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venerdì 19 aprile 2019

Siri indagato, la tela dell’ex deputato Arata per arrivare alle istituzioni: assessori, un ex ministro e Micciché. - Giovanna Trinchella

Siri indagato, la tela dell’ex deputato Arata per arrivare alle istituzioni: assessori, un ex ministro e Micciché

C'è un groviglio di corruzioni che ha portato gli investigatori della Dia fino al cuore del governo. Il "gruppo Arata/Nicastri", così lo definiscono gli inquirenti, quando l'imprenditore dell'eolico è finito nei guai, ha potuto far affidamento "sulla importante rete di rapporti istituzionali" di Arata "per trovare canali privilegiati di interlocuzione con organi politici regionali siciliani.

C’è un groviglio di corruzioni – svelate da una primigenia indagine antimafia della Procura di Palermo sull’imprenditore Francesco Isca – che ha portato gli investigatori della Dia fino al cuore del governo con la notifica al senatore leghista Armando Siri dell’informazione di garanzia per corruzione. Ma ci sono soprattutto nomi che parlano di una vecchia politica in dialogo con il malaffare e in alcuni casi anche indirettamente con la mafia: una tela, stando all’Antimafia, costruita da Franco Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia. A scorrere le otto pagine del decreto di perquisizione della Dda di Palermo saltano agli occhi i nomi del boss latitante Matteo Messina Denaro, ma anche di un esponente politico di spicco come Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, già ministro e con responsabilità di governo con Berlusconi premier, di Alberto Dell’Utri, fratello gemello di Marcello ex senatore di Forza Italia, quest’ultimo ai domiciliari per scontare una condanna per concorso esterno, e Calogero Mannino, ex ministro democristiano, coinvolto e assolto nel processo sulla Trattativa.
Perché compaiono tutti questi nomi – nessuno di loro è indagato – nell’inchiesta di Palermo? Perché Franco Paolo Arata, già presidente del Comitato interparlamentare per lo sviluppo sostenibile, autore del programma di governo della Lega sull’Ambiente, l’uomo che – stando ai pm di Roma – avrebbe corrotto il sottosegretario leghista con la promessa o la consegna di 30mila euro, si attiva in modo da trovare ascolto e intercessioni per gli affari di Vito Nicastriimprenditore dell’eolico finito ai domiciliari con l’accusa di aver contribuito alla latitanza del boss di Castelvetrano. Senza contare le “bustarelle”, soldi e il lavoro per un figlio, andate a tre dipendenti pubblici per passare informazioni sulle pratiche e concedere una autorizzazione alla costruzione di impianti di produzione di energia alternativa delle società del duo Nicastri/Arata “soci” nel grande affare delle energie rinnovabili in Sicilia. Anche attraverso i loro figli, Manlio Nicastri e Paolo Francesco Arata, anche loro indagati.
Chi è l’imprenditore Vito Nicastri, i pm: “Spregiudicato e pregiudicato”. Partendo dagli affari di Francesco Isca, considerato vicino alle famiglie mafiose Musso e Crimi, i pm di Palermo svelano un primo legame economico tra Nicastri e Isca. Poi entra in scena Arata e gli investigatori scoprono “un reticolo di società” facenti capo alla famiglia Arata, “ma partecipate occultamente da Nicastri, vero regista delle strategie imprenditoriali” e definito dall’ex politico “la persona più brava dell’eolico in Italia”. Il re del vento “oltre ad aver un’indubbia competenza e abilità in tale settore – sottolineano gli inquirenti nell’informazione di garanzia – è un imprenditore pregiudicato e spregiudicato“. Condannato in via definitiva per corruzione e truffa aggravata a Nicastri, prima di finire ai domiciliari, nel 2012 era stata applicata la misura di prevenzione personale e nei suoi confronti era stato emesso anche un provvedimento di confisca. Nonostante questo e nonostante Nicastri – da oggi in carcere – fosse finito ai domiciliari per l’appoggio “all’amico di Castelvetrano”, i legami con Arata non si sono spezzati. L’ex deputato e suo figlio “non hanno avuto alcuna esitazione a proseguire un rapporto societario di fatto con il detenuto Nicastri, architettando molteplici escamotage per consentire una continua, e  a volte anche diretta, interlocuzione con il ‘re dell’eolico’ nonostante le prescrizioni imposte a Nicastri, ripetutamente e gravemente violate” per “portare avanti i molteplici progetti imprenditoriali e le connesse azioni delittuose”.
Il “gruppo Arata/Nicastri” e i contatti con i politici.
Scrivono poi i pm: “Gli Arata, attraverso la società Alqantara… hanno acquisito partecipazioni nella Etnea srl (operante nel settore del mini-eolico, con dieci turbine già produttive), nella Solcara srl (titolare di sei torri mini-eoliche già produttive), nella Solgesta srl (partecipata, prima al 50%, poi interamente, da Solcara srl, impegnata in due progetti di costruzione di impianti di produzione di bio-metano), nella Bion srl (fotovoltaico) e nell’Ambra Energia srl (fotovoltaico)”. Tutte società che “appaiono partecipate occultamente” da Nicastri. Ma non solo la Solgesta, come emerge da alcune intercettazioni, “è da considerarsi partecipata occultamente anche da Francesco Isca“.
Il “gruppo Arata/Nicastri”, così lo definiscono gli inquirenti, quando quest’ultimo è finito nuovamente nei guai, ha potuto far affidamento “sulla importante rete di rapporti istituzionali” di Arata “per trovare canali privilegiati di interlocuzione con organi politici regionali siciliani ed essere introdotto negli uffici tecnici incaricati di valutare, in particolare, i progetti relativi al ‘bio-metano'”. Ed è così che inizia l’elenco delle personalità contattate – ma che risultano estranee alle indagini – da Arata come l’assessore regionale alle Energie “Alberto Pierobon  grazie all’intervento di Gianfranco Micciché, a sua volta contattato da Alberto Dell’Utri“. Poi, quando “l’epicentro della fase amministrativa” è diventato l’assessorato al Territorio e Ambiente (per la verifica di assoggettabilità del progetto alla VIA, valutazione di impatto ambientale) “Arata è riuscito ad interloquire direttamente con l’assessore regionale Territorio e Ambiente Salvatore Cordaro” e  “tramite questi, con gli uffici amministrativi di detto Assessorato, dopo aver chiesto un’intercessione per tale fine a Calogero Mannino”. La Dia sentirà come persone informate sui fatti Miccichè, Pierobon e Cordaro.
Nell’assessorato alle Energie Arata e Nicastri trovano in due dipendenti che si “prodigano” a fornire informazioni sulle pratiche per loro in cambio di bustarelle. Un’altra sponda arriva in un dipendente del Comune di Calatafimi che stando, agli inquirenti ha incassato 115mila euro sul proprio conto nel corso di tre anni bonifici provenienti dalla Quantas (riconducibile a Nicastri) per aver rilasciato le autorizzazioni per la costruzione delle torri mini-eoliche della Etnea, società che nel dicembre 2015 aveva acquistato la Quantas. Ma al “gruppo” non bastava ed è per questo che a un certo punto probabilmente hanno puntato su Roma.

