È stato ingenuo, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol. I golpe moderni, democratici e occidentali, quindi buoni e a fin di bene, non si fanno più con l’esercito e la legge marziale, sennò ti sgamano subito. Molto meglio la soluzione romena: se vince il candidato sgradito a Washington e a Bruxelles, si annullano le elezioni al grido di “Ha stato Putin” (o, ancor più esilarante, “Ha stato Tik Tok”).
O quella georgiana: se gli elettori disobbediscono a Usa e Ue e votano per i propri interessi anziché per i nostri, si appoggia la presidente sconfitta che non vuole sloggiare e aizza la piazza contro il Parlamento appena eletto e il premier appena confermato col 54% (contro il 37% delle opposizioni):
cioè fa quel che fecero i trumpiani quattro anni fa a Capitol Hill, tra gli strilli indignati di chi allora strillava al golpe e ora tifa per la golpista.
Ma l’opzione migliore resta quella francese: Macron perde le Europee, scioglie l’Assemblea e perde pure le Legislative: al primo turno vince la destra, al secondo la sinistra e lui fa un governicchio di centro guidato da una mummia del partito meno votato, che crolla dopo appena tre mesi.
Allora Macron se la prende con i francesi, colpevoli di non averlo capito, e con i due partiti più votati, colpevoli di avere i consensi che lui non ha e di voler governare. E, mentre i francesi continuano a non capirlo (due su tre lo vogliono a casa), fa shopping nei migliori cimiteri di Parigi per riesumare un’altra salma da mettere alla guida di un altro governo di centro senza voti che farà la fine del precedente.
Tutti vedono il golpe bianco tranne le cancellerie europee
e i media italiani.
La Stampa titola “Francia ostaggio dei populisti” (cioè della destra e della sinistra che hanno vinto le elezioni) e accusa gli odiati Le Pen e Mélenchon (odiati perché sono i più votati)
di “alleanza rosso-bruna” perché sfiduciano tal Barnier, idolo dei media perché non rappresenta nessuno.
E sono uniti da un “sogno” inaudito:
“far cadere Macron e andare all’Eliseo”.
Roba da matti: fanno politica per vincere le elezioni e governare, refrattari alla prima regola della nuova via golpista alla democrazia: governa chi perde.
Infatti, per il Corriere, la Le Pen è “la stratega del caos” e Mélenchon “il tiranno che si sente Cyrano”; e, per gli altri giornaloni, due “narcisisti”. Il vero democratico è l’umile Macron, che pretende di governare contro il suo popolo.
In Italia invece il “rosso-bruno” è Conte che, non pago di “voler tornare a Palazzo Chigi” (mentre gli altri leader aspirano a non governare) e “non dichiararsi di sinistra” (contro un preciso obbligo di legge), osa financo votare contro Ursula come la Lega e altri.
Quindi, siccome la Dc governò 40 anni contro il Pci e il Msi, i primi “rosso-bruni” furono Berlinguer e Almirante.