Visualizzazione post con etichetta Cesa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cesa. Mostra tutti i post

sabato 23 gennaio 2021

Cesa una volta. - Marco Travaglio

 

Deliziosa, come sempre, la lettura dei giornali dominati da uno sconfinato stupore perché un giglio di campo come Lorenzo Cesa è finito indagato. Chi l’avrebbe mai detto che l’ex portamazzette di Prandini (per gli amici Prendini), arrestato nel ’93 dopo breve latitanza, reo confesso in un verbale che si apriva con un “Ho deciso di svuotare il sacco” degno di Pietro Gambadilegno, finisse nei guai giudiziari? Oltre al comprensibile sbigottimento, la libera stampa distilla le più varie interpretazioni politiche del blitz “a orologeria” di Gratteri nel pieno della caccia ai voltagabbana responsabili o costruttori. Il Cesa infatti era fino all’altroieri il segretario dell’Udc, già Unione dei carcerati, in cui non si sa come si sono ultimamente infiltrati alcuni incensurati, tipo la senatrice Binetti, interessati a sostenere il governo. Cesa non era della partita: sia perché non è più parlamentare, sia perché è fedelissimo del centrodestra e allergico a Conte e ai 5Stelle (non rubano). Poche ore prima della visita dei carabinieri, confidava a Minzolingua: “Non capiscono che noi non ci muoviamo. Io ho bloccato pure WhatsApp”. Ora sappiamo il perché.

L’idea che 58 arresti, più decine di avvisi di garanzia, sequestri e perquisizioni in tutta Italia si improvvisino last minute per interferire nella crisi di governo può venire solo a un malato di mente: infatti occhieggia su tutti i giornali. Le richieste di Gratteri (5.200 pagine) sono del 29 aprile e l’ordinanza del gip (422 pagine) è del 13 gennaio. Ma il Riformatorio non ha dubbi: “Cesa non ha votato per Conte? A lui ci pensa Gratteri” (Cesa non poteva votare una mazza, non essendo parlamentare, ma fa niente). Quindi Gratteri dà un aiutino a Conte. Anzi no, per Domani gli fa un dispetto: “Per i pm il ‘responsabile’ Cesa aiutava anche gli amici dei clan”. Da notare quell’“anche” (aiutava Conte e pure i clan, infatti è così “responsabile” che a destra era e a destra è rimasto). Sempre per l’angolo del buonumore, ecco il Giornale: “In campo anche le toghe” (ma non si precisa in quale campo). E La Verità: “Ciclone ’ndrangheta su Conte e Arcuri” (mai citati nelle 5.200 e 422 pagine, ma tutto fa brodo), “L’indagine sulle cosche spiazza Giuseppi”. Anche per il Corriere è “Un colpo alla trattativa per allargare l’alleanza”. E per Rep: “Addio Udc, si complica l’operazione Responsabili”. E per il Foglio: “Bomba Cesa sul governo: i centristi dicono bye bye. L’inchiesta rompe le trattative”. E per Libero: “I giudici indagano Cesa e mettono nei guai Conte” (non la destra, di cui Cesa fa parte: Conte). Quindi è ufficiale: anche l’inchiesta Cesa è giustizia a orologeria. Anzi, a orologerie: diversamente dai Soliti Ignoti, la banda del buco s’è scordata di sincronizzare gli orologi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/23/cesa-una-volta/6075683/

venerdì 22 gennaio 2021

Cesa, la pasionaria cattolica Binetti e il Recovery fund. - Peter Gomez

 

Dopo le perquisizioni in casa di Lorenzo Cesa per associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso, la senatrice Udc Paola Binetti dice di sentirsi “come una persona ferita che vuole stare accanto al suo segretario”. La vicinanza umana e spirituale con chi è in difficoltà non può essere criticata. In genere in politica, a meno che non ti chiami Berlusconi, Dell’Utri o Verdini, appena traballi tutti scompaiono. Ma Paola Binetti non è di quella pasta. Ex parlamentare di centrosinistra, poi eletta a Palazzo Madama con Forza Italia e ora forse in procinto di sostenere il governo Conte, la pasionaria cattolica è anzi sicura dell’innocenza di Cesa (“escludo categoricamente il suo coinvolgimento”); ha fiducia, come si dice sempre in questi casi, nella magistratura, anche se, da politica navigata qual è, sa bene come “Lorenzo in qualità di segretario sia esposto a incontrare gente di ogni tipo”.

Anche noi come Binetti siamo garantisti. Cesa come ogni altro indagato o imputato è innocente sino a prova contraria. E il fatto che non sia stato arrestato, a differenza del potente assessore regionale calabrese Francesco Talarico, amico del segretario, fa anzi capire come, secondo i magistrati, contro di lui, per il momento, vi siano solo indizi.

La vicenda però dovrebbe spingere politici, giornalisti e opinionisti a una franca riflessione sulle nostre classi dirigenti. Una riflessione non più rimandabile visto che, se il governo riuscirà a reggere, il nostro Paese sarà presto inondato da centinaia di miliardi targati Ue.

