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mercoledì 31 luglio 2019

Facebook rischia di chiudere, ha contro i giovani (e Soros). - Massimo Bordin



Ci sono almeno 3 indizi che portano verso un’inaspettata chiusura del più grande social media del mondo. Il primo è quello di cui tutti parlano oggi: un ipermegamultone che si aggiunge alle rogne pregresse di Zuckerberg; ben presto la politica dovrà mettere mano alla faccenda con una manovra antitrust, anche e soprattutto in vista delle elezioni americane del 3 novembre. C’è chi, come business insider, scommette sulla chiusura di Facebook e parla di una operazione in grande stile che il governo post-Trump dovrà attuare. La vicenda di Cambridge Analytica è a tutti nota, e ora si è aggiunta solo l’indiscrezione per la cifra da pagare a seguito di violazione della privacy: cinque miliardi di dollari. La più elevata mai imposta dalla Federal Trade Commission contro un’azienda di tecnologia. Attenzione, non sarebbe certo la prima volta che accade qualcosa del genere ad un’azienda di grandi dimensioni. E penso alla compagnia petrolifera Standard Oil, fondata da Rockefeller nel 1870 e smembrata per decreto nel 1911 dall’antitrust americana.
A detta degli espertoni, questo è il più grande rischio che oggi corre Facebook, perché uno smembramento comporterebbe cambiamenti epocali, tali da snaturare l’idea stessa del “faccialibro” per come esso nacque nell’ormai preistorico 2004. Il secondo indizio allieterà senza dubbio i gusti dei complottisti – di gran lunga la categoria umana che preferisco e della quale mi vanto di far parte, nonostante il neologismo sia demenziale e colpisca scorrettamente tutti quelli che propongono dei dubbi. Si tratta di Soros, amici. Eh già, il vecchio volpone dell’economia globalista da qualche tempo attacca Facebook senza remore. «Affermano che distribuiscono solamente informazioni – ha affermato il capitalista ungherese – ma in realtà sono quasi distributori monopolisti, e questo li rende servizi pubblici. Dovrebbero pertanto essere soggetti a regolamentazioni più stringenti mirate a preservare la competizione, l’innovazione e un accesso universale, leale ed aperto». Soros ha poi paragonato Facebook e Google ai casinò, che «progettano deliberatamente la dipendenza ai servizi che forniscono».
Ma qual è la ragione di questo attacco? Non lo sappiamo, ma da buon complottista ipotizzo che Facebook abbia dato voce a tutti, minando così le cristalline certezze provenienti dai media tradizionali. Insomma, Soros finanzia i liberal sparsi per il mondo, ma chi contesta i liberal è “fuori controllo” grazie a internet. A mio avviso è evidente che lui odi la Rete. Ad esempio, il vegliardo spende una vagonata di soldi per far salire al potere la Hillary Clinton, eppoi la Rete aiuta la visibilità di Donald Trump. Inaccettabile per un lobbysta che si rispetti! Ma è il terzo indizio quello che mi induce a ritenere Facebook avviata al tramonto o ad un profondo rimescolamenteo delle (sue) carte. Il social, infatti, ha dei picchi di utenza che ben presto saranno ridimensionati dal fatto che i millennials non si iscrivono più a questo tipo di social. In altre parole, la disaffezione dei giovani costringerà Zuckerberg alla chiusura in modo molto più determinante delle decisioni dell’Antitrust.
Ve lo ricordate Myspace? E SecondLife? Tutta bella roba caduta in disuso per assenza di grano, altro che antitrust! Com’è noto, infatti, le nuove generazioni preferiscono Instagram (sempre di proprietà di Zuckerberg) dove praticamente non si parla di politica (e Soros qui non sbrocca, guardacaso), o Tinder, la nuova Bibbia per i segaioli impenitenti. Insomma, immagini taroccate e app per rimorchiare potranno continuare, Facebook rischia invece grosso. Se non cambia pelle. Dovesse accadere, comunque, non tutto il male viene per nuocere. Chi è noiosamente e ampollosamente affezionato ai “discorsi lunghi” potrà infatti tornare ai vecchi cari blog (ehehehe), ai forum, oppure alle nuove app come Telegram, società di messaggistica e canali in stile blog informativi che ha sede nel Regno Unito, ma che è stata fondata dall’imprenditore russo Pavel Durov. Con un cognome così direi che il rischio smembramento è quanto mai remoto.
(Massimo Bordin, “Facebook verrà chiuso”, dal blog “Micidial” del 29 luglio 2019)

martedì 5 marzo 2019

Chi finanzia Macron – George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €. - Maurizio Blondet

Risultati immagini per Macron, finanziamenti, Soros, Rothschild, Goldman-Sachs

Pubblicato il contenuto di Macronleaks, una montagna di documenti archiviata nelle caselle di posta elettronica dello staff di Emmanuel Macrone che l’elettorato francese aveva il diritto di conoscere prima della consultazione per le presidenziali.
La stampa d’oltralpe e in particolare Le Monde ha rilasciato un comunicato stampa nel quale afferma espressamente di non aver voluto rivelare il contenuto dei file, per i timori di “influenzare il ballottaggio”: alla faccia del “cane da guardia della democrazia”, interessi oligarchici anteposti a quelli del popolo.
Al solito certi mezzucci hanno le gambe corte e i file sono stati in qualche modo recuperati da altri organi d’informazione e resi pubblici.
Spicca un prestito di otto milioni in favore dell’AFCPEM, l’associazione del candidato di En Marche! per il finanziamento della sua campagna elettorale.
Il finanziamento è stato erogato da Credit Agricole.
Questi soldi dovranno essere restituiti entro il marzo 2019 ed  è curioso l’articolo 1415 del contratto: in caso di inadempienza il patrimonio personale di Brigitte, la moglie di Macron, non verrà intaccato.
E’doveroso sottolineare che nessuna banca francese si è detta disposta a finanziare la campagna elettorale di Marine Le Pen, mentre il neo-eletto presidente della Repubblica francese non ha incontrato alcuna difficoltà in tal senso.
E’ il Boston Consulting Group uno dei gruppi che ha manifestato maggior sostegno nei confronti di Emmanuel Macron, viene indicato dal presidente di AFCPEM, Christian Dargnat in una e mail  come “ uno dei maggiori sostenitori” e desidera metterlo al corrente “dell’evoluzione del movimento e per scambiare pareri sulle prospettive delle sue azioni”.
Grande è l’interesse del BCG all’attività di Macron, infatti in direttore marketing del gruppo contatta Stephane Charbit, direttore della banca Rothschild a Parigi, per chiedergli di “essere messo in contatto con la persona per organizzare un incontro”.
La presenza del colosso bancario Rothschild è una costante nella campagna elettorale di En Marche, partecipando attivamente a diversi meeting organizzati dallo staff di Emmanuel Macron.
In attesa delle puntate successive un po’ di nomi e cifre intorno a Emmanuel Macron: George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €.

martedì 19 febbraio 2019

Verhofstadt chi è?

