giovedì 23 febbraio 2017

Scoperto un sistema solare con 7 pianeti 'fratelli' della Terra.

Rappresentazione artistica della stella Trappist-1 con il suo sistema planetario (fonte: NASA/JPL-Caltech) © Ansa
Rappresentazione artistica della stella Trappist-1 con il suo sistema planetario (fonte: NASA/JPL-Caltech)


Potrebbero avere le condizioni per ospitare la vita.


Il più grande sistema planetario mai scoperto con tanti possibili 'sosia' della Terra, a nemmeno 40 anni luce dalla Terra. Mondi che potrebbero avere acqua liquida in superficie e forse le condizioni per ospitare la vita. La straordinaria scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve a un gruppo internazionale coordinato dall'università belga di Liegi. Aumenta così anche il numero dei pianeti esterni al Sistema Solare finora scoperti.

I pianeti ruotano intorno alla stella Trappist-1, molto più piccola e debole del nostro Sole. "E' un sistema planetario eccezionale, non solo perché i suoi pianeti sono così numerosi, ma perchè hanno tutti dimensioni sorprendentemente simili a quelle della Terra", spiega il coordinatore della ricerca, Michael Gillon. Utilizzando il telescopio Trappist, installato in Cile presso lo European Southern Observatory (Eso), i ricercatori hanno scoperto che tre dei sette pianeti dei Trappist-1 si trovano nella zona abitabile, cioè alla distanza ottimale dalla stella per avere acqua allo stato liquido. Potrebbero quindi ospitare oceani e, potenzialmente, la vita.

I sei pianeti più vicini alla stella sono paragonabili alla Terra per dimensioni e temperatura, hanno probabilmente una composizione rocciosa e si trovano in una zona in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi. Il sole di questo sistema planetario, Trappist-1, è una vecchia conoscenza per gli astronomi: era stato scoperto nel maggio 2016 insieme ai tre pianeti che si trovano nella fascia abitabile. 

Trappist-1, nella costellazione dell'Acquario, è una stella nana ultrafredda, con una massa pari all'8% del nostro Sole. In termini stellari quindi è molto piccola, solo un po' più grande di Giove. Gli astronomi ritengono che queste stelle nane possano ospitare molti pianeti di dimensione terrestre in orbite molto strette, rendendoli quindi promettenti obiettivi per la caccia alla vita extraterrestre, ma Trappist-1 è il primo di questi sistemi a essere stato scoperto. 

"La produzione energetica delle stelle nane come Trappist-1 è molto più debole di quella prodotta dal Sole. Perché ci sia acqua liquida in superficie, i pianeti dovrebbero essere in orbite più vicine di quanto vediamo nel Sistema Solare. Fortunatamente sembra che questa configurazione compatta sia proprio ciò che troviamo intorno a Trappist-1", spiega il co-autore della ricerca, Amaury Triaud, dell'università britannica di Cambridge. 

Molti dei sette i pianeti di Trappist-1, osservati anche con il telescopio spaziale Spitzer della Nasa, potrebbero avere acqua liquida in superficie, anche se le distanze orbitali rendono alcuni candidati più promettenti di altri. Modelli climatici suggeriscono che i tre pianeti più interni siano probabilmente troppo caldi per avere acqua liquida. E il pianeta più esterno è probabilmente troppo distante e freddo per averne. Ma quei tre pianeti che si trovano con le loro orbite giusto nel mezzo rappresentano per gli astronomi una sorta di Santo Graal poiché hanno le condizioni ideali per poter ospitare la vita.


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lunedì 20 febbraio 2017

La sinistra è il popolo! La sinistra siamo noi!


