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venerdì 26 marzo 2021

Antitrust, multa da 5 milioni per Autostrade: “Non ha ridotto pedaggi sui tratti in condizioni critiche per gravi carenze nella gestione.”

 

Secondo l'authority questa pratica commerciale scorretta è stata attuata sulle autostrade A/16 Napoli-Canosa, A/14 Bologna-Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano. Rilievi sui "forti disservizi" causati dalla riduzione delle corsie di marcia e sulle informazioni "omissive, inadeguate, intempestive, insufficienti" date agli automobilisti.

L’Antitrust ha sanzionato con una multa da 5 milioni di euro Autostrade per l’Italia per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità, la società concessionaria a cui sono affidati oltre 3mila chilometri di rete autostradale “non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti in cui si registrano critiche e persistenti condizioni di fruibilità del servizio autostradale con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza“. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ritiene di aver accertato questa pratica commerciale scorretta sulle autostrade A/16 Napoli-CanosaA/14 Bologna-TarantoA/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-GenovaA/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.

In particolare, l’Autorità ha appurato una consistente riduzione delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni – per lunghi tratti – della velocità massima consentita. Ciò ha comportato un notevole disservizio e un forte disagio ai consumatori in termini di code, di rallentamenti e quindi di tempi di percorrenza molto più elevati, senza prevedere un adeguamento o una riduzione dell’importo richiesto a titolo di pedaggio ai consumatori. L’Agcm ha poi rilevato che sono risultate inadeguate le modalità informative sulle eventuali procedure di rimborso, come emerso in relazione all’Autostrada A/14 Bologna-Taranto, allorché le informazioni fornite sono rivelate omissive, inadeguate, intempestive, insufficienti quanto al modo di diffusione e non idonee a compensare i disagi arrecati agli utenti.

I maggiori problemi si sono verificati nell’area ligure e abruzzese-marchigiana, determinando anche gravi danni all’economia, soprattutto nell’industria, nei servizi e per le imprese di trasporto, dati i maggiori tempi di percorrenza degli operatori e i riflessi sulle imprese destinatarie delle merci.

Per l’Antitrust tutto questi è pienamente ascrivibile alla responsabilità di Aspi e integra una pratica commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo. Per questo l’Autorità ha applicato una sanzione – pari al massimo edittale – di 5 milioni di euro. Autostrade per l’Italia dovrà anche pubblicare un estratto del provvedimento sul proprio sito internet e su uno dei quotidiani a maggiore tiratura nazionale.

IlFattoQuotidiano

sabato 15 febbraio 2020

Agcom multa la Rai per 1,5 milioni di euro: “Violate indipendenza, imparzialità e pluralismo”. Pd: “Grave, via Salini e i vertici”.

Agcom multa la Rai per 1,5 milioni di euro: “Violate indipendenza, imparzialità e pluralismo”. Pd: “Grave, via Salini e i vertici”

