domenica 5 luglio 2020

L'illusione. - Massimo Erbetti

La cosmologia della mitologia norrena ha "nove mondi domestici" o " nove regni ", unificati dall'albero del mondo Yggdrasil .

Mi illudevo che il dramma ci avrebbe reso migliori, ma così non è purtroppo, dopo neanche due mesi dalla riapertura, tutto è tornato come prima, anzi peggio di prima. Odio, rabbia e intolleranza dilagano. Quelli che chiamavamo angeli, che chiamavamo eroi, vengono attaccati perché protestano in piazza. La memoria delle vittime del covid infangata e negata..."non sono morti a causa del virus" dicono molti, "sono morti per altro". Si è arrivati addirittura ad odiare le mascherine...si odia un pezzo di stoffa che potrebbe salvarci la vita. "Museruola", la chiamano in molti...dimenticando che la museruola serve ad evitare di mordere, non di parlare...altri invece "bavaglio", ma il significato di bavaglio è un altro: fazzoletto o pezzo di stoffa o tampone che viene applicato con forza alla bocca di una persona per impedirle di parlare e di gridare...la mascherina, non impedisce di parlare, la mascherina serve ad altro. "Il virus non esiste" e mentre lo dicono, se la prendono con gli immigrati perché ci portano il virus... Strano no? Se non esiste, come fa qualcuno a portarlo?.. E nel frattempo milioni di persone nel mondo si infettano e centinaia di migliaia muoiono.
"Vogliamo tornare a vivere", forse chi lo dice, dimentica, che se è sopravvissuto e ha la possibilità di vivere, mentre 35mila nostri connazionali, non la hanno più, è perché sono state adottate le giuste misure. "Ci hanno reclusi in casa"...no, non non vi hanno reclusi in casa, vi hanno salvato la vita.
E poi si odia il governo, "incapaci" "inadeguati" "vogliamo i soldi", come se questo governo di cattivoni, non volesse darli, ma a nessuno è venuto il dubbio che se ci fosse stata la possibilità, questo governo di "incapaci" ci avrebbe ricoperto di soldi? Sarebbe stata la mossa elettorale più efficace della storia umana, pensate quanto consenso elettorale avrebbero ottenuto in questo modo.
E poi si odiano i diversi, gli indifesi, gli ultimi, i gay, gli stranieri...odio, rancore, rabbia...eppure in momenti così difficili, ci si dovrebbe stringere, gli uni accanto agli altri, per cercare di superarli...ma la mia è solo un'illusione...Mi illudevo che il dramma ci avrebbe reso migliori...e invece stiamo dando il peggio di noi.

Crystallised · ThatGirlWithGorgeousHair



Sempre lei, Sara, mia figlia.

