Tutto dipende da che punto guardi il mondo... nessuno ha ragione e nessuno torto, non è mai tutto bianco o tutto nero. Tutto dipende dalla prospettiva con cui si guardano le cose...se entrambi siamo nello stesso luogo, ma ad altezze diverse, vedremo il mondo in maniera diversa...se io mi trovo ai piedi di un grattacielo e mi guardo intorno, cosa vedo? Negozi, auto parcheggiate, gente che cammina e sentirò il rumore del traffico, gente che parla...se subito dopo salgo sul tetto dello stesso grattacielo, pur essendo nello stesso identico posto, il mondo che mi circonda, sarà totalmente diverso..vedrò i tetti delle case, l'orizzonte, che prima era invisibile perché coperto dai palazzi e i rumori che sentivo dal basso spariranno...eppure sono nello stesso identico punto del mondo...questo è quello che sta capitando a chi si sente deluso dal movimento...alcuni sono rimasti in strada altri sono saliti sul tetto. C'è chi è convinto che se il movimento fosse rimasto "puro" (cosa di cui poi parlerò in un'altra occasione) avremmo avuto più consensi, ma era possibile ciò? Sarebbe servito a qualcosa? Avremmo raggiunto quel fatidico 41%? E se non fosse successo? Cosa sarebbe accaduto? Ha senso avere un alto consenso, se poi quel consenso non ti permette di fare nulla? Perché poi alla fine di questo si tratta...la politica, o meglio il consenso politico, oggi purtroppo è volatile, lo dimostra il fatto che noi avevamo due anni fa il 33% ed oggi forse la metà, ma anche la lega appena un anno fa aveva almeno il 13% in più..cosa accadrà fra un anno? O magari nel 2023? Nessuno di noi può prevederlo, magari il movimento non esisterà più, o magari si...ma poco conta questo, quello che voglio dire è che ad un certo punto della vita bisogna fare delle scelte e noi abbiamo scelto di allearci, prima con la lega e poi con il PD... Giusto, sbagliato? Puntare il dito non serve a nulla, così "abbiamo" deciso...e badate bene ho detto abbiamo, nonostante io abbia votato in maniera contraria alla prima alleanza, essere del movimento significa anche accettare le scelte della maggioranza e farle comunque proprie, anche se si è in disaccordo (lo dico per quelli che la democrazia è sacra solo se gli altri la pensano come noi). Poi però c'è da dire che in seguito, mi sono ricreduto, l'alleanza (non importa quale) ci ha permesso di fare cose, magari piccole, ma di farle e questo secondo me è positivo...una su tutte il RdC...quante persone abbiamo tolto dalla disperazione con il reddito? Valeva la pena provare e sperare di prendere un ipotetico 40% che magari non sarebbe arrivato mai? E nel frattempo quanti disperati non avrebbero avuto di che mangiare? Ad un certo punto, nella vita, si diventa grandi e si debbono fare delle scelte, a volte sofferte, che non ci piacciono, ma bisogna farle e io seppur contrario per principio, oggi benedico quelle alleanze, perché qualcuno ne ha beneficiato. Abbiamo sbagliato? Non siamo stati capiti? Non mi interessa, non è una gara, non c'è chi vince e chi perde, la politica per come la vedo io, è fare qualcosa di buono e secondo me, di buono ne abbiamo fatto e anche tanto. Abbiamo perso consensi? Si vero, ma io non sono qui per il consenso, ma per fare cose... Ricordate? Uno dei grillini per eccellenza diceva: "non vogliamo il vostro voto"...oggi invece vogliamo solo voti...solo consenso. Certo è che il consenso ti dà la possibilità di fare cose e senza non fai nulla...ma qui però, ritorniamo al discorso iniziale...devi avere il 40% per farle da solo e se non ci arrivi, non fai nulla...vivrai per sempre con la speranza di arrivarci...e nel frattempo? La gente muore di fame..
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 21 settembre 2020
Tutto dipende. - Massimo Erbetti
Forse è davvero possibile attraversare i buchi neri rotanti per viaggiare attraverso lo spazio. - GAURAV KHANNA per The conversation
Uno degli scenari più popolari della fantascienza utilizza i buchi neri come portali per un’altra dimensione o tempo o universo. Questa fantasia potrebbe essere più vicina alla realtà di quanto immaginato in precedenza.
I buchi neri sono forse gli oggetti più misteriosi nell’universo. Nascono come conseguenza della gravità che comprime una stella morente senza limiti, arrivando a formare una singolarità; in pratica, un’intera stella viene compressa in un singolo punto producendo un oggetto con una densità infinita.
La singolarità provoca un buco nel tessuto dello spaziotempo stesso, forse aprendo un’opportunità per il viaggio nell’iperspazio, una scorciatoia, cioè, attraverso lo spaziotempo che consente di attraversare distanze su scala cosmica in un breve periodo.
