sabato 30 giugno 2018

Giustizia, l’Anm incontra il ministro Bonafede: “D’accordo su riforma della prescrizione. Stop dopo il primo grado”.



Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati alla fine del colloquio con il guardasigilli: "La riforma della prescrizione da sola non serve: bisogna intervenire anche sul codice di procedura penale con provvedimenti per accelerare i processi. Va introdotta anche la possibilità in appello di aumentare la pena per l’imputato".

La prescrizione bloccata dopo la sentenza di primo grado. E la nuova riforma delle intercettazioni prima rinviata e poi riscritta. Sono le due misure che il nuovo ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, ha confermato di volere varare al più presto incontrando una delegazione dell’Associazione nazionale magistrati. Lo ha spiegato Francesco Minisci, il presidente del sindacato delle toghe, alla fine del colloquio con il guardasigilli. durato oltre un’ora. “Abbiamo fatto proposte per un sistema sempre più efficiente e per una magistratura sempre più credibile” fuori da “posizioni corporativistiche”, ha detto Minisci ai cronisti che lo attendeva fuori da via Arenula.
“Con il ministro – ha aggiunto Minisci – siamo d’accordo che occorre intervenire sulla prescrizione. E ci ha confermato che interverrà bloccando la riforma delle intercettazioni“. L’Anm ha proposto di fermare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. “Al ministro – continua il magistrato – abbiamo però detto che la riforma della prescrizione da sola non serve: bisogna intervenire anche sul codice di procedura penale con provvedimenti per accelerare i processi. Va introdotta anche la possibilità in appello di aumentare la pena per l’imputato” e bisogna intervenire sulle notifiche “perché è inammissibile che nell’epoca di internet si proceda ancora con il metodo del camminamento“. Ma non basta: l’altro nodo da affrontare è la carenza di personale amministrativo. “Mancano 8mila unità: 1862 persone hanno superato il concorso ma non sono stati ancora chiamati. Basterebbe far scorrere la graduatoria per dare un pò di respiro”, ha detto il presidente dell’Anm.
E anche a proposito dell’annuncio fatto ieri dal guardasigilli di una legge per impedire che i giudici possano tornare in magistratura dopo un’esperienza in politica, Minisci si è detto favorevole: “Da circa un anno abbiamo detto che il magistrato che fa politica non può tornare a indossare la toga: deve essere destinato a funzioni amministrative al ministero della Giustizia, tecniche e non apicali”. Un intervento necessario – spega il numero uno dell’Anm – “perché il cittadino non deve avere dubbi sull’imparzialità del magistrato”. E che deve prevedere “regole predeterminate, valide per tutti , per garantire trasparenza e correttezza”.
Negativa, invece, l’opinione dell’Associazione nazionale magistrati sulla riforma della legittima difesa: “Non si può prescindere dalla proporzionalità tra difesa e offesa , così come non possiamo prescindere dalla valutazione del giudice sul singolo fatto, dal suo libero convincimento senza automatismi”. L’argomento, però, non è stato trattato durante l’incontro. Ma sul punto il sindacato delle toghe ha le idee chiare. “Bisogna anche evitare la possibilità di un accesso facile all’acquisto di armi – dice Minisci occorre una valutazione rigorosa dei requisiti soggettivi di chi compra un’arma”.

POLITICA "224 migranti su navi Guardia Costiera" Ong Lifeline soccorre migranti. Toninelli: "Azione fuori dalle regole".

Lifeline, la nave Ong attracca a Malta e una parte dei migranti arriverà in Italia: la vittoria di Conte e Salvini

La nave è intervenuta in acque Sar (Ricerca e soccorso) ed è stata la guardia costiera di Tripoli a coordinare l'operazione. Il ministro delle Infrastrutture Toninelli ha annunciato che la nave sarà sequestrata. Salvini: "Questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po' largo", poi dice: "Arresteremo l'equipaggio della nave di Lifeline e le 200 persone possibilmente non in Italia perché prima c'è Malta". 

