domenica 27 giugno 2021

I nemici-amici. - Marco Travaglio

 

Mentre i 5Stelle lottano tra la vita e la morte, la cosa che più colpisce è la totale incapacità degli “addetti ai lavori” di capire le ragioni della loro esistenza in vita. Prendete i sondaggi: da tutti dipinti come catastrofici, sono in realtà trionfali, per un movimento in tale crisi di leadership, di identità e di nervi. Avete mai visto un partito morto fra il 15% e il 18%? Craxi, da tutti indicato come l’ultimo genio della politica, non superò mai il 15. E il machiavellico Andreotti non riuscì mai ad avere il controllo della Dc, gestendo una minuscola corrente interna (malgrado i voti della mafia). Per non parlare dei fenomeni di ultima generazione, idoli di tv e sui giornaloni: l’Innominabile e Calenda, imbullonati ai rispettivi 2%. Gli “esperti” hanno avuto 12 anni per studiare i 5Stelle, capirne le ragioni e farsene un ragione. Ma niente. Non appena ci si avvicinano, rinunciano all’analisi e partono con l’anatema, l’esorcismo, la caricatura. Gli si annebbia la vista e gli va in pappa il cervello. Non sanno parlare che di vaffa, gaffe, clic, populismo, giustizialismo. E non spiegano mai perché milioni di italiani (11, alle ultime elezioni) hanno creduto in loro e ancora li rivoterebbero (la metà) anche nel punto più basso della loro parabola. Se fossero i ridicoli buzzurri che tutti dicono, perché gli altri – quelli bravi e seri – hanno appena 4 o 5 punti più di loro o stanno addirittura sotto? Raccontavano che la Raggi era la quintessenza dell’incompetenza grillina: e allora perché sono tutti lì che stringono le chiappe nel terrore che al ballottaggio vada lei, al posto dei competenti Gualtieri e Calenda? Raccontavano che Conte, venendo dal M5S, era una pippa; poi non si davano pace dei suoi successi e della sua popolarità, infatti lo buttarono giù proprio per quelli, sicuri che sarebbe subito sparito; e ora impazziscono perché non si decide a defungere nemmeno dopo il Conticidio grillesco.

Però, anziché domandarsi dove hanno sbagliato, continuano a riscrivere lo stesso pezzo con le penne intinte nella bile. Esemplare il duo Feltri jr.- Messina di Stampubblica, con la solita litania dei “No-Tav, No-Tap, No-Vax” convertiti al Tav (falso: votarono contro), al Tap (già avviato quando andarono al governo) e ai vaccini (a cui nessun programma del M5S è mai stato contrario), col “record di cambi di casacca” (falso: sono gli unici che non accettano cambiacasacca, mentre tutti gli altri ne sono pieni) e “alleati con tutti i partiti” (no, quello è il governo Draghi tanto caro a Stampubblica, votato da 900 cambiacasacca su 945 parlamentari). Ora Grillo, salvo resipiscenze last minute, ce la mette tutta per distruggere i 5Stelle. Che però hanno una formidabile assicurazione sulla vita: i loro nemici.

ILFQ

Bollette, cosa succede dal 1° luglio alle imprese non ancora nel mercato libero. - Celestina Dominelli

 

Le imprese interessate riceveranno una comunicazione da parte degli esercenti ai quali sono state assegnate.

Dal 1° luglio le imprese che non hanno scelto un operato nel mercato libero saranno assegnate al fornitore “a regime” del servizio a tutele graduali. Scatta, infatti, la seconda fase della fine tutela per le piccole imprese e alcune microimprese: il servizio, come previsto dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), è erogato da venditori selezionati attraverso procedure concorsuali, i cui estremi sono stati resi noti nelle scorse settimane dall’Acquirente Unico che ha pubblicato le graduatorie per ciascuna delle 9 aree territoriali.

La comunicazione degli operatori.

Per le imprese interessate dal passaggio, è comunque in arrivo una comunicazione dall’operatore al quale sono state assegnate (che si è aggiudicato l’asta per il servizio nel territorio per 3 anni). Nella comunicazione, sono riportati i contatti dell’esercente, le condizioni di erogazione del servizio, quelle per recedere dal contratto e i riferimenti agli strumenti informativi dell’Autorità. In qualsiasi momento è comunque possibile scegliere un contratto dal mercato libero dell’energia elettrica. Ed ecco l’esito delle aste: Lazio, Lombardia, Veneto, Liguria e Trentino-Alto Adige sono state assegnate ad A2A Energia: Campania, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna a Hera Comm; Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Puglia, Toscana e Comune di Milano a Iren Mercato; Piemonte ed Emilia-Romagna ad Axpo Italia.