I ricercatori finora hanno ritenuto che qualsiasi veicolo spaziale che tentasse di utilizzare un buco nero come un portale di questo tipo finirebbe per soccombere alle particolari leggi che regolano i buchi neri. L’ambiente caldo e denso della singolarità e, soprattutto le maree provocate dagli effetti gravitazionali, stirerebbero e comprimerebbero una navicella alla navicella, prima di vaporizzarla completamente.
Volare attraverso un buco nero.
Il mio team all’università Dartmouth del Massachusetts e un collega del Georgia Gwinnett College hanno dimostrato che non tutti i buchi neri vengono creati nello stesso modo e non tutti sono uguali.
Se il buco nero noto come Sagittario A*, situato al centro della nostra galassia, fosse grande e rotante, allora le prospettive per un veicolo spaziale cambierebbero drasticamente. Questo perché la singolarità che un veicolo spaziale dovrebbe affrontare sarebbe molto delicata e potrebbe consentire un attraversamento pacifico. La ragione per cui questo sarebbe possibile è che la singolarità rilevante all’interno di un buco nero rotante è tecnicamente “debole“, e quindi non danneggia gli oggetti che interagiscono con esso.
In un primo momento, questo fatto può sembrare controintuitivo. Ma si può pensare ad esso come analogo all’esperienza comune di passare rapidamente il proprio dito attraverso la fiamma di quasi 2000 gradi di una candela, senza bruciarsi.
La mia collega Lior Burko e io abbiamo studiato la fisica dei buchi neri per oltre due decenni.
Nel 2016, la mia studentessa in corso di dottorato, Caroline Mallary, ispirata dal film di successo di Christopher Nolan Interstellar, ha deciso di provare se Cooper (il personaggio di Matthew McConaughey), avrebbe potuto sopravvivere al tuffo dentro Gargantua, un buco nero fittizio, supermassiccio e in rapida rotazione, grande circa 100 milioni volte la massa del nostro sole.
Interstellar era basato su un libro scritto dall’astrofisico vincitore del premio Nobel Kip Thorne e le proprietà fisiche di Gargantua sono fondamentali per la trama di questo film di Hollywood.
Basandosi sul lavoro svolto dal fisico Amos Ori due decenni prima, e armato delle sue forti capacità computazionali, Mallary costruì un modello in grado di valutare la maggior parte degli effetti fisici essenziali su un veicolo spaziale, o qualsiasi oggetto di grandi dimensioni, che cada dentro un buco nero rotante grande come Sagittario A *.
La scoperta fu che in tutte le condizioni un oggetto che cade in un buco nero rotante non avrebbe esperienza di effetti infinitamente grandi sul passaggio attraverso la cosiddetta singolarità dell’orizzonte interno del buco nero.
Questa è la singolarità che un oggetto che entra in un buco nero rotante non può evitare.
Non solo, nelle giuste circostanze, questi effetti possono essere piccoli o trascurabili, consentendo un passaggio piuttosto confortevole attraverso la singolarità. In effetti, non ci possono essere effetti evidenti sull’oggetto che cade. Ciò aumenta la fattibilità dell’utilizzo di buchi neri rotanti di grandi dimensioni come portali per il viaggio nell’iperspazio.
Mallary scoprì anche una caratteristica che non era stata pienamente apprezzata prima: il fatto che gli effetti della singolarità nel contesto di un buco nero rotante comporterebbero un rapido aumento dei cicli di dilatazione e compressione sulla navicella spaziale.
Ma per i buchi neri molto grandi come Gargantua, la forza di questo effetto sarebbe molto piccola, al punto che la navicella spaziale e gli individui a bordo non la rileverebbero nemmeno.
Lo sforzo fisico su una nave spaziale mentre entra in un buco nero – aumenta drammaticamente ma non cresce indefinitamente. Pertanto, un veicolo spaziale può sopravvivere. (Khanna / UMassD)
Il punto cruciale è che questi effetti non aumentano senza limite; in effetti, rimangono finiti, anche se gli stress sulla navicella spaziale tendono a crescere indefinitamente mentre si avvicina al buco nero.
Ci sono alcuni importanti assunti di semplificazione e caveat risultanti nel contesto del modello di Mallary. L’ipotesi principale è che il buco nero preso in considerazione sia completamente isolato e quindi non soggetto a disturbi costanti da parte di una sorgente come un’altra stella nelle sue vicinanze o persino da una radiazione in entrata.
Questa ipotesi consente importanti semplificazioni e vale la pena notare che la maggior parte dei buchi neri sono circondati da materiale cosmico: polvere, gas, radiazioni. Pertanto, un’estensione naturale del lavorodi Mallary sarebbe quella di eseguire uno studio simile nel contesto di un buco nero astrofisico più realistico.
L’approccio di Mallary all’utilizzo di una simulazione al computer per esaminare gli effetti di un buco nero su un oggetto è molto comune nel campo della fisica dei buchi neri.
Inutile dire che non abbiamo la capacità di eseguire veri e propri esperimenti in o vicino ai buchi neri, quindi gli scienziati ricorrono alla teoria e alle simulazioni per comprenderne il funzionamento, facendo previsioni e nuove scoperte.