La Regione: 300mila euro per “l’armonia dei bilanci”. - Andrea Sparaciari

La Regione: 300mila euro per “l’armonia dei bilanci”
Consulenze - Il 15 luglio scade il nuovo bando per soggetti privati per “interpretare” la contabilità, incomprensibile pure per il Pirellone.
Settecentomila euro di consulenze esterne per farsi spiegare le norme scritte di proprio pugno. È il paradosso che vive da anni Regione Lombardia, colpevole di aver creato un sistema di gestione della contabilità sanitaria talmente complicato, che nessuno è più in grado di comprenderlo. Un mare magnum formato da flussi di soldi tra Ats, Asst, Aziende ospedaliere e Regione, norme sovrapposte, anticipazioni di cassa, compensazioni… E il bello è che quel sistema – tecnicamente “Gestione sanitaria accentrata” (Gsa) – era stato adottato nel 2012 proprio per rendere più chiara la spesa sanitaria regionale, una torta da 19,2 miliardi l’anno.
A dimostrazione della difficoltà, se non proprio sbando, in cui versano gli uffici deputati alla Gsa, ci sono, nel 2017, i circa 400 mila euro versati a Kpmg, i cui esperti dovevano fornire “un supporto al percorso di riallineamento contabile” e redigere relazioni sull’attività svolta. Risale al 20 aprile 2017 il primo affidamento attraverso gara pubblica da 331.779 euro, cui fa seguito, un mese dopo (il 25 maggio), un secondo affidamento, questa volta diretto, da 42.621 euro. Ma nonostante Kpmg, la situazione non è migliorata. Tanto che Aria SpA – l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti – ha appena pubblicato il nuovo bando da 300 mila euro per “il servizio di assistenza tecnica in materia di armonizzazione dei bilanci ex d.lgs 118/2011 per la tenuta della contabilità economico-patrimoniale, la predisposizione del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato di Regione Lombardia, la riconciliazione tra le poste del bilancio regionale della gestione sanitaria accentrata e quelle iscritte nel bilancio regionale”. Durata del contratto: 36 mesi. Scadenza del bando: 15 luglio 2020.
E che ci sia bisogno di aiuto è indubbio. Lo ha ribadito la Corte dei Conti, nei giudizi di parifica sui bilanci lombardi. E lo ha sancito pochi giorni fa, il 30 giugno scorso, Orac – l’Organismo regionale per le attività di controllo –, nella delibera “Istruttoria su Bilancio 2018 relativo alle Aziende Sociosanitarie Regionali Regolazione delle posizioni debitorie/creditorie pregresse”.
L’organo di controllo indipendente ha scavato nei rivoli dei finanziamenti erogati dal Pirellone tra il 1999 e il 2015, tentando di capire perché nei bilanci non torni circa un miliardo di euro. Si tratta di “regolazioni pregresse”: il consultivo dei debiti-crediti sanitari, una somma algebrica che dovrebbe fare zero, ma che zero non ha mai fatto. Tanto che Regione Lombardia è riuscita ad approvare i bilanci di esercizio del 2015, 2016 e 2017, solo a tardo 2018, quando per legge dovrebbero essere chiusi entro il 30 aprile dell’anno successivo.
Il giudizio di Orac è tranchant: “La creazione di una situazione contabile non perspicua appare dovuta anche alla scelta di percorrere per anni canali di finanziamento difficilmente ricostruibili ex post; poiché questi ultimi non appaiono del tutto allineati a talune regole, affiancandosi o sovrapponendosi ad esse (anticipazioni finalizzate e altro)”.
Un pasticcio, al quale il Pirellone ha messo una “pezza” a fine 2019, con una sanatoria (ma all’appello mancherebbero comunque ancora 180 milioni). Ed è stato per arrivare a quella sanatoria che la Regione ha dovuto chiedere aiuto ai consulenti. La cui opera però sembrerebbe andata persa. Scrive infatti Orac: “La Direzione Bilancio non ha trasmesso le relazioni del consulente (Kpmg) che pure sono state richieste ripetutamente; questa lacuna limita oggettivamente la possibilità di approfondimento tecnico della vicenda e va colmata mediante l’invio delle medesime relazioni”.
Intanto, però, il Pirellone è costretto a pagare degli esterni per spiegare al suo personale come interpretare norme scritte dalla Regione stessa per rendere più trasparente la spesa sanitaria. “Oggi Regione Lombardia ha una contabilità incomprensibile”, commenta Michele Usuelli, consigliere di +Europa (e uno dei due nomi in predicato per presiedere la famosa Commissione d’inchiesta regionale sul Covid, ancora oggi fantasma). “Ed è l’unica regione italiana ad aver adottato questo metodo di analisi. Una situazione peraltro ammessa anche dall’assessore al Bilancio, Davide Caparini, il quale in Commissione Bilancio ha promesso che dall’anno prossimo le cose miglioreranno… Tuttavia mi chiedo cosa succederà con il Covid 19: se già non si riusciva a rendicontare l’ordinario, cosa accadrà con la gestione di tutte quelle spese fatte in emergenza?”.

