui greci”.
Molti analisti hanno invece rilevato come il leader di Syriza Alexis Tsipras sia stato eletto proprio per combattere le proposte dei creditori e di questo gli stessi avrebbero dovuto tenere conto. “La Troika ha utilizzato una sorta di metodo Corelone alla rovescia - ha scritto il premio Nobel Paul Krugman – hanno fatto a Tsipras un’offerta che non poteva accettare”. Per questo – ha continuato Krugman, “l’ultimatum era, in effetti, una mossa per sostituire il governo greco. E anche se non si è dei sostenitori di Syriza, questo dovrebbe essere inquietante per chiunque creda negli ideale europei.