Gaurav Khanna , professore di fisica, Università del Massachusetts Dartmouth.
Questo articolo è ripubblicato da The Conversation sotto una licenza Creative Commons. Leggi l’ articolo originale .
https://www.reccom.org/2019/01/10/forse-e-davvero-possibile-attraversare-i-buchi-neri-rotanti-per-viaggiare-attraverso-lo-spazio/
La sai l’ultima? - Tommaso Rodano
Disastro Salvini ha un dolore alla spalla,
troppi selfie fanno male (anche) alla sua salute.
Prima o poi sarebbe dovuto succedere. La bulimia social di Matteo Salvini non poteva restare senza conseguenze, impunita. Dove non arrivano l’intelligenza, il senso della misura e le norme sanitarie sul divieto di assembramenti, arrivano i limiti fisiologici del corpo: i selfie ossessivi fanno male alla sua salute e ora il capo della Lega ha dolore alla spalla. L’indolenzimento si è manifestato pochi giorni fa a Bergamo, durante l’ennesimo comizio. Salvini, impegnato nella milionesima sessione di autoscatti senza mascherina insieme ai suoi fan, per una volta era costretto a tenere il braccio rigido, lungo il corpo. Una scena struggente: il capopopolo impedito nella sua arte migliore, privato della sua naturale elasticità, la qualità che l’ha reso un punto di riferimento della destra italiana. Selfini è un selfiestick-man, uno che è più a suo agio da bastoncino vivente che da ministro dell’Interno. “Ho preso tre muscoril”, ha detto, per far andare via il dolore. Ne va della sua credibilità politica.
Caserta Il regalo di nozze di un’avvocata alla praticante:
un coupon per un divorzio gratuito entro tre anni.
Se vi angosciano i matrimoni anche per tutte quelle spiacevoli formalità, tipo il regalo da fare agli sposi, potreste prendere esempio dall’avvocata Carmen Posillipo del Foro di Santa Maria Capua Venere, in provincia di Caserta. La nostra, specializzata in diritto di famiglia, è stata invitata al matrimonio della sua praticante Francesca. Carmen non si può definire una conformista: non le andava di regalare la classica busta con i soldi, troppo volgare; non le andava di mettersi a spulciare la lista di nozze, troppo scontato; non le andava di contribuire alla luna di miele, troppo anonimo. Allora le ha regalato un divorzio. O meglio un buono per una separazione consensuale o giudiziale gratuita della durata di tre anni. “L’ho fatto un po’ per gioco un po’ per scaramanzia”, ha scritto la spiritosa Carmen nel biglietto di auguri. Francesca però deve sbrigarsi a lasciare il marito: il buono scade. “Se supererà il limite di tre anni – dice l’avvocata – lo convertirò in denaro”. Si chiama classe.
Lombardia Viene sorpreso con una prostituta e dà alla polizia le generalità di suo fratello: si becca una multa di 10mila euro.
La famiglia prima di tutto. Un simpatico signore lombardo è stato sorpreso dalla polizia locale in compagnia di una prostituta in una strada della Bassa bergamasca. Il nostro eroe, per nulla intimorito dalle contestazioni degli uomini in divisa, ha pensato di uscire dagli impicci fingendo di essere un’altra persona: suo fratello. Infatti al momento di declinare le proprie generalità, ha fornito quelle dell’amato congiunto. Forse non tanto amato. Ce lo racconta Repubblica Milano. Non conosciamo molti altri dettagli di questa deliziosa vicenda, ma di certo l’ingegnoso tentativo di frode non è andato a segno: la polizia si è accorta che si trattava di un inganno maldestro. Così adesso il genio della Bassa non dovrà soltanto rispondere di atti osceni in luogo pubblico (insieme alla signorina che era con lui), ma pure di falsa attestazione a pubblico ufficiale. Insieme a una multa di 10mila euro.
Instagram Il gatto senza occhi né pelo è una star del web:
in pochi giorni colleziona quasi novantamila followers.
Aggiungete un influencer al lungo elenco da Chiara Ferragni in giù. Trattasi stavolta di un felino, al secolo Jazzy Jasper. È uno di quei gatti che per loro natura hanno un aspetto peculiare, diciamo: gli sphynx sono quei mici grinzosi e senza pelo, dall’aria vagamente aliena. C’è chi li trova orribili e chi li ama molto, la loro razza è quotata e costosa. Jasper però ha qualcosa in più, anzi in meno: gli occhi. Una salute cagionevole e disgraziata l’ha portato a collezionare in pochi anni prima un herpes oculare, poi un’ulcera alla cornea, infine un ictus. Alla fine i bulbi gli sono stati rimossi completamente con un’operazione chirurgica. Il nostro è sopravvissuto e se la cava benissimo, si fa bastare l’olfatto. Abbiamo dunque un gatto senza pelo e senza occhi, cos’altro poteva succedergli? Diventare una star di Instagram. In pochi giorni la storia di Jasper ha ispirato, pare, un folto popolo di internauti. Al momento conta quasi 90mila followers, in continua ascesa. Roba da gatti.
