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domenica 21 febbraio 2021

M5s, i probiviri avviano l’iter per le espulsioni. Morra: “Serve un voto online”. Di Battista: “La maggioranza degli iscritti è contro.”

M5s, i probiviri avviano l’iter per le espulsioni. Morra: “Serve un voto online”. Di Battista: “La maggioranza degli iscritti è contro”

Il presidente dell'Antimafia, intervistato a SkyTg24, chiede che prevalga la "ragionevolezza". In caso contrario, invoca una votazione degli iscritti su Rousseau per l'ultima parola sulle espulsioni. Di Battista è d'accordo, ma in diretta Instagram ribadisce che non ha più alcun ruolo nel Movimento e non vuole averlo: "Non sto capitanando correnti, scissioni, formando partiti". Né si candiderà alla nuova "guida collegiale". Intanto arriva la nota ufficiale del collegio dei probiviri.

Giornata ad alta tensione nel Movimento 5 stelle dopo che nei giorni scorsi i deputati e i senatori che non hanno votato la fiducia al governo Draghi sono stati espulsi dai rispettivi gruppi parlamentari. Il dossier è arrivato sul tavolo del collegio dei probiviri e, ha fatto sapere Raffaella Andreola (una dei tre membri), la maggioranza ha deciso per “l’apertura dei provvedimenti disciplinari” nonostante il suo parere contrario. Poi in serata la conferma con una nota ufficiale del collegio. A Montecitorio i dissidenti sono in 21, 15 a Palazzo Madama. Tra loro c’è il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra. “Spero che prevalga la ragionevolezza in tutte le parti”, ha detto il senatore nel corso della trasmissione ‘L’Ospite’ di SkyTg24. “Faccio questa domanda: a chi conviene cacciarci? Forse al sistema? Se il Movimento è nato per cambiarlo, ora gli stiamo rendendo un servizio“. Morra si è detto molto “scosso” dalla decisione del capo politico reggente Vito Crimi, accusato da tanti dissidenti di non avere più alcun potere dopo che gli iscritti su Rousseau hanno dato il via libera alla nascita del nuovo direttorio a 5. A suo parere, quindi, la cacciata dai gruppi, “per diventare un’espulsione a tutti gli effetti dal Movimento”, deve essere “istruita e accolta dai probiviri ed essere ratificata con un voto online“. Solo se l’iter arriverà a compimento, “sarò un espulso, ma se non dovesse essere continuerò ad essere un iscritto e un attivista“.

Di Battista: “Non faccio scissioni o partiti” – A chiedere di ricorrere alla piattaforma Rousseau è anche Alessandro Di Battista. “Sarebbe una soluzione far votare gli iscritti, come ha detto Morra. Sono convinto che la grande maggioranza degli iscritti voterebbe contro” le espulsioni, ha spiegato in diretta su Instagram. L’ex parlamentare ha quindi ribadito di non avere più alcun ruolo oggi nel Movimento: “Non sto capitanando correnti, scissioni, formando partiti. Sto provando da fuori a portare avanti determinate battaglie. Se fossi stato un parlamentare anche io avrei votato no” a Draghi. A chi gli chiede cosa devono fare ora i dissidenti, risponde così: “Il consiglio che ho dato ad alcuni di loro è di fare ricorso per essere riammessi e credo che molti ci stiano pensando“. Di Battista ha poi annunciato che, essendo fuori dal Movimento, non si candiderà “alla guida collegiale“. Né ha avuto alcun ruolo, come già chiarito ieri, con le presunte trattative per la nascita di un nuovo gruppo parlamentare a Palazzo Madama formato dai senatori espulsi.

L’ipotesi Italia dei valori – Tra i dissidenti c’è infatti chi si starebbe mobilitando. Lo conferma il segretario dell’Italia dei Valori Ignazio Messina a Repubblica: “Le interlocuzioni ci sono state, sì, se c’è un progetto politico da costruire allora massima disponibilità. Se è prestare il simbolo tanto per, allora non è il caso, non ci interessa. Questa è la situazione”. Il suo partito è stato tirato in ballo perché il regolamento di Palazzo Madama permette la nascita di nuovi schieramenti solo se rappresentati da un simbolo presente alle ultime elezioni politiche. E Idv ha partecipato con la lista Civica popolare. Di Battista non c’entra nulla, ma tanti guardano a lui come un punto di riferimento per la sua ostilità al governo Draghi. Non Nicola Morra, che a SkyTg24 spiega: “Ho un buon rapporto con Di Battista, di lealtà ma non di fedeltà. Io non voglio un capo che indichi per me, voglio poter decidere da me assumendomi le mie responsabilità“. Nel corso dell’intervista il presidente dell’Antimafia si smarca anche dall’ipotesi di affrancarsi all’ex partito di Antonio Di Pietro: “Io mi sento M5S“, ribadisce. Però “non posso mettermi nei panni degli altri colleghi”.

