martedì 22 luglio 2014

Galan, la Camera autorizza l’arresto con 395 sì. “Sono incazzato, sapete con chi”.

Galan, la Camera autorizza l’arresto con 395 sì. “Sono incazzato, sapete con chi”

L'ex governatore del Veneto, accusato di corruzione, non era in Aula per motivi di salute ma è stato dimesso. Forza Italia aveva chiesto lo slittamento della decisione. Anche la Lega favorevole alla richiesta della Procura di Venezia. Il legale: "Probabile ricovero in centro clinico carcerario". Berlusconi: "Profondamente addolorato".
“Sono incazzato e sapete benissimo con chi”. Giancarlo Galan è uscito in carrozzina dall’ospedale di Este, dove era stato ricoverato da diversi giorni. È quindi salito su un’ambulanza (nella foto) che si è allontanata diretta verso casa a Cinto Euganeo. Da dove ha chiamato i carabinieri. La Camera ha autorizzato l’arresto del deputato con 395 sì e 138 no, dopo aver bocciato la richiesta di rinvio presentata da Forza Italia. L’ex ministro è accusato di corruzione nell’inchiesta sul Mose di Venezia che il 4 giugno ha portato a 35 arresti, tra i quali quello del sindaco della città lagunare Giorgio Orsoni. Chi gli è vicino descrive l’ex ministro “imbestialito ed incredulo” rispetto alla decisione dei medici dell’ospedale di dimetterlo, provvedimento che non si aspettava.

Il deputato quindi questa mattina non si era presentato in aula perché ancora ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale di Este (Padova), dopo una decina di giorni trascorsi in Cardiologia. Dopo il voto sull’arresto si è appreso da fonti della Usl 17 di Padova che in mattinata i medici avevano già firmato una lettera di dimissioni, ma l’ex governatore era rimasto nella sua stanza d’ospedale. Vista l’autorizzazione concessa, l’avvocato Antonio Franchini, che assieme al collega Nicolò Ghedini assiste Galan, ha annunciato che presenterà richiesta al gip perché conceda gli arresti domiciliari.

Quale sarà ora la sorte del deputato? “Può succedere che vada in un centro clinico carcerario a Parma, Opera o Bologna, può darsi che resti qui o che vada in carcere in infermeria”, speiga l’avvocato Franchini. “Ma, non credo in una cella”. La lettera di dimissioni, spiega l’altro codifensore Nicolò Ghedini, “contiene ovviamente tutta una serie di prescrizioni e cure. Non sappiamo ora cosa succederà. Vedremo cosa deciderà il giudice”.
Proprio le condizioni di salute di Galan e l’impossibilità di intervenire in aula erano stati alla base della richiesta di rinvio presentata da Forza Italia all’inizio della seduta. A far slittare il voto ha provato anche Antonio Leone di Ncd, che aveva chiesto alla Camera un’inversione dell’ordine del giorno per esaminare il decreto legge Carceri. Ma anche questa richiesta era stata respinta e la discussione è proseguita.
Si sono pronunciate a favore dell’arresto Sel, con Claudio Fava, e la Lega Nord, con Matteo Bragantini, che ha sottolineato il fatto che i deputati sono chiamati a pronunciarsi soltanto sull’eventuale “fumus persecutionis”, non ravvistato contro l’ex governatore della Regione Veneto. Una posizione presa male da Forza Italia: “È un fatto politico rilevante e grave che la Lega voti per l’arresto di Galan. Il garantismo dovrebbe contare qualcosa nella futura coalizione. O no?”, ha subito twittato Daniele Capezzone. Sì all’arresto anche da parte di Scelta civica.
In sede di dichiarazione di voto, Leone dell’Ncd è tornato alla carica sottolineando che il fumus, “contrapposto all’arrosto”, è tale anche quando è percepito appena: “Basta un sentore”. Per Forza Italia, Giancarlo Chiarelli ha ravvisato il “fumus” nella stessa richiesta di arresto, a suo avviso “errata” rispetto a quanto emerso dall’inchiesta. Ultimo a intervenire, il Pd, che con Anna Russomando ha ribadito il sì all’arresto di Galan: “”Ci sentiamo anche noi paladini del garantismo”, ha spiegato, “ma le battaglie per l’applicazione delle garanzie dei cittadini non si fanno nelle Giunte. Noi le facciamo nelle sedi opportune”.
Galan è accusato dalla Procura di Venezia di aver agevolato l’iter di approvazione della varie fasi del Mose – il contestato sistema di dighe mobili contro l’acqua alta, un affare da oltre 5 miliardi di euro – in cambio di denaro. Addirittura di uno “stipendio fisso”, come ha affermato davanti ai pm la sua ex segretaria Claudia Minutillo. Stipendio che l’altro grande accusatore Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova concessionario dell’opera, ha quantificato in circa un milione di euro l’anno. All’ex presidente del Veneto sono contestate anche altre consegne di denaro e la ristrutturazione di una villa a Cinto Euganeo. Nell’ambito dell’inchiesta Mose sono emersi anche affari da decine di milioni di euro della famiglia Galan in Indonesia, nel settore gas.
“Sono profondamente addolorato per il voto parlamentare che ha dato il via libera all’arresto di Galan. Trovo particolarmente ingiusto che, non accettando il rinvio del voto proposto da Forza Italia, sia stato impedito a Galan di essere presente in Aula  - scrive in una nota Silvio Berlusconi - per potersi difendere dalle accuse che gli sono state rivolte. Sono vicino a Giancarlo, della cui correttezza dopo trent’anni di collaborazione e amicizia sono assolutamente certo, in questo momento così drammatico e difficile”.

