Visualizzazione post con etichetta multinazionali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta multinazionali. Mostra tutti i post

sabato 30 ottobre 2021

Globalizzazione e conflitti di interesse. - di UDN comedonchisciotte.org

 

Come il mercato delle multinazionali sta logorando le libertà e le democrazie.


Questo articolo intende affrontare la delicata situazione legata alle misure poste in essere per affrontare la pandemia da un punto di vista politico (prima ancora che economico) e non sanitario.

Nel capitolo non del suo nuovo libro, “La lotta di classe nel XXI secolo”, l’economista Lidia Undiemi affronta il tema della globalizzazione.

In questo capitolo l’autrice constata come l’espansione su larga scala delle multinazionali  non sia stata controbilanciata da una coscienza politica in grado di comprenderla e assicurare un adeguato livello di lotta sindacale tesa ad assicurare una più equa redistribuzione della ricchezza.

La Conferenza delle Nazioni Unite definisce “multinazionale” ogni impresa che abbia almeno una filiale all’estero di cui detiene almeno il 10% del capitale e sulla quale esercita il controllo.

L’affermarsi di questa “entità” ha cambiato l’assetto del mercato, permettendo una organizzazione unitaria dell’attività d’impresa “che si sgancia dal territorio, diviene autonoma rispetto ad esso. Questo attraverso una “politica aziendale che viene disegnata nell’ottica di un aggregazione virtuale di luoghi e di funzioni”.

Concretamente significa che sempre più spesso il processo produttivo viene diviso in fasi attribuite a singole imprese controllate, che si trovano quindi a entrare in rapporti di mercato con altre imprese legate dalla circostanza di fare riferimento ad un’unica controllante, nei cui interessi si trovano a lavorare.

Ne consegue che spesso le teorie economiche prendono in considerazione definizioni ideali di mercato che sono ormai anacronistiche: se le operazioni commerciali avvengono tra imprese che di fatto appartengono allo stesso gruppo si avrà logicamente una stortura di mercato.

Se teniamo conto che circa il 43% del commercio totale degli Stati Uniti si riferisce a scambi che avvengono all’interno della stessa impresa di gruppo, che il 47% del totale degni scambia tra Usa e UE avvengono tra società affiliate residenti nelle due parti dell’Atlantico, possiamo farci un’idea dell’entità del fenomeno.

La Undiemi costata dunque che “il concetto di mercato assunto come paradigmatico dalla scienza economica non è in grado di cogliere l’essenza del nuovo metodo di sviluppo della produzione globale, poiché si fonda sull’idea astratta e indifferenziata di impresa, tale per cui vengono posti sullo stesso piano gli scambi realizzati tra imprese indipendenti e gli scambi realizzati tra società appartenenti alla stessa impresa multinazionale”.

L’autrice quindi, descrivendo la “teoria dell’economia apparente a contraente unico”, rileva come le singole entità legali appartenenti al medesimo gruppo vengano “preposte all’esecuzione di segmenti del medesimo processo produttivo, il cui scopo ultimo è quello di creare beni e servizi rivolti ai consumatori finali. Gli investimenti in tecnologie, know how e altri elementi utili a incrementare  il valore dei singoli segmenti produttivi sono distribuiti nelle singole società in modo tale da garantire la massimizzazione del profitto al cervello collettivo dell’impresa di gruppo, in genere la holding, anche a costo di sacrificare l’interesse delle singole società controllate. (…) Non vi è naturalmente alcun interesse ad aumentare la redditività delle società che gestiscono la manodopera. (…) Si ha pertanto una falsificazione del concetto di produttività del lavoro. In questi casi, il corrispettivo della fornitura di manodopera tende a coincidere con il costo del lavoro”.

Per questo motivo, dal lato della battaglia sindacale, “ i lavoratori assunti dalle società controllate ad alta intensità di lavoro sono destinati a subire pressioni al ribasso dei salari senza limiti. (…) Non essendoci competizione tra imprese, ma una società controllata che subisce la direzione e le esigenze di profitto do una società controllante, una volta esaurito lo spazio di contrattazione della manodopera, arrivano le pressioni ai governi affinchè siano cambiate le leggi in favore del capitale, per consentire un ulteriore taglio dei salari in nome della salvaguardia dei posti di lavoro”.

Il processo descritto, oltre a minare le capacità di lotta sindacale, rappresenta un elemento politicamente destabilizzante.

Infatti attraverso la proprietà di quote azionarie, questo sistema di scatole “cinesi”, fa sì che alcune imprese abbiano il controllo di realtà che possono in concreto creare un conflitto di interesse, per quanto riguarda il benessere collettivo: come ad esempio il caso, non tanto ipotetico, di un colosso finanziario che possegga anche media, social network, istituzione bancarie, finanziarie e istituti di ricerca. Questa ipotetica società sarebbe in grado di orientare l’opinione pubblica nella direzione di proprio interesse. Tramite l’opinione pubblica ( e abbiamo visto in un articolo precedente , https://comedonchisciotte.org/i-data-sono-la-nostra-forza-lavoro/, come il controllo dei social network sia inteso a modificare il comportamento delle masse) e tramite le istituzioni finanziarie potrebbe fare pressioni sui governi. Tramite l’influenza politica potrebbe nominare i componenti dei governi tecnici e delle commissioni, i quali, grazie ai poteri straordinari concessi in  situazioni di emergenza (propagandate dagli stessi media controllati), avrebbero l’autorità di portare cambiamenti normativi, istituzionali e sistemici in favore del colosso stesso e a scapito della collettività.

E’ evidente la dimensione politica del problema, testimoniata dal fatto che nessun giornale, mai, va a collegare imprese controllate e controllanti, e anzi tende a riproporre la narrativa dei grandi imprenditori dal volto rassicurante, del capitale con preoccupazioni etiche, come se le imprese fossero unicamente dei loro fondatori. 

