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mercoledì 15 giugno 2022

Il Papa insiste: “La Nato ha abbaiato alla Russia”. Ma il dialogo è in stallo. - Francesco A. Grana

 

Papa Francesco non ci sta a continuare ad assistere all’invasione della Russia in Ucraina. Bergoglio è tornato a condannare con maggiore fermezza il Cremlino: “La guerra in Ucraina è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione. Ma qui il quadro si presenta più complesso per il diretto intervento di una ‘superpotenza’, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”. Parole calibrate attentamente dalla Segreteria di Stato vaticana e che rispecchiano l’attuale posizione del Papa e della Santa Sede visto il prolungarsi del conflitto senza alcuna possibilità di mediazione.

Quella in Ucraina è stata definita da Francesco “una nuova sciagura” che è “destinata a imporre al mondo uno scenario diverso”. Una condanna netta: “Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli. Deportazione di migliaia di persone, soprattutto bambini e bambine, per sradicarle e imporre loro un’altra identità”. Da Casa Santa Marta, residenza di Bergoglio, fanno sapere di essere ben consapevoli che una condanna così netta della Russia non può, al momento, aprire spiragli di dialogo con la Santa Sede che pure il Papa ha cercato e auspicato fin dall’inizio della guerra. Ma da parte del Cremlino le risposte, finora, sono sempre state molto tiepide.

Quasi un mese fa, il 19 maggio scorso, ricevendo in Vaticano a porte chiuse i direttori delle riviste culturali europee dei gesuiti, Francesco è stato molto chiaro: “Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli”.

Bergoglio aveva raccontato anche che “un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: ‘Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro’. Ha concluso: ‘La situazione potrebbe portare alla guerra’. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo”. Parole che il Papa aveva rivelato in un colloquio, anch’esso privato, con il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, pubblicato il 3 maggio scorso: “Forse l’abbaiare della Nato alla porta della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto”. Una posizione, come rilevano nei sacri palazzi, espressa più volte dall’ex cancelliere tedesco Angela Merkel.

Un ampio estratto del colloquio del Papa con i gesuiti è stato pubblicato sulla Stampa suscitando la protesta del direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, che ne ha curato la trascrizione riportata integralmente sul sito della sua rivista. Su Twitter, infatti, il sacerdote ha rivelato di aver protestato con il quotidiano per il titolo: “Il Papa, preghiera per la pace. ‘Ma la Nato ha provocato Putin’”. “Purtroppo quel titolo virgolettato è fasullo. Ho protestato con La Stampa. Nella conversazione non c’è infatti”. Trascrizione, precisano tra le sacre mura, che è sfuggita ai normali controlli della diplomazia vaticana che si è sempre mossa su binari ben diversi, cercando di tenere aperti i canali con la Russia e l’Ucraina. Francesco auspica, inoltre, un nuovo faccia a faccia con il Patriarca di Mosca Kirill: “Spero di incontrarlo in occasione di un’assemblea generale in Kazakistan, a settembre. Spero di poterlo salutare e parlare un po’ con lui”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/06/15/il-papa-insiste-la-nato-ha-abbaiato-alla-russia-ma-il-dialogo-e-in-stallo/6627454/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2hlP91-ZbQe1MnGjrexrTn1CfngK0mhoNdjld1QofnBETuEjKszLnQhkM#Echobox=1655275193

domenica 19 settembre 2021

Bergoglio nemico di donne e gay. - Cinzia Sciuto



Nelle recenti dichiarazioni il pontefice ribadisce la linea della Chiesa: l’aborto è omicidio e il matrimonio è solo fra uomo e donna.

Quando papa Bergoglio è in alta quota perde i freni inibitori che a terra lo fanno essere prudente e circospetto, e si lascia andare a dichiarazioni sperando forse che rimangano fra le nuvole. E invece le sue parole atterrano con lui. E sono parole pesanti che smentiscono ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la vulgata del papa “progressista”. Certo, per scoprire cosa ha detto bisogna leggere i giornali giusti: l’AvvenireLiberoil Foglio. Già, perché la Repubblica e il Corriere della Sera, comprensibilmente in imbarazzo giacché da anni strombazzano la narrazione del papa progressista, titolano sulla parte più innocua del discorso del papa, quella sul cardinale Burke, novax finito in terapia intensiva.

E allora, rivolgiamoci alla fonte più autorevole per vedere invece le cose più significative che ha detto il papa. Il titolo dell’Avvenire non può essere più chiaro: “Il Papa: l’aborto è omicidio. Il matrimonio solo tra uomo e donna”. E riporta le testuali parola di Bergoglio: “L’aborto è più che un problema, è un omicidio. Chi fa un aborto uccide. Nei libri di embriologia alla terza settimana del concepimento tutti gli organi sono già formati. È una vita umana e va rispettata. Principio chiaro. E a chi non lo capisce farei due domande: è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Scientificamente è una vita umana. E per questo la Chiesa è così dura su questo argomento, perché se accettasse questo, è come se accettasse l’omicidio quotidiano”.