New Jersey La mancia più generosa della storia:
una coppia regala la sua auto alla cameriera
Qual è la mancia più alta che avete mai lasciato in un ristorante? Difficilmente sarà all’altezza di quella con cui Lisa Ayala e Jason Medina hanno voluto omaggiare Lisa Mollett, la loro cameriera prediletta nella trattoria preferita, l’Empire Diner di Brooklawn, in New Jersey. I due avventori non si sono limitati a qualche moneta o banconota al tavolo, hanno fatto le cose in grande: le hanno regalato un’automobile, la loro vecchia Nissan Altima del 2006. Al termine dell’ennesimo pranzo della domenica, invece di chiedere due digestivi, la coppia ha consegnato alla cameriera un mazzo di chiavi e l’ha invitata a seguirli all’esterno, dove le hanno mostrato la “mancia”. Quando ha capito cosa stava succedendo, Lisa è scoppiata in lacrime. Qualche tempo prima aveva raccontato ai due clienti di avere avuto dei problemi con la sua auto e loro volevano fare qualcosa di carino per lei, che era rimasta senza lavoro per tre mesi nel periodo del lockdown. “Ci sono tante persone gentili – ha detto Lisa Mollett – ma non avevo mai visto una mancia così”.
Torino Un ragazzo di 24 anni rimane incastrato
nell’altalena e viene salvato dai vigili del fuoco.
Vi capita mai di osservare i giochi dei bambini nei parchi pubblici e sentire una voglia irrefrenabile di fiondarvi come aveste ancora quattro anni? Se la risposta è no siete degli insensibili, se la risposta è sì il protagonista di questa storia potrebbe diventare il vostro idolo. Un 24enne di Calise (Torino), travolto da un entusiasmo naif e una nostalgia canaglia, ha provato a espugnare la vecchia altalena del parco giochi locale (come ci informa il sito today.it). Limite di età per cavalcarla: 5 anni. La scelta si è rivelata tragica: il nostro, probabilmente alcolizzato e magari pure in sovrappeso, è rimasto incastrato nel sedile. Ma seriamente: per estrarlo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Il giovane era in comitiva con gli amici, il fattaccio è avvenuto dopo la mezzanotte. Le operazioni di salvataggio sono state complesse: prima sono state tagliate le catene dell’altalena e poi, con un lavoro di fino, è stato aperto il seggiolino liberando il ragazzo. Che ha concluso la sua malinconica madeleine venendo identificato dai carabinieri.
Il titolo della settimana Il Giornale: “Denis il russo,
il mistero dell’uomo che ha smesso di invecchiare”.
Il titolo della settimana è una notizia dal valore imprescindibile che viene consegnata alla storia della stampa italiana dal Giornale di Alessandro Sallusti. Ecco il titolo: “Russia, il mistero dell’uomo che ha smesso di invecchiare”. Ci viene raccontata la condizione di Denis Vashurin, un uomo di 32 anni che ne dimostra 13. Notevole. Denis, ci spiegano, non riesce proprio a invecchiare. Per capirci – sottolinea giustamente il Giornale – è “un caso totalmente opposto rispetto alla vicenda di Harry, bimbo dello Yorkshire che invecchia 5 volte più rapidamente del normale”. Denis non ha la più pallida idea di cosa gli stia succedendo e evidentemente non ha sentito il bisogno nemmeno di rivolgersi a un medico che glielo spiegasse: “Tale singolare fenomeno, ha rimarcato, non gli avrebbe però creato problemi né nell’interazione con i suoi coetanei né per quanto riguarda il rendimento scolastico, dato che aveva buoni voti, anche in educazione fisica”. Non fa una piega.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/21/la-sai-lultima-14/5937929/
Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio
Le mascotte. “Caro direttore, votare oggi No al referendum per il taglio dei parlamentari è una scelta coerente con la nostra Costituzione per scampare dallo strapotere di sedicenti leader improvvisati e per mandare a casa questo governo di azzeccagarbugli e dilettanti allo sbaraglio” (Luigi Bisignani, ex P2, ex P4, pluripregiudicato per finanziamento illecito ai partiti e associazione per delinquere con 10 capi di imputazione, Il Tempo, 20.9). “La gara degli anticasta ci porta verso il Sud America. Se il taglio dei parlamentari verrà approvato il nostro Paese potrebbe imboccare una deriva populista. Non a caso il M5S sosteneva Maduro” (Antonio Del Pennino, ex deputato Pri, tre patteggiamenti a 2 anni e 2 mesi per Tangentopoli, Il Riformista, 18.9). “Tra Pd e 5Stelle è pactum sceleris. Ridurre il numero dei parlamentari è un attentato alla democrazia” (Stefania Craxi, Il Riformista, 16.9). “Lega divisa, anche Fontana per il No” (Corriere della sera, 14.9). “Io voto ‘No’. Una scelta netta e precisa, contro la demagogia, a difesa dei cittadini” (Giulio Gallera, FI; assessore Sanità e Welfare Regione Lombardia, 17.9). Grazie, ragazzi: siete stati decisivi.
