venerdì 15 giugno 2018

I tre pianeti più giovani della Via Lattea.


Rappresentazione di pianeti in formazione attorno a una giovane stella (fonte: NRAO/AUI/NSF; S. Dagnello)

Nati intorno a una stella bambina.

Scoperti i tre pianeti più giovani della Via Lattea: sono stati individuati nel disco di gas e polveri del loro sistema planetario in formazione, attorno a una giovanissima stella. I dettagli dei tre giovani inquilini della nostra galassia sono pubblicati in due articoli sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.

Il gruppo coordinato da Richard Teague, dell’Università americana del Michigan, e quello guidato da Christophe Pinte, dell’Università australiana Monash, hanno osservato il trio di pianeti in formazione attorno alla stella bambina HD 163296, che ha una massa due volte il Sole ma un’età di ‘soli’ 4 milioni di anni. La giovane stella si trova a circa 330 anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione del Sagittario. 

La scoperta è stata possibile grazie al radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dell'Osservatorio Europeo Australe (Eso) e ad una nuova tecnica, che permette di cogliere nei dischi di gas e polveri minime anomalie associate alla formazione di pianeti, come i segnali emessi dal monossido di carbonio a specifiche lunghezze d’onda tra l’infrarosso e le onde radio. 

“Nonostante siano già circa 4.000 i pianeti esterni al Sistema Solare finora scoperti, è raro trovarne alcuni appena formati”, rilevano i ricercatori. Il gruppo guidato da Teague ha osservato due dei tre pianeti, a circa 80 e 140 unità astronomiche dalla loro stella madre, cioè 80 e 140 volte la distanza media tra la Terra e il Sole, pari a circa 150 milioni di chilometri. 

Il gruppo australiano ha invece scovato il terzo pianeta a circa 260 unità astronomiche. I tre pianeti, secondo i primi calcoli, avrebbero una massa simile a quella di Giove. “Queste ricerche - hanno concluso - ci aiuteranno a capire meglio come si sono formati anche i pianeti del nostro Sistema Solare”.


http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/06/13/i-tre-pianeti-piu-giovani-della-via-lattea_f045c92c-68ba-4bd6-b693-2418ec4bcaab.html

Nell'ambra la più antica rana della foresta pluviale.


La più antica rana della foresta tropicale intrappolata nell'ambra con uno scarafaggio (fonte: Lida Xing/China University of Geosciences).

Intrappolata da 99 milioni di anni con il suo pasto, uno scarafaggio.


Istantanee di un 'banchetto' mancato dal Cretaceo: a restituirle è un piccolo pezzo di ambra ritrovato in Myanmar, che custodisce al suo interno il fossile della più antica rana vissuta nella foresta tropicale. Travolta da una goccia di resina 99 milioni di anni fa, è rimasta intrappolata insieme a quello che sarebbe dovuto essere il suo pasto: uno scarafaggio. La scoperta è pubblicata sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori del Museo di storia naturale della Florida, e aiuterà a definire meglio la storia evolutiva di questi anfibi, ancora molto lacunosa.

Le rane, infatti, sono comparse sulla Terra circa 200 milioni di anni fa, ma i fossili di questi primi anfibi sono scarsi: mancano soprattutto testimonianze dirette delle prime specie che si sarebbero adattate a vivere nelle umide foreste pluviali tra i 66 e i 23 milioni di anni fa. Questo vuoto viene finalmente colmato dal ritrovamento del fossile in ambra del Myanmar, che custodisce un giovane esemplare appartenente ad una specie estinta chiamata Electrorana limoae.



I resti delle più antiche rane della foresta pluviale conservati nell'ambra (fonte: Lida Xing/China University of Geosciences).

"E' molto difficile trovare un fossile di rana risalente a questo periodo e che sia così piccolo, quasi tridimensionale e con le ossa piccole ben conservate", spiega David Blackburn, curatore della sezione di erpetologia del museo statunitense. "La cosa più eccitante di questo animale, però, è il contesto", prosegue l'esperto facendo riferimento ad altri tre fossili con resti di rane trovati nello stesso sito. "Queste rane facevano parte di un ecosistema che in un certo senso non doveva essere molto diverso da quello attuale, a parte la presenza dei dinosauri".

Grande circa due centimetri, l'esemplare di Electrorana conserva ancora il cranio, le zampe anteriori, parte della spina dorsale e di una zampa posteriore. Purtroppo, però, non presenta altri dettagli anatomici che avrebbero aiutato a ricostruire il suo albero evolutivo: per risolvere questo enigma, i ricercatori pensano di confrontare il fossile con le tac dei resti scheletrici di rane estinte e attualmente viventi.


http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ragazzi/news/2018/06/14/nellambra-la-piu-antica-rana-della-foresta-pluviale-_ff5578f7-0a3e-464a-bf62-f43d930688ba.html

Supernova? No, stellicidio.