21 giugno 2018 La nave della Ong tedesca Lifeline è intervenuta in soccorso di 300-400 migranti a bordo di un gommone a largo delle coste libiche. I soccorritori hanno chiesto aiuto alla guardia costiera italiana o a qualche mercantile che incrocia in zona.  La nave è intervenuta in acque Sar (Ricerca e soccorso) ed è stata la guardia costiera di Tripoli a coordinare l'operazione. Una motovedetta è stata inviata sul posto. "Ci aspettiamo - dicono dalla ong - un comportamento professionale e che le forze libiche rispettino la legge internazionale".  

Toninelli: la nave sarà sequestrata. 
Ma sull'intervento della Lifeline è intervenuto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli che annuncia di aver chiesto alla Guardia Costiera italiana di avviare un'indagine. 
Toninelli ha scritto su Facebook che "la nave sta agendo in acque libiche fuori da ogni regola, fuori dal diritto internazionale. Hanno imbarcato circa 250 naufraghi senza avere i mezzi tecnici per poter garantire l'incolumità degli stessi naufraghi e dell'equipaggio". La nave Ong Lifeline sarà sequestrata e trasportata in un porto italiano, ha inoltre annunciato il ministro dei Trasporti. L'Olanda ha dichiarato che la nave batte la sua bandiera illegalmente. 
"Abbiamo chiesto al governo olandese di fare una verifica su questa nave e ci hanno detto che Lifeline batte illegalmente bandiera olandese e quindi potenzialmente è una nave apolide che non potrebbe o dovrebbe viaggiare in acque internazionali", aggiunge. "Noi ci assumiamo la responsabilità di salvare 224 persone portandole sulle navi della guardia costiera, ma contemporaneamente sequestreremo questa nave Lifeline e la porteremo nei porti italiani dove dovrà fermarsi perché è in corso l'indagine" sulla sua bandiera e la sua nazionalità, quindi, dopo che l'Olanda ha dichiarato che non naviga sotto bandiera olandese.  

E anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini interviene sulla vicenda. "Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po' largo", E  sempre su  Facebook, in un lungo intervento video, aggiunge che le navi "di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano". 

Salvini: arreseteremo equipaggio nave Lifeline. 
La nave di Lifeline "è una nave fantasma, una nave pirata. Allora io metto in salvo 200 persone possibilmente non in Italia perché prima dell'Italia c'è Malta e allora ci facesse il piacere di prenderseli Malta. Poi noi sequestriamo la nave in Italia, arrestiamo tutto l'equipaggio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per non aver rispettato le norme della navigazione". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, leader della Lega, parlando a un comizio a Viterbo. 

Olanda: Seefuchs-Lifeline non sono nostre.  
"Seefuchs e Lifeline non viaggiano con bandiera olandese, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos). Queste navi appartengono a Ong tedesche e non sono registrate in Olanda.
Pertanto l'Olanda non può dare istruzioni a queste imbarcazioni.L'Italia è a conoscenza della posizione olandese". Lo rende noto su Twitter la rappresentanza dei Paesi Bassi presso l'Ue. 

Aquarius verso Libia: "Numerosi barconi in pericolo" 
E intanto, terminata la missione che ha portato a Valencia, accolti dalla Spagna, i 630 migranti che erano stati soccorsi nella notte di sabato 9 giugno nel Mediterraneo centrale, la nave Aquarius battente bandiera di Gibilterra e in uso alla Ong Sos Mediterranee e con a bordo volontari di Medici Senza Frontiere è tornato in mare aperto. Dopo aver fatto rifornimento di viveri ed altro materiale di primo soccorso, Aquarius ha lasciato il porto di Valencia e sta navigando verso la Libia. L'arrivo nella zona di ricerca e soccorso al largo del Paese africano è previsto nei prossimi 3 o 4 giorni. Per la ong sono "numerose le imbarcazioni in pericolo durante la nostra assenza".  

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ong-Lifeline-soccorre-migranti-Toninelli-dice-fuori-dalle-regole-3818c3f1-e075-4721-9ef3-48d3f8680042.html?refresh_ce

giovedì 28 giugno 2018

TUTTE LE VOSTRE MALEDETTE COLPE - Valerio Malvezzi fa il discorso del secolo.