"Ho avuto l'impressione che il Pd in questi due mesi non si sia rispettato e abbia sprecato il suo tempo" ha detto Renzi nel suo intervento, sottolineando che ora la responsabilità va "verso il Paese e verso chi sta fuori". (Sky Evening news)
Qualcuno è disposto a spiegarmi che cosa intendesse dire il mentecatto, non chè rottamatore da rottamare?
Io ho non-poche-difficoltà a seguirlo nelle sue elucubrazioni da pubblicitario-sloganist di bassa levatura.
Che cosa intende quando parla del Paese a cui fa riferimento? E chi sarebbe "chi sta fuori"?
Si rende conto del fatto che se il PD si trova a dover analizzare il proprio operato per riacquistare consensi, oltre a quelli messi in cassaforte per puro clientelismo e asservimento, è per colpa sua?
Lui, più di chiunque altro prima di lui, ha allontanato dal partito chi credeva ancora nella politica della sinistra.
L'unico maggior colpevole dell'insuccesso di questo PD è lui!
Faccia un passo indietro, si allontani dalla politica definitivamente e lasci il campo libero a chi la politica vuole farla con responsabilità, senza protagonismi da guitto d'avanspettacolo.
Faccia il comico o l'imbonitore di pentole (tralasciando il porta a porta, glielo sconsiglio, non credo sia preparato ad un eventuale rifiuto) e, forse, avrebbe più fortuna.
Non è adatto alla politica, non sa neanche che cosa sia, figurarsi se è in grado di capire la differenza tra la politica di destra, e quella di sinistra.
E non credo che sia in grado di decidere nulla, tutto ciò che ha fatto, infatti, è stato obbedire agli ordini calati dall'alto.

Infine sarebbe il caso di fargli capire che la sinistra siamo noi, non è lui, la sinistra è il popolo ed al popolo deve adeguarsi chi vuole far parte della sinistra.

Roma Metropolitane, pignorati 10 milioni di euro: azienda sull’orlo del baratro. A rischio Metro C e conti del Comune. - Vincenzo Bisbiglia

Roma Metropolitane, pignorati 10 milioni di euro: azienda sull’orlo del baratro. A rischio Metro C e conti del Comune

Giovedì la Salini-Impregilo ha ottenuto dal giudice il blocco dei conti della municipalizzata, che da tempo in perdita costante, non ha mai approvato il bilancio 2015 e non ha proceduto alla ricapitalizzazione da 11 milioni di euro fondamentale per mantenerla in vita. Il fallimento dell'azienda, che ha contenziosi per 1 miliardo di euro, comporterebbe un effetto domino sulle casse del Campidoglio.

