giovedì 12 settembre 2013

Siria, le condizioni di Assad: 'Stop armi Usa a ribelli'.

Assad e Putin in una foto d'archivio


Il presidente siriano ha acconsentito di cedere il controllo delle armi chimiche grazie alla proposta russa.

MOSCA - Assad ha acconsentito di cedere il controllo delle armi chimiche grazie alla proposta russa, non per la minaccia Usa: lo riferisce Interfax citando un passo dell'intervista presidente siriano alla tv russa Rossia 24. Damasco inviera' documenti all'Onu per firmare un accordo per la messa sotto controllo internazionale delle armi chimiche: lo riferisce Interfax citando un passo dell'intervista del presidente siriano. Assad ha sottolineato che il processo di smantellamento delle armi chimiche del suo Paese non deve essere unilaterale e che gli Usa devono smettere di minacciare Damasco e di armare l'opposizione: lo ha detto il presidente siriano in un passaggio della sua intervista alla tv russa Rossia 24.

''I terroristi - ha detto il presidente siriano - tentano di provocare l'attacco americano sulla Siria''. Per Assad, i guerriglieri hanno nel loro arsenale armi chimiche ottenute da Paesi stranieri.

Europarlamento non esclude 'azione deterrente' - Una risposta militare a scopo "deterrente" in Siria per l'uso delle armi chimiche "non deve essere esclusa" per il Parlamento europeo. Che si schiera anche a favore di un intervento maggiore in caso di risoluzione dell'Onu che autorizzi l'uso della forza. E chiede di deferire la questione all'Assemblea generale se Russia e Cina continueranno a bloccare il Consiglio di Sicurezza. La plenaria di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza per alzata di mano una risoluzione che sposa la linea disegnata dalla rappresentante per la politica estera europea, Catherine Ashton. E quindi, avanti con tutti gli sforzi diplomatici possibili per una soluzione politica, sostegno all'iniziativa di mettere sotto controllo internazionale l'arsenale chimico del regime, ma anche una ferma condanna dell'attacco chimico del 21 agosto che viene definito "una lampante infrazione del diritto internazionale, un crimine di guerra e contro l'umanità che richiede una risposta chiara, forte, mirata e unita, senza escludere eventuali misure deterrenti". Lo scopo è quello di "rendere chiaro che tali crimini sono inaccettabili e per evitare l'uso di armi chimiche in Siria o altrove". La risoluzione parlamentare invita la Ue a promuovere un processo di pacificazione su scala regionale ed a incrementare l'assistenza ai rifugiati siriani. L'ultimatum della comunità internazionale deve essere accompagnato da una risoluzione vincolante del Consiglio di sicurezza ONU, che, se non rispettata, potrebbe essere imposta in base a "tutti gli strumenti previsti dalla Carta delle Nazioni Unite". Il Parlamento ritiene poi che Russia e Cina, in quanto membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, debbano assumersi le proprie responsabilità e raggiungere una posizione comune e una soluzione diplomatica alla crisi siriana. In caso di un blocco permanente nel Consiglio di Sicurezza, la questione potrebbe essere deferita all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

BEIRUT - L'Esercito siriano libero dei ribelli ha respinto con forza la proposta russa che prevede di mettere sotto controllo internazionale le armi chimiche del regime siriano. Lo ha annunciato il capo militare dell'Esl, generale Selim Idriss, in una dichiarazione filmata e diffusa su Youtube.

Fabius, regime Assad ha dato ordine massacro chimico  - Per il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, non c'è alcun dubbio: "La realtà è chiarissima - ha detto alla radio RTL - c'è stato un massacro chimico. E' il regime di Bashar al Assad che aveva le armi e che lo ha ordinato". "Soltanto il regime di Damasco aveva gli stock, soltanto il regime aveva i vettori, soltanto il regime aveva interesse" all'attacco chimico in Siria: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, commentando alla radio RTL un intervento sul New York Times del presidente russo Putin che sostiene che le armi chimiche furono usate il 21 agosto dalle forze di opposizione. "Non è assolutamente questa la realtà. E' una versione che i russi portano avanti da molto tempo ma senza alcuna credibilità".