Fede registrato, Dell'Utri sa e "mangia" Berlusconi.



Conversazione tra l'ex direttore del Tg4 e il suo personal trainer: "A Marcello fanno riferimento 70 conti esteri".
"Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l'unico che sa... Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell'Utri?". E' una conversazione tra Emilio Fede e il suo personal trainer, Gaetano Ferri, in cui si fa riferimento a Marcello Dell'Utri. Il dialogo è stato registrato da Ferri che l'ha consegnato ai magistrati di Monza.

La conversazione tra l'ex direttore del Tg4 e Ferri è del 2012. Dopo avere "ripulito" il sonoro dai rumori di sottofondo, a maggio la Procura lombarda l'ha mandata ai pm di Palermo. Ora l'intercettazione" è stata depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia. Molti brani del dialogo sono scarsamente comprensibili. "C'è stato un momento in cui c'era timore ....- dice Fede - Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore ndr) attraverso Marcello (Dell'Utri ndr)". "La vera storia della vicenda Berlusconi - prosegue - ...mafia, mafia ...soldi, mafia, soldi...Berlusconi". "Sì, sì - aggiunge Fede - Dell'Utri era praticamente quello che investiva...Chi può parlare? Solo Dell'Utri". "Mangano era in carcere. Mi ricordo che Berlusconi arrivando - dice Fede riportando una sorta di dialogo tra Berlusconi e Dell'Utri - ..'hai fatto?'...'sì sì..gli ho inviato un messaggio..gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffè'". "Era un messaggio per rassicurare lui su certe cose che non so..- spiega a Ferri - E devo dire che questo Mangano è stato un eroe. E' morto per non parlare".

Fede: tutto falso, l'ho già denunciato per calunnia 
 "E' tutto falso, l'ho già detto ai magistrati e ho denunciato quel truffatore per calunnia e minacce gravi". E' la replica all'ANSA del giornalista Emilio Fede, ex direttore di Retequattro, alla registrazione di un presunto dialogo con il suo personal trainer. "Lui ha manipolato le mie dichiarazioni - ha aggiunto Fede.

Riforme, Napolitano: “Discussione libera nessun autoritarismo. E ora la giustizia”.

Giorgio Napolitano

Il presidente della Repubblica ha affrontato il tema durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, chiedendo di "superare l’estremizzazione dei contrasti". Il clima è ora maturo "per condurre a conclusione" la riforma della giustizia, ha detto il capo dello Stato facendo riferimento alle parole di elogio rivolte da Berlusconi ai magistrati dopo l'assoluzione nell'appello del processo Ruby. Grillo: "Napolitano-Renzi-ex Cav peggio di Mussolini".

Le riforme non si toccano. Il Colle blinda senza esitazione la Costituzione che verrà fuori dal processo di modifica della Carta avviato dal governo di Matteo Renzi. Nella tradizionale cerimonia del Ventaglio, Giorgio Napolitano si erge a scudo del lavoro dell’esecutivo contro “spettri di insidie e macchinazione di autoritarismo” e così facendo suggella la rilevanza del patto del Nazareno stretto dal premier con Silvio Berlusconi. Proprio nel solco di quest’intesa, secondo Napolitano, dovrà essere finalmente avviata la riforma della giustizia. L’inquilino del Quirinale cita testualmente l’ex Cav per spiegare la molla che ha innescato il cambiamento: è arrivato “il riconoscimento espresso nei giorni scorsi da interlocutori significativi (Berlusconi, ndr) per ‘l’equilibrio e il rigore ammirevoli’ dei magistrati”. Le stesse parole usate dall’ex premier dopo l’assoluzione incassata nell’appello del processo Ruby.