La storia del sicario (che sarebbe il medico che fa abortire una donna) è già stata usata da questo papa, niente di nuovo dunque. E il richiamo alla scienza è francamente del tutto strumentale: la scienza descrive un percorso biologico che inizia con l’incontro di due gameti e si conclude con la nascita di un bambino. Introdurre discontinuità in questo percorso è una scelta etica che va compiuta alla luce di diverse considerazioni (a partire dalla tutela della salute e della autonomia di chi una vita umana piena e compiuta lo è già, ossia la donna che la vita umana in formazione porta in grembo). Le parole del papa, pronunciate a pochi giorni dall’approvazione di una agghiacciante legge sull’aborto in Texas, che di fatto rende illegale l’aborto in qualunque circostanza (incluso stupro e incesto) oltre la sesta settimana (quando una donna spesso non sa neanche di essere incinta), chiariscono ancora una volta come la libertà, l’autodeterminazione e la libertà delle donne non abbiano posto nella dottrina della Chiesa.

Quanto al matrimonio, ecco le parole del papa: “Il matrimonio è un sacramento e la Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Ma ci sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente di orientamento sessuale diverso. È importante che vengano aiutati, ma senza imporre cose che per la loro natura nella Chiesa non vanno. Se una coppia omosessuale vuole condurre la vita insieme, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dargli sicurezza di eredità, di salute. I francesi hanno una legge su questo non solo per gli omosessuali, ma per tutti coloro che vogliono associarsi, ad esempio tre vedove che vogliono vivere insieme. Ma il matrimonio è matrimonio, è l’unione tra un uomo e una donna”. Il ragionamento di Bergoglio è ineccepibile sul piano dottrinale: per la Chiesa il matrimonio è un sacramento ed è possibile solo fra uomo e donna. Bene. Peccato che al papa sfugga che il matrimonio prima di essere un sacramento è un istituto civile ed è lo Stato, non la Chiesa, a stabilirne le caratteristiche. Non si vede dunque per quale motivo lo Stato non dovrebbe aprire il suo istituto agli omosessuali, come già in altri Paesi, lasciando naturalmente la Chiesa libera di celebrare il matrimonio religioso fra chi vuole lei. La confusione sul punto, specie in Italia, è alimentata anche dal fatto che nel nostro Paese i due istituti – il matrimonio civile e quello religioso – sono distinti sul piano del diritto, ma spesso coincidono sul piano temporale. Grazie al matrimonio concordatario, infatti, i preti sono investiti del ruolo di ufficiali civili e di norma in Italia contestualmente al matrimonio religioso (cattolico) viene celebrato quello civile. Val la pena ribadire che questa è un’anomalia che riguarda solo alcuni Paesi, fra cui l’Italia appunto. In altri Stati i due istituti rimangono separati e il matrimonio civile viene celebrato nelle sedi civili, di fronte a funzionari civili, di norma prima dell’eventuale rito religioso. Che agli occhi dello Stato, dunque, non ha nessun valore.

Chi sostiene la vulgata del papa progressista di fronte a queste posizioni palesemente reazionarie di solito risponde che ok è vero, Bergoglio è un tantinello conservatore sul fronte dei diritti civili, ma vuoi mettere sui diritti sociali? Chi è che ormai difende i diritti dei lavoratori? Chi è che si schiera in difesa della madre terra? Su questo punto due brevi osservazioni: la prima è che la distinzione fra cosiddetti diritti “civili” e “sociali” fa acqua da tutte le parti. Una donna lavoratrice che di fronte a una gravidanza indesiderata non sa cosa fare dovrebbe essere tutelata nella sua interezza: come lavoratrice senza l’incubo di sentirsi sotto ricatto e come donna pienamente in grado di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. La seconda osservazione è che il presunto progressismo sociale di Bergoglio è esso stesso una grande illusione. Come ha argomentato Marco Marzano, “su questo terreno la Chiesa si limita infatti ad auspicare che nella società non si producano conflitti insanabili, che i ricchi siano capaci di misericordia per i poveri, che le classi e i gruppi sociali convivano in armonia e senza troppe lacerazioni, che le persone non si impegnino così tanto a fare affari al punto di dimenticarsi di Cristo e soprattutto della sua sposa”. Soprattutto continua Marzano, “questo non è mai il terreno delle scomuniche o delle condanne esplicite”, come invece accade quando a essere in gioco sono i cosiddetti temi etici. Qui la Chiesa è pronta a scendere in campo con tutta la sua forza. E ne ha ben diritto, sia chiaro. Che sia però anche chiaro che, per chi ha a cuore i diritti (senza aggettivi), si tratta di un’avversaria.

(credit foto ANSA / Tiziana FABI / POOL / AFP)

MicroMega

giovedì 3 ottobre 2019

Il Papa nomina l’ex procuratore di Roma Pignatone presidente del tribunale Vaticano.

