venerdì 25 ottobre 2013

Reddito garantito: 1.300 euro al mese in Danimarca, 460 in Francia. La mappa. - Marco Quarantelli

Londra


Mentre in Italia giacciono in Parlamento proposte di legge mai discusse, nel resto d'Europa sono in vigore forme di sostegno e sussidi non destinati solo ai disoccupati. Dal modello scandinavo all'esperimento francese, ecco come funzionano e quanto valgono. Ma il primato va all'Alaska (grazie al petrolio). In Brasile povertà dimezzata con il piano di Lula.

L’ultima ad entrare nel club è stata l’Ungheria, nel 2009. Tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa, così come l’Europa chiede fin dal 1992. Strumento pensato per alleviare la condizione di insicurezza di chi vive al di sotto della soglia di povertà, in caso di perdita del lavoro il reddito minimo scatta quando è scaduta l’indennità di disoccupazione (che in Italia è l’ultima tutela disponibile) e il disoccupato non ha ancora trovato un nuovo impiego. Ma nell’Ue ne beneficia anche chi non riesce a riemergere dallo stato di bisogno nonostante abbia un lavoro. Negli ultimi anni la tendenza generalizzata, secondo il rapporto The role of minimum income for social inclusion in the European Union 2007-2010 stilato dal Direttorato generale per le politiche interne del Parlamento Ue, è stata quella di razionalizzare i vari sistemi, cercando di legare più che in passato il sostegno a misure per rafforzare il mercato del lavoro in modo da creare occupazione e ridurre il numero dei beneficiari. Ma il reddito minimo continua ad assolvere alla sua funzione: quella di ultimo baluardo garantito dagli Stati contro l’indigenza.
DANIMARCA - Il modello scandinavo. Informato ai principi dell’universalismo, il sistema danese è tra i più avanzati del continente ed è basato su un pilastro principale: il Kontanthjælp, l’assistenza sociale. Il sussidio è tra i più ricchi: la base per un singolo over 25 è di 1.325 euro (escluso l’aiuto per l’affitto, che viene elargito a parte), che arrivano a 1.760 per chi ha figli. I beneficiari che non hanno inabilità al lavoro sono obbligati a cercare attivamente un’occupazione e ad accettare offerte appropriate al loro curriculum, pena la sospensione del diritto. A differenza della maggior parte degli altri paesi, il sussidio è tassabile. E se ci si assenta dal lavoro senza giustificati motivi, viene ridotto in base alle ore di assenza. Fino al febbraio 2012, poi, esisteva lo Starthjælp, letteralmente “l’indennità di avviamento ad una vita autonoma”, il cui contributo minimo era di 853 euro: il beneficio è stato abolito in un tentativo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema.
GERMANIA – Il modello centroeuropeo. In Germania lo schema di reddito minimo è basato su 3 pilastri: l’Hilfe zum Lebensunterhalt, letteralmente un “aiuto per il sostentamento“, un assegno sociale per i pensionati in condizioni di bisogno (Grundsicherung im Alter) e un sostegno ai disoccupati con ridotte capacità lavorative (Erwerbsminderung). Dal 1° gennaio 2013 il contributo di primo livello (il più alto) è di 382 euro per un singolo senza reddito. Sussidi per l’affitto e il riscaldamento vengono elargiti a parte, come le indennità integrative per i disabili, i genitori soli e le donne in gravidanza. Lo Stato pensa anche alla prole: 289 euro per ogni figlio tra i 14 e i 18 anni, 255 euro tra i 6 e i 14 anni, 224 euro da 0 a 5 anni. La durata è illimitata, con accertamenti ogni 6 mesi sui requisiti dei beneficiari, a patto che chi è abile al lavoro segua programmi di reinserimento e accetti offerte congrue alla sua formazione. Ne hanno diritto i cittadini tedeschi, gli stranieri provenienti da paesi Ue che hanno firmato il Social Security agreement e i rifugiati politici.
REGNO UNITO – Il modello anglosassone. Oltremanica il reddito minimo è garantito da un complesso sistema di sussidi basati sulla “prova dei mezzi”, la misura del reddito dei richiedenti. L’Income Support è uno schema che fornisce aiuto a chi non ha un lavoro full time (16 ore o più a settimana per il richiedente, 24 per il partner) e vive al di sotto della soglia di povertà. Il sostegno ha durata illimitata finché sussistono le condizioni per averlo e varia in base ad età, struttura della famiglia, eventuali disabilità, risorse che i beneficiari hanno a disposizione: chi ha in banca più di 16mila sterline non può accedervi e depositi superiori alle 6mila riducono l’importo del sostegno. Le cifre: i single tra i 16 e i 24 anni percepiscono 56,80 pound a settimana, gli over 24 arrivano a 71,70 (per un totale di circa 300 sterline al mese, pari a 330 euro, contro le 370 del 2007). Un aiuto dello stesso importo garantisce la Jobseeker Allowance, riservata agli iscritti nelle liste di disoccupazione: “Per riceverlo il candidato deve recarsi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostrare che sta attivamente cercando lavoro”. Lo Stato aiuta chi ha bisogno anche a pagare l’affitto e garantisce alle famiglie assegni per il mantenimento dei figli.
FRANCIA – Esperimento di reddito modulare. A due diversi tipi di sostegno rivolti ai disoccupati, si è aggiunto nel 1988 il Revenu Minimun d’Insertion, sostituito nel giugno 2009 dal Revenu de Solidarité Active. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili (in aumento dai 441 del 2007), una coppia con 2 figli 966 euro. E il sussidio, che dura 3 mesi e può essere rinnovato, aumenta con l’aumentare della prole. Perché il sostegno non si trasformi in un disincentivo al lavoro, il beneficiario deve dimostrare di cercare attivamente un’occupazione, partecipare a programmi di formazione e l’importo del beneficio è modulare: man mano che cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio, ma in questo modo il reddito disponibile aumenta.
BUONE PRATICHE
Belgio. Quello belga è un sistema rigido, ma generoso: 725 euro il contributo mensile per un singolo. Con l’inizio della crisi Bruxelles ha, inoltre, aumentato le tutele, adottando nel luglio 2008 per gli anni 2009-2011 l’Anti-Poverty Plan, un’ulteriore serie di misure per garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa, all’energia, ai servizi pubblici. Inoltre il Belgio è tra i paesi che, con Germania e Danimarca, consentono di rifiutare un lavoro perché non congruo al proprio livello professionale senza vedersi sospeso il sussidio (idea affine a quella proposta in Italia da M5S e Sel): un meccanismo studiato per contrastare quella fascia di lavori a bassa qualificazione che prolifera in conseguenza dell’obbligo di accettare un impiego per non perdere il sostegno.
 
