Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 20 dicembre 2024
La scelta della pace. - Tommaso Merlo
lunedì 11 novembre 2024
La pace in Ucraina. - Tommaso Merlo
giovedì 26 settembre 2024
In Europa il “cattivo” Vannacci parla di pace meglio dei “buoni” di Daniela Ranieri per Il Fatto Quotidiano.
Qualche giorno fa, al Parlamento europeo, sono risuonate parole di radicale chiarezza in merito ai “principi tesi a guadagnarci una pace prospera e duratura” sui quali è stata fondata l’Unione europea, minacciati dall’intensificarsi degli sforzi di Nato e Ue per fare la guerra alla Russia per interposta Ucraina: “A circa 2400 km da questo Parlamento, lei (Dombrovskis, in assenza dell’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Borrell ndr) ci promette una guerra a oltranza per cercare una vittoria… E visto che la vittoria non arriva, fa delle pressioni continue sull’Italia, che ha deciso giustamente di cedere le proprie armi per garantire la legittima difesa a un Paese aggredito, ma che non vuole che quelle stesse armi si trasformino in uno strumento che ci potrebbe portare al baratro della distruzione termonucleare”.
Accipicchia, e chi è che parla come Adenauer? Sicuro un vero pacifista, europeista e amante della Costituzione italiana: Zingaretti? Bonaccini? Nardella? Picierno?
Sarebbe ben strano: hanno appena votato sì, con capziosi distinguo da neurodeliri, alla risoluzione per permettere all’Ucraina di usare le nostre armi in Russia (hanno votato no solo Lega, M5S, Avs; nel Pd si sono astenuti Strada e Tarquino).
Ebbene, a parlare è stato Vannacci.
Eh, lo sappiamo. Si chiama dissonanza cognitiva, ed è quella tensione psicologica provocata dalla contraddizione sorta tra le nuove informazioni e le vecchie credenze, un fenomeno che si genera solo nelle menti inclini alla riflessione (quelle refrattarie manco avvertono la contraddizione, o la liquidano dicendo che Vannacci è putiniano, mentre gli altri, gli atlantisti pro-guerra, non possono esser detti guerrafondai e servi degli Usa perché sono buoni a prescindere).
Vannacci ha aggiunto: “L’Alto rappresentante Borrell vola in Medio Oriente per chiedere un cessate il fuoco a Gaza: da una parte chiede la pace senza condizioni, dall’altra ci promette guerra, missili, granate e droni. E critica Orbán, unico rappresentante europeo che cerca una soluzione negoziale”.
Purtroppo è così: mentre gli americani, i pacieri del mondo che hanno portato ovunque morte e distruzione, avanzano insieme agli zombie colonizzati d’Europa nella danza macabra che ci sta portando in guerra con la Russia, è solo Orbán col suo portavoce a denunciare “la politica bellicista sbagliata, irresponsabile e pericolosa dell’élite occidentale che sta distruggendo l’Europa”; è Trump a lanciare l’allarme su un’imminente Terza guerra mondiale (mentre la Harris su questo, come su tutto il resto, è assai spensierata); è Salvini (!) a mettere in guardia sui rischi dell’uso delle nostre armi in Russia.
Per dire come siamo ridotti.
Invece di dire ottusamente che quelli lavorano per Putin, bisognerebbe forse notare che se i sovranisti, razzisti, omofobi etc. si sono accorti che stiamo andando verso la fine del mondo, mentre per i “democratici” va tutto benone, il problema sono i “democratici”. Ovviamente i pacifisti non possono votare o augurarsi che vincano i cattivi, pena la scomunica e l’esclusione dal consesso dei democratici; devono continuare a votare la Picierno e ad adorare il santino della Von der Leyen, presidente della Commissione europea, che con la sua cotonatura contundente sponsorizza modernissimi bunker anti-aerei finlandesi e gira agghiaccianti video bellicisti in cui promette di “potenziare (“turbo-change”,ndr) la nostra capacità industriale di difesa”, cosa che peraltro noi stiamo docilmente facendo, impegnandoci con la Nato per portare al 2% le spese in armamenti e dirottando fondi del Pnrr sulla produzione di armi facendo rientrare la spesa sotto la voce-fregatura “resilienza”. I pacifisti si astengano dal votare, restino a casa a costruire rifugi anti-atomici, cosa che tutto sommato ai Buoni va anche bene.