Un pignoramento da 10 milioni di euro rischia di far fallire la società del Comune di Roma che realizza le opere di trasporto pubblico (metro, tram, filobus, funivie, ecc). Conti correnti bloccati, azienda sull’orlo del baratro e l’amministratore unico – nominato appena 2 mesi fa da Virginia Raggi – che attacca la giunta grillina e minaccia le dimissioni. Roma Metropolitane è una polveriera e, se non accadrà qualcosa nei prossimi giorni, rischierà seriamente di essere al centro del prossimo ciclone di questa tempesta infinita che sta mettendo a dura prova l’amministrazione pentastellata. Anche perché in gioco c’e’, ancora una volta, la grande opera per eccellenza della Capitale: la metro C.
I CONTI IN ROSSO – Partiamo dalla fine. Giovedì scorso la Salini-Impregilo, nota società di costruttori romani, ha ottenuto dal giudice il pignoramento dei conti della municipalizzata, in virtù di un credito vantato di “appena” 10 milioni di euro, relativo alla costruzione (ultimata nel 2015) della linea B1 del metrò. 
Nonostante Roma Metropolitane abbia contenziosi aperti per quasi 1 miliardo di euro con varie aziende del settore, la visita pomeridiana dell’ufficiale giudiziario è bastata a bloccare definitivamente i flussi di cassa, già da tempo sono pressoché nulli.
Da dove nascono le difficoltà? L’azienda, da tempo in perdita costante, non ha mai approvato il bilancio 2015 e, seguendo l’indirizzo di una mozione presentata dalla maggioranza M5S e approvata a novembre in Assemblea Capitolina, non ha proceduto alla ricapitalizzazione da 11 milioni di euro fondamentale per mantenerla in vita. Tuttavia, a causa delle forti diversità di vedute fra l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, e quello alle Partecipate, Massimo Colomban, la sindaca Raggi ha comunque deciso di nominare un nuovo amministratore unico, Pasquale Cialdini, in attesa di varare un piano complessivo di riordino delle società capitoline, che però tarda ad arrivare.
TENSIONE AI VERTICI – La tensione si taglia a fette. E’ probabile che questo mese i circa 200 dipendenti fra ingegneri e impiegati non prenderanno lo stipendio, motivo per il quale da giorni sono in assemblea permanente. Durante un incontro con i sindacati, l’amministratore Cialdini – già dirigente del Mit – ha avuto parole durissime nei confronti della giunta, minacciando di dare dimissioni e di portare i libri contabili in tribunale se entro la fine di febbraio non arriveranno direttive sul futuro della società. I lavoratori venerdì pomeriggio hanno occupato simbolicamente il cantiere della metro C a San Giovanni, ma finora nessuno della maggioranza M5S si è espresso sul tema.
RISCHIO EFFETTO DOMINO – Ma cosa accadrebbe con il (possibile) fallimento di Roma Metropolitane? Il rischio è una specie di effetto domino che andrebbe a pesare direttamente sulle casse del Campidoglio, con ripercussioni economiche ben superiori all’effettivo valore della municipalizzata stessa. Come detto, Roma Metropolitane funziona da “stazione appaltante” per le grandi opere; questo significa che la società si accolla per conto del Comune tutti i rapporti finanziari con le aziende private che svolgono materialmente i lavori legati ai trasporti della Capitale.
Solo con il consorzio di imprese che sta costruendo la metro C – Vianini Caltagirone, Ansaldo Sts, Astaldi, Ccc e Cmb – la municipalizzata oggi diretta da Cialdini ha un debito certificato di quasi 200 milioni e un contenzioso aperto in tribunale civile per almeno altri 300 milioni. L’ex amministratore unico, Paolo Omodeo Salè, stimava in 1 miliardo di euro l’importo totale di questi contenziosi, che in caso di fallimento andrebbero a pesare tutti sul Campidoglio, mandandone in tilt i flussi di cassa.
GLI EFFETTI SULLA LINEA C – Come noto, la metro C di Roma ad oggi è in funzione in un tratto ancora piuttosto decentrato, ovvero dall’estrema periferia est di Pantano fino a piazza Lodi (appena dentro le mura Aureliane). Dopo molti tentennamenti, pare che Virginia Raggi e i suoi si siano convinti di portare avanti l’opera lungo il tracciato previsto, nonostante gli sprechi (extracosti per quasi 1 miliardo), i ritardi (ben 6 anni sulla tabella di marcia) e le inchieste aperte da Procura di Roma e Corte dei Conti.
In questo momento, il Campidoglio punta tutto sull’apertura della stazione di San Giovanni, ipotizzata per fine 2017, che permetterebbe alla linea C di incrociare la linea A. Un risultato che potrebbe essere messo in dubbio proprio dall’eventuale fallimento di Roma Metropolitane, punto di riferimento per il contraente generale e parafulmine economico per il Comune.

Basta!

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La domanda sorge spontanea:
ma, dopo gli avvenimenti ai quali abbiamo assistito, possiamo ancora dire che il PD sia un partito di ideologia di sinistra? 


Un partito tendenzialmente comunista?

A me sembra che abbia cambiato rotta e che sia diventato un partito con tendenze fasciste e liberali al massimo!


- Impone regole e leggi che privilegiano le banche e le grandi industrie; 
- non tutela i lavoratori tassandoli a dismisura (quando un lavoro ce l'hanno), e li costringe ad accettare stipendi sempre più bassi e orari di lavoro massacranti e schiavizzanti;           -  permette alle aziende di trasferire le attività altrove all'estero; 
- non punisce gli evasori, chi trasferisce denaro nei paradisi fiscali, chi commette reati contro la pubblica amministrazione, ......

Io non mi sento tutelata, mi sento perseguitata da questo PD!

venerdì 17 febbraio 2017

Milleproroghe, ok del Senato. Ecco tutte le novità da taxi a editoria.