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, persone sedute

Avevo già detto che sospettavo una sua sottomissione ai miliardi di Soros...qui c'è la conferma del mio sospetto.

venerdì 9 novembre 2018

Grecia oggi: segui il denaro (di Soros). - Grigoriou Panagiotis


Billionaire George Soros speaks during the World Economic Forum in Davos, Switzerland, on Jan. 25, 2018. MUST CREDIT: Bloomberg photo by Simon Dawson

In Grecia, ormai, si assiste ad una emigrazione che ribalta i canoni seguiti fino a pochi anni fa. Dopo anni in cui erano i bulgari ad entrare nella UE, cioè in Grecia, in cerca di miglior fortuna, ora sono i bulgari – tornati a casa loro dopo la crisi – ad ospitare i greci in cerca di minori costi della vita. 
Intanto, il governo elimina l’insegnamento di parti importanti della storia greca, nonché del latino, riducendo fortemente anche l’insegnamento del greco antico, in un impeto di trasformazione della scuola ellenica quasi in un’istituzione “per stranieri”. I quali stranieri, del resto, godono di affitto pagato (dalle solite ONG) e di incentivi a stabilirsi nel paese, ma sono spesso vittima di attacchi e di violenze, prevedibili, dato l’abbandono in cui versano i luoghi oggetto di insediamento.
Del resto la Grecia è stata spesso in passato terreno di conquista per forze esterne, fin da quando – ai primi dell’800 – il neo-istituito stato greco indipendente veniva affidato al governo dei principi bavaresi e subiva le pesanti ingerenze di Francia e Inghilterra, oggi uniti agli USA nell’opera di modifica dei confini con la regione slavomacedone che si cerca a tutti i costi di denominare Macedonia del Nord, anche contro la volontà sia dei greci che dei suoi abitanti che hanno disertato il referendum poche settimane fa, senza peraltro che il processo sia stato fermato. Anzi, il Parlamento di Skopije ha approvato ugualmente l’accordo bocciato dalle urne, grazie – si dice – a diversi milioni di euro versati a una decina di deputati dell’opposizione che hanno “miracolosamente” cambiato idea. Soldi che girano copiosi anche dietro l’azione di due ministri del governo Tsipras, uno (Kammenos) sotto l’ala degli USA prima con Obama e adesso con Trump, e l’altro (Kotsias) finanziato da Soros e in disgrazia perché troppo amico della Germania e del finanziere Ungherese. Se si vuol capire dove vanno i Balcani, bisogna seguire il denaro: quello di Soros, ma non solo.
L’Italia è, agli occhi di molti greci, la speranza del momento, la scintilla di rivalsa contro le istituzioni europee che potrebbe, se dovesse continuare l’azione del governo giallo-verde, far saltare l’intero sistema. 
Lo pensa Panagiotis Grigoriou e molti altri, non solo in Grecia, che vedono vacillare la costruzione distopica di regole messa in piedi in Europa dalle elites transnazionali, di fronte ai primi rifiuti di uno stato “vittima” delle loro politiche. Politiche che, va ricordato, non sono solo vessazioni economiche, ma mirano a cancellare intere civiltà, come mostrano misure come quelle che, in Grecia, hanno messo sotto tiro le campane delle chiese e le feste nazionali, sia religiose che civili (come il 28 ottobre, anniversario del NO all’ultimatum italiano del governo Mussolini durante la II guerra mondiale) che i mondializzatori vogliono abolire per affievolire quel po’ di identità nazionale che è rimasta al popolo greco, mentre gli accordi (palesi ed occulti) firmati dal Governo mirano a smontare pezzo per pezzo il paese stesso.
Fonte: comedonchisciotte del 7 novembre 2018

giovedì 14 giugno 2018

Le ONG umanitarie (2). La rete di George Soros. - Maria Grazia Bruzzone




Il molto discusso magnate, filantropo investitore di origine ungherese, che nel 1992 atterò sterlina e lira con le sue speculazioni, poco amato in Francia dove è stato processato per insider trading ai danni di Société Génerale, è molto più di un semplice donatore di ONG e promotore dei diritti umani (qui il Soros benefattore raccontato da lui stesso).  

Attraverso la sua Open Society Foundation sostiene una rete di centinaia di Ong che operano coprendo un enorme spettro di attività e con obiettivi spesso apertamente politici negli Usa e nel mondo. E collegamenti con i media .  

Proprio per questi motivi di lui e delle sue Ong si finisce per sapere di più, per via dei molti leaks, ultimi i DCLeaks, oltre che attraverso la stessa OSF e il suo braccio europeo, l' Open Society Policy Institute.    

E’ un labirinto dove non è facile districarsi.    

LA RETE USA. Un post di Discover The Networks, apparentemente del 2011, pubblica un nutritissimo elenco delle Ong finanziate direttamente dalla OSF di Soros e in coda un gruppo più limitato che ricevono soldi da alcune delle prime.  Leggendo le brevi spiegazioni accluse a ogni titolo, par di capire che si tratta di Ong che operano fondamentalmente negli Usa.  

Da un post 2011 (linkato), di sorosfiles.com (sito di due documentatissimi attivisti diventati anti-Soros) si arriva a un elenco più limitato delle prime 150 Ong, con  indicate anche le somme versate a ciascuna, ma solo dal 2005 al 2009.     

Scorrendo le liste salta agli occhi come tali Ong portino avanti tutti i temi di punta dei Democratici e/o sottendono fette di elettorato tradizionalmente Dem: anti-militarismo, contro la tortura, il razzismo e in generale contro l’agenda conservatrice; a favore di Palestinesi e Castro, pro-latinos, pro-musulmani,  e pro  immigrati e loro diritti; più, ovviamente, clima, ambiente, lavoro, diritti delle donne e LGBT, sanità, educazione, riforma della legge sulla droga - questa al secondo posto nei finanziamenti. Al primo posto una Ong sui media, con  $15 mil ricevuti 2005-09.   Tutti temi in sé cari ai sinceri democratici e progressisti, americani e non solo, per lo più fatti propri  dai media mainstream. Schierati – come Soros- contro gli argomenti nazionalisti, anti immigrati e anti musulmani della destra di Trump.    

Soros filantropo ‘di sinistra’ disinteressato?   Vediamo.  

Un altro post di sorosfiles non solo conferma quel che appare intuitivo: che il miliardario con la sua fondazione – oltre a finanziare direttamente il partito dell’Asinello, che figura nella lista - è diventato una potente macchina di creazione del consenso a favore dei Democratici.   

Ma il post va oltre e spiega gli strettissimi legami, politici ed economici fra il finanziere e Obama (non personali, riteniamo). Racconta come da documenti erariali del 2010 Soros avrebbe (noi usiamo il condizionale) espanso il suo impero negli Usa usufruendo di fondi della legge che varava aiuti all’economia nota come ‘Obama stimulus’.      