Kommersant, il piano russo contro l'arsenale chimico  - Il quotidiano Kommersant, citando una fonte diplomatica, indica oggi le linee essenziali del piano presentato ieri da Mosca a Washington per mettere le armi chimiche siriane sotto controllo internazionale e poi smantellarle. Le tappe ricalcano quelle gia' anticipate due giorni fa dall'ANSA. Dopo l'accordo tra Usa e Russia sul piano gia' elaborato da Mosca, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon presentera' un rapporto a sostegno dello stesso piano, cui seguira' una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu dove Mosca vuole evitare ogni ultimatum e la minaccia del ricorso alla forza. Damasco dovra' aderire all'organizzazione per il divieto delle armi chimiche, come ha gia' promesso di voler fare, e dovra' dichiarare tutti i luoghi di produzione e stoccaggio delle proprie armi chimiche. Quindi dovra' garantire libero accesso agli ispettori dell'organizzazione per il divieto delle armi chimiche che, sotto mandato Onu, verificheranno sul campo le dichiarazioni del governo siriano. Damasco dovra' accordarsi poi sul luogo in cui verranno distrutte tali armi coordinandosi con chi verra' incaricato della delicata operazione. Secondo la fonte del Kommersant, lo smantellamento dell'arsenale chimico siriano potrebbe essere effettuato congiuntamente da Usa e Russia nell'ambito dell'accordo sul disarmo Nunn-Lugar del 1991, rinnovato nel giugno 2013 da Obama e Putin a margine dell'ultimo G8, anche se in versione ridotta.

Quirico: è come se Dio avesse consegnato Siria al diavolo  - "Diciamo che la cosa che mi ha più colpito - e ho avuto anche altre esperienze di sequestri in altre parti del mondo - è la totalità del male, che è come se Dio avesse consegnato al diavolo questo Paese, dicendogli: 'Questo Paese è tuo: fanne quello che vuoi! E tutti quelli che vi entreranno, io non li aiuterò più'". Lo afferma Domenico Quirico, il giornalista della Stampa rimasto sotto sequestro per cinque mesi in Siria, in un'intervista alla Radio Vaticana in cui racconta la sua prigionia. "A un certo punto, io ho pensato questo: la totalità del male - aggiunge -. Io non ho mai provato in nessun altro posto, nello stesso modo, nella stessa misura, nella stessa tremenda completezza, l'assolutezza della mancanza di pietà, di compassione, di rispetto per l'altro che soffre".

Appello alla cautela del presidente russo Vladimir Putin sul New York Times. A 24 ore dal discorso alla nazione del presidente americano Barack Obama, Putin sceglie il liberal New York Times per rivolgersi a Washington e agli americani e presentare la sua versione dei fatti sulla Siria. Spiegando come siano stati i ribelli a usare le armi chimiche, Putin afferma: la Russia ''non sta proteggendo il governo siriano ma la normativa internazionale''.