Harahiri. “Votate contro gli inadeguati” (Silvio Berlusconi, presidente FI, intervistato da Alessandro Sallusti, il Giornale, 19.9). Ormai si fa campagna contro.
Galeotti. “Chi ha scritto la Costituzione? Un gruppo di ex galeotti. Marco Travaglio giustamente sottolinea le condanne ricevute da molti socialisti del No. Ma c’è di peggio: moltissimi autori della Carta erano avanzi di galera. E – non sbagli mai – erano anche socialisti” (Piero Sansonetti, il Riformista, 17.9). Sì, ma per le loro idee antifasciste, non per i loro furti con scasso.
Festival di Sanscemo. “Adesso, a distanza di anni, molti mi dicono che avevo ragione sul referendum. Però mi sento un po’ come quello che non vince il Festival di Sanremo, ma riceve il premio della critica” (Matteo Renzi, senatore e segretario Iv, Rtl, 15.9). Ma se lo dà da solo.
Salvo complicazioni. “Qui al San Raffaele hanno fatto migliaia di esami e io sono risultato tra i primi cinque per forza del virus… Il mio tampone ha una carica virale da record: è la conferma che resto il numero no!” (Berlusconi all’uscita dall’ospedale, 8.9). “Allarme degli esperti: ‘Il virus attacca anche il cervello’” (Repubblica, 15.9). Ah ecco.
Attentato! “Il fatto avvenuto a Marina di Bibbona è grave e proietta un’altra ombra cupa sul Beppe Grillo di questa stagione, già assediato da tanti problemi di varia natura… Ieri mattina Francesco Selvi, inviato da Rete4 a cercare di raccontare l’attuale fase politica del Movimento, ha raccontato di essere stato aggredito e spinto all’indietro dal cofondatore del partito di maggioranza in parlamento, Grillo, grande sponsor del governo Conte tra M5S e Pd. Selvi è caduto sulle scale dello stabilimento e ha riportato una distorsione al ginocchio, come da referto medico. La dinamica della caduta avrebbe potuto avere conseguenze più gravi, visto che è stata all’indietro, di nuca e con il ginocchio girato. In parole povere: un giornalista che stava facendo il suo lavoro, delle semplici domande, quando Grillo – oggi considerato ormai un padre nobile dai teorici Dem dell’alleanza M5S-Pd si è spazientito e ha reagito… ‘Questa spinta mi butta per degli scalini all’indietro… e il ginocchio mi si gira. Potevo tirare una botta con la testa sul legno, per fortuna la testa cade sulla sabbia… Non so cosa farò adesso. Ora rimetto a posto il ginocchio’. Ieri ci sono state le denunce dell’Ordine dei giornalisti e della Fnsi. La condanna indignata da parte della candidata leghista Ceccardi e una nota del presidente della Toscana, il democratico Rossi. Silenzio imbarazzante del segretario del Pd” (Jacopo Iacoboni, ricostruzione smentita dal video della telecamera di sicurezza, La Stampa, 8.9). Pare che il putribondo figuro indossasse anche dei calzini turchesi.
Ammazza che fusti. “Big bang nel M5S: cinque pesi massimi sfiduciano la sindaca. Sono presidenti di commissioni chiave e hanno disertato il ritiro di Ostia” (Repubblica, 15.9). “Stefàno si candida contro Raggi” (Corriere della sera, 15.9). Già transennati seggi con nove mesi d’anticipo.
Innocente a sua insaputa. “‘Quanto fango su di me e Parma. Ma per il pm ero innocente’. L’ex sindaco Pietro Vignali racconta il suo calvario giudiziario dopo 10 anni di accuse: ‘Così hanno offuscato i miei meriti’” (il Giornale, 15.9). Infatti nel 2015 Vignali patteggiò 2 anni di carcere per peculato e corruzione, cioè per aver derubato il suo Comune, che s’impegnò a risarcire con mezzo milione di euro. Si vede che era innocente, ma si credeva colpevole.
Triage. “Questo governo sull’economia non sta capendo più nulla” (Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia del governo Conte 1 in quota Lega, Libero, 14.9). Parla quello che andò in Europa a promettere un deficit a + 1,6%, poi tornò per dire che, ops!, era al + 2,4%. Però lui capiva tutto.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/21/ma-mi-faccia-il-piacere-203/5937916/
domenica 20 settembre 2020
Arriva l'abolizione del bollo auto. Cancellato anche canone Rai. - Pierpaolo Molinengo
Dobbiamo, però, sottolineare che quella che riguarda il bollo auto è a tutti gli effetti una procedura a tempo determinato: alcune regione, come l'Emilia Romagna, hanno deciso che i detentori di auto ibride siano esentati dal pagamento dell'odiata tassa automobilistica per tre anni. Un risparmio di 191 euro ogni 365 giorni!