Non si agitino spettri di insidie e macchinazione di autoritarismo” sulla riforma del Senato”, scandisce Napolitano, il cui appello fa seguito alle recenti prese di posizione di Matteo Renzi (durante l’ultimo incontro con il M5S) e del ministro Boschi (ieri in Senato) contro le critiche del Movimento 5 Stelle. E ancora: ”La discussione sulle riforme è stata libera, basta con i pregiudizi”, avverte il capo dello Stato. Il cammino intrapreso va portato a termine e ora la necessità è quella di “superare l’estremizzazione dei contrasti” nella “espressione del dissenso” sulle riforme, un’estremizzazione “ingiusta e rischiosa”. ”Le ostilità” alle riforme costituzionali, ha detto ancora Napolitano, sono “dettate da una pregiudiziale diffidenza e contestazione che pregiudicherebbero ancora una volta l’esito della riforma della seconda parte della Costituzione”.

La Carta va cambiata perché “il bicameralismo paritario va superato, è una anomalia tutta italiana, un’incongruenza costituzionale sempre più indifendibile e fonte di gravi distorsione del processo legislativo”, ma “paradossalmente ha finito nelle polemiche recenti per essere quasi idoleggiato come un perno del sistema di garanzie costituzionali”, ha aggiunto Napolitano. D’altra parte quello delle riforme “è un impegno di cui il governo Renzi si è fatto iniziatore su mandato dello stesso Parlamento” che si espresse “a schiacciante maggioranza” nel maggio 2013. Il lavoro sarà lungo: dopo Senato e Titolo V, il parlamento sarà chiamato a definire la futura legge elettorale e Napolitano invita le parti politiche a trovare un accordo per non incappare in problemi di costituzionalità: “Il testo varato in prima lettura dalla Camera sulla riforma elettorale è destinato ad essere ridiscusso con la massima attenzione per criteri ispiratori e verifiche di costituzionalitàche possono indurre a concordare significative modifiche”.
Ma all’orizzonte ci sono già altri obiettivi e Napolitano è ottimista: “Per condurre a conclusione” la riforma della giustizia ”si delineano forse le condizioni per una condivisione finora mancata”. Cosa è cambiato? “E’ arrivato “il riconoscimento espresso nei giorni scorsi da interlocutori significativi per ‘l’equilibrio e il rigore ammirevoli’ che caratterizzano il silenzioso ruolo della grande maggioranza dei magistrati”. L’interlocutore significativo è Silvio Berlusconi che, assolto dalla Corte d’Appello di Milano nel processo Ruby, ha espresso ”un pensiero di rispetto va poi alla Magistratura, che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli“. 
Un passaggio del discorso ha riguardato anche la partita che il governo Renzi sta giocando in Europa: la nomina del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, al vertice della diplomazia di Bruxelles: “L’Italia si considera in grado di concorrere su una sua personalità” alla figura di Alto Rappresentante per la politica estera europea “. Napolitano ha fatto, poi, cenno anche alle voci che si rincorrono da tempo sulla fine anticipata del suo mandato. ”Vorrei potervi dissuadere dal gioco sterile delle ipotesi sull’ulteriore svolgimento delle mie funzioni da presidente – ha detto il capo dello Stato – è una valutazione che appartiene solo a me stesso, sulla base di dati obbiettivi che hanno a che vedere con la mia età, a voi ben nota. Ma, ve lo ripeto, non esercitatevi in premature e poco fondate ipotesi e previsioni. Sono concentrato sull’oggi. E ho innanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa nel semestre italiano di presidenza europea”.
Dura e immediata la replica del Movimento 5 Stelle: “Dalla vittoria alle politiche del 2013 del M5S stiamo assistendo a una Controriforma senza che vi sia stata una Riforma o un Martin Lutero – si legge in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo - neppure Mussolini ebbe la sfacciataggine del trio Napolitano-Renzie-Berlusconi, lui la dittatura la fece senza nascondersi dietro la parola “riforme” e la legge elettorale fascista Acerbo fu sicuramente più rappresentativa del corpo elettorale e rispettosa della democrazia del l’Italicum di Renzie e del noto pregiudicato”, scrive il leader del M5S.