E mette in guardia sulle conseguenze di un potenziale attacco americano contro Damasco, che sarebbe, senza l'appoggio dell'Onu, un ''atto di aggressione'': si tradurrebbe in ''ulteriori vittime innocenti e in una escalation, potenzialmente ampliando il conflitto al di fuori dei confini della Siria. Un attacco aumenterebbe le violenze'' e causerebbe ''una nuova ondata di terrorismo. Metterebbe in pericolo gli sforzi multilaterali per risolvere il problema del nucleare iraniano e il conflitto israelo-palestinese'', oltre a ''destabilizzare ulteriormente il Medio oriente e il Nord Africa''.
Putin ribadisce che ''non c'e' dubbio che gas'' chimico ''sia stato usato in Siria. ma ci sono ragioni per ritenere - afferma il presidente russo - che non sia stato l'esercito siriano ma le forze dell'opposizione per provocare un intervento'' di potenze straniere che, cosi', ''si allineerebbero con i fondamentalisti''.
Secondo Putin ''non importa quanto l'attacco potrebbe essere mirato o condotto con armi sofisticate: vittime civili sono inevitabili, inclusi anziani e bambini, quelli che l'attacco dovrebbe proteggere''. Un attacco, oltre a peggiorare la situazione destabilizzando il medio oriente, sarebbe anche una violazione della normativa internazionale. ''Dobbiamo rispettare il Consiglio di sicurezza dell'Onu. La legge e' la legge e va rispettata, che ci piaccia o meno. In base all'attuale normativa, l'uso della forza e' consentito sono per autodifesa o per decisione del Consiglio di sicurezza. Tutto il resto e' inaccettabile e rappresenterebbe un atto di aggressione''. ''Dobbiamo smetterla di usare il linguaggio della forza e tornare sulla strada della diplomazia. Una nuova opportunita' per evitare un'azione militare e' emersa negli ultimi giorni.
Gli Stati Uniti, la Russia e tutti i membri della comunita' internazionale devono trarre vantaggi dalla volonta' del governo siriano a mettere l'arsenale chimico sotto il controllo internazionale per una successiva distruzione Giudicando dalle affermazioni del presidente Obama, gli Stati Uniti considerano questa come un'alternativa all'azione militare''. Putin plaude all'interesse del ''presidente a continuare il dialogo con la Russia sulla Siria. Dobbiamo lavorare insieme per mantenere la speranza viva. Se possiamo evitare la forza in Siria, migliorera' l'atmosfera internazionale e si rafforzera' la nostra fiducia reciproca''.

Valsusa, brucia un’altra azienda. Il titolare era ospite da Virus per denunciare violenze.



Fernando Lazzaro, patron della Italcoge di Susa, azienda che ha lavorato alla costruzione del tunnel dell’Alta velocità, ieri sera era ospite del format condotto da Nicola Porro proprio per parlare del clima intimidatorio che gli imprenditori coinvolti nei lavori respirano in Valle. Poche ore dopo il suo intervento su Rai Due, ignoti si sono introdotti nella sua azienda per dare alle fiamme contanier e una pala meccanica. Gli investigatori hanno poi ritrovato bossoli di lacrimogeni davanti agli uffici della ditta e sono comparse scritte NoTav sui muri. Secondo il senatore Pd Stefano Esposito, fervente sostenitore del tunnel, il motivo per il quale è stata colpita l’azienda di Lazzaro è proprio la sua ospitata televisiva: “E’ la più classica delle ritorsioni, in perfetto stile mafioso”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/09/12/valsusa-brucia-unaltra-azienda-titolare-era-ospite-da-virus-per-denunciare-violenze/244403/

Pompei, blitz della Dia: rischio infiltrazioni camorra nei lavori di restauro.

Pompei


Nell'accesso ispettivo, condotto in sinergia ad altre forze dell'ordine, gli ispettori antimafia hanno controllato due società e venti persone. L'accesso è stato eseguito per verificare eventuali tentativi di infiltrazione e di condizionamento della camorra nei cantieri del progetto che ha ottenuto un finanziamento di 105 milioni dall'Unione Europea.

La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli – insieme a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – ha fatto un “accesso ispettivo” a Pompei contro eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei lavori degli scavi. Nel blitz sono state controllate due società operanti e venti persone. I cantieri riguardano le opere di restauro del patrimonio archeologico che rientra nel Grande Progetto Pompei che ha ottenuto un finanziamento di 105 milioni di euro dall’Unione Europea.
In particolare, sotto la lente degli ispettori sono finiti i lavori a tre domus pompeiane, la Casa delle Pareti Rosse, quella di Sirico e quella del Marinaio. L’accesso è stato eseguito sulla base di un decreto emesso dal prefetto di Napoli, Musolino, contro eventuali tentativi di infiltrazione e di condizionamento della camorra nei cantieri e nelle procedure per il restauro degli scavi. Al “blitz” hanno partecipato, oltre al personale del Centro Operativo della Dia di Napoli, Carabinieri, Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, componenti del Gruppo Interforze costituito presso la Prefettura di Napoli.