Bollo auto e canone Rai: quale dei due è più odiato?
In un'ipotetica gara di odio tra il bollo auto ed il canone Rai sarebbe difficile decretare il vincitore. Senza dubbio le due tasse sono detestate dagli Italiani. Probabilmente, negli ultimi anni, qualcuno si sarà anche dimenticato del canone Rai, anche perché viene addebitato sulla bolletta dell'energia elettrica. In un certo senso viene nascosto, anche se nel momento in cui paghiamo la nostra fornitura di elettricità, ce ne ricordiamo sempre amaramente.
Il bollo auto, invece, è tutta un'altra cosa. Viene pagata anche all'estero, anche se non in maniera così pesante come in Italia. Solo per fare un esempio, in Francia non esiste per i privati, mentre in Spagna si paga due terzi in meno rispetto all'Italia. Nel nostro paese grazie al bollo auto le regioni riescono ad incassare ogni anno qualcosa come 6,5 miliardi di euro. E' una tassa nazionale, ma che è di competenza locale, la cui riscossione è stata affidata alle regioni. In linea teorica queste potrebbero decidere di non applicarlo o di ridurne il costo: questo è stato precisato da una sentenza della Corte Costituzionale del 20 maggio 2019. Qualche osservatore non ha escluso che nella prossima riforma del Codice della Strada possa saltar fuori quale sorpresa per i proprietari delle auto.
Iniziamo con lo spiegare che il bollo auto è una vera e propria tassa automobilistica: la si deve pagare perché si è in possesso di un veicolo a motore. Un tempo veniva anche chiamata tassa di circolazione, perché, in un certo senso, il tributo è riconosciuto per la circolazione di un'automobile sulle strade. Il fatto che un contribuente sia in possesso di un veicolo lo si presume dall'iscrizione nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Questo significa che tutti i proprietari di auto, moto e veicoli a motore sono obbligati a pagare ogni santissimo anno il bollo auto. Questo viene calcolato in base alla potenza del motore e al grado di inquinamento dello stesso.
Bollo auto: le esenzioni!
Sembra ovvio, a questo punto, che solo per il fatto che si sia in possesso di un'automobile, si sia anche obbligati a pagare il bollo auto. A volte, però, le singole regione ci possono graziare e possono permetterci di risparmiare un po' di soldi. Solo per fare un esempio, la Lombardia ha introdotto delle agevolazioni per quanti abbiano deciso di acquistare dei veicoli a basse emissioni inquinanti. Le auto elettriche sono esenti da bollo, così anche quelle a gas e ad idrogeno. Queste ultime vetture sono esentate dal pagamento del bollo auto per sempre, mentre le automobili nuove o usate, che sino euro 5 o bifuel od ibride, beneficiano di un'agevolazione che dura tre anni.
Altri tipi di veicoli che sono esentati dal bollo auto sono quelli alimentati a GPL. Dobbiamo, però, segnalare che la regolamentazione in questa materia varia di anno in anno ed è diversa nelle varie regioni. In alcune l'esenzione è totale, nelle altre solo parziale.
Sono esentate dal pagamento del bollo auto anche le auto storiche. In questo caso l'esenzione è valida solo e soltanto se il proprietario ne fa richiesta. E' necessario distinguere le auto ultraventennali da quelle ultratrentennali: la normativa considera mezzi ultratrentennali quelli costuiti da più di 30 anni e che non siano adibiti ad usi professionali od utilizzati per l'esercizio di attività d'impresa. In questo caso l'esenzione è totale ed il beneficio è automatico, senza doverne far richiesta. Gli autoveicoli ultraventennali, invece, devono essere in possesso di un certificato di rilevanza storica annotato sulla carta di circolazione. In questo caso viene concessa una riduzione del pagamento nella misura del 50%. I veicoli ultraventennali che non abbiano un certificato di rilevanza storica, ma con attestazione di storicità ASI o FMI, sono assoggettati al pagamento bollo nella misura ridotta del 10%.
Possono beneficiare dell'esenzione del bollo auto anche le persone disabili che rientrino nei requisiti previsti dalla Legge 104/1992. Per richiedere l’agevolazione è necessario compilare un modulo esenzione bollo auto legge 104 e trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate entro tre mesi dalla scadenza del pagamento.
Canone Rai: come evitare di pagarlo legamente!
Buone notizie anche per gli utenti della televisione che vogliano evitare di pagare il canone Rai. Benché sappiamo che non sia possibile esimersi dal pagarlo, è bene ricordare che se si rispettano determinate condizioni se ne è esentati. I requisiti che bisogna avere per non pagare il canone Rai sono i seguenti:
- aver compiuto 75 anni;
- possedere un Isee uguale od inferiore a 8.000 euro.
