mercoledì 27 febbraio 2019

La Procura ha alzato il tiro Trema la “Catania bene”. - Antonio Condorelli

La Procura ha alzato il tiro Trema la “Catania bene”

Tecnologie sofisticate e grande sinergia con Finanza, Dia e Squadra mobile. Ecco cosa sta accadendo.

CATANIA – “Questa pesantezza dell'azione della Procura...non escluderei che possono fare un monitoraggio”. È il 19 marzo del 2018 quando il re dei commercialisti Antonio Pogliese viene intercettato dagli investigatori della Guardia di Finanza. Non si tratta di un'operazione come tante, gli inquirenti ipotizzano che ci sia stata un'evasione da 200milioni di euro. E' arrivano molto in alto con gli arresti eseguiti appena pochi giorni fa, ma è chiaro che la Procura, già da tempo, ha alzato il tiro.

Carmelo Zuccaro lo aveva assicurato il giorno dell'insediamento alla guida della Procura etnea: “Indagheremo sulla zona grigia”. Così aveva detto il 27 giugno del 2016. E così è stato. L'arrivo a Catania di Sebastiano Ardita e il potenziamento del gruppo specializzato sulla Pubblica amministrazione oggi guidato da Fabio Regolo hanno consentito di trasformare un ufficio che da sempre zoppicava nel settore dei colletti bianchi, in un modello investigativo non solo per la Sicilia.

GLI INVESTIGATORI – L'ufficio ha creato un asse con Guardia di Finanza, Squadra Mobile e Direzione Investigativa Antimafia, puntando sui reati economici, sulla corruzione e sui reati tipici dei colletti bianchi. Osando dove, prima, sicuramente per problemi organizzativi, non si riusciva ad arrivare. Era infatti normale, a Catania, portare al fallimento un'impresa, creare una nuova società, distrarre milioni di euro e mandare al macero i debiti. Adesso le cose sono cambiate.

“CATANIA BENE” - Gli inquirenti guidati da Salvi prima e da Zuccaro poi, sono entrati nelle stanze dei bottoni etnee, in quella di Mario Ciancio, in quella di Russo Morosoli, di Antonio Pogliese e sicuramente in molte altre, mettendo a nudo relazioni pericolose e consuetudini tipiche di una realtà parallela, fatta di colletti inamidati e fiumi di soldi, di strette di mano e complicità anche con esponenti delle istituzioniÈ il nuovo volto di quella “Catania bene” che ha fatto dei favori e delle relazioni il suo punto di forza, tanto che alcune indagini sono finite anche ai piani alti del tribunale amministrativo etneo, passando da importanti studi legali.

IL NUOVO VOLTO – Non è una sentenza definitiva, si tratta di uno stadio iniziale delle indagini che hanno portato all'esecuzione degli arresti, ma il giudice per le indagini preliminari Santino Mirabella ha riservato parole durissime agli indagati del “sistema” Pogliese: “Qui ci si trova davanti a soggetti assolutamente privi di scrupoli in ordine alla pervicacia la quale si violano, si bypassano, si eludono le regole, mettendo in piedi una struttura che di quelle regole sfrutta gli aspetti solo esteriori e che della sostanza delle norme trae solo la apparenza del loro rispetto. Tutte le obbligazioni verso lo Stato vengono viste come un ostacolo che con un buon allenamento si può saltare, ritenendo le proprie gambe sempre muscolarmente superiori all'asticella di volta in volta prospettata”.

CATANIA TREMA – Incrociando le date delle intercettazioni effettuate dalla Procura con il giorno di emissione delle varie ordinanze, si comprende che l'ufficio guidato da Zuccaro è andato molto avanti. C'è un anno di indagini da scoprire. Ed è possibile che ci sia molto altro, ancora, da raccontare sul vero volto di questa città.

https://m.catania.livesicilia.it/2019/02/24/la-procura-ha-alzato-il-tiro-trema-la-catania-bene_489026/?fbclid=IwAR0dN84UDKpvYZaVWZLSPoG83I_ozwxw5aSJSLrvYoB1Jks_bXyJ58Wtwfk

