domenica 16 agosto 2020

Le “liti temerarie” che minacciano la libertà di stampa. - Giovanni Valentini

Il valore della libertà di stampa | Roma
“La stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure”.
(Articolo 21, II comma della Costituzione italiana)
Per un movimento politico come i Cinquestelle, approdato in Parlamento sull’onda della legalità e accusato spesso di giustizialismo, rappresentano senz’altro un titolo di merito i due provvedimenti che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è riuscito a far approvare nei giorni scorsi dal Parlamento: il primo sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura contro il correntismo e l’altro contro le “porte girevoli” fra l’attività giudiziaria e quella politico-parlamentare. Dimostrano, se non altro, che il M5S non soffre un complesso di subalternità o peggio di sudditanza nei confronti dei magistrati, come qualcuno continua a ritenere. L’impossibilità di tornare a fare il magistrato, dopo aver fatto il parlamentare e il consigliere comunale o aver ricoperto incarichi di governo, ripristina almeno parzialmente quella terzietà del giudice che può rassicurare il cittadino di fronte alle legge.
Ma ora c’è in lista d’attesa un altro provvedimento proposto dai Cinquestelle che riguarda i rapporti fra giustizia e informazione. E non è meno rilevante dei primi due. Punta a regolare la delicata materia delle cosiddette “liti temerarie”, quelle che in genere intentano i colpevoli contro i giornali, pretendendo risarcimenti pecuniari spesso superiori ai danni effettivamente subiti.
L’ha presentato da tempo il senatore Primo Di Nicola, già giornalista del settimanale L’Espresso e poi collaboratore del Fatto Quotidiano, insieme ad alcuni colleghi del M5S. Era stato approvato dalla Commissione Giustizia del Senato e messo in calendario a gennaio per la ratifica definitiva ma, nonostante fosse stato raggiunto un accordo politico di maggioranza, dopo sette mesi non è ancora arrivato in aula. A quanto pare, le resistenze di Italia Viva hanno frenato l’iter parlamentare e si sospetta che all’origine ci siano le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono l’ex premier.
Oltre al pregio non trascurabile di essere composto da un solo articolo, il disegno di legge prevede una semplice aggiunta all’articolo 96 del Codice di procedura civile. Nei casi di diffamazione a mezzo stampa, “in cui risulta la malafede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per il risarcimento del danno”, il testo stabilisce che quando la domanda viene respinta dal tribunale l’attore è condannato a pagare al convenuto una somma non inferiore a un quarto di quella richiesta (in origine, si prevedeva la metà). Un sorta di deterrente, insomma, contro le liti temerarie che diventano in pratica una forma di intimidazione, di bavaglio o di censura preventiva nei confronti dei giornalisti e delle aziende editoriali: secondo i dati del ministero della Giustizia, raccolti da Ossigeno per l’informazione, nel 2015 le querele infondate sono state 5.125 (quasi il 90%) e 911 le citazioni per 45,6 milioni di euro di richieste per risarcimento danni.
C’è da augurarsi, dunque, che alla ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva, il Senato trovi il tempo e la volontà, per non dire la decenza, di approvare definitivamente il provvedimento anche per rispettare l’articolo 21 della Costituzione in forza del quale “la stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure”. Così Italia Viva avrà l’occasione per dimostrare che il suo garantismo non è a senso unico. E non mira a difendere gli interessi del suo leader perfino contro “la malafede o la colpa grave”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/08/15/le-liti-temerarie-che-minacciano-la-liberta-di-stampa/5900823/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-08-15