In alternativa l’uso di dispositivi non esclusivamente adibiti alla ricezione dei canali possono ottenere il veto all’approvazione delle tasse.
https://www.trend-online.com/prp/bollo-auto-canone-rai/
Laricchia&Laricchio - Marco Travaglio
Alessandro Di Battista che non fa un solo comizio per il Sì al referendum, ma arringa la folla pentastellata di Bari contro il mio consiglio agli elettori 5Stelle toscani e pugliesi di “turarsi il naso e votare disgiunto” mette tristezza. E ricorda il compagno Antonio: il comunista di Avanzi interpretato da Antonello Fassari che nel 1993 si risvegliava dopo vent’anni di coma e non ritrovava più nulla del suo piccolo mondo antico, tranne i Pooh. Con eleganza pari all’acume politico, Di Battista paragona il turarsi il naso, cioè scegliere il candidato meno lontano per scongiurare la vittoria del peggiore, a “un cesso pubblico”. E, con sicumera pari alla disinformazione, attribuisce il voto disgiunto alla “vecchia Democrazia cristiana”, che mai neppure lo nominò in 50 anni di vita perché nel sistema proporzionale non c’era niente da disgiungere. Poi scomunica le alleanze che “distruggono i progetti”, dimenticando che tutti i risultati ottenuti dal M5S nell’ultimo biennio con i governi Conte sono dovuti alle alleanze (potrebbe spiegarglielo Barbara Lezzi, che si spellava le mani alle sue spalle: al ministero del Sud chi ce l’ha portata? L’alleanza con la Lega o la cicogna?). Poi elogia Conte (troppo popolare per non prendere fischi attaccandolo), ma anche la candidata presidente Antonella Laricchia, che proprio all’invito di Conte a sedersi al tavolo con Emiliano rispose picche e ora non ha alcuna possibilità di vincere, ma ne ha parecchie di far vincere il peggiore di tutti: Fitto. Ma, per Di Battista, Emiliano e Fitto pari sono. Anche se uno faceva il magistrato e l’altro l’imputato. Anche se uno vuole decarbonizzare l’Ilva, come pure il governo Conte, coi soldi del Recovery Fund e l’altro nel suo programma l’Ilva non la cita neppure per sbaglio. Anche se uno, con tutti i suoi difetti, predica da sempre l’alleanza con i 5Stelle e l’altro li ha sempre schifati. Lo stesso vale per Giani e Ceccardi in Toscana, come ben sa chiunque abbia visto curricula, programmi e discorsi. Non vale invece per la Campania, dove De Luca è pure peggio di Caldoro e benissimo fa il M5S a correre da solo con l’ottima Valeria Ciarambino.
Qualcuno dovrebbe spiegare al compagno Antonio, alias Dibba, che siamo nel 2020, non nel 2009 quando i 5Stelle nacquero in piazza contro tutto e contro tutti. La politica è cambiata, in Italia e in Europa, anche grazie a loro (senza i loro voti, col cavolo che sarebbe stata eletta la Von der Leyen, avremmo avuto gli Eurobond e i 209 miliardi di Recovery Fund e che ora si parlerebbe di abolire i regolamenti di Dublino sui migranti). Il Pd non è più quello di Napolitano e Renzi, equivalente al centrodestra, con cui infatti governava giulivo.
E i 5Stelle non sono più all’opposizione, ma al governo. Perché han saputo turarsi il naso, non per finire nei cessi pubblici, ma per fare alleanze e compromessi, così come i loro alleati: prima la Lega, che li ha traditi, ora il centrosinistra, che li rispetta. Altrimenti sarebbero ancora lì in piazza a strillare senza portare a casa nulla. Ma soprattutto bisognerebbe spiegare a Di Battista cos’è il voto disgiunto (o panachage), previsto in molti Paesi Ue: non un vile e sotterfugio vetero-partitocratico, ma un potere in più che la legge dà agli elettori per differenziare, se vogliono, la scelta sul presidente della Regione da quella sulla lista dei consiglieri. Una specie di doppio turno a turno unico. Se anche nelle Regioni, come nei Comuni, fosse previsto il ballottaggio, oggi i grillini voterebbero M5S e Laricchia; poi, al secondo turno, nello scontato derby Emiliano-Fitto, molti sceglierebbero il meno lontano Emiliano. Ma in Puglia si vota a turno unico, dunque il voto disgiunto consente di concentrare in una sola tornata la scelta che nel ballottaggio si fa due settimane dopo: voto di lista ai 5Stelle e possibilità di scegliere fra i due presidenti possibili. Fra i quali Laricchia, come sanno benissimo anche lei e Dibba, non c’è. Lo stesso vale per la Toscana (che va al ballottaggio solo se nessuno supera il 40%): anche lì la brava candidata Irene Galletti è a distanza siderale da Giani e Ceccardi.