Aids, il “vaccino” italiano scomparso. E l’investimento pubblico finisce ai privati. - Duccio Facchini

Aids, il “vaccino” italiano scomparso. E l’investimento pubblico finisce ai privati

Negli anni Novanta la grande promessa sulla sconfitta della malattia del secolo. Dopo 49 milioni di euro stanziati dallo Stato, resta solo un farmaco terapeutico ancora da sperimentare. Ma l'Istituto superiore della sanità "regala" il brevetto alla società privata guidata da chi ha condotto la ricerca: Barbara Ensoli. Poi ci ripensa. E lei reagisce male: "Si è cagato sotto".
Vaccino anti-Aids: l’Italia è prima”, “Aids, la nuova speranza del vaccino made in Italy”. Così l’informazione italiana fece eco a quella che dal 1998 è stata presentata come la ricetta del secolo: un vaccino tutto italiano contro l’Aids, fiore all’occhiello della ricerca da sostenere con uno stanziamento di 49 milioni di euro pubblici (tra ministero della Salute e dicastero degli Esteri). Del resto si era dinanzi a una “grande e autentica missione”, come ebbe a dire nel 2005 la ricercatrice che da almeno trent’anni è considerata all’interno dell’Istituto superiore di Sanità (ISS) la depositaria della svolta: Barbara Ensoli (nella foto), direttore del Centro nazionale Aids. Il punto però è che a 16 anni di distanza il “vero” vaccino, cioè quello preventivo, non si vede, mentre i gli unici risultati raggiunti con sforzi pubblici per la componente terapeutica -di fatto, un nuovo farmaco- rischiano di finire (sotto forma di brevetti) nelle mani di una piccola società chiamata Vaxxit, posseduta per oltre il 60% proprio da Ensoli. 


Che la sorte del vaccino preventivo fosse segnata l’aveva già predetto nel 1995 la comunità scientifica internazionale. Robert Gallo -virologo statunitense che nel 1983 contese a Luc Montagnier la scoperta del virus Hiv – diede conto degli effetti assolutamente modesti del “pezzo forte” della ricetta di Barbara Ensoli: la proteina Tat. Tra chi più si è speso per il vaccino c’è Gianni Letta, che il primo dicembre 2010 va al Tg1 per esprimenre parole di “gratitudine” all’indirizzo del team della ricercatrice. Il sostegno dei vertici dell’Iss -l’allora presidente è Enrico Garaci – è totale.
Ma la “parola di donna” spesa da Ensoli nel 2008 su l’Unità traballa. I risultati pubblicati ad aprile 2014 sulla tabella sullo “stato dell’arte delle sperimentazioni” messa a disposizione dall’Istituto superiore di Sanità sono magri. Il “vaccino terapeutico” (un ossimoro, secondo lo stesso Gallo) è entrato nella seconda fase di sperimentazione su 200 “partecipanti” in Sudafrica ed è attualmente “in corso”, mentre quello preventivo – ripartito dalla prima fase nel settembre 2011 e testato su 11 persone – è stato sospeso il 24 marzo 2014.
Il cammino del vaccino preventivo, dunque, si è di nuovo inceppato. La componente “terapeutica”, invece, ha imboccato la strada che parte dall’Istituto superiore della Sanità e porta a una società dal capitale sociale di 10mila euro costituita nel luglio del 2012: la Vaxxit Srl. Ed è la società cui, a seguito della richiesta della dottoressa Ensoli, è stato attribuito il brevetto del TatImmuneTM – la componente vaccinale in uso nella sperimentazione per il vaccino terapeutico-. Fino alla metà del marzo di quest’anno il 70% delle quote della società fa capo alla dottoressa Barbara Ensoli, cui si affianca, con il restante 30%, la 3 I Consulting Srl, amministrata da Giovan Battista Cozzone. Quest’ultimo è un esperto di brevetti che dal maggio del 2009 ha ricoperto l’incarico quadriennale di consulente dell’ISS in materia di “trasferimento tecnologico” (per un importo complessivo dichiarato di 393mila euro).
All’inizio del marzo di quest’anno il cda dell’Istituto superiore di sanità presieduto prima del commissariamento da Fabrizio Oleari (subentrato nel 2013 ad Enrico Garaci) dà il via libera, concedendo una “opzione di licenza esclusiva (della durata di 18 mesi) per l’utilizzo dei suddetti brevetti”: e cioè i brevetti Tat di proprietà (pubblica) dell’Iss. La decisione è assunta “all’unanimità”, e il ministero della Salute, ora guidato da Beatrice Lorenzin, tace. Del “vaccino preventivo” nessuna traccia ma il settore pubblico – l’Iss, il contribuente – posticipa addirittura ogni “negoziazione dei relativi accordi economici”.
La costituzione della Vaxxit è definita “coerente” con il disciplinare che regola gli spin-off dell’Istituto e il duo Ensoli-Cozzone inizia a cercare capitali (40 milioni di euro) sul mercato. E per farlo chiama nella compagine di Vaxxit otto nuovi soci. C’è il fratello di Ensoli, Fabrizio, l’ex marito e – tra gli altri – il più grande fondo di fondi canadese (Teralys capital) e una multinazionale del credito con domicilio nello Stato Usa a fiscalità agevolata del Delaware (la Ferghana Securities Inc).
A maggio, però, il mensile Altreconomia dà conto dell’operazione allora ancora sotto traccia e un’interrogazione parlamentare di Emilia De Biasi (Pd), presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, rompe il giocattolo. Il 10 giugno l’ISS è costretto a un passo indietro, ritrovandosi a dover dichiarare “non idonea” la delibera del 4 marzo con la quale aveva giudicatola costituzione della società Vaxxit  ”coerente” con il disciplinare dello spin off. Tocca ripartire da capo.
La retromarcia dell’ISS è mal digerita da Barbara Ensoli, che giunge a “diffidare” formalmente quell’ente che l’ha sempre sostenuta, definendolo ai primi di luglio un coacervo di “dinosauri” che al primo inciampo si è “cagato sotto”. “Sono l’anticristo”, aggiunge nel corso di una conferenza organizzata il 10 luglio a Bologna da Associazione Plus onlus, e “ho anche paura fisica”.
A chi le contesta l’ossimoro “vaccino terapeutico” il capo del Centro nazionale Aids ribatte nel 2014 con un “discorso filosofico” giudicato “sconvolgente” da Vittorio Agnoletto, medico, ricercatore, già fondatore e presidente della Lega italiana per lotta contro l’Aids (Lila) nonché autore del libro inchiesta “Aids, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli 2012). “Si chiama preventivo perché va nel soggetto sano, si chiama terapeutico perché va nel soggetto già infettato -ha detto Ensoli-. Mica deve essere un prodotto vaccinale differente”. Quel che conta, secondo la ricercatrice, è il “concetto patogenetico”, indipendentemente dal fatto che il soggetto ricevente sia sano o infettato. “Dov’è la differenza?”. Semplice: avere un vaccino o non averlo del tutto. Un po’ come aver potuto contare su 30 milioni di euro circa di sostegno (e sforzo) pubblico o meno.