La OSF insomma – sintetizziamo - usava i beneficiari delle sue Ong per fare lobbying e acquisire contratti pubblici legati alla formazione, la green economy ecc. . Portando avanti i temi Dem e conquistando elettori al partito mentre allargava la propria influenza, guadagnandoci pure sopra.    

Che Soros abbia sostenuto fortemente Hillary Clinton alle ultime elezioni è del resto noto. D’altra parte sul fronte opposto, quello della destra repubblicana di Donald Trump, con il sostegno di altri miliardari come i fratelli Koch e i Mercer e di think tanks conservatori, si è dato vita a una rete non così fitta ma aggressiva e alla fine vincente, come si è visto ( qui e qui Underblog).    

La RETE ESTERA. Già nella lista citata spuntavano alcune Ong attive fuori dagli Usa: il ministero dell’Educazione della Liberia, l’Università Europea di San Pietroburgo, la Baltic American Partnership, che gode anche di finanziamenti dell’USAID, braccio semipubblico della CIA nel mondo . E l’International Crisis Group, citato sopra, che ha come scopo "la ricerca e il sostegno nelle crisi e nei conflitti armati", si legge enigmaticamente in un'altra lista, questa ufficiale dell'Open Society Institute a proposito delle partnership dell'organizzazione.  

Numerosissimi i partners citati, dalla Banca Mondiale a WHO, UNICEF, UNESCO, OSCE, UE, Consiglio d'Europa; e organizzazioni governative, governi, fondazioni private americane ed europee, istituzioni educative e università (fra queste Columbia, Oxford, Cambridge, Ottawa, Maastricht University).  

Tra le Ong partner figurano anche HRW, Médécins sans Frontières, il sito di analisi politica Project Syndicate, Refugee International, per "l'assistenza e la protezione dei rifugiati"; le branches locali di Transparency International contro la corruzione, e Policy Association on Open Society per "promuovere la democraziona nell'Est Europa e ex Urss".  Esempi dall'elenco di per sè parziale, ammette  la fonte.   

Nutrito l’elenco delle Ong finanziate dall’OSF fino al 2014 emerso dai DCLeaks nel 2016, a cui rimandiamo.  The Saker (sito vicino alla Russia) che ne pubblica una parte ne sintetizza gli obiettivi attraverso le parole chiave: diritti umani, delle donne e LGTB, notizie alternative (pur avendo ottimi rapporti con i media mainstream, osserva il post), uguaglianza di genere, minoranze, democrazia. E immigrazione. "In pratica cercano di influenzare gruppi di sinistra, governi femministe, migranti, gypsies, giornalisti nonché partiti nuovi (citati il M5S, Podemos e Syriza - ?!?). Deprecano la destra, il fascismo, la Russia, l’Ungheria di Orban, qualsiasi cosa resista all’UE".  The Saker elenca anche varie tecniche di influenza.   

Nell’elenco molte Ong che operano in Europa, specie nell’Europa dell’Est, prima la Polonia,  e una dozzina  specificamente ‘Europee’, più Transparency Intl- Liaison Office to UE, Young European Federalists, e Alter EU, presente nei 28 paesi UE,  per conquistare alle idee a ai valori di OSF i candidati all’Europarlamento.  

In questo contesto fa un po’ sorridere che le tre organizzazioni italiane nella lista siano l’Associazione Upre , che promuove la cultura Rom e le relazioni interculturali; l’ Arcigay e l’Associazione 21 Luglio – queste presenti anche in un altro file dei DcLeaks che cita pure le somme elargite.  

SOROS NEI DCLEAKS.
"Migliaia di files interni alla OSF di Soros sono stati resi pubblici nel 2016 dopoessere stati piratati. Riuniti nel sito Soros DCLeaks contengono moltissime informazioniche dimostrano l'influenza che cerca di avere il miliardario mondialista (e pro immigrazione) nel mondo. I files si riferiscono al periodo 2008-2016"  

"Secondo le rivelazioni di DCLeaks questi documenti sono stati hackerati da un gruppo di attivisti americani che vogliono mostrare la realtà del 'processo di presa delle decisioni" e dei 'veri elementi della vita politica americana'". Così un post francese (di Lucien Pons)

Il post segnala alcuni files di particolare interesse per gli europei.  

$100 000 sono stati dati a United for Intercultural action per l'insieme dei paesi dell'UE. Obiettivo "Contrastare i partiti populisti in Europa in vista delle elezioni europee. In collaborazione con European Network against racist et Hope not Hate, United condurrà una campagna di comunicazione focalizzata specialmente su Francia, Grecia, Ungheria, Italia e Paesi Bassi".  

$ 130.000 sono stati attribuiti al giornale EUObserver,  che aveva lo scopo di analizzare la montante "narrazione di odio" e combatterla, reclutando giovani giornalisti sul campo.  

$49.500 sono andati a "Italiani alternativi" [sembra riferirsi non a un gruppo specifco ma a un programma e a vari gruppi] per "dare più importanza e tempo di parola ai senza voce, cioè migranti e giovani". Per questa via attivisti italiani e volontari hanno ricevuto donazioni.  

In tutta l'Europa, "centinaia di Ong 'indipendenti' lavorano con l'OSF , anche istituzioni come l'UE"- aggiunge il post francese. Uno dei progetti della fondazione è chiaro :"Fare accettare agli Europei i migranti e la sparizione delle frontiere".  

Si potrà essere o meno d'accordo, disturba l'interferenza.  

Significativi gli obiettivi del suo Open European Policy Institute, il braccio Europeo  dell'OSF, raccontati ufficialmente sul suo sito:  

*Fornire prove e argomenti per dar forma a dibattiti politici e processi decisionali: 

*Collegare la rete di OSF con le istituzioni UE e gli Stati membri; 

*Impegnarsi in dibattiti sul futuro delle istituzioni UE e delle politiche per promuovere valori della società aperta; 

*Costruire solide relazioni con funzionari, politici, e altri protagonisti per mantenere le libertà civili, i diritti e e la giustizia nell'agenda europea.   

Non sorprende troppo scoprire che l' Open Society European Policy Institute abbia preparato un memo intitolato “Alleati affidabili nel Parlamento Europeo  2014-2109" in cui annota l’importanza di costruire relazioni’ durature e degne di fiducia’ con europarlamentari ‘credibili nel sostenere il lavoro di Open Society’.  

La mappa tracciata offre una intelligence sui membri dell’8° Parlamento Europeo propensi a supportare i valori della Open Society nella legislatura 2014-2019.  Comprende 11 comitati e 26 delegazioni e i più alti corpi decisionali dell’Europarlamento: 226 europarlamentari sono/sarebbero  alleati o vicini all’Open Society. Qui la lista nuda e cruda,  qui il file originale dai Soros DCLeak con il lungo e dettagliato documento.  

SOROS IN UCRAINA. Vi aveva dedicato un post Remocontro, il sito di Ennio Remondino, una mini-inchiesta sulle ong umanitarie e il ruolo di NED e CIA nel paese dove operavano ben 150 Ong. 