Scandalo Aias, nuovi guai per lady De Mita. - Pierluigi Melillo

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La moglie dell'ex premier, Annamaria Scarinzi, raggiunta dalla misura dell'obbligo di firma. Arresti domiciliari per l'ex consigliere comunale Bilotta. La Procura ipotizza irregolarità nella gestione dei fondi pubblici destinati all'assistenza ai disabili.

Nuovi sviluppi nello scandalo Aias ad Avellino. E stavolta l'inchiesta ha colpito direttamente lady De Mita, Annamaria Scarinzi. Alla moglie dell'ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, oggi novantenne sindaco di Nusco, la Guardia di Finanza ha notificato stamane la misura dell'obbligo di firma. Nelle stesse ore l'ex consigliere comunale Gerardo Bilotta, è stato colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Sono in tutto sei le misure restrittive della libertà personale (due arresti domiciliari e quattro obblighi di presentazione giornaliera alla pg) disposte dalla Procura della Repubblica di Avellino ed eseguite dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Avellino tra Roma e l'Irpinia. L'inchiesta si riferisce alle irregolarità nella gestione delle onlus irpine Aias e Noi con Loro specializzate nell'assistenza ai disabili. La svolta nelle indagini è arrivata dopo i sequestri delle sedi delle onlus in provincia di Avellino e dei conti correnti riferiti alla signora De Mita e alle sue due figlie, Floriana e Simona. La moglie dell'ex premier il mese scorso era stata interrogata in Procura ad Avellino e si era difesa: “Ho solo fatto del bene”, disse lasciando gli uffici giudiziari.

Sono dieci in tutto gli indagati accusati di riciclaggio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, peculato e malversazione ai danni dello Stato. Gli inquirenti ipotizzano un sistema architettato per ottenere in maniera fraudolenta fondi pubblici destinati alle onlus per la cura e la riabilitazione dei portatori di handicap per poi trasferirli in altre società. I finanzieri hanno concentrato la loro attenzione su alcuni flussi finanziari. In particolare alcune operazioni bancarie sospette hanno fatto scoprire ai finanzieri che i fondi dai conti correnti delle due onlus venivano dirottati verso due società avellinesi – una operante nel settore informatico e un'altra impegnata nella gestione di un bar.

I pagamenti venivano alla fine smistati dai rappresentanti legali delle due società, tra cui l'ex consigliere comunale Gerardo Bilotta, un passato nella Dc, su conti correnti e carte prepagate intestati a loro stessi oppure a familiari provvedendo poi attraverso poi operazioni di prelevamento presso sportelli bancomat a far disperdere i contanti. Le somme distratte dal 2013 al 2017 ammonterebbero a un milione e 645mila euro. L'inchiesta è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo, affiancato dal pm, Vincenzo D'Onofrio, ed è nata a maggio del 2017 quando le prime operazioni sospette delle due onlus finirono nel mirino del nucleo speciale di Polizia Valutaria di Roma.


http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/06/22/news/inchiesta_truffa_moglie_de_mita-199689874/

mercoledì 27 giugno 2018

Decreto dignità: nella bozza limiti ai contratti a termine, multe per chi delocalizza e stop a pubblicità azzardo.

Decreto dignità: nella bozza limiti ai contratti a termine, multe per chi delocalizza e stop a pubblicità azzardo

Il primo provvedimento del governo Conte, visionato dall'agenzia Ansa, è diviso in 11 articoli e inserisce alcune misure per ridurre il precariato nei contratti di lavoro. Poi sanzioni per le imprese che lasciano l'Italia dopo aver ricevuto gli aiuti dallo Stato. Contro la ludopatia previsto il blocco di sponsorizzazioni di giochi e scommesse e di "tutte le forme di comunicazione" comprese "citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli".