lunedì 21 luglio 2014

Tempeste di Fulmini su Toscana e Trieste – Sfiorata la tragedia sul lago Trasimeno. - Leonardo Pietro Moliterni


Oltre 10mila saette registrate tra Firenze e Livorno. Sul lago Trasimeno sfiorata l’imbarcazione a vela di 5 quindicenni, che se la sono cavata con lievi ustioni.

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Oltre 10mila fulmini sono caduti nelle ultime sulla Toscana, secondo le registrazioni dei centri Enel di Firenze e Livorno, mentre su Trieste si è scatenata una vera e propria tempesta di fulmini.

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Sul lago Trasimeno, in provincia di Perugia, si è invece sfiorata la tragedia: una saetta ha sfiorato una barca a vela sulla quale si trovavano cinque 15enni, che se la sono cavata con qualche leggera ustione agli arti.

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http://www.periodicodaily.com/2014/07/21/tempeste-di-fulmini-su-toscana-e-trieste-sfiorata-la-tragedia-sul-lago-trasimeno/

Israele attacca Gaza. Missile su ospedale, Obama: basta vittime civili.

Fiamme sulla Striscia di Gaza (foto: EPA)

Nuovo bilancio: '514 morti e 3.150 feriti' secondo fonti palestinesi


Gli Stati Uniti sono "preoccupati" per il crescente numero di vittime palestinesi a Gaza per l'offensiva di Israele. Lo afferma il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che "non vogliamo più vedere civili uccisi", per questo serve la fine delle ostilità. Il segretario di Stato, John Kerry, premerà - afferma Obama - per un cessate il fuoco immediato. Obama ribadisce il diritto di Israele a difendersi.

Tv canale 10, oggi sette soldati israeliani morti
 Sette militari israeliani sono morti oggi: lo ha detto la tv Canale 10 secondo cui quattro sono caduti nel Neghev occidentale e tre a Gaza. Il portavoce militare israeliano ha confermato la notizia precisando che nei combattimenti odierni altri tre soldati sono rimasti feriti in modo grave, otto hanno riportato ferite medie e altri 19 sono stati ricoverati in condizioni non gravi. Dall'inizio dei combattimenti sono rimasti uccisi complessivamente 25 fra ufficiali e soldati israeliani.