L'Autorità ha diffidato l'azienda a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico.
Multa da 1,5 milioni di euro per la Rai. Il Consiglio dell’Agcom ha accertato, con due diverse delibere, alcune violazioni degli obblighi di contratto di servizio da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. In particolare, in merito a numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste, l’Autorità ha accertato il mancato rispetto da parte di Rai dei principi di “indipendenza, imparzialità pluralismo”. L’Agcom – si legge in una nota – ha inoltre accertato il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato, dalla concessionaria Rai, nella vendita degli spazi pubblicitari.
Il Pd chiede le dimissioni di Salini e dei vertici Rai – “La pronuncia (e multa) di Agcom sulla Rai dice cose chiare e gravi. Se si aggiunge la trasferta sanremese il quadro è completo. Cambiare e cambiare velocemente è l’unica via”, ha scritto su Twitter il vicesegretario Pd Andrea Orlando. Il vicecapogruppo dem alla Camera Michele Bordo è andato oltre tornando a chiedere le dimissioni dell’amministratore delegato: “A Salini”, ha dichiarato, “non resta che valutare la propria permanenza al vertice dell’azienda così come la permanenza degli attuali vertici dell’informazione. Le ripetute violazioni del contratto di servizio, accertate dall’Agcom e richiamate più volte in questi mesi, rappresentano una doppia beffa ai danni della qualità dell’informazione Rai per i cittadini che dovranno anche pagare la multa visto che ne sono azionisti attraverso il governo. Per Salini e per il management è l’ora della verità”. Per il deputato di Italia viva Michele Anzaldi siamo di fronte a “una sanzione senza precedenti”: “E’ la conseguenza inevitabile di quanto vado denunciando da mesi con esposti, interrogazioni, dichiarazioni: questa Rai rappresenta uno dei punti più bassi mai raggiunti dall’informazione del servizio pubblico”.
Per il Movimento 5 stelle ha parlato il vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai Primo Di Nicola: “La notizia della sanzione alla Rai da parte dell’Agcom è molto grave”, ha detto, “ma altrettanto grave è che la stessa Agcom dia notizia della multa per gravi violazioni del contratto di servizio pubblico senza indicare le trasmissioni a cui si riferisce. Che nell’azienda pubblica ci siano dei problemi non è una novità e noi li abbiamo denunciati. Ma questa sortita dell’Authority e le divisioni interne che emergono sulla decisione presa destano preoccupazione e allarme. Aspettiamo che Agcom fornisca la documentazione dettagliata sulla vicenda. Dopodiché come MoVimento 5 Stelle faremo le nostre valutazioni. Sulla Rai non accettiamo giochetti. La par condicio è fondamentale, ma dall’Authority vogliamo sapere chi l’ha violata e come”.
La sanzione “per l’ampiezza e la durata delle infrazioni” – L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si legge sempre nella nota ufficiale, ha deciso di irrogare la sanzione, in ragione dell’ampiezza e della durata delle infrazioni, ma tenendo conto di alcune iniziative ripristinatorie. Ha votato contro il commissario Mario Morcellini, mentre si è astenuto il commissario Francesco Posteraro. “Mi sono astenuto perché ritengo che le violazioni riscontrate non siano di gravità tale da richiedere l’irrogazione di una sanzione”, ha detto all’Ansa Posteraro. L’Autorità ha poi diffidato la concessionaria pubblica chiedendo che elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l’importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria.
“Nella vigilanza della missione di servizio pubblico”, ha precisato ancora Agcom, “non sono le singole fattispecie, su cui la società ha spesso messo in atto azioni ripristinatorie o correttive, a rilevare ma l’effetto che tali condotte hanno generato e potrebbero generare sui valori della collettività e i diritti dei cittadini, nonché sul valore di utilità pubblica e sociale del canone del servizio della concessionaria”. L’Autorità ha inoltre accertato, all’unanimità, il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato, dalla concessionaria, nella vendita degli spazi pubblicitari. Di conseguenza, l’Agcom ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico.
L’azienda: “Stupore per la decisione” – Poco dopo la notizia delle delibere, la Rai ha diffuso una nota per ribadire che “prende atto con grande stupore delle decisioni del Consiglio di oggi dell’Autorità”. L’azienda ha quindi difeso il proprio operato: “Nel riservarsi di esaminare in dettaglio il provvedimento quando sarà notificato, Rai non mancherà di rappresentare nelle opportune sedi la correttezza del proprio operato in coerenza con il ruolo assegnatole dalle leggi, anche da quelle che tutelano l’autonomia dei giornalisti”. E ancora: “Il Servizio pubblico resta sempre impegnato, anche nella presente complessa congiuntura, nella tutela della libera informazione e nella rappresentazione corretta del dibattito presente nel Paese a beneficio in primo luogo dei cittadini che pagano il canone, tutto ciò sempre nel più scrupoloso rispetto delle norme cui è sottoposto”. Quindi la nota conclude: “Il Servizio pubblico resta sempre impegnato, anche nella presente complessa congiuntura, nella tutela della libera informazione e nella rappresentazione corretta del dibattito presente nel Paese a beneficio in primo luogo dei cittadini che pagano il canone, tutto ciò sempre nel più scrupoloso rispetto delle norme cui è sottoposto”.

domenica 24 febbraio 2019

Ryanair e bagaglio a mano, multa-stangata da 3 milioni di euro.

