giovedì 18 novembre 2021

Lavoro sottopagato – Ecco cosa offre il mercato: stipendi da fame con la promessa di “inquadramento” e stage-truffa con il requisito di due anni di esperienza. - Charlotte Matteini

 

Per farsi un'idea delle storture basta un giro sui portali dedicati. Full time a 500 euro al mese e condizioni al limite della legalità non sono un'eccezione. E quando si chiedono chiarimenti sulle offerte fuorilegge le aziende parlano di errori durante la pubblicazione dell'annuncio. Un quadro che aiuta a mettere nella giusta prospettiva il dibattito sul salario minimo e gli strali di ristoratori o imprenditori che raccontano di non trovare dipendenti “perché i giovani non hanno voglia di lavorare” o "per colpa del reddito di cittadinanza". 

“Si tratta di un refuso: non serve esperienza pregressa”. “È stata una svista, lo modificheremo”. Sono le risposte fotocopia arrivate a ilfattoquotidiano.it da datori di lavoro che attraverso annunci online cercavano “tirocinanti” ma con uno o più anni di esperienza. Ovvero lavoratori a tutti gli effetti che queste società volevano però inquadrare con il contratto di tirocinio, che per legge è un periodo di formazione e prevede compensi molto bassi. E’ solo un esempio delle storture di un mercato in cui offerte di lavoro full time a 500 euro al mese e condizioni al limite della legalità non sono un’eccezione. Per farsi un’idea della situazione basta un giro tra gli annunci pubblicati sui portali dedicati. Il risultato aiuta a mettere nella giusta prospettiva sia il dibattito sulla necessità di fissare per legge un salario minimo sia gli strali di ristoratori o imprenditori che (smentiti dai numeri, ma molto ascoltati da alcuni partiti) raccontano di non trovare dipendenti “perché i giovani non hanno voglia di lavorare” o “per colpa del reddito di cittadinanza“.

L’agenzia per il lavoro Gesfor, con sede a Salerno, cercava attraverso Indeed un manutentore che avesse almeno un anno di esperienza alle spalle per un’azienda operante nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti dolciari, offrendo un tirocinio. Contattata, si è difesa sostenendo che l’annuncio fosse stato pubblicato per errore e che su LinkedIn si poteva trovare il testo corretto. In realtà, anche su LinkedIn la richiesta era identica. E’ stata cancellata e sostituita da altre – senza la richiesta di esperienza pregressa – solo dopo la segnalazione de ilfattoquotidiano.it. Idem con l’associazione Consaf di Torino, che era alla ricerca di un barista con pregressa esperienza per un tirocinio full time dal lunedì al sabato in orario pomeridiano e serale. Anche in questo caso, contattata telefonicamente, l’agenzia formativa ha dichiarato di aver pubblicato l’annuncio per sbaglio, promettendo che avrebbe provveduto a modificare il testo dell’offerta.

Cambiando settore, i problemi restano gli stessi. Dealflower è una testata giornalistica di Milano nata lo scorso giugno che da mesi cerca attraverso LinkedIn uno stagista con almeno due anni di esperienza per un tirocinio formativo in redazione. “Essendo appena nati non abbiamo le risorse per aggiungere un’altra persona con alto livello di seniority e questo spiega l’offerta di stage”, spiega la direttrice Laura Morelli. Comunque l’esperienza “non è assolutamente obbligatoria” e “uno o due anni può significare molte cose, come una piccola o saltuaria collaborazione con qualsiasi realtà editoriale, la frequentazione di una scuola di giornalismo o di qualche stage nell’ambito del percorso di studi. Serve per trovare qualcuno che sa almeno riconoscere come è fatto un comunicato stampa e ha un minimo di infarinatura della professione”. Nessuna risposta è arrivata alle domande sul trattamento economico previsto.

Non sono solo le offerte di stage a presentare le peggiori storture. Nell’ambito della cura della persona, le vette sono spesso inarrivabili. A Nola, per esempio, si ricerca una donna delle pulizie che lavori per 400 euro mensili – 500 euro in caso sia automunita – dalle 6.45 del mattino alle 14.30 dal lunedì al sabato. Il datore di lavoro, non pago dell’offerta, sottolinea: “Astenersi perditempo. Siete pregati di contattarmi solo se avete voglia di lavorare. Siete pregati di non dare fastidio. Evitate di essere mandati a quel Paese”. Chissà se è questo che intendono imprenditori e politici quando parlano della necessità di “soffrire e mettersi in gioco”.

Passiamo alla ristorazione? Nulla cambia. A Napoli, la pizzeria Pizza&Sfizi cerca un cameriere di sala per 8 turni settimanali – suddivisi dalle 10:00 alle 17:00 dal lunedì al sabato e il venerdì e il sabato dalle 18:00 a chiusura – per 120 euro a settimana. “Con possibilità di essere inquadrato”. E avverte: “Attenzione: il lavoro è adatto a un ragazzo con poca esperienza, ma con tanta voglia di lavorare”. Com’è umano, lei, verrebbe da replicare. Ilfattoquotidiano.it ha provato a chiedere conto dell’offerta, ma nessuno ha voluto rispondere alle domande. Sempre a Napoli, la caffetteria l’Oro Nero cerca “una figura femminile per consegne esterne più aiuto all’interno del locale”. La paga? 500 euro mensili più mance per un full time che prevede una settimana alternata di sei giorni lavorativi dalle 7.30 alle 14 o dalle 13.30 alle 20.00. Sempre meglio che stare sul divano, no? Raggiunti al telefono, hanno dapprima tergiversato e poi dichiarato trattarsi di uno stage. Tutto regolare, nessun lavoro nero, sostengono.