Tv Israele, 150 'terroristi' uccisi da forze terra
 Dall'inizio delle operazioni terrestri a Gaza le forze di terra israeliane hanno ucciso "150 terroristi" palestinesi: lo riferisce la tv commerciale Canale 2, basandosi su fonti militari. I militari impegnati a Gaza hanno portato alla luce 45 ingressi di 16 tunnel offensivi scavati fino sotto al territorio israeliano.
4 morti nell'ospedale colpito
Sarebbero almeno quattro i morti nell'ospedale di Al-Aqsa nella parte centrale della Striscia colpito da Israele. Lo dicono i media israeliani citando il portavoce del ministero della Sanità a Gaza.
L'ospedale colpito e' quello dedicato ai 'Martiri di al-Aqsa' (l'ala militare di al-Fatah), costruito una decina di anni fa dall'Autorita' nazionale palestinese. Secondo testimoni il razzo ha colpito il piano superiore dell'edificio, provocando gravi danni. 
Otto palestinesi, tra cui 4 bambini, sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano nel centro di Gaza City. Lo hanno riferito i servizi d'emergenza locali.
E' salito a 514 il numero complessivo dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza nel conflitto in corso con Israele. I feriti sono almeno 3.150. Lo scrive l'agenzia di stampa al-Ray, vicina al movimento Hamas. 
L'esercito israeliano ha sventato l'infiltrazione di un commando di Hamas attraverso un tunnel nel sud di Israele. Lo ha detto la Radio militare, secondo la quale sono stati uccisi sei "terroristi" mentre altri tre si sarebbero dileguati.
Hamas ha detto di aver lanciato quattro razzi M75 - quelli a lunga gittata - su Tel Aviv. Lo riporta il sito israeliano Ynet.
Tunnel palestinesi a Gaza