Irlanda. Anche quello irlandese figura tra i sistemi più generosi: 849 euro il contributo massimo per un singolo. E grazie al Back to Work Allowance nell’isola un disoccupato che intraprende un’attività lavorativa continua ad usufruire dei sussidi per diversi mesi dopo l’avvio del lavoro. Anche se si riprendono gli studi si può richiedere un sostegno al reddito grazie al Back to study Allowance. 

Olanda.
 I Paesi Bassi, invece, oltre ad avere un sistema di manica larga con singoli (617 euro il contributo mensile massimo) e famiglie (1.234 euro, sia che si tratti di coppie sposate che di coppie di fatto, con figli e senza) hanno messo a punto il Wik, una misura specifica per gli artisti, studiata per garantire una base economica a chi si dedica alla creazione artistica.
 
RISULTATI. Secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea basato sui report nazionali dello Eu Network of National Independent Experts on Social Inclusion, sono rari i casi in cui il reddito minimo “riduce sensibilmente i livelli aggregati di povertà”: “i paesi che meglio riescono ad elevare le condizioni dei loro cittadini più deboli verso la soglia di povertà sono Irlanda, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca”. Svolge, invece, un ruolo importante “nel ridurre l’intensità della povertà”. 
 
ESPERIMENTI NEL MONDO: IL REDDITO DI CITTADINANZA IN ALASKA E BRASILE. A differenza del reddito minimo, il reddito di cittadinanza, in inglese basic income, è una forma universalistica di sostegno del reddito garantita dallo Stato a tutti i cittadini maggiorenni a prescindere dai loro averi e dalla loro disponibilità a lavorare. Secondo la Global Basic Income Foundation, l’unico paese al mondo in cui esiste un reddito di cittadinanza è l’Alaska. Dal 1982 l’Alaska Permanent Fund, nel quale confluisce almeno il 25% dei proventi dei giacimenti di petrolio e gas dello Stato, garantisce un dividendo a tutti i cittadini residenti da almeno un anno. L’importo varia in base a proventi annui del settore minerario: nel 2011 è stato di 1.174 dollari, nel 2008 aveva toccato i 2.100. E si tratta di un sostegno individuale, quindi una famiglia composta da 5 persone riceverà 5 sussidi. Il Brasile, invece, si è dotato di un basic income, la Bolsa Familia, con la legge n. 10.835/2004 promulgata dal presidente Lula l’8 gennaio 2004. In base ai dati della Banca Mondiale, in questi anni la percentuale di persone che vivevano sotto la soglia della povertà (fissata nelle parti più ricche del mondo emergente a 4 dollari al giorno) è scesa dal 42.84%, del 2003 al 27.60% del 2011. E, secondo il Ministero per lo Sviluppo Sociale, il budget per il programma sarà portato dai 10,7 miliardi di dollari del 2012 a 12,7 nel 2013.