Il Papa nomina l’ex procuratore di Roma Pignatone presidente del tribunale Vaticano

La nomina dell'esperto magistrato - in pensione dal maggio scorso - arriva nel day after dell'ultimo scandalo che ha sconvolto lo Stato Pontificio. Ieri cinque dirigenti vaticani sono stati sospesi a seguito dell’inchiesta sulle operazioni finanziarie illecite a San Pietro.
C’è un nome d’alto profilo che varcherà i confini dello Stato Pontificio per andare a presiedere il tribunale di Città del Vaticano. È quello di Giuseppe Pignatone, l’ex procuratore della Repubblica di Roma. Papa Francesco ha deciso di affidare al magistrato siciliano il posto del precedente presidente Giuseppe Dalla Torre. Una nomina che arriva nel day after dell’ultimo scandalo che ha sconvolto lo Stato Pontificio. Ieri cinque dirigenti vaticani sono stati sospesi a seguito dell’inchiesta sulle operazioni finanziarie illecite a San Pietro. Solo due giorni fa erano arrivati i sequestri effettuati dai pm della Santa Sede su documenti e apparati elettronici negli uffici della prima sezione della Segreteria di Stato e dell’Autorità di Informazione Finanziaria.
Ieri a essere sospesi dal Vaticano “cautelativamente dal servizio” sono due dirigenti apicali e tre dipendenti. Si tratta di monsignor Mauro Carlino, recentemente nominato da Papa Francesco capo ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato; Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità d’Informazione Finanziaria, genero dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, di cui ha sposato la figlia Valeria Maria; Vincenzo Mauriello, minutante dell’ufficio del protocollo della Segreteria di Stato; Fabrizio Tirabassi, minutante dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato; e Caterina Sansone, addetta di amministrazione della Segreteria di Stato.
È in questi giorni convulsi che in Vaticano arriva il magistrato che a Roma ha scoperto e portato a processo Mafia capitale “Cosa farò da domani? E chi lo sa? Di sicuro avrò tanto tempo a disposizione per leggere, ma non si escludono sorprese”, aveva detto Pignatone nell’ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione, l’8 maggio scorso. La fine di una carriera lunga 45 anni, dedicata alla lotta alla mafia: da Cosa nostra a Mafia capitale. In mezzo la condanna dell’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, la svolta sul caso di Stefano Cucchi e la forte volontà di far luce sul sequestro e l’uccisione di Giulio Regeni in Egitto. Nato a Caltanissetta nel 1949, Pignatone entra in magistratura nel 1974: prima pretore nella sua città natale, poi sostituto procuratore a Palermo a partire dal 1977. Dove negli anni ’80 mette sotto inchiesta il sindaco Dc Vito Ciancimino, poi condannato per mafia a sette anni.

venerdì 5 luglio 2019

Putin a Roma fa aspettare tutti, 'Ma con l'Italia c'è intesa.'


Giuseppe Conte e Vladimir Putin, durante la cena alla fine dell'incontro a Villa Madama, Uff. Stampa Palazzo Chigi.

La capitale blindata per l'occasione. Lungo colloquio con il Papa, poi incontra Mattarella e Conte.


Dopo oltre due ore è terminata la cena a Villa Madama tra le delegazioni italiana e russa. Alla cena, oltre al presidente russo Vladimir Putin e al premier Giuseppe Conte, hanno partecipato i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il suo omologo russo Sergej Lavrov. Al termine della cena Putin è andato allo scalo di Fiumicino dove ha incontrato Silvio Berlusconi.
Menù di pesce e tavoli dedicati all'arte italiana alla cena italo-russa a Villa Madama, che vede assieme il presidente russo Vladimir Putin, il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. "L'incontro tra il pescato e il crostacei con dadolata di mela verde e pesca" figura come antipasto. Come primo piatto sono servite mazzancolle con moscardini, gamberetti e scorfano mentre come secondo a tavola arriverà una spigola agli agrumi accompagnata da un flan di verdure di campo. Come dessert il menù presenta fragoline di bosco con gelato alla vaniglia, prima del caffè finale. E ciascun tavolo presenta il nome di un grande pittore italiano: da Raffaello a Pinturicchio, da Tiziano a Leonardo fino a Caravaggio.
"Abbiamo confermato l'eccellente stato delle nostre relazioni bilaterali, nonostante il permanere delle condizioni che hanno condotto al deterioramento delle relazioni con l'Ue e quindi alle sanzioni. In un momento delicato per l'economia globale è di reciproco interesse" una buona relazione tra i due Paesi. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il presidente russo Vladimir Putin.
"Riteniamo che Mosca sia un attore ineludibile per individuare soluzioni nelle principali crisi regionali. Con Putin siamo d'accordo sul fatto che queste soluzioni, per essere sostenibili, devono essere politiche". Lo afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa.
"Noi riteniamo che le sanzioni siano un fine, riteniamo che sia un regime transitorio e l'Italia lavora perché si creino le premesse per un superamento di questo stato di rapporti tra l'Ue e la Russia che non fa bene alla Russia, all'Ue e nemmeno all'Italia che potrebbe aumentare le relazioni commerciali. Per raggiungere questo obiettivo, cui l'Italia è devota, occorre che maturino le circostanze e noi lavoreremo per questo", ha affermato Conte.
Comprendiamo che l'Italia è legata con gli impegni europei e non abbiamo nessuna pretesa rispetto agli amici italiani ma speriamo che l'Italia sulle sanzioni porti avanti la posizione di un ritorno dei rapporti a 360 gradi con la Russia". Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa congiunta con il premier Giuseppe Conte. "Siamo grati all'Italia per la posizione che consiste nel fatto che bisogna ristabilire il regime pieno dei rapporti tra Usa e Russia", aggiunge.
Il premier italiano ha accolto Putin nel cortile di Palazzo Chigi dove il presidente russo è entrato con la Aurus, la macchina presidenziale del numero uno del Cremlino. I due, dopo una stretta di mano, si sono intrattenuti per un paio di minuti per uno scambio di battute, prima di ascoltare il picchetto d'onore composto dai Carabinieri e dai lancieri di Montebello. Putin è arrivato a Palazzo Chigi con un'ora e trenta di ritardo rispetto all'agenda iniziale.
Putin ha lasciato il Quirinale, dopo l'incontro con il presidente Sergio Mattarella.