mercoledì 9 gennaio 2019

Pronto il 'blocca trivelle'.

Pronto il 'blocca trivelle'


Pronto l’emendamento 'blocca trivelle' che sarà presentato nel Decreto Semplificazione. Grazie a questa moratoria, "sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio". Così in una nota il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia, Davide Crippa.

"Si è concluso ieri - spiega - il lavoro del governo sull’emendamento al Decreto Semplificazione in cui si afferma che 'le attività upstream non rivestono carattere strategico e di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità'. Tale indicazione rientra pienamente nel programma del Governo del Cambiamento orientato alla decarbonizzazione, con la sostituzione di petrolio e derivati e l’utilizzo delle fonti rinnovabili per il raggiungimento della sostenibilità e dell’indipendenza del sistema energetico nazionale".

L’emendamento, aggiunge Crippa, "prevede l'introduzione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (Ptesai), strumento già in programma da tempo, e la rideterminazione di alcuni canoni concessori. Il Piano andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti Locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività. Questo per assicurare la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e per accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale alla decarbonizzazione".

Inoltre, rileva Crippa, "l’emendamento prevede, a tutela di tutte le parti in causa che, fino all’approvazione del Ptesai, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio. L’emendamento verrà discusso nei prossimi giorni in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici, Comunicazioni".

sabato 21 maggio 2016

Anter lancia “SalviAmo il respiro della terra”, in mille piazze italiane per le fonti rinnovabili. - Alessandro Nunziati