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Via libera tra le proteste dall'aula del Senato. Sulla richiesta del governo di fiducia al maxiemendamento al decreto che "recepisce sostanzialmente le modifiche della commissione", ha spiegato la ministra per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro 153 i sì, 99 no e nessun astenuto. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera che deve approvarlo entro la scadenza del 28 febbraio.
Numerose le modifiche al decreto "Omnibus" del governo in cui, come da tradizione, è finito un po' di tutto, dalla proroga alla Dis-coll a quella per le norme antincendio in asili, hotel e rifugi, passando per la proroga alla Bolkestein sul commercio a quella sull'applicazione delle norme che regolamentano gli Ncc e Uber, entrambe misure che hanno suscitato le proteste degli ambulanti, martedì, e dei tassisti, oggi. Il maxiemendamento - che inglobava i circa 100 emendamenti approvati in commissione Affari costituzionali - ha richiesto ieri sera diverso tempo per la bollinatura da parte della ragioneria dello Stato, facendo slittare il voto dell'aula a stamattina. Nel testo finale sottoposto oggi alla commissione Bilancio, sono state espulse alcune norme considerate doppioni o senza copertura.
COMMERCIO
Le principali modifiche approvate riguardano innanzitutto la proroga all'applicazione della direttiva Bolkestein al 31 dicembre 2018, superando quindi l'emendamento Mirabelli - che escludeva i Comuni che avevano già attivato i nuovi bandi - e che aveva scatenato la rumorosa protesta degli ambulanti che per ore martedì avevano fatto sentire la loro voce sotto palazzo Madama.
TAXI 
Protesta dei tassisti su corso Rinascimento, davanti il Senato, contro l'emendamento inserito nel decreto milleproroghe che, è l'accusa, favorirebbe servizi come Uber. La norma rimanda al 31 dicembre il termine entro cui il ministero delle Infrastrutture deve emanare il provvedimento finalizzato a impedire le pratiche di esercizio abusivo dei taxi e quelle di noleggio con conducente.
FISCO
Tra gli emendamenti approvati, c'è l'ok a due soli invii all'anno delle fatture Iva durante i primi dodici mesi di applicazione dello spesometro, il primo entro il 16 settembre 2017 e il secondo entro febbraio 2018. Restano invece le 4 scadenze annuali per le liquidazioni Iva.
TASSA DI SBARCO Un'altra modifica al testo inserisce invece la possibilità di introdurre una tassa fino a 2,5 euro per sbarcare sulle isole minori, in alternativa alla tassa di soggiorno.
PRECARI ISTAT
Soddisfatti i precari Istat: dopo le vibranti proteste dei 350 ricercatori precari dell'istituto, che nei giorni scorsi si erano "impossessati" dell'account Twitter dell'istituto ed erano stati anche ricevuti in direzione Pd potranno partecipare al concorso interno per l'assunzione.
PROROGA DIS-COLL 
Via libera all'emendamento per la proroga della Dis-Coll, cioè l'indennità di disoccupazione per i Collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co), mentre si conferma lo stop del mini aumento delle pensioni anche nel 2017.
RIENTRO CERVELLI IN FUGA
Approvata anche la norma che estende al 30 aprile 2017 il regime fiscale agevolato per il rientro dei cervelli in fuga, che permette di considerare reddito complessivo soltanto il 70% dell'intero reddito, con una riduzione della base imponibile ai fini Irpef del 30%.
TERREMOTI
Misure anche per i terremotati: via libera all'emendamento Pezzopane (Pd) che assicura per un ulteriore anno e fino a dicembre 2018 i contratti dei lavoratori precari del comune dell'Aquila e dei comuni del cratere. Il decreto conferma anche il differimento del pagamento dei mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti, accesi dai Comuni colpiti dal sisma del 2012.
PARTITI POLITICI
Un altro anno di tempo, fino al 31 dicembre 2017, per i partiti politici per trasmettere i rendiconti relativi agli anni 2013, 2014 e 2015.
SLITTANO OBBLIGHI ANTINCENDIO
Rinviata l'entrata in vigore, al 31 dicembre 2017, delle norme antincendio negli asili nido, negli alberghi e nei rifugi.
CIGS SETTORE ITTICO
Ok anche allo stanziamento di 17 milioni di euro per la copertura della Cassa integrazione in deroga rivolta ai lavoratori del settore ittico nel 2016.
BONUS IRPEF PER CHI COMPRA CASAEsteso per tutto il 2017 il bonus Irpef per chi acquista una casa di classe A o B. Fino al 31 dicembre si potrà detrarre dall'imposta lorda il 50% dell'importo corrisposto per il pagamento dell'Iva per all'acquisto di un immobile ad alta efficienza energetica.
AFFITTI
I proprietari di case in affitto, non dovranno più registrare il contratto di locazione nel 730 per avere diritto alla cedolare secca.
LOTTERIA SCONTRINI
Rimandato al primo novembre 2017 l'avvio della sperimentazione della lotteria nazionale legata agli scontrini per gli acquisti con carta di debito o credito, introdotta nella legge di bilancio.
SALVI I PRECARI AGCOM
Cresce l'Autorità garante del mercato e della concorrenza, con un emendamento he consente di portare il totale dei dipendenti da 150 a 180 unità.
DIRITTI TV CALCIO
Slitta il trasferimento del 10% dei diritti audiovisivi incassati dalla Lega calcio di serie A ai settori giovanili, che scatterà a partire dal primo luglio 2017 (il vecchio termine era il 31 gennaio).
CINEMA E FONDAZIONI LIRICHE
Una parte delle risorse per le imprese di produzione cinematografica, per il 2017, potrà essere destinata all'Istituto Luce per la cineteca nazionale. Aumentano di 12 milioni le risorse per le fondazioni lirico sinfoniche con una quota massima di 4 milioni, dovrà essere destinata ad Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici dello scorso anno.
ANAS E RFI
Niente limiti alle assunzioni e stop alla spending review in Anas, mentre viene prorogato fino al 30 settembre 2017 del contratto di programma 2012-2014 con Rfi, in attesa dell'approvazione del nuovo.
EDITORIA
Rimandata anche l'applicazione della legge sull'editoria per quanto riguarda il contributo alle imprese e le regole di calcolo. Il contributo pubblico massimo liquidabile non può eccedere il 50 per cento dell'ammontare complessivo dei ricavi riferiti alla testata.
PROROGA IRES E IRAPProroga di 15 giorni per la trasmissione delle dichiarazioni Ires e Irap, da trasmettere entro il 16 ottobre.
AGENZIA ENTRATE
Prorogata di un anno la durata del mandato dei delegati nei consigli di rappresentanza militare e la finestra dei concorsi pubblici per coprire le vacanze di organico dei dirigenti delle Agenzie fiscali.