Barack Obama.



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Napolitano ha nominato Giuliano Amato giudice della Corte costituzionale.

Presidente del Consiglio, ministro del Tesoro e dell'Interno, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. Con questo curriculum l'ex socialista e poi democratico diventa nuovo membro della Corte costituzionale. Primo impegno dei giudici l'elezione del presidente. Ieri il congedo di Franco Gallo.


Presidente del Consiglio, ministro del Tesoro con Goria e dell’Interno con Prodi, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. Con questo curriculum l’ex socialista e poi democratico Giuliano Amato, 75 anni, torinese, diventa nuovo membro della Corte costituzionale. La firma della nomina da parte del presidente Giorgio Napolitano è avvenuta ieri.  
Due volte premier, ministro della Repubblica in tre diversi governi, costituzionalista e professore nonché presidente della Repubblica ‘mancato’. A lungo socialista e braccio destro di Bettino Craxi, sopravvissuto senza conseguenze giudiziarie alla bufera di Tangentopoli, è sempre stato utilizzato in politica (e per incarichi importanti) anche dagli ex comunisti (nella loro lunga transizione dal Pci verso il Pd, passando per il Pds e i Ds). Fin da giovanissimo si dedica alla politica, aderendo inizialmente al Partito Socialista e divenendone neli Anni 80 il vicesegretario generale. Deputato nelle fila del Psi dal 1983 al 1994 e nell’Ulivo dal 2001 al 2008 Amato è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Craxi, ministro del Tesoro nei governi Goria e D’Alema. Ma il dottor Sottile può vantare soprattutto nel suo cursus honorum anche due tornate da Presidente del Consiglio, la prima nel biennio 1992-93 e la seconda nel 2001-2001.
Più volte si è parlato di Giuliano Amato come possibile Presidente della Repubblica. La prima nel 2006, quando sembrava che potesse succedere a Carlo Azeglio Ciampi al Colle; il suo nome era stato proposto anche allora dal centrodestra. L’Unione guidata da Romano Prodi preferisce però candidare Giorgio Napolitano, che viene poi eletto. Nello scorso aprile il nome di Amato è di nuovo tra i papabili. Per giorni sembra che la sua figura possa essere l’ideale per far convergere i voti di un Parlamento senza una maggioranza netta ma col favore e la preferenza del Pdl. Una nomina questa di Amato che quindi potrebbe essere gradita dal governo delle larghe intese di Letta, ma soprattutto su cui non avrà da ridire Silvio Berlusconi. Amato non è mai sceso in trincea contro il Cavaliere, pur scegliendo il destino del centrosinistra. Vicinissimo a Craxi (e quindi vige la proprietà transitiva) è stato in prima fila ai tempi dei decreti sulle antenne tv che hanno dato il via libera al duopolio anomalo che caratterizza il sistema televisivo italiano. Amato è anche il capo del governo che decise nottetempo i prelievi forzosi dai conti correnti (1992) a causa delle casse dello Stato disastrate. 
Amato negli ultimi anni anni è stato al centro di accuse riguardanti i redditi percepiti per i vari ruoli politici ricoperti (la cifra si aggirerebbe sui 30mila euro mensili). Il professore ha sempre rispedito queste critiche al mittente, chiarendo che percepisce 11mila euro di pensione oltre a un vitalizio parlamentare che devolve in beneficenza. Le polemiche più furibonde, soprattutto da parte del centrodestra e dei suoi giornali di riferimento (oltre che da parte della famiglia Craxi) hanno riguardato, però, soprattutto il suo lungo sodalizio politico-istituzionale con Bettino Craxi e la successiva collaborazione con quel mondo post-comunistaindicato, dai ‘fedelissimi’ dell’ex segretario del Psi passati al fronte berlusconiano, come il ‘mandante’ della fine politico-giudiziaria del politico socialista poi morto latitante ad Hammamet. 
Il dottor Sottile “sostituirà Franco Gallo, che dal 26 gennaio ha presieduto la Consulta e che è destinato a concludere il proprio mandato sabato 14 settembre”. Ieri Gallo è stato ricevuto al Quirinale e dal presidente della Camera Laura Boldrini. Il capo dello Stato, tra le cui prerogative rientra appunto anche quella di scegliere cinque dei quindici giudici delle leggi, “ha firmato il decreto di nomina ieri pomeriggio, dopo aver ricevuto Gallo in visita di congedo”. Primo impegno dei giudici costituzionalisti sarà l’elezione del nuovo presidente: tra i papabili, secondo il quotidiano di via Solferino, ci sono Luigi Mazzella (eletto dal centrodestra e già ministro della Funzione Pubblica del governo Berlusconi) e Gaetano Silvestri (in quota centrosinistra). La Consulta è composta da quindici giudici: cinque sono nominati dal Colle, cinque dal Parlamento e cinque dalla magistratura.
Il primo commento alla nomina arriva da Giuliano Cazzola, dirigente nazionale di Scelta civica per l’Italia ed ex deputato del Pdl. ”La nomina di Giuliano Amato alla Consulta non è solo il giusto riconoscimento per una personalità di grande intelligenza, cultura ed esperienza maturata, ad altissimo livello, in tutte le occasioni in cui è stato chiamato a servire il Paese. Questa nomina del presidente della Repubblica rende onore al Paese e dimostra una volta di più che, con Giorgio Napolitano, l’Italia è in buone mani” scrive in una nota. 