Il ruolo dei probiviri – Nel frattempo l’iter disciplinare previsto dai regolamenti M5s sta facendo il suo corso. L’organo autonomo preposto a queste pratiche, il collegio dei probiviri, è formato dalla ministra Fabiana Dadone, dal consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti e da Raffaella AndreolaProprio lei ieri aveva ventilato l’ipotesi di sospendere le espulsioni “in attesa che vengano ricostituiti tutti gli organi del M5S”. Ma ora fa sapere che il collegio ha deciso “a maggioranza l’apertura dei provvedimenti disciplinari”. Lei però ha votato No, perché “gli atti posti in essere dall’onorevole Crippa e dal senatore Licheri (i due capigruppo, ndr), potrebbero avere dei possibili rilievi di illegittimità“, perché richiesti “dall’ex capo politico senatore Crimi, attualmente a mio avviso non titolato a tali indicazioni“. Poi l’appello: “Esorto vivamente i miei colleghi – aggiunge Andreola – a desistere da azioni che potrebbero essere oggetto di ricorsi. Rimetto agli iscritti la decisione chiedendo l’apertura immediata della votazione” su Rousseau. Nella nota ufficiale rilasciata in serata dal collegio, si legge che è stato deciso “di applicare quanto automaticamente previsto dallo Statuto in caso di espulsione dal gruppo parlamentare e procederà già da oggi con l’apertura dei procedimenti nei confronti dei parlamentari a cui è stata comunicata l’espulsione, da parte dei capigruppo di Camera e Senato, in seguito al voto di fiducia sul governo degli scorsi giorni”. In parallelo, spiegano, “inizierà una fase di attenta verifica su tutti i portavoce non in regola con le rendicontazioni, procedendo fin da oggi con le prime aperture di procedimento per i più ritardatari”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/20/m5s-i-probiviri-avviano-liter-per-le-espulsioni-di-battista-la-maggioranza-degli-iscritti-e-contro-morra-serve-un-voto-online/6108106/

giovedì 26 novembre 2020

Il Cazzaro in fuga. - Marco Travaglio

 

Nel Paese dei Senzamemoria, giornaloni e giornalini continuano a spacciare la fiaba del centrodestra che diserta l’Antimafia e chiede le dimissioni del presidente Nicola Morra per le inesistenti offese a Jole Santelli. E nessuno ricorda il vero motivo della guerra di Salvini&C. a Morra. La frase sulla defunta presidente della Calabria viene usata come pretesto (questo sì oltraggioso) per nascondere ben altro: il 5Stelle ha il grave torto di aver convocato Salvini in Antimafia ormai due anni fa, nel dicembre 2018, appena la commissione si insediò. All’epoca era per un’audizione di routine sulle strategie antimafia dell’allora ministro dell’Interno, ovviamente inesistenti (per fortuna se ne occupò il suo collega Bonafede). Poi la Lega, a furia di riciclare il peggio della vecchia politica, finì invischiata in vari scandali di criminalità organizzata. E Morra riconvocò più volte il Cazzaro Verde, non più come ministro, ma come capopartito. Lui il 12 giugno 2019 dichiarò: “Certo che andrò in commissione Antimafia”. Lo stanno ancora aspettando. Quel giorno era stato arrestato a Palermo Francesco Paolo Arata, ex deputato FI, consulente di Salvini che l’aveva candidato a direttore dell’Arera (l’autorità di controllo sull’energia), nonché padre di Federico, consulente di Giorgetti a Palazzo Chigi e organizzatore del viaggio di Salvini negli Usa: l’accusa era di corruzione in concorso col compare Vito Nicastri (pregiudicato per tangenti e indagato – e poi condannato in primo grado – per mafia come amico di Messina Denaro), mentre un’inchiesta della Procura di Roma gli contestava una tangente al sottosegretario Siri, poi cacciato da Conte.