Questa premessa serve perché descrive parte del problema che incide in Italia e nel mondo, e influenza le misure “sanitarie” adottate come la narrazione che i media, in modo quasi assoluto, propongono.

Infatti, andando a fare una veloce ricerca si può apprendere che tutte le case farmaceutiche che stanno elaborando i vaccini diffusi in Europa, sono direttamente controllate da due sole società che ne detengono la maggioranza delle partecipazioni azionarie: la Vanguard e la Blackrock. 

Nello specifico: per quanto riguarda Pfizer e Johnson and Johnson la Vanguard è primo azionista e Black rock secondo. Inoltre entrambe controllano direttamente altri fondi di investimento che hanno la terza, la quarta e la quinta posizione.

Per quanto riguarda Moderna hanno la terza, la quarta posizione e controllano fondi che hanno le prime 10 posizioni.

Per quanto riguarda Astrazeneca, si collocano nelle prime 10 posizioni, ma se si fa ricerca sulle prime 5 posizioni, si scopre facilmente che appartengono a fondi direttamente controllati da Blacrock e Vanguard, che ne sono i maggiori azionisti.

Ora, se si pensa al fatto che questi fondi, Blackrock e Vanguard, hanno rispettivamente anche la prima e la seconda posizione (e controllano i fondi che hanno le prime 10 posizioni) di: Facebook (e, quindi, anche Whatsapp e Instagram, fra le altre),  Alphabet (e quindi Google, fra le altre), Amazon, Ebay e Netflix.

Inoltre controllano direttamente (prima e seconda posizione) e indirettamente tramite altri fondi di cui sono maggiori azionisti, Microsoft, che è proprietaria di Skype.

Controllano direttamente (sempre prima e seconda posizione) e indirettamente Alibaba Express.

Controllano direttamente (sempre prima e seconda posizione) e indirettamente Apple.

Controllano direttamente (seconda e terza posizione, più la prima tramite Morgan Stanley di cui sono tra i maggiori azionisti) e indirettamente Zoom Video Communications.

In breve, la Vanguard e la Blackrock controllano direttamente e indirettamente  tutte le aziende che impattano maggiormente il quotidiano della popolazione mondiale, popolazione da cui estraggono i dati da usare nei loro preziosi algoritmi (al fine di controllarne e influenzarne il comportamento).

Queste, fra le altre cose, sono tra le aziende che nella pandemia sono cresciute di più, facendo ulteriormente arricchire i propri azionisti.

Per fare solo un esempio, Amazon nel 2020 ha triplicato il proprio utile netto rispetto all’anno precedente (fonte: https://www.ilpost.it/2020/11/30/amazon-pandemia-tasse/). Jeff  Bezos ha aumentato il suo patrimonio di 64 miliardi di dollari in un anno (https://forbes.it/2021/04/06/forbes-billionaires-list-2021-ricchi-mondo/).

Facebook ha visto un incremento di utilizzo superiore al 50%  e le sue azioni, sempre secondo Forbes sono salite dell’80% nell’ultimo anno.

Ma anche, Blackrock e Vanguard, attraverso il controllo di CIR, detengono circa il 45% di Gedi, gruppo editoriale che fra le altre testate possiede La Stampa, Repubblica ( e L’Espresso), Huffington Post, Radio Deejae e Radio Capital. 

Si tenga a mente che il controllo dei due gruppi è molto più esteso di così: ad esempio sono i maggiori azionsiti di Deutche Bank, Intesa San Paolo, Unicredit, Mediobanca, che garantiscono un controllo su Banca di Italia e Deutche Bank  che sono tra i maggiori soci della BCE, nonché Moodys e Standard and Poor…. 

Non si può non vedere un problema politico e non solo economico, dal momento che nel migliore dei casi, ci troviamo davanti ad un gigantesco conflitto di interessi.

Per questo sarebbe necessario che la politica ripensasse il mercato e riformulasse normative atte a limitare questo tipo di conflitti di interesse e a controbilanciare lo strapotere delle multinazionale con le istanze dell’interesse collettivo.

Lo stesso discorso vale per la ricerca scientifica e la tecnologia.

In un prossimo articolo affronterò proprio il tema della non-neutralità della scienza (e della tecnologia).

Tuttavia il problema è che gli Stati (e la loro classe politica) dipendono da questi colossi, dalle loro istituzioni finanziarie e dalla loro tecnologia. Quando avranno il coraggio di alzare la testa?

La speranza è che l’umanità sviluppi una maturata “coscienza di classe” e che così, unita, rivendichi il rispetto per la propria dignità, per il proprio benessere e per la propria libertà. 

di UDN, comedonchisciotte.org

*i dati relativi alle percentuali delle partecipazioni azionarie sono risalenti al momento della stesura dell’articolo (settembre 2021) e sono pertanto soggetti a cambiamento nel tempo.

bibliografia:

“La lotta di classe nel XXI secolo”, di Lidia Undiemi


https://comedonchisciotte.org/globalizzazione-e-conflitti-di-interesse/

sabato 5 giugno 2021

G7: accordo storico sulla tassazione globale.

 

Lo annuncia il Cancelliere dello Scacchiere Sunak.


I ministri delle Finanze del G7 hanno raggiunto "un accordo storico" sulla tassazione globale. Lo dichiara il Cancelliere dello Scacchiere inglese, Rishi Sunak.