Tra Russia e Italia "i rapporti bilaterali sono ottimi". E' quanto riferiscono fonti del Quirinale al termine dell'incontro tra il presidente Sergio Mattarella e il presidente russo Vladimi Putin. I rapporti bilaterali, si è appreso da fonti del Quirinale, rimangono quindi ottimi nonostante il raffreddamento delle relazioni tra la Federazione e l'Occidente dovuta alle diverse valutazioni sull'Ucraina.

E' stata registrata una "preoccupazione comune per la guerra civile in Libia e il conseguente ritorno del terrorismo islamico battuto in Siria". Lo fanno sapere fonti del Quirinale al termine del colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e il presidente Vladimir Putin. E' stata anche evidenziata l'importanza della stabilità libica per l'Italia e per l'Europa. Da parte russa si è sottolineata la diversa posizione dei Paesi vicini sulla soluzione politica.

Il presidente russo ha avuto in tarda mattinata un colloquio con papa Francesco e successivamente col cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. La visita è durata in tutto circa un'ora e 45 minuti. "Grazie per il tempo che mi ha dedicato e per il discorso molto sostanzioso e interessante", ha detto il presidente russo Vladimir Putin al Papa al momento di congedarsi. "Preghi per me", gli ha detto a sua volta Francesco.
LA GIORNATA - Dopo essere atterrato a Fiumicino il presidente è stato ricevuto in udienza da papa Francesco. Il corteo di auto, proveniente direttamente da Fiumicino, è giunto in Vaticano attraversando Piazza San Pietro e l'Arco delle Campane, per raggiungere quindi il Cortile di San Damaso. Qui Putin e il suo seguito, in presenza del picchetto d'onore della Guardia Svizzera, sono stati accolti dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein, che poi li accompagna all'ascensore per salire alla Terza Loggia e all'incontro col Pontefice. Il presidente russo Vladimir Putin è stato accolto da papa Francesco al suo arrivo nella Sala del Tronetto dell'Appartamento pontificio con una calorosa stretta di mano.Quello di oggi è stato il terzo incontro in Vaticano tra papa Francesco e Vladimir Putin. Il primo fu il 25 novembre 2013 e il secondo il 10 giugno 2015. Ma in tutto le udienze avute da Putin con tre Papi in 19 anni salgono a sei, dato che il 6 giugno 2000 e il 5 novembre 2003 incontrò anche Giovanni Paolo II e il 13 marzo 2007 Benedetto XVI, tanto da diventare in assoluto uno dei più 'assidui' capi di Stato in visita Oltretevere.
Il leader del Cremlino, atterrato con quasi mezz'ora di ritardo, è arrivato in Vaticano per l'incontro con il Papa quasi un'ora dopo l'orario previsto. Il ritardo si è quindi accumulato ulteriormente, di almeno un'ora e dieci, all'arrivo di Putin al Quirinale, previsto inizialmente tra le 14.45 e le 15. Putin è noto per far aspettare i suoi interlocutori e ospiti illustri, dal presidente americano Donald Trump alla cancelliera tedesca Merkel, dalla regina Elisabetta allo stesso papa Francesco, tutti "vittime" dei suoi lunghi ritardi. Solo con il leader nordcoreano Kim Jong-un si è presentato non solo puntuale ma con 30 minuti di anticipo in un recente incontro a Vladivostok. Nel cortile d'onore sono risuonati gli inni nazionali dei due Paesi mentre veniva issata sul Torrino del Quirinale la Bandiera della Federazione russa.

martedì 30 maggio 2017

Basta la parola. - Alessandra Daniele




Dopo essersi scagliato varie volte contro i mercanti d’armi, Papa Bergoglio la settimana scorsa ha ricevuto in pompa magna il più grosso mercante d’armi del mondo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il quale, dopo aver piazzato 110 miliardi di dollari di armi ai principi sauditi, maggiori sponsor del terrorismo islamista, gli ha raccomandato con un solenne discorso ufficiale di combattere il terrorismo islamista.
Basta la parola.
Quello che s’è svolto in Vaticano è stato dal punto di vista mediatico una specie d’incontro fra materia e antimateria. 