Limiti per i contratti a termine, multe alle aziende che incassano aiuti di Stato e poi delocalizzano e stop totale alla pubblicità di giochi e scommesse, non solo in televisione.  Sono questi alcuni dei punti che saranno toccati nel Decreto dignità, primo atto del governo Conte e che è previsto in discussione del consiglio dei ministri tra il 27 e il 28 giugno. Il provvedimento, la cui bozza è stata visionata dall’agenzia Ansa, è diviso in 11 articoli e all’interno ci sono alcuni dei temi su cui si sono concentrati gli annunci di Luigi Di Maio dal momento dell’insediamento dell’esecutivo e in campagna elettorale. Innanzitutto sono previste misure per limitare il precariato, quindi modificando la disciplina dei contratti a termine liberalizzati dal decreto Poletti approvato nel marzo 2014. Poi gli interventi per contrastare la ludopatia e il pacchetto fiscale, che comprende tra le altre cose, il rinvio della fattura elettronica per i benzinai e l’abolizione del redditometro.

Contratti a termine più cari, tetto quattro proroghe – Si interviene innanzitutto sui contratti a termine. Non viene toccato il limite massimo di durata che resta di 36 mesi, ma ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5 per cento. Inoltre si stabilisce che le proroghe non potranno essere più di 4 (attualmente si può arrivare fino a cinque). Viene anche aumentato a 270 giorni il termine per impugnarlo.
Tornano le causali, anche somministrazione in tetto 20% – Ci saranno tre tipologie di causali per giustificare il contratto a termine: esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. Le causali dovranno essere indicate al primo rinnovo o per quelli oltre i 12 mesi. Anche i contratti in somministrazione andranno conteggiati nel limite del 20% previsto per contingentare le assunzioni a termine.

Multe per chi delocalizza da 2 a 4 volte i benefici – Alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi dieci anni arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Previsto anche che lo stesso beneficio venga restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. Andrà recuperato, con un meccanismo di ‘recapture’, anche l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti.
Tutela occupazione con aiuti di Stato – Nel caso la concessione di aiuti di Stato preveda una valutazione dell’impatto occupazionale, i benefici vengono revocati in tutto o in parte a chi riduca “i livelli occupazionali degli addetti all’unità produttiva o all’attività interessata dall’aiuto nei dieci anni successivi alla data di conclusione dell’iniziativa”.

Stop totale a pubblicità giochi e scommesse, multe da 50mila euro – Nel documento è stato anche inserito un intervento per contrastare la ludopatia. Ovvero si prevede il blocco totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e “tutte le forme di comunicazione” comprese “citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli”. A chi non rispetterà il divieto arriverà una sanzione del 5 per cento del valore della sponsorizzazione o della pubblicità” comunque di “importo minimo di 50.000 euro”. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori.
Doppio binario benzinai, spesometro cumulato a fine anno – Come preannunciato da Di Maio, nel pacchetto fiscale è previsto il rinvio al primo gennaio 2019 dell’obbligo di fattura elettronica per l’acquisto di carburanti da parte delle partite Iva, che potranno mantenere fino a fine anno anche la carta carburante. La misura dovrebbe valere solo per la vendita al dettaglio e non per tutta la filiera (con un costo stimato tra i 30 e i 50 milioni di euro). Tra i correttivi allo split payment possibile lo stop per i professionisti (circa 35 milioni) e una accelerazione dei tempi dei rimborsi Iva. Prevista anche l’abolizione del redditometro, visto l’uso “davvero limitato” dello strumento, e un rinvio al 31 dicembre dell’invio cumulato dei dati dello spesometro (la prossima scadenza sarebbe settembre).

Latina, inferno dei centri migranti privati Il gestore intercettato: per farli mangiare ‘spendo 1,6 euro al giorno, pranzo e cena’. - Marco Pasciuti

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E' solo la porta dell'inferno spalancato dall'inchiesta della Procura di Latina sulla gestione di alcuni Cas, Centri di accoglienza straordinaria, di Fondi, nel sud pontino. L'indagine ha portato all'arresto di 6 persone, tra cui i gestori di due onlus: facevano mangiare gli ospiti con poco più di un euro, ma dalla Prefettura ne percepivano 32,5 al giorno. E puntavano ad abbassare ancora i costi.

