mercoledì 15 aprile 2020

Conte batte Macron e la Merkel: è lui il premier più apprezzato in Europa.



(business.it/) – Non solo il leader più apprezzato dagli italiani in queste giornate concitate, con il Paese alle prese con la delicata gestione dell’emergenza coronavirus. Ma anche uno dei capi di Stato più amati in Europa. Questo quanto emerge da un sondaggio realizzato da Swg per il Tg La7 e che ha messo a confronto gli indici di gradimento dei cittadini di diverse nazioni Ue nei confronti dei loro rappresentanti: l’operato del nostro esecutivo è risultato migliore di quello di Angela Merkel o Emmanuel Macron.

Le rilevazioni hanno evidenziato come il gradimento verso il governo Conte sia più alto, infatti, di quello dei cittadini tedeschi e francesi nei confronti dei rispettivi leader politici, a loro volta impegnati nel difficile compito di traghettare i loro Paesi fuori da una crisi senza precedenti. Alla domanda “Nel suo paese si stanno prendendo tutte le misure necessarie per affrontare la diffusione dell’epidemia?”, il 73% degli italiani ha risposto con un convinto “sì”. In Germania soltanto il 65% della popolazione pensa che la Merkel abbia fatto il possibile, in Francia solo il 54% si dice convinto da Macron.

Per cercare una nazione dove c’è maggiore consenso verso le istituzioni bisogna rivolgere lo sguardo alla Polonia: lì, però, a giocare a favore è anche il basso numero di casi di contagio registrati, circa 7 mila, ben al di sotto rispetto a tanti Paesi dell’Europa dell’ovest. Diverso è invece il discorso se si sposta il ragionamento verso l’Europa: molti italiani, infatti, non sembrano per niente soddisfatti dell’accordo che è andato delineando dopo l’ultimo Eurogruppo.

Alla domanda “Nell’Eurogruppo è stato raggiunto un accordo che consente l’utilizzo del fondo salva-stati Mes all’Italia per 37 miliardi, senza condizioni penalizzanti, mentre non sono stati approvati gli Eurobond. Come ritiene questo risultato?”, il 40% degli italiani ha risposto che si tratta di un cedimento da parte dell’Italia, il 30% parla di compromesso accettabile e il 26% non si è espresso. Soltanto per un 4% dei cittadini si tratta di un successo.

https://infosannio.wordpress.com/2020/04/14/conte-batte-macron-e-la-merkel-e-lui-il-premier-piu-apprezzato-in-europa/

Salvini tanaliberatutti. - Roberta Labonia

A Milano comincia oggi IDN18: parlano Salvini, Fontana e Fedriga ...

Era giusto l’8 aprile scorso quando Matteo Salvini ci aveva regalato questa “perla” : “… non è il momento di mandare inchieste sugli ospedali lombardi, lasciamo che medici e dirigenti lavorino. Anzi onore a chi è in trincea, io più che un’inchiesta dei Nas o un fascicolo della procura avrei mandato medaglie”.
Il suo è lo stesso giochetto sporco che sta facendo in queste ore la premiata ditta leghista Fontana&Co. Anzi lui è il loro maestro. La stanno buttano in caciara contando sulla commozione che sta suscitando in queste ore l’abnegazione e il senso di sacrificio di tutto il personale medico e infermieristico lombardo, per nascondere le loro vergognose mancanze, le loro scelte scellerate. Come è stata quella di riaprire, il 23 febbraio scorso, dopo averlo chiuso per neanche 4 ore, il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo, senza nessuna sanificazione, appena scoperto che ci erano passati 2 casi Covid. Chi volesse una chiave di lettura dei numeri agghiaccianti di vittime dell’epidemia nel bresciano e nella bergamasca è servito.
Alle 14,00 la direzione dell’Ospedale sceglie di chiudere, riporta “L’eco di Bergamo”. “lo volevamo chiuso”, testimonia un primario, “poi telefonarono da Milano” (Leggi Pirellone). Ora la Procura di Bergamo ha aperto un inchiesta. Ed è solo una delle tante che si stanno apprendo in queste ore su molte strutture sanitarie lombarde. Quelle che Salvini, appunto, non vuole. Non è il momento, dice lui.
E stamattina sempre il Cazzaro Verde ha rincarato la dose. A Coffee Break su La7 (ormai è ufficiale, Cairo è uno dei suoi sponsor), non contento, ha dettato la sua ricetta per la ricostruzione post epidemia : “Condono è una brutta parola” – ha sentenziato – ma in tempo di guerra ci vogliono pace fiscale, pace edilizia, blocco del codice degli appalti”. E perchè no il rutto libero di fantozziana memoria? E ancora: “Io dalla task force (ndr, quella per la ricostruzione voluta da Conte), mi aspetto questo. Tutto quello che non è vietato è permesso, se non ho risposta dall’ente pubblico, faccio, parto”.
Sembra che dopo questo discorso, il “comitato” a tutela degli evasori di tutta Italia gli voglia intestare una piazza mentre i capi di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Corona Unita si dice si siano riuniti e abbiano deciso di dedicargli un monumento. Ovviamente ricorro ai paradossi così, tanto per sdrammatizzare, che di incazzature ce ne prendiamo già abbastanza. Ma come non incazzarsi, anzi indignarsi, davanti a tanta irresponsabilità, tanta superficialità? Non sarà con la ricetta dell’ennesimo condono che l’Italia potrà ripartire. Quello che non gli riuscì nel 2018 col Conte Uno, quando Luigi Di Maio gli fece tana quando scopri che nel testo del dl fiscale qualcuno aveva inserito lo scudo per i capitali mafiosi e la non punibilità per chi evade, Salvini forse vuole riproporlo adesso? Contando su un opinione pubblica resa claustrofobica dalla lunga quarantena e in grande misura pressata da problemi economici? Roba da sciacalli.
E il condono edilizio? Che c’azzecca con la ripresa post – epidemia, direbbe Di Pietro. All’Italia, per ripartire, servono investimenti in infrastrutture. Sia materiali, come gli Ospedali pubblici, le scuole antisismiche, e la manutenzione, quella vera, non quella targata Benetton, delle nostre Autostrade, che immateriali, come la banda larga. Serve ritornare ad investire nell’istruzione, in un corpo insegnante efficiente e preparato. Da qui bisogna iniziare, e serviranno tanti, tanti soldi, se l’Europa non sarà miope, per risollevare l’azienda Italia e tutto il resto del vecchio continente. Altro che l’ennesimo condono edilizio targato Salvini/Berlusconi /Meloni!
E poi il peggio del peggio, l’affondo finale del leghista: “bloccare il codice degli appalti”. Non ripensarlo, semplificarlo, renderlo più a misura del piccolo e medio imprenditore (che quelli grossi c’ hanno barba di tecnici a supportarli). No. Bloccarlo! Nel nostro Paese equivarrebbe a dire alle mafie: prego, accomodatevi, ecco le chiavi di casa, I’Italia è vostra.
Come se già non lo fosse abbastanza.