Se Donald Trump è unanimemente disprezzato dai media main stream, che tifano per il suo impeachment con una furia da ultras, Papa Bergoglio gode d’una estasiata idolatria indiscussa. Persino fra gli opinionisti atei solitamente mangiapreti è considerato un imprescindibile obbligo sociale adorarlo, e dichiararlo l’unico leader credibile del pianeta, l’unica speranza di riscatto per i poveri e i perseguitati.
Se Wojtyla era famoso ma controverso come una rockstar, Bergoglio in arte Francesco non è nemmeno in discussione. È santo subito. A prescindere.


Ma perché i media mainstream ci tengono tanto a santificare qualcuno che dice cose apparentemente così contrarie all’establishment? Perché le dice, ma non le fa.
Al netto di slogan e gadget tipo la Misericordina, quali sostanziali cambiamenti concreti il suo pontificato ha davvero portato finora?


La Chiesa ha rinunciato alle sue ricchezze terrene per devolverle ai poveri, aprendo i propri palazzi a profughi e rifugiati?
No.


Non ha nemmeno rinunciato all’otto per mille, né alle detrazioni fiscali.


La Chiesa ha abolito il malsano celibato obbligatorio per i consacrati, ha aperto al sacerdozio femminile, ha smesso di definire l’aborto un infanticidio?
Macché.


Non ha nemmeno smesso di fare pressioni indebite sul parlamento italiano, cercando di soffocare le poche già esili leggi sui diritti civili.


Forse però aspettarsi mutamenti così radicali è troppo. Bisogna accontentarsi d’un repulisti, una Mani Pulite oltretevere. Almeno quella c’è stata?
Figuriamoci.


La narrazione, come sempre in questi casi, è che Papa Bergoglio ci stia provando, ma non ci riesca perché bloccato dalle gerarchie, dalle burocrazie, dalle consorterie. Dal TAR. Dal CNEL.


Benché nessun autentico rinnovamento stia avvenendo, Bergoglio è quindi considerato comunque un grande rinnovatore, per quello che dice.
Basta la parola.
E così, con la sua fotogenia ruffiana, il gesuita Bergoglio restaura la maschera benevola del potere che Trump con la sua spudorata mostruosità ogni giorno distrugge.
In un mondo nel quale ormai le élite sono giustamente considerate il Nemico, un leader, anzi un sovrano assoluto che riesca a dare l’impressione che il potere non sia un male in sé, purché si trovi nelle mani “giuste”, è in realtà una benedizione per tutti i potenti.


Fonte: www.carmillaonline.com

https://comedonchisciotte.org/basta-la-parola/

sabato 15 novembre 2014

Il Papa: no ad aborto ed eutanasia, i medici cattolici debbono obiettare.



Il Pontefice: «Il pensiero dominante propone una falsa compassione: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto».

Il Papa ribadisce la tradizionale dottrina cattolica su aborto ed eutanasia ed invita i medici cattolici ad adeguarsi. «Il pensiero dominante propone una falsa compassione: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica produrre un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono» ha detto il Santo Padre parlando all’associazione dei medici cattolici. 

Obiezione
Quindi, secondo il Pontefice, i medici cattolici, per essere fedeli «al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio», debbono fare «scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza». Lo ha detto il Papa parlando all’associazione dei medici cattolici”.


Non è un peccato tenere in vita chi Dio ha chiamato a sé?

E non è peccato lasciare che una donna porti a compimento una gravidanza indesiderata, sapendo che non potrà tenere con sé il nascituro?

Anche la chiesa subisce il fascino delle lobby del potere economico?