“E’ ormai assodato che Soros è stato profondamente implicato nelle proteste di Maidan a Kiev e nel colpo di stato violento che ha cacciato un governo democraticamente eletto in nome dei “valori Europei …”, scrive Zerohedge.  

"Dai recenti DCLeaks - leggiamo in un post linkato - si apprende che la rete di organizzazioni no-profit ha operato anche su membri UE per supportare una narrazione pro-Maidan  e per scoraggiare eventuali legami e sostegno alla Russia" (si fa l’esempio della Grecia e dei soldi ai media greci). E ancora:   

“Oggi - prosegue ZH - nuovi documenti nella nuova tranche di 2500 files [i DCLeaks] mostrano l’immenso potere e controllo avuto da Soros sull’Ucraina anche dopo il sovvertimento del governo…Dai leaks emerge come “Soros e le sue Ong ebbero dettagliati incontri con i vari protagonisti del colpo di stato in Ucraina, dall’ambasciatore Usa Goffrey Pyatt e vari ministri ucraini …. Piani per minare l’influenza della Russia e i suoi legami con l’Ucraina sono al centro di ogni conversazione… L’Ong di Soros International Renaissance Foundation(IRF) gioca un ruolo centrale  nella costruzione della Nuova Ucraina, come Soros definisce il suo progetto”.    

Non stupisce che un anno dopo i fatti di Kiev Putin abbia bandito per legge una serie di Ong straniere - ha scritto il Guardian -  a cominciare dal NED, non proprio una Ong  come abbiamo visto ma finanziato direttamente dal Congresso Usa, a seguire Amnesty , HRW e varie Ong ucraine e polacche legate a Soros.  

Lo stesso sta facendo la Cina, imponendo alle ONG stretti controlli di sicurezza.  

http://www.lastampa.it/2017/05/07/blogs/underblog/le-ong-umanitarie-la-rete-di-george-soros-JCF9NsRjVriK60sEnpA37J/pagina.html