Di questo Morra lo chiamava a rispondere, ma anche delle rivelazioni del pentito Agostino Riccardo sull’appoggio elettorale dato alla lista Noi per Salvini dal clan rom dei Di Silvio a Latina per le Comunali del 2016. Tra i politici non indagati ma citati nell’inchiesta per l’appoggio del clan Di Silvio c’erano Francesco Zicchieri, vice-capogruppo leghista alla Camera, e Matteo Adinolfi, eletto a Terracina, poi promosso coordinatore provinciale della Lega e ora eurodeputato. Figurarsi l’imbarazzo di Salvini a rispondere in Antimafia del sostegno degli odiati “zingari” ai suoi fedelissimi; a giustificare la scelta di un consulente come Arata per il programma energetico della Lega; e anche a spiegare perché non costituì parte civile il Viminale al processo Montante (l’ex presidente di Confindustria Sicilia poi condannato a 14 anni in primo grado). Infatti scappa dall’Antimafia da due anni: mai messo piede. E ora vuol farci credere che ce l’ha con Morra per una frase sulla Santelli. Come si dice dalle sue parti: ma va a ciapa’ i ratt.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/26/il-cazzaro-in-fuga/6016998/

martedì 24 novembre 2020

Non esiste un “caso Morra”: è solo fumo negli occhi da destra. - Andrea Scanzi

 

Il “caso Morra”, che in realtà esiste solo nella testa di Gasparri (dunque non esiste), è un inno all’ipocrisia italiana. Il senatore M5S ha le sue colpe. Colpisce come nelle prime ore non sia stato minimamente difeso dai suoi colleghi grillini: deve stare davvero antipatico a un sacco di deputati e senatori 5 Stelle, altrimenti non si spiega. Chi lo descrive come egoriferito, chi come troppo polemico, chi come “bravo solo lui”. Da qui, al primo inciampo dialettico, questo fuoco amico che si è placato solo dopo il caso della censura Rai, che ha tardivamente compattato i 5 Stelle attorno a Morra.

Il senatore, che conosce la Calabria come pochi e si batte per essa come pochissimi, sta verosimilmente pagando il suo approccio antipatizzante nei confronti di Di Maio e certi attacchi “gilettiani” a Bonafede. A proposito di Giletti, tra gli errori di Morra c’è anche la telefonata di due sere fa a Non è l’Arena. Cercare di intervenire al telefono in un programma di Giletti e uscirne bene senza chiamarsi Salvini e Meloni è una perversione ben strana, che mesi fa aveva contraddistinto pure Bonafede. Morra ha poi sbagliato a vantarsi per essere diventato “trend topic su Twiitter”, perché per divenire trending (non trend) topic in quel social morto e sepolto chiamato Twitter bastano poche decine di tweet vomitati dai soliti imbecilli fascisti (e derivati). Soprattutto: Morra ha sbagliato nel definire la Calabria “irrecuperabile” e nel citare Jole Santelli nella famigerata intervista a Radio Capital. Ha sbagliato non certo perché abbia insultato calabresi, Santelli e malati oncologici: non lo ha mai fatto, e chi asserisce il contrario o è scemo o intellettualmente disonestissimo. Ha sbagliato perché ha prestato il fianco alle polemiche becere dei Mulè e dei Tajani, dei Salvini (che lo ha definito “cretino”) e delle Meloni (che ha attaccato la classe dirigente grillina dimenticandosi dei non pochi esponenti di Fratelli d’Italia con pendenze giuridiche).

Ciò detto, il (non) “caso Morra” è oltremodo avvilente. Morra ha insultato Jole Santelli? No: ha detto che la rispettava umanamente, ma che politicamente erano agli antipodi. Aggiungendo, ed è vero, che i calabresi che l’hanno votata sapevano quanto fosse purtroppo malata. Morra ha insultato tutti i calabresi? No: ha detto che chi ha votato Tallini, ora agli arresti domiciliari con accuse devastanti, non può certo lamentarsi. Affermazione sacrosanta: è ora di finirla con queste analisi sempre autoassolutorie degli elettori. Se voti Tallini, Spirlì o chi volete voi, poi non puoi certo prendertela con la politica cattivona. Proprio Morra si sgola da anni nel raccontare chi sia Tallini, ritenuto “impresentabile” dalla Commissione antimafia pochi giorni prima delle elezioni regionali. Con quali risultati? Nessuno. La destra ha fatto finta di nulla (Sgarbi ne celebrò le lodi attaccando proprio Morra) e Tallini a Catanzaro è risultato il candidato più votato. Morra ha insultato i malati oncologici? No: è la ’ndrangheta a voler lucrare sui farmaci antitumorali. Quella ’ndrangheta che, stando alle intercettazioni, di Tallini non pare aver disistima.