venerdì 25 ottobre 2013

Lampedusa: ma chi se ne frega dei naufraghi?! - Jacopo Fo

Una scelta incivile da parte dei poteri dello Stato che mi appariva un delirio burocratico senza motivo. Una cattiveria stupida. Ora, grazie a una dichiarazione confidenziale, rilasciata da un funzionario che desidera restare anonimo, sono riuscito a scoprire perché lo Stato sceglie di lasciare questi disperati in condizioni bestiali. Si tratta di una questione di ordine pubblico che discende da un ragionamento che ha dell’incredibile: siccome i rifugiati vivono in condizioni orribili si temono reazioni violente, e siccome le tende sono dotate di paletti tubolari di sostegno, si teme che gli extracomunitari organizzino un contingente di falange macedone grazie all’uso dei suddetti paletti come lance.
Ora soprassediamo sul fatto che le moderne tende non hanno più paletti di sostegno ma sottili asticciole flessibili, vorrei che si meditasse per un nano secondo sull’enormità dell’idiotismo contenuto in questo ragionamento. Sapendo che le condizioni di vita inumane possono scatenare violenze non mi preoccupo di rendere migliori le condizioni di vita dei migranti e scongiurare così il pericolo di reazioni violente (dando tende, quantomeno) ma mi preoccupo invece di diminuire la possibilità dei profughi di formare unità combattenti dotate di armi improprie medioevali…Come se nel centro non ci fossero comunque pietre, pali, gambe di tavoli e molto altro con cui volendo si potrebbe scatenare una battaglia tecnologicamente primitiva.
Detto questo vorrei osservare il fatto che i media sono veramente un’organizzazione per seppellire le notizie essenziali. Dopo le lacrime artificiali in occasione del massacro che si è consumato nel Mediterraneo, se ne sono fottuti di quel che è successo e sta succedendo agli scampati. Irrilevante è apparsa la follia di negare un’ospitalità decente, non interessante l’assurdo del rifiuto di accettare tende persino dal Papa…Dietro a questo comportamento non ci sono solo un cinismo e una mancanza di generosità vomitevoli. C’è anche la non comprensione del fatto che questa logica sado-burocratica è tra le prime ragioni della crisi economica italiana e è alla radice del potere della casta che possiede la bacchetta magica per salvare gli “amici” dalla piovra burocratica ed è il burosadismo l’elemento che più spaventa gli investitori stranieri, che ben sanno che la burocrazia rende la libertà di impresa nel nostro paese condizionata dalla corruzione.
Ma i media italiani sono in buona compagnia: nelle richieste dei sindacati la lotta alla burocrazia sta all’ultimo posto, così come nei programmi di Pd, Sel e M5 Stelle. Nell’incazzatura della gente invece la burocrazia sta ai primi posti. Ma poi nei cortei questa questione scivola in fondo alla hit parade. Comunque un segnale positivo c’è. Per due anni in cima alle rivendicazioni dei progressisti c’era la patrimoniale, mitico provvedimento capace di risolvere tutti i problemi. Obiettivo che condivido, che può rastrellare denaro per interventi urgenti, ma che non va a incidere sulla competitività italiana, gli investimenti stranieri e l’occupazione. Nelle ultime due settimane è esplosa la visibilità di un altro obiettivo: il taglio degli sprechi. E già è un passo avanti perché significa aver compreso che lo spreco e l’inefficienza sono intimamente legati alla corruzione. Una torta che vale 60 miliardi di euro all’anno. Cioè una quantità di denaro enormemente superiore da quella che si potrebbe ottenere con la più violenta delle patrimoniali e il doppio di quel che ci servirebbe per sanare i conti e dare ai disperati un salario d’emergenza.
Vedrete che prima o poi l’idea che la burocrazia sia una mostruosa tassa nascosta e che toglierla farebbe volare l’economia, si farà strada. Forse nel 2017. (In Francia e in Germania, e in molti altri paesi civili, i permessi di tutti i tipi, compresi quelli edilizi, vengono dati in 30 giorni. O ti dicono di sì o ti dicono di no…Poi se vai di un millimetro fuori da quel che hai diritto, ti spianano con la ruspa e ti mettono in galera! E non ci sono indulti, amnistie, cavilli, che tengano. Prova a immaginare una cosa così in Italia. Prova solo a immaginarla.)
Ps. Apprendo ora che un mio conoscente, che aveva costruito con dedizione un’azienda innovativa nel settore delle case ecologiche, è fallito miseramente nonostante l’alta qualità dei suoi manufatti, perché non gli sono stati pagati dallo Stato lavori per 3 milioni di euro realizzati a L’Aquila. Avrebbe potuto ottenere l’anticipo del credito dalle banche ma è caduto in un vortice di cavilli burocratici e controcavilli. Poi è stato investito da un cavallo burocratico che l’ha schiacciato definitivamente. Onore agli imprenditori caduti per mano della Mafia Burocratica.
E adesso una buona notizia. Aria nuova a Messina. Renato Accorinti, nuovo sindaco espresso dalla società civile, racconta in una conferenza stampa i primi 100 giorni della nuova amministrazione. Grandioso quel che dice e il suo spirito. Finalmente si vede che un’altra politica è possibile. La ripresa è un po’ carente ma quel che dice vale la pena. Una pillola di ottimismo. Ricordo che la vittoria elettorale di Messina nasce da un associazionismo anomalo per la sua concretezza. Nel 2007 a Messina capirono le possibilità offerte dal conto energia, organizzarono un consorzio di associazioni e cooperative sociali di Messina e di Reggio Calabria, si fecero affidare tetti pubblici e costruirono un grande impianto fotovoltaico diffuso che oggi dà mensilmente denaro per le attività solidali. Perché la gran parte delle associazioni e cooperative sociali che avrebbero potuto imitare la loro azione non lo hanno fatto? C’è uno scatto di mentalità tra questi compagni e la maggioranza del movimento progressista italiano, ancora fermo a forme di azione politica e sociale poco efficaci. 

venerdì 17 maggio 2013

Crisi: papa, corruzione tentacolare ed evasione di dimensioni mondiali.