Ambasciatore Israele: "Per pace serve distacco fra Anp e Hamas""Vogliamo un processo di pace con l'Autorità palestinese, con l'auspicio che ci possa essere una interruzione fra l'Autorità palestinese e l'organizzazione terroristica Hamas. In questo modo potremo ritornare al tavolo negoziale". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, alla trasmissione Radio anch'io su Rai Radio1. "Da una parte abbiamo Abu Mazen - ha proseguito Gilon - col quale abbiamo avviato un processo di pace, finché non ha deciso di formare un governo di unità con Hamas. Un governo che ha posto grossi problemi quando Abu Mazen ha cercato di porre fine all'attacco a Israele e non c'è stata risposta da parte di Hamas". Per Gilon "Hamas è un'organizzazione terroristica che vuole la distruzione di Israele e l'uccisione degli ebrei" e con questa "al massimo si può arrivare a una tregua... Non sono partner, come l'Isis".
Risuonano le sirene d'allarme a Tel Aviv
Nella città si sono udite quattro forti esplosioni, probabilmente dovute all'intercettamento dei razzi sparati da Gaza da parte del sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome che ha intercettato due razzi lanciati da Gaza sopra l'area metropolitana. Per il portavoce militare, c'e' stato una vera e propria salva di razzi scagliata verso la parte sud e centro di Israele. L'allarme e' risuonato anche ad Ashdod e Ashkelon, nel sud, e a Beit Shemesh le colline ad ovest di Gerusalemme, nel centro.
Ministro Yaalon: "Operazione continua fino a calma"
''L'operazione continuera' finche' non sara' riportata la calma'' nel sud del paese. Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Moshe' Yaalon, che non ha escluso il richiamo di altri riservisti ''se sara' necessario''. Yaalon ha detto che finora sono stati colpiti piu' di 2.700 obiettivi nella Striscia.
E ad orrore si somma orrore: almeno nove palestinesi, tra i quali sette bambini, sono rimasti uccisi in un raid aereo israeliano a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Le vittime appartenevano tutte alla stessa famiglia, che risiedeva nella casa colpita dall'attacco.
Gli israeliani morti sono tredici. Israele ha smentito il rapimento di un soldato da parte di Hamas. 
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha espresso la sua "grave preoccupazione davanti al numero crescente delle vittime" del conflitto a Gaza, reiterando il suo appello per una "fine immediata delle ostilità". In una dichiarazione letta dal presidente del Consiglio, l'ambasciatore ruandese Eugène-Richard Gasana, 15 paesi membri chiedono un "ritorno all'accordo di cessate il fuoco del novembre 2012" tra Israele e Hamas. Il Consiglio di sicurezza chiede inoltre "il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili" e sottolinea "la necessità di migliorare la situazione umanitaria" nella Striscia di Gaza.
Ma il ministro della difesa israeliano Moshe' Yaalon ha detto che ''L'operazione continuera' finche' non sara' riportata la calma'' nel sud del paese" e non ha escluso il richiamo di altri riservisti ''se sara' necessario''. Yaalon ha detto che finora sono stati colpiti piu' di 2.700 obiettivi nella Striscia.
Piazze europee contro la guerra, "Israele si fermi". Il punto sulla crisi
Continua nelle strade delle capitali europee la protesta contro l'offensiva israeliana nella striscia di Gaza che chiede a gran voce che 'Israele si fermi', dopo che già ieri migliaia di persone erano scese in piazza, a partire da Londra, scandendo slogan pro-palestinesi e chiedendo la fine del massacro. Oggi cortei pacifici si sono tenuti da Amsterdam a Vienna, mentre in Francia, alle porte di Parigi, sono tornati a registrarsi tensioni e incidenti. Come era accaduto anche ieri, i divieti ai cortei imposti dalle autorità francesi non sono stati sufficienti a fermare la protesta e una nuova manifestazione contro l'incursione israeliana nella Striscia di Gaza organizzata vicino Parigi è degenerata in disordini con auto in fiamme e cassonetti rovesciati per strada. Centinaia di simpatizzanti filo-palestinesi si sono radunati nei pressi della stazione ferroviaria della banlieue di Garges-Sarcelles, a nord della capitale francese, facendo scattare il massiccio dispositivo di sicurezza delle forze dell'ordine. Dopo le prime resistenze i manifestanti, pur denunciando il divieto imposto dalle autorità al raduno, hanno invitato alla calma. Il corteo è andato così scemando fino a sciogliersi, con l'eccezione tuttavia di alcuni dimostranti che hanno acceso petardi e fumogeni: due automobili sono state incendiate e altri veicoli sono stati danneggiati. Non è un caso che le tensioni siano esplose proprio a Sarcelles che è nota come la "piccola Gerusalemme" per la numerosa comunità ebraica sefardita che la abita. Gli agenti hanno creato un cordone di sicurezza vicino alla sinagoga, mentre davanti al tempio una trentina di giovani filo-israeliani agitava bandiere dello Stato ebraico ma anche sbarre di ferro.
Continua così la polemica in Francia per quel divieto, criticato trasversalmente, che rischia di surriscaldare ancora di più gli animi proprio mentre la crisi non sembra diretta verso una soluzione, dopo che sono sfumate le speranze per una tregua a anche la diplomazia internazionale al lavoro, condanne e slogan a parte, è lontana da svolte concrete mentre oggi si parla di una nuova strage, a Sajaya un sobborgo di Gaza City, con numerose donne e bambini tra le vittime. La protesta arriva anche in Marocco: diverse migliaia di persone hanno manifestato oggi a Rabat per esprimere la loro "solidarietà" ai palestinesi. Il corteo è partito dal quartiere di Diour Jama, nel centro della capitale marocchina, per dirigersi verso il Parlamento. Molti i simpatizzanti islamici che hanno preso parte alla manifestazione, come anche militanti del movimento pro-riforme del 20 Febbraio, nato durante la Primavera araba, insieme con alcuni rappresentanti del governo. Le autorità marocchine hanno condannato fin dall'inizio di luglio "l'escalation militare ingiustificata ed inammissibile" di Israele e il re Mohammed VI ha annunciato lo sblocco di un "aiuto umanitario urgente" di cinque milioni di dollari per la popolazione.

domenica 20 luglio 2014

Aereo abbattuto, Usa contro i filorussi: Obama: “Serve subito il cessate il fuoco”.



Le vittime sono 298 tra cui 80 bambini e 189 olandesi. Il presidente americano: «Pronti ad altre sanzioni». Mosca respinge le responsabilità, 4 giorni di tregua.


Sono i separatisti filorussi i principali indiziati per il disastro del boeing malese abbattuto ieri con 298 persone a bordo sui cieli dell’Ucraina orientale da un missile terra-aria. Lo denunciano gli americani, sostenendo che il razzo è partito da un’area controllata dai filorussi, e confortati da intercettazioni telefoniche in cui gli stessi separatisti si attribuiscono la responsabilità dell’accaduto. 
La Russia, sotto assedio per il suo sostegno alla causa separatista, mantiene un profilo basso invocando la pace, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede un’inchiesta internazionale indipendente. 