mercoledì 26 luglio 2017

Fondazione – Caduta dell’Impero Galattico Americano. (2^ parte) - Jim Quinn

Risultati immagini per il mulo

Nella Prima Parte di quest’articolo ho esaminato le somiglianze che vi sono tra la Trilogy of the Foundation di Asimov e The FourthTurning di Strauss &Howe, cercando di valutare il modo in cui l’ascesa al potere di Donald Trump si adatti alle teorie proposte da questi autori. Ora comparerò Trump al personaggio che suscita più interesse nel classico di Asimov – Il Mulo.
Il Mulo
“Un cavallo, che aveva il lupo come nemico poderoso e pericoloso, viveva di continuo nella paura per la propria vita. Spinto alla disperazione, gli è venuto in mente di cercare un forte alleato. E allora si è avvicinato a un uomo e gli ha offerto alleanza, facendo notare che il lupo era altrettanto nemico dell’uomo. L’uomo, accettando prontamente la collaborazione, si è offerto di uccidere il lupo nell’immediato, se solo il nuovo partner cooperasse, mettendo la sua più forte velocità a disposizione dell’uomo. Il cavallo era disponibile a permettere all’uomo di mettergli la briglia e la sella.
Montato a cavallo, data la caccia al lupo, l’uomo lo ha ucciso. “Il cavallo, con gioia e conforto, ringraziato l’uomo, ha affermato: “Ora che il nostro nemico comune è morto, togli la briglia e la sella e ridammi la libertà.” E allora l’uomo è scoppiato in una risata fragorosa rispondendo “Mai!”, dando di speroni di buona lena.” – Isaac Asimov, Fondazione
Non avevo pensato alla Trilogia della Fondazione per decenni, finché qualcuno ne ha fatto menzione in un commento sul mio sito web. Si valutava se l’arrivo di Trump sulla scena rappresentasse l’avvento del Mulo, durante il declino dell’Impero Galattico. I numerosi nemici di Trump gradirebbero dipingerlo come anomalo maligno mutante signore della guerra, che si piega a utilizzare i poteri di persuasione per fuorviare la popolazione a fare quanto comanda. Non considero necessariamente Trump come Il Mulo, ma come un fattore di turbolenza che perturba i migliori piani previsti dell’establishment e che dà una mano a rivelare le agende occulte dello Stato Profondo.
La scienza di Seldon della psicostoria si distingueva nel prevedere il comportamento di una vasta quantità di popolazione, ma era inefficace nel tentativo di prevedere ciò che un individuo potrebbe fare. L’emergere del Mulo, un mutante che sa manipolare le emozioni degli esseri umani, potrebbe non essere stato previsto dal Piano Seldon, focalizzato com’è sulle tendenze statistiche di grandi numeri di persone e di popolazioni in tutta la galassia.
Il Mulo era la variabile imprevedibile nelle equazioni della storia e la più grande minaccia nel Piano di Seldon. Scombussola l’inevitabilità del proseguimento dell’evoluzione della Prima Fondazione e la potenziale fine precoce dell’Età buia. Il Mulo, tramite manipolazione telepatica, sconfigge e prende il potere sul crescente impero della Fondazione, sempre più orientato al controllo e non più in contatto con i pianeti esterni, espandendo rapidamente il proprio regno d’influenza.
Ci sono certamente parallelismi tra l’arrivo di Trump sulla scena e la turbolenza della psicostoria del Mulo che sfida il Piano Seldon. Il Mulo è stato descritto come anomalia e oggetto di derisione. Ciò ha dato l’impulso alla sua ambizione di assumere il controllo della galassia. Credo che Trump abbia deciso di voler essere Presidente il 30 aprile 2011, durante la Cena dei Corrispondenti alla Casa Bianca, quando Obama lo ha sfottuto e lo ha deriso in modo insistente, davanti al potere corrotto dell’establishment di New York. La pubblica ridicolizzazione da parte di un Presidente organizzatore di una comunità di vuotezza in giacca e cravatta, che mai ha lavorato un giorno vero e proprio nella vita, ha fatto andare su tutte le furie Trump nel profondo e gli ha fornito propellente per cercare di vincere la presidenza.
Il Mulo entra in scena travestito da clown di nome Magnifico Giganticus. Nel corso degli eventi fa uso delle sue abilità psico-manipolative per far spostare le masse a suo favore e, alla fine, prende il potere sulla galassia. Quando Trump ha comunicato la candidatura, ciò è stato considerato una trovata per le Public Relations, per promuovere la sua carriera vacillante da reality televisivo. Ha un ego gigantissimo. La sua immagine pubblica era quella di un miliardario irascibile che si è fatto da solo, con un ego enorme e fame di celebrità. Era preso a bersaglio in molte barzellette sui capelli e sulla pelle di color arancione.
Per la maggior parte del tempo è stato allo scherzo, dato che ogni personalità pubblica si dimostra tale se si vende come marchio. Ha dato il suo nome a edifici, a capi di abbigliamento prodotti in Cina, a università fraudolente e a qualsiasi cosa che avrebbe prodotto ritorno in denaro. Ha ottenuto più fama per il programma televisivo The Apprentice e la sua battuta “You’refired” (n.d.T. “Sei licenziato”), rispetto all’impero immobiliare miliardario che aveva costruito.
Come Il Mulo, Trump ha fatto uso del disdegno dell’establishment GOP (n.d.T. establishment repubblicano) e della sottovalutazione delle sue abilità persuasive per prendere il controllo del partito, sottraendolo agli ignari elitisti dilettanti di partito. All’inizio della sua candidatura ero tra gli scettici di pensiero libertario che non lo prendevano sul serio. Lo consideravo un intrattenitore, ma non pensavo avesse la serietà di essere Presidente. Mi è piaciuta la sua retorica di non interferire in conflitti all’estero, di proteggere i nostri confini, di mettere in pratica la norma di legge, di abolire la disastrosa legge Obamacare, e il suo inflessibile considerare spazzatura i media mainstream di sinistra e l’establishment di Washington.
Non ero grande fan del suo sproloquio, in merito a questioni incoerenti. Con il passare del tempo ho iniziato a rendermi conto che probabilmente egli era il Grey Champion di questa Quarta Svolta, e la rigenerazione verso la fase successiva sarebbe stata la sua elezione inaspettata all’incarico più alto nella nazione. Era l’unica persona in grado di distruggere la pustola fetida conosciuta come Stato Profondo.
La tormentata infanzia di alienazione del Mulo, in combinazione con la sua abilità mentale di alterare le emozioni umane, lo hanno condotto al desiderio di potere, in modo tale da prendersi la sua rivalsa sulla razza umana, causa per lui di così tanto dolore. L’infanzia di Trump non è stata una passeggiata di salute, ma non si è giunti alla tortura. Suo padre lo aveva mandato alla scuola militare all’età di 13 anni per instillargli la disciplina. Sembra che la sua pulsione verso il primeggiare fosse incitata da un desiderio di mettersi alla prova agli occhi di suo padre e avere più successo del suo vecchio. Al contrario del Mulo, non vi è stato motivo di rivalsa, a meno che non si consideri la rivalsa su Obama per l’offesa che ha sopportato durante quella cena.
Il Mulo aveva le capacità mentali di trasformare gli antagonisti in seguaci, mutando i sentimenti di animosità in solida lealtà. Era anche in grado di stimolare sensazioni di timore e panico dilagante tra i suoi nemici. Usava la sottile influenza del subconscio per coscrivere gli individui e portarli dalla sua parte. Il Mulo usava poteri mentali per scombussolare il Piano di Seldon, invalidando l’affermazione che nessun singolo individuo potesse avere un impatto quantificabile sulle tendenze della storia, come previsto con la sua teoria della psicostoria. Il Mulo è un personaggio che si presenta come il Grey Champion, che assume il potere in un periodo cruciale della storia come fattore destabilizzante dei migliori piani degli elitisti, fin troppo fiduciosi. Il Mulo usa le sue straordinarie capacità cerebrali per conquistare la Fondazione, impreparata e fin troppo fiduciosa.
Trump è stato sottovalutato in ogni passo che ha fatto negli ultimi due anni. Ha gettato sabbia negli ingranaggi dell’establishment politico creato da entrambi i partiti e sotto il controllo degli attori dello Stato Profondo, che erano soliti a persuadere affinché si facesse ciò che volevano. Trump è stato abile nell’utilizzo dei suoi poteri persuasivi per prevalere sulla propaganda dei media di sinistra e motivare una grande fascia di Americani delusi, in modo che si avvicinassero a lui. Il fuoco di fila senza fine della disinformazione e delle fake news, diffuse dai media controllati dallo Stato Profondo, ignora il fatto che egli ha ottenuto il 53% del voto delle donne bianche, assieme a un grande numero di lavoratori del sindacato degli Stati a prevalenza operaia come Michigan, Ohio, Wisconsin, Pennsylvania e Indiana.
Come documentato durante la campagna da Scott Adams, il fenomenale potere di persuasione di Trump ha prevalso su tutti gli ostacoli, gettati sulla strada da parte degli attori dell’establishment corrotto. Non aveva sostegno alcuno da parte degli attori del potere GOP, è stato disprezzato e ridicolizzato dalla macchina corrotta in maniera orripilante dell’establishment Democratico, disdegnato e sfottuto dai corporate media delle fake news, e indebolito dall’apparato di sorveglianza per ordine del rancido reprobo indispettito, che occupava lo studio ovale. Il loro puro e genuino odio per l’uomo ha fatto in modo che essi fossero colti alla sprovvista e frastornati dalla sua tattica, dalla sua strategia, la capacità come quella di Svengali di attirare enormi masse di Americani comuni per un sorvolo della nazione.