Maxi multa per Ryanair

L'Antitrust ha irrogato a Ryanair e Wizzair una sanzione rispettivamente, di 3 milioni e 1 milione di euro, accertando che le modifiche rispettivamente apportate alle regole di trasporto del bagaglio a mano grande, il trolley, costituiscono «una pratica commerciale scorretta in quanto ingannano il consumatore sull'effettivo prezzo del biglietto, non includendo più nella tariffa base un elemento essenziale del contratto di trasporto aereo quale è il bagaglio a mano grande».
Lo riferisce una nota dell'Antitrust.Come emerso dalle istruttorie svolte, le due imprese consentono ai passeggeri di trasportare una sola borsa piccola, da posizionare sotto il sedile, e non il trolley, - con una significativa riduzione dello spazio a disposizione (rispettivamente -65% e -52%) - ed utilizzano per il nuovo servizio a pagamento proprio lo spazio dedicato negli aeromobili al trasporto del bagaglio a mano grande, le cappelliere. Dall'istruttoria è emerso che corrisponde alle abitudini di consumo della quasi totalità dei passeggeri viaggiare con un bagaglio a mano grande al seguito. Inoltre - afferma l'antitrust - «il bagaglio a mano costituisce un elemento essenziale del servizio di trasporto aereo e il suo trasporto deve essere permesso senza sostenere alcun costo aggiuntivo. Infatti, anche sulla base della normativa europea in tema di trasporto aereo, i supplementi prevedibili ed inevitabili devono essere ricompresi nel prezzo del servizio base presentato sin dal primo contatto e, quindi, non possono essere separati da questo con la richiesta di somme ulteriori».
Pertanto, con la richiesta di un supplemento variabile tra i 5 ed i 25 euro per il bagaglio a mano grande (a seconda delle diverse modalità di acquisto in fase di prenotazione, al check in ovvero al gate), «le due imprese - afferma l'Antitrust - hanno proceduto ad un aumento del prezzo del biglietto in modo non trasparente, scorporando dalla tariffa un servizio essenziale, prevedibile e inevitabile per la quasi totalità dei passeggeri. Da ciò l'inganno per i consumatori, in quanto il prezzo da pagare alla fine del processo di prenotazione sarà quasi sempre superiore alla tariffa che viene presentata all'inizio del processo, quando avviene l'aggancio, nonché l'alterazione del processo di comparazione con i prezzi degli altri vettori che invece includono il bagaglio a mano».
Le compagnie dovranno comunicare all'Autorità entro 60 giorni le misure adottate in ottemperanza a quanto deciso.

giovedì 16 marzo 2017

EQUITALIA BEFFATA DALL'IMPRENDITORE ALBANESE: NON PAGHERÀ I 2 MILIONI. - Olivia Bonetti



FELTRE - Lavorava con prezzi concorrenziali sbaragliando le altre imprese edili, ma era completamente sconosciuto al fisco: non ha mai versato l'Iva o pagato imposte. Il sogno italiano di Eduart Byku, albanese 36enne che risiedeva a Feltre, nonostante tutto, è finito nel migliore dei modi: prescrizione.  
Byku  era arrivato in Italia nel 1996 dall'Albania dopo aver imparato l'italiano in  tv: aveva fatto il giardiniere in Puglia e dal 2002 era  a Feltre con l'impresa edile. Giocava a calcio nella Porcenese, voleva laurearsi a Trento. Poi è sparito dal nostro Paese quando ha visto che il vento stava cambiando (la crisi del settore e l'indagine Gdf): s'è venduto tutti gli immobili dell'impresa sui quali c'era la procedura di riscossione coattiva: erano 15 appartamenti che sono spariti in alcuni casi venduti  a se stesso e a una srl costituita apposta. È riuscito così a non perdere un centesimo.  Nel primo processo è stato assolto perchè la legge era cambiata, nel secondo approdato ieri in tribunale perchè il reato si è prescritto. «L'Italia è un Paese libero - diceva spesso l'albanese -, ma c'è ancora troppa distanza tra italiani e stranieri». E visto come è andata aveva proprio ragione.

