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lunedì 11 maggio 2020

Aiutiamoli a casa loro? - Massimo Erbetti

Immigrazione, quali soluzioni dai partiti per il problema più ...

Aiutiamoli a casa loro è una verità, un pensiero, o solo una scusa per lasciarli al loro destino?
Dopo gli ultimi fatti accaduti, dopo la liberazione di Silvia Romano, mi frulla in testa questa domanda a cui purtroppo non riesco a dare risposta.
Secondo alcuni, se "Silvia avesse fatto volontariato in Italia, ora non si troverebbe in questa situazione" ...si vero giusto, anzi giustissimo, dico io... "ma facendo volontariato in Italia non avrebbe potuto "aiutarli a casa loro"...".a questa mia affermazione, la risposta è:" c'è tanta gente in difficoltà qui, perché andare ad aiutare altri? ". Per cui, non è vero che volete aiutarli a casa loro, non li volete proprio aiutare. Altri dicono che" si è pure convertita all'Islam", e allora? Che significa? Perché adesso è di una religione diversa dovevamo lasciarla lì? Vanno salvati solo i cattolici? I mussulmani, i buddisti ecc., tutti lasciati al loro destino? Eppure la nostra Costituzione è chiara in merito:


Art. 3.
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"


Un'altra domanda mi frulla poi in testa: come mai per i Maró, non ci furono tutte queste polemiche? Loro (i Maró) erano su una nave di un armatore privato a difendere gli interessi di un privato, non se ne potevano stare a casa loro? Forse molti hanno dimenticato che i Maró erano li in base al decreto legge del 12 luglio 2011 che aprì la strada all'imbarco dei militari sulle navi civili battenti bandiera italiana e alla convenzione dell'11 ottobre dello stesso anno tra il ministero della Difesa e la Confederazione italiana armatori.
Insomma "aiutiamoli a casa loro" quando ci sono interessi economici va bene, quando invece lo si fa per contrastare fame, malattie, e disperazione no?
Uno Stato degno di tale nome, non si pone il problema del perché un italiano si trovi all'estero e neanche a fare cosa, uno Stato, un vero Stato, fa di tutto per riportare a casa i propri "figli" e che essi si chiamino Silvia Romano, Massimiliano Latorre o Salvatore Girone, poco importa. Ma voi di questo ve ne fregate, per voi ci sono figli e figliastri, alcuni vanno salvati e altri lasciati al loro destino.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10217373775441996&set=a.2888902147289&type=3&theater

Prescindendo dal fatto che, per aiutarli a casa loro, dovremmo liberarli dall'oppressione degli stati che rubano le risorse delle loro terre riducendoli alla fame.

domenica 23 giugno 2019

Braccianti, arrestato Infante (Pd) 19 marzo 2019 „Braccianti ridotti in schiavitù: arrestato Pasquale Infante di Eboli“.

Risultati immagini per pasquale infante

Braccianti, arrestato Infante (Pd) 19 marzo 2019
Il capogruppo del Pd al Comune, di professione commercialista, è stato condotto agli arresti domiciliari. Nei guai anche la sorella che lavora con lui come consulente.


Nell’inchiesta contro il caporalato, che vede indagate 40 persone (35 destinatari di misure cautelari di cui 27 arresti domiciliari e otto obblighi di dimora e contestuale presentazione alla polizia giudiziaria), condotta dalla Procura Antimafia di Salerno con il supporto dei carabinieri del comando provinciale, spunta anche il nome di un politico salernitano.

L'identikit.

Si tratta di Pasquale Infante, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Eboli. Quest’ultimo – insieme al marocchino Hassan Amezghal – è considerato dagli inquirenti al vertice dell’organizzazione “specializzata” nel traffico umano di braccianti agricoli dall’Africa alla Piana del Sele. A Infante, di professione commercialista, vengono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione  clandestina oltre all’elusione delle norme in materia di braccianti agricoli e caporalato. Secondo gli inquirenti sarebbe stato affidato a lui il compito di mettere in ordine le carte riguardanti lo sfruttamento dei migranti. Nel mirino sarebbe finita anche la sorella, Maria Infante, che lavora nello stesso studio di consulenza. Il gip non ha accolto la richiesta del pm di restrizione in carcere modificandola in arresti domiciliari ritenendo che non ci fosse il pericolo di inquinamento probatorio. Ovviamente, Infante si difenderà dalle accuse attraverso il suo legale di fiducia.


http://www.salernotoday.it/cronaca/inchiesta-braccianti-arresto-pasquale-infante-eboli-19-marzo-2019.html

martedì 14 maggio 2019

Blitz dei Ros: certificati falsi agli stranieri per farli votare PD.



Blitz dei carabinieri del Ros, nella provincia di Salerno: eseguita un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, nei confronti di 9 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e riduzione in schiavitù, nonchè ricettazione, corruzione, estorsione ed altro.
Nel mirino della Procura che aveva avviato le indagini dal 2013, un’organizzazione transnazionale multietnica dedita alla tratta di cittadine romene da sfruttare in aziende agricole della piana del Sele. Sono stati documentati anche i rapporti del sodalizio con un funzionario del comune di Eboli che facilitava il rilascio dei documenti per la regolarizzazione delle vittime. Si tratta di G. M., ex dipendente comunale in pensione. Nei guai anche E. V., titolare del camping Miceli di Eboli. L’indagine, a quanto si è appreso, è partita  dalla Romania e sarebbe stata realizzata con l’aiuto dell’Interpol. L’ex dipendente comunale, come riporta Il Corrierecon il romeno L. B.  avrebbe portato voti alle primarie Pd regionali e nazionali in cambio di certificati di residenza falsi per far lavorare le donne romene nei campi. In altre parole, tali certificati di residenza per stranieri sarebbero stati finalizzati a farli votare alle primarie del Pd.