Accordo "sul principio di una aliquota globale minima del 15% per la tassazione delle grandi imprese, applicata Paese per Paese", ha scritto su Twitter il Tesoro britannico, parlando "una stretta sull'elusione fiscale" che farà pagare "la giusta quota" alle multinazionali di Big Tech. Secondo il Tesoro, "le maggiori imprese globali, con margini di profitto di almeno il 10%, vedranno il 20% di tutti gli utili al di sopra di tale soglia riallocato e tassato nei Paesi dove effettuano vendite".

I ministri delle Finanze del G7 hanno preso, con l'accordo su un'aliquota minima globale del 15%, un "impegno senza precedenti che metterà fine alla corsa al ribasso nella tassazione aziendale, assicurando equità per i lavoratori negli Stati Uniti e in tutto il mondo", ha dichiarato in una nota la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen.

"Oggi a Londra abbiamo compiuto un grande passo verso un accordo globale senza precedenti sulla riforma della tassazione delle imprese. E' stato un incontro molto positivo che ci ha permesso di costruire ponti su questioni cruciali". Così il commissario Paolo Gentiloni. "Le possibilità di un accordo globale sono notevolmente aumentate. Ora dobbiamo fare l'ultimo miglio per espandere questo consenso ai membri del G20 e a tutti i paesi coinvolti nel quadro inclusivo dell'Ocse. La Commissione contribuirà attivamente a queste discussioni multilaterali in corso per garantire il raggiungimento di un accordo ambizioso a luglio", conclude.

Articolo e foto ANSA.

giovedì 1 febbraio 2018

L'agricoltura contadina alimenta il mondo.



I contadini producono il 70% del cibo mondiale nel 25% della terra, mentre il settore agroalimentare, per produrre il 25% del cibo, usa il 75% della terra.
I contadini, gli indigeni e agricoltori familiari producono il 70% del cibo mondiale, nonostante abbiano solo il 25% della terra. Al contrario, le aziende agroalimentari rappresentano il 75% della terra ma producono solo il 25% del cibo. 
Lo rivela un'indagine dell'ONG internazionale Grupo ETC, che disarma i miti dell'agricoltura industriale e transgenica. Assicura che se i governi vogliono porre fine alla fame e frenare il cambiamento climatico, devono attuare politiche pubbliche per promuovere l'agricoltura contadina.
"Chi ci nutrirà? La rete dell'industria alimentare o la filiera agroindustriale?" È il nome della ricerca del Gruppo ETC (Gruppo d'azione sull'erosione, la tecnologia e la concentrazione) che, sulla base di 24 domande, fornisce la prova delle conseguenze dell'agricoltura industriale e della necessità di un altro modello.

"I contadini sono i principali fornitori di cibo per oltre il 70% della popolazione mondiale e producono questo cibo con meno del 25% delle risorse - acqua, suolo, combustibili ", afferma all'inizio dell'indagine. Al contrario, la catena agroindustriale "usa il 75% delle risorse agricole del mondo, ed è la principale fonte di emissioni di gas serra e fornisce cibo a meno del 30% della popolazione mondiale".

In tutto il lavoro, sono riportate 232 citazioni di altre ricerche e pubblicazioni scientifiche, che costituiscono la base documentaria che fornisce supporto teorico e argomentativo al Gruppo ETC. Nei dati monetari, precisa che per ogni dollaro che i consumatori pagano all'interno della catena agroindustriale, la società paga altri due dollari per danni ambientali e per la salute causati dalla stessa catena.
Quando si riferisce alla "filiera agroalimentare" si tratta dei legami che vanno dagli input per la produzione a ciò che viene consumato nelle case: aziende di genetica vegetale e animale, società di agrotossica, medicina veterinaria e macchinari agricoli; trasporto e stoccaggio, lavorazione, imballaggio, vendita all'ingrosso, vendita al dettaglio e infine consegna a case o ristoranti.
La ricerca del gruppo ETC affronta una critica sistemica. "La linea di fondo è che almeno 3.900 milioni di persone soffrono la fame o la malnutrizione perché la filiera agro-industriale è troppo complicata, costosa e - dopo 70 anni di utilizzo - si è dimostrata incapace di nutrire il mondo".
Per decenni, il banale argomento di società, scienziati del modello transgenico, giornalisti e funzionari è che la popolazione mondiale aumenta e serve più produzione per alimentarla. La ricerca cita decine di lavori scientifici che mostrano la fallacia dietro il discorso dell'agrobusiness. Ci sono già abbastanza alimenti per l'intera popolazione. 

Il problema non è la produzione, ma la distribuzione ingiusta. "In un mondo pieno di cibo, più della metà degli abitanti non può accedere al cibo di cui ha bisogno. La cosa più tragica è che sia in numero sia in percentuale, la proporzione di persone malnutrite sta aumentando ", avverte.

Scarica il libro
In relazione all'ambiente, ci sono anche grandi differenze tra i due modelli. Il modello contadino utilizza solo il 10% dell'energia fossile e meno del 20% dell'acqua che richiede la produzione agricola totale, con "virtualmente zero devastazioni di suoli e foreste". Mentre, la catena agroindustriale distrugge ogni anno 75.000 milioni di tonnellate di terra arabile e smantella 7,5 milioni di ettari di foresta. È anche responsabile del 90% del consumo di combustibili fossili utilizzati in agricoltura.
Il modello agro-industriale è il principale responsabile dello spreco di cibo. Secondo il Gruppo ETC, dei 4.000 milioni di tonnellate di cibo che la filiera agro-alimentare produce ogni anno, tra il 33 e il 50 percento viene sprecato lungo le fasi della sua lavorazione, trasporto e stoccaggio.
Tra i sostenitori del modello ci sono le aziende di imput agricole, che sono anche grandi promotori e alleati dei media, delle università e dei governi. Nel mercato delle sementi, con un fatturato di 41.000 milioni di dollari, solo tre società (Monsanto, DuPont e Syngenta) controllano il 55% del settore. Il modello agro-industriale dipende dalle agro-tossine. Tre società (Syngenta, Basf e Bayer) controllano il 51% di un mercato di 63.000 milioni di dollari. "Da quando sono state introdotte le sementi transgeniche 20 anni fa si sono verificate più di 200 acquisizioni di piccole aziende di semi. E, se le mega-fusioni aziendali attualmente negoziate sono fiorenti, solo tre nuove società monopolizzeranno il 60% del mercato delle sementi commerciali e il 71% del mercato degli agrotossici ", avverte la ricerca.
La ricerca assicura che, con le giuste politiche, il modello agricolo-ecologico potrebbe triplicare l'occupazione nelle campagne, ridurre sostanzialmente la pressione sulle città esercitate dalle migrazioni, migliorare la qualità nutrizionale del cibo ed eliminare la fame.
Un altro modello