RAI: fuori i nomi!

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"Cade il primo velo sulle cosiddette “Happy Five”, le 5 società di produzione che, negli ultimi 5 anni, avrebbero lavorato con la Rai più di altre aziende del settore. 
In Commissione di Vigilanza Rai abbiamo ottenuto i primi 3 nomi in occasione dell’audizione di Eleonora Andreatta, la Direttrice di Rai Fiction, che ha fatto espressamente riferimento a tre società diventate negli ultimi “fornitori d’eccellenza” della Rai, e destinatarie di un’importante fetta del budget annuale dedicato alla produzione di fiction, che quest’anno ruota intorno a 194 milioni di euro

Si tratta della Lux Vide, fondata da Ettore Bernabei, ex Direttore Generale della Rai, e ora presieduta dalla figlia Matilde. 

È stata, poi, citata la Fremantle Media. L’amministratore delegato della società è Lorenzo Mieli, figlio di Paolo, ex direttore del Corriere della Sera. 

La terza azienda è la Publispei, fondata da Gianni Ravera e ora gestita da Verdiana Bixio. Un percorso all'insegna della trasparenza massima è fondamentale quando si interagisce con chi gestisce oltre un miliardo di euro di risorse pubbliche.

Oggi si apre il confronto serrato tra la Commissione di Vigilanza Rai, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Rai sul Contratto di Servizio che dovrà essere rinnovato in tempi brevi. Il contratto è stipulato tra la Radiotelevisione Italiana e il Ministero dello Sviluppo Economico. Ha una durata triennale (l’ultimo contratto è scaduto nel dicembre 2012) e disciplina le attività che la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, la Rai, deve svolgere per assolvere il compito di servizio al pubblico nel territorio della Repubblica Italiana. La bozza del nuovo contratto è quasi pronta. Il viceministro Catricalà l’ha presentata al Cda Rai che dovrà esprimersi a riguardo il prossimo 18 settembre. Dopodiché arriverà alla Commissione Vigilanza, che deve pronunciarsi con un parere favorevole affinché il contratto venga concluso. 


Il Contratto di servizio è un atto fondamentale: deve delineare diritti e doveri delle due parti e offre gli strumenti necessari per garantire al cittadino il rispetto della funzione di servizio pubblico da parte della Rai. Con un’adeguata struttura normativa, il contratto diventerà un documento strategico di garanzia degli interessi dei cittadini: potremmo pretendere la massima trasparenza, come nel caso degli atti di gestione e degli stipendi. Potremmo rendere pubblica la contabilità separata dell’azienda: il cittadino deve sapere quando un programma è finanziato con il canone (quasi due miliardi di euro all’anno) e quando è invece finanziato dalla pubblicità (600 milioni di euro all’anno). Possiamo farcela. Possiamo far sentire la voce di tutti nelle Istituzionie riportarla ai vertici Rai. Facendo rete ci possiamo riuscire." 

Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza RAI.

http://www.beppegrillo.it/2013/09/rai_fuori_i_nomi.html

Gas e luce costano 1.815 euro l’anno. Ecco come…non pagarli affatto!

Quasi duemila euro di spesa annua. 1.815 euro, per la precisione. E’ quanto sborsa la famiglia “tipo” italiana per le bollette energetiche, di gas e luce, in un anno. Lo scrive il Sole 24 Ore, consigliando alcuni portali specializzati del web per scovare le tariffe più convenienti…
Ma si può fare altro. Risparmiando molto, molto di più. Perché non svincolarsi definitivamente dalle tradizionali forniture di luce e gas?Enrico Cappanera, presidente di Energy Resources, lo ha fatto nella sua abitazione, investendo sul fotovoltaico, la geotermia e sul SeS, l’innovativo sistema d’accumulo dell’energia brevettato proprio da Energy Resources. Un investimento, recuperabile in meno di dieci anni grazie agli incentivi, che gli consentirà di risparmiare attorno ai 2.000 euro annui. Senza preoccuparsi più di bollette e rincari energetici. Da consumatore ad auto-produttore della propria energia,  preludio della Terza Rivoluzione Industriale teorizzata dall’economista Jeremy Rifkin.
«Le tecnologie esistenti nel campo delle rinnovabili rappresentano un grandissimo passo in avanti verso una reale democrazia energetica – sostiene Cappanera – Operazioni come queste rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità dove sarà la micro-generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta».
Energia a chilometri zero, insomma, autoprodotta, gestita ed utilizzata sul luogo senza nessun intermediario. Riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti fossili. «Credo stia maturando la consapevolezza che l’energia è un bene di tutti e che le tecnologie sono a disposizione delle persone per migliorarne lo stile di vita – rimarca Cappanera – E non per limitare la possibilità di accesso alle risorse. Sapere quanta energia si ha la possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale fra l’altro anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti».
E’ stata infatti inaugurata la prima casa off grid d’Italia che ha definitivamente detto addio al petrolio perché  autosufficiente e staccata da luce e gas. È stata realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, ed è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas, a far diventare realtà ciò che fino a poco tempo sembrava impossibile è stata la Energy Resources.
Nell’abitazione si produce energia pulita a impatto e chilometri zero: qui viene prodotta, gestita distribuita e utilizzata, senza la necessità di reti, intermediari o filiere di distribuzione.
“Anche Francesco Del Pizzo, AD di Terna Plus, scommette su un futuro dove i sistemi di accumulo di energia serviranno a stabilizzare la rete elettrica esistente, garantendo la crescita delle rinnovabili. D’altronde Jeremy Rifkin ha basato le sue teorie su cinque pilastri di sviluppo principali dove la micro produzione di energia ed il suo accumulo serviranno ad uscire dall’empasse energetico e dalla crisi economica ed ambientale globale”.
“Quello che fino ad oggi è stato definito consumatore – ha concluso Cappanera – deve trasformarsi finalmente in produttore capace di orientare le proprie scelte in modo consapevole: sapere quanta energia si ha possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti”.


La burocrazia, però, pone paletti e prebende per agevolare le major...del settore.