sabato 8 aprile 2023
L’ennesima buffonata. - Alessandro Orsini
domenica 26 febbraio 2023
Ma che senso ha? - Massimo Erbetti
Oggi avrei voluto parlare di pace, avrei voluto, ad un anno dall'inizio del conflitto ucraino, dire qualcosa in merito, e mi domando che senso abbia e se abbia un senso…
Parlare oggi di pace ti fa apparire filo russo…parlare oggi di pace ti fa apparire un povero "idiota"...solo gli ingenui parlano di pace…i "furbi" parlano di "vittoria" di "ricostruzione"...di affari…di appalti…
Perché alla fine il mondo gira così, no?
Inizia una guerra…tutti scandalizzati e traumatizzati…ma poi…alla fine ci si abitua a tutto…ai feriti, ai morti, alle fosse comuni…alle atrocità…tutto diventa normale e si pensa solo a vincere…che poi dopo centinaia di migliaia di morti da entrambe le parti che senso ha parlare di vittoria, qualcuno ancora me lo deve spiegare…
Ma l'essere umano è fatto così…e lo è in ogni parte del mondo…vi ricordate chi si "fregava" le mani dopo il terremoto dell'Aquila? Gli imprenditori se la ridevano soddisfatti…ci sarebbe stato lavoro per tutti…
E allora mi domando che senso ha parlare di pace?
La pace si racconta ai bambini, mica agli adulti, gli adulti hanno ben altre cose a cui pensare…gli adulti devono pensare al domani…e a dire il vero lo fanno molto bene…costruiscono il futuro sulla distruzione del presente…la storia è sempre la stessa ormai da millenni…conquistare e sottomettere altri popoli per far "grande" il proprio.
E poi parlare di pace non ti fa passare alla storia…quanti personaggi del passato vi ricordate perché parlavano di pace? Pochissimi…e quanti invece vi ricordate perché hanno vinto guerre?
Per cui? Che senso ha?
Avete più visto morti di guerra in tv? Forse…ma pochi, molto pochi…all'inizio se ne fanno vedere molti…all'inizio c'è bisogno di mostrare la sofferenza, la distruzione, le devastazioni…ma poi basta…ad un certo punto la guerra deve diventare una sorta di tifo da stadio…non si deve più ragionare per farla cessare…si deve invece programmare il dopo…
È proprio vero…un morto è una tragedia…e un milione di morti una statistica…ma dimentichiamo che ognuno di quel milione è stata una tragedia per chi aveva accanto, per chi gli voleva bene…
Ma queste sono solo chiacchere per sentimentali con poca spina dorsale…la realtà è un'altra…e l'abbiamo di fronte ogni giorno…quante e quali armi mandare…quali e quante zone da ricostruire…quale fetta di torta spartirsi…
Lo spessore politico di un leader non si dimostra in base alla sua capacità di cercare la pace, ma in quella di essere più influente all'interno di un conflitto.
E allora? Di che pace andiamo parlando? Che senso ha?
Beh a dire il vero un senso, almeno per me, lo ha…lo ha eccome…io non voglio essere come loro…io non voglio essere ricordato…io voglio essere dimenticato e dimenticato in fretta…voglio stare dalla parte degli "ignoti" che hanno parlato e voluto la pace…perché è sì vero che la storia la scrive chi vince…ma è altrettanto vero che la storia scritta col sangue a me non interessa.
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giovedì 7 aprile 2022
Draghi: “Occorre scegliere fra pace e aria condizionata”
venerdì 11 ottobre 2019
Premio Nobel per la pace al premier etiope Abiy Ahmed Ali.
'Per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea'.
venerdì 5 ottobre 2018
Il Nobel per la Pace a Nadia Murad e a Denis Mukwege.
Il Nobel per la Pace 2018 è stato assegnato a Nadia Murad e a Denis Mukwege.
lunedì 9 ottobre 2017
Nobel 2017.
a Michael Rosbash, Jeffrey C. Hall e Michael W. Young per la scoperta dei meccanismi molecolari che regolano i ritmi circadiani del nostro organismo.
- a Kazuo Ishiguro vince il Premio Nobel per la Letteratura 2017 perchè nei suoi romanzi ha svelato l'abisso sotto il nostro senso di connessione con il mondo.
Nobel per la Fisica -
Thorne, Barish e Weiss per la scoperta delle onde gravitazionali.