Cari ministri, dove sono finite le riforme “green”? - Vittorio Emiliani

Green Deal europeo
Il commissario Paolo Gentiloni – che un bel po’ di anni fa “nacque” alla politica dirigendo Nuova Ecologia – ha lanciato l’avvertimento ai governanti italiani: mandate in Europa progetti precisi, non indicazioni vaghe. Invece, green, green! Sembra un campanello. Molto leggero, quasi lezioso. La “gamba” ambientalista di questo governo doveva essere i 5 Stelle, ma soltanto una parte (modesta) di essi lo è. Il Pd ha cambiato natura nella fusione fredda fra comunisti, socialisti e popolari. Taluni della Margherita venivano dai Verdi come Rutelli e difatti il suo Codice per il paesaggio del 2008 (con Salvatore Settis) “tiene” ancora. Se solo venisse applicato da Mibact e Regioni… Invece, appena 3 piani paesaggistici co-pianificati, da allora: Toscana dopo furibonde polemiche per porticcioli e Apuane ormai sfasciate, Puglia sia pure dopo aver inondato la Daunia di pale eoliche (lì almeno il vento c’è), il Piemonte. C’era il Piano Salvacoste della validissima squadra guidata dal compianto Eduardo Salzano per la Giunta di centrosinistra di Renato Soru: spiagge libere difese per centinaia di metri dal cemento, centri storici valorizzati nel rapporto col mare, distretti minerari trasformati in attrazioni turistico-culturali. “Normale” che la giunta di centrodestra Catenacci si accanisse a schiodarlo a martellate, anche con un referendum bocciato dai sardi. Invano. Parrà incredibile, ma ci sta riprovando la Giunta fra Sardisti e Pd e le si oppone il governo Conte!
Il Pci anni fa era diviso, ma stava più dalla parte di Fanti-Cervellati-Cederna che non da quella di Libertini-Aymonino. Non più. Come se avesse vinto su tutta la linea Matteo, spregiatore delle Soprintendenze “e de che?”. Il Pd è questo e questo si riconferma. A livello nazionale e regionale (la legge urbanistica Bonaccini è pessima). Con frange di minoranza quasi irriconoscibili. E se sollevano il capino, ci pensano Bonaccini, lo stesso Zingaretti a castigarle. Anche con piccoli atti: che senso ha, ad esempio, riaprire la caccia alle specie protette ai margini del Parco Nazionale d’Abruzzo nel Lazio quando si sa che anche qualcuno fra i 50 preziosi Orsi marsicani superstiti potrebbe sconfinare e venire abbattuto?
Per mesi è infuriata una sacrosanta polemica sulla legge Caleo (Massimo, senatore del Pd) destinata chiaramente a svuotare ulteriormente la solida legge-quadro per le aree protette firmata da Gianluigi Ceruti e da Antonio Cederna (entrambi Italia Nostra) che in pochi anni ha avuto il merito, nel nostro Paese collinare e montuoso, di farci passare da un misero 4 per cento di territorio protetto a oltre il 10 per cento, da 4 miseri Parchi Nazionali a 23. Prima che la cura Pecoraro Scanio spegnesse il partito dei Verdi col solito metodo clientelare. Non era tanto il numero bensì la qualità dei deputati e dei senatori verdi: Scalia, Turroni, Paissan, De Finetti, Corleone, Semenzato e altri alla Camera; Manconi, Pieroni, Boato, Procacci, e altri al Senato. Un primo decisivo segnale di cambiamento in segno ecologista doveva essere il consapevole ritiro dalla discussione della insabbiata legge Caleo, la sfascia parchi. Macché. In molti la sognano e lasciano i Parchi alla deriva.
Nel ’96 (mi pare), un gruppo del Pd unì i propri voti a quelli della Lega Nord per ribaltare un assunto storico e cioè “tutti i beni culturali pubblici sono inalienabili salvo eccezioni”: tutti i beni culturali pubblici diventavano “alienabili salvo eccezioni”. Ci volle la concreta minaccia dei Verdi di non votare la fiducia al Senato per convincere l’allora ministro Melandri a parlare a favore di quel principio “storico”.
Torniamo al “green, green”. Ci sono stanziamenti certi e mirati per la difesa idrogeologica italiana? Per i Distretti di Bacino fluviali? Non mi pare. Ci sono stanziamenti mirati per un realistico piano di messa in sicurezza sismica della dorsale appenninica e delle Prealpi Friulane? Per ora non ne vedo. Ci sono stanziamenti paragonabili a quelli del governo Prodi-Veltroni del 1997 per imprimere impulso alla stentata, deludente ricostruzione umbro-marchigiana 2016? Non mi pare. E sì che il Mibact sarebbe tutto da rifare. Se lo devono rifare Franceschini, Casini (Lorenzo) e Nastasi stiamo freschi.
E dov’è la legge nazionale sul consumo di suolo che – come in Germania e Gran Bretagna – rallenti una folle corsa di asfalto+cemento? Non si sa. Ci sono leggi regionali? Certo. Nel Veneto, da anni in cima al consumo di suoli, cave, cementifici, coperture di canali, alluvioni, la legge consente di consumare nell’anno 400 ettari liberi distribuiti fra i 541 Comuni. Potete però “trattarne” una fetta o fettona in più se da voi si insedia, che so, un Polo Amazon. Con tanti saluti alla buona terra coltivabile e al verde forestale!