Un euro e 66 centesimi a testa, pranzo e cena”. Per ospitare i richiedenti asilo nelle sue strutture. A fronte dei 35 che la Prefettura garantiva alla onlus per ogni migrante ospitato. E’ solo la porta dell’inferno spalancato dall’inchiesta della Procura di Latina sulla gestione di alcuni CasCentri di accoglienza straordinaria, di Fondi, nel sud pontino. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha portato all’arresto di 6 persone, tra cui i gestori di due onlus, La Ginestra e L’Azalea, che gestivano diverse strutture di accoglienza nel piccolo centro laziale. I reati ipotizzati nei confronti dei presunti responsabili sono, a vario titolo, falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, maltrattamenti.
Lunghissima la lista delle irregolarità emerse dagli accertamenti effettuati dagli uomini della squadra mobile di Latina e quelli del Commissariato di Fondi. Rasenta il grottesco la condotta del presidente de L’AzaleaLuigi Pannozzo, che era riuscito a farsi assegnare la convenzione per 20 migranti fornendo nella richiesta un indirizzo cui non corrispondeva alcuna struttura di accoglienza: nell’appartamento in via Vespasiano Gonzaga 35, in pieno centro storico a Fondi, infatti, abitava la sua nonna materna e al pian terreno c’era il suo studio legale.
I 20 richiedenti asilo che la Prefettura gli aveva affidato erano ospitati, invece, in un centro in via dei Martiri Fondani, che oltre a presentare “carenze igienico-sanitarie” era situato in un immobile abusivo (“realizzato in assenza di permesso a costruire“, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare), risultava “privo di sanatoria di certificato di agibilità” e su una delle sue strutture usate come alloggio per i richiedenti asilo “era posto dell’eternit danneggiato“. Servizi per i quali tra il novembre 2016 e il giugno 2017 Pannozzo aveva percepito 630mila euro.
Sono i dati relativi alle spese che danno l’idea della scarsa qualità dei servizi forniti ai richiedenti asilo. Il 4 aprile 2017 Orlando Tucci – rappresentante legale e socio amministratore di un’altra onlus, la Philia, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di spartirsi la gestione dei richiedenti asilo con Pannozzo senza le dovute comunicazioni alla Prefettura – fa i conti con tale Giuseppe su quanto L’Azalea spende per il cibo da somministrare ai suoi ospiti: 5mila euro al mese per 100 persone. “Tu devi fare 5.000 diviso 30 e sono i soldi che tu spendi al giorno… e sono?”, domanda Giuseppe. “Sono cento e rotti”, replica Orlando. “Tu stai a spendere “un euro e 66 a testa, pranzo e cena” per ogni migrante. Quando la Prefettura di Latina, ricordano i magistrati, “corrisponde a tal fine l’importo di 32,50 euro al giorno per ciascun immigrato effettivamente ospitato”, oltre ai cosiddetti pocket money per 2 euro e 50.
Ma i due non si accontentano e così, non soddisfatti del lauto guadagno, avevano programmato anche una revisione dei menu per abbattere ulteriormente i costi. “Possiamo rifare un po’ il menù e arrivare ad un euro e cinquanta… ma non è che puoi abbattere del 50, se abbatti del 50% arrivi a…”. “80 centesimi“, risponde Tucci. E Giuseppe si fa una risata.
E’ questo il capitolo che illustra al meglio il modo in cui centri venivano gestiti. La Ginestra, altra onlus finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, aveva percepito 4,1 milioni di euro tra il 1° gennaio 2015 e il 6 settembre 2017. E teneva i richiedenti asilo ammassati come bestie: nella sede di Villa Luda, si legge nell’ordinanza, “venivano ospitate 39 persone mentre la capienza prevista era di 11 persone“. Nella struttura denominata Piccola Africa che poteva ospitare 21 migranti ne vivevano invece 67, mentre presso La Ginestra “erano ospitate 84 persone per una capienza di 24“.

martedì 26 giugno 2018

La Sinistra. - Marco Cristofoli


Grazie alla campagna elettorale di Saviano, Santoro, Vauro, Jovanotti, Orfini, Boschi, Fedeli, Pinotti, Rotta, Morani, Martina, Renzi, Del Rio, Serracchiani, Balottelli e Corona, il PD è stato definitivamente spazzato via dalla scena!

Perdere 52 comuni su 59 è stato un grande lavoro !