Rappresentazione artistica di un evento di distruzione mareale (Tde): si verifica quando una stella passa troppo vicino a un buco nero supermassiccio, che reagisce distruggendola espellendo un getto relativistico. Lo zoom è nella regione centrale della sua galassia ospite, Arp 299B, che sta subendo un processo di fusione con Arp 299A (la galassia a sinistra). Crediti: Sophia Dagnello, Nrao/Aui/Nsf; Nasa, Stsci.

IL KILLER È UN BUCO NERO SUPERMASSICCIO.

Il raro fenomeno che porta alla disgregazione delle stelle è noto come evento di distruzione mareale e si verifica quando una stella viene catturata dal buco nero supermassiccio tramite la sua invincibile attrazione gravitazionale. Non c'è scampo: l'oggetto viene fatto a pezzi e addio stella. Lo studio è stato pubblicato oggi su Science. Il commento di Marco Bondi dell'Inaf di Bologna.

Sembrava un’esplosione di supernova, come tante se ne osservano ormai nell’universo. Ma un gruppo di astronomi, tra cui Marco Bondi dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) è riuscito a scoprire che sorprendentemente quel segnale proveniente da una coppia di galassie interagenti era in realtà prodotto da una stella che veniva fatta letteralmente a pezzi da un buco nero supermassiccio. Seppo Mattila dell’Università di Turku in Finlandia e Miguel Perez-Torres dell’Istituto di astrofisica di Andalusia in Spagna hanno guidato il team di 36 scienziati provenienti da 26 istituzioni di tutto il mondo e pubblicano i loro risultati nell’ultimo numero della rivista Science. I dati nella banda radio utilizzati nell’indagine sono stati ottenuti con la tecnica Very Long Baseline Interferometry (Vlbi), che consiste nell’osservazione simultanea da parte di molti radiotelescopi sparsi in diversi continenti che puntano la stessa regione di cielo. I radiotelescopi dell’Inaf presenti a Medicina (Bologna), Noto (Siracusa) e Cagliari hanno partecipato alla campagna osservativa.
Il raro fenomeno che porta alla disgregazione delle stelle è noto come “evento di distruzione mareale” (Tde, dalle iniziali dell’inglese tidal disruption event) e si verifica quando una stella viene catturata dal buco nero supermassiccio tramite la sua invincibile attrazione gravitazionale: le forze mareali deformano la stella, la fanno a pezzi creando un flusso di detriti che poi cadono verso il buco nero, illuminando lo spazio circostante con getti luminosi di plasma ed energia. I teorici hanno suggerito che il materiale strappato dalla stella malcapitata forma un disco in rotazione attorno al buco nero, che lancia questi getti energetici verso l’esterno a una velocità prossima a quella della luce. «Mai prima d’ora siamo stati in grado di osservare direttamente la formazione e l’evoluzione di un getto creato da uno di questi eventi», spiega Perez-Torres.

  Schema di un evento di distruzione mareale (Tde). Il buco nero supermassiccio al centro della galassia è circondato da un mezzo molto denso e incorporato in un foro polveroso. La maggior parte dell’emissione ottica e dei raggi X prodotta dall’evento è stata assorbita e riemessa a lunghezze d’onda IR a causa dell' esistenza di polvere polare. Questa emissione IR è stata rilevata dal Nordic Telescope ed è stata monitorata con l’aiuto del satellite Nasa Spitzer. Alcuni mesi dopo il rilevamento a lunghezze d’onda infrarosse, il Tde è stato rilevato a lunghezze d’onda radio con l’aiuto di una gamma molto sensibile di radiotelescopi. Crediti: Seppo Mattila, Miguel Pérez-Torres et al. 2018 (Science)
Nel corso del decennio successivo, il team di esperti ha continuato a osservare l’emissione radio utilizzando la rete Vlbi europea denominata European Vlbi Network (Evn) e quella americana nota come Very Long Baseline Array (Vlba), che forniscono immagini ad altissima risoluzione, e ha acquisito immagini nelle bande ottiche, infrarosse e X, necessarie per elaborare un modello interpretativo coerente del fenomeno osservato.
Nel 2011 si è visto che l’area dell’oggetto da cui provenivano le emissioni radio si stava espandendo verso una direzione specifica, formando un allungamento chiamato “getto”, come precedentemente previsto dai teorici. L’espansione misurata indicava che il materiale nel getto si stava muovendo a una media di un quarto della velocità della luce.