Andrea Scanzi -



Guardate che bella mandria di giovani sottosvilippati in questo servizio. Una discoteca croata (ma in Italia spesso è uguale) che può tenere 500 persone, ma ne tiene addirittura 1000. Gli intervistati sono tutti italiani. Ragazze diversamente senzienti che dicono che "non ce n'è di Coviddì" (testuale). Intellettuali contemporanei che garantiscono "A 20 anni non mi ammazzerà mica il Covid". Uno spettacolo di neuroni morti.

Il livello è questo. Sta saltando tutto, i contagi crescono e i politici e gli imprenditori che premono perché le discoteche restino aperte, per quanto mi riguarda, andrebbero inseguiti metaforicamente coi forconi. Per non far nomi, penso per esempio a quelli come Salvini e Briatore.

Ignoranza, demenza, arroganza, incoscienza: altre due settimane così e vinciamo un altro bel lockdown, grazie a questa bella ciurma irrecuperavile di COGLIONI (giovani e non solo giovani).

Siamo senza speranza.


https://www.facebook.com/andreascanzi74/videos/998963567207348/?__tn__=kCH-R&eid=ARAvufXJPJ8EcaHMt8QZoAmjWJjr6SXp4h69DTopUNS1rT_Jal4JNRACYOuKH1IuGmQf-S17Y9AmD5rn&hc_ref=ARRjBjzmgEGOW8v7u4Q-rh4HEGCvsKlwKTFp5EnCTTfxjeGldmt3kAxcPOfI-YULb4I&fref=nf&__xts__[0]=68.ARAUIEcOkmPpr8so2rMN75qTbZ2PIkZJTl-YY7umeWjXNGegvUWweO7WnSNc2-ENreUpxzBzrNeFf23oVj5RIT_zKsUDZu7nUomVMRQbGDVHRWHb3o6Q4xIk94xEJQAT5nsMFQdjSb7Kio-VkVj3OcX7TnffZfA0elOeHXRFGgiiFQh6HUzjZ2lyxIbsC77tUSA6EOtzIBvkQ8OSEJsYVKWk5BYxmgMakkdGr_qVAMUFh4ASXmlTAegwXhbbzD4LpuO_oX6OLdJTL-WkM7-VMreAlj2d4la570kE7JoAZE0AZJjW1U2OgX9Q2bL5AuZ8xWP_awwFgM1zVZKZFT9tStvc6UyhPXJ122x28GjC-jwz5e_pXzBweesSdeT9aLUjywG3idpkYOdCDzVNKn6WLRY21NCWlIZWJEYjp8hKqv60ehUJsOQYBgSEA3JawaLQxhwN3jxONEHhTBSdFEZ-Kx_T1qkqSJh7t8NezRvhj3AOjRzSE06cP99C5hec_WnMDTKKQVV_LLROyT_xHrF_Dw