Le indagini:

L’attività partita dalle denunce di alcune operaie riuscite a tornare in Patria, ha consentito di ricostruire tutte le fasi della tratta. E’ emerso come, prospettando alle vittime la possibilità di un impiego in Italia, le malcapitate si trasferissero nel nostro Paese, ma una volta giunte nella nostra provincia, venivano consegnate a L.B. e L.M.R., coppia che le faceva alloggiare presso il camping Miceli gestito dall’italiano E.V, La struttura era in stato di abbandono e usata per accogliere le straniere in stanze fatiscenti: qui le vittime si rendevano conto della truffa. Non venivano impiegate come promesso nelle aziende conserviere, bensì avviate al lavoro nei campi. All’organizzazione era affiliata anche la romena E.D., giunta inizialmente come lavorante e poi divenuta amante dell’italiano E.V.: attraverso il passaparola e i social network, nonchè affissioni pubblicitarie si era resa utile per il reclutamento delle lavoratrici. Le vittime, una volta nelle mani degli sfruttatori, subivano violenze e minacce: venivano loro sottratti i documenti di identità, per non farle fuggire. Inoltre erano costrette a versare canoni per l’alloggio ed il trasporto sul luogo di lavoro e venivano loro estorte somme di denaro per ottenere i documenti italiani. Ancora, sui compensi destinati alle lavoratrici da parte degli indagati veniva anche trattenuta una quota. Nel corso delle indagini, nel 2014, il camping Miceli è stato tra l’altro sottoposto a sequestro: E.V. fu anche tratto in arresto per furto di energia elettrica. Intanto l’ex capo dell’area del settore demografico del Comune di Eboli, in cambio di favori, facilitava i tempi burocratici di rilascio dei documenti d’identità, dei codici fiscali e delle tessere sanitarie delle lavoratrici. E’ emerso che lo stesso ex dipendente considerasse i lavoratori in questione quale serbatoio elettorale per una sua eventuale futura candidatura. Infine, a margine dell’operazione, è stata accertata la responsabilità di alcuni lavoratori circa la ricettazione di carburante di illecita provenienza, sempre con la collaborazione di E.V. che, insieme ai nord africani, nascondeva il prodotto nei capannoni del camping e lo rivendeva sul posto agli acquirenti.

Il commento:

Non possiamo che essere soddisfatti dell’indagine portata a termine che, secondo noi, andrebbe estesa a tutto il comparto agricolo, in quanto questa attività criminale non interessa soltanto i lavoratori di nazionalità rumena, ma anche le altre impiegate nel settore primario (marocchina, ucraina, indiana). Assicurare alla giustizia i caporali e ripristinare la legalità nel comparto agricolo deve essere l’obiettivo di tutta la comunità per liberare i lavoratori migranti dalla schiavitù e garantire i loro diritti di cittadinanza”. Lo ha scritto in una nota Anselmo Botte, segretario della Cgil Salerno che ha sottolineato anche come dietro gli ingressi di braccianti c’è l’attività criminosa dei caporali etnici che ormai non si limitano più esclusivamente alla intermediazione di manodopera e allo sfruttamento lavorativo, ma gestiscono in prima persona gli ingressi di nuovi migranti dietro lauti compensi (6/7mila euro) e la riduzione in schiavitù attraverso il sequestro.

sabato 23 marzo 2019

Mare Jonio, Luca Casarini indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. - Antonio Massari

Mare Jonio, Luca Casarini indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Dopo otto ore d'interrogatorio come persona informata sui fatti il nome del capo missione della Ong Mediterranea è stato iscritto nel registro degli indagati. Ha condiviso operativamente le decisioni prese dal comandante della nave Mare Jonio, Pietro Marrone, quindi è anch'egli sotto indagine per le medesime accuse.

È entrato come persona informata sui fatti ed è uscito da indagato. Dopo un interrogatorio di quasi otto ore Luca Casarini esce dalla caserma della Guardia di finanza di Lampedusa con l’accusa di concorso favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In qualità di capo missione della Ong Mediterranea Casarini ha condiviso operativamente le decisioni prese dal comandante della nave Mare JonioPietro Marrone, quindi è anch’egli sotto indagine per le medesime accuse. È accusato in concorso di aver violato anche l’articolo 1099 del codice della navigazione, ovvero di aver disobbedito all'alt impartito dal pattugliatore della gdf prima di entrare nelle acque territoriali italiane. La prossima settimana, nella nuova veste di indagato, quindi con la presenza del suo avvocato, Casarini sarà nuovamente interrogato ad Agrigento dai titolari del fascicolo Salvatore Vella e Cecilia Baravelli.
I magistrati della procura di Agrigento, che è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, sono da giorni ormai sull’isola per coordinare personalmente le indagini sul caso della nave della Ong Mediterranea, avvicinatasi alla costa di Lampedusa nonostante un iniziale divieto della Guardia di finanza. La nave aveva salvato 49 migranti naufragati sulle acque di fronte alla Libia.
La notizia dell’indagine su Casarini era attesa da quando nel registro degli indagati era finito il comandante della nave. “Sono tranquillo, ho fatto il mio dovere. Avrei dovuto lasciarli morire? Rifarei tutto per salvare le persone”, il commento di Marrone. Due giorni fa i pm hanno convalidato il sequestro probatorio della nave disposto ieri dalla Guardia di Finanza. “Ovviamente nei prossimi giorni faremo ricorso. Noi non godiamo di nessuna immunità, ma siamo certi di avere operato nel rispetto del diritto e felici di avere portato in salvo 50 persone”,  ha annunciato la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba.