Gif animata che mostra in lunghezze d’onda radio il Tde nell’oggetto Arp299B (= Arp299B-AT1) dal 2005 nel corso di oltre 10 anni.Crediti: Bill Saxton,Nrao/Aui/Nsf



Bondi chiarisce quanto scoperto: «I tidal disruption event sono eventi molto rari da osservare. Fino ad oggi si trovano solo un paio di casi segnalati in letteratura. Quello rilevato nella galassia Arp 299 ha un’ulteriore peculiarità: per la prima volta si è potuto osservare anche la creazione di un getto radio prodotto dal fenomeno di rapido accrescimento ed è stato possibile seguire la sua evoluzione su un arco di tempo di diversi anni, grazie anche al contributo dei radiotelescopi dell’Inaf che hanno osservato congiuntamente alla rete europea e americana». Marco Bondi lavora presso l’Istituto di Radioastronomia dell’Inaf di Bologna e ha contribuito ad analizzare e interpretare le osservazioni radio che hanno avuto un ruolo fondamentale per confermare la presenza di un evento di distruzione mareale nella galassia Arp 299.
Perez-Torres conclude: «Gli eventi di distruzione mareale ci forniscono un’opportunità unica per comprendere meglio la formazione e l’evoluzione dei getti nelle vicinanze di questi potenti oggetti».
Per saperne di più:  I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science nell’articolo “A dust-enshrouded tidal disruption event with a resolved radio jet in a galaxy merger”, di S. Mattila, M. Pérez-Torres, A. Efstathiou, P. Mimica, M. Fraser, E. Kankare, A. Alberdi, M. Á.Aloy, T. Heikkilä, P. G. Jonker, P. Lundqvist, I. Martí-Vidal, W. P. S. Meikle, C. Romero-Cañizales, S. J. Smartt, S. Tsygankov, E. Varenius, A. Alonso-Herrero, M. Bondi, C. Fransson, R. Herrero-Illana, T. Kangas, R. Kotak, N. Ramírez-Olivencia, P. Väisänen, R. J. Beswick, D. L. Clements, R. Greimel, J. Harmanen, J. Kotilainen, K. Nandra, T. Reynolds, S. Ryder, N. A. Walton, K. Wiik e G. Östlin. Qui i due comunicati stampa in inglese: Nrao e Vlbi/Eric

giovedì 14 giugno 2018

Le ONG umanitarie (2). La rete di George Soros. - Maria Grazia Bruzzone




Il molto discusso magnate, filantropo investitore di origine ungherese, che nel 1992 atterò sterlina e lira con le sue speculazioni, poco amato in Francia dove è stato processato per insider trading ai danni di Société Génerale, è molto più di un semplice donatore di ONG e promotore dei diritti umani (qui il Soros benefattore raccontato da lui stesso).  

Attraverso la sua Open Society Foundation sostiene una rete di centinaia di Ong che operano coprendo un enorme spettro di attività e con obiettivi spesso apertamente politici negli Usa e nel mondo. E collegamenti con i media .  

Proprio per questi motivi di lui e delle sue Ong si finisce per sapere di più, per via dei molti leaks, ultimi i DCLeaks, oltre che attraverso la stessa OSF e il suo braccio europeo, l' Open Society Policy Institute.    

E’ un labirinto dove non è facile districarsi.    

LA RETE USA. Un post di Discover The Networks, apparentemente del 2011, pubblica un nutritissimo elenco delle Ong finanziate direttamente dalla OSF di Soros e in coda un gruppo più limitato che ricevono soldi da alcune delle prime.  Leggendo le brevi spiegazioni accluse a ogni titolo, par di capire che si tratta di Ong che operano fondamentalmente negli Usa.  

Da un post 2011 (linkato), di sorosfiles.com (sito di due documentatissimi attivisti diventati anti-Soros) si arriva a un elenco più limitato delle prime 150 Ong, con  indicate anche le somme versate a ciascuna, ma solo dal 2005 al 2009.     

Scorrendo le liste salta agli occhi come tali Ong portino avanti tutti i temi di punta dei Democratici e/o sottendono fette di elettorato tradizionalmente Dem: anti-militarismo, contro la tortura, il razzismo e in generale contro l’agenda conservatrice; a favore di Palestinesi e Castro, pro-latinos, pro-musulmani,  e pro  immigrati e loro diritti; più, ovviamente, clima, ambiente, lavoro, diritti delle donne e LGBT, sanità, educazione, riforma della legge sulla droga - questa al secondo posto nei finanziamenti. Al primo posto una Ong sui media, con  $15 mil ricevuti 2005-09.   Tutti temi in sé cari ai sinceri democratici e progressisti, americani e non solo, per lo più fatti propri  dai media mainstream. Schierati – come Soros- contro gli argomenti nazionalisti, anti immigrati e anti musulmani della destra di Trump.    

Soros filantropo ‘di sinistra’ disinteressato?   Vediamo.  

Un altro post di sorosfiles non solo conferma quel che appare intuitivo: che il miliardario con la sua fondazione – oltre a finanziare direttamente il partito dell’Asinello, che figura nella lista - è diventato una potente macchina di creazione del consenso a favore dei Democratici.   

Ma il post va oltre e spiega gli strettissimi legami, politici ed economici fra il finanziere e Obama (non personali, riteniamo). Racconta come da documenti erariali del 2010 Soros avrebbe (noi usiamo il condizionale) espanso il suo impero negli Usa usufruendo di fondi della legge che varava aiuti all’economia nota come ‘Obama stimulus’.      

