martedì 1 ottobre 2013

Cose dell'altro mondo!

Sottomarino sbaglia manovra ed emerge in via Mercanti

Via Mercanti, 8 del mattino. Il sommergibile #L1F3 si perde facendo manovra, buca l'asfalto e spunta in superficie: non in un corso d'acqua, ma a due passi dal Duomo di Milano. Il comandante e l'equipaggio sono storditi, i passanti increduli. Vigili urbani e pompieri intervengono d'urgenza. Non è la cronaca di un incidente, ma la trovata pubblicitaria di una compagnia assicurativa. Di sicuro effetto.

Sottomarino sbaglia manovra ed emerge in via Mercanti

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/10/01/foto/sommergibile-67642592/1/#1

Le castagne.



Valore nutritivo[modifica | modifica sorgente]

La castagna è un alimento sano e molto nutriente. A differenza dei frutti a polpa (melepesche, …), la castagna fresca ha un contenuto d'acqua del 50% circa (secca del 10%), un contenuto calorico di 200 kcal ogni 100 g (secca 350Kcal/100 g), un buon contenuto di fibra (7-8%), un eccellente apporto diglucidi zuccherini e amilacei (35% circa), un discreto contenuto di proteine di qualità, una bassa percentuale di grassi (3 g/1 hg), un'alta percentuale dipotassio, altri sali minerali come magnesiocalciozolfo e fosforo; infine, possiede vitamine idrosolubili (B1B2PPC).

Cosmesi e medicina popolare[modifica | modifica sorgente]

La castagna è stata nel tempo un importante ingrediente di rimedi terapeutici di ampia diffusione popolare.
Nel Medioevo, per combattere emicrania e gotta, era consigliata acqua di lessatura di foglie e bucce di castagna; a chi soffriva di dolori cardiaci si raccomandavano le castagne crude e a chi soffriva di problemi alla milza si suggerivano le caldarroste. Le castagne lesse, pestate e unite a mieleaiutavano i malati di fegato, mentre con l'aggiunta di pane grattugiato, liquirizia e felce dolce erano rimedio per i disturbi di stomaco.
Nei tempi antichi castagne secche macinate, unite a sale e miele, venivano utilizzate contro i morsi di cani o in caso di avvelenamento. Inoltre, per i presunti effetti antipiretici, le castagne rientravano nelle diete dei malati di febbre terzana e in quelle per la prevenzione dalla peste, soprattutto se cotte con prugne.
In passato si attribuivano alle castagne effetti afrodisiaci, mentre la farina era impiegata nel caso di mestrui abbondanti, per i dolori renali in gravidanza, per prevenire i rischi di aborto e, mescolata con aceto e farina d'orzo, per guarire la mastite. In caso di tosse la castagna era usata per la sua azioneespettorante ed antispasmodica. Infine questi frutti erano impiegati anche per favorire la crescita dei capelli, combattere la calvizie e curare la tigna.
La medicina odierna non riconosce alla castagna tutte le virtù terapeutiche che le erano attribuite nel passato; tuttavia ne conferma il valore energetico, la proprietà remineralizzante e tonicizzante; non a caso la castagna è considerata un alimento ottimale per gli sportivi, in quanto il potassio contribuisce a ridurre l'affaticamento muscolare.
Medicina popolare e cosmesi continuano a valorizzare i benefici di questo frutto: lo testimoniano alcuni prodotti originali ed innovativi come, ad esempio, un profumo dopobarba fabbricato in Svizzera[14].