Un geco ai Ferri. - Marco Travaglio


Elezioni Politiche: il caso dei fratelli Ferri e la stima di Forza ...
Iacopo Maria e Cosimo Maria Ferri
Ma che deve ancora fare Cosimo Maria Ferri per essere cacciato dalla magistratura? Nato nel 1971 a Pontremoli; figlio del ministro Enrico (quello del Psdi e dei 100 km all’ora, anche lui magistrato, poi eurodeputato FI); fratello di Jacopo, consigliere regionale FI condannato a 1 anno per tentata truffa, e di Filippo, ex poliziotto condannato a 3 anni e 8 mesi per falso aggravato nel processo per la mattanza alla scuola Diaz (G8 a Genova), dunque capo della sicurezza del Milan berlusconiano; giudice a Carrara. Grazie ai rapporti politico-clientelari ereditati dal padre, diventa il ras della corrente di destra MI e inizia a collezionare incarichi extragiudiziari. All’Ufficio vertenze economiche della Federcalcio, viene intercettato nel 2005 dai pm di Calciopoli mentre ringrazia il vicepresidente Figc Innocenzo Mazzini a nome dell’amico Claudio Lotito, patron della Lazio, per aver fatto designare un arbitro che ha favorito i biancazzurri: “Mi ha detto Claudio di ringraziarti. Sei un grande!”. Il Csm archivia e pochi mesi dopo si ritrova Ferri (a soli 35 anni) membro togato, eletto con ben 553 voti. La sua scalata di spicciafaccende fra politica, giustizia e affari prosegue nel 2009: B. tenta di far chiudere Annozero di Santoro e i pm di Trani intercettano Giancarlo Innocenzi, membro forzista dell’Agcom, che gli porta buone nuove: “Mi sono incontrato anche con Cosimo e abbiamo messo insieme un gruppo giuristi amici di Ferri, analizzato tutte e 5 le trasmissioni e riscontrato tutta una serie di infrazioni abbastanza gravi…”. Ben 15 membri del Csm chiedono di aprire una pratica su Ferri, ma il Comitato di presidenza (Mancino&C.) sorvola pure stavolta, sennò Ferri dovrebbe giudicarsi da solo.
Così il Mister Wolf della Lunigiana continua a trafficare. E a farsi beccare. Nel 2010, indagando sulla P3, i pm romani scoprono che spinge le toghe protette dalla loggia: Alfonso Marra per la Corte d’appello di Milano e non solo lui. Pasqualino Lombardi, faccendiere irpino della P3, chiama la segretaria di Ferri: “(Al Csm, ndr) han fatto pure il pubblico ministero di Isernia?”. E quella: “Aspe’, chi ti interessava?”. Lombardi: “Paolo Albano, che è pure un amico!”. Lei lo richiama due ore dopo: “Ho chiesto a Cosimo di Albano… m’ha detto che non ci dovrebbero essere problemi”. Un’altra fulgida prova di indipendenza, che non gli impedisce di pontificare sul Riformista per la “trasparenza in magistratura” e i “criteri meritocratici” contro la nefasta “influenza correntizia” che porta certi colleghi (ce l’ha con Ingroia, mica con se stesso, ci mancherebbe) ad “apparire di parte”, creando “confusione fra i cittadini”.
Nel 2010 il Csm scade e si libera di lui. Che però, con quel pedigree, diventa segretario di MI e nel 2012 è il magistrato più votato di sempre all’Anm (1199 preferenze). Nel 2013 FI lo impone sottosegretario alla Giustizia nel governo Letta. Lui si dà subito da fare per scongiurare la condanna di B. in Cassazione per frode fiscale: va a trovare il presidente Esposito per invitarlo al Premio Bancarella nella natia Pontremoli. Il giudice, per ovvi motivi, declina. B. viene condannato e decàde da senatore. Il 6 febbraio 2014 Ferri porta al neopregiudicato il giudice relatore della sentenza, Amedeo Franco, che viene registrato mentre viola (mentendo) il segreto della camera di consiglio. Pur essendo un magistrato, Cosimino non denuncia i presunti reati segnalati da Franco, nè il sicuro reato (violazione di segreto d’ufficio) commesso da Franco. Nel giro berlusconiano – rivela Tommaso Labate sul Corriere – lo chiamano “il Geco” perché “aspetta nascosto dietro le piante alte dell’ingresso posteriore di Palazzo Grazioli che gli ospiti serali se ne vadano. Poi, incassato il via libera dalla segreteria, sale in casa per conferire col n. 1”. Pochi giorni dopo, l’Innominabile lo conferma sottosegretario alla Giustizia, stavolta in quota Verdini (amico di famiglia). E Napolitano non fa una piega, anche se ha appena respinto Nicola Gratteri come ministro perché “Via Arenula non fa per i magistrati” (almeno per quelli perbene).
Il 6 luglio si elegge il nuovo Csm e Ferri, dal ministero, invia sms agli ex colleghi di MI per far votare i suoi protegé Pontecorvo e Forteleoni (puntualmente eletti). Ormai è un conflitto d’interessi vivente: membro del governo, interferisce nell’“organo di autogoverno” dei magistrati. Che però continua a fregarsene. Come pure l’Innominabile e i partiti di destra, che fingono di combattere le toghe politicizzate e invece le vorrebbero tutte così. Ferri resta sottosegretario pure con Gentiloni. Poi nel 2018 viene eletto deputato del Pd per grazia renziana ricevuta (passerà presto a Iv). Lui, berlusconiano di ferro. Lui che, quando si candidarono Grasso e Ingroia, invocò “nuove regole per tutelare la credibilità della magistratura davanti ai cittadini”. Credibilità a cui continua a contribuire nei vertici notturni all’hotel Champagne con i due Luca, il togato-indagato del Csm Palamara e il deputato-imputato Lotti, per scegliere i procuratori di Roma, Perugia e Firenze più graditi al Giglio Magico nella triplice veste di politico, giudice e faccendiere. Che l’Innominabile se lo tenga stretto, si capisce: con tutti i guai che ha in famiglia, può sempre servire. Ma il Csm che aspetta a radiarlo dalla magistratura? Il Geco, con quella faccia, è capace pure di tornarci.