La OSF insomma – sintetizziamo - usava i beneficiari delle sue Ong per fare lobbying e acquisire contratti pubblici legati alla formazione, la green economy ecc. . Portando avanti i temi Dem e conquistando elettori al partito mentre allargava la propria influenza, guadagnandoci pure sopra.    

Che Soros abbia sostenuto fortemente Hillary Clinton alle ultime elezioni è del resto noto. D’altra parte sul fronte opposto, quello della destra repubblicana di Donald Trump, con il sostegno di altri miliardari come i fratelli Koch e i Mercer e di think tanks conservatori, si è dato vita a una rete non così fitta ma aggressiva e alla fine vincente, come si è visto ( qui e qui Underblog).    

La RETE ESTERA. Già nella lista citata spuntavano alcune Ong attive fuori dagli Usa: il ministero dell’Educazione della Liberia, l’Università Europea di San Pietroburgo, la Baltic American Partnership, che gode anche di finanziamenti dell’USAID, braccio semipubblico della CIA nel mondo . E l’International Crisis Group, citato sopra, che ha come scopo "la ricerca e il sostegno nelle crisi e nei conflitti armati", si legge enigmaticamente in un'altra lista, questa ufficiale dell'Open Society Institute a proposito delle partnership dell'organizzazione.  

Numerosissimi i partners citati, dalla Banca Mondiale a WHO, UNICEF, UNESCO, OSCE, UE, Consiglio d'Europa; e organizzazioni governative, governi, fondazioni private americane ed europee, istituzioni educative e università (fra queste Columbia, Oxford, Cambridge, Ottawa, Maastricht University).  

Tra le Ong partner figurano anche HRW, Médécins sans Frontières, il sito di analisi politica Project Syndicate, Refugee International, per "l'assistenza e la protezione dei rifugiati"; le branches locali di Transparency International contro la corruzione, e Policy Association on Open Society per "promuovere la democraziona nell'Est Europa e ex Urss".  Esempi dall'elenco di per sè parziale, ammette  la fonte.   

Nutrito l’elenco delle Ong finanziate dall’OSF fino al 2014 emerso dai DCLeaks nel 2016, a cui rimandiamo.  The Saker (sito vicino alla Russia) che ne pubblica una parte ne sintetizza gli obiettivi attraverso le parole chiave: diritti umani, delle donne e LGTB, notizie alternative (pur avendo ottimi rapporti con i media mainstream, osserva il post), uguaglianza di genere, minoranze, democrazia. E immigrazione. "In pratica cercano di influenzare gruppi di sinistra, governi femministe, migranti, gypsies, giornalisti nonché partiti nuovi (citati il M5S, Podemos e Syriza - ?!?). Deprecano la destra, il fascismo, la Russia, l’Ungheria di Orban, qualsiasi cosa resista all’UE".  The Saker elenca anche varie tecniche di influenza.   

Nell’elenco molte Ong che operano in Europa, specie nell’Europa dell’Est, prima la Polonia,  e una dozzina  specificamente ‘Europee’, più Transparency Intl- Liaison Office to UE, Young European Federalists, e Alter EU, presente nei 28 paesi UE,  per conquistare alle idee a ai valori di OSF i candidati all’Europarlamento.  

In questo contesto fa un po’ sorridere che le tre organizzazioni italiane nella lista siano l’Associazione Upre , che promuove la cultura Rom e le relazioni interculturali; l’ Arcigay e l’Associazione 21 Luglio – queste presenti anche in un altro file dei DcLeaks che cita pure le somme elargite.  

SOROS NEI DCLEAKS.
"Migliaia di files interni alla OSF di Soros sono stati resi pubblici nel 2016 dopoessere stati piratati. Riuniti nel sito Soros DCLeaks contengono moltissime informazioniche dimostrano l'influenza che cerca di avere il miliardario mondialista (e pro immigrazione) nel mondo. I files si riferiscono al periodo 2008-2016"  

"Secondo le rivelazioni di DCLeaks questi documenti sono stati hackerati da un gruppo di attivisti americani che vogliono mostrare la realtà del 'processo di presa delle decisioni" e dei 'veri elementi della vita politica americana'". Così un post francese (di Lucien Pons)

Il post segnala alcuni files di particolare interesse per gli europei.  

$100 000 sono stati dati a United for Intercultural action per l'insieme dei paesi dell'UE. Obiettivo "Contrastare i partiti populisti in Europa in vista delle elezioni europee. In collaborazione con European Network against racist et Hope not Hate, United condurrà una campagna di comunicazione focalizzata specialmente su Francia, Grecia, Ungheria, Italia e Paesi Bassi".  

$ 130.000 sono stati attribuiti al giornale EUObserver,  che aveva lo scopo di analizzare la montante "narrazione di odio" e combatterla, reclutando giovani giornalisti sul campo.  