Legge elettorale, Napolitano convoca maggioranza e governo per la riforma.

Giorgio Napolitano


Il presidente della Repubblica ha ribadito l'importanza di intervenire il prima possibile sulla riforma del testo. All'incontro al Quirinale hanno partecipato oltre ai ministri anche i capigruppo. Lega: "Inaudito". Grillo: "Chiederemo impeachment". Dal Quirinale fanno sapere: "Verranno ascoltati anche i gruppi di opposizione".

“Fate presto”. Sono le parole che Napolitano ha pronunciato davanti ai ministri e ai capigruppo della maggioranza al Senato per “spingerli alla riforma della legge elettorale“. Convocati per un vertice d’urgenza  intorno alle 11 al Quirinale sono stati i ministri Dario Franceschini e Gaetano Quagliariello, insieme ai capigruppo Luigi Zanda del Pd, Renato Schifani del Pdl e Gianluca Susta di Scelta Civica e la presidente della commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro. Una scelta che non è per niente piaciuta all’opposizione. “Inaudito”, ha tuonato la Lega. Mentre Beppe Grillo dal palco di Trento ha promesso: “Chiederemo l’impeachment”. Tanto che in serata fonti del Quirinale fanno sapere che Napolitano “si riserva di ascoltare i vari gruppi di opposizione, nelle modalità più opportune”.
Il Capo dello Stato, nell’incontro con gli esponenti della maggioranza,  ha ribadito la necessità di intervenire nel merito della legge elettorale il prima possibile. “Non è ammissibile che il Parlamento naufraghi ancora nelle contrapposizioni e nell’inconcludenza”. La riforma della legge elettorale deve essere fatta, secondo Napolitano, prima del “limite estremo” del 3 dicembre, quando la Consulta si riunirà per valutare l’incostituzionalità del Porcellum. Per allora, è persuaso anche il premier Enrico Letta, almeno una delle Camere dovrà aver votato una nuova legge. E’ in gioco, osserva il capo dello Stato, “la dignità del Parlamento”.
Ma la mossa del presidente della Repubblica ha scatenato la reazione di Lega e Movimento 5 stelle. “Inaudito e inaccettabile“, ha detto Roberto Calderoli, “con il voto di ieri, la Lega ha dimostrato con il 100% delle presenze dei suoi senatori di essere l’unica forza a volere veramente le riforme, ivi compresa quella elettorale ma altrettanto ritengo assolutamente non previsto dalla Costituzione il vertice di maggioranza che di fatto ha convocato oggi il presidente Napolitano al Quirinale. Però non spetta certo al Capo dello Stato convocare vertici di maggioranza soprattutto in relazione a una materia squisitamente parlamentare come la materia elettorale. Il Senato lavorerà per cambiare la legge elettorale per volontà politica e non per indebite pressioni o sotto ricatto del 3 dicembre tenuto conto anche del pronunciamento della Corte europea del marzo del 2012 che ha respinto i ricorsi avversi l’attuale legge elettorale”. Duro anche Beppe Grillo, che ha accusato Napolitano di avere incontrato “Pdl e Pd-l, senza convocare il Movimento 5 Stelle, quindi escludendo 9 milioni di persone”. E mettendo in guardia dal rischio di passare “dal porcellum al napolitanellum”, ha spiegato che il M5S “ha già incaricato i propri avvocati di preparare l’impeachment per il capo dello Stato”. 
In serata dal Quirinale è trapelata la notizia che “Napolitano si riserva di ascoltare i vari gruppi di opposizione, nelle modalità più opportune”. Il pressing del Colle dura da giorni. Con lui il governo. Tanto che il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello lo aveva detto chiaro e tondo, nell’Aula del Senato: di fronte alla “Caporetto” di un nuovo “fallimento” in Parlamento, “credo che il governo, con tutte le cautele, debba intervenire”. Si starebbe infatti pensando, trapela da fonti della maggioranza, non certo a un decreto, quanto a un ddl di iniziativa governativa. E nei prossimi giorni sarebbero previsti degli incontri nell’esecutivo per fare il punto, visto che la prossima settimana viene considerata “decisiva” sul fronte della legge elettorale.