mercoledì 9 gennaio 2019

Campioni del made in Africa. - Alessandro Guardamagna



Da ormai una settimana la stampa ha identificato nel sindaco di Palermo Leoluca Orlando l’indiscusso leader della protesta contro il decreto sicurezza e la chiusura dei porti alle navi ONG, mentre spetta al primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris il primato dello slancio nella difesa ad oltranza del diritto allo sbarco, illegale in questo caso. Infatti quest’ultimo è in prima fila, anzi in prima barca, nell’emergenza, e ha fatto sapere che dal porto di Napoli quattrocento imbarcazioni sono pronte a salpare per prestare soccorso alle navi Sea Watch e Sea Eye con 49 migranti a bordo al largo di Malta, e che nella prima di queste barche ci sarà lui stesso “con addosso la fascia tricolore”. Insomma una Dunkirk al contrario tutta partenopea per far sbarcare 49 persone da una nave tedesca ed una olandese stazionanti in acque di Malta, che riaprirebbe i porti solo se l’Europa fosse disposta a prendersi altri 249 migranti.
Entrambi uomini del sud, da sempre dichiaratisi vicini ai temi della solidarietà e del lavoro, né Orlando né De Magistris hanno mai fatto registrare alzate di testa o ribellioni contro le manovre dei governi che a colpi di macelli sociali hanno distrutto la classe media Italiana negli ultimi 20 anni, e nessuno di loro ha fiatato per il 1.900.000 cittadini Italiani costretti ad emigrare dal sud da 16 anni a questa parte perché impossibilitati a trovare lavoro.
Anzi, entrambi dimostrano di avere idee chiare quando si tratta di solidarietà verso gli Italiani. Orlando, piddino e un passato nell’Italia dei Valori di Di Pietro – ex-ministro delle infrastrutture che nel 2007 siglò il contratto con Autostrade per l’Italia di Benetton a cui venne apposto il segreto di stato – sostiene che il Reddito di Cittadinanza così non serve. De Magistris, anche lui uomo dell’Italia dei Valori, ha sicuramente il valore del “coraggio”: va a parlare con Renzi e Confindustria contro il RdC, definendolo una misura assistenzialistica voluta dal M5S che non produce lavoro. Servirebbe solo a creare dei serbatoi di nullatenenti ossequiosi, che ringrazieranno quando andranno a votare memori di chi gli “ha dato l’elemosina e… il guinzaglio”. Mah… chissà cosa penserebbero delle sue parole i leader degli stati europei dove il Reddito di Cittadinanza esiste da decenni ed è svincolato dalle logiche che lui attribuisce al M5S. De Magistris comunque ha avuto un gran coraggio nel fare figure agli occhi degli Italiani onesti, e anche poveri, che lui equipara a cani ubbidienti.
Viene da chiedersi come mai entrambi scoprano improvvisamente la solidarietà solo quando devono far arrivare in Italia barconi di clandestini – poveri loro, sicuramente – proprio mentre la catena di montaggio che sfrutta ogni aspetto della vita del migrante è in recessione, visto che le entrate di clandestini in Europa, riferisce Frontex, si sono ridotte del 92% rispetto alla crisi migratoria del 2015, e del 25% rispetto al 2017. E tutto questo grazie alla politica inaugurata dal governo Gialloverde. Il numero di migranti che hanno attraversato il Mediterraneo centrale nel 2018 per raggiungere le nostre coste è sceso dell’80% rispetto al 2017. Certo, non è sufficiente a risolvere il problema dell’immigrazione clandestina, ma è pur sempre un inizio e un cambiamento netto quando messo a confronto con il refrain della logica del “non si può e intanto guadagniamoci sopra” del governo Renzi. La ragione vorrebbe che i primi cittadini di Palermo e Napoli, così desiderosi di garantire un futuro migliore a poveri africani, esprimessero sentimenti analoghi anche per gli Italiani meno fortunati, che ammontano a 5 milioni in totale povertà, di cui 1 milione  e mezzo di bambini, e tre milioni di precari. Loro non rischiano di morire in mare, ma si spengono a poco a poco nelle nostre città, da anni. Non se la mette De Magistris la fascia tricolore per incontrarli?
Probabilmente chiedere un pensiero coerente od innovatore a Orlando, che alberga nei corridoi e palazzi del potere tra Verdi, Rete, DC, Dem, Margherita, IdV, PD, Sicilia, Lazio ed università da 40 anni è chiedere troppo. In fin dei conti qualcosa vorrà pur dire se uno piuttosto che tagliarsi l’indennità che incassa in qualità di sindaco di Palermo, pari a 121.000 Euro, si taglia il cognome, come se eliminarne un pezzo servisse a farne una persona diversa.
Rifiuti in strada nel quartiere Albergheria di Palermo
Certo stupisce che, se il problema è la mancanza di solidarietà ed umanità, i due primi cittadini di Napoli e Palermo non si preoccupino anche per gli Italiani indigenti. Vuoi vedere che questi interessano meno perché non rientrano nella catena di montaggio del business dell’accoglienza?! Diversamente, se per principio non vogliono il RdC, allora perché non chiedono l’abolizione anche delle pensioni e del sussidio di disoccupazione, tanto anche quelle possono essere assimilate a forme di assistenzialismo per far stare in poltrona gente che non lavora, o no? Se invece il problema non è la solidarietà, allora per cosa protestano? L’impressione è che il problema sia rappresentato da personaggi che stanno in politica da 40 e passa anni come Orlando – De Magistris invece ne ha fatti solo 8, anche se viene da una famiglia di magistrati da 4 generazioni – che, ammesso che avessero qualcosa da dire, hanno finito di dirla da un pezzo, e pur di rimanere attaccati alla scranna su cui famiglia, parenti e amici hanno saputo instradarli, farebbero qualsiasi cosa per ingraziarsi il sistema che li ha mantenuti su quella scranna maledetta, pagata da Italiani presi per il kulo dalle bizze e elucubrazioni filosofico-politiche su principi che costoro sfoggiano e contraddicono a piacimento a seconda delle circostanze. In comune sembrano avere solo questo, oltre al fatto di amministrare maluccio due fra le città portuali più grandi d’Italia.
Da ultimo c’è il sindaco di Parma, che ha espresso vicinanza alla presa di posizione di Orlando, forse perché da Via del Nazareno qualcuno ha acceso il telecomando col tasto “parla”. Anche lui, critico verso il RdC, avrebbe detto di Di Maio: “Se sali su un balcone per dire che hai abolito la povertà e poi non riesci a fare il reddito come avevi annunciato sei mesi prima, per me ti devi dimettere”. Che lui sia salito su un palco e sia stato eletto promettendo di chiudere un inceneritore che invece ha sempre funzionato a pieno regime sembra non riguardarlo, e dall’alto dei suoi successi ha perfino proposto una ricetta per risolvere i problemi di Roma. Evidentemente, quando sei capace, e hai una città dove da quando sei sindaco insieme allo spaccio sono aumentati i crimini, le buche, i clandestini e il degrado, devi pur farlo sapere a tutti!
Parma a differenza di Napoli e Palermo un porto non ce l’ha, però dopo il ponte Nord su un torrentello asciutto per 6 mesi l’anno, l’aeroporto che serve ben due destinazioni e a rischio chiusura per mancanza di fondi in attesa di diventare pista per cargo internazionali e un mega mall sprovvisto di autorizzazioni, si potrebbe pensare di farlo un porto, magari utilizzando il già menzionato ponte come banchina. Alternativamente, chiedendo il permesso a Reggio Emilia, si potrebbe ricostruire quello che anticamente si trovava a Brescello ai tempi dell’Impero Romano. Potrebbe essere un’idea per rilanciare l’economia locale e far valere il principio di solidarietà, magari con un appello in nome della quale si troverebbero numerosi imprenditori filantropi pronti a rispondere…
Dopotutto se il Made in Italy di qualche decennio fa rende meno del Made in Africa, bisogna pur adeguarsi alle esigenze del mercato della solidarietà, come valenti capitani d’industria ed esperti di cooperazione sarebbero pronti a dimostrare, sempre per il bene dell’umanità dolente, ovviamente. In fin dei conti l’amministrazione ha già parlato di ripresa dell’economia locale con il progetto cargo per l’aeroporto e il mall, quindi perché non provare anche col porto, così ci si mette in linea con Napoli e Palermo anche dal punto di vista delle infrastrutture, oltre che del degrado e delle litanie “politiche”.

