mercoledì 26 febbraio 2025

DA DOVE VENIVANO? Nan Madol - Micronesia.

 

Immaginate di trovarvi su un’isoletta vulcanica sperduta nel Pacifico, circondati da migliaia di chilometri di oceano in ogni direzione. Non c’è terraferma per almeno 1.000 km. Eppure, davanti a voi si erge una città antica, fatta di blocchi di basalto colonnare, alcuni dei quali pesano fino a 50 tonnellate. Benvenuti a Nan Madol, uno dei più grandi misteri archeologici del mondo.
Nan Madol si trova sull’isola di Pohnpei, una piccola isola di appena 30 km di diametro. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola, la città si estende per 1,5 km ed è composta da circa 90 isole artificiali, collegate da canali e costruite con blocchi di basalto colonnare. Secondo stime prudenti, per costruire questa “metropoli” sono state utilizzate almeno 750.000 tonnellate di basalto. Per fare un paragone, gli egizi trasportarono 8.000 tonnellate di granito per costruire l’interno della Grande Piramide di Giza. Nan Madol, quindi, pesa 10 volte di più del cuore di granito della piramide.
Ma come è stato possibile costruire una città così imponente su un’isola così piccola e isolata? Gli abitanti di Pohnpei, poche migliaia di persone, non avevano né la tecnologia né le risorse per un’opera del genere. Trasportare blocchi di basalto del peso di 50 tonnellate richiederebbe una civiltà avanzata, con conoscenze ingegneristiche e logistiche fuori dal comune. Eppure, non ci sono tracce di una tale civiltà nella regione.
Un’analisi scientifica delle rocce di Nan Madol ha rivelato un altro enigma: solo il 40% del basalto proviene dall’isola di Pohnpei. Il restante 60% ha un’origine sconosciuta. Da dove è stato prelevato? E, soprattutto, come è stato trasportato fino a Pohnpei? Se per spostare il granito della Grande Piramide lungo il Nilo fu necessaria una delle più grandi civiltà del passato, chi ha trasportato un volume 10 volte maggiore nel cuore del Pacifico?
Nan Madol ha tutte le caratteristiche di una capitale: una struttura complessa, canali artificiali, isole dedicate a funzioni specifiche. Ma se era una capitale, dov’è il regno che governava? Attorno a Nan Madol non c’è altro che oceano. È come se la città fosse stata costruita da una civiltà scomparsa, di cui non abbiamo traccia.
Chi ha progettato e costruito questa città? Da dove provenivano i costruttori? Perché sono scomparsi senza lasciare altre tracce? Alcuni ipotizzano che Nan Madol sia stata costruita da una civiltà avanzata, oggi scomparsa, che dominava il Pacifico. Altri suggeriscono che possa essere il frutto di una tecnologia perduta o addirittura di un intervento extraterrestre. Quel che è certo è che gli abitanti di Pohnpei, con le loro canoe e capanne di paglia, non avrebbero mai potuto realizzare un’opera del genere.
Nan Madol rimane uno dei più grandi enigmi della storia umana. Una città costruita nel mezzo del nulla, con materiali di origine sconosciuta, che sfida ogni logica e ogni spiegazione convenzionale. Forse un giorno scopriremo la verità su questa “città impossibile”. Ma fino ad allora, Nan Madol continuerà a ispirare domande e teorie, alimentando il fascino per il mistero e l’ignoto.
ATLANTIDE 2021 – IL CONTINENTE RITROVATO

Successo senza precedenti nella sperimentazione sul trattamento del cancro.

 

Un recente studio clinico ha ottenuto risultati notevoli nel trattamento del cancro, con tutti i partecipanti che hanno subito una remissione completa. Lo studio, che ha coinvolto 18 pazienti con diagnosi di cancro al retto, ha utilizzato un farmaco chiamato Dostarlimab, un inibitore dei checkpoint appositamente progettato per rendere le cellule tumorali più visibili al sistema immunitario.
Dopo sei mesi di trattamento, le valutazioni mediche non hanno rivelato alcun cancro rilevabile in nessuno dei partecipanti. I medici hanno confermato questi risultati attraverso metodi di valutazione completi, tra cui esami fisici, endoscopie, biopsie e scansioni PET.
I professionisti medici notano che raggiungere un tasso di successo del 100% negli studi oncologici è straordinariamente raro, rendendo questi risultati particolarmente significativi.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questi risultati preliminari, pur promettenti, richiedono una convalida attraverso studi clinici più ampi. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l'efficacia a lungo termine e il profilo di sicurezza del trattamento prima di poter essere considerate un'implementazione più ampia.

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Perché gli orologi si sciolgono? - Guendalina Middei

 

Perché gli orologi si sciolgono?

E segnano tutti un’ora diversa?
Lo hanno definito il dipinto più «strano» al mondo!
Tutti lo conoscono, ma pochi ne hanno colto il vero significato.

Di primo impatto questo dipinto ti suscita un senso di inquietudine. Vi mostra una landa deserta dove sono presenti alcuni orologi che si stanno sciogliendo proprio davanti ai vostri occhi. Come se fossero fatti di gomma. Perché?

Perché il tempo non puoi possederlo o misurarlo. Non puoi conservarlo, ma soltanto viverlo e regalarlo. Nankurunaisa, dicono i giapponesi «il tempo è tutto».

Un giorno non rimpiangerai le promozioni che non hai ottenuto o le ricchezze che non hai accumulato, ma il tempo che non hai vissuto.

E la cosa più preziosa che puoi regalare a una persona non è una carezza, un bacio e neanche una parola. Ma il tuo tempo. La tua presenza. Ma questo dipinto ha anche un altro significato nascosto.

Se ci fate caso in bassa a destra c’è un quarto orologio color arancio che a differenza degli altri tre ha mantenuto aspetto solido. Delle formiche nere, che simboleggiano la morte, lo circondano come se volessero divorarlo, ma non ci riescono. L’orologio resiste.

Ecco, Dalì diede alla sua opera un nome bellissimo: «La persistenza della memoria». Perché? Perché mentre certe cose sono destinate a finire, altre invece no. I ricordi felici e le persone che abbiamo amato sono sempre dentro di noi. L'amore non muore con la morte, ecco cosa ci vi sta dicendo Dalì.

Ciò che è bello non muore mai. Ed ecco anche perché ogni orologio segna un’ora diversa.

Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, ma è eterno per coloro che amano.

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