Nobel per la Chimica -
agli inventori della microscopia crioelettronica Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson sono stati premiati per avere sviluppato i sistemi che ci permettono di osservare le molecole della vita.
Nobel per la Pace -
all’Ican, campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.
Nobel per l’Economia -
all’americano Richard Thaler, autore di «Nudge» - «Nel complesso — è stato l’annuncio ufficiale dell’Accademia — i contributi di Richard Thaler hanno costruito un ponte tra le analisi economiche e psicologiche dei processi decisionali individuali. Le sue scoperte e indagini teoretiche sono stati gli strumenti per costruire una rapida e nuova espansione dell’economia comportamentale, che ha avuto un impatto profondo su molte aree della ricerca economica».
sabato 27 settembre 2014
venerdì 6 settembre 2013
LA GUERRA DEI BUGIARDI AL CUBO. - Giulietto Chiesa
Con tutta probabilità il 2013 finirà in guerra. Il colpo contro Damasco viene presentato come "limitato", "breve", come un "avvertimento". In realtà è solo un trucco (questa è una storia di trucchi) per cominciare una guerra lunga. Quanto lunga? Infinita. Cioè fino alla fine. La nostra fine, quella di coloro che leggono queste righe.
In realtà è la prosecuzione di una guerra che cominciò l'11 settembre 2001, ma furono in pochi ad accorgersene. E non se ne accorsero perché non avevano capito che l'Impero era entrato in una crisi ormai irreversibile, e che stava cercando di predisporre gli strumenti politici, militari, psicologici per cambiare il corso della storia, e prolungare a tutti i costi (nostri) il suo potere.
Siamo dunque in guerra da dodici anni, ma facciamo fatica a capire come mai le cose vanno sempre peggio e come mai gli eventi accelerano la loro caduta verso il basso.
È perché, di nuovo, non abbiamo capito bene quello che sta succedendo.
Kosovo, Afghanistan, Iraq, "primavere arabe", Libia, colpo di stato in Egitto, erano e sono mosse della stessa partita.
Quella siriana è l'ultima in ordine di tempo, ma non è l'ultima affatto.
Come sa ogni discreto giocatore di scacchi, non si può vincere nessuna partita se non si sa prevedere le mosse successive. Quella dopo sarà l'Iran. E ogni passo in avanti delle pedine sarà più grave del precedente, poiché l'Impero ha perso il controllo e la sua "cura" della crisi è peggio della malattia. Non funziona. E sapete perché? Perché Impero vuole dire crescita infinita. E la crescita infinita è invece "finita".
È finita "l'era dell'abbondanza" ed è cominciata "l'era dell' insufficienza". E, se si poteva convincere, costringere a comprare tutto il comprabile, con il fascino della bellezza e, appunto, dell'abbondanza, è molto difficile convincere la gente a tirare la cinghia. Ci vuole la violenza per ottenere questo risultato. Diciamo dunque che ci stanno facendo entrare nella fase pedagogica in cui dobbiamo imparare a subire la violenza.
Ma c'è grande confusione sotto il cielo. Questo nuovo avvitamento ha un che di stralunato. Anche i Padroni Universali pare siano sotto l'urgenza del tempo. Dunque pasticciano. Le guerre precedenti erano state preparate decisamente meglio. Questa sembra avviarsi nel mezzo di convulsioni gravi. Il Parlamento britannico si ribella e mette alle corde Cameron.
Obama è costretto a fare marcia indietro e a chiedere il parere del Congresso. Lo avrà, io penso, ma sarà utile ricordare che Obama prende una tale decisione contro la volontà di tutto lo staff del proprio Consiglio di Sicurezza. E sapete con quale argomento? Questo, in sintesi: potremmo attaccare senza l'avallo del Congresso, ma dobbiamo sapere che, dopo (la "mossa successiva" di cui ho parlato prima, ndr) quando dovremo andare contro l'Iran, cioè quando dovremo lanciare una nuova guerra di grandi proporzioni non limitata nel tempo e negli obiettivi, allora avremo bisogno di un'autorizzazione formale. Dunque è meglio chiederla anche ora. L'ha riferito il New York Times e io ho una grande fiducia nel New York Times quando annuncia la guerra.
Questa è stata la ragione del rinvio dell'attacco. Che sarà solo di qualche giorno. Le lobbies filoisraeliana e filosaudita che manovrano a Washington avranno facilmente ragione di ogni titubanza.