mercoledì 30 novembre 2016

Debora Serracchiani sanzionata per violazione della par condicio.

Debora Serracchiani sanzionata per violazione della par condicio

E' finita nella bufera Debora Serracchiani che ha organizzato - a spese dei contribuenti, riporta il Fatto Quotidiano - un convegno dal titolo "Riforma costituzionale e Autonomie speciali" che si è svolto nella sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, a Udine, dove tutti gli invitati erano per il Sì al referendum.

A denunciare il fatto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è stato il Movimento cinque stelle del Friuli Venezia Giulia. L'Agcom ha poi sanzionato la vice segretaria nazionale del Pd per aver violato le regole della par condicio sul referendum. "Non solo questo spudorato manifesto per il Sì al prossimo referendum del 4 dicembre è stato pagato con risorse pubbliche - ha fatto sapere la portavoce del Movimento 5 Stelle regionale Elena Bianchi - ma si è svolto in piena violazione della par condicio e in totale assenza di contraddittorio".

L'Agcom ha anche ordinato alla Regione Friuli Venezia Giulia di pubblicare sulla home page del proprio sito istituzionale, per la durata di 15 giorni, l'indicazione che lo stesso convegno, "Riforma costituzionale e Autonomie speciali", non ha rispettato quanto previsto dall'art. 9 della legge 22 febbraio 2000 n. 28 in materia di comunicazione istituzionale

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12004526/debora-serracchiani-sanzionata-per-violazione-della-par-condicio.html

lunedì 19 settembre 2016

Gli Stati Uniti chiedono 14 miliardi di dollari a Deutsche Bank per la crisi dei subprime.

Risultati immagini per mutui subprime

Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Deutsche Bank di pagare una multa di 14 miliardi di dollari nell’ambito di una disputa legale legata alla crisi dei subprime, che fu elemento scatenante della crisi economica nel 2008. 

«La Deutsche Bank non ha alcuna intenzione di saldare questo risarcimento civile per un ammontare così alto», ha fatto sapere la prima banca tedesca. Il Dipartimento di Giustizia Usa ha invitato la banca a formulare «una controfferta». Per una questione analoga la Goldman Sachs ha chiuso un accordo ad aprile per un ammontare di 5,06 miliardi di dollari. 

Deutsche Bank registra un avvio in pesante calo per alla Borsa di Francoforte. Il titolo ha aperto le contrattazioni in ribasso del 7% nonostante la banca abbia già dichiarato che non intende chiudere il contenzioso pagando la cifra richiesta. 

giovedì 1 ottobre 2015

Invita gli amici alla vendemmia, prende una multa da 19.500 euro per lavoro nero. - Valter Manzone, Marisa Quaglia



Doveva essere una festa, si è trasformato in un blitz dell’ispettorato. Il sindaco di Castellinaldo d’alba: «Assurdo, in campagna ci si aiuta da sempre».

È finita con una multa di quasi 20 mila euro quella che doveva essere una festa tra le vigne di Castellinaldo d’Alba, in provincia di Cuneo. Come faceva spesso, Battista Battaglino, 63 anni, pensionato, mercoledì ha invitato alcuni amici nella sua casa, in località Granera, nel cuore del Roero. È una bella giornata, i filari del suo piccolo podere, un ettaro di terreno in collina, sono carichi di grappoli, barbera e un po’ di nebbiolo. Così i quattro decidono di aiutare Battista a vendemmiare. Uve che il pensionato utilizza per produrre il vino per sé, quello che consuma in casa e con qualche amico. Il tutto si dovrebbe concludere con una cena in allegria.  