Il lavoro rivaluta le azioni contadine e indigene. Ricorda che i popoli indigeni hanno scoperto, protetto, addomesticato, allevato e riprodotto ciascuna delle specie commestibili oggi utilizzate. Insieme ai contadini, capiscono "la diversità culturale come inerente all'agricoltura e come garante della stabilità ambientale". Afferma che il modello della produzione contadina-indigena "garantisce sempre più varietà e possibilità di nutrire la popolazione in ogni momento, a differenza dell'uniformità imposta dall'agroindustria per mantenere i suoi profitti".
La ricerca evidenzia la necessità di un modello basato sulla "sovranità alimentare", in cui le persone decidono cosa e come produrre, e non le multinazionali dell'agricoltura. In questo modello necessario, il ruolo passa attraverso contadini, indigeni, piccoli produttori e cibo sano, senza transgenici o agro-tossici. "Sostenere la rete dei contadini è l'unica opzione realistica che abbiamo per porre fine alla fame e frenare i cambiamenti climatici", afferma il gruppo ETC.
Un altro modello agricolo implica politiche pubbliche che promuovono una riforma agraria; garantire il diritto di conservare, seminare, scambiare, vendere e migliorare le sementi; eliminare le normative che ostacolano lo sviluppo dei mercati locali; riorientare le attività di ricerca pubblica in modo che siano guidate dai contadini e rispondano ai loro bisogni; istituire un commercio equo e stabilire salari e condizioni di lavoro equi per i lavoratori agricoli.

Darío Aranda è un giornalista argentino. Lavora nel quotidiano Página/12, nella cooperativa di comunicazione La Vaca e nelle radio FM Kalewche (Esquel), nella  Cooperativa La Brújula (Rosario) e Los Ludditas (FM La Tribu). Specializzato nell'estrattività (petrolio, estrazione mineraria, agro-alimentare e forestale), scrive sugli eventi delle popolazioni indigene, delle organizzazioni contadine e delle assemblee socio-ambientali.
Ha iniziato la sua formazione professionale presso l'Agenzia universitaria di notizie e opinione (AUNO) della Facoltà di Scienze sociali dell'Università Nazionale di Lomas de Zamora (UNLZ). Il suo primo libro è stato Argentina originaria: genocidios, saqueos y resistencias (2010). Il suo ultimo libro è Tierra Arrasada. Petróleo, soja, pasteras y megaminería (Editorial Sudamericana). 


http://www.vocidallastrada.org/2018/01/lagricoltura-contadina-alimenta-il-mondo.html#more

martedì 9 gennaio 2018

Non esiste il Capitalismo Buono - Cecilia Zamudio




Gli immigrati, opera di Rodolfo Campodónico

Ogni giorno la povertà aumenta in tutto il mondo, mentre le grandi fortune crescono esponenzialmente: i capitalisti degradano sempre più il pianeta e riducono in schiavitù e reificano altri esseri viventi. Escludono milioni di esseri umani da una vita sana e dignitosa. Sterminano specie ed ecosistemi.
Milioni di esseri umani, impoveriti dal saccheggio perpetrato dalle multinazionali che capitalizzano sulla distruzione di montagne e fiumi, finiscono per affollarsi nelle cinte delle grandi città.

L'esodo degli esseri umani si intensifica, dai paesi più brutalmente saccheggiati, alla metropoli del capitalismo. Ma i paesi arricchiti a spese dell'impoverimento degli altri, vogliono cinicamente le ricchezze, ma non le persone. Muri e recinti di filo metallico crescono man mano che l'analisi e l'empatia diminuiscono. La sabbia delle spiagge è sbiancata dalle ossa di migliaia di naufraghi nel loro tentativo di fuggire dal calderone capitalista in cui gli uomini forti hanno convertito i loro paesi, a furia di saccheggiare e di guerre imperialiste.

I padroni dei paesi della metropoli capitalista, che intensifica anche lo sfruttamento contro gli operai della metropoli, e che precarizza le loro condizioni di vita, ha bisogno di un "Capro Espiatorio" per incolparla di ciò di cui non vuole farsi carico: usa i suoi media per alienare le maggioranze, sostenendo che la precarizzazione delle loro condizioni di vita è dovuta agli: "immigrati". La promozione del razzismo e del fascismo si intensifica nei mezzi dell'alienazione di massa, aumentando così la divisione della classe operaia e moltiplicando i livelli di violenza razzista.

Anche la violenza contro le donne è intensamente promossa per mezzo dell'alienazione di massa, dato che il maschilismo è una parte fondamentale della sovrastruttura capitalista: galoppano i profitti di pochi sulla mostruosità di femminicidio.

La reificazione dell'essere umano è promossa a sazietà. E tutto il valore della "solidarietà" è sostituito dai valori del consumatore. La nozione di "giustizia sociale" cerca di essere cancellata, e soppiantata dalla perversa "Carità", quando non lo è dall' "edonismo Zen", o direttamente dall' "Edonismo VIP ", ancora più egocentrico e triste.

