giovedì 1 giugno 2017

Angelino Alfano, per il «delfino» è arrivato l’ultimo giro di giostra? - Barbara Fiammeri

Il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano  (Ansa)


Chissà se per Angelino Alfano è arrivato l'ultimo giro di giostra. 
L'istinto di sopravvivenza finora dimostrato dal ministro agrigentino non è da sottovalutare. Il Defino senza quid spiaggiato dal Cavaliere è una sorta di araba fenice. 
Democristiano di nascita per discendenza paterna, a soli 24 anni capisce che è ora di lanciarsi nel nuovo che avanza approdando in Forza Italia. Riservato, apparentemente modesto e con le amicizie giuste è protagonista di una rapida scalata che solo un anno dopo, nel 1996, gli consente di sedere tra i banchi dell'assemblea siciliana. L'obiettivo però è Roma, il Palazzo, dove approda come deputato nel 2001. Nel frattempo cresce anche il suo peso nel partito e il legame con Silvio Berlusconi che prima gli affida nel 2005 il ruolo di coordinatore in Sicilia e poi lo vuole nel suo Governo come Guardasigilli.

Lodo e inasprimento 41bis.

Alfano svolge fedelmente il suo compito, tant'è che porta il suo nome il lodo che consentiva (la legge è stata poi cassata dalla Corte costituzionale) la sospensione dei processi per le 4 più alte cariche dello stato tra cui, ovviamente, quella del presidente del Consiglio Berlusconi alle prese con diversi guai giudiziari. Nel frattempo però è anche artefice di una serie di provvedimenti, primo fra tutti l'inasprimento del 41 bis, il carcere duro per i mafiosi di cui si lamenta anche Totò Riina in una intercettazione. Per il giovane ministro la strada sembra ormai in discesa e nel partito si fa più di un nemico soprattutto quando Berlusconi lo designa come erede. Il Cavaliere non teme regicidi per l'assenza di “quid” di Angelino (ribattezzato dai malevoli Angolino), che a sua volta però si sta già preparando al dopo. Nel 2013 le larghe intese lo riportano al Governo guidato da Enrico Letta. Stavolta è ministro dell'Interno. La sua stagione al Viminale viene ricordata essenzialmente per due fatti: il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazakho Mukhtar Ablyazof, arrestata in un blitz violento assieme alla figlia di 6 anni ed espulsa illegittimamente dall'Italia, e il tweet con cui il ministro annunciava urbi et orbi l'arresto dell'assassino della piccola Yara Gambirasio, provocando le ire dei Pm a capo dell'indagine che doveva rimanere riservata.


L’ultimo giro di boa.

Alfano però resta al suo posto. Anche perché nel frattempo garantisce la sopravvivenza del governo abbandonando Berlusconi al suo destino di incandidabile e dando vita al Nuovo centrodestra. Anche il trasloco da Letta a Renzi non gli provoca particolari patemi (resta alla guida del Viminale), pur attirando su di sé critiche feroci con l'aggravarsi dell'emergenza immigrazione. Il partito intanto comincia a perdere pezzi: l'ex ministro Nunzia De Girolamo, poi il coordinatore Gaetano Quagliariello e alla vigilia del referendum costituzionale il capogruppo Renato Schifani. 


Alfano resiste e con Gentiloni trasloca dal Viminale alla Farnesina. Ora è di fronte a un nuovo giro di boa. Renzi lo ha abbandonato al suo destino d'intesa con Berlusconi e Grillo innalzando la soglia al 5% per entrare in Parlamento. 
Ma visti i precedenti, chissà che anche stavolta il Delfino spiaggiato non trovi l'onda giusta per tornare a surfare.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-06-01/la-storia-delfino-spiaggiato-angelino-alfano--095150.shtml?uuid=AE24kyWB

Speriamo che sparisca.... ma non ci credo troppo. 
Questo è un altro arcano poco comprensibile: non è benvoluto dal 97% degli elettori, ma resta sempre a galla.
Santi in paradiso?

Meteora, meteorite o ‘bolide’: cos’ha illuminato di verde i cieli del Nord Italia. - Andrea Centini



La notte del 30 maggio, per alcuni istanti, un piccolo oggetto celeste ha illuminato di verde i cieli del Nord Italia, prima di disgregarsi nell’atmosfera. Ecco di cosa si è trattato.