Generazione Mediaset. - Massimo Erbetti

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Tutti a scandalizzarci per il servizio sulla movida estiva al tempo del covid, realizzato dal TG1 in una discoteca di Pag, in Croazia, dove i nostri ragazzi, per la precisione una ragazza affermava:
“Non ce n’è Coviddi”, “Ho vent’anni, non mi ammazzerà certo il Coronavirus"
“Anche se mi fanno il tampone e poi sono positivo, ho vent’anni, non mi ammazzerà di certo il Coronavirus”.
Generazione di falliti? Gioventù bruciata? Ragazzi senza valori? È no, non potete prendervela con loro, loro sono solo il frutto di una società creata da noi. La colpa è solo nostra, troppo comodo dare la responsabilità ai giovani. Quello del TG1, poi è solo la punta di un iceberg, l'ultima goccia...abbiamo dimostrazione della superficialità e dell'impreparazione di alcuni giovani (ma non solo) anche da altri servizi e interviste di strada, fatte ad esempio dal "Milanese imbruttito".
La colpa di tutto ciò secondo voi è dei giovani? No cari miei, tropo comodo lavarsi la coscienza addebitando loro colpe che non hanno. Siamo stati noi a formare questa generazione figlia di Mediaset...siamo stati noi ad accettare che una TV privata li crescesse al posto nostro...siamo stati noi a permettere loro di pensare che nella vita per avere soldi e successo, bastasse farsi notare, non per le proprie capacità, per i propri studi, per le proprie competenze, ma perché in grado di urlare più degli altri e di scandalizzare più di altri. Siamo stati noi ad accettare programmi come ad esempio il "Grande Fratello" "Uomini e donne" e "La pupa e il secchione"...dove per vincere basta dare il peggio di se. Siamo stati noi a permettere il successo di talk show dove personaggi creati appositamente...gli opinionisti..ma opinionisti de che? Urlano, sbraitano, si accapigliano, si spogliano...il tutto per fare "odience"...
“Non ce n’è Coviddi” non è la frase di una ragazza, non è l'esternazione di una emerita idiota, è invece lo specchio di una generazione creata da noi....la generazione Mediaset..voi mi direte che la colpa non è solo di Mediaset, ma anche di una certa politica che si comporta in un determinato modo...beh...sappiate che quella politica, non ha creato questa società, quella certa politica sta solo sfruttando, quello che noi abbiamo creato...quella certa politica è fatta di sondaggi, studia le sensazioni della pancia delle persone e poi fa credere loro di rappresentarle...e anche questa è una nostra responsabilità purtroppo.
P. S. Comunque, non tutti i giovani sono così, anzi quella che vi fanno vedere è una minima parte, c'è un'altra parte, una larga parte di giovani che studia, si informa, si da da fare per creare un mondo migliore e non può essere rappresentata con un: “Non ce n’è Coviddi”..ma quella non fa notizia, non fa "odience", non attira l'attenzione...e allora perche farvela vedere?


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Coronavirus, Russia, prodotto il primo lotto di vaccino.



L'annuncio di Putin martedì scorso era stato accolto con cautela dal mondo scientifico e dall'Oms. La produzione su scala industriale è prevista da settembre.