$49.500 sono andati a "Italiani alternativi" [sembra riferirsi non a un gruppo specifco ma a un programma e a vari gruppi] per "dare più importanza e tempo di parola ai senza voce, cioè migranti e giovani". Per questa via attivisti italiani e volontari hanno ricevuto donazioni.  

In tutta l'Europa, "centinaia di Ong 'indipendenti' lavorano con l'OSF , anche istituzioni come l'UE"- aggiunge il post francese. Uno dei progetti della fondazione è chiaro :"Fare accettare agli Europei i migranti e la sparizione delle frontiere".  

Si potrà essere o meno d'accordo, disturba l'interferenza.  

Significativi gli obiettivi del suo Open European Policy Institute, il braccio Europeo  dell'OSF, raccontati ufficialmente sul suo sito:  

*Fornire prove e argomenti per dar forma a dibattiti politici e processi decisionali: 

*Collegare la rete di OSF con le istituzioni UE e gli Stati membri; 

*Impegnarsi in dibattiti sul futuro delle istituzioni UE e delle politiche per promuovere valori della società aperta; 

*Costruire solide relazioni con funzionari, politici, e altri protagonisti per mantenere le libertà civili, i diritti e e la giustizia nell'agenda europea.   

Non sorprende troppo scoprire che l' Open Society European Policy Institute abbia preparato un memo intitolato “Alleati affidabili nel Parlamento Europeo  2014-2109" in cui annota l’importanza di costruire relazioni’ durature e degne di fiducia’ con europarlamentari ‘credibili nel sostenere il lavoro di Open Society’.  

La mappa tracciata offre una intelligence sui membri dell’8° Parlamento Europeo propensi a supportare i valori della Open Society nella legislatura 2014-2019.  Comprende 11 comitati e 26 delegazioni e i più alti corpi decisionali dell’Europarlamento: 226 europarlamentari sono/sarebbero  alleati o vicini all’Open Society. Qui la lista nuda e cruda,  qui il file originale dai Soros DCLeak con il lungo e dettagliato documento.  

SOROS IN UCRAINA. Vi aveva dedicato un post Remocontro, il sito di Ennio Remondino, una mini-inchiesta sulle ong umanitarie e il ruolo di NED e CIA nel paese dove operavano ben 150 Ong. 

“E’ ormai assodato che Soros è stato profondamente implicato nelle proteste di Maidan a Kiev e nel colpo di stato violento che ha cacciato un governo democraticamente eletto in nome dei “valori Europei …”, scrive Zerohedge.  

"Dai recenti DCLeaks - leggiamo in un post linkato - si apprende che la rete di organizzazioni no-profit ha operato anche su membri UE per supportare una narrazione pro-Maidan  e per scoraggiare eventuali legami e sostegno alla Russia" (si fa l’esempio della Grecia e dei soldi ai media greci). E ancora:   

“Oggi - prosegue ZH - nuovi documenti nella nuova tranche di 2500 files [i DCLeaks] mostrano l’immenso potere e controllo avuto da Soros sull’Ucraina anche dopo il sovvertimento del governo…Dai leaks emerge come “Soros e le sue Ong ebbero dettagliati incontri con i vari protagonisti del colpo di stato in Ucraina, dall’ambasciatore Usa Goffrey Pyatt e vari ministri ucraini …. Piani per minare l’influenza della Russia e i suoi legami con l’Ucraina sono al centro di ogni conversazione… L’Ong di Soros International Renaissance Foundation(IRF) gioca un ruolo centrale  nella costruzione della Nuova Ucraina, come Soros definisce il suo progetto”.    

Non stupisce che un anno dopo i fatti di Kiev Putin abbia bandito per legge una serie di Ong straniere - ha scritto il Guardian -  a cominciare dal NED, non proprio una Ong  come abbiamo visto ma finanziato direttamente dal Congresso Usa, a seguire Amnesty , HRW e varie Ong ucraine e polacche legate a Soros.  

Lo stesso sta facendo la Cina, imponendo alle ONG stretti controlli di sicurezza.  

http://www.lastampa.it/2017/05/07/blogs/underblog/le-ong-umanitarie-la-rete-di-george-soros-JCF9NsRjVriK60sEnpA37J/pagina.html

Perché George Soros finanzia l’arrivo degli immigrati in Italia. - Flavia Provenzani

Perché George Soros finanzia l'arrivo degli immigrati in Italia

Perché George Soros, uno dei più grandi speculatori al mondo, finanzia l’arrivo degli immigrati in Italia, contribuendo alla creazione della crisi dei migranti in Europa?

Per Soros è solo l’ennesima operazione di trading celata dagli obiettivi filantropici vantati dalla sua fondazione Open Society, che finanza direttamente le navi curate dalle ONG nel Mediterraneo che, secondo un’inchiesta aperta, aiuterebbero gli immigrati ad arrivare in Italia.