Ora spetta agli elettori M5S decidere, calcolando il danno che le vittorie di Fitto e Ceccardi farebbero alla Puglia, alla Toscana e, vista l’assurda politicizzazione delle Regionali, al governo Conte e all’Italia intera. Così come fecero a gennaio in Emilia-Romagna, quando un terzo di loro votò disgiunto 5Stelle/Bonaccini, scongiurando la vittoria della Borgonzoni in Salvini. L’anno prossimo, se Raggi e Appendino andranno al ballottaggio a Roma e Torino contro i candidati di destra, toccherà agli elettori del centrosinistra turarsi il naso e votare disgiunto: non perché Raggi e Appendino puzzino, anzi sono donne perbene, ma perché non sono amatissime da Pd&C. Il voto disgiunto, fra l’altro, non solo non danneggia i 5Stelle, ma ne aumenta addirittura i voti: i loro simpatizzanti tentati dal Pd per paura di favorire Salvini&C. o di indebolire il governo potranno scegliere serenamente la lista M5S e il presidente Pd. Laricchia e Galletti arriveranno comunque terze, ma il M5S avrà più consiglieri regionali per tener d’occhio e combattere Giani ed Emiliano ogni volta che lo meriteranno. Se invece chi arriva terzo si arrocca e impedisce ai suoi elettori di scegliere fra gli altri due, condanna i 5Stelle all’irrilevanza. E lavora per Salvini e/o per Draghi. Magari a sua insaputa, che è pure peggio.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/20/laricchialaricchio/5937297/
Domani e lunedì persino Internet si schiera per il taglio. - Giovanni Valentini
“Non si tratta, com’è ovvio, di superare la democrazia rappresentativa, ma precisamente di farla evolvere verso una ‘democrazia deliberativa’, in cui la cittadinanza occupi un ruolo più attivo e partecipativo non solo nei processi di promozione del consenso, ma anche in quelli di costruzione della decisione”
(da Política e Democracia na era digital di João de Almeida Santos – Parsifal, 2020 – pag. 150)
Trecentomila euro al giorno. Cento milioni all’anno. Mezzo miliardo in una legislatura. E, anche se fosse solo la metà, scusate se è poco. Ma, quale che sia la cifra esatta, non è questo in realtà il “focus” del referendum costituzionale in programma domani e dopodomani.
Mettiamo pure da parte, per un momento, la querelle sull’entità dei risparmi che la riduzione del numero dei parlamentari comporta. Concentriamoci piuttosto sullo snellimento e sulla maggiore rapidità dei lavori parlamentari che una vittoria del Sì può verosimilmente innescare. Come? Con un effetto di accelerazione favorito dalle tecnologie digitali e dai nuovi strumenti di comunicazione, da Internet ai social network.
Attraverso la Rete, il deputato o il senatore può innanzitutto gestire meglio e più direttamente i rapporti con i suoi elettori via email o WhatsApp. È vero che – la Costituzione – non ha un “vincolo di mandato”, ma il parlamentare deve pur sempre interloquire e confrontarsi con la sua constituency per rappresentarne le legittime aspettative, senza piegarsi a logiche clientelari nell’ottica dell’interesse nazionale. La tecnologia gli consente di ridurre eventualmente i comizi, gli incontri o le visite alle sezioni di partito superstiti, e quindi i trasferimenti logistici, per aumentare piuttosto il numero e l’intensità dei suoi contatti.
Al tempo della democrazia digitale, il deputato o il senatore ha gli strumenti per partecipare di più ai lavori e alle votazioni; per accedere agli archivi o ai documenti e provvedere più agevolmente all’elaborazione e alla stesura delle proposte di legge; per attendere meglio alla comunicazione con i componenti del proprio gruppo o con i propri collaboratori, oltre che con la propria base elettorale. E così si riuscirà forse a contenere la proliferazione delle sedi e degli uffici disseminati intorno a Montecitorio e a Palazzo Madama. Lo smart working e il voto online possono valere anche per i peones, gli assenteisti e i trasformisti.
Per tutte queste ragioni è opportuno che il numero dei parlamentari, in un equilibrato rapporto con la popolazione, diminuisca fisiologicamente com’è accaduto per tante altre categorie: dai dipendenti pubblici agli impiegati o funzionari di banca, compresi i giornalisti e i poligrafici. In qualsiasi campo o settore, oggi meno persone svolgono più compiti, mansioni e funzioni di quelle che svolgevano i loro colleghi sessant’anni fa: cioè quando una legge costituzionale stabilì nel 1963 che i deputati dovevano essere 630 e i senatori 315, per un totale di 945, con tutti i loro privilegi, indennità e immunità. Adesso anche loro sono in condizione di lavorare meglio e produrre di più.
Non è un paradosso, perciò, sostenere che nell’era digitale il taglio dei parlamentari – anziché ridurre la democrazia rappresentativa, come sostengono i fautori del No – possa favorire piuttosto l’avvento di quella “democrazia deliberativa” auspicata dal sociologo e filosofo tedesco Jürgen Habermas, insieme a tanti altri studiosi internazionali. Sì, quindi, a una democrazia più partecipata, circolare ed efficiente. Insomma, più adeguata ai tempi in cui viviamo.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/19/domani-e-lunedi-persino-internet-si-schiera-per-il-taglio/5936687/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-09-19