lunedì 12 marzo 2012

Il Cardinale con la Bentley Continental da 200.000 €. - di Alessandro Raffa



Di seguito pubblico il testo e le foto che mi ha inviato un mio amico su Facebook: credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. 


Ciao Alessandro!
Oggi ho visitato una basilica di Roccamonfina, una bella località in provincia di Caserta.
All'interno del cortile vi era parcheggiata, tra le tante auto di rappresentanza di politici vari, una bella Bentley Continental. Un'auto da 200.000 EUR e più.
Curiosi io ed i miei amici chiediamo informazioni sul proprietario e indovina un po' di chi era questa modesta macchinina?
Di un cardinale! Pensavamo si trattasse di uno scherzo e così abbiamo chiesto conferma alla polizia municipale ivi presente; e ne abbiamo avuta conferma.
Non ancora contento ho chiesto alla persona che ha aperto la bauliera dell'auto in questione, un elegante giovanotto, di chi politico fosse quella bella autovettura e lui (credo si trattasse dell'autista), con un sorriso ha detto: non è un politico, ma un cardinale di Roma...
Insomma, tutti hanno confermato che quella lussuosissima autovettura Bentley fosse di un prete, un rappresentante del Vaticano, quello stesso Vaticano che richiede offerte e pretende di risparmiare sulle rendite del suo (immenso) patrimonio immobiliare.

Credo che per dovere di cronaca sia giusto rendere noto, anche con questo piccolo contributo, che fine fanno i soldi delle offerte alla Chiesa cattolica, l'8 per mille donato loro dai contribuenti e le tasse che vengono loro esentate...

E' una vera vergogna!
Sono a dir poco disgustato ed indignato.


Francesco ALTRUDA



http://www.nocensura.com/2012/03/ricev-pubbl-il-cardinale-con-la-bentley.html 


Il tribunale del Riesame dice sì dissequestrato il sito Vajont.info.

Il tribunale del Riesame dice sì dissequestrato il sito Vajont.info

Accolto il ricorso sul portale dedicato alla strage. Dichiarato illegittimo il sequesto preventivo disposto dopo la denuncia dell'onorevole Maurizio Paniz che si era ritenuto offeso da alcune frasi che riguardavano anche il suo collega Domenico Scilipoti. Cancellate queste, spiega il giudice, il sito potrà tornare visibile.


ROMA - Libertà di stampa e di espressione. Sono concenti troppo importanti perché vi si debba derogare. Per questo il tribunale del Riesame di Belluno ha dichiarato illegittimo il sequestro preventivo del sito vajont.info 1 nella sua interezza e il blocco all'accesso per gli utenti italiani a carico dei provider di casa nostra per "eccessività contenutistica". I giudici hanno comunque disposto la cancellazione della frase offensiva dell'onorevole Maurizio Paniz. A metà febbraio il gip aveva bloccato tutto proprio in ragione della diffamazione al parlamentare e al suo collega Domenico Scilipoti. Il tribunale sottolinea adesso che il blocco degli accessi per gli utenti italiani adottato attraverso il sequestro degli ip e dei dns - si spiega - a carico dei provider italiani, in caso di presunta diffamazione, deve ritenersi eccessivo rispetto al bene giuridico da tutelare. Il sequestro di un sito web - si aggiunge - deve cadere solo su una o più frasi offensive e solo nel  caso in cui le frasi non siano state nel frattempo cancellate. Il sito vajont.Info, eccettuata dunque la frase oggetto della denuncia, su cui permane tuttora il sequestro e che però era già stata cancellata dal titolare del sito, potrà quindi tornare sul web.

Il tribunale ha di fatto accolto il ricorso dei 200 provider di Confcommercio facenti capo all'associazione Assoprovider, proposto con l'avvocato Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito. I siti avevano da subito lamentato i rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento di quell'ampiezza. "Il tribunale ha tenuto conto dei gravi rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento originario del gip". Così ha detto l'avvocato che ha rappresentato l'assoprovider davanti al tribunale del riesame di Belluno ed ha fatto accogliere il suo ricorso rispetto al sequestro del sito vajont.Info. "Appare opportuna ora una riflessione sugli strumenti di inibizione adottati nei confronti dei siti web in misura sempre maggiore da parte degli organi inquirenti italiani", ha concluso il penalista.

LETTERA APERTA. (s) - di Rita Pani.