Ma il finale è ben diverso. Lo racconta Ada Bensa, compagna del pensionato: «Stavamo raccogliendo l’uva, ridendo e prendendoci in giro perché in quelle vigne è anche difficile stare in piedi. Ad un certo punto siamo stati letteralmente circondati da carabinieri e funzionari dell’ispettorato del lavoro. Ci hanno chiesto i documenti e hanno redatto un verbale di denuncia di lavoro nero». La multa per Battista Battaglino è di 19.500 euro, 3900 per ognuno dei 4 amici e del pensionato.  

LA LETTERA A SPECCHIO DEI TEMPI  
La donna è indignata: «È assurdo. Volevamo aiutare Battista e gli abbiamo procurato un danno enorme. In campagna è consuetudine aiutarsi l’un l’altro. Si è sempre fatto, senza il timore di essere catalogati come evasori, o peggio ancora, ritenuti dei caporali che sfruttano le persone facendole lavorare in nero». Ada Bensa scrive anche a «Specchio dei Tempi» per denunciare quello che per tutti, cittadini e viticoltori, è una vera ingiustizia.  

«Battista coltiva da solo quel pezzo di terra, è in pensione e ci passa il suo tempo - dicono gli amici -. Quando l’uva è matura ci chiede di aiutarlo. Bisogna fare in fretta, altrimenti i grappoli marciscono e lui non potrà fare il suo buon vino. Per quello eravamo lì, come facevamo da anni, a turno non sempre tutti, a seconda dei nostri impegni». 

LE CRITICHE DEL SINDACO  
L’indignazione è quella dell’intero territorio. Il sindaco di Castellinaldo, Giovanni Molino è amareggiato: «Non siamo un paese in cui vige il caporalato. Qui la gente si aiuta, si spacca la schiena tra le vigne, su queste colline. È assurdo che un uomo come Battista, che manda avanti questi pochi filari da solo, con grande sacrificio, venga additato come evasore. Sono terreni che erano già del padre, vigne che avranno 70-80 anni. Lui le cura tutto l’anno ancora con metodi vecchi, quelli di una volta. Non ha neanche i mezzi più moderni per coltivare e raccogliere, tutto viene fatto a mano. È pazzesco che debba pagare una multa del genere».  

Battista è ancora amareggiato e non ha molto da dire su quanto successo: «Lascerò andare tutto, abbandonando le vigne perché non merita lavorare tanto per poi avere questi bei risultati. L’unica cosa che potevo dare a questi amici era una cena per ringraziarli. Purtroppo non abbiamo neanche fatto quella».  

Il sindaco lancia una proposta: «Ho intenzione, a novembre, di invitare questi funzionari del lavoro a una riunione con tutti coloro che coltivano un pezzo di terra, dalle grandi aziende di questo territorio ai piccoli agricoltori. Voglio che ci spieghino cosa dobbiamo fare per lavorare senza la paura di dover pagare multe». Mercoledì Battaglino e i suoi amici saranno a Cuneo, convocati dall’Ispettorato del Lavoro. Ribadiranno la loro posizione. «Speriamo sia usato un po’ di buon senso» conclude Ada Bensa. 