La scorsa notte, alle 23:10 circa, il cielo del Nord Italia è stato solcato da un piccolo corpo di natura extraterrestre, che per alcuni istanti lo ha illuminato di verde con una lunga ed effimera scia, prima di disgregarsi nell'impatto con l'atmosfera in un fragoroso boato. L'evento, che ha immediatamente catalizzato l'interesse degli utenti dei social, compresi alcuni vip che vi hanno assistito come il rapper Fedez, è stato particolarmente apprezzabile tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, tuttavia sembra che tra i fortunati spettatori vi siano stati anche diversi cittadini del Centro Italia. Si trattava di un semplice bolide, come sottolineato dall'astrofisico Gianluca Masi a capo del Virtual Telescope, ovvero di una meteora particolarmente luminosa, "accesa" dall'impatto di un piccolissimo frammento con l'atmosfera terrestre. Ecco una lista degli oggetti che innescano questi spettacolari fenomeni.

Cos'è una meteora.

Quando il frammento di una cometa o un meteoroide, ovvero un piccolissimo asteroide, entra in contatto con l'atmosfera terrestre e “brucia” completamente a causa della pressione dinamica, un processo di vaporizzazione ed erosione noto col nome di ablazione, siamo innanzi a una meteora. È in pratica un semplice spettacolo visivo che non produce detriti e – normalmente – danni sulla Terra. Le meteore sono anche conosciute col nome comune di stelle cadenti, che possono trasformarsi in una vera e propria “pioggia” – lo sciame meteorico – quando l'atmosfera terrestre entra in contatto col materiale rilasciato dalle comete. Basti pensare alle famose "Lacrime di San Lorenzo”, le Perseidi, che tradizionalmente attorno al 10 agosto illuminano alcune notti estive. Esse non sono altro che particelle rilasciate dalla cometa Swift-Tuttle.

Cos'è un bolide.

Quando le meteore acquisiscono una magnitudine apparente (ovvero una luminosità) particolarmente elevata, da –3 o da -5 in su in base alle “scuole di pensiero”, prendono il nome di bolidi, sebbene il termine non abbia un vero e proprio rigore scientifico. Quello transitato sopra i cieli italiani, con la sua brillante scia verdognola, era proprio proprio un bolide, ed è stato generato da un frammento di polvere interplanetaria grande come un sassolino, come ha sottolineato il dottor Masi.

Cos'è un Meteorite.

Se il meteoroide non viene completamente consumato dall'impatto con l'atmosfera, ciò che ne rimane è destinato a impattare con la superficie della Terra. Il “sassolino” che troviamo sul terreno prende il nome di meteorite. Si stima che ogni anno ne cadano alcune centinaia, tuttavia la stragrande maggioranza finisce negli oceani e in aree disabitate, dunque se ne recuperano soltanto una (preziosissima) manciata. Ne esistono di diverse tipologie ed età, e fondamentalmente si dividono in meteoriti rocciosi e meteoriti ferrosi. Recentemente, nelle cosiddette condriti carbonacee, i più antichi meteoriti conosciuti, è stato scoperto un minerale completamente nuovo che è stato chiamato “rubinite”.

La “meteora” di Celjabinsk.

L'evento accaduto ieri notte nei cieli italiani ha alcune analogie con quello avvenuto nei cieli della Russia la mattina del 15 febbraio 2013, con l'unica – e sostanziale – differenza rappresentata dalla grandezza del meteoroide coinvolto. KEF-2013, così chiamato dagli scienziati russi, non si limitò alla “fiammata” e al boato. Aveva infatti un diametro di 15 metri e una massa di 10mila tonnellate, ed esplose a decine di chilometri di altezza sopra i cieli della cittadina di Celjabinsk, a sud degli Urali. L'impatto con l'atmosfera, all'incredibile velocità di 54mila chilometri orari, fu tremendo e sprigionò un'energia di 500 chilotoni (decine di volte più potente delle bombe atomiche sganciate dagli USA sul Giappone), che ha prodotto un'onda d'urto devastante. Ci furono circa 1.200 feriti a causa delle schegge dei vetri degli edifici, letteralmente esplosi. Fortunatamente non si registrarono morti. Nell'ottobre del 2016 in un lago vicino alla città fu recuperato un meteorite di 270 chilogrammi, ciò che rimaneva del meteoroide. Nonostante il recupero del grande frammento, l'evento è passato alla storia come “la meteora di Celjabinsk.