Lampedusa: ma chi se ne frega dei naufraghi?! - Jacopo Fo

Una scelta incivile da parte dei poteri dello Stato che mi appariva un delirio burocratico senza motivo. Una cattiveria stupida. Ora, grazie a una dichiarazione confidenziale, rilasciata da un funzionario che desidera restare anonimo, sono riuscito a scoprire perché lo Stato sceglie di lasciare questi disperati in condizioni bestiali. Si tratta di una questione di ordine pubblico che discende da un ragionamento che ha dell’incredibile: siccome i rifugiati vivono in condizioni orribili si temono reazioni violente, e siccome le tende sono dotate di paletti tubolari di sostegno, si teme che gli extracomunitari organizzino un contingente di falange macedone grazie all’uso dei suddetti paletti come lance.
Ora soprassediamo sul fatto che le moderne tende non hanno più paletti di sostegno ma sottili asticciole flessibili, vorrei che si meditasse per un nano secondo sull’enormità dell’idiotismo contenuto in questo ragionamento. Sapendo che le condizioni di vita inumane possono scatenare violenze non mi preoccupo di rendere migliori le condizioni di vita dei migranti e scongiurare così il pericolo di reazioni violente (dando tende, quantomeno) ma mi preoccupo invece di diminuire la possibilità dei profughi di formare unità combattenti dotate di armi improprie medioevali…Come se nel centro non ci fossero comunque pietre, pali, gambe di tavoli e molto altro con cui volendo si potrebbe scatenare una battaglia tecnologicamente primitiva.
Detto questo vorrei osservare il fatto che i media sono veramente un’organizzazione per seppellire le notizie essenziali. Dopo le lacrime artificiali in occasione del massacro che si è consumato nel Mediterraneo, se ne sono fottuti di quel che è successo e sta succedendo agli scampati. Irrilevante è apparsa la follia di negare un’ospitalità decente, non interessante l’assurdo del rifiuto di accettare tende persino dal Papa…Dietro a questo comportamento non ci sono solo un cinismo e una mancanza di generosità vomitevoli. C’è anche la non comprensione del fatto che questa logica sado-burocratica è tra le prime ragioni della crisi economica italiana e è alla radice del potere della casta che possiede la bacchetta magica per salvare gli “amici” dalla piovra burocratica ed è il burosadismo l’elemento che più spaventa gli investitori stranieri, che ben sanno che la burocrazia rende la libertà di impresa nel nostro paese condizionata dalla corruzione.
Ma i media italiani sono in buona compagnia: nelle richieste dei sindacati la lotta alla burocrazia sta all’ultimo posto, così come nei programmi di Pd, Sel e M5 Stelle. Nell’incazzatura della gente invece la burocrazia sta ai primi posti. Ma poi nei cortei questa questione scivola in fondo alla hit parade. Comunque un segnale positivo c’è. Per due anni in cima alle rivendicazioni dei progressisti c’era la patrimoniale, mitico provvedimento capace di risolvere tutti i problemi. Obiettivo che condivido, che può rastrellare denaro per interventi urgenti, ma che non va a incidere sulla competitività italiana, gli investimenti stranieri e l’occupazione. Nelle ultime due settimane è esplosa la visibilità di un altro obiettivo: il taglio degli sprechi. E già è un passo avanti perché significa aver compreso che lo spreco e l’inefficienza sono intimamente legati alla corruzione. Una torta che vale 60 miliardi di euro all’anno. Cioè una quantità di denaro enormemente superiore da quella che si potrebbe ottenere con la più violenta delle patrimoniali e il doppio di quel che ci servirebbe per sanare i conti e dare ai disperati un salario d’emergenza.
Vedrete che prima o poi l’idea che la burocrazia sia una mostruosa tassa nascosta e che toglierla farebbe volare l’economia, si farà strada. Forse nel 2017. (In Francia e in Germania, e in molti altri paesi civili, i permessi di tutti i tipi, compresi quelli edilizi, vengono dati in 30 giorni. O ti dicono di sì o ti dicono di no…Poi se vai di un millimetro fuori da quel che hai diritto, ti spianano con la ruspa e ti mettono in galera! E non ci sono indulti, amnistie, cavilli, che tengano. Prova a immaginare una cosa così in Italia. Prova solo a immaginarla.)
Ps. Apprendo ora che un mio conoscente, che aveva costruito con dedizione un’azienda innovativa nel settore delle case ecologiche, è fallito miseramente nonostante l’alta qualità dei suoi manufatti, perché non gli sono stati pagati dallo Stato lavori per 3 milioni di euro realizzati a L’Aquila. Avrebbe potuto ottenere l’anticipo del credito dalle banche ma è caduto in un vortice di cavilli burocratici e controcavilli. Poi è stato investito da un cavallo burocratico che l’ha schiacciato definitivamente. Onore agli imprenditori caduti per mano della Mafia Burocratica.
E adesso una buona notizia. Aria nuova a Messina. Renato Accorinti, nuovo sindaco espresso dalla società civile, racconta in una conferenza stampa i primi 100 giorni della nuova amministrazione. Grandioso quel che dice e il suo spirito. Finalmente si vede che un’altra politica è possibile. La ripresa è un po’ carente ma quel che dice vale la pena. Una pillola di ottimismo. Ricordo che la vittoria elettorale di Messina nasce da un associazionismo anomalo per la sua concretezza. Nel 2007 a Messina capirono le possibilità offerte dal conto energia, organizzarono un consorzio di associazioni e cooperative sociali di Messina e di Reggio Calabria, si fecero affidare tetti pubblici e costruirono un grande impianto fotovoltaico diffuso che oggi dà mensilmente denaro per le attività solidali. Perché la gran parte delle associazioni e cooperative sociali che avrebbero potuto imitare la loro azione non lo hanno fatto? C’è uno scatto di mentalità tra questi compagni e la maggioranza del movimento progressista italiano, ancora fermo a forme di azione politica e sociale poco efficaci. 