VERGOGNA A DI MARTEDI'. - Luigi De Socio

L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso, occhiali e testo

Un indisponente Floris annuncia: "Siccome Di Maio ha fatto un appello a non spiegare come aggirare il Reddito di Cittadinanza, allora noi spiegheremo come aggirare il Reddito di Cittadinanza".
Segue uno squallido servizio in cui si spiega che con la Postepay del RdC si può acquistare una carta prepagata con la quale, poi, si possono acquistare i "gratta e vinci" senza farsi scoprire da quei cattivoni dei populisti (tanto cattivi da aver dato 780 euro mensili a chi non ha nulla).
Prima di tutto una domanda a Floris: "Irresponsabile che non sei altro, ma se per caso un padre di famiglia segue il tuo "consiglio" e poi cade nella rete dei controlli e si becca sei anni di galera, la moglie e i figli andranno a mangiare e dormire a casa tua??? Fatti una domanda e datti una risposta. E visto che ti trovi, mettiti davanti allo specchio e sputati in faccia".
Andiamo avanti.
Sorvoliamo per decenza sulla assurdità dell'ipotesi che una famiglia che non arriva a fine mese, allorchè riceva una Postepay con 780 euro mensili, invece di correre ad acquistare beni di prima necessità e ad accendere un cero di rilevanti dimensioni sotto l'immagine del santo a cui sono devoti, corra invece in preda a chissà quale demone ad acquistare una carta prepagata per tentare improbabili fortune.
Sorvoliamo anche sulla sontuosa dimostrazione di imbecillità da parte degli autori del servizio di La7, poichè qualsiasi acquisto effettuato con una Postepay è tracciabile. Ed è facilissimo rilevare ogni spesa "anomala", prima fra tutte l'acquisto di ricariche telefoniche (facilmente rivendibili), carte prepagate e altri oggetti non necessari.
Cosa rimane, allora, sotto gli occhi di tutti, di questa "trovata" del conduttore? Rimane la vergognosa ostentazione di poter impunemente consigliare ai telespettatori come frodare lo Stato, senza che nessuno possa impedirlo, celandosi vigliaccamente dietro il paravento della libertà di stampa e di informazione. Che purtroppo già da tempo si è trasformata nella ben più degenere libertà di denigrare gli onesti e di coprire i delinquenti.
Ignorando volutamente che la deontologia di chi fa informazione imporrebbe che il conduttore di un programma visto da milioni di telespettatori si assuma il compito di trasmettere messaggi di legalità e rispetto delle istituzioni, invece di fare il consulente dei frodatori dello Stato.
Come se in Italia, di furbetti e di ladri, non ce ne fossero già abbastanza.
Evidentemente, se dalle parti di Arcore c'è qualcuno con la "naturale attitudine a delinquere", a condurre i talk show ci sono soggetti con la "naturale attitudine a fare da consulenti ai delinquenti".
E poi ci chiediamo perchè, mentre l'Italia sta andando a puttane, la gente continua a votare proprio quelli che l'hanno distrutta.
https://www.facebook.com/alan.candia.1970/posts/10218519170356002

Da denunciare, l'istigazione a delinquere è un reato penale, previsto dall'art. 414  del vigente codice penale. 

Elezioni Sardegna, tre “impresentabili” eletti in Regione: sono imputati per droga, riciclaggio e concussione.

Elezioni Sardegna, tre “impresentabili” eletti in Regione: sono imputati per droga, riciclaggio e concussione

Nella lista dei candidati diffusa dall'Antimafia c'erano otto nomi: tre rischiavano la sospensione per la Severino perché condannati in primo grado. Nessuno di questi è stato eletto. Guadagnano un seggio in consiglio regionale tre candidati che non rispettano il Codice di Autoregolamentazione di Palazzo San Macuto. Sono Giovanni Satta e Antonello Peru, del centrodestra, e Gianfranco Ganau del centrosinistra.