giovedì 5 luglio 2018

Non usate i bambini per far accettare l’immigrazione. - Israel Shamir



Quando sullo schermo vedo un bambino che piange, so che qualcuno sta cercando di approfittarsi di me. Lo stesso vale per qualsiasi richiamo ai miei istinti umani di base, che si tratti di una donna nuda o di un bambino morto. Un trucco così banale, invece di convincermi, mi provoca un rifiuto immediato. So che quel corpo voluttuoso non potrà mai essere mio anche se comprassi tutta la Coca Cola del negozio. La vista di bambini morti non mi convincerà a fare qualcosa contro il buon senso, perché so che è una manipolazione. In politica, voglio una discussione socratica, non una persuasione emotiva. Se non riesci a convincermi con le parole, non provare a farlo con le immagini. Spesso tuttavia ci provano e ci riescono.
Le parole possono essere piuttosto istigatorie, ma le immagini ancor di più. Per mandare a morire il fiore della gioventù inglese nelle trincee di Verdun, vennero usate le immagini di bruti tedeschi che bruciavano neonati belgi sulle proprie baionette; le foto di commissari ebrei che violentavano una bionda ariana spinsero i ragazzi tedeschi alla morte prematura sulle rive del fiume Volga. Non si possono mettere in discussione le immagini con le parole, dicendo che esiste un modo semplice per evitare la calamità: non iniziare la guerra, e il bruto tedesco dovrà soddisfare i suoi vaneggiamenti arrostendo una bratwurst; il commissario ebreo si limiterà ad abbonarsi a Playboy per vedere un corpo ariano.
Questo è il caso di #Trumpbabysnatcher. È straziante vedere foto di bambini piccoli dietro le sbarre. Esiste però un modo molto più semplice per evitare la separazione e l’incarcerazione: non attraversare il Rio Grande senza un visto.
Gli spacciatori di immagini sono disonesti, non gliene frega niente dei bambini: Madeleine Albright disse che valeva la pena uccidere mezzo milione di bambini iracheni. La Clinton ha scatenato l’inferno sui suoli libico e siriano, uccidendone ed espropriandone centinaia di migliaia. Tutti i presidenti degli Stati Uniti hanno abbracciato e baciato i governanti israeliani, che abitualmente detengono, torturano ed uccidono bambini palestinesi. I nostri amici nei media alternativi (Counterpunch ecc.) che si sono uniti a questi signori nell’agitare le foto dei bambini sono di mente debole o disonesti o pensano che tutto sia lecito pur di raggiungere il proprio obiettivo, cioè sbarazzarsi di Trump.
L’ottima Diana Johnstone ha scritto di recente che il problema dell’immigrazione divide la sinistra tedesca. Il problema spacca però l’intero mondo occidentale. Da un lato, chi crede in un mondo senza frontiere, nella libera circolazione delle persone. Sembra fantastico, finché poi non ti rendi conto che questo è un modo per distruggere la classe lavoratrice nativa, abolire lo stato sociale, rovinare le strutture sociali ed allo stesso tempo minare i paesi da cui la gente emigra; in pratica, distruggere il mondo come lo conosciamo. Dall’altro lato, chi vuole preservare il mondo in cui vive cerca di tenere alte le mura.
Contro la manipolazione, abbiamo bisogno di onestà e sincerità. Se pensi che l’immigrazione di massa ci riporterà ad un nuovo Medioevo, dillo. Se pensi che sarebbe meglio rimuovere i confini e scatenare nuove invasioni barbariche, dillo. Per favore, però, non mostrarci foto di bambini.
A livello personale, chi è a favore di frontiere aperte è sicuro che il proprio lavoro non verrà minacciato da alcun migrante; per loro, un nuovo arrivo messicano significa un nuovo ristorante o un nuovo contadino o costruttore o addetto alle pulizie, più economico di quello che avevano prima, non un concorrente per lavoro ed alloggio. Chi è più conservatore sa di essere vulnerabile, che i nuovi arrivi potrebbero togliergli il lavoro. In altre parole, i primi appartengono alle classi alte o sono i loro lacché, i secondi alle classi lavoratrici, spalleggiati da chi prova solidarietà nei loro confronti.
“Perché non dici che i primi provano compassione verso i rifugiati e gli immigrati?”, potreste chiedere. Perché fanno ciò che è nell’interesse delle classi superiori. Non provano empatia per la sofferenza dei palestinesi, e questa è la prova che mentono.
Vi ricordate l’immagine del povero bambino siriano annegato in riva al mare? Quella foto ha mosso un milione tra afgani, iracheni, zingari e persino alcuni siriani in Europa. È senza dubbio terribile, soprattutto il fatto che il padre del bambino abbia messo in pericolo le vite della propria famiglia senza una valida ragione. Aveva vissuto per alcuni anni nella prospera e sicura Turchia; preferiva il Canada; i canadesi gli hanno rifiutato il visto, così si è avventurato nel pericoloso Mediterraneo ed ha perso tutta la propria famiglia. Terribile; ma questa tragedia personale dovrebbe insegnare qualcosa: non solcare il mare su navi insicure. Meglio vivere in Turchia, come fanno 80 milioni di persone, che morire in mare.
Qualche giorno fa abbiamo visto palestinesi – uomini, donne e bambini – presi a fucilate da cecchini israeliani perché volevano lasciare il campo di concentramento di Gaza. Quelli che amano l’immigrazione hanno detto qualcosa? No, sanno che i loro organizzatori ebrei non approverebbero. E gli ebrei non erano affatto impressionati. “Fateli morire tutti”, hanno scritto sui social network. Gli ebrei, di norma, sono miopi ed eccellono nella parola. Ciò consente loro di rimanere impassibili davanti alle immagini, mentre dall’altro lato diffondono immagini di bambini per impressionare i Gentili.
Gli israeliani sono divisi sui migranti africani: i ricchi ne vogliono di più, le classi lavoratrici li vogliono fuori. Il governo di Netanyahu è piuttosto populista e li ricaccia via, anche se i tipi alla Soros cercano di bloccare le deportazioni. I ricchi e gli operai, la sinistra e la destra ebraica sono tuttavia unanimi contro un’etnia: non vogliono permettere ai palestinesi nativi di vagare sulla propria terra. Gli ebrei sono anti-nativi per definizione; questo definisce il loro atteggiamento nei confronti della tratta di esseri umani.
La migrazione non è poi così diversa dal commercio degli schiavi del passato (tratta in cui gli ebrei eccellevano). Recentemente  è apparso un video che giunge dalla Libia: i soldati della Guardia Costiera frustano i migranti neri sui gommoni e li spingono in mare. Chi rimane nei campi viene venduto all’asta, le donne per sesso, gli uomini per il lavoro duro. Il video è apparso proprio quando la lotta a favore e contro il nuovo commercio di schiavi si è diffusa in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia alla Germania.