Soros finanzia lo sbarco dei migranti in Italia.
Perché Soros vuole inondare l’Italia e l’Europa con orde di immigrati musulmani?
Non possiamo esserne sicuri, ma recentemente è venuto alla luce che Soros si è esposto fortemente a favore del ribasso dell’azionario statunitense.
A quanto pare, pensa che causare il caos in Europa diffonderà il contagio verso gli Stati Uniti, mandando così i mercati statunitensi all’interno di una spirale ribassista.
La distruzione dell’Europa attraverso l’inondazione di milioni di musulmani è un piano diretto per causare il caos economico e sociale nel continente.

Una situazione di turbolenza equivale ad un profitto per George Soros, che sembra avere i suoi tentacoli nella maggior parte degli eventi geopolitici mondiali negli ultimi decenni.

Tutti sappiamo che la correlazione non è giustificazione. Tuttavia, data la straordinaria ricchezza di Soros, i legami politici e la sua esperienza nel trarre profitto dalle crisi, l’investitore è certamente un catalizzatore di gran parte delle turbolenze geopolitiche che si stanno verificando attualmente.

Ha intenzione di distruggere i confini nazionali e creare una struttura di governance globale con poteri illimitati. Dal suo rapporto con Viktor Orbán, primo ministro ungherese, possiamo vedere chiaramente come preferisca i leader nazionali minori, più propensi a diventare pupazzi e a plasmare le masse ignoranti.

Soros si vede come un missionario della globalizzazione e utilizza i suoi soldi e le sue conoscenze per influenzare la politica e creare crisi, sia economiche che sociali, per promuovere questo suo scopo.
Dati questi obiettivi, Soros sta cospirando contro l’umanità al fine di distruggere le democrazie occidentali.

Anche agli occhi di persone molto razionali, alcuni eventi globali non riescono ad avere un senso. Perché, ad esempio, le democrazie occidentali dovrebbero prendersi milioni di persone i cui valori sono completamente incompatibili con i propri?
Quando guardiamo da vicino la verità e i fatti promossi attivamente dal principale artista di marionette al mondo, George Soros, le cose diventano un po’ più chiare.

ONG che aiutano i migranti ad arrivare in Italia sono finanziate da Soros
L’Italia è impegnata in un’inchiesta sulla flotta di ONG (Organizzazioni Non Governative) che aiuta i migranti ad arrivare in territorio italiano e nell’UE dalla costa nordafricana dopo la pubblicazione del report dell’Agenzia europea per la protezione delle frontiere e della costa, che ha stabilito che i membri delle organizzazioni non governative agiscono come complici dei contrabbandieri contribuendo direttamente al rischio di morte dei migranti nel tentativo di arrivare in Italia.

Il report dell’agenzia di regolamentazione Frontex suggerisce che le ONG che sponsorizzano le navi nel Mediterraneo stanno ora agendo come veri e propri complici dei contrabbandieri a causa del loro servizio, che effettivamente fornisce un sostegno affidabile per i migranti che partono dal Nord Africa e arrivano in Italia. La flotta di navi curate dalle ONG riduce i costi dei contrabbandieri, eliminando altresì la necessità di procurarsi navi in grado di compiere un viaggio completo in tutto il Mediterraneo fino alla costiera europea.

Molte di queste ONG sono finanziate direttamente dalla fondazione Open Society di George Soros.

Carmelo Zuccaro, procuratore generale di Catania, ha chiesto il monitoraggio dei finanziamenti dietro alle associazioni di ONG impegnate nella gestione dell’onda migratoria, sottolineando come la mafia si stia appropriando di parte dei finanziamenti dedicati alla gestione dei migranti. 
Nonostante non sia un crimine entrare nelle acque di un paese straniero e raccogliere i migranti dal mare, le ONG sono chiamate a portarli nel porto più vicino, che il più delle volte è uno dei tanti post sulla costa dell’Africa settentrionale anziché in Italia.

Gli obiettivi di Soros finanziando la crisi dei migranti.
Fondamentalmente, l’obiettivo di Soros è la distruzione dei confini nazionali, come dimostrato in modo molto chiaro con il suo finanziamento alla crisi dei rifugiati in Europa.

La crisi degli immigrati è stata alimentata dalla guerra civile attualmente in atto in Siria. Ma ti sei mai chiesto come tutte queste persone abbiano improvvisamente saputo che l’Europa avrebbe aperto le sue porte e li avrebbe lasciati entrare?
La crisi degli immigrati non è un fenomeno naturale. Ha coinciso con la donazione di denaro da parte della fondazione di Soros all’Istituto di politica migratoria degli Stati Uniti e alla piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti privi di documenti, entrambe organizzazioni sponsorizzate da Soros. Entrambi i gruppi sostengono il reinsediamento dei musulmani del terzo mondo in Europa.