Trump ha scombussolato la crescente presa di possesso da parte dello Stato Profondo del nostro sistema politico, economico, finanziario, sociale e culturale, come una figura che appare una volta nella vita, destinata a governare durante un periodo di disordine nazionale, di tumulto globale, di caos civile e, da ultimo, di guerra su grande scala. La campagna di saccheggio e rovina della classe dominante, travestita da capitalismo del mercato libero e da democrazia, è stata messa a rischio da un outsider imprevedibile e incontrollabile, che non agisce secondo il loro Piano.
La reazione violenta inscenata da anarchici fasulli che ricevono fondi da un miliardario, la propaganda della cospirazione russa delle fake news, e la campagna dell’NSA/CIA/FBI per gettare discredito e/o destituire la presidenza Trump, è il genere di reazione che ci attenderebbe da un animale pericoloso minacciato con le spalle al muro. L’establishment non rinuncerà al controllo senza una prolissa sanguinosa lotta per determinarne la fine.
Dato che sappiamo che Asimov ha costruito la trilogia su The Decline and Fall of the Roman Empire, ci sono state molte congetture per determinare chi rappresentasse Il Mulo. Ha parallelismi storici con Attila l’Unno, Tamerlano, Carlo Magno e l’Imperatore romano Augusto. Basato sulla cornice storico-temporale nella quale egli stava scrivendo (1941-1950), penso che sia adeguato affermare che ha modellato alcuni tratti del Mulo, ispirandosi ad Adolf Hitler. La sua infanzia turbata, il trauma durante la Prima Guerra Mondiale, l’abilità ipnotica nel manipolare le emozioni del popolo tedesco, la sfrontatezza nell’attaccare i suoi nemici presunti e il tentativo di conquista del mondo, sono parallelismi con il racconto del Mulo.
Quando cerco di trovare parallelismi tra la nostra situazione attuale e il ruolo che sta interpretando Trump, considero la Trilogia della Fondazione sotto una luce diversa. Isaac Asimov era un intellettuale. Aveva un PhD in biochimica e per tutta la vita è stato membro del Mensa(1). È stato professore universitario per la maggior parte della sua vita. Gli accademici credono alle teorie e al gergo incomprensibile accademico, come si può vedere in decenni di direzione di accademici della Federal Reserve, i quali hanno distrutto la nostra valuta e hanno costretto milioni di persone alla schiavitù economica.
Hari Seldon è un intellettuale che crea la Fondazione, realizzata con altri intellettuali accademici. Poi mette in piedi una Seconda Fondazione di intellettuali ancor più talentuosi come piano di riserva, in caso di fallimento della Fondazione. Le vere autorità al potere su questo pianeta hanno sempre un piano di riserva. Non si sa mai se i leader o le organizzazioni alle quali si dà sostegno sono parte di un piano più grande che non è stato preso in considerazione. Mantenere la popolazione in bilico, confusa, e in cerca di nemici invisibili è solo parte del piano.
Il declino inevitabile dell’Impero Galattico è stato interamente previsione di Seldon, in quanto ogni impero della storia a livello mondiale è, infine, crollato. Se l’Impero romano è stato governato da un despota, da un saggio o da un idiota, ciò ha fatto proseguire il suo declino lungo secoli, dalla gloria alla distruzione. Gli imperi sono creati da uomini fallibili, le cui mancanze, debolezze e desideri non cambiano mai. John Adams ha predetto il futuro di un Impero Americano due secoli prima che diventasse impero. L’Impero Americano sta per suicidarsi e un singolo individuo, non importa quanto audace e risoluto, non sarà in grado di salvarlo dalla sua distruzione inevitabile.
“Non dico che la democrazia è stata in generale più rovinosa, e alla lunga, di quanto possano essere la monarchia o l’aristocrazia. La democrazia non è stata mai e mai sarà così durevole come l’aristocrazia o la monarchia, ma durante il suo corso è in ogni caso più sanguinosa… Ricordate, la democrazia non dura mai a lungo. Si dissipa presto, si esaurisce, si annienta. Non c’è ancora stata una democrazia che non si sia suicidata. È inutile dire che la democrazia è meno vana, meno orgogliosa, meno egoista, meno ambiziosa o meno avida rispetto all’aristocrazia o alla monarchia.
Non è vero in realtà, e non appare da nessuna parte nella storia. Quelle passioni sono le stesse in tutti gli uomini, sotto tutte le forme di semplice governo e, se non controllate, producono gli stessi effetti della frode, della violenza e della crudeltà. Se si dischiudono chiare prospettive di fronte alla vanità, all’orgoglio, all’avidità o all’ambizione per la loro facile gratificazione, è difficile per i filosofi più solleciti e i moralisti più coscienziosi resistere alla tentazione. Gli individui hanno conquistato sé stessi. Le nazioni e grandi gruppi di uomini, mai.” – John Adams, The Letters of John and Abigail Adams
Non considero Trump come il personaggio del Mulo in chiave malvagia in questa tragedia di Shakespeare, mentre avanza verso l’infausto epilogo. Non considero anche Seldon e la sua congrega di intellettuali elitisti come i saggi dell’universo. Considero La Fondazione come l’élite di Washington e Wall Street, parte più visibile dell’establishment – Pelosi, Schumer, Ryan, McConnell, Yellen, Dimon, Blankfein, Immelt, Gates, Buffet(t), ecc. La Seconda Fondazione è stata occultata in bella vista, operante nell’ombra, sconosciuta alle masse e controllore della galassia da dietro le quinte. Erano lo Stato Profondo Galattico.
Il Piano Seldon puzza di Piano Soros dei giorni nostri. Ricchi, altamente istruiti, egoisti, superbi, serpenti maligni che credono di essere gli uomini più intelligenti al mondo che operano dietro le quinte come governo invisibile, manipolando i meccanismi della società e tirando i fili che controllano la mente del pubblico. Soros, assieme ad altri miliardari rispettabili che stanno nell’ombra, non sono fan del populismo.
Credono di essere autorizzati a dirigere il mondo, secondo la loro scelta, senza suggerimento alcuno o resistenza proveniente dalle masse ignoranti. Con il lotto di sciagurati che si sono affermati e hanno eletto Trump, gli attori dello Stato Profondo stanno ora respingendo apertamente e rivelando il loro processo di pensiero perverso. Il miliardario elitista Ray Dalio ha di recente rivelato i suoi timori di populismo e quelli dei suoi compagni miliardari. Non si considera un uomo comune.
Il populismo è un fenomeno politico e sociale che sorge dall’uomo comune, di solito non ben istruito, che è stufo:
 1) dei divari di ricchezza e di opportunità,
 2) delle presunte minacce alla cultura da parte di coloro che hanno valori diversi all’interno      e all’esterno della nazione,
 3) delle “élites dell’establishment” in posizione di potere, 
 4) di un governo che non lavora in modo efficace per loro. 
Questi sentimenti conducono quell’elettorato a porre leader forti al potere. I leader populisti di solito tendono allo scontro piuttosto che porsi come collaborativi, ed esclusivi piuttosto che inclusivi. Di conseguenza i conflitti avvengono di solito tra fazioni opposte (solitamente la sinistra economica e sociale contro la destra), sia all’interno della nazione, sia tra gli Stati. Questi conflitti divengono di solito più impetuosi secondo dinamiche che si avvalorano di per sé stesse.
In altre parole il populismo è la ribellione dell’uomo comune contro le élite, e in certa misura, contro il sistema. La ribellione e il conflitto che si accompagna a ciò accadono secondo vari gradi. A volte il sistema si piega e talvolta si infrange. Se si piega o si infrange in reazione a questa ribellione e conflitto, ciò dipende da quanto flessibile e ben radicato è il sistema. Sembra dipendere da quanta sensatezza e tolleranza del sistema dimostrano di avere i populisti che ottengono il potere. Le classiche politiche economiche populiste includono protezionismo, nazionalismo, incremento nella costruzione di infrastrutture, incremento nella spesa per il comparto militare, maggiori deficit di budget e, abbastanza spesso, controlli di capitale.
Dalio, Soros e i loro compari miliardari considerano il populismo una minaccia alla loro ricchezza, al potere e al controllo del mondo. Ma è molto rumore per nulla. È come intrallazzare per il posto migliore sul Titanic mentre affonda nelle fredde profondità oceaniche dell’Atlantico. L’Impero Americano è nel caos e nessuno, a questo punto, può invertire la rotta. Farò riferimento a questa situazione disastrosa nella Terza Parte di quest’articolo.
Nota del traduttore
  • Il Mensa è un’associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere membri le persone che abbiano raggiunto o superato il 98° percentile del QI (quoziente d’intelligenza).
Bisogna quindi rientrare nel 2% della popolazione mondiale con il più alto Quoziente Intellettivo. Per l’accesso all’associazione vengono usati test psicometrici.