Mentre i mezzi dell'alienazione capitalista addomesticano le persone con il loro promosso "non cambiare il mondo, cambia te stesso" (come se non si potesse provare a fare entrambe le cose allo stesso tempo), i capitalisti continuano a depredare. Implementano con maggiore intensità l'Obsolescenza programmata (invecchiamento precoce e programmato delle cose), trasformando questo pianeta in una discarica, avvelenando la terra e il cibo in modo cancerogeno, uccidono un bambino per fame ogni 5 secondi, in un mondo in cui l'agricoltura attuale riuscirebbe nutrire 12 miliardi di persone ...

I capitalisti approfittano della precarietà delle condizioni di vita (che loro stessi precarizzano) per espandere il loro bacino di schiavi: schiavitù moderna, prostituzione, traffico di bambini.
È urgente abbandonare questo sistema in cui una manciata di pochi capitalizza sul sangue, il sudore e le lacrime della maggioranza.

Data l'inevitabilità della constatazione (da parte di una parte importante della popolazione mondiale) dell'aumento dello sfruttamento, della miseria e del saccheggio della natura, i grandi capitalisti attaccano con i loro carri armati di pensiero: si tratta di colonizzare le nostre menti e di gestire la percezione della realtà.

Questi carri armati di pensiero cercano di porre il problema sotto luci deformanti, e per "guadagnare tempo" hanno inventato questa falsa dicotomia tra "capitalismo selvaggio" contro un presunto "capitalismo dal volto umano".

Il capitalismo è selvaggio per natura, poiché si basa sullo sfruttamento: non esiste un "capitalismo meno selvaggio" poiché la violenza e l'accelerazione di essa sono intrinseche all'accelerazione dell'accumulazione capitalista.

Crescono le grandi fortune sui cadaveri.
Nella fase attuale del capitalismo, i vecchi "Stati del benessere" in Europa vengono smantellati, perché dopo la caduta dell'URSS, i capitalisti non hanno bisogno di preoccuparsi di mascherare parte dei loro crimini, facendo finta che il capitalismo preservi il "benessere" , almeno per quelli del "primo mondo" autoproclamato.

Ricordiamo che il primo paese ad avere una sicurezza sociale fu l'Unione Sovietica, perché i lavoratori sovietici lo stabilirono poco dopo aver preso il potere (il primo paese ad avere un'assistenza sanitaria universale e gratuita, un'istruzione universale e gratuita, il diritto di voto alle donne, abitazioni come diritto concreto e tangibile, ecc.). Esistendo questi diritti nella vicina URSS, i capitalisti europei hanno capito che era necessario, per arginare il malcontento sociale nei paesi capitalisti, concedere un minimo in termini di sicurezza sociale. Così, la lotta degli operai, unita all'esistenza dell'URSS, ha permesso di ottenere alcuni diritti ... Gli stessi che stanno scomparendo oggi.

Oggi gli accumulatori di capitali e divoratori delle nostre ore di vita, festeggiano lo sfruttamento; non devono più mantenere alcuna "compostezza": sono già riusciti a finire l'URSS, hanno speso gli anni necessari per privatizzare tutto e a volgarizzare la sazietà, e i loro mezzi di alienazione di massa hanno iniettato un tenace odio contro il comunismo. Gli sfruttati possono già divorarsi a vicenda, immersi nel razzismo, nel maschilismo e nell'odio contro i rivoluzionari: gli sfruttatori hanno lavorato ai parametri della sottomissione al millimetro.

Ma siamo ancora vivi, e solo la lotta ci renderà liberi.
Ogni giorno l'accumulazione capitalista accelera, e con essa l'esclusione, lo sfruttamento, il saccheggio, la repressione, il terrorismo di stato, le guerre imperialiste, il fascismo, il razzismo, il maschilismo e tutte le forme di violenza.

Perciò è urgente combattere contro il capitalismo, e non credere che, forse, sarebbe possibile "un capitalismo meno cattivo". Sarebbe come fingere di dover lottare per un presunto "maschilismo meno cattivo" ... Quando ciò che esiste è un sistema di sfruttamento e le "variazioni" sintomatiche che percepiamo sono solo una funzione dello stadio di questo cancro sociale.

Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli

giovedì 14 novembre 2013

GLI ABUSI DELLE MULTINAZIONALI SUI MINORI: UN’INVISIBILE EPIDEMIA GLOBALE. - JOHN MCMURTRY Global Research



“Non ci può essere una rivelazione più profonda dell'anima di una società, del modo in cui tratta i suoi bambini” sostiene Nelson Mandela 

Come non essere d'accordo? 

Eppure oggi i bambini possono essere aggrediti, fatti ammalare, o uccisi da pervasivi farmaci commerciali, cibo e bevande spazzatura, resi perversi in vari modi dalla violenza senza scrupoli, impegnati in lavori forzati senza nessun beneficio, e poi buttati dentro a un futuro aziendale di schiavitù per debiti e lavoro senza senso. Come può questo crescente abuso sistematico essere consentito pubblicamente ad ogni livello? Che tipo di società potrebbe distogliere lo sguardo da come le sue istituzioni dominanti rovinano le vite dei giovani e lo stesso futuro dell'umanità? 