La Russia ha dichiarato di aver prodotto il primo lotto del suo vaccino contro il coronavirus, dopo che il presidente Vladimir Putin aveva annunciato, martedì scorso, di avere approvato, primo al mondo, un vaccino contro il Covid-19.
L'annuncio di Putin sul vaccino era stato accolto con cautela dagli scienziati e dall'Organizzazione mondiale della sanità che hanno affermato che necessitava ancora di un rigoroso controllo di sicurezza. "Il primo lotto del nuovo vaccino contro il coronavirus sviluppato dall'istituto di ricerca Gamaleya è stato prodotto", ha detto il ministero della Salute di Mosca in una dichiarazione citata dalle agenzie di stampa russe.
Putin ha assicurato che il vaccino è sicuro, tanto da farlo inoculare ad una delle sue figlie, anche se gli studi clinici non erano ancora stati completati e solo questa settimana sono iniziati i test della fase finale che hanno coinvolto più di 2.000 persone. E aveva cassato lo scetticismo di molti altri Paesi come un atteggiamento a lui ostile. Il vaccino russo, battezzato Sputnik V dal nome del primo satellite di epoca sovietica lanciato nello spazio nel 1957, è stato sviluppato dall'istituto di ricerca Gamaleya di Mosca, in coordinamento con il ministero della Difesa russo. Il capo dell'istituto, Alexander Gintsburg, ha dichiarato oggi alla Tass che i volontari che prendono parte alla fase finale di test sulla sicurezza e l'efficacia del vaccino subiranno una doppia somministrazione. La Russia ha affermato che la produzione del vaccino su scala industriale è prevista a partire da settembre. Entro dicembre o gennaio prevede di produrre 5 milioni di dosi al mese. Il ministro della Sanità Mikhail Murashko ha detto questa settimana che il vaccino sarà prima messo a disposizione dei medici e successivamente sarà disponibile a tutti i russi su base volontaria. Con oltre 917.000 contagi confermati, la Russia è attualmente il quarto Paese al mondo dopo Stati Uniti, Brasile e India. Attualmente la Russia ha 92.000 persone ricoverate in ospedale per Covid-19 e 2.900 in terapia intensiva, secondo il ministero della Salute.

Acqua liquida sotto la superficie del pianeta nano Cerere.

Il cratere Occator su Cerere (fonte: NASA/JPL-CalTech/UCLA/MPS/DLR/IDA) ©
Il cratere Occator su Cerere (fonte: NASA/JPL-CalTech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

Lo indicano i dati della sonda Dawn, Italia in prima fila.

Un vasto serbatoio di acqua salata allo stato liquido si nasconde sotto la superficie del più grande e celebre abitante della fascia di asteroidi, il pianeta nano Cerere. Lo indicano i dati della sonda Dawn della Nasa, raccolti nella seconda fase della missione (tra giugno e ottobre 2018) a soli 35 chilometri di distanza dalla superficie del cratere Occator. I risultati delle analisi sono pubblicati sulle riviste Nature Astronomy, Nature Geoscience e Nature Communications in una serie di sette articoli, di cui uno guidato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Lo studio ha sfruttato lo spettrometro italiano Vir (promosso e finanziato dall'Asi e realizzato da Leonardo sotto la guida scientifica dell'Inaf) per studiare i minerali che compongono le macchie brillanti sulla superficie del cratere Occator, considerate prove tangibili di un antico oceano globale sotto la superficie di Cerere. Sulla sommità di Cerealia Facula (una recente e brillante struttura geologica al centro del cratere) è stata rilevata una miscela di diversi minerali che si formano in presenza di acqua liquida: in particolare il cloruro di sodio idrato, il comune sale con intorno numerose molecole di acqua. "Il cloruro di sodio idrato non è stabile alle condizioni della superficie di Cerere e perde rapidamente la parte idrata”, spiega la prima autrice dello studio, Maria Cristina De Sanctis dell'Inaf. "Il fatto di osservare oggi il sale idrato implica che il fluido contenente il sale è arrivato in superficie molto di recente o sta attualmente risalendo esponendosi sulla superficie".
De Sanctis e il collega Federico Tosi dell'Inaf di Roma hanno contribuito anche a un secondo studio che ha mappato il cratere scoprendo un mantello fatto di un materiale simile al fango ma ricco di 'sale', diffuso in depressioni e tumuli luminosi che indicano un processo di degassamento di sostanze volatili sul pianeta nano.