Fondazione – Caduta dell’Impero Galattico Americano. (3^ parte) - Jim Quinn

Nella Prima Parte di questo articolo ho analizzato le somiglianze tra la Foundation Trilogy di Isaac Asimov e The FourthTurning di Strauss &Howe, cercando di valutare come l’affermazione di Donald Trump al potere si inserisce nelle teorie proposte da questi autori. Nella Seconda Parte di questo articolo ho confrontato e contrapposto l’ascesa di Donald Trump al potere, all’affermarsi del Mulo del capolavoro di Asimov. Individui dotati in modo insolito appaiono una volta nella vita per scombussolare i piani dell’ordine sociale esistente. Malgrado la speranza vana che Donald Trump o qualche altro salvatore sarà in grado di invertire la rotta, decenni di passi falsi, decisioni terribili, una leadership inefficace, e tradimento palese hanno aperto la strada alla distruzione per l’impero americano.
Impero americano in sfacelo
“Signor Avvocato, il tronco d’albero marcio, fino al momento in cui lo scoppio della tempesta lo spezza in due, ha tutta l’apparenza che mai avrebbe potuto avere. Lo scoppio della tempesta fischia tra i rami dell’Impero perfino ora. Ascoltate con le orecchie della psicostoria e sentirete lo scricchiolio.”Isaac Asimov, Fondazione
“Ora qualsiasi dogma, basato principalmente su fede ed emotività, è un’arma pericolosa da usare sulle altre persone, dal momento che è quasi impossibile garantire che l’arma non verrà mai rivolta verso chi la usa.” – Isaac Asimov, Fondazione
La classe dirigente elitaria si riunisce a Davos e nelle riunioni segrete del Bilderberg per tracciare il corso del mondo, spartendosi la grande ricchezza saccheggiata mediante schemi di globalizzazione, e sviluppando la nuova narrativa di propaganda per tenere le masse globali confuse, distratte e impotenti nel respingere l’attacco. Nonostante la loro ricchezza e potere, un livello epico di superbia sarà sempre la loro rovina.
Le persone normali hanno cominciato a reagire, ma, come il tronco dell’albero marcio dell’Impero Galattico, il “potente” Impero americano, forgiato dalle macerie di due guerre mondiali, attende lo scoppio della tempesta che rivelerà il suo vero livello di marciume. L’Impero Americano si sta sgretolando sotto il peso di fallimenti militari; dell’onere di debiti impagabili; della svalutazione della moneta; del decadimento culturale; della degenerazione civica; della diversità e della devianza che ha la meglio sulla cultura e sulla normalità comune; della corruzione dilagante a tutti i livelli del governo; e del fallimento dei leader miopi nell’affrontare i problemi reali.
È possibile sentire lo scricchiolio, mentre i venti di quest’inverno di questa Quarta Svolta ululano tra i rami di questo impero morente. Trump potrebbe aver costretto lo Stato Profondo della Seconda Fondazione a rivelarsi, mentre cercano di distruggerlo, ma il declino inesorabile dell’Impero Americano non accenna a diminuire. Armeggiando con i vantaggi di un sistema sanitario progettato per beneficiare mega-società, lo Stato Profondo non farà nulla per invertire o addirittura ritardare il declino.
Rallentare la crescita delle spese dell’amministrazione, quando il debito pubblico è già di 20 trilioni di dollari ed è diretto a 30 trilioni di dollari entro il prossimo decennio, non è la cura del marcio nel nostro tronco d’albero. Ignorare completamente i 200 trilioni di dollari non finanziati di passività dello stato sociale aiuta ad accelerare l’inevitabile collasso di questo impero. Il taglio delle tasse mentre vi è l’espansione della macchina bellica, nota come complesso militare industriale, non fa nulla per invertire ciò che è già in moto.
Oltre alle ragioni assolutamente quantificabili per cui l’Impero Americano crollerà, ci sono le tendenze demografiche, culturali, e sociali che contribuiranno notevolmente alla caduta. La popolazione in rapido invecchiamento, con 10.000 americani al giorno che giungono al compimento dei 65 anni, è la forza trainante verso il fallimento nazionale, mentre questo tsunami demografico inesorabile si diffonde sul tessuto sfilacciato delle promesse dello stato sociale.
L’assalto di immigrati clandestini e l’esecuzione mirata di un piano da parte della decadente élite liberal di indebolire la nostra cultura comune americana, tramite l’inserimento di rifugiati musulmani nelle nostre comunità, sta minando i valori condivisi che hanno costruito il Paese. Gli immigrati che hanno costruito questo Paese si sono assimilati, hanno imparato la lingua, hanno lavorato duro, e hanno adottato la nostra cultura comune. Le orde di invasori in America in questo momento odiano i nostri valori e rifiutano l’assimilazione. Lo sforzo finanziato da Soros per creare caos di diversità in tutto il mondo fa parte di un piano di ordine mondiale della globalizzazione.
Mentre l’Europa si disintegra sotto l’onda inarrestabile di profughi violenti che creano scompiglio, caos, e che diffondono fanatismo religioso mediante brutalità, il prossimo obiettivo è il potente Impero Americano. Si è iniziato a combattere per le strade tra i sostenitori di Trump che rispettano la legge come di consueto e quelli finanziati da Soros, avvolti in nero, che bruciano la bandiera, guerrieri criminali per la giustizia sociale. Il conflitto sociale diffuso è proprio dietro l’angolo.
Quando la prossima crisi finanziaria, creata dallo Stato Profondo per far avanzare i loro piani, distruggerà la restante ricchezza della classe media che a malapena sopravvivrà, l’inferno si scatenerà nelle strade. L’86% del Paese, occupato dagli Stati in rosso, è in possesso di armi da fuoco, sostenitori di Trump che andranno apertamente in guerra contro la violenza condiscendente della sinistra, provocando i liberali degli Stati in blu. Il sangue verrà versato in quantità abbondanti. È sempre così durante ogni Quarta Svolta.
Il regno di Trump assomiglierà al regno del Mulo? La conquista del Mulo è stata sorprendentemente veloce. Ha sconfitto la Fondazione e ha stabilito l’Unione dei Mondi, dopo soli cinque anni. L’imprevedibilità del suo arrivo e dei suoi eccezionali talenti mentali hanno disorientato la Fondazione. Poi si è preso inspiegabilmente una pausa nella sua campagna di conquiste. Ha lanciato invece spedizioni ripetute alla ricerca della Seconda Fondazione. La misteriosa Seconda Fondazione inibisce Il Mulo da ulteriori conquiste, in quanto si è logorato nella ricerca della localizzazione ed è paralizzato dalla paura che possano sconfiggere i suoi poteri mentali.
La Seconda Fondazione esce brevemente allo scoperto per affrontare la minaccia del Mulo. Si rivela essere un assembramento degli umani più intelligenti della galassia, discendenti degli psicostorici di Seldon. La Seconda Fondazione, usando la forza delle sue menti più forti, in ultima analisi, logora il Mulo. Riescono a sconfiggere Il Mulo, trasformandolo in un individuo relativamente innocuo, privo di ambizioni, e non più una minaccia per il Piano Seldon. Il suo presentarsi come elemento destabilizzante è trasformato in un atteggiamento benevolo. Ritorna a governare il suo regno in pace per il resto della sua vita, senza alcun ulteriore pensiero di conquistare la Seconda Fondazione.