Nel 2015, un giornalista di Sky News ha trovato un «Manuale dei migranti» sull’isola greca di Lesbo. È stato poi rivelato che i manuali, scritti in arabo, erano stati dati ai rifugiati prima di attraversare il Mediterraneo da un gruppo chiamato «Benvenuti nell’UE». Benvenuti nell’UE è finanziata dall’Open Society di George Soros.

Soros non solo sostiene i gruppi che a loro volta sostengono l’insediamento dei migranti nel terzo mondo in Europa, ma è anche l’architetto del «piano Merkel».
Il piano Merkel è stato creato dall’European Stability Initiative, il cui presidente Gerald Knaus è un collega di vecchia data dell’Open Society Foundations.
Il piano prevede che la Germania debba concedere asilo a 500.000 profughi siriani. Esso prevede inoltre che la Germania, insieme ad altre nazioni europee, debba accettare di aiutare la Turchia, paese musulmano al 98%, ad entrare all’interno dell’UE.

La mano di George nelle crisi geopolitiche mondiali.
Sin dagli anni ‘80 l’impegno di Soros, oltre alla speculazione sui mercati, si è rivolto al sostegno della globalizzazione, in seguito portato avanti attraverso la sua Open Society Foundations (OSF).
George Soros da anni è concentrato su scopi filantropici, gli stessi che lo hanno spinto a creare la sua fondazione nel 1993.

Durante gli anni ’80 e ’90, ha usato la sua straordinaria ricchezza per finanziare le rivoluzioni in decine di nazioni europee, tra cui la Cecoslovacchia, la Croazia e la Jugoslavia grazie alla donazione di capitali ai partiti di opposizione politica, alle case editrici e ai media indipendenti.

Perché Soros si è messo in discussione negli affari di queste nazioni? In parte la risposta risiede negli investimenti che durante e dopo il caos Soros fa sugli asset di questi Paesi.
Lo speculatore aveva poi l’abitudine di sfruttare l’analista Jeffrey Sachs per consigliare ai nuovi governi di privatizzare immediatamente tutti i beni pubblici, consentendo così a Soros di vendere gli asset che aveva acquisito durante le turbolenze dei mercati durante le crisi.

https://www.money.it/George-Soros-finanzia-arrivo-immigrati-Italia

Vaccini: il Codacons rende pubblici i dati dell’Aifa sulle reazioni avverse (22.000 casi in 3 anni!) e denuncia il Ministro Lorenzin per abuso d’ufficio, omesso controllo e favoreggiamento alle case farmaceutiche!!

Cosa sono e come funzionano i vaccini 'plug & play"

Vaccini: ecco i dati sulle reazioni avverse raccolti dal Codacons.

Sui vaccini è battaglia legale fra il Codacons e le autorità. Da una parte l’associazione dei consumatori, dall’altra il ministero della Salute e l’Agenzia per il farmaco. La prima ha denunciato l’Aifa e il ministro Beatrice Lorenzin per abuso d’ufficio, omesso controllo e favoreggiamento alle case farmaceutiche interessate alla somministrazione dei vaccini, in relazione alla morte di cinque neonati. In particolare il Codacons accusa la Lorenzin di non aver informato gli altri ministri, al momento dell’approvazione del decreto sui vaccini, dell’esistenza “di un documento dell’Aifa sulle reazioni avverse”. Dal canto suo l’Aifa ha dato mandato ai proprio legali “di difendere contro il Codancons, in ogni forma e in ogni sede, la verità scientifica, la realtà dei dati, la qualità dell’operato del lavoro svolto dall’Agenzia”.

I dati presentati dal Codacons questa mattina dicono che le segnalazioni di sospette reazioni avverse ai vaccini sono state 21.658 nel triennio 2014-2016. Prima di scendere nel dettaglio il Codacons ha voluto ribadire ancora una volta che l’associazione non è contro i vaccini: “Chiunque a partire dall’Aifa dovesse ancora affermare che il Codacons è contro i vaccini sarà immediatamente querelato per diffamazione e per strumentalizzazione diretta a favorire le case farmaceutiche attraverso affermazioni false”. I consumatori infatti auspicano “vaccini singoli, sicuri, testati ed adeguate indagini pre vaccinali“.

Il Codacons ha riferito che i cinque casi di bambini morti fra il 2014 e il 2016 sono al vaglio della procura di Torino che sta indagando a seguito di una denuncia della stessa associazione di consumatori. Sotto accusa il vaccino esavalente Infanrix: “L’Aifa sostiene che ciò non ha nulla a che fare con il farmaco, ma l’autorità giudiziaria deve indagare”, specifica il Codacons. Precisamente l’Aifa, nel documento citato dal Codacons, ha scritto: “Non esiste alcuna relazione causale tra l’esposizione ai vaccini e la sindrome dei morte improvvisa del lattante (Sids) e l’incidenza di quest’ultima è la stessa sia in presenza che in assenza di vaccinazione. Il fatto che una Sids si possa verificare a breve distanza dalla vaccinazione non implica quindi alcun rapporto di causa-effetto”.