L'abuso è incorporato nel sistema. Tutti i diritti di coloro stessi che si preoccupano dei bambini –dai genitori lavoratori ai sistemi di sostegno sociale-- sono derivati da trattati “commerciali” aziendali che sorpassano le leggi per garantire come unico obiettivo la regola del “profitto degli investitori”. I bambini sono nello strato più basso, e per lo più espropriati senza scrupoli dal sistema globale. La scusa di “condizioni più competitive” significa, di fatto, una corsa al ribasso dei benefici per le famiglie, della sicurezza sociale, dell’educazione superiore libera dal debito, delle protezioni contro ambienti tossici, ai quali i giovani sono i più vulnerabili. Allo stesso tempo, vendite crescenti di cibo spazzatura, malnutrizione e deterioramento culturale incitano il solo sviluppo ottenuto -una richiesta sempre maggiore di denaro alla cima. 

I meccanismi di abuso non sono temperati da riforme come avveniva in passato, ma approfonditi e ampliati. Gli stanziamenti per [la legge ] Omnibus Harper che spoglia anche istituzioni scientifiche e sociali e toglie diritti aziendali stranieri transnazionali, nel nome di “un partnertariato trans-pacifico” e “Accordo Commerciale fra Canada e Europa” fanno avanzare ulteriormente la grande espropriazione. 

Una domanda non fatta unisce questi punti, ma è tabù porla. Quale guerra, collasso ecologico o sociale non è oggi alimentato dal rapido strisciare dei diritti aziendali allo scopo di derubare e inquinare le società e –i meno considerati- i giovani? 

Nella seconda versione ampliata di Cancer Stage of Capitalism (Lo stadio canceroso del capitalismo, ndt) spiego l'intero sistema. Operazioni monetarie onnivore [attivate] dalla ricchezza aziendale proliferano attraverso i loro ospiti viventi, superando le difese della vita sociale a ogni livello e mettendo a tacere le critiche. Nessuna [di queste operazioni] tende a servire una funzione sociale (“supporto alla vita” nell’originale, ndt) ma solo a massimizzare i profitti. Esse circondano, minacciano, corrompono e molestano con le armate delle lobby aziendali per oltrepassare le legislature e lanciare attacchi tramite pubblicità e guerre con i mass media come loro veicoli di propaganda. Ci sono tutte le caratteristiche classiche del bullismo– richieste pervasive a senso unico, fare una gang, minacciare con la forza, falsi pretesti, indebolire gli oppositori presi e sfruttati, e attaccare brutalmente chi resiste. Ma i bulli sono visti solo fra gli stessi giovani, mentre il governo nell'interesse del benessere dei bambini è sacrificato in modo crescente alla fanatica dottrina secondo la quale la “mano invisibile” del dio mercato è la Provvidenza e tutte le merci sono “beni”. 

COME L'ABUSO AZIENDALE SI MUOVE FIN DENTRO I BAMBINI 

Ricordiamo come il portavoce della General Electric e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan mandarono in onda la guerra post anni ‘80 contro sindacati, attivisti per la pace, ambientalisti, e ogni tipo di comunità non asservita ai diritti aziendali americani. Il Nicaragua, piccolo e alla fame, che si era alzato contro la tirannia preparata dagli USA, portando educazione pubblica e benefici alla salute per i bambini sopraffatti dalla povertà fu individuato come esempio. 

“Tutto quello che devono fare è dire “Zio””, diceva con un sorrisetto Reagan alla stampa quando gli chiedevano cosa poteva fare il Nicaragua per fermare gli attacchi statunitensi. Loro non lo fecero e gli USA minarono il loro porto centrale e finanziarono i Contras con denaro proveniente dalla droga per le armi per attaccare e bruciare le scuole e gli ospedali. Il governo di Reagan e i mezzi di comunicazione ignorarono la sentenza da sei miliardi di dollari della Corte Internazionale contro i crimini di guerra e la falsa rivendicazione della “difesa personale”. Coloro che abusano continuano sempre se non vengono indicati e le prime vittime sono sempre i bambini. 

Ora con il collasso ideato dalle banche dell'Europa social-democratica, oppositori ricchi di petrolio che hanno guadagnato dal saccheggio delle aziende nel Medio Oriente e i sistemi di supporto ai beni di prima necessità in lento declino, noi siamo capaci di vedere la diretta invasione aziendale delle menti e corpi dei bambini. Come da altre parti, la giustificazione è “dare loro ciò che vogliono”. E tutte le leve vengono premute per agganciare i giovani ai prodotti delle multinazionali che danno dipendenza – il bambino e l'adolescente hanno paura di essere lasciati da soli, il desiderio di più zucchero, sale e grasso, il fascino primordiale delle immagini di violenza e distruzione, il desiderio di attenzione in forme stereotipate, la noia di inerzia con nessuna funzione vitale, la perdita di aree per lo svago sociale a causa della grande mancanza di fondi, l’incessante coazione alla distrazione, e dubbi da buco nero sul proprio Io. Tutte le istigazioni e prodotti poco salutari e che creano dipendenza formano un modello comune di abuso sui bambini, che è molto più destabilizzante per la vita di qualunque altro del passato. Sotto la scoperta, cresce un'epidemia patologica. 

In risposta alle malattie causate dalle merci, dall'obesità alle stelle e mancanza di forma fisica a depressione giovanile senza precedenti e indifferenza psichica alla violenza, quasi nessuno standard di vita pubblica di ciò che è spinto ai giovani è consentito nel mercato super lucrativo. Anche quando il consumo crescente dei bambini di innumerevoli cibi spazzatura, droghe farmaceutiche e divertimenti che distruggono la vita li rende dipendenti da ciò che alla fine potrebbe rovinare le loro vite, si vedono le lobby che ostacolano furiosamente gli stili di vita salutari. 