martedì 23 settembre 2014

Multa da Autovelox? E’ NULLA anche se è visibile. La nuova sentenza. - Adriana Costanzo

autovelox_fisso

Non è sufficiente la verbalizzazione degli agenti della polizia municipale che attesta che l’accertamento era in regola e la postazione mobile dell’autovelox fosse visibile a tutti i veicoli in transito: l’affermazione contenuta nel verbale, secondo quanto si può leggere nella significativa sentenza 246/14, pubblicata dal giudice di pace di Vasto, non fa fede fino a querela di falso su quanto dichiarato perché si tratta di valutazioni non oggettive che rientrano nella «percezione sensoriale» degli agenti. 
Per il magistrato onorario, se l’ente accertatore non documenta la prova contraria il trasgressore evita la sanzione amministrativa e il taglio dei punti patente.
Nel caso di specie, infatti, è stato accolto il ricorso dell’automobilista in quanto non è sufficiente che che il verbale attesti come gli agenti della municipale fossero lì a due passa dal famigerato apparecchio “velomatic 512” che ha accertato la violazione e che il servizio sia stato eseguito il servizio nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 3 comma 1 lettera b) del decreto legge 117/07.
Per il giudice di pace, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , le affermazioni dei vigili sulla visibilità della postazione per la rilevazione elettronica delle infrazioni, non sono assistite da valenza probatoria privilegiata in quanto il concetto di visibilità della postazione è legato alla percezione sensoriale dell’operatroe e non è un dato oggettivo ed inconfutabile.L’amministrazione, in tal senso non riesce a fornire utile riscontro probatorio in ordine ai necessari requisiti richiesti ai fini della legittimità dell’accertamento.

http://www.retenews24.it/rtn24/giudiziaria/multa-autovelox-nulla-se-visibile-nuova-sentenza/

venerdì 8 agosto 2014

Maradona, sospesa l'esecuzione della mora di Equitalia da 39 milioni di euro.



La dodicesima sezione della Commissione tributaria di Napoli ha disposto la sospensione dell'esecuzione dell'avviso di mora, notificato a Diego Armando Maradona da Equitalia Sud per il pagamento di 39 milioni di euro. È stato quindi accolto il ricorso dell'avvocato di Maradona, Angelo Pisani, che lamentava l'infondatezza e l'illegittimità dell'invito al pagamento «per non avere mai avuto formale conoscenza della pretesa creditoria, in quanto tutti gli atti presupposti, avvisi di accertamento, ruoli e cartella non gli erano mai stati notificati». Inoltre «i tributi oggetto di pretesta, gravanti sulla Società Calcio Napoli, erano stati fatto oggetto di condono».

L'ordinanza della Commissione tributaria di Napoli conferma, per la trattazione del merito, l'udienza del prossimo 9 ottobre. Già il 26 maggio scorso, la quattordicesima sezione della Commissione tributaria di Napoli aveva disposto la sospensione dell'atto di pignoramento, contro il quale l'avvocato Pisani aveva presentato ricorso. Si tratta di «un altro punto a favore di Maradona - dichiara Pisani - dopo la sentenza positiva del Tar a favore del Pibe de oro, la sospensiva del pignoramento e la Ctu disposta da altri giudici per valutare anche la denunciata duplicazione della pretesa del fisco, già pagata da Ferlaino, in danno del campione».


http://www.ilgazzettino.it/ITALIA/CRONACABIANCA/diego_armando_maradona_esecuzione_mora_equitalia/notizie/827407.shtml

Della serie: I ricchi non pagano mai.

domenica 1 settembre 2013

Slot, il condono della vergogna. - Mauro Minafò



Nel decreto sull'Imu Letta ha regalato quasi due miliardi ai signori dell'azzardo, riducendo drasticamente le multe che avevano preso per aver truffato il fisco.

Stavolta il governo Letta ha fatto proprio "jackpot": da una parte abolisce l'Imu per la gioia di Berlusconi e, dall'altra, trova i soldi per cancellare la tassa facendo un bello sconto ai concessionari di slot machine. 

Se l'esecutivo delle larghe intese ha infatti potuto sfoderare il suo colpo, lo deve a un dettaglio assai poco sbandierato in queste ore: gran parte della copertura finanziaria dovrebbe arrivare (ma il condizionale è d'obbligo) da un super sconto sulla multa comminata a dieci società attive nel business dell'azzardo. Società che, in cambio di un versamento rapido del contante, otterranno una bella agevolazione: dovranno infatti versare solo un quarto di quanto stabilito dalla Corte dei Conti, risparmiando così quasi due miliardi di euro. 