La Libia è uno dei principali mercati nel commercio di schiavi. Un tempo era un paese relativamente prospero ed un blocco affidabile sulla strada dei migranti africani in Europa. Questi potevano trovare ed hanno trovato lavoro nella Libia di Gheddafi. Nel 2011, però, il paese è stato distrutto da Obama e dalla Clinton. Da allora, è diventato un paese povero ed in rovina, con una guerra civile che sta lentamente sobbollendo. La Libia ha petrolio, ma ora ha scoperto il commercio degli schiavi africani. Come nel 17° secolo, i neri africani ancora una volta rendono ricchi alcuni arabi ed europei.
Le milizie libiche guadagnano molti milioni di dollari in questo modo. Prendono soldi da ambo le parti – dagli africani che corrono in Europa in fuga dai propri paesi devastati, e dagli europei che pagano le milizie per fermare i rifugiati.
L’uomo immortalato nel video con una frusta tra le mani, il capo della brutale banda di schiavisti, è un ex ribelle contro il ‘dittatore sanguinario’ Muammar al-Gheddafi, amico della democrazia e dei valori europei, Abd al-Rahman al-Milad, un comandante della Guardia Costiera. Le barche, su cui manda gli africani in Europa, vengono comprate con denaro europeo. Duecento milioni di euro l’anno sono pagati da Bruxelles, ma gli schiavi portano un reddito molto superiore a questa cifra. Gli europei apprezzano Milad – un anno fa è stato invitato ad un corso di aggiornamento a Roma, dove ha trascorso un mese fruttuoso in un hotel di classe a spese dell’Unione Europea.
Il rivale di Milad, Al-Dabbashi, manda barche di notte dalle spiagge. I concorrenti rimuovono i motori dalle barche dei rivali e lasciano morire i rifugiati in mare. Il giro è enorme: un milione e mezzo di neri sono passati attraverso la Libia in viaggio verso l’Europa, migliaia sono morti lungo il percorso; la risorsa umana però non si è prosciugata. Altri militanti libici, che hanno liberato la propria patria dal sanguinario Gheddafi, operano nell’entroterra africano e guidano decine di migliaia di africani attraverso il Sahara verso la Libia, verso nuovi mercati di schiavi e verso l’Europa.
Le ONG europee raccolgono i gommoni con migranti inviati da Milad, li fanno salire a bordo e li sganciano in Europa, ottenendo un buon profitto. Questi “soccorritori” cooperano direttamente con Milad ed altri schiavisti, ricevono istruzioni esatte dai “mittenti” su dove raccogliere le barche e prendono una quota considerevole del profitto. Guadagnano sovvenzioni e donazioni dei compassionevoli europei, che non capiscono di essere manipolati dagli schiavisti.
Per diversi anni questa attività è fiorita senza ostacoli, fino a quando il popolo italiano si è stancato di accettare centinaia di migliaia di immigrati clandestini, ed ha eletto i “populisti”, una coalizione della conservatrice Lega Nord e del partito libertario M5S, di stampo più di sinistra e meridionale, che hanno chiuso il traffico. Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, ha proibito ad una nave col suo carico di neri di entrare nei porti italiani, e, dopo diversi giorni di dispute, la nave Aquarius si è diretta verso la Spagna. Se gli italiani rimarranno fermi e punteranno i piedi, elimineranno la seconda parte dello schema del traffico, le navi delle “ONG umanitarie” che hanno reso possibile tutto il commercio degli schiavi.
Il governo spagnolo ha accettato l’Aquarius, assieme ad altre due barche che battevano bandiera olandese, alle quali gli insubordinati italiani avevano impedito di entrare nei propri porti. Macron si è schierato con Bruxelles, la Germania e la Spagna, ed ha promesso di accogliere i rifugiati dell’Aquarius. Anche in Germania sta però montando una rivolta: il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha dato l’ordine di smettere di accettare i migranti illegali. La Merkel ovviamente non è d’accordo. Potrebbe cacciarlo, ma così facendo la coalizione crollerebbe.
L’Ungheria ha posto la lotta all’immigrazione al primo posto nella propria agenda. La divisione non è dunque tra sinistra o destra, ma tra chi vuole porre fine all’immigrazione clandestina e chi vuole sostituire la costosa e viziata popolazione europea con migranti senza pretese, obbedienti ed economici.
Esiste una correlazione tra l’atteggiamento nei confronti della migrazione e la Russia. Quelli per le frontiere aperte sono anti-russi, quelli pro-nativi sono piuttosto filo-russi. Non è una correlazione perfetta al 100%, dato che la Polonia è anti-russa ed anti-migrazione allo stesso tempo, ma di regola, nei social network, i russi appoggiano le forze anti-Soros in Europa, e quelle forze guardano alla nazionalista Mosca con speranza.
Il governo russo non intende interferire con il processo decisionale europeo (men che meno quello americano) in questo àmbito. La Russia non è particolarmente accogliente con i migranti, e, nonostante il suo coinvolgimento nella guerra siriana, il paese ha ricevuto pochissimi se non zero rifugiati siriani. L’opposizione a Putin, sia essa dal Partito Comunista o dai nazionalisti di Zhirinovsky, è fortemente anti-immigrazione, mentre il governo consente ai migranti dall’Asia centrale di entrare e lavorare. Da quando però il rublo si è deprezzato rispetto al dollaro, le ondate migratorie sono diminuite. Come sappiamo, infatti, in Russia, in Europa e negli Stati Uniti la migrazione è principalmente di tipo economico.
La soluzione sta nel compiere accordi con Africa, America Latina ed altri donatori di “capitale umano”. Dovrebbe esserci una legge che stabilisca una bilancia dei pagamenti positiva, inclusi transazioni finanziarie e rimborso del debito, tra questi paesi ed il prospero Occidente. Il denaro dovrebbe fluire in Africa, non dall’Africa, e questo porrebbe fine al traffico libico.
La migrazione di massa è un fenomeno odioso, che incoraggia la tratta di esseri umani ed il traffico di schiavi, aumenta i profitti dei contrabbandieri e rovina i paesi mittenti e destinatari. È bene fermarlo. E nessuna foto di bambini che piangono dovrebbe interferire con questa decisione.
Infatti, non è nè giusto e nè onesto usare i bambini per suscitare sensi di colpa. I sensi di colpa dovrebbero averli coloro i quali costringono la povera gente ad espatriare per vari motivi. 
Quanti bambini muoiono di fame ogni anno in varie parti del mondo per mancanza di cibo? Quanti bambini muoiono per malattie?Quanti bambini vengono uccisi dalle guerre scatenate per motivi di lucro?
Sarebbe il caso di soffermarsi a pensare per trovare una soluzione che eviti che esseri umani intraprendano i viaggi della disperazione durante i quali bambini innocenti muoiono annegati!
Se alcuni bambini muoiono annegati la colpa è solo di chi invadendo la loro terra per appropriarsi indebitamente di ciò che non è suo, li costringe a scappare dall'orrore e dalla fame che le guerre producono!