Al momento non rischiano la sospensione per la legge Severino ma sono comunque imputati per reati gravi: dal riciclaggio, all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga fino alla concussione.  Sono i tre candidati definiti “impresentabili” dalla commissione Antimafia eletti al consiglio regionale della Sardegna. In totale erano otto i nomi contenuti dalla lista diffusa dal presidente Nicola Morra: cinque candidati non risultavano conformi al Codice di Autoregolamentazione di Palazzo San Macuto. “Altri tre candidati – spiegava Morra – hanno riportato sentenze di condanne in primo grado e ove eletti per la legge Severino scatterebbe la sospensione”. Nessuno di questi ultimi è stato eletto. La sospensione, però, potrebbe scattare per i tre candidati che hanno ottenuto l’elezione in consiglio regionale se i processi in cui sono imputati dovessero concludersi con una condanna. Gli “impresentabili” eletti appartengono ai due schieramenti che hanno ottenuto più voti: due sono del centrodestra del governatore Christian Solinas (uno del partito sardo d’Azione e uno di Forza Italia), uno al centrosinistra di Massimo Zedda (eletto col Pd).
GIOVANNI SATTA (Solinas presidente) – Non c’è ancora un elenco ufficiale a causa del ritardo dello spoglio ma secondo la stampa locale ha ottenuto la rielezione in Gallura Giovanni Satta del partito sardo d’Azione di Solinas. È imputato di tre procedimenti: per riciclaggio in concorso con altri al Tribunale di Nuoro, al tribunale di Tempio Pausania per riciclaggio, al tribunale di Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’ingente quantitativo e dall’essere reato trans nazionale. Per quest’ultima accusa Satta, che figurava nella lista del candidato governatore per il centrodestra scelto da Matteo Salvini, era stato rinviato a giudizio il 20 dicembre 2017. L’indagine, che aveva preso avvio nell’estate del 2013, aveva portato al sequestro di 18 chili di cocaina, 4 chili di eroina e un chilo di marijuana, per un valore, se immessi sul mercato, di circa due milioni di euro. L’organizzazione – secondo l’accusa – garantiva l’approvvigionamento di stupefacenti nelle zone di Olbia e della Costa Smeralda. Satta, eletto in Consiglio regionale nelle fila dell’Uds, poi passato al Partito Sardo d’Azione-La Base, era stato proclamato consigliere regionale nell’aprile 2016 mentre era ancora in carcere a Sassari.  Quando era sindaco di Buddusò, in Gallura, Satta era stato da Luca Carboni, pluripregiudicato ucciso il 19 settembre 2017, che gli aveva telefonato per chiedergli di procurargli dell’esplosivo. Secondo gli inquirenti, Carboni faceva parte del sodalizio criminale che stava progettando tra l’altro il furto a scopo di estorsione della salma di Enzo Ferrari. Il 24 novembre 2018 Satta si trovava insieme a Salvini e ai candidati del centrodestra e del Partito sardo d’azione durante un incontro elettorale a Cagliari durante il quale il ministro dell’Interno annunciava di volere “liste pulite. “Non commento fatti e persone che non conosco”, aveva affermato il vicepremier.

ANTONELLO PERU (Forza Italia) – Imputato di concussione aggravataAntonello Peru era vicepresidente del Consiglio regionale in quota Forza Italia quando il 5 aprile 2016 era stato arrestato insieme ad altre 15 persone nell’ambito del secondo troncone d’inchiesta sugli appalti pilotati, più nota come Sindacopoli che nel 2015 aveva fatto finire in manette 21 persone tra amministratori locali, professionisti e funzionari. Sospeso dalla carica, il 14 novembre 2017 era tornato a ricoprire la poltrona di vicepresidente del Consiglio regionale. È stato rieletto a Sassari.
GIANFRANCO GANAU (Pd) – Presidente del Consiglio regionale uscente, Gianfranco Ganau è stato eletto dal Pd nella circoscrizione di Sassari. È imputato per tentata concussione in concorso. Il dibattimento è in corso. “Lo scorso 7 novembre finalmente – ha detto Ganau dopo la pubblicazione dei nomi degli impresentabili – dopo una lunghissima vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto come imputato, la Procura di Sassari ha richiesto l’assoluzione per l’accusa di tentata concussione ‘perché il fatto non sussiste’”. Al centro del dibattimento la vicenda legata alla realizzazione di un centro commerciale e all’approvazione del Piano urbanistico comunale, che risale al 2008. Il procedimento era partito dalle accuse di un costruttore, Nicolino Brozzu, che si vide bloccare dal Comune e dalla Regione la pratica edilizia del centro commerciale Tanit, nella zona industriale di Predda Niedda, e decise di ricorrere al Tar. Secondo l’accusa, Ganau avrebbe cercato di convincerlo a ritirare il ricorso, poi respinto, ma il costruttore intanto aveva presentato un esposto in procura.