Infatti:

Caro bollette: svelati i veri costi dell’energia. - Roberta Ragni

I prezzi dei prodotti energetici non dicono tutto circa i costi che le imprese, e i cittadini, devono pagare per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Il dossier presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel corso del Convegno “I Costi dell’ Energia in Italia”, organizzato in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2013, propone per questo di passare da una analisi dei prezzi a una dei veri costi dell’energia, includendo ad esempio i sussidi che in Italia vengono pagati ai combustibili fossili.
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Le agevolazioni fiscali di cui usufruiscono le fonti fossili, infatti, a differenze di quelli per le rinnovabili, non rientrano in bolletta e non contribuiscono a formare i prezzi dell’energia, anche se vengono comunque pagati attraverso la fiscalità generale. Questi sussidi non vengono monitorati dal Governo, nonostante siano ingenti: secondo l’OCSE sono 2,1 Mld€/anno su alcuni settore chiave, che salgono secondo il Fondo Monetario Internazionale a 5,3 Mld€/anno includendo altre voci tra cui alcune esternalità.
LE ESTERNALITA’ DELLE FOSSILI- E sono proprio le esternalità l’altra voce importante dei costi nascosti dell’energia, spiega la Fondazione guidata da Edo Ronchi.
Anche in questo caso non esistono studi ufficiali sull’argomento, ma uno studio condotto sulla Germania stima che l’inclusione dei costi esterni, a carico principalmente di nucleare e carbone, farebbe aumentare la bolletta energetica di 40 mld€, con un +40% per una famiglia tipo.
Il Dossier prende anche in esame l’incidenza degli incentivi alle rinnovabili sui prezzi e sui costi dell’energia in Italia analizzando i costi diretti, i costi e i benefici indiretti e le implicazioni sul piano strategico. Per quanto riguarda i costi diretti, gli incentivi alle rinnovabili del settore elettrico (che rappresentano la maggior parte degli incentivi) hanno raggiunto nel 2012 circa 10 milardi di Euro, il 16-17% della bolletta elettrica nazionale. E indovinate? Questi ultimi hanno inciso sull’aumento del prezzo del kWh degli ultimi anni solo per il 33%, mentre per il 57% questo è stato causato dall’aumento dei prezzi dei fossili.

I BENEFICI INDIRETTI DELLE RINNOVABILI- Sul piano dei costi e dei benefici indiretti il saldo economico è senz’ altro positivo. Tra i benefici da ascrivere alle rinnovabili c’è, infatti, la riduzione del prezzo medio orario dell’ energia elettrica (a maggio si è quasi dimezzato tra il 2006 e il 2012) e la creazione di ricchezza e occupazione nazionale (su 1000 euro spesi sulle rinnovabili ne rimangono in Italia 500-900, mentre su 1000 euro investiti sulla produzione elettrica da gas ne restano sul territorio nazionale 200, il resto va alle economie straniere). Per non parlare poi del lato ambientale: 70Mt di CO2 risparmiata ogni anno e un minore inquinamento atmosferico.
“Il settore energetico è nel pieno di una trasformazione epocale, e se come Paese non saremo in grado di comprenderne a pieno tutte le implicazioni e operare le scelte più giuste, rischieremo alla fine di pagare un conto molto alto. – afferma Andrea Barbabella, responsabile Energia per la Fondazione – Quello dei costi dell’energia è un tema strategico che va affrontato seriamente, anche perché tali costi sono molto probabilmente destinati a crescere e a incidere sempre di più sulla nostra economia. Guardare solo ai prezzi dei prodotti energetici è fuorviante, e i risultati di una analisi esaustiva sui veri costi dell’energia potrebbe fornire una rappresentazione molto diversa da quella usuale, con una situazione per l’Italia molto migliore di quanto generalmente si pensi“.
RIDURRE LA DIPENDENZA DALLE FOSSILI- Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, quello energetico “è uno dei settori produttivi più importanti a livello nazionale, con un giro d’affari, in crescita, attorno al 20% del PIL e quasi mezzo milione di posti di lavoro creati. Renderlo più efficiente dal punto di vista economico riducendo i costi dell’energia per il Paese richiederà, ad esempio, di intervenire sul mix energetico riducendo la dipendenza dai fossili che, negli ultimi vent’anni, è già costata al Paese 45 Mld€ in più, tutti soldi dati all’estero, e che se non affrontata potrebbe portare a un ulteriore aumento della fattura nazionale dell’import nei prossimi vent’anni da 3 a 12 Mld€“. Come si difenderanno ora i produttori di energia da fonti fossili?