Come mostra Childhood Under Siege/ How Big Business Targets Your Children (Infanzia sotto assedio, come la grande impresa bersaglia i vostri bambini, ndt) di Joel Bakan, l'abuso sistematico viene ignorato, negato e bloccato contro la regolamentazione pubblica. Anche con diabeti mortali dovuti al cibo ed alle bevande spazzatura e disfunzioni ormonali e avvelenamento del corpo dovuto alle innumerevoli sostanze chimiche, materiali e sostanze chimiche non testate che nutrono le nostre vite, i giovani non sono protetti da questo abuso sistematico e crescente ad opera delle multinazionali, neanche un pacchetto di informazioni obbligatorio per prevenire i loro disturbi fisici e mentali, i quali continuano a crescere. 

CAPIRE L'ABUSO DELLE AZIENDE SUI BAMBINI COME UNA PATOLOGIA DEL SISTEMA 

Il classico film e libro di Bakan, The corporation, ha rivelato passo passo la “multinazionale come uno psicopatico”. Professore di giurisprudenza e anche genitore, egli ricorda l'”idea andata troppo oltre” di civiltà moderna che è stata aggressivamente messa da parte: “che i bambini e l'infanzia hanno bisogno di quel tipo di protezione pubblica e sostegno che solo la società potrebbe offrire”. Ora osserva, le grandi multinazionali sono “libere di promuovere idee e prodotti non salutari – di fare pressione sugli scienziati e i fisici per spingere le vendite delle loro droghe psicotrope – di far diventare gli ambienti dei bambini – di fatto i loro stessi corpi-- stufe tossiche-- e di trarre profitto dai sistemi scolastici sempre più trasformati in grandi affari”. Da lungo tempo l’orrore e i pericoli del lavoro minorile hanno richiamato l'attenzione, e Bakan riporta che oggi essi stanno ritornando. 

Il classico testo di Ronald Laing, The politics of the family (La politica della famiglia, Edizioni Einaudi, ndt) , approfondisce le problematiche del lavoro minorile sostenendo che i giovani vengono fatti vivere dentro un dramma teatrale i cui ruoli sono programmati da una generazione per quella successiva. Essi sono “buoni” o “cattivi” nella misura in cui seguono o oppongono resistenza ai ruoli a loro imposti. Il cambiamento di rotta oggi è che il palco e la trama sono dettati dal marketing delle multinazionali dei grandi affari. Loro allestiscono il palco e le trame delle attività e i sogni giovanili attraverso modelli di sport, giochi e relazioni simili, formazione dell'identità, mangiare e bere, espressione creativa, assistenza clinica, aumentando la scolarità e addirittura il sonno. Le loro pubblicità condizionano i bambini fin dalla culla e li spingono fortemente verso sostanze dannose che creano dipendenza. Questo è il motivo per cui, ad esempio, “solo l'1% di tutta la pubblicità del cibo propone un'alimentazione salutare”. La vendita di desideri malsani attraverso ogni finestra di menti impressionabili si è moltiplicata così tanto che quasi nessuna regione della vita, comprese le scuole, è libera dall'ordine del giorno totale. 

Nel mentre i governi controllati dalle multinazionali abdicano un obbligo definitivo di governo moderno – rendendo possibile la protezione delle vite dei giovani e del futuro sano dell'umanità. Sui prodotti di pervasiva violenza delle multinazionali, per esempio, l'American Medical Association riporta: “pensiero e comportamento violenti sono indotti sistematicamente e virtualmente in tutti i bambini dai giochi delle multinazionali”. L'occupazione dell'infanzia e adolescenza ha ora raggiunto 9-11 ore al giorno per l'età 8-18 anni che sono incollati a prodotti multimediali orchestrati dalle multinazionali commerciali. I bambini sono motivati da desideri non necessari e dall’adattamento a una cultura che li circonda che ha un “sistema di marketing panottico” per attaccarli alle loro “emozioni profonde”. La ripetizione senza sosta di slogan e false immagini sostituisce le ragioni e la cura della vita, e la logica delle pubblicità è che sei difettoso senza il prodotto. In sostanza, la dipendenza da merci spazzatura di ogni tipo guida la crescita delle vendite delle multinazionali e l'incapacità delle capacità di vita dei bambini viene dopo. Quale maggiore abuso dei bambini potrebbe esistere? 

Bakan riporta copiose evidenze di Big Pharma che compra i dottori con favori, mettendo articoli nei nomi dei giornali, inventa malattie infantili per prescrivere loro medicine, e droga i giovani fin dall'infanzia con le sostanze non sicure che loro propongono. L'invasione aziendale dell'educazione pubblica viaggia insieme all'invasione della salute dei bambini. Amministratori con salari da capi d'azienda per nessuna funzione educativa collaborano nell'agenda, e dispositivi di test meccanici vicini all'esaminazione accademica indipendente sono il cavallo di Troia per un lucchetto massivo di mala educazione. Bakan è consapevole che tutta la tendenza dell’ aziendalizzazione della scuola e delle istituzioni educative “mina il ruolo dell'educazione nel promuovere pensiero critico e riflessioni intelligenti”. Di fatto combatte contro di loro per principio. Perché il ragionamento e la ricerca critica hanno bisogno di persone che apprendono per indirizzare i problemi indipendentemente dai profitti della multinazionale e di penetrare oltre le credenze condizionate dal mercato. I grandi affari chiedono l'opposto. Massimizza i ritorni di denaro come il suo primo e unico principio di pensiero e giudizio e seleziona contro ogni verità o conoscenza che è in conflitto con il suo obiettivo. 

L'abuso aziendale dei bambini, in breve, va ben oltre tutte le altre forme di abuso dei bambini messe insieme. Ma in un mondo dove entrambi i genitori sono al lavoro per sopravvivere e il denaro vince sempre le elezioni, gli interessi di vita dei bambini sono spinti fuori dalla visuale. “Le multinazionali sono grandi, potenti e dominano le istituzioni” riassume Bakan, “deliberatamente programmate per sfruttare e rigettare gli altri che cercano benessere per loro”. 

