martedì 18 gennaio 2022

Quirinale, chi è Silvio Berlusconi – Le sentenze in pillole.

 

Falsa testimonianza sulla P2. “Il Berlusconi ha dichiarato il falso… con dichiarazioni menzognere e compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza” (sentenza definitiva di amnistia per falsa testimonianza sulla sua iscrizione alla loggia P2. Corte d’Appello di Venezia, 23 ottobre 1990).

Finanziamenti illeciti per 21 miliardi a Craxi. “Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero da conto intestato alla All Iberian al conto Northern Holding (di Bettino Craxi in Svizzera, ndr) furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Silvio Berlusconi quale proprietario e presidente” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi sui finanziamenti illeciti a Craxi nel 1990-’91, dopo la condanna in primo grado. Corte di Cassazione, 22 novembre 2000).

Corruzione del giudice per Mondadori. “Privato corruttore” (sulle tangenti pagate dagli avvocati Fininvest Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora al giudice Vittorio Metta, poi condannato con loro per la compravendita della sentenza che annullò il lodo Mondadori e consegnò a Berlusconi il primo gruppo editoriale italiano. Sentenza di prescrizione per Berlusconi della Corte d’Appello di Milano, confermata dalla Corte di Cassazione il 16 novembre 2001).

Corruzione giudiziaria del testimone David Mills. “Il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni (nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, ndr) si incentra nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti… Si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi” (sentenza di prescrizione, dopo due condanne per corruzione giudiziaria, a carico dell’avvocato David Mills, pagato da Fininvest 600mila dollari per testimoniare il falso su Berlusconi, anche lui in seguito prescritto. Corte di Cassazione, 25 febbraio 2010).

Frode fiscale sui diritti tv Mediaset. “Berlusconi fu l’ideatore e il beneficiario del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo… Il sistema organizzato da Silvio Berlusconi ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi… sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto” (sentenza definitiva di condanna a 4 anni per le frodi fiscali da 368 milioni di dollari sui diritti Mediaset, di cui 7,3 milioni di euro sopravvissuti alla prescrizione. Corte di Cassazione, 1° agosto 2013).

Prostituzione di Ruby&C. “È acquisita la prova certa che, presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi e nell’arco temporale… 14 febbraio-2 maggio 2010, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Mahroug” (sentenza definitiva di assoluzione, dopo la condanna in primo grado per concussione e prostituzione minorile. Corte di Cassazione, 10 marzo 2015).

Compravendita di senatori. “Nel giugno 2006 deve ritenersi avvenuta tra il Berlusconi e l’ex senatore Sergio De Gregorio una pattuizione, propiziata anche dall’intervento del Lavitola, nella quale, a fronte della promessa e della successiva erogazione di euro 3.000.000, era stata dedotta l’attività parlamentare del De Gregorio… (per) realizzare l’aspirazione del Berlusconi a far cadere il governo Prodi… Un vulnus all’immagine del parlamentare… idonea a inficiarne la correttezza e la dignità, a fronte dell’indebita retribuzione” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi, condannato in primo grado e prescritto in appello per aver corrotto il senatore Idv Sergio De Gregorio. Corte di Cassazione, 2 luglio 2018).

Patto mafioso e finanziamenti a Cosa Nostra. “Tra il 16 e il 29 maggio 1974 veniva concluso l’accordo di reciproco interesse tra Cosa Nostra, rappresentata dai boss mafiosi Stefano Bontate e Mimmo Teresi, e l’imprenditore Silvio Berlusconi, realizzato grazie alla mediazione di Dell’Utri… Prevedeva la corresponsione, da parte di Berlusconi, di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da parte di Cosa Nostra palermitana… Berlusconi aveva iniziato a corrispondere, a partire dal 1974, agli esponenti di Cosa Nostra palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di denaro… Oggettiva prosecuzione sino al 1992 dei pagamenti effettuati da Berlusconi… a Gaetano Cinà, diretto emissario del capo del sodalizio mafioso, Salvatore Riina… Dell’Utri, assicurando un costante canale di collegamento tra i partecipi del patto di protezione stipulato nel 1974, protrattosi da allora senza interruzioni, e garantendo la continuità dei pagamenti di Berlusconi in favore degli esponenti dell’associazione mafiosa… ha consapevolmente e volontariamente fornito un contributo causale determinante… alla conservazione del sodalizio mafioso e alla realizzazione, almeno parziale, del suo programma criminoso… del suo rafforzamento e della sua espansione” (sentenza di condanna definitiva per Marcello Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Corte di Cassazione, 9 maggio 2014).

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Meno peggio un corno. - Marco Travaglio

 

La variante più letale del Sars-Cov-B. si chiama TTB (Tutti Tranne B.”), detta anche MP (Meno Peggio): siccome rischiamo che al Quirinale ci vada B., sta passando l’idea che vada bene chiunque altro. Quindi dovremmo addirittura sperare, e poi rallegrarci, che il nuovo presidente della Repubblica sia Gianni Letta, o Pera, o Amato, o Casini, o Frattini, o la Moratti. Ora, che quest’idea malsana la diffondano B. e i suoi giannizzeri è comprensibile: tutti i soldatini suddetti si sono già mostrati capaci di tutto e nessuno si stupirebbe se lo risarcissero per il Colle mancato col Senato a vita. Ma la variante TTB/MP sta contagiando, con una rapidità che fa invidia a Omicron, il Pd di Letta (nel senso di Enrico) e l’ala dimaiana e poltronista dei 5Stelle. Tutta gente così distratta dai giochi di palazzo da dimenticare chi sono e cosa vogliono i suoi elettori. Il Fatto, nato 13 anni fa per restituire la memoria agli smemorati, conclude oggi la biografia di B. in 36 puntate. Ma inizia subito a narrare le gesta degli altri impresentabili che qualcuno tenta di riverginare col decisivo argomento che il Caimano sarebbe peggio.

In che senso, per dire, Gianni Letta sarebbe meglio di B., visto che dal 1987 è sul suo libro paga e nel cerchio magico del Biscione con Confalonieri e Dell’Utri? E che prima, per 15 anni dal 1973, era stato Ad e direttore del Tempo, uno dei quotidiani più servili (e più amati dalla P2) che la storia del giornalismo e del servilismo ricordi? In quella veste, nel 1984, fu coinvolto nello scandalo dei fondi neri dell’Iri, quando il presidente dell’Italstat Ettore Bernabei mise a verbale davanti a Gherardo Colombo: “Venne a trovarmi Gianni Letta, al quale consegnai 1,5 miliardi di lire in Cct, dietro promessa di appoggio alla politica economica di Italstat”. Letta ammise: “L’Iri pagava una campagna promozionale. Chi doveva dirci che i fondi erano neri?”. Peccato che a Bernabei quella campagna non risultasse: “Nulla so dell’effettiva utilizzazione da parte del Letta di Cct per 1,5 miliardi di lire”. Il processo traslocò da Milano a Roma e riposò in pace. Intanto Letta-Letta (come lo chiamava Sergio Saviane) era passato alla Fininvest: conduttore e vicepresidente, con delega alle “relazioni istituzionali” nei palazzi romani. Proprio negli anni della legge Mammì, imposta da Craxi & Andreotti per salvare il monopolio illegale del Biscione. Nel ’93 si beccò un avviso di garanzia dal Pool di Mani pulite per una mazzetta di 70 milioni di lire versata nel 1989, vigilia della “legge Polaroid”, al segretario del Psdi Antonio Cariglia. E confessò con la consueta precisione: “La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata tramite fattorino”. Ma lo salvò l’amnistia. E poi l’amnesia.

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