Mani Pulite, 25 anni dopo: Di Pietro, il malaffare si è evoluto. - Francesca Brunati



'C'è ancora ma si è ingegnerizzato per garantirsi più impunità.


"Da una parte rimane l'amarezza nel constatare che nonostante tutto quel che ha scoperchiato Mani Pulite, il sistema della corruzione e del malaffare nella pubblica amministrazione è rimasto ma non come prima: si è 'ingegnerizzato' per garantirsi maggiore impunità. Dall'altra parte bisogna sottolineare, come dimostrano le inchieste quotidiane, che la magistratura, nella lotta alla corruzione, non ha abbassato la guardia". 

A 25 anni di distanza dall'avvio dell'inchiesta Mani Pulite è la "riflessione a due facce" di Antonio Di Pietro, ex pm e tra i protagonisti, accanto a Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e all'allora Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli, di quella stagione cominciata il 17 febbraio 1992 con l'arresto di Mario Chiesa. Le parole di Di Pietro non sono inedite. Le va ripetendo da tempo e spesso in occasioni pubbliche. L'ultima una decina di giorni fa al Palagiustizia milanese dove l'incontro per celebrare il venticinquesimo anniversario dalla nascita dell'indagine, la quale ha comunque ridisegnato la geografia dei partiti italiani, è andato semi deserto. In quell'occasione, davanti a una platea risicata, e a fianco di Davigo, ora presidente del'Anm, aveva affermato: "Tangentopoli è ancora qui" mentre "Mani Pulite è finita" e da allora ad oggi l'unica cosa che è cambiata è che adesso "c'è desolazione da parte dell'opinione pubblica perché non crede più che possa cambiare qualcosa". E la dimostrazione è "quest'aula che vedo vuota". 

Ancora oggi, sentito al telefono, Di Pietro ha ricordato che "Mani Pulite non aveva scopi politici ed è stata solo una inchiesta giudiziaria che ha preso 'con le mani nella marmellata' anche i politici. Non è stata colpa della magistratura - ha aggiunto - se a rubare erano politici, uomini delle istituzioni e funzionari pubblici". Tutt'altra cosa Tangentopoli: "Era il sistema del malaffare. C'era allora e c'è adesso", solo che adesso si è in sostanza riprogrammato in modo più sofisticato per garantirsi sempre più l'impunità. Un sistema che non è stato intaccato visto che nella classifica mondiale dell'Indice di percezione della corruzione (Cpi) elaborata da Transparency International, l'Italia è al sessantesimo posto ed è terzultima in Europa, seguita da Grecia e Bulgaria. Qualcosa ha fallito? "Ha fallito chi doveva attivarsi affinché ci fossero leggi, mezzi e prevenzione... E non voglio aggiungere altro".