Le condizioni contrattuali.

Le condizioni contrattuali, come noto, sono quelle delle offerte Placet (a prezzo libero ma a condizioni equiparate di tutela). Le condizioni economiche relative alla spesa per la materia energia continueranno ad essere basate sui valori consuntivi del prezzo unico nazionale (il Pun, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica in Italia acquistata alla borsa elettrica), come nell’assegnazione provvisoria, e a comprendere corrispettivi a copertura degli altri costi di approvvigionamento e commercializzazione, con una parte definita in base agli esiti di aggiudicazione della gara.

Cosa succede fino al 30 giugno.

Fino al 30 giugno, l’utenza continuerà comunque ancora a essere assegnata in modo transitorio al fornitore della maggior tutela che già serve il cliente, con condizioni contrattuali coincidenti con quelle delle offerte Placet già esistenti. Fino alla chiusura di questa fase, il prezzo sarà analogo a quello del servizio di maggior tutela che, per la parte della spesa per la materia energia, continuerà a riflettere le variazioni del prezzo dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso ma sarà basato sui valori consuntivi del Pun. Tutte le altre componenti della bolletta continueranno invece a essere stabilite dall'Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente.

La platea delle imprese interessate.

Si completa così la fine della maggior tutela iniziata a gennaio scorso e che riguarda tutte le piccole imprese (numero di dipendenti tra 10 e 50 e/o fatturato annuo tra 2 e 10 milioni di euro) titolari di punti di prelievo in “bassa tensione” e una parte delle microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro), quelle titolari di almeno un punto di prelievo con potenza contrattualmente impegnata superiore a 15 kilowatt. Una platea di circa 200mila aziende secondo le stime formulate dalla stessa Arera. Per tutte le altre microimprese e per i clienti domestici la scadenza resta invece fissata al 1° gennaio 2023.

IlSole24Ore

Pagamento Tari, verso slittamento al 31 luglio per definire tariffe e rate. - Gianni Trovati

 

Con il decreto fisco-lavoro arriva la proroga in extremis dei termini per i Comuni.

Arriverà in extremis la nuova proroga al 31 luglio del termine per approvare i Piani economico finanziari e le tariffe della Tari 2021. Il treno utile spuntato un po’ a sorpresa all’orizzonte è quello del decreto in arrivo sul tavolo del consiglio dei ministri per ospitare le norme più urgenti a cui governo e maggioranza avevano lavorato nella preparazione degli emendamenti al decreto sostegni-bis. Il monte dei correttivi si è gonfiato insieme all'emergere delle spese parecchio inferiori del previsto per gli aiuti a fondo perduto.

Nel nuovo decreto, fra le altre cose, ci sarà la proroga al 31 agosto dello stop alla riscossione. E, appunto, il rinvio dei termini per decidere piani economico finanziari e tariffe 2021 della Tari, chiesto a gran voce dai Comuni e annunciato ieri dalla viceministra all’Economia Laura Castelli. «È una necessità su cui c’è grande sensibilità e ampia convergenza», ha sottolineato.

Preventivi e rendiconti.

La stessa convergenza non si incontra invece per un’altra richiesta arrivata nei giorni scorsi dagli amministratori locali, che spingono per un rinvio generalizzato di preventivi e rendiconti al 31 luglio. Quest’ultimo, a meno di sorprese dell’ultima ora, non dovrebbe trovare spazio nel decreto. Il termine del 31 luglio rimarrebbe quindi limitato ai 1.786 enti locali che hanno ricevuto le anticipazioni di liquidità sblocca-debiti del 2013-2015 e che quindi sono inciampati nelle incognite su tempi e modalità del ripiano dell'extradeficit dopo la sentenza 80/2021 della Corte costituzionale. In questi enti, secondo una nota pubblicata dall’Ifel nei giorni scorsi, il rinvio dei bilanci già trascina con sé le scadenze della Tari.

Il perché del rinvio delle delibere Tari.