giovedì 14 giugno 2018

Perché George Soros finanzia l’arrivo degli immigrati in Italia. - Flavia Provenzani

Perché George Soros finanzia l'arrivo degli immigrati in Italia

Perché George Soros, uno dei più grandi speculatori al mondo, finanzia l’arrivo degli immigrati in Italia, contribuendo alla creazione della crisi dei migranti in Europa?

Per Soros è solo l’ennesima operazione di trading celata dagli obiettivi filantropici vantati dalla sua fondazione Open Society, che finanza direttamente le navi curate dalle ONG nel Mediterraneo che, secondo un’inchiesta aperta, aiuterebbero gli immigrati ad arrivare in Italia.

Soros finanzia lo sbarco dei migranti in Italia.
Perché Soros vuole inondare l’Italia e l’Europa con orde di immigrati musulmani?
Non possiamo esserne sicuri, ma recentemente è venuto alla luce che Soros si è esposto fortemente a favore del ribasso dell’azionario statunitense.
A quanto pare, pensa che causare il caos in Europa diffonderà il contagio verso gli Stati Uniti, mandando così i mercati statunitensi all’interno di una spirale ribassista.
La distruzione dell’Europa attraverso l’inondazione di milioni di musulmani è un piano diretto per causare il caos economico e sociale nel continente.

Una situazione di turbolenza equivale ad un profitto per George Soros, che sembra avere i suoi tentacoli nella maggior parte degli eventi geopolitici mondiali negli ultimi decenni.

Tutti sappiamo che la correlazione non è giustificazione. Tuttavia, data la straordinaria ricchezza di Soros, i legami politici e la sua esperienza nel trarre profitto dalle crisi, l’investitore è certamente un catalizzatore di gran parte delle turbolenze geopolitiche che si stanno verificando attualmente.

Ha intenzione di distruggere i confini nazionali e creare una struttura di governance globale con poteri illimitati. Dal suo rapporto con Viktor Orbán, primo ministro ungherese, possiamo vedere chiaramente come preferisca i leader nazionali minori, più propensi a diventare pupazzi e a plasmare le masse ignoranti.

Soros si vede come un missionario della globalizzazione e utilizza i suoi soldi e le sue conoscenze per influenzare la politica e creare crisi, sia economiche che sociali, per promuovere questo suo scopo.
Dati questi obiettivi, Soros sta cospirando contro l’umanità al fine di distruggere le democrazie occidentali.

Anche agli occhi di persone molto razionali, alcuni eventi globali non riescono ad avere un senso. Perché, ad esempio, le democrazie occidentali dovrebbero prendersi milioni di persone i cui valori sono completamente incompatibili con i propri?
Quando guardiamo da vicino la verità e i fatti promossi attivamente dal principale artista di marionette al mondo, George Soros, le cose diventano un po’ più chiare.

ONG che aiutano i migranti ad arrivare in Italia sono finanziate da Soros
L’Italia è impegnata in un’inchiesta sulla flotta di ONG (Organizzazioni Non Governative) che aiuta i migranti ad arrivare in territorio italiano e nell’UE dalla costa nordafricana dopo la pubblicazione del report dell’Agenzia europea per la protezione delle frontiere e della costa, che ha stabilito che i membri delle organizzazioni non governative agiscono come complici dei contrabbandieri contribuendo direttamente al rischio di morte dei migranti nel tentativo di arrivare in Italia.

Il report dell’agenzia di regolamentazione Frontex suggerisce che le ONG che sponsorizzano le navi nel Mediterraneo stanno ora agendo come veri e propri complici dei contrabbandieri a causa del loro servizio, che effettivamente fornisce un sostegno affidabile per i migranti che partono dal Nord Africa e arrivano in Italia. La flotta di navi curate dalle ONG riduce i costi dei contrabbandieri, eliminando altresì la necessità di procurarsi navi in grado di compiere un viaggio completo in tutto il Mediterraneo fino alla costiera europea.

Molte di queste ONG sono finanziate direttamente dalla fondazione Open Society di George Soros.

Carmelo Zuccaro, procuratore generale di Catania, ha chiesto il monitoraggio dei finanziamenti dietro alle associazioni di ONG impegnate nella gestione dell’onda migratoria, sottolineando come la mafia si stia appropriando di parte dei finanziamenti dedicati alla gestione dei migranti. 
Nonostante non sia un crimine entrare nelle acque di un paese straniero e raccogliere i migranti dal mare, le ONG sono chiamate a portarli nel porto più vicino, che il più delle volte è uno dei tanti post sulla costa dell’Africa settentrionale anziché in Italia.

Gli obiettivi di Soros finanziando la crisi dei migranti.
Fondamentalmente, l’obiettivo di Soros è la distruzione dei confini nazionali, come dimostrato in modo molto chiaro con il suo finanziamento alla crisi dei rifugiati in Europa.

La crisi degli immigrati è stata alimentata dalla guerra civile attualmente in atto in Siria. Ma ti sei mai chiesto come tutte queste persone abbiano improvvisamente saputo che l’Europa avrebbe aperto le sue porte e li avrebbe lasciati entrare?
La crisi degli immigrati non è un fenomeno naturale. Ha coinciso con la donazione di denaro da parte della fondazione di Soros all’Istituto di politica migratoria degli Stati Uniti e alla piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti privi di documenti, entrambe organizzazioni sponsorizzate da Soros. Entrambi i gruppi sostengono il reinsediamento dei musulmani del terzo mondo in Europa.

Nel 2015, un giornalista di Sky News ha trovato un «Manuale dei migranti» sull’isola greca di Lesbo. È stato poi rivelato che i manuali, scritti in arabo, erano stati dati ai rifugiati prima di attraversare il Mediterraneo da un gruppo chiamato «Benvenuti nell’UE». Benvenuti nell’UE è finanziata dall’Open Society di George Soros.

