sabato 30 novembre 2024

Beppe Grillo. - Editoriale di Marco Travaglio

 

Belìn, ragazzi, è successa una cosa pazzesca!
Sapete cosa ha detto la Schlein? Che la Commissione Von der Leyen “si è spostata a destra, non la sentiamo come nostra e non daremo per scontati i nostri voti”.
Ecco perché il Pd l’ha votata! Perché non ci si riconosce.
Se ci si riconosceva, votava contro!
Neanche ai tempi dello Psico-nano Testa d’Asfalto!
Ma ce n’è una ancora più pazzesca.
Vi ricordate quel comico che aveva un blog, faceva i V-Day e si iscrisse al Pd, ma Globulo Fassino gli stracciò la tessera e disse:
‘Se vuol fare politica fondi un partito e vediamo quanti voti prende”, allora lui fondò i 5Stelle? Ecco, quello lì,
quello che predicava la politica senza soldi:
belìn, tre anni fa ha scambiato Draghi – il banchiere, il privatizzatore, l’Anticristo! – per un “grillino supremo”, e pure Cingolani.
Poi, siccome i 5Stelle precipitavano, ha chiamato Conte:
quello ha lavorato gratis un anno e mezzo facendosi un culo così, ma l’altro ha cominciato a fargli la guerra, poi s’è fatto dare 300 mila euro l’anno per la comunicazione senza comunicare un cazzo, anzi non andava manco a votare e le rare volte che parlava era per insultare il leader che aveva scelto lui!
Una cosa pazzesca.
Ma non è finita… state lì… zitti… italianiiii!
Ora ha talmente rotto i coglioni che due iscritti su tre l’hanno abolito.
E lui ha fatto ripetere il voto: non gli basta un vaffanculo, ne vuole due!
Poi ha mandato avanti i suoi – volete ridere?
Sono quelli che lui aveva fatto espellere perché non volevano votare il governo Draghi – a dire che bisogna non votare per far mancare il quorum. Sì, non sto scherzando:
chiede di rivotare e poi invita a non rivotare!
Ma allora, belìn, ma che cazzo vuoi rivotare a fare?
Sembra una battuta, invece è tutto vero.
E non è finita.
Ha detto che non si fida dei risultati e vuole dei verificatori indipendenti: belìn, e chi sarebbero?
Gli osservatori dell’Ocse?
I caschi blu dell’Onu?
Le teste di cuoio?
L’Esercito della Salvezza?
Zitti… fermi lì… italianiiii!… Non basta ancora:
sapete come si chiamano i quattro gatti che gli vanno ancora dietro? “Figli delle stelle”!
Ma chi sei, Alan Sorrenti?
Vi dico l’ultima: l’8 giugno 2011, quando era ancora lucido e appoggiava i referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici, il nucleare e il legittimo impedimento dello
Psico-pedo-nano, mandava affanculo quelli che invitavano a non votare per far mancare il quorum:
diceva che “il quorum è un furto di democrazia, un modo per fottere il cittadino.
È inammissibile invitare la gente a non votare, chi lo fa andrebbe denunciato…”.
Quindi ora fa un furto di democrazia per fottere il cittadino!
Belìn, si denuncerà e si manderà affanculo da solo!
Dài, diamogli una mano. Tutti insieme al mio via: tre, due, uno, vaffanculo!

In omaggio al caro amico Simone Alaimo.

 

In preparazione alla Solennità dell’Immacolata Concezione, un concerto a Lei dedicato. Siete tutti invitati.