L'America, quando sono in gioco le sorti dell'Impero, non si divide.
Per ora.
E i sondaggi dicono tutti che il 60% degli americani è pronto a sostenere un attacco contro l'Iran. Dunque si proceda. Singolare, e curioso (ma poiché siamo in pieno delirio possiamo anche ridere un po'), gl'ispiratori principali di questa guerra, e della prossima, sono i fondamentalisti religiosi: i capi sionisti di Israele e i capi wahhabiti dell'Arabia Saudita. Entrambi decisi a stroncare la serpe sciita di Teheran.
Dunque la guerra imperiale è ora sotto l'egida di una specie di, congiunta, guerra di religione. Suggerisco di non sottovalutarne il significato, specie agli ottimisti (che abbondano sempre): quando Dio entra in questa sindrome, la legge di Murphy ("se le cose possono andare peggio, vuol dire che finiranno peggio") diventa inesorabile.
Il fatto è che gli Stati Uniti non hanno più una linea che sia la loro. Dell'Impero rappresentavano il braccio statuale armato. Ma come stato dovrebbero anche sottostare a certe regole. Almeno ad alcune. E qui viene il problema perché anche in Occidente cominciano a manifestarsi incrinature, che prima non c'erano. I Masters of The Universe vogliono andare allo scontro con il resto del mondo, perché sono consapevoli che ogni alternativa di pace e di cooperazione dev'essere esclusa, in quanto sancisce la fine dell'Impero.
Ma il resto del mondo non è virtuale: c'è la Cina, e anche la Russia. Ci sono sei miliardi d'individui che vogliono vivere e non solo sopravvivere.
E' qui che frana l'America, che non è più in grado di gestire le convulsioni.
Diciamo che stiamo osservando una crisi di egemonia. C'è una gran confusione. Ci sono diversi attori, ormai potenti, che parlano. Perfino la Bonino, ministro degli esteri di un paese inesistente, osa fare dei distinguo. Non s'era mai vista una cosa del genere.
Il Papa di Roma (lunga vita a Papa Luciani!) sembra un pezzo anomalo di una macchina che cammina a stento. Vede la terza guerra mondiale e, per giunta, lo dice senza neanche chiedere l'autorizzazione di Washington. A differenza del Beato Giovanni Paolo II, non ha da rendere conto del miliarduccio di dollari che ricevette per versarlo a Solidarność. E dunque parla. E digiuna: che disastro d'immagine per Obama. Che andrà in guerra, ma con l'Occidente spaccato, con al seguito solo il burattino Hollande, che è stato eletto con i voti di sinistra. Si procederà a vista, o la va o la spacca. Poi ci si affaccerà sui confini dell'Iran.
Ma bisogna guardarsi dai sempliciotti che sognano una reazione militare immediata di Mosca, tanto meno di Pechino. Non ci sarà nessuna reazione militare. Mosca e Pechino rispondono e risponderanno asimmetricamente. Non sono sciocchi e vogliono aspettare seduti sulla riva del fiume. Lo scontro vero - che nessuno oggi può sapere quali dimensioni e forme assumerà, anche perché nessuno sa con precisione quali armi saranno messe in funzione - è ancora in preparazione e richiederà un certo periodo di tempo, molte verifiche sul campo, molto studio di mosse e contromosse reciproche.
Ma l'accelerazione si vede e si sente. Avete presente come si muove una valanga? Avete presente che tra il 1929 e il 1939 (inizio della seconda guerra mondiale) ci furono dieci anni? Avete presente che l'esplosione della finanza mondiale cominciò nel 2008? Aggiungete dieci anni e farà 2018.
Lo so che la storia non si ripete mai. Ma la stupidità umana (specie quella delle élites dirigenti) è una costante universale.
E, se osserviamo l'impazzimento generale che contraddistingue perfino i mentitori, i gatekeepers, dovremmo essere molto preoccupati. Perché si può mentire in modo credibile, raccattando argomenti dai rigattieri del buon senso. Ma qui siamo di fronte a portavoce che non solo si contraddicono, ma mentono senza argomenti. Bugiardi senza idee, che ripetono a pappagallo ciò che viene detto loro di comunicare.