[Foto di Navicore]

http://scienze.fanpage.it/meteora-meteorite-o-bolide-cos-ha-illuminato-di-verde-i-cieli-del-nord-italia/

Non abbiamo memoria. - Luciano Scanzi

Risultati immagini per dominatori e dominati

Non abbiamo memoria. Nemmeno quella a breve termine, quella che servirebbe.
Ma c’è un motivo.
I libri ci raccontano che in Italia c’erano la fame e la miseria. Molti giovani se ne andavano per cercarsi una vita da qualche altra parte. Le persone sapevano a malapena leggere e scrivere e l’informazione, da sempre poco propensa all'autonomia di pensiero, raccontava loro quello che il Potere gli chiedeva di raccontare, avendo gioco facile, vista la diffusa ignoranza.
La gente non poteva curarsi e spesso si moriva per poco, anche delle malattie più stupide.
Il paese era gestito con un sistema che si diceva essere democratico, ma non lo era, controllato dai partiti politici, una specie di associazioni a delinquere i cui membri avevano per unico fine quello massimizzare i propri privilegi e soddisfare i propri cazzi. Di fatto, eravamo poco più di una colonia americana che aveva perso la guerra coi tedeschi. Due miserie in un colpo solo (semi-cit.)
La struttura organizzativa del Paese era quella prevista da una democrazia: Governo, Parlamento, cazzate così, alla quale facevano capo altre strutture, chiamate Regioni, Province e Comuni, tanti Comuni. Troppi Comuni.
Nei territori più complicati, poi, venivano utilizzate unità speciali, chiamate Mafie.
I ministri venivano scelti alla cazzo di cane, non per competenze, ma per amicizie, equilibri politici, fotogenie, quote rosa.
I Governi duravano mediamente il tempo di maturare i vitalizi previsti per lorsignori e lordame, poi tutti a casa.
Fra i suddetti partiti, il più potente era la Democrazia Cristiana, che, da sempre, ha avuto il controllo di quasi tutti i Governi, anche se a volte ha dovuto farlo cambiando il proprio nome e ricorrendo ad una genialata di strategia, chiamata Gattopardismo, che serviva a ripristinare il controllo del potere quando si faceva più forte la domanda di cambiamento da parte degli elettori. Consisteva nel rimescolare le carte, i programmi, i ministri, le alleanze, i nomi, cianciando di nuove promesse e facendo credere alla gente che tutto sarebbe cambiato, ma poi, in un "abbiamo scherzato", ritornava tutto come prima.
E la gente abboccava ancora. La gente abboccava sempre.
Il sistema si reggeva economicamente sulla tassazione dei cittadini, da prelevare in base ai loro redditi, ma alla fine pagavano solo quelli costretti a farlo. Gli altri erano liberi di sbattersene i coglioni. Era un tacito accordo, visto che "gli altri" erano anche i detentori delle ricchezze e dei capitali maggiori e, di fatto, i migliori amici di qualsiasi potente al governo, che quindi si doveva guardare bene dal disturbarli chiedendogli balzelli.
Per questo, per le tasse non pagate dagli amici, i servizi sono sempre costati molto più che altrove e il nostro paese è sempre stato indebitato fino agli occhi. Effetti collaterali.
La benzina aumentava continuamente. Pensate, allora comprendeva perfino la tassa per la guerra in Africa.
Poi c’erano i fondi per il Mezzogiorno, un sistema che prevedeva la raccolta di enormi quantità di denaro facendo credere che sarebbero servite per sviluppare attività nelle regioni più povere del Meridione; denaro che poi, come pianificato, sarebbe evaporato lungo il tragitto a vantaggio delle strutture suddette, soprattutto di quelle speciali: le mafie.
E poi c’erano gli Enti Merenda, una quantità enorme, ognuno col suo consiglio d’amministrazione, gettoni, ricchi premi e cotillon(s). Servivano per ospitare politici trombati, o a fine carriera, o altri figli di papà a richiesta dei potenti del momento.
C’era un tipo di capitalismo bizzarro, che prevedeva la privatizzazione degli utili e la statalizzazione delle perdite. C’era Alitalia, pozzo senza fine di risorse sprecate in inefficienze e manager strapagati, e mille casi come questo. Era pieno, di manager strapagati, nominati dalla politica e che venivano pagati due volte: la prima quando arrivavano e la seconda per togliersi dalle palle e smettere di fare danni. C’erano i montezemoli.
C’erano gli operai, i peggio pagati d’Europa, e i loro sindacalisti, dalle carriere luminose e dai super stipendi.
C’era il vaticano, vero titolare della sovranità del nostro Paese.
C’erano i segreti di stato, buoni per le ricorrenze e le celebrazioni, ma che rimanevano sempre tali.
C’erano i terremoti e le alluvioni, a portare morte e promesse, ma poi restava solo morte. E ancora morte.
E oggi? E’ tutto uguale a prima. Uguale a sempre. Perfettamente immutato e immutabile. Un cancro che si è fatto sistema.
Ecco perché non abbiamo memoria. Non ci serve.