Cesa, infatti, come molti sanno, ma in tanti fanno finta di non sapere, non è un normale leader di partito. È invece un tangentista miracolato dal codice di procedura penale. È un tizio salvato da quella giustizia malata, forte con i deboli e debole con i forti, che proprio l’Europa ci chiede da anni di riformare. Breve promemoria per i finti smemorati. Arrestato nel 1993 quando ancora era un semplice consigliere comunale di Roma, Cesa in carcere confessa. Ammette di essere uno dei tramiti tra i vertici della Dc e gli imprenditori che versano tangenti per gli appalti Anas. Il suo primo verbale sembra quello di Pietro Gambadilegno. “Intendo svuotare il sacco” esordisce prima di svelare decine di mazzette. Il suo referente era il ministro Giovanni Prandini, all’epoca soprannominato “Prendini”. Gli imprenditori si rivolgevano a Cesa e lui andava dal ministro. Un esempio tra tanti: “Gli chiesi cosa dovevo riferire e mi sentii rispondere che dovevo chiedere il 5 per cento sull’importo dell’appalto”. Il futuro segretario Udc racconta con dovizia di particolari di “borse di plastica”, “cartellette rigide”, “buste sigillate” tutte contenenti denaro. Risultato: Cesa, dopo la “sua ampia confessione”, viene condannato in primo grado a 3 anni e 3 mesi. Nel 2003, però, la Corte di Appello annulla le condanne per un cavillo procedurale: nel frattempo è uscita una sentenza della Corte costituzionale che ha di fatto stabilito come il Tribunale dei ministri fosse competente non solo per Prandini, ma anche per i coimputati. Il processo deve ricominciare, ma per il giudice gli atti compiuti sono ormai “inutilizzabili”. Nel 2005 il Gip ordina il “non luogo a procedere”. Così, sebbene abbia ammesso tutto, viene più volte candidato e spesso eletto.

E qui arriviamo alla riflessione. Anzi alla domanda: davvero si può pensare che spenderemo bene i soldi del Recovery fund se chi rappresenta i cittadini non è in grado di selezionare i suoi compagni di strada? Si attende, dalla senatrice Binetti e da tutti gli altri, una cortese risposta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/cesa-la-pasionaria-cattolica-binetti-e-il-recovery-fund/6074558/

giovedì 21 gennaio 2021

‘Ndrangheta, maxi operazione: 48 arresti. Indagato anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: perquisita la sua casa a Roma. - Lucio Musolino


L'operazione, denominata 'Basso profilo', è coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro. Impiegati oltre 370 agenti tra polizia, carabinieri e militari. Oltre alle misure cautelari, la procura ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni dopo aver accertato movimentazioni illecite per oltre 300 milioni di euro. Il politico: "Estraneo ai fatti, mi dimetto da segretario di partito".

Una maxi operazione contro la ‘ndrangheta su tutto il territorio nazionale, coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro, è in corso dalle prime luci dell’alba. In arresto 48 persone tra boss mafiosi, imprenditori e funzionari pubblici. Numerose misure di custodie cautelari sono state disposte nei confronti dei maggiori esponenti delle ‘ndrine più importanti di CrotoneIsola Capo Rizzuto e Cutro, tra cui ‘Bonaventura’ ‘Aracri’, ‘Arena’ e ‘Grande Aracri’. L’operazione, denominata ‘Basso profilo’, vede impegnati 370 uomini e donne delle forze dell’ordine: 200 militari della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e 170 tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, più il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero.

Nell’inchiesta è indagato anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc. La casa romana del politico è stata perquisita. “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”, dice Cesa. L’assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc, è invece ai domiciliari.

Tra gli arrestati ci sono anche imprenditori di spessore e funzionari della pubblica amministrazione accusati di essere collusi con le organizzazioni criminali. Oltre alle misure cautelari, la Procura di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, automobili, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata anche accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre 300 milioni di euro. Maggiori dettagli sull’operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella tarda mattinata di oggi presso la sede della Corte d’Appello, a cui parteciperanno il procuratore capo Nicola Gratteri, e il direttore della Dia, Maurizio Vallone.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/21/ndrangheta-maxi-operazione-48-arresti-indagato-anche-il-segretario-delludc-lorenzo-cesa-perquisita-la-sua-casa-a-roma/6073249/

martedì 1 gennaio 2013

Pierferdinando Casini: «I nostri candidati passeranno l'esame Bondi».



Su Twitter, Pierferdinando Casini commenta così la situazione, che prevede una lista comune al Senato e liste separate alla Camera, con Mario Monti che si arrogherà il diritto di dire la sua sui candidati grazie al selezionatore, il commissario alle liste Enrico Bondi
Il leader dell’Udc è sicuro, insomma, che, oltre all’appoggio all’Agenda Monti, saprà anche dare il suo sostegno alla neonata coalizione proponendo candidature che non avranno problemi a superare l’esame di Bondi.
Su Repubblica vengono riportate altre parole di Casini:
«Alla fiera delle promesse rispondiamo con il coraggio delle verità. Da oggi si apre una fase di responsabilità, basta con la demagogia e le false promesse».
Il quotidiano romano aggiungeva anche:
«Precisando però che sarà lui a scegliere i candidati dell’Udc. E che Cesa sarà candidato».
Forse è a questo che si riferisce Casini quando parla di “zizzania”?
La Repubblica su Casini