Tiziano Renzi indagato a Roma sugli appalti Consip: è accusato di concorso in traffico di influenze.

Tiziano Renzi indagato a Roma sugli appalti Consip: è accusato di concorso in traffico di influenze

L’inchiesta della Procura capitolina è uno stralcio di quella napoletana, svelata il 21 dicembre in esclusiva da Marco Lillo sul Fatto Quotidiano. Il padre dell'ex premier: "Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati - cui va tutto il mio rispetto - potranno verificare".


Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, è indagato dalla Procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. L’accusa nei suoi confronti è concorso in traffico di influenze. L’inchiesta romana è uno stralcio di quella aperta a Napoli e svelata il 21 dicembre in esclusiva da Marco Lillo sul Fatto Quotidiano. Si tratta dello stesso procedimento (inviato a Roma per competenza territoriale) in cui è indagato il ministro dello Sport Luca Lotti, accusato a sua volta di rivelazione di segreto e favoreggiamento al pari del generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia.
Il padre del segretario del Pd ha ricevuto oggi un invito a comparire nel quale si ipotizza il reato a suo carico. I magistrati di piazzale Clodio intendono sentirlo a breve, già la prossima settimana. La notifica è arrivata a Renzi senior alle ore 13 a Scandicci, come confermato dall’avvocato Federico Bagattini, legale di Tiziano Renzi. “Il fatto è totalmente incomprensibile – ha detto il difensore – perché nell’atto è riportato solo il numero della norma violata. Prenderemo contatto con il pm per capire quali sarebbero i fatti contestati”.
Anche il diretto interessato ha detto la sua circa l’iscrizione nel registro degli indagati: “Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato – ha detto Tiziano Renzi – che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati, a cui va tutto il mio rispetto, potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa – ha aggiunto – e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro”.
Il reato di traffico di influenze, contestato al padre dell’ex premier in concorso con altri, è stato introdotto nel codice penale nel 2012: mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa. Il ruolo del padre del segretario Pd ha attirato le attenzioni dei magistrati poiché strettamente collegato a quello del suo vecchio amico Carlo Russo, un imprenditore toscano molto vicino ad Alfredo Romeo, protagonista principale dell’inchiesta della Procura partenopea.
Il primo a commentare la notizia è il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio del M5s, che su twitter scrive: “Padre di Renzi e suo braccio destro Lotti indagati in inchiesta Consip. Renzi era a conoscenza del traffico di informazioni? #Renzisapeva?”. Dello stesso tenore il commento del capogruppo M5s Vincenzo Caso. “L’inchiesta Consip – dice – che riguarda una commessa miliardaria si conferma un caso giudiziario da approfondire, su cui è necessaria la massima attenzione di tutta l’opinione pubblica. Bisogna accendere un faro sulla vicenda”.
Nell’indagine, che di fatto viene coordinata da due Procure, il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d’appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti.  I magistrati capitolini intendono approfondire i rapporti tra il padre dell’ex premier e l’imprenditore Russo, in contatto con Romeo. Agli atti dell’indagine anche decine di intercettazioni telefoniche acquisite nel filone napoletano dell’inchiesta tra Romeo e l’ex deputato Italo Bocchino, “consulente” dell’imprenditore.
Per l’inchiesta Consip, nel dicembre scorso, dopo aver ricevuto gli atti da Napoli, i pm capitolini hanno ascoltato il ministro dello Sport Lotti e il comandante generale dell’Arma, Del Sette. Entrambi hanno respinto le accuse, sostenendo di non aver mai rivelato ai vertici di Consip l’esistenza di indagini. In particolare Lotti, interrogato il 27 dicembre scorso, ha affermato di “non avere mai saputo nulla di indagini” relative alla Consip. Riferendosi all’amministratore delegato della società, Luigi Marroni, che sentito come persona informata sui fatti dai magistrati di Napoli aveva fatto il nome dell’allora sottosegretario, Lotti ha detto di “non frequentarlo” e di “averlo visto solo due volte nell’ultimo anno”.