Il Codacons però ribadisce che l’ultima parola sarà della magistratura ed in ogni caso non c’è stata sufficiente comunicazione: “L’organismo ha il dovere di comunicare tutte le informazioni sulle reazioni avverse, sia dal punto di vista dei farmaci, sia dal punto di vista dei vaccini”.

Delle 21.658 segnalazioni di sospette reazioni avverse ai vaccini nel triennio 2014-2016, il Codacons specifica che 3.351 sono relative al solo vaccino esavalente. Nel dettaglio, nel 2014 sono state “8.182 le segnalazioni per vaccini ritenuti sospetti rilevate dall’Osservatorio sull’impiego dei medicinali (Osmed) e 1.857 quelle per il vaccino esavalente comunicate da Aifa, di cui 168 gravi. Nel 2015 sono state 7.892 le segnalazioni da vaccini rilevate dall’Osmed e 992 quelle da esavalente comunicate da Aifa, di cui 144 gravi. Mentre nel 2016 le segnalazioni da esavalente comunicate da Aifa ammontano a 702, di cui 142 gravi”. Tra le patologie principali riscontrate a seguito della somministrazione del vaccino esavalente vi sono “patologie del sistema nervoso, disturbi psichiatrici, patologie della cute e del tessuto sottocutaneo, patologie gastrointestinali e vascolari, disturbi del metabolismo e della nutrizione”.

Il presidente nazionale Codacons, Carlo Rienzi, spiega: “Non si possono rendere obbligatori i vaccini laddove non c’è pericolo di epidemie né un calo percentuale delle vaccinazioni. Poi c’è bisogno di organizzazione, se si volessero fare solo indagini pre-vaccinali si bloccherebbe per due anni il servizio sanitario nazionale”. L’Agenzia del farmaco, ribadendo la volontà di adire le vie legali, ha commentato così: “Le affermazioni del presidente del Codacons Carlo Rienzi diffondono dubbi e incertezze che non trovano fondamento nella scienza, e l’attività di farmacovigilanza, e nello specifico di vaccinovigilanza, svolta dall’Agenzia conferma la verità scientifica attraverso un’attività quotidiana di monitoraggio”.

(02/06/17)

ONG, MIGRANTI, TRAFFICANTI, GUARDIA COSTIERA LIBICA, MISSIONE INTERFORZE SOPHIA. TUTTI INSIEME. - Francesca Ronchin

Una sequenza svela come sono avvenute realmente le operazioni di salvataggio dei migranti a largo delle coste libiche. In un sms un volontario delle ONG rivela a Report: "Avevamo l’ordine di non riprendere i barchini con gli scafisti, altrimenti ci avrebbero lasciato a casa”. Le immagini confermano quanto scritto nel rapporto riservato di Frontex, con una comparsa in più: l’elicottero della missione Sophia, che vede tutto e invece di intervenire vola via.
Sono le 6.30 del 18 maggio 2017 la nave Aquarius di SOS Mediterranee, a circa 15 miglia dalle coste della Libia , è impegnata nelle attività di soccorso di 562 migranti. Quel giorno in mare ci sono anche altre 5 ONG.Non c’è la guardia costiera italiana, non c’è Frontex, c’è un elicottero dell’operazione Sophia di Enuav for Med, che sorvola il mare per qualche minuto e poi inspiegabilmente va via.
Dalle soggettive delle immagini girate dal team della Aquarius si vedono solo i volti dei migranti tratti in salvo. Ma se si allarga l’obiettivo si vede una realtà molto più complessa di quella che è stata raccontata fino ad ora, molto di più rispetto ai filmati da consegnare alle forze dell’ordine una volta a terra. Se si allarga l’obiettivo, si vedono delle motovedette libiche, non si sa se quelle ufficiali o appartenenti alle milizie, che bruciano le barche in legno ma prima rubano i motori, si vedono dei barchini con a bordo uomini coperti da grossi cappelli di paglia che le ong chiamano “pescatori” ma che più che ai pesci, sono interessati a motori e giubbotti salvagente. Gli stessi barchini che scortano i migranti fino alle navi delle ONG. Nessun operatore della ong li ha mai fotografati perché a bordo c’era il divieto assoluto di scattare foto “altrimenti ti avrebbero lasciato a casa”, spiega un volontario.
Motivi di sicurezza? Il volontario ci spiega che era una questione soprattutto di rispetto.La convivenza in mare con trafficanti e motovedette che non appartengono alla guardia costiera del governo di Tripoli non è facile. Ma le stesse ONG che hanno sempre dichiarato di voler collaborare con le forze dell’ordine, sono le stesse che fino al 10 agosto si sono battute per non avere ufficiali di polizia giudiziaria a bordo. Il filmato verrà trasmesso nella puntata di Report in onda alle 21.10 su Rai3 (lunedì 20 novembre 2017)