sabato 5 dicembre 2015

Le mini-pale eoliche di Gianluigi, 20 anni, comprate per 5,5 milioni. - Nicola Di Turi

Le pale eoliche da mettere sul tetto

Gp Renewable inglobata in Air Group Italy grazie all'investimento di una cordata americana: i dispositivi prodotti nella sede di Casarano arriveranno negli Stati Uniti.

Le turbine salentine spiccano il volo. Comincia col vento in poppa, il 2015 di Gp Renewable. La startup del 20enne Gianluigi Parrotto, di cui ci eravamo già occupati, è stata rilevata per 5,5 milioni di euro da quattro investitori americani riuniti sotto le insegne della società Air Group. 
I mini impianti eolici prodotti a Casarano, così, sbarcheranno presto anche negli Stati Uniti. E la startup fondata un anno fa dal 20enne salentino, presto cederà il passo alla nuova Air Group Italy S.p.a., che ingloberà la vecchia società, che aveva chiuso il suo primo anno d’attività in linea con le previsioni e forte di un fatturato da 1,3 milioni di euro. «Per noi era un’occasione importante. Avremo queste persone al nostro fianco per molto tempo. A 20 anni sentivo di avere bisogno di una spalla forte su cui poggiare, soprattutto essendo partito senza un euro», spiega al Gianluigi Parrotto. Il fondatore di Gp Renewable rivestirà il ruolo di presidente del cda della nuova società, che avrà sede proprio a Casarano, mentre la holding principale del gruppo Air resterà in Svizzera, a Lugano. Sabato scorso a Casarano si è tenuta la cerimonia di presentazione della nuova società, con il passaggio di consegne celebrato anche dall’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Loredana Capone.

La holding Air Group, così, garantirà lo sbarco sul mercato americano e arabo, dopo aver versato una quota d’ingresso nel capitale di GpRenewable di 5.5 milioni di euro, rilevando la startup del 20enne Parrotto al primo anno di attività. Ma l’iniezione di liquidità del fondo americano non servirà solo a sviluppare il business delle mini turbine eoliche per uso domestico. «Il fondo Air ci aiuterà a esportare le turbine negli Stati Uniti, e la produzione resterà totalmente made in Salento, dal momento che abbiamo interrotto anche i nostri rapporti con gli impianti di Brescia. Ma nascerà anche un incubatore d’impresa, che sarà ospitato in un complesso di capannoni da 700 mq a Casarano. Abbiamo deciso di rilevarlo e concedere i capannoni in comodato d’uso gratuito ad aziende innovative del territorio», racconta l’imprenditore pugliese. L’idea, insomma, è quella di impiegare parte dei fondi - circa 1,5 milioni di euro - per rilevare le strutture e costituire un polo dell’innovazione nel Salento, con la costituenda società nel ruolo di finanziatore dei progetti più innovativi. E con una quota d’ingresso da 10 mila euro, sarà possibile anche partecipare al capitale della nuova società. «Inizialmente cercavamo solo una soluzione per esportare all’estero. Poi a dicembre il fondo ci ha proposto di rilevare la società e abbiamo ceduto il controllo di Gp Renewable. Tra dipendenti e collaboratori la nuova società assorbirà tutte e 37 le figure professionali che hanno collaborato finora con noi, mentre puntiamo sul nuovo polo dell’innovazione per attrarre aziende che avevano delocalizzato all’estero lasciando la Puglia», ragiona il 20enne Parrotto.

L’area che verrà concessa in comodato d’uso gratuito alle aziende sarà inaugurata a fine gennaio, mentre il fondo d’investimenti americano è attivo nel settore energetico ad ampio raggio, anche sui combustibili fossili. Gp Renewable lo scorso anno aveva commercializzato circa 100 mini turbine in tutta Italia (5 kw ciascuna, 2,5 metri di altezza, 1,5 di diametro, 100 kg di peso), suscitando anche qualche polemica sulle prestazioni promesse (11 mila kwh prodotti all’anno in condizioni ottimali, dati in linea però con turbine inglesi paragonabili per prestazioni e dimensioni del prodotto, che produrrebbero da 9 mila a 18 mila kwh/anno). «Il sistema mini-eolico Savonius è vecchio di 90 anni, non ho inventato nulla di nuovo. Ma prima esistevano generatori che raggiungevano la potenza di picco a oltre 4 mila rotazioni per minuto, mentre i nostri dispositivi oggi lo fanno già a 135 rpm. Anche le auto sono vecchie, ciononostante si producono modelli più veloci in tutto il mondo», conclude Parrotto. Le mini turbine salentine, invece, spiccano il volo verso gli Stati Uniti. Col vento in poppa.


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