Alerio Montalbano è con Simone Alaimo.

https://www.facebook.com/photo?fbid=10231006925091360&set=a.3296940617139

Avvistati tre "mostri galattici" nell'Universo primordiale che potrebbero mettere tutto in discussione. - Nicoletta Fersini

 

Il James Webb Space Telescope (JWST) continua a indagare le galassie formatesi già nei primi miliardi di storia cosmica. Parliamo in particolare del progetto Fresco, che analizza sistematicamente un campione di Elg (emission line galaxies), quindi galassie con forti righe di emissione nei loro spettri. In base a queste, i ricercatori sono in grado di valutare la loro distanza e la quantità di stelle in esse contenute. Il risultato? Tre di queste – i “Mostri Rossi” – si sono distinte per il loro contenuto stellare, mettendo così in discussione i modelli di formazione delle galassie: la formazione stellare nell’Universo primordiale sarebbe molto più efficiente di quanto pensassimo.

Il nuovo studio.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell’articolo Accelerated formation of ultra-massive galaxies in the first billion years, sulla rivista Nature, lo scorso 13 novembre e si riferiscono al lavoro di un team internazionale di esperti guidato dall’Università di Ginevra.

“Recenti osservazioni del James Webb Space Telescope (JWST) hanno rivelato un’inaspettata abbondanza di galassie massicce candidate nell’Universo primordiale – si legge nell’abstract -, che si estendono ulteriormente nello spostamento verso il rosso e a una luminosità inferiore rispetto a quanto precedentemente trovato dalle indagini submillimetriche”. L’abstract prosegue spiegando che gli studi su questi “candidati” finora si erano basati principalmente su “dati ultravioletti del frame di riposo”, mancando quindi i “dati spettroscopici” per confermare lo spostamento verso il rosso.

I tre “Mostri Rossi” nell’Universo primordiale.

Lo studio si riferisce in particolare a 36 galassie massicce, nell’ambito del progetto Fresco del JWST. Ci si aspettava che nel primo miliardo di anni dopo il Big Bang vi fossero solo galassie giovani e piccole, eppure alcune di quelle appena scoperte sembrano diverse, più grandi e “mature”. Tre di queste, in particolare, sono state ribattezzate “Mostri Rossi” per via dell’elevato contenuto di polvere e del conseguente colore rossastro che assumono nelle immagini del James Webb e hanno una massa simile alla nostra Via Lattea.

I ricercatori hanno notato una efficienza quasi doppia rispetto di successiva formazione per quanto concerne il contenuto stellare. Qualcosa di inaspettato, dunque, che non ribalta del tutto le teorie cosmologiche standard (in particolare il modello Lambda Cold Dark Matter) ma comunque pone nuovi interrogativi sull’Universo primordiale.

“Trovare tre bestie così massicce nel campione rappresenta un bel rompicapo. Molti processi nell’evoluzione delle galassie tendono a introdurre una fase che limita l’efficienza con cui il gas può convertirsi in stelle, ma in qualche modo questi mostri rossi sembrano aver eluso rapidamente la maggior parte di questi ostacoli”, ha affermato Stijn Wuyts dell’Università di Bath. Come spiega Maura Sandri su Media Inaf, “finora si riteneva che tutte le galassie si fossero formate gradualmente all’interno di grandi aloni di materia oscura, in grado di catturare gas (atomi e molecole) in strutture legate dalla gravità” e che “al massimo il 20% di questo gas viene trasformato in stelle“. I tre “mostri rossi”, invece, ci dicono che le galassie massicce nell’Universo primordiale “potrebbero essere cresciute in modo molto più rapido ed efficiente”.

“Quando studieremo queste galassie in modo più approfondito, esse offriranno nuovi spunti di riflessione sulle condizioni che hanno plasmato le prime epoche dell’Universo. I ‘Mostri Rossi ‘sono solo l’inizio di una nuova era nella nostra esplorazione dell’Universo primordiale, ha affermato l’autore principale dello studio Mengyuan Xiao.


Fonte fotoMedia Inaf - Immagine Jwst dei tre Mostri Rossi. Crediti: Nasa/Csa/Esa, M. Xiao & P. A. Oesch (Università di Ginevra), G. Brammer (Istituto Niels Bohr), Archivio Dawn Jwst


https://tecnologia.libero.it/avvistati-tre-mostri-rossi-universo-primordiale-95645