Davvero: di cosa diavolo stiamo parlando da giorni? Che colpe avrebbe Morra? Ci rendiamo conto che, se lui è ritenuto “moralmente indegno” al punto da non poter andare in Rai, Sgarbi andrebbe internato e Berlusconi spedito in Siberia? Ci rendiamo conto che, per molti, sono più gravi due parole (forse) sbagliate da un senatore incensurato che gli arresti e i crimini di un’impresentabile classe politica purtroppo al potere? Siamo messi male.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/24/non-esiste-un-caso-morra-e-solo-fumo-negli-occhi-da-destra/6014224/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-11-24

domenica 22 novembre 2020

Incapaci di intendere e volere. - Massimo Erbetti














È vero, qualcuno ha offeso i calabresi e li ha offesi in modo indegno, reputandoli incapaci di intendere e volere e non è stato sicuramente Morra a farlo, ma chi si è stracciato le vesti per le sue parole…è offendere qualcuno dire: "...Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte…."
Sapete cosa è offensivo? Cosa è veramente vergognoso? Far passare il messaggio che i calabresi non sappiano cosa votano, chi votano e perché lo votano…oppure i calabresi sono obbligati a votare certi soggetti? Perché se lo fossero veramente, la cosa sarebbe ancor più grave, ma grave veramente…in Calabria non c'è democrazia? In Calabria le persone votano, anzi più correttamente "sono costrette a votare" qualcuno in particolare?
L'autodeterminazione dei popoli, vale per tutti, ma non per i calabresi? Ci sono dubbi sulla veridicità delle elezioni calabresi? Perché chi dice che Morra offende fa passare questo messaggio.
Ognuno è responsabile delle proprie scelte…o lo sono tutti tranne i calabresi? Se io fossi calabrese, mi sentirei offeso, umiliato e denigrato, da chi afferma il contrario, significherebbe che non sono in grado di scegliere i miei rappresentanti…
C'è poi chi per portare avanti la tesi dell'incapacita di intendere e volere dei calabresi è andato dalle parole ai fatti ed è il caso di RAI 3, che ha pensato bene di non mandare in onda, l'intervista a Morra, motivandola cosi:
"Lo abbiamo invitato tre giorni fa, poi le sue parole hanno stravolto lo scenario. Parole offensive nei confronti della memoria di Jole Santelli e nei confronti dei calabresi"... Anche in questo caso, qualcuno si erge a paladino dei calabresi perché loro non hanno la capacità di farlo?
Ma non finisce qui :
"La direzione della Rai ha deciso che il senatore Nicola Morra questa sera non doveva essere qui"....la direzione ha deciso? La direzione? A quale titolo? Per quale assurdo potere? E potere conferito da chi?...Si chiama "servizio pubblico", non dittatura pubblica.
E poi l'apoteosi: "Sono molto in imbarazzo" afferma la conduttrice "ma probabilmente questa è la scelta giusta"...scelta giusta per chi? Per cosa?... Scelta giusta per i calabresi che non sono in grado di decidere qualcosa da soli, che non sanno cosa e chi votano…e hanno bisogno di un tutore? Di qualcuno che indirizzi le loro scelte?...Si è proprio vero qualcuno ha vergognosamente offeso i calabresi…ed è stato chi li ha fatti passare per un popolo incapace di intendere e volere.

https://www.facebook.com/photo?fbid=10218769720019738&set=a.2888902147289

Tutti contro la Rai che caccia Morra (già in sala trucco). - Gianluca Roselli

 

Antimafia - Il presidente oscurato.