Non spingete! - Marco Travaglio



C’è una gran ressa nell’anticamera del fronte antiberlusconiano, rimasto per vent’anni semideserto. 
Pare che spingano per entrare anche alcuni gaglioffi che dopo una vita da rospi diventarono principi azzurri grazie al tocco magico del portafogli e delle tv del Cainano, che scattavano sull’attenti a ogni suo fischio, che gli han sempre votato e talora firmato decine di leggi vergogna (vero, Angelino detto Lodo?), che ancora due anni fa approvavano festosi la mozione “Ruby nipote di Mubarak”, che ancora l’ 11 marzo marciavano sul Tribunale di Milano, che ancora una settimana fa si rimangiavano il voto sulla Severino trafficando per salvare il pregiudicato dalla decadenza e si facevano esplodere in tutti i talk show spacciando un volgare frodatore fiscale per un perseguitato politico, insultando i giudici e i giornalisti liberi che hanno capito e detto tutto con due decenni d’anticipo. 
E ora si scoprono “colombe” per arraffare un’altra poltrona ministeriale e garantirsi l’autoriciclaggio al prossimo giro di valzer, subito riverginati dagli house organ dell’inciucio che li beatificano come alfieri di una destra moderna ed europea, mentre quelli fanno gli eroi della resistenza al “metodo Boffo”, a loro tanto caro fino all’altroieri. 
Diciamo subito, allora, che il metodo Boffo con i cinque ministri e i cicchitti “diversamente berlusconiani” non c’entra nulla. 
Sull’allora direttore di Avvenire, il Giornale scagliò un dossier in parte vero (la sentenza per molestie ai danni di una donna) e in parte falso (un’informativa inesistente della polizia sui suoi gusti sessuali), mentre su di loro Sallusti non ha (ancora) sparso né fango né veleno: ha soltanto scritto che sembrano avviati “sulle orme di quel genio di Fini”. 
Una critica politica pienamente legittima, giusta o sbagliata che sia. 
Ci vuol altro per farne dei martiri. 
Nell’attesa, potrebbero scusarsi con Fini, Granata, Perina, Angela Napoli, Briguglio e gli altri finiani che scaricarono B. magari tardi, ma quando ancora costava caro: e nel 2010 stavano per liberarci definitivamente dal Cainano, se Napolitano non si fosse precipitato in suo soccorso. 
Ora è tardi per mollarlo, e pure troppo comodo. 
Tempo scaduto: le iscrizioni all’antiberlusconismo sono chiuse da un pezzo. 
Anche perché oggi le vere vittime del metodo Boffo sono ben altre: per esempio i 5 Stelle che, dati per estinti fino all’altro giorno, si riscoprono forti nei sondaggi e vengono bastonati con ogni sorta di falsità da destra e da sinistra in vista delle possibili elezioni anticipate. 
Non passa giorno senza che un paio di malpancisti grillini vengano spacciati da giornali e tv come un poderoso esercito di dissidenti pronti a secedere e ansiosi di votare astutamente il prossimo governicchio: quello che ci farà pagare tutte le tasse rinviate da Letta. 
Ieri sul Giornale il semprelucido Francesco Alberoni, ormai pronto per la legge Bacchelli, scriveva che “il Movimento a Cinque Stelle ha come programma politico quello di annientare il sistema parlamentare e instaurare un regime totalitario. Grillo lo dice nel suo blog, come del resto aveva fatto a suo tempo Hitler nel suo libro Mein Kampf”. 

E l’altroieri, nella consueta enciclica domenicale, Eugenio Scalfari tentava di far dimenticare i suoi imbarazzanti peana alle larghe intese Napolitano-Berlusconi-Letta Zio-Letta Nipote e il clamoroso fallimento dopo appena cinque mesi dell’adorato presidente e dall’amato premier (il più ridicolo e inconcludente del dopoguerra). 
E con chi se la prendeva? 
Con l’unica forza di opposizione, a cui i fatti si sono incaricati di dare ragione. 
Al punto da mettere Grillo sullo stesso piano di B. (“Due caimani e due bande di camerieri”): “Grillo vuole le stesse cose di Berlusconi: la caduta del governo, le elezioni anticipate col ‘ porcellum’, le dimissioni di Napolitano e un governo di grillini e di chi la pensa come loro (Berlusconi?)”. 
Raramente si era letta su un giornale serio come Repubblica una tale quantità di baggianate. 
Qui chi ha patrocinato un governo con B. non è Grillo, è Scalfari. 
E, se si andasse subito al voto col Porcellum, la colpa sarebbe di tutti fuorché di Grillo: i parlamentari M 5 S votarono in massa per la mozione Giachetti che impegnava le Camere a tornare al Mattarellum in caso di elezioni, mentre tutto il Pd (compreso Letta) votò contro la proposta del suo stesso deputato. 
Del resto Pd, Pdl e Napolitano avevano già boicottato il referendum anti-Porcellum, plaudendo quando due anni fa la Consulta lo bocciò. 
E in questi cinque mesi che cos’han fatto per abrogare la porcata? 
Nulla di nulla. 
Hanno perso tempo dietro la compagnia dei “saggi” della buona morte voluta da Napolitano, trastullandosi con la controriforma costituzionale e scardinando l’articolo 138: sapevano bene che l’unico alibi che tiene insieme il governo con lo sputo è proprio l’assenza di una nuova legge elettorale. 
Quanto alle dimissioni di Napolitano, non è solo Grillo a chiederle, ma è Napolitano che le ha promesse nel suo discorso di reinsediamento dinanzi alle Camere riunite, il 22 aprile scorso: “Ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese”. Non gli bastano le sordità di questi giorni? O è diventato sordo anche lui? 

Marco Travaglio FQ 1 ottobre 2013.

https://www.facebook.com/notes/gabriele-stornellatore-lanzi/travaglio-non-spingete/10151897253784629