Il 2030 è l’anno indicato da molti esperti come punto di non ritorno per le conseguenze del disastro climatico planetario provocato dall’inquinamento. E’ per questa ragione che ANTER, forte delle competenze maturate all’interno degli istituti scolastici, grazie al progetto formativo “Il Sole in Classe”, nato per diffondere la conoscenza e il corretto utilizzo delle energie rinnovabili tra i bambini e i ragazzi di scuole primarie e secondarie di primo grado, ha lanciato l’evento nazionale “SalviAmo il respiro della terra”.
Con il sostegno di NWG Energia – Società Benefit attiva nel trading di energia elettrica prodotta solo da fonti rinnovabili e prima azienda italiana del settore con certificazione B Corporation  –  e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal 26 al 29 maggio, a un anno dall’Enciclica “Laudato si’, sulla cura della casa comune” di Papa Francesco, l’Associazione Anter porterà la propria esperienza in quasi mille piazze italiane, chiamando a raccolta oltre un milione di cittadini attraverso momenti di formazione e confronto sul tema delle energie pulite.
“Possiamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici solo attraverso una reale presa di coscienza da parte delle future generazioni”. Dichiara il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti che aggiunge: “Quanto fatto a Parigi è un passo significativo verso un futuro solidale in cui tutti i paesi devono avere le opportunità economiche e tecnologiche per una crescita sostenibile. L’Italia è una delle realtà europee più all’avanguardia negli investimenti sulle rinnovabili e infatti, ad oggi, le fonti pulite contribuiscono per il 17% alla produzione di energia nel nostro Paese. Gli eventi di divulgazione come questo e l’attività pedagogica – conclude il Ministro – sono gli strumenti che ci permetteranno di vincere questa importante sfida”.
“Con il progetto ‘Il Sole in classe’, tra il 2014 e il 2016, siamo riusciti a coinvolgere 700 istituti scolastici in ben 19 regioni, per un totale di 68 mila alunni. Riteniamo fondamentale diffondere tra le nuove generazioni la cultura della tutela ambientale e promuovere la conoscenza e lo sviluppo delle energie alternative. Un salto di qualità nella consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’utilizzo delle energie pulite è inoltre coerente con l’identità e l’ineguagliabile bellezza del nostro Paese. E’ con questo fine che scenderemo nelle piazze italiane” – afferma Leonardo Masi, Presidente ANTER.
“La nostra generazione – sostiene Antonio Rainone, fondatore e Presidente Onorario di Anter – ha sempre più consapevolezza del problema ambientale; abbiamo gli strumenti per reagire e diventare cittadini più responsabili e attivi. Sarà un nuovo modo di manifestare, dove per la prima volta i bambini chiederanno espressamente agli adulti una vera e propria assunzione di responsabilità nel presente, per difendere il pianeta che sarà lasciato alle generazioni future”. Per informazioni sul programma di “SalviAmo il respiro della Terra”: www.salviamoilrespirodellaterra.org

giovedì 14 aprile 2016

Le Hawaii presentano il piano per divenire rinnovabili al 100%.

Le Hawaii presentano il piano per divenire rinnovabili al 100%

La principale utility dello Stato americano spiega come passare ad un’alimentazione completamente a base di rinnovabili entro il 2045. 

(Rinnovabili.it) – Meno di 30 anni per divenire completamente sostenibile sotto il profilo energetico. Questa la scommessa delle Hawaii, che si candida così a divenire banco di prova per l’indipendenza energetica degli USA. La principale utility energetica dello Stato, la HECO, ha presentato al regolatore un nuovo piano di sviluppo che punta diritto all’obiettivo del 100% di energie rinnovabili entro il 2045. Il programma, elaborato assieme alle sue controllate Maui Electric e Hawaii Electric Light Company, è stato presentato ufficialmente la scorsa settimana e si concentra in gran parte sulla modernizzazione della rete e, naturalmente, sulle fonti alternative come il fotovoltaico e l’energia eolica.

Secondo HECO, le Hawaii hanno già raggiunto oltre il 23% di energie rinnovabili nella produzione del 2015, e il percorso verso il 100% è a portata di mano. Cinque saranno le direttive perseguite per non mancare il bersaglio (il cui programma sarà comunque aggiornato ogni 5 anni):

– L’implementazione di una smart grid con l’installazione di una rete wireless moderna,         contatori intelligenti e altre tecnologie finalizzate ad ammodernare la rete elettrica esistente e migliorare l’integrazione delle risorse energetiche distribuite.
– L’emissione bandi per proposte di progetti  focalizzati sull’energia rinnovabile, con una capacità complessiva di oltre 350 MW da sviluppare entro il 2022.
– L’implementazione di comunità basate sull’energia rinnovabile, al fine di consentire ai clienti che non possono permettersi di istallare un impianto fotovoltaico domestico di riceverne comunque i benefici.
– Studiare e sviluppare sistemi di  immagazzinamento dell’energia, sia su scala utility, che a livello domestico.
– Favorire una maggiore penetrazione del fotovoltaico integrato su i tetti delle abitazioni.