Per capire meglio la vicenda serve però fare un passo indietro: nel 2012, dopo oltre 5 anni di battaglie legali, la Corte dei Conti commina una multa record da 2,5 miliardi di euro a dieci concessionarie di slot machine. La loro colpa, passata in primo grado, è quella di non aver collegato le macchine alla rete dei Monopoli che ne poteva controllare l'attività. Questa 'dimenticanza', andata avanti per anni, prevedeva multe pari a 50 euro per ogni ora di attività 'non collegata'. 

Secondo la Guardia di finanza, e per la richiesta del pm che si occupava del caso, il conto da saldare era quindi di circa 90 miliardi di euro. La Corte dei Conti non la pensava così e decise di accogliere la richiesta subordinata di 'appena' 2,5 miliardi di euro. 

Vista l'enormità delle cifra, assai comoda per manovre politiche di ogni tipo, l'idea di una sanatoria che potesse sbloccare subito parte dei fondi in cambio di una riduzione della multa girava da tempo. Pochi tra gli addetti ai lavori si sono quindi stupiti nel trovarla nella bozza del decreto legge sull'Imu, che adesso dovrà però passare dal Parlamento, dove l'opposizione e parte della maggioranza non sembrano essere troppo contenti della scelta fatta da Letta. 


Sulla vicenda sono i deputati del Movimento 5 Stelle ad avere una posizione più dura. "E' evidente che il governo si è inginocchiato di fronte ai signori del gioco d'azzardo con uno scandaloso condono che riduce le sanzioni per i concessionari di slot e videopoker a poco più di un piatto di lenticchie, meno di un quarto della sanzione prevista'', si legge in una nota del gruppo del Movimento alla Camera. 

Più di una lamentela arriva però anche dalle fila della maggioranza, in particolare dagli esponenti del Pd vicini al terzo settore. "Speriamo che ci sia un ripensamento sulla sanatoria delle multe sulle nuove slot", chiede Edoardo Patriarca, deputato modenese del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali. "Il gioco d'azzardo in Italia sta raggiungendo livelli patologici, con almeno 80 miliardi giocati ogni anno. Si tratta di un fenomeno che andrebbe limitato". 

Come scritto poco sopra però, il gettito della sanatoria sulle slot è solo teorico. Leggendo le testate più vicine al mondo dell'azzardo infatti, si può scoprire un certo malumore persino nel settore: il decreto prevede infatti che la rata della multa sia pagata entro metà novembre. Centinaia di milioni di euro che, anche per società in un giro d'affari tanto ricco, non sono facili da reperire con così poco preavviso. Proprio per questo nelle bozze del decreto compare una soluzione alternativa: l'aumento delle imposte nel settore delle slot in caso di non adesione alla sanatoria da parte delle concessionarie, definita come un 'ricatto'dalla stampa di settore. 

Il dettaglio finale, ciliegina sulla torta, è scoprire chi sarà il maggior beneficiario della sanatoria. Si chiama Francesco Corallo, fondatore della Bplus, arrestato lo scorso agosto per un giro di corruzione dopo una latitanza di oltre un anno. La società di Corallo, con un giro di affari da 30 miliardi di euro l'anno, avrebbe dovuto pagare una multa di 845 milioni. Con lo sconto del governo Letta diventeranno poco più di duecento.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/slot-il-condono-della-vergogna/2214087

martedì 30 ottobre 2012

Divieto di sosta, multata lady Bersani E al vigile dice: "Lei non sa chi sono io"


Bersani con la moglie Daniela


Lo rivela "Chi", domani in edicola. La donna, secondo alcuni testimoni, avrebbe discusso con una vigilessa inflessibile e alla fine avrebbe pronunciato la famosa frase. Lo staff del leader Pd bolla come "totalmente falsa" la notizia e preannuncia azioni legali. Sulla vicenda interviene in serata la stessa Daniela Ferrari: "Ho detto che avrei pagato subito la multa.  Vicino alla macchina ho trovato una sorta di claque pronta ad applaudire la vigilessa. Una scena veramente brutta".