Crisi: papa, corruzione tentacolare ed evasione di dimensioni mondiali

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 16 mag - ''Una corruzione tentacolare e un'evasione fiscale egoista hanno assunto dimensioni mondiali''. Lo ha detto papa Francesco ricevendo, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, gli ambasciatori di Kyrgyzstan, Antigua e Barbuda, Lussemburgo, Botswana in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

''Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, - ha proseguito il papa - che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole. Inoltre, l'indebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dal loro potere d'acquisto reale''.

''La volonta' di potenza e di possesso - ha sottolineato Francesco - e' diventata senza limiti''.


http://www.asca.it/news-Crisi__papa__corruzione_tentacolare_ed_evasione_di_dimensioni_mondiali-1278028.html

venerdì 14 dicembre 2012

Papa benedice promotrice legge che prevede pena di morte per gay in Uganda.


Papa benedice promotrice legge che prevede pena di morte per gay in Uganda

Il presidente del parlamento ugandese, Rebecca Kadaga, lo scorso 12 novembre aveva annunciato che quella sarebbe stata un ''regalo di Natale'' per tutti gli ugandesi anti gay. Ieri la signora è stata ricevuta in Vaticano come racconta nella sua home page il sito del Parlamento del paese africano. Petizione on line contro la norma.


Una legge contro l’omosessualità  – da approvare – che tra le ipotesi prevede la pena di morte. Succede in Uganda, uno dei 37 paesi nel mondo che considerano nel loro codice penale l’essere gay un reato. Il presidente del parlamento ugandese, Rebecca Kadaga, lo scorso 12 novembre aveva annunciato che questa norma sarebbe stata un ”regalo di Natale” per tutti gli ugandesi anti gay. La signora, come si legge sul sito del parlamento del paese africano, è stata ricevuta e benedetta ieri dal Papa che oggi, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, ha definito i tentativi di accomunare i matrimoni gay a quelli fra uomo e donna “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Nella foto si vede Benedetto XVI accanto alla speaker. 
La legge anti-gay, “The Kill gay bill” duramente contestata, potrebbe essere approvata nei prossimi giorni e per questo sta crescendo la pressione del popolo del web. L’ultimo dato relativo alla petizione on line è che oltre un milione di persone hanno firmato l’appello promosso dalla web community Avaaz.org; “Ultime ore per fermare l’orribile legge anti-gay in Uganda” si legge sulla home page. “Chiediamo ai leader dell’Uganda e ai suoi maggiori paesi partner di unirsi a noi nel condannare ogni persecuzione e difendere i valori della giustizia e della tolleranza”, si legge nel testo della petizione.
Il disegno di legge, presentato dal deputato David Bahati, propone pene detentive più lunghe per gli atti omosessuali rispetto a quelle attualmente in vigore, tra cui l’ergastolo, ma nella sua bozza originale era prevista anche la pena di morte nei casi di omosessualità aggravata; se a commettere il reato per esempio è un malato di Hiv o se si hanno rapporti con minorenni. Nel presentare la legge la Kadaga, lo scorso 12 novembre aveva annunciato che sarebbe stata un ”regalo di Natale”. Il testo, definito lo scorso anno ”odioso” dal presidente americano Barack Obama, ha già scatenato una serie di proteste da parte di alcuni leader mondiali che hanno minacciato di sospendere gli aiuti in favore di Kampala. Chi dovesse vivere con una persona del suo stesso sesso, in caso di approvazione della legge, rischierebbe 14 anni di galera. 
“Quello che oggi papa Benedetto XVI ha anticipato quale messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà l’1 gennaio 2013 è probabilmente il peggiore di sempre: arma infatti gli omofobi di tutti i paesi con un invito ad una crociata senza quartiere contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso” commenta Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay, secondo il quale “leggere pero’ nelle altisonanti parole del pontefice che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è una minaccia per la giustizia e per la pace, oltre a qualificare da sé il messaggio, testimonia l’assenza di argomentazioni realistiche e sensate da parte della Chiesa Cattolica sull’argomento”.
Per Romani “il matrimonio anche per gay e lesbiche ha vinto e si sta affermando in tutto il mondo, in paesi governati sia da conservatori che da progressisti, e arriverà anche in Italia, al di la’ di questo canto del cigno. Certo, dopo il laico pronunciamento di ieri del Parlamento europeo a favore di unioni civili e matrimonio per persone dello stesso sesso votato democraticamente a maggioranza, non ci attendevamo di meglio da una teocrazia che rincorre su questi temi il peggior integralismo. Il messaggio anticipato oggi è tristemente coerente con la benedizione data ieri in Vaticano alla delegazione parlamentare ugandese guidata dalla portavoce Rebecca Kadaga, una delle più forti promotrici della ‘Kill the Gay Bill’, la legge che il parlamento ugandese si appresta ad approvare e che prevede la pena di morte per ‘omosessualità aggravata’. Con queste due azioni – conclude – Benedetto XVI continua a rappresentarsi come un apostolo di ingiustizia, divisione e discriminazione ai danni delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali. E’ necessario che la società civile e i rappresentanti politici, a tutti i livelli, facciano sentire le loro parole di condanna di fronte ad atti e parole così gravi”.
I N A U D I T O!
V E R G O G N O S O!

mercoledì 17 ottobre 2012

Auto blu a Papa, indagati 7 militari della Finanza: “Fate tutto quello che vi chiede”.