Il piano si concentrerà anche su microreti e gas naturale; secondo le previsioni elaborate al computer per il 2045, il mix hawaiano dovrebbe includere: 1.215 MW di tetti solari,  36 MW di fotovoltaico in feed-in-tariff, 872 MW di fotovoltaico su scala utility, 529 MW di energia eolica onshore, 800 MW di energia eolica off-shore, 21 MW di energia idroelettrica e 118 MW di energia geotermica.

giovedì 19 febbraio 2015

Emissioni, le energie rinnovabili europee stanno riducendo la CO2.

  • Emissioni, le energie rinnovabili europee stanno riducendo la CO2

  • Senza l’uso delle green energy, dal 2005 al 2012 il consumo di combustibili fossili nella UE sarebbe stato superiore di circa il 7%.

  • (Rinnovabili.it) – Senza l’impiego delle energie rinnovabili, dal 2005 al 2012 in Europa le emissioni di gas a effetto serra sarebbero cresciute di oltre il 7%, rispetto ai valori effettivi. A rivelare il percorso di decarbonizzazione avviato dall’energia pulita è oggi l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel rapporto “Renewable energy in Europe – approximated recent growth and knock-on effect”. Il documento, come riporta il titolo stesso affronta gli effetti a catena innescato dalla crescita delle fonti alternative e spiega come le tecnologie verdi  in questi anni abbiano aumentato la sicurezza energetica, ridotto le emissioni e posizionato l’Unione in una posizione di leadership sul fronte ambientale. Nel dettaglio gli autori del documento spiegano che senza l’uso delle energie rinnovabili, nei sette anni in questione, il consumo di combustibili fossili nella UE sarebbe stato superiore di circa il 7%. Fotovoltaico, eolico ed idroelettrico hanno fatto le veci soprattutto del carbone, rimpiazzandone il 13% del consumo, mentre in loro assenza l’uso del gas naturale sarebbe stato superiore del 7%. “L’energia rinnovabile – ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA – sta rapidamente diventando una delle grandi storie di successo europee, ma possiamo andare ancora oltre: se sosteniamo l’innovazione in questo settore, le rinnovabili potrebbero diventare un importante motore dell’economia europea, abbattendo le emissioni e creando posti di lavoro.

    L’energia rinnovabile non è stato però l’unico fattore di riduzione delle emissioni di gas serra in Europa. Hanno contribuito anche le politiche e le misure volte a ridurre la CO2 e migliorare l’efficienza energetica. In base alle stime pubblicate dall’Agenzia, il consumo finale di energia da fonti rinnovabili è aumentato in tutti gli Stati membri nel 2013. A livello comunitario, la quota di green energy è arrivata a quasi il 15%, di due punti percentuali sopra al target fissato dalla direttiva sulle energie rinnovabili. In Svezia, Lettonia, Finlandia e Austria le fonti alternative hanno rappresentato più di un terzo del consumo energetico finale nel 2013, prime di una classifica che vede invece agli ultimi posti: Malta, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito (tutti inferiori al 5%).

mercoledì 24 aprile 2013

Google è in prima linea per la creazione di energie rinnovabili. - Emanuele Boncimino

Post image for Google è in prima linea per la creazione di energie rinnovabili.

A Mountain View tengono alla salute del pianeta; sebbene possa sembrare una trovata pubblicitaria, gli investimenti nel campo delle rinnovabili sono arrivati a quasi un miliardo di dollari. I primi accorgimenti derivano dalla creazione di impianti eolici nelle vicinanze dei data center così come l’installazione dei pannelli solari vicino alle sedi amministrative. Questo però è nulla se non si riescono a coinvolgere anche i partner, così Google ha deciso di rendere disponibili le alternative verdi a chi ne faccia richiesta. Per l’occasione è stato creato un documento che riassume i modi e gli obbiettivi che Larry Page e soci perseguono.

La realizzazione di questi piani è giunta a compimento con lo sviluppo del data center di Lenoir. Il progetto è stato accompagnato da un programma di Duke Energy, produttore di energia elettrica, che rifornirà le grandi società alla ricerca di energia verde. L’operazione dovrebbe completarsi in circa tre mesi.
La scelta di bigG e delle compagnie che decideranno di seguire questa strada ha delle ripercussioni su larga scala: la fornitura di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili potrà arrivare anche a soggetti che non hanno le abilità o le risorse per accedervi. 
Anche in questo caso ci sono alcuni ostacoli da affrontare: le strutture deputate alla creazione di elettricità devono essere realizzate dalle società ed in molti casi una commissione statale deve approvare i progetti. Non meno importante è la programmazione che si deve fare nel calcolo tra costi e benefici per la realizzazione dell’impianto.