Soros non solo sostiene i gruppi che a loro volta sostengono l’insediamento dei migranti nel terzo mondo in Europa, ma è anche l’architetto del «piano Merkel».
Il piano Merkel è stato creato dall’European Stability Initiative, il cui presidente Gerald Knaus è un collega di vecchia data dell’Open Society Foundations.
Il piano prevede che la Germania debba concedere asilo a 500.000 profughi siriani. Esso prevede inoltre che la Germania, insieme ad altre nazioni europee, debba accettare di aiutare la Turchia, paese musulmano al 98%, ad entrare all’interno dell’UE.

La mano di George nelle crisi geopolitiche mondiali.
Sin dagli anni ‘80 l’impegno di Soros, oltre alla speculazione sui mercati, si è rivolto al sostegno della globalizzazione, in seguito portato avanti attraverso la sua Open Society Foundations (OSF).
George Soros da anni è concentrato su scopi filantropici, gli stessi che lo hanno spinto a creare la sua fondazione nel 1993.

Durante gli anni ’80 e ’90, ha usato la sua straordinaria ricchezza per finanziare le rivoluzioni in decine di nazioni europee, tra cui la Cecoslovacchia, la Croazia e la Jugoslavia grazie alla donazione di capitali ai partiti di opposizione politica, alle case editrici e ai media indipendenti.

Perché Soros si è messo in discussione negli affari di queste nazioni? In parte la risposta risiede negli investimenti che durante e dopo il caos Soros fa sugli asset di questi Paesi.
Lo speculatore aveva poi l’abitudine di sfruttare l’analista Jeffrey Sachs per consigliare ai nuovi governi di privatizzare immediatamente tutti i beni pubblici, consentendo così a Soros di vendere gli asset che aveva acquisito durante le turbolenze dei mercati durante le crisi.

https://www.money.it/George-Soros-finanzia-arrivo-immigrati-Italia

giovedì 7 dicembre 2017

Problema Immigrazione.

Risultati immagini per terre distrutte dalla guerra


Se, invece di prendercela con i poveri immigrati, ci soffermassimo a pensare, forse non commetteremmo peccato di disumanità.

La realtà che riguarda l'immigrazione, va ben oltre il fastidio che alcuni di noi avvertono ed esternano.

Se noi occidentalisti non invadessimo gli altrui territori per mero interesse economico, non ci sarebbero le migrazioni.

Chiediamo a gran voce che gli Usa smettano di invadere terre che non gli appartengono e tutto tornerà nella normalità.

Non esiste l'imposizione della tanto decantata democrazia se la liberazione da una dittatura implica un'invasione di territori che si protrae per un ventennio e oltre.
E smettiamola di credere a ciò che la stampa asservita ai potenti vuole inculcare nelle nostre menti: non esiste una guerra che abbia come scopo la liberazione di un popolo, non è mai successo, non sta succedendo, non succederà mai.

Chi invade altrui territori lo fa solo per un unico scopo: imporre le proprie leggi, appropriarsi dei beni del posto, lucrare sulle guerre.

Non credo che noi occidentali accetteremmo di vivere in un territorio distrutto dalle guerre, privati di tutto ciò che avevamo anche se sotto dittatura.

I territori di chi scappa sono ormai terra bruciata da chi voleva far credere di portare benessere e libertà.

Apriamo gli occhi e vediamo le cose come stanno veramente!


martedì 31 ottobre 2017

Immigrazione, sulla nave della Ong il volantino coi bonus: 50 euro per ogni salvataggio.

Immigrazione, sulla nave della Ong il volantino coi bonus: 50 euro per ogni salvataggio

Agosto è passato ma le indagini della magistratura sul ruolo di alcune Ong nel salvataggio dei migranti nel mare tra Italia e Libia continuano, dopo la scoperta di legami tra alcune delle organizzazioni non governative e gli scafisti. A settembre il tribunale del riesame di Trapani ha confermato il sequestro della Iuventa, il peschereccio di proprietà della Jugend Rettet, l'organizzazione tedesca più coinvolta nello scandalo. Sempre da settembre è indagato anche il comandante di un'altra nave, la Vos Hestia che operava per conto di Save the children.
E ora, tra il materiale sequestrato a bordo delle diverse navi, spunta anche un volantino che era stato affisso dall'armatore il 1 agosto a bordo della Vos Hestia: oltre al bonus per la missione in base alla qualifica di ciascun membro dell'equipaggio, indica anche un premio individuale di 50 euro per ogni operazione di soccorso. Insomma, una specie di bonus-produzione.

domenica 10 settembre 2017

Immigrazione: i nuovi schiavi servono per la crescita. - Paolo ERmani

Risultati immagini per schiavi


All’epoca degli schiavi d’America, si portavano via le persone con la forza; adesso gli stessi schiavi vengono in Europa attirati dall’Eldorado o perchè scappano da guerre e miseria alimentate direttamente da noi occidentali.