PIACENZA - Avrà veramente detto quella famosa, quanto odiata, frase? Si è scatenata una polemica per le indiscrezioni su Daniela Ferrari, moglie del leader Pd Pier Luigi Bersani. Secondo "Chi", domani in edicola, la donna sarebbe stata multata per un parcheggio in divieto di sosta a Ponte dell'Olio, piccolo centro in provincia di Piacenza, mentre faceva acquisti in una profumeria di fiducia, reagendo con un "lei non sa chi sono io" rivolto a una vigilessa. Una notizia smentita categoricamente dall'ufficio stampa del segretario democratico, e bollata come "totalmente falsa". Non solo, lo staff di Bersani ha  preannunciato azioni legali contro il settimanale qualora alle anticipazioni di oggi seguisse la pubblicazione, nonostante la smentita.

Secondo il settimanale diretto da Alfonso Signorini, Daniela Ferrari avrebbe paralizzato il traffico nella centralissima via Veneto e scatenato le proteste degli automobilisti. A "Chi" alcuni testimoni raccontano che all'arrivo di una vigilessa, e di fronte alla sua inflessibilità, la signora Bersani avrebbe pronunciato la fatidica frase: "Lei non sa chi sono io". E che al momento della multa, sarebbe scattato un lungo applauso della piccola folla accorsa sul posto. 

Ma il paese sembra spaccato in due. "E' tutta colpa del mio pos - ha spiegato a "Chi" la titolare della profumeria - perché ha ritardato il pagamento per motivi tecnici, e la signora Bersani, mia cliente, era davvero sulle spine".

"E' totalmente falsa la notizia riportata da "Chi" sulla  moglie di Bersani che si sarebbe rivolta a una vigilessa con un lei non sa chi sono io", ha scritto il portavoce di Bersani Stefano Di Traglia su Twitter. Anche il sindaco di Ponte dell'Olio, Roberto Spinola, smentisce la ricostruzione dei fatti. "Il giorno dopo ho parlato con la vigilessa. Mi ha detto di aver multato quell'auto perché parcheggiata in divieto di sosta, ma quella frase non è mai stata detta. E' una strumentalizzazione" ha puntualizzato ai microfoni di M2O. 

Poche ore dopo è la stessa Daniela Ferrari a smentire l'accaduto, con una dichiarazione rilasciata al quotidiano on line "Piacenzasera.It": "Non ho mai pronunciato la frase che mi attribuisce "Chi", in realtà quando ho visto la vigilessa accanto alla mia auto, che mi faceva notare di essere in divieto di sosta, ho detto 'mi scusi, non lo sapevo'. Ho chiesto di poter ultimare il pagamento dell'acquisto che avevo fatto nella profumeria, ma il bancomat ha ritardato l'operazione. Quando sono uscita di nuovo vicino alla macchina ho trovato un gruppo di persone, richiamate lì da qualcuno, che mi attendeva, una sorta di claque pronta ad applaudire. Una scena veramente brutta. Ho preso la multa e la sono andata a pagare subito dopo all'agenzia della banca di Bettola".

Smentita, secondo quanto riporta sempre "Piacenzasera.It", confermata anche da Elena Mazzocchi, una delle persone presenti in quel momento: "Qualcuno ha chiamato una specie di claque per applaudire la vigilessa che stava sanzionando la vettura in divieto. Da questo è stata infastidita la moglie di Bersani e non certo dalla contravvenzione, anzi ha detto subito che l'avrebbe pagata. A me poi non risulta affatto che sia mai stata pronunciata quella frase".


http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/10/30/news/divieto_di_sosta_multata_moglie_di_bersani_e_al_vigile_dice_lei_non_sa_chi_sono_io-45587174/