Quindi qual è la soluzione? Bakan enfatizza il principio precauzionale e leggi contro danni evidenti ai giovani. Egli enfatizza i “valori” e “insegnare ciò che è bene per loro e ciò che non lo è”. Per cui non abbiamo nessun criterio principale dei due. Essi si mostrano da soli una volta visti. Il bene per i bambini è qualunque cosa renda funzionali le capacità di vita per crescere coerentemente, e il male è ciò che le rende non funzionali. Il dominio delle multinazionali va nella direzione opposta. Perciò la mancanza di forma fisica, obesità, depressione, fantasie dell'ego, violenza aggressiva e mancanza di obiettivi aumentano al massimo il suo profitto sull'abuso dei bambini va fuori controllo. Questo è il cuore del nostro disordine. La soluzi
one è il controllo pubblico delle multinazionali in base a standard collaudati di capacità di vita. 

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12586

mercoledì 24 aprile 2013

CONGO & COLTAN: UN OLOCAUSTO TACIUTO PER AMORE DELL'ELETTRONICA -



Quello avvenuto in Congo può essere considerato il più grande olocausto dell'era contemporanea, taciuto al mondo e alla storia, perpetrato dalle grandi multinazionali dell'elettronica che permettono atroci crimini pur di estrarre il MIRACOLOSO COLTAN. le compagnie che fanno uso di minerali rari e semiconduttori, hanno sostenuto e finanziato un etnocidio di oltre 8 milioni di morti nell'Africa centro-occidentale.

-Che cos’è il coltan?

Molti pensano che molte guerre Africane siano la causa di conflitti tribali, ma non è così. Quasi nessuno lo sa, ma questo minerale è la causa principale della guerra che dal 1998 ha ucciso più di 8 milioni di persone in Congo ed è oggi, uno dei componenti fondamentali dei nostri cellulari, un metallo più prezioso dei diamanti.
Il coltan è la combinazione tra 
columbite-tantalite o columbo-tantalite la percentuale di quest’ultima appunto è quella che determina il prezzo del Coltan, dal Coltan si estrae la Tantalite , che è quello che serve nei nostri componenti tecnologici. Il coltan ha l’aspetto di sabbia nera e rappresenta un elemento fondamentale in video camere, telefonini e in tutti gli apparecchi HI TEC (come la playstation) serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione e rendono possibile un notevole risparmio energetico.

-Ma come si lega il problema della guerra al coltan?

L’ 80 % del Coltan in circolazione si trova solo in Congo, alcune delle più grosse multinazionali sfruttano queste miniere ed i congolesi che vengono pagati 200 dollari al mese (la paga di un normale lavoratore in Congo è di 10 dollari al mese).
Questo scatena una vera e propria corsa alle miniere da parte dei guerriglieri che se ne vorrebbero impadronire, non solo dal Congo ma anche dalla vicina Uganda e Rwuanda.
Ma come è facile prevedere estrarre questo prezioso minerale ha i suoi effetti indesiderati, solo per i minatori ovviamente. Il coltan contiene una parte di uranio, quindi è radioattivo, provoca tumori e impotenza sessuale, viene estratto dai minatori a mani nude… 
Le miniere di Coltan hanno l’aspetto di grandi cave di pietra, il minerale si ottiene spaccando la roccia; spesso i guerriglieri del RDC (Rassemblement Congolaise pour la Democrazie ) si divertono a terrorizzare i civili ed i minatori uccidendoli nelle miniere,tanto che racconta un ragazzo i lavoratori hanno dovuto scavare delle buche in cui ripararsi ogni volta che arrivano i ribelli. Qualche anno fa in Italia la gente impazziva per trovare nei negozi la Playstation 2, diventata introvabile, il motivo fu proprio la carenza del Coltan di cui si era fermata l’estrazione per i problemi legati alla guerra.

I soldi che le multinazionali spendono per estrarre il Coltan come sempre non servono per alimentare la popolazione, costruire scuole o ospedali, tutt’altro, servono a finanziare la guerra, comprare Armi, dar da mangiare ai soldati. Pochi sanno quali sono esattamente le società che comprano il Coltan, non è facile scoprirlo, perché ci sono decine di intermediari che passano dall’Europa, in particolare dal Belgio (si sospetta che anche l’ex compagnia aerea di bandiera belga la “Sabena” trasportasse illegalmente il minerale) Ma i principali fautori di questo che sta diventando un genocidio sono Nokia, Eriksson e Sony, non basta ma sotto c’è anche un mercato nero del coltan che viene rubato dai guerriglieri e poi rivenduto attraverso altri mediatori ugandesi, rwuandesi, e spesso europei ed americani.

Come detto precedentemente il prezzo del Coltan varia a seconda della percentuale di Tantalite, nel 1998 il Coltan costava 2 dollari al kg, oggi ne costa 100, ma questo mercato è estremamente instabile ,perché nel 2004 quando la richieste da parte dell’occidente erano tantissime arrivò a costare 600 dollari al kg.
Recentemente è stato scoperto un nuovo giacimento di Coltan, in Amazzionia, si comincerà a lavorare presto con le conseguenze che tutti possono prevedere, forse altre storie di ribellione degli Indios e morte. Da piccolo mi venne insegnato che la risoluzione della guerra è sempre la PACE , temo che in questo caso se nulla cambierà, la fine della guerra del Congo, si otterrà solo con la fine delle sue risorse minerarie, e guerra e distruzione si concentreranno in un altro.... .... meraviglioso posto…..da distruggere.

Angelo Calianno


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=368936046544121&set=a.129496543821407.20587.128744460563282&type=1&theater