Fare arrivare in Italia migliaia di persone ha come unico e solo obiettivo quello di favorire la crescita del paese in ogni senso, economico e demografico, dato che da noi i figli non si fanno praticamente più. Schiavi disposti a fare qualsiasi lavoro per pochi spiccioli e quindi ingrassare industriali senza scrupoli, caporali e schiavisti di ogni sorta. Anche il paventato pericolo della prostituzione e dello spaccio di droga dovrebbe essere salutato con favore da chi crede nella crescita, dato che entrambi questi aspetti contribuiscono ufficialmente all’innalzamento del PIL.
Con la Merkel in testa, i paesi ariani che non fanno figli sono sempre più popolati da anziani e c’è disperato bisogno di gente che lavori e paghi loro le pensioni. Ai governi italiani o tedeschi non interessa nulla degli aspetti umanitari, sempre ultimi in ogni agenda di intervento e molto dopo la crescita che viene prima di tutto. Se interessano gli aspetti umanitari perché non si cessa l’appoggio e gli accordi commerciali ed economici a regimi autoritari che reprimono nel sangue le popolazioni? Perché non si cessa la vendita di armi ovunque anche attraverso le tante banche armate italiane? Perché l’ENI a partecipazione statale è sempre in prima fila a fare affari con qualsiasi governo a scapito dell’ambiente e di ogni popolazione? La stessa politica dello Ius Soli da parte del PD non ha niente a che vedere con i riconoscimenti di diritti, visto che in ogni campo i diritti vengono costantemente calpestati: diritti dei lavoratori, diritto alla casa, diritto ad ambiente, cibo, acqua, aria sana, diritto alla salute, diritto ad un lavoro dignitoso. Ogni dato economico parla chiaro: gli schiavi fanno bene all’economia mafiosa e ufficiale, che si sostengono a vicenda e che supportano i vari governi ormai tutti di destra, dove per destra nel caso italiano si intende dal PD e suoi partitini transfughi in poi, visto che anche la cosiddetta sinistra è solo un patetico scimmiottamento delle politiche di destra.  A causa di questo perverso disegno di crescita economica, masse di disperati vengono sfruttati in ogni modo e con questa strategia si ricattano anche gli altri lavoratori che non accettano di essere sfruttati e da qui ne consegue lo sgretolamento di ogni diritto di tutela del lavoratore. C’è però da dire che la concorrenza da questo punto di vista con i bianchi ariani, non è poi così forte dato che sono ben pochi gli italiani che fanno o farebbero lavori simili a quelli degli schiavi ma non solo per il conseguente sfruttamento ma anche perché lavori manuali o faticosi, gli ariani non ne vogliono più fare. Tanti lavori come muratori, manovali, elettricisti, idraulici, falegnami o tuttofare, sono appannaggio soprattutto di ex schiavi dell’est europeo delle precedenti ondate migratorie, perché l’italiano che vuole avere un posto fisso a vita, non importa quale e riempie interi palasport per un concorso,  inorridisce di fronte ad un cacciavite. E così oltre che avere una massa di disoccupati che aspetta il posto fisso, si perde una parte eccezionale delle capacità italiane che era proprio quella manuale dato che siamo un paese che ha realizzato opere di spettacolare bellezza e maestria. Le manine adesso digitano sui cellulari e ci si illude che la bellezza si costruisca attraverso qualche click mentre gli schiavi nel nostro paese e in altre parti del mondo, lavorano per noi.
Gli schiavi sono poi la fortuna dei partiti razzisti che hanno facile gioco a fare montare la rabbia contro i disperati e il risultato non può che essere una lotta fra poveri che è sempre propedeutica a chi comanda (dividi et impera) e aumenta il consenso di governi autoritari. E con la falsa promessa di sicurezza, tacendo di tutti i crimini che l’occidente compie e che determinano anche l’arrivo di rifugiati, salgono al potere persone che sulla paura costruiscono politiche altrimenti inesistenti. La politica della paura del diverso, dell’altro, tacendo però che senza il diverso, senza l’altro, ad esempio, avremmo il caos a livello sociale, basti pensare anche solo  alle badanti che se scioperassero per una settimana il paese sarebbe nel panico.
L’obiettivo dell’arrivo di schiavi da parte del sistema della crescita è anche creare dei perfetti consumatori che a prezzo di enormi sacrifici e sfruttamento possano diventare come noi, macchine per acquisto compulsivo. Noi ci siamo comprati già tutto e un motivo per cui il PIL non cresce sufficientemente è anche questo, cosa altro vogliamo comprare se la casa è già strapiena di roba per la maggior parte superflua? C’è bisogno di nuovi consumatori che partano da zero esattamente come chi arriva qui senza nulla. E proprio perché le persone fanno sacrifici enormi, acquisteranno qualsiasi cosa li possa allontanare dalla miseria e privazione da cui provengono. Saranno i migliori e più feroci difensori del consumo cioè dello spreco,  perchè ottenuto a prezzi altissimi. Esattamente come quello che hanno fatto i nostri migranti in giro per il mondo e nel nord Italia allargando le fila degli iper consumatori ed esportando tra l’altro un fenomeno tipicamente italiano che non è solo la pizza ma la mafia in tutte le sue declinazioni. E da parte degli italiani che hanno esportato criminalità ovunque, dire che chi arriva qui è un criminale, è davvero singolare, avendo vinto noi il premio Oscar mondiale della specialità ormai innumerevoli volte.
In merito alla questione dell’accoglienza, a differenza della Germania che per la sua organizzazione e ricchezza economica potrebbe ospitare tranquillamente tutta l’Africa, noi siamo un paese che non riesce a organizzare decentemente nemmeno i suoi bianchi ariani abitanti sul sacro suolo italico, figuriamoci qualcuno che arriva da fuori che non sia un miliardario o già ricco di suo. Nella più totale disorganizzazione e assenza di qualsiasi pianificazione, è chiaro che fare arrivare qui ondate di disperati significa creare le basi per inevitabili conflitti pur di fare crescere il PIL.  Episodi come quello recente di Roma con scontri tra forze dell’ordine e migranti, sembrano frutto della solita regia per esasperare ulteriormente gli animi e per mettere ancora più in difficoltà l’attuale sindaca Raggi a cui si imputa qualsiasi nefandezza nonostante si ritrovi a gestire una città fra le più ingestibili al mondo e ha ereditato decenni di malaffare e clientelismo ai massimi livelli.  Ma a prescindere dai fatti di Roma, pensare che persone dalle culture diversissime in situazioni di precarietà assoluta, possano convivere pacificamente come per incanto, come in una favoletta, significa non conoscere nemmeno le basi di quello che è la gestione delle differenze e dei conflitti. In Italia ci si prende a sprangate fra vicini ariani, si può facilmente immaginare cosa possa succedere con gente che parla un'altra lingua, ha altre usanze, cultura e altra religione, nonostante in Italia ormai la religione la seguano davvero in pochi essendo passati a religioni più convenienti come quella del denaro. Per la gestione delle problematiche attuali e future con i migranti, più che polizia si dovrebbero mandare mediatori, gestori di conflitti, facilitatori e i palasport si dovrebbero riempiere di persone che vogliono fare questi lavori e formarsi in questi campi, non fare il bancario o il passacarte di qualche ufficio.
Abbiamo detto già in passato  quali possono essere le soluzioni reali del problema ed esempi pratici di un vero aiuto “a casa loro” sono progetti come quelli della creazione di migliaia orti in Africa da parte di slow food.
Occorre quindi cambiare completamene politica e approccio nei confronti del cosiddetto terzo o quarto mondo finendola di servirsi degli schiavi e di esportare nei loro paesi armi, guerre e sfruttamento bestiale, in modo che le persone non siano spinte o costrette a riversarsi in massa da noi. Bisogna costruire poi una società di mediazione e convivenza senza pensare però che tutto ciò sia fattibile semplicemente con il volontariato o l’impegno civile ma attraverso una attenta e accorta politica di organizzazione e supporto che prenda in considerazione le problematiche e i diritti di tutti i disperati, che siano di razza ariana e con il pedigree giusto o di altre razze, componenti comunque dell’unica razza che esiste che è quella umana.