Il deputato che usa l'autoblu per portare i figli in piscina


Tra gli avvisi di garanzia spicca quello al generale Poletti, vicedirettore dell'Aisi. Le ipotesi di reato vanno dal peculato al falso. Le vetture di servizio erano utilizzate per accompagnare la moglie del parlamentare al mare, i figli in piscina o a giocare a calcetto o l'amica ucraina in giro per Ischia.

La procura di Napoli ha emesso sette avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti ufficiali dellaGuardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sulle auto delle Fiamme Gialle messe a disposizione del parlamentare del Pdl Alfonso Papa. I provvedimenti sono stati presi dal pm Henry John Woodcock e le ipotesi vanno dal peculato al falso ideologico e falso commesso da pubblico ufficiale.
Nell’inchiesta risultano indagati lo stesso Papa e la moglie Tiziana Rodà. Inviti a presentarsi sono stati emessi nei confronti degli ufficiali della Finanza che hanno ricevuto gli “avvisi”: Ernesto Mottola,Alfonso TucciniFernando CapezzutoPaolo Poletti e Giovanni Mainolfi. Sono indagati inoltre i sottufficiali Santolo Federico e Andrea Grimaldi. Al centro dell’inchiesta l’impiego di auto e uomini “per scopi privati e estranei a quelli di istituto ovvero espressione di attività istituzionale”. Il generale Poletti (all’epoca dei fatti colonnello) è l’ex capo di stato maggiore delle Fiamme gialle ed è l’attuale vicedirettore dell’Aisi, il servizio segreto che si occupa di sicurezza interna. ”Da oggi in poi fate tutto quello che vi chiede il dottor Papa” avrebbe detto il generale Poletti al brigadiere Grimaldi, uno dei due militari incaricati di accompagnare il parlamentare del Pdl, i suoi familiari e le sue amiche. Al momento di consegnare al brigadiere l’auto destinata a Papa, una Mercedes 320 SE, l’alto ufficiale gli avrebbe detto: “Vedi che macchinone? Questa macchina dimostra come il Corpo ci tiene per il dottor Papa. Cercate di farci fare bella figura e da oggi in poi fate tutto ciò che vi chiede il dottor Papa. State attenti e cercate di rigare dritto”.
I fatti al centro dell’indagine si riferiscono a un arco di tempo che va dal febbraio 2002 al febbraio 2011. Gli ufficiali indagati avrebbero disposto indebitamente il servizio di accompagnamento per Papa (magistrato in servizio fino al 2001 alla procura di Napoli, dal 2001 al 2008 distaccato al ministero della Giustizia e dal 2008 deputato eletto nelle liste del Pdl). E ciò “senza che ne avesse alcun titolo”, espletando inoltre “sovente e in modo non saltuario il servizio di accompagnamento di componenti della famiglia di Papa nonché delle amiche dello stesso, in luoghi e per fini esclusivamente privati”. Le indagini sono condotte dalle stesse Fiamme gialle.
Autovetture e militari della Finanza sono stati usati tra l’altro, secondo l’ipotesi di accusa, per accompagnare Papa e la sua famiglia alla casa al mare, in provincia di Latina, tra il 2005 e il 2008; per accompagnare la moglie del parlamentare, che è avvocato, a Roma e nei Tribunali in cui andava per motivi di lavoro, come Napoli e Santa Maria Capua Vetere (Caserta); per accompagnare i due figli della coppia a scuola, in piscina o a giocare a calcetto; per accompagnare Ludmyla Spornik, amica ucraina di Papa, a Ischia, in giro per Roma o all’aeroporto di Fiumicino. Gli itinerari e le date in cui le vetture e il personale della Guardia di Finanza sono stati messi a disposizione del parlamentare sono ricostruiti nell’invito a comparire notificato agli indagati.

sabato 15 settembre 2012

A lui non piace il fondamentalismo.



Oggi il capo dell’organizzazione che proibisce la contraccezione, l’aborto, la fecondazione assistita, la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, i rapporti prematrimoniali, lo scioglimento del matrimonio, la protezione dall’AIDS, la masturbazione, la diagnosi preimpianto, il testamento biologico, l’eutanasia, la pillola del giorno dopo e i rapporti omosessuali ha detto che secondo lui il fondamentalismo è una falsificazione della religione.
Per la serie: pensa se lo avesse rivendicato, il fondamentalismo.


http://capriccioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/09/14/pensa-se-lo-avesse-rivendicato/