Uno spaccato illuminante nei giorni in cui il tema del salario minimo è tornato al centro del dibattito pubblico. Pd e M5s sono favorevoli all’introduzione di una legge che fissi un minimo sotto il quale un datore di lavoro non può scendere. Ma la misura – che attualmente è in vigore in 21 dei 27 Paesi dell’Unione Europea – trova il muro di Confindustria e non solo. In particolare, i sindacati confederali sostengono che il salario minimo depotenzierebbe lo strumento dei CCNL andando a comprimere i diritti dei lavoratori. Attualmente in Italia esistono oltre 900 contratti collettivi nazionali diversi e, nonostante questo, sono milioni i lavoratori che rimangono fuori dalla contrattazione collettiva nazionale, esposti a proposte di sfruttamento illegittime con stipendi bassissimi e zero diritti, come dimostrano le decine di offerte di aziende, commercianti e ristoratori che cercano manodopera al massimo ribasso. Se così tanti datori di lavoro non hanno remore a pubblicare annunci che fanno a pugni con il buon senso e le normative, non è che il problema non sono i giovani che non hanno voglia di mettersi in gioco ma la qualità delle offerte lavorative?

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/20/lavoro-sottopagato-ecco-cosa-offre-il-mercato-stipendi-da-fame-con-la-promessa-di-inquadramento-e-stage-truffa-con-il-requisito-di-due-anni-di-esperienza/6338427/

Irene Pivetti, chiusa l’inchiesta sul caso delle mascherine per l’ex presidente della Camera. Sequestro da 4 milioni di euro.

 

L'indagine, condotta dal sostituto procuratore Giovanni Tarzia, si concentra su una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che - secondo la ricostruzione della Procura - sono servite per riciclare proventi di un’evasione fiscale.

Il pasticcio – diventato un’inchiesta penale sulle mascherine importate dalla Cina e che ha coinvolto l’ex presidente della Camera Irene Pivetti – ha un primo punto fermo. La Guardia di finanza di Milano ha sequestrato 4 milioni di euro all’ex esponente leghista. Pivetti e un suo consulente sono indagati per riciclaggio e frode fiscale. L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Giovanni Tarzia, si concentra su una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che – secondo la ricostruzione della Procura – sono servite per riciclare proventi di un’evasione fiscale. Le stesse accuse sono contestate, tra gli altri, anche al pilota di automobilismo Leonardo Isolani, alla moglie e alla figlia. La somma sequestrata dalle Fiamme gialle coincide con il profitto dei reati ipotizzati.

Nell’inchiesta è contestato anche l’autoriciclaggio, ipotizza il ruolo di intermediazione del gruppo Only Italia, presieduto da Irene Pivetti, in operazioni delle società di Isolani per nascondere appunti al fisco alcuni beni, tra cui le tre Ferrari, una delle quali è stata sequestrata dalle Fiamme Gialle tempo fa. Secondo la ricostruzione emersa dagli accertamenti i fatti risalgono al 2016. Isolani, che ha un suo “team racing”, avrebbe venduto tutti i beni (attrezzature, marchio e sito web) di una sua società indebitata con l’erario per diversi milioni di euro al fine di svuotarla. Beni che sarebbero andati ad un’altra sua società con base a San Marino, la quale avrebbe venduto di nuovo tutti i beni, e in più le tre Ferrari, ad una società di Hong Kong riferibile a Pivetti. Società quest’ultima che, poi, avrebbe rivenduto ancora gli asset al Gruppo Daohe, del magnate cinese Zhou Xi Jian.

La cessione è stata festeggiata con un evento a Palazzo Brancaccio a Roma organizzato proprio dall’ex esponente leghista. Nelle varie fasi dell’operazione di riciclaggio sono coinvolti anche un notaio e due imprenditori (di cui uno cinese). Gli indagati sono in tutto sette. Il 9 giugno dell’anno scorso c’erano state perquisizioni e nell’ottobre successivo un sequestro da 1,2 milioni a carico del pilota. Il sequestro di oggi è stato emesso in via d’urgenza dal pm Tarzia e riguarda 3,5 milioni di euro quale profitto della frode fiscale e 500.000 euro circa quale profitto delle condotte di riciclaggio dei proventi delittuosi dell’evasione fiscale. Oltre al sequestro preventivo da 4 milioni di euro il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese sta notificando gli avvisi di conclusione dell’indagine e in vista della richiesta di rinvio a giudizio, a carico dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti, del pilota di rally Leonardo Leo Isolani e di altre 5 persone. Le indagini sono state estese, negli ultimi mesi, a “decine di giurisdizioni estere” attraverso rogatorie (verso Hong Kong, Cina, Macao, Svizzera, San Marino, Malta, Monaco, Gran Bretagna, Polonia e Spagna), ed è emerso che “parte del profitto della frode fiscale” era stato movimentato “sempre estero su estero”. Nell’inchiesta sono indagati anche la moglie di Isolani, Emanuela Mascoli e la figlia di lei Giorgia