Alla fine la bomba deflagra tra i piedi di mamma Rai. E in particolare dell’ad Fabrizio Salini, che venerdì sera, insieme al direttore di rete Franco Di Mare, ha deciso di bloccare la partecipazione di Nicola Morra alla trasmissione Titolo V su Rai3. Morra era già arrivato nella sede Rai di Napoli, dove sarebbe dovuto essere ospite della puntata insieme a Jasmine Cristallo, Sergio Rizzo e il direttore del Mattino Federico Monga.

Era già in sala trucco quando è arrivato lo stop da Viale Mazzini. E a quel punto ha dovuto girare i tacchi e andarsene. “Ero già arrivato presso gli studi Rai di Napoli quando ho appreso dalla vicedirettrice di Rai3 che, per decisione della direzione di rete, veniva annullata la mia partecipazione al programma. Questo dovevo dirvi e questo vi dico. Credo non si debba aggiungere altro”, ha scritto Morra in un post di Facebook delle 21.20 di venerdì.

Ma cosa è successo nelle ore precedenti? Come mai si è arrivati a sbarrare le porte di un programma della tv pubblica al presidente della Commissione antimafia? Occorre fare un passo indietro. Per tutto venerdì era montata la polemica per le parole di Morra su Jole Santelli. “Era noto a tutti che fosse gravemente malata ma i calabresi l’hanno votata lo stesso. Ognuno è responsabile delle proprie scelte”, aveva detto il senatore giovedì ai microfoni di Radio Capital, in un ragionamento un po’ fumoso. Parole che avevano provocato attacchi da ogni dove, compresa la presa di distanza da parte del M5S. Dal centrodestra, invece, si evocavano a gran voce le sue dimissioni. E critiche arrivavano anche dal Pd.

Dunque venerdì Morra era atteso a Titolo V. L’invito era arrivato martedì per una puntata in cui si doveva tornare a parlare della Calabria, dopo lo scoop della trasmissione sul mai redatto piano Covid del commissario alla Sanità Saverio Cotticelli, poi costretto a dimettersi. Nel tardo pomeriggio, mentre impazzano le polemiche sul caso Morra-Santelli, qualcuno in azienda si accorge che in serata Morra è atteso in Rai e scatta l’allarme rosso. Franco Di Mare inizia a chiedersi se sia il caso di confermare l’ospitata e, alle 8 di sera, si confronta con Salini. Che ne parla con il suo staff. Secondo alcune fonti parlamentari, poi, Salini e Di Mare alzano il telefono e parlano con alcuni big pentastellati. Fatto sta che, a 20 minuti dalla messa in onda, Salini e Di Mare decidono di cancellare la partecipazione di Morra. L’obbiettivo dei piani alti di Viale Mazzini è di evitare ulteriori possibili gaffe da parte del senatore.

Tesi confermata, del resto, anche dalla lunga nota di ieri dell’azienda, secondo cui “la decisione è stata presa poiché da ore era in corso un dibattito particolarmente acceso su un argomento molto delicato (…) pur nella consapevolezza di prendere una decisione comunque controversa, la Rai ha preferito adottare una linea di massima prudenza per evitare di alimentare altre polemiche”. Rammaricandosi poi con Morra per le modalità in cui gli è stato comunicato lo stop, gli si dice che egli “avrà altre opportunità, nelle reti Rai ed eventualmente anche a Titolo V, per esprimere i suoi punti di vista”.

Ieri, poi, se da una parte sono continuati gli attacchi a Morra con Lega e Fdi pronti a disertare i lavori dell’antimafia se il presidente non si dimette (e con Matteo Salvini che annuncia querela contro il senatore), gli attacchi si sono spostati verso la tv pubblica. Anche da parte dei 5 Stelle. “Inaccettabile la censura della Rai a Morra”, afferma Paola Taverna. “Qualcuno si dovrebbe dimettere e non è Morra”, sostiene Alessandra Maiorino. Altri, come Alessandro Di Battista, fanno muro intorno al senatore. “Hanno intervistato il figlio di Totò Riina e censurano me”, rincara la dose lo stesso Morra. E per Salini, dopo l’avviso di sfratto che gli è quasi giunto dal Pd tramite Roberto Gualtieri, arriva un’altra tegola che complica i suoi rapporti pure con una parte dei 5 Stelle.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/22/tutti-contro-la-rai-che-caccia-morra-gia-in-sala-trucco/6012164/

sabato 21 novembre 2020

L'avvocato del diavolo. - Massimo Erbetti

 