LE VITTIME  
Il bilancio è spaventoso: 298 morti tra cui 80 bambini. Decine di passeggeri erano diretti a Melbourne per il convegno mondiale sull’Aids. A bordo vi erano 189 olandesi. La Farnesina ha confermato che c’ era un cittadino con doppio passaporto italiano e olandese, con il figlio. Il ministero degli Esteri ha aggiunto che «continuano comunque le verifiche con gli altri partners per escludere la presenza di altri italiani a bordo del velivolo». La Malaysian airlines ha riferito che a bordo vi erano 283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, tutti di nazionalità malese. Fra i passeggeri, oltre agli olandesi, viene confermata la presenza di 29 malesi, 27 australiani, 12 indonesiani, nove britannici, quattro tedeschi, tre filippini e un canadese. Obama ha confermato anche la presenza di uno statunitense. 

LE ACCUSE  
Intanto si stringe il cerchio intorno ai filorussi, che da mesi combattono una guerra civile contro Kiev nell’Ucraina orientale. L’intelligence americana, in particolare, rileva che il velivolo della Malaysia Airlines è stato certamente abbattuto da un missile terra-aria lanciato dal territorio in mano ai separatisti, e «molto probabilmente» sono stati loro. Concetto ribadito dal presidente Barack Obama, che poi punta il dito contro la Russia. Pur sollecitando un’indagine internazionale «credibile» e «imparziale» e «senza dare retta alle speculazioni», Obama rileva come Mosca continui a sostenere i separatisti, fornendo loro armi pesanti e artiglieria antiaerea, e quindi chiede a Putin di «concordare con i filorussi un immediato cessate il fuoco», anche perché «la Russia finora non ha fatto nulla per imboccare la strada della pace». Altrimenti, ammonisce Obama, le sanzioni aumenteranno. 

IL CASO ALL’ONU  
Da Mosca si registra un’attenuazione dei toni rispetto alle ore immediatamente successive all’accaduto. Il presidente russo Vladimir Putin, che ieri aveva addossato la responsabilità a Kiev per aver ripreso le attività militari contro i ribelli, si limita ad auspicare un’indagine imparziale ed oggettiva. Successivamente, il leader del Cremlino fa sapere di essere «in costante contatto» con il collega ucraino Poroshenko per trovare una «soluzione pacifica duratura» alla crisi tra Mosca e Kiev. Il disastro aereo finisce anche sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che in una riunione d’emergenza sollecita «un’inchiesta internazionale completa e indipendente». A Palazzo di Vetro, tra l’altro, l’ambasciatore ucraino porta la `pistola fumante´ che per Kiev inchioderebbe i filorussi: delle intercettazioni telefoniche tra miliziani di Donetsk e intelligence russa in cui i primi affermano di «aver buttato giù» un aereo civile. 

LA POSIZIONE RUSSA  
L’ambasciatore russo, da parte sua, accusa il governo ucraino di non aver chiuso lo spazio aereo sopra la zona degli scontri e chiede di non fare pressioni sull’inchiesta con «ipotesi e insinuazioni». Come prova di buona fede, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov fa sapere che Mosca non prenderà in consegna la scatola nera del velivolo, che si trova nelle mani dei separatisti e che dovrà essere analizzata dagli esperti internazionali. 
Sul terreno, i leader dell’autoproclamata “Repubblica di Donetsk” respingono la richiesta di cessate il fuoco avanzata da Washington e Bruxelles, ma concedono l’ingresso agli ispettori dell’Osce - arrivati in serata - nell’area del disastro. E nell’incandescente regione la violenza continua. A Lugansk, una delle roccaforti ribelli, le autorità comunali denunciano l’uccisione di una ventina di civili da parte dei militari di Kiev. Oggi però i riflettori restano puntati sulla tragedia dei cieli sul volo Amsterdam-Kuala Lumpur della Malaysia Airlines: «I corpi cadevano dal cielo», raccontano alcuni abitanti dei villaggi vicini alla zona dove il Boeing 777 è precipitato. Altri riferiscono di aver trovato pezzi di fusoliera nei propri cortili. 

http://www.lastampa.it/2014/07/18/esteri/ucraina-un-missile-fa-strage-di-turisti-ritrovate-le-due-scatole-nere-Ij9E8j2KWjbx0Gozl47iAI/pagina.html

Chiudete la bocca a questo guerrafondaio!
Altro che premio Nobel per la Pace! Questo è un servo dei potenti!

Peggio di lui solo Bush...
Ma poi parla lui, presidente di una multinazionale di nazioni che hanno messo le mani su mezzo mondo e ne hanno l'egemonia! 
Dove c'è da speculare e guadagnare ci sono loro, come cavallette!