Trump ha avuto un’ascesa al potere sorprendentemente veloce. È passato dall’essere una frivola star dei reality televisivi, a essere il leader più potente della terra nel giro di due anni. Con le sue imprese e la retorica da clown è salito al potere per mezzo di ogni suo passo, sottovalutato durante il cammino, facendo infuriare i suoi molti nemici che hanno calcolato male il suo livello di astuzia politica e di abilità di persuasione. A meno che non venga rovesciato da parte dello Stato Profondo o ucciso, egli sarà in grado di mettere la sua impronta sulla nazione per almeno quattro anni e forse otto.
I suoi primi due mesi di potere probabilmente rifletteranno tutta la sua presidenza. L’ establishment di Washington e gli attori sinistri dello Stato Profondo cercheranno di contrastare ogni mossa di Trump. Hanno già ostacolato i suoi controlli dell’immigrazione e il tentativo di abrogare e sostituire l’Obamacare, usando le loro tecniche illegali di stato di sorveglianza per minare la sua amministrazione.
La Seconda Fondazione, attraverso la pressione intransigente e generando paura dell’ignoto nella mente del Mulo, è stata in grado di minare i suoi piani di conquista, trasformandolo in un leader di facciata non perturbatore, non incisivo, non minaccioso, passivo. Man mano che vengono ostruiti i migliori progetti di Trump, l’agenda viene mandata all’aria, e la legislazione ostacolata, scemerà il suo entusiasmo per l’amministrazione?
Le agenzie di sorveglianza che dovrebbero agire per suo conto stanno chiaramente cercando di sovvertire la sua presidenza. Continueranno la fuoriuscita di notizie e le fake news che sono progettate per sabotare la credibilità di Trump e della sua amministrazione. Sarà il timore di ritorsioni da parte di misteriosi agenti statali di sorveglianza a convincere Trump ad allinearsi e diventare un lacchè sottomesso, che non alza più la polvere dello Stato Profondo?
Non mi faccio illusioni che Trump sia una sorta di salvatore che ribalterà decenni di corruzione politica, di svalutazione della moneta, di aggiotaggio finanziario, di passi falsi militari globali, di decadimento culturale, di dilagante acquisizione di diritto di atteggiamento mentale, e agenti di spionaggio fuori controllo. Nella migliore delle ipotesi rallenterà alcuni aspetti del declino in un breve lasso di tempo. Più probabilmente provocherà i suoi nemici a tal punto che il declino sarà accelerato a causa della guerra civile e/o globale che scoppierà. Il crollo finanziario incombente spingerà ulteriormente il Paese verso il baratro. Non è una questione di se, ma quando. E il momento è più vicino di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare.
I semi di distruzione dell’Impero Americano sono stati piantati, nel mentre Ben Franklin ha riformato la Constitutional Convention duecentotrenta anni fa, in reazione a una domanda da parte della signora Powell [concernente il fatto] che era stata concessa una repubblica al popolo, se era in grado di conservarla. I semi si sono radicati lentamente, ma il passaggio dalla repubblica alla democrazia ha assicurato il declino a lungo termine, in quanto le persone hanno votato per più benefici, pagati da loro concittadini e finanziati dal debito.
Con la creazione segreta della Federal Reserve di proprietà privata nel 1913, è stato avviato lo svilimento della nostra moneta. La vera nascita dell’Impero Americano si è verificata con la resa della Germania e del Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale. In quanto unica grande potenza non nel caos dal punto di vista fisico ed economico, l’America ha dominato il mondo fino a che si manifestasse la sua arroganza alla fine degli anni ’60, con la nascita dello stato sociale / stato di guerra finanziato dal debito. La chiusura della finestra d’oro nel 1971 ha serrato il nostro destino.
Abbiamo attraversato il nostro Rubicone con la conservazione e l’espansione dell’impero che ha portato la nazione alla bancarotta. Rifiutiamo di ammetterlo. È già un affare fatto. Il default è già incorporato. È successo ai Greci, ai Romani, agli Spagnoli, agli Olandesi, agli Inglesi, e a molte altre civiltà nel corso della storia. Il percorso di distruzione è sempre lo stesso perché le azioni degli esseri umani in grande quantità sono completamente prevedibili. L’Impero Americano ha sfruttato tutto il personale produttivo, lasciando più nulla da investire nel futuro. L’investimento da parte della corporate America è oggi l’essenza dei CEO avidi di riacquistare i loro titoli per aumentare i guadagni per azione, e il prezzo delle azioni al fine di guadagnare bonus multimilionari.
La truffa della globalizzazione era l’ultimo sussulto di morte per sfruttare le risorse in diminuzione del pianeta e le persone. Non c’è più niente per il finanziamento del panem et circenses, mantenendo le masse ignoranti distratte, divertite, e nutrite. Le macchinazioni monetarie della Federal Reserve hanno raggiunto il loro limite. La crisi economica è inevitabile prima che questa Quarta Svolta faccia il suo corso.
Il tracollo economico probabilmente porterà alla disgregazione definitiva dell’Impero Americano. I migliori piani stabiliti da intellettuali miliardari dello Stato Profondo saranno inutili. La legge dei grandi numeri vincerà di nuovo. Tutti gli imperi alla fine muoiono, e la vita andrà avanti, a meno che gli psicopatici che controllano questo Paese faranno saltare il pianeta, piuttosto che abbandonare la loro ricchezza e potere. La storia è già scritta o siamo noi che, come individui, abbiamo voce in capitolo?
“Avete sempre immancabilmente dipeso ovunque dall’autorità o dal passato – mai da voi stessi.” – Isaac Asimov, Fondazione
“Ma la costruzione di un impero porta anche i semi della propria distruzione. Quanto più uno Stato perviene all’obiettivo finale di dominare il mondo e al governo mondiale, meno motivi ci sono per mantenere il suo liberalismo interno e fare invece ciò che tutti gli Stati sono inclini a fare in ogni caso, vale a dire, reprimere e aumentare il loro sfruttamento di qualunque persona produttiva sia ancora rimasta.
Di conseguenza, senza la disponibilità di affluenti aggiuntivi e produttività nazionale stagnante o in calo, le politiche interne dell’Impero di panem et circenses non si possono più mantenere. La crisi economica colpisce e un imminente tracollo economico stimolerà tendenze di decentramento, movimenti separatisti e secessionisti, e condurrà alla disgregazione dell’Impero. Abbiamo visto accadere ciò con la Gran Bretagna, e lo stiamo vedendo ora, con gli Stati Uniti e il suo Impero, a quanto pare, agli sgoccioli.”– Hans-Hermann Hoppe
Traduzione per www.comedonchisciotte a cura di NICKAL88
23.07.2017