Diffondiamo la verità.



La Repubblica accusa lo staff legale del gruppo consiliare M5S LAZIO di un presunto conflitto d'interesse. BALLE!Vogliono solo nascondere questa nostra denuncia gravissima: http://goo.gl/Q2TVQt

"Il 18 ottobre l’edizione romana di Repubblica ha pubblicato un articolo in cui si accusa lo staff legale del gruppo consiliare M5S LAZIO di un presunto conflitto d’interesse perché, secondo il consigliere Vincenzi e l’autore del testo, i nostri avvocati sarebbero dipendenti del consiglio regionale e non potrebbero presentare esposti contro l’istituzione per cui lavorano.

In un mondo normale il giornalista si informerebbe prima di scrivere e vedrebbe che i contratti sono firmati con il gruppo consiliare e non con il consiglio regionale del Lazio e capirebbe che parlare di conflitto d’interesse non ha senso. 

Tutto questo perché il nostro staff legale ha presentato un paio di esposti alla Corte dei Conti ed al Tar in cui si denunciano le violazioni sistematiche di norme di legge sulle molteplici assunzioni di dirigenti, consulenti esterni e collaboratori della giunta Zingaretti. 

Questi attacchi ci lusingano perché sintomo del nostro aver centrato il bersaglio. Avanti così!" M5S Lazio

Diffondete la verità!

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Andrea Scanzi.

Andrea Scanzi

Ogni giorno Napolitano regala nuove pagine di leggenda. 
Ieri, con ormai navigato sprezzo delle regole, ha ricevuto Quagliariello, Franceschini, Finocchiaro, Zanda, Schifani e Susta. 
Due ministri, la Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e i tre capigruppo della maggioranza. 
Un bel gruppetto di fenomeni. 
Oggetto dell'adunanza: fare la nuova legge elettorale, ovviamente come vuole Napolitano, e altrettanto ovviamente senza nemmeno interpellare i rappresentanti di M5S, Sel, Lega e Fratelli d'Italia. 
Tra un monito e una intercettazione, l'infaticabile comunista di destra Napolitano ha un'idea di democrazia molto sbarazzina: decide solo lui. 

Comanda solo lui. 
E chi si lamenta - sempre pochi, sempre gli stessi - è un eversivo. 
Per dirla alla toscana, e noi toscani siamo imperdonabilmente grevi, ormai manca solo che Re Giorgio ci chieda una fettina di culo. 
Prospettiva, va da sé, che esalterebbe quasi tutta la stampa italiana. 

Con viva e vibrante soddisfazione.

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Calcoli renali.



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