"Non si può dare il salario minimo agli italiani, o si siederebbero a prendere il sole e mangiare pasta al pomodoro"


In linea di massima, illustrissima signora Ministro Fornero, sono d’accordo con lei. Forse l’unico punto che mi lascia scettica è la scelta degli ingredienti. Fossi stata in lei, e nelle catene d’oro che ama mostrare peggio di una Maria Antonietta con meno classe e più supponenza, avrei detto: "Non si può dare il salario minimo agli italiani, o si siederebbero a prendere il sole e mangiare pasta al caviale a 180 Euro il piatto."


Quanto ha ragione signora Ministro! E che bello, finalmente, sentire in Italia un ministro che parla con cognizione di causa. È vero, troppi ne abbiamo visti di italiani abbronzati anche a Febbraio, col muso ancora sporco di pomodoro e aragosta, venire a parlarci di carestia e sacrifici. Immagini cosa sarebbe questo nostro paese, se per assurdo a tutti fosse garantito di poter vivere esattamente come fate voi, parassiti ingrassati e pur sempre affamati.


Lei vede lontano, signora Ministro, e questa volta ha visto bene, e le riconosco il coraggio della sua arroganza. Lei sa di cosa parla, perché non passa giorno che lei si renda conto di quanto male ha fatto al nostro paese garantire a pusillanimi come voi di poter passare sui nostri cadaveri restando pressoché impuniti. Ogni giorno, dinnanzi ad un nuovo avviso di garanzia, o di un’inquisizione, gli italiani col muso ancora sporco si chiudono a riccio proteggendo il loro sodale che rischia il fastidio di anni di tribunali, per i tempi delle prescrizioni giudiziarie che sono ancora troppo lunghi, e che impediscono di vivere i frutti del proprio lavoro con la dovuta serenità.


Ha ragione signora Ministro. Sarebbe un paese morto il nostro, se si desse ad un lavoratore qualunque, la possibilità di stare in piedi o di sostentare la famiglia senza dover rubare, se tutti avessero un tetto sopra la testa, se le banche prestassero i soldi senza tassi da usura agli imprenditori che altri imprenditori hanno ridotto alla fame. Quale paese potrebbe mai sopravvivere in regime di giustizia sociale?


Ci sono già troppi italiani che hanno approfittato del salario garantito, e per giunta non sono stati nemmeno riconoscenti, non hanno saputo accontentarsi. Hanno dovuto rubare tutto ciò che era possibile rubare, a volte anche a loro insaputa, perché la crisi fa paura più ai ricchi che ai poveri – come disse un suo collega – che i poveri, ci sono già abituati alla povertà. I ricchi avrebbero troppa sofferenza e difficoltà di adattamento alla condizione normale.


Sarebbe bello e umano che lei si vergognasse, ma non è contemplato in questo nostro tempo in cui nessuno, alla fine, le taglierà la testa come la storia insegna e la civiltà – la nostra e non la sua – proibisce. Se le fosse una donna, un essere umano o una persona, con la memoria dei morti che il vostro sterminio ha mietuto e miete quotidianamente, andrebbe in un supermercato a guardare la gente che guarda gli scaffali; le donne che prendono in mano un prodotto e lo ripongono, pensando che in fondo si può fare a meno anche degli spaghetti, illudendosi che al fine se ne avrà agio dimagrendo, ed essendo pronte, d’estate ad andare a prendersi un po’ di sole, che almeno è gratis se non hai la stupidità di pagare per avere un po’ d’ombra da un ombrellone affittato.


Sono orgogliosa di non aver ceduto nemmeno per un attimo alla compassione, davanti alle sue lacrime egocentriche, date dall’emozione di essere davanti a una telecamera, con l’ansia di apparire perfetta stretta nel suo collare d’oro, addobbata come un albero di Natale dai suoi orecchini di diamanti. Lei mi fa orrore: è solo un sicario, pagata dalla mafia dello stato per ultimare lo sterminio che quel verme che vi ha preceduto non ha avuto il coraggio di perpetrare.


Mi piacerebbe finire inneggiando a Piazzale Loreto, ma non lo farò perché ho rispetto di tutti i Partigiani che hanno lottato e sono morti per consegnarci uno stato democratico che noi, colpevolmente abbiamo consegnato alla feccia come voi. Non siamo degni di Piazzale Loreto. Quel che le auguro, signora Ministro, è di arrivare a conoscere una vita di stenti, di non sapere come mettere insieme il pranzo con la cena, e di guardare sua figlia negli occhi con la disperazione che dà sapere di non poterle più garantire un futuro.


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