Tutto il mainstream, dai Ferrara, ai Cazzullo, agli Zucconi, ai De Bortoli, ai Lerner, alle Botteri , danno per acquisito (cioè che Assad ha usato armi chimiche) senza nemmeno soffermarsi un istante sulle prove: che mancano inesorabilmente. E mancheranno anche dopo, sicché la menzogna è già lì, tutta nuda. Eppure non la vedono e la ripetono con sguardi ebeti, incuranti di ogni vergogna, forti dell'impunità che viene loro garantita, insieme agli stipendi che prendono a fine mese. Preoccupante perché già ci annuncia come strilleranno al primo bombardamento sull'Iran. Titolano già ora affibbiando a Bashar frasi che non ha detto, minacce che non ha proferito. Figuriamoci cosa diranno contro gli ayatollah!
Siamo in un acquitrino miasmatico pieno di flatulenze insopportabili che dimostrano lesioni cerebrali e intestinali ormai irrimediabili.Attenzione che questi ci stanno preparando la guerra in casa. E lo faranno fino a che non andremo a stanarli nei loro studi elettronici e non li costringeremo - com'è nostro diritto - a dirci perché hanno mentito sapendo di mentire. E poi li licenzieremo, perché fanno il mestiere senza autorizzazione deontologica.
Infatti abbiamo le prove - noi le abbiamo, le prove - che mentono. Perché basterebbe che andassero a leggere le notizie che pullulano nel web, verificabili, provate, certe, per scoprire che la guerra si fa per cause completamente diverse da quelle, presuntamente umanitarie, che loro invocano.
Ci sono, tra loro, quelli - come Giuliano Ferrara, ex agente informatore della CIA - che, con simpatica e totale improntitudine, ci comunicano perfino che le ragioni umanitarie sono un inutile orpello per indorare la brutalità degl'interessi dell'Impero. Meglio lui, nella sua tracotanza, che i giornalisti e direttori televisivi vigliacchi che, con le loro unte parole, svitano le spolette che uccideranno i civili siriani.
Dunque non ci resta che prepararci. Questo significa dire, chiaro e tondo, che la pace è l'unico modo per sopravvivere. Il che significa che dobbiamo costruire di nuovo un immenso movimento pacifista, italiano, europeo, mondiale. Dobbiamo preparare ogni forma di resistenza alla guerra. Questa è una parola d'ordine che raccoglie il consenso della stragrande maggioranza. Lo sappiamo. Qui si va con la corrente, non contro la corrente. Solo che bisogna remare in tanti.
E ancora una piccola notazione. L'avvitamento della crisi ha messo in ombra l'Europa e anche tante chiacchiere sull'euro e sulla sovranità monetaria. Si vede che l'accento è altrove. L'Europa, questa penosa Europa, non è il centro della crisi. La crisi - vista nella sua accezione immediata, quella che si sta bruciando nel panico di questi mesi - è finanziaria e mondiale, ma è anche energetica e mondiale, ma anche climatica e mondiale. È questo il contesto dentro cui, volenti o nolenti, saremo chiamati a batterci. È evidente che crisi finanziaria e militare non si elideranno vicendevolmente, ma si sommeranno in modo devastante, straripando in crisi politiche, in governi che cadranno, in fantocci che risorgeranno come zombie. Le Costituzioni saranno stracciate. Tutto ciò nell'arco di una manciata di mesi. È questione di attualità. Lo richiamo perché, ancora una volta, dobbiamo ricordare, anche a noi stessi, che avevamo ragione noi, che venivamo definiti catastrofisti. Ancora oggi mi sento ripetere, talvolta, che il nostro compito è "dare speranze". Certo la speranza è bella, ma penso sempre di più che, se lo facessimo, faremmo un errore grave. È più che mai il momento della verità, visto che siamo nell'era della menzogna.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12285
domenica 14 ottobre 2012
venerdì 12 ottobre 2012
Nobel Ue, un assurdo premio per i "gatti grassi". - Mario Giordano
Solo per gli ex dipendenti nel 2013 spenderemo 1.473 milioni di euro cioè il 34 per cento in più rispetto al 2008. Nel 2010 nel pieno della crisi economica ebbero il coraggio di stanziare un aumento (1500 euro in più al mese) per i portaborse dei deputati. E nello stesso anno furono spesi 2,6 milioni per un nuovo centro visitatori e 2 milioni per una nuova palestra degli eurodeputati, con tanto di fitness e sala per fisioterapia (motto: coccolatevi un po’, come se non lo facessero abbastanza).