L'avvocato del diavolo fino al 1983 era una persona incaricata dalla Chiesa cattolica romana di apportare argomenti che mettessero in discussione le virtù e i miracoli dei candidati alla canonizzazione, durante il processo d'indagine.
Oggi voglio indegnamente ricoprire quel ruolo…e voglio farlo per difendere il diavolo in persona: Nicola Morra…eh si perché Morra è il diavolo, ormai è chiaro…e come ogni bravo avvocato, mi sono messo a reperire carte…prove...documenti…anche perché le difese d'ufficio, non mi sono mai piaciute…"Morra non si tocca"...eh no cari miei, nessuno è intoccabile, chi sbaglia, se realmente ha sbagliato, deve pagare.
Per cui nessuna difesa d'ufficio, ma prove documentali…per prima cosa sono andato a controllare quali fossero i compiti della commissione parlamentare antimafia e ho scoperto che al paragrafo (f) si riporta testualmente:
"indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso"
Poi ho controllato chi fossero e membri della commissione e ho scoperto con stupore che la Vice Presidente è (era) Jole Santelli….eh si proprio quella Santelli, eletta Presidente della Regione Calabria, il cui presidente del consiglio Domenico Tallini secondo notizie di stampa, di cui riporto di seguito fedelmente il testo è stato arrestato:
"Catanzaro, 19 nov. (askanews) – Il presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Domenico Tallini, di Forza Italia è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e Crotone e posto ai domiciliari nell’ambito di un’operazione contro la cosca di ‘ndrangheta dei Grande-Aracri di Cutro. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, hanno colpito oltre a Tallini altre 18 persone, accusate a vario titolo, tra le altre cose, di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita."
Ma non finisce qui, nella mia ricerca da avvocato del diavolo, ho scoperto anche che, subito dopo l'elezione della Santelli a Vice Presidente della commissione, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fece una nota stampa in cui si complimenta con la Santelli stessa, dicendo:
"L’elezione del mio vice sindaco e assessore alla Cultura Jole Santelli a vice presidente della Commissione parlamentare antimafia mi riempie di soddisfazione. Il prestigioso incarico nell’osservatorio politico a contrasto della criminalità organizzata e di tutte le mafie è motivo d’orgoglio non solo per l’Amministrazione comunale ma per l’intera città di Cosenza"
Incuriosito da tali affermazioni, sono andato a cercare chi fosse Mario Occhiuto e ho scoperto sulla stampa, un bel po di cosine…
9 maggio 2019 Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto indagato per bancarotta fraudolenta: "Una nuova tegola giudiziaria si abbatte sul sindaco azzurro di Cosenza Mario Occhiuto. Dopo l'avviso di conclusione indagini ricevuto dalla Procura di Catanzaro in cui si ipotizza a suo carico il reato di corruzione, un atto analogo gli è stato notificato dalla Procura di Cosenza."
8 luglio 2020 "Il Gup del Tribunale di Roma ha rinviato a giudizio Mario Occhiuto nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm capitolino Alberto Galanti, per associazione a delinquere transnazionale. Al centro delle indagini i rapporti tra il sindaco di Cosenza, l'ex ministro per l'ambiente Corrado Clini e la sua compagna Martina Hauser, componente della giunta di Palazzo dei Bruzi nella prima fase della consiliatura guidata dall'architetto, inaugurata nel 2011."
1 ottobre 2020 COSENZA – "Sono 13 gli indagati, tra i quali il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, ai quali è stata notificata la chiusura indagini nell’ambito dell’inchiesta “Piazza Sicura” che lo scorso 24 aprile ha portato al provvedimento di sequestro preventivo di Piazza Bilotti a Cosenza. Alla base del provvedimento, disposto dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, vi è l’ipotesi di reato di falso relativo agli atti della procedura di collaudo dei lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale della piazza"
Io il mio lavoro di avvocato del diavolo, lo ho fatto, voi traetene le vostre conclusioni…

venerdì 20 novembre 2020

Bufera su Morra, lui: "Santelli? Mie parole strumentalizzate".

 

Bufera sul presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, dopo le sue parole sull’ex presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.