Sul fronte delle entrate, in ogni caso, a dominare ancora una volta la scena è il caos della TariIl rinvio al 31 luglio risposterebbe in avanti un termine che nel sostegni-1 aveva ballato fino al 30 settembre, per poi attestarsi al 30 giugno. La proroga arriva in extremis, e più che aiutare la programmazione toglie le castagne dal fuoco ai tanti enti che in ogni caso non sarebbero arrivati in tempo con la scadenza decisa nel Dl 41/2021 (articolo 30, comma 5). Il rebus della tariffa rifiuti, già abitualmente parecchio complicato, quest'anno è riservato ai solutori più che abili. 

Quest’anno il debutto del nuovo sistema tariffario. 

Dopo le incertezze e le deroghe del 2020, questo sarebbe l’anno del debutto vero e proprio per il nuovo metodo tariffario costruito dall'Arera , che modifica drasticamente per molte amministrazioni l'articolazione fra costi fissi e variabili. In questo gioco a incastri entrano poi gli effetti del decreto legislativo che ha recepito in Italia la direttiva Ue sull’economia circolare (Dlgs 116/2020), e che continua a essere al centro di un conflitto fra il ministero della Transizione ecologica che ha deciso per l'esenzione generalizzata dei magazzini delle imprese e le amministrazioni locali che contestano (anche sulla scorta delle indicazioni Mef a Telefisco 2021) questa interpretazione.

Il fondo da 600 milioni per le restrizioni anti-Covid

In ogni caso, la nuova disciplina per le industrie modifica la platea dei contribuenti, e quindi la distribuzione dei pesi fra le varie utenze per la copertura integrale dei costi del servizio. Nei giorni scorsi, poi, ha passato l'esame della Stato-Città il decreto che distribuisce il nuovo fondo da 600 milioni per gli sconti alle utenze non domestiche colpite dalle restrizioni anti-Covid nella prima parte dell'anno, a cui i Comuni potranno aggiungere riduzioni ulteriori finanziate per altra via (anche con i residui del fondone 2020). La ciliegina sulla torta è rappresentata dai conguagli tra i costi risultanti dal Pef 2020 e quelli fissati per il 2019. Resta da capire se un mese in più sarà sufficiente a risolvere la sciarada. Per chi non ce la dovesse comunque fare nonostante la proroga, la prospettiva è la conferma delle tariffe 2020 che però in molti casi, per le regole emergenziali, sono quelle del 2019; con un congelamento a catena che renderebbe ancora più duro l’impatto con le nuove regole l’anno prossimo.

IlSole24Ore

Scoperto Dragon man, il parente più stretto dell'uomo. - Leonardo De Cosmo

 

Dopo la scoperta di una nuova specie di Neanderthal, arriva quella del fossile di una nuova specie umana, l'Homo longi o 'Dragon man', dal nome del sito, in Cina, in cui sono stati trovati i resti: 'Long Jiang', che vuol dire 'fiume del Dragone'.

La scoperta è pubblicata sulla rivista The Innovation in tre studi coordinati da Accademia delle Scienze Cinese e Museo di Storia Naturale di Londra. Vissuta 146 mila anni fa, la nuova specie potrebbe essere sorella dei Sapiens, una parentela ancor più stretta dei Neanderthal. Conclusioni che non convincono parte della comunità scientifica, che propende invece per una parentela con un'altra specie già nota, i Denisova.


Ricostruzione artistica di Dragon man nel suo habitat (fonte: Chuang Zhao)

La scoperta è stata fatta analizzando con nuove tecniche un cranio fossile molto grande, paragonabile a quello dei Sapiens, e quasi perfettamente conservato, trovato circa 100 anni fa nei pressi della città cinese di Harbin. La nuova specie rappresenterebbe il parente più prossimo ai Sapiens: "abbiamo ritrovato la nostra linea di discendenza fraterna persa da tempo", ha detto Xijun Ni, dell'Accademia delle Scienze Cinese e primo autore di uno dei due studi.

Cauta è però la posizione di parte della comunità scientifica, tra cui Giorgio Manzi, paleoantropologo della Sapienza Università di Roma: "non credo si possa parlare di nuova specie, né di parenti più prossimi ai Sapiens. Piuttosto di un reperto importante per definire meglio la linea dei cosiddetti Denisova, ominidi di cui conosciamo ancora poco ma che hanno avuto un ruolo importante nell'evoluzione umana".


ANSA