Morra è intervenuto a Radio Capital, dove ha commentato l’arresto di Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale calabrese. E dopo aver sottolineato che "Tallini è stato il più votato nel collegio di Catanzaro, se non il più votato in Calabria. È la dimostrazione che ogni popolo ha la classe politica che si merita", ha detto: "Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso".

"Parole vomitevoli. Chiedo le immediate dimissioni di questo deficiente. Sbaglio? Un pensiero per la cara Jole Santelli", scrive su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini.

"Questo signore, oltre che essere un parlamentare della Repubblica italiana è anche presidente della commissione parlamentare Antimafia. Indegno, dimettiti", fa eco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, commentando le parole di Nicola Morra nei confronti di Jole Santelli.

"Le parole del presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra su Jole Santelli sono indegne. E rappresentano un’offesa per tutti i malati oncologici. Non gli restano che le dimissioni". Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia.

"La scelleratezza di Morra non meriterebbe commenti. Ma non può restare impunita una volgarità così bassa nei confronti del presidente Jole Santelli", ha dichiarato il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, aggiungendo: "Politico di alto rango, prestigiosa avvocata, donna esemplare, eroica combattente contro il male peggiore, che non era il cancro, ma la malapolitica e la politica sciacquatrippe. Della sua patologia, privata, personale, non ne ha fatto scudo, né strumento: ognuno di noi, nascendo, ha in tasca la fine. E, di essa, nessuno conosce l’ora di arrivo. Solo la stupidità è peggiore della morte, perché, la prima, dura una vita, mentre la seconda dura meno di un istante. Morra, alla perenne vergogna accompagni le dimissioni. Unico dovere".

In serata sempre via social Morra scrive: "Salvini ed altri esponenti del Centrodestra chiedono le mie dimissioni facendo un truffaldino taglia e cuci di mie dichiarazioni, strumentalizzandole. Nel giorno in cui Domenico Tallini, di Forza Italia, viene arrestato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, per un business che la ‘Ndrangheta ha fatto nell'ambito della Sanità -infatti era stato messo nella lista degli impresentabili- guarda caso parte un attacco nei miei confronti, basato sul nulla".

"Riporto qui una fonte in merito a ciò che realmente ho detto oggi in radio. Repubblica riporta l’audio della mia intervista con le mie dichiarazioni. Ho parlato di dati di fatto. Se poi qualcuno vuole fare il taglia e cuci come fosse il vestito di Arlecchino faccia pure, ma non è informazione, non è giornalismo, non è verità", conclude Morra.

https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/11/19/bufera-morra-lui-santelli-mie-parole-strumentalizzate_er8fESXlpnh9vfYFhJWaGI.html?refresh_ce

Io, nelle parole di Morra non noto nulla di sconveniente.
La verità, purtroppo, è che viviamo in un paese nel quale si parla tanto di libertà di parola, ma si combatte a spada tratta chi dice l'ovvio.
L'altra verità è che si vuol colpire chi, con coscienza e abnegazione, fa il suo lavoro ledendo, così, gli interessi di chi delinque.
E' triste doverlo ammettere, ma è la nostra triste realtà,
cetta.

martedì 6 ottobre 2020

Rispondendo a Morra


Come la penso io.

Non so nulla del post di Casaleggio, quindi non posso commentarlo, ma posso commentare le parole di Morra quando afferma:

“Se diventiamo partito, me ne vado anch’io”.

Non capisco, e mi rivolgo al Morra filosofo, questo voler dare ad un nome comune di cosa, e cioè alla parola "partito" un significato inesistente.

Un partito non è, forse, l'espressione di un'idea?
Quello che conta non è far parte di un movimento o di un partito, quello che conta è portare avanti le idee in cui si crede e renderle realtà, e questo si può fare anche in un partito.
Iniziare un progetto e abbandonarlo al primo intoppo è da temerari, la politica, quella seria e responsabile, necessita di persone coraggiose che combattono per portare a termine le proprie idee a prescindere dai problemi che si presentano durante il cammino.
La politica, quella buona, è sacrificio, è abnegazione e, purtroppo costa dirlo, ma è così, necessita di alleanze, necessita di discussione, necessita di rinunce, di concessioni, altrimenti non sarebbe più democrazia, pluralità.
Fare politica è come amministrare da buon padre il proprio nucleo famigliare, e un buon padre accondiscende, di tanto in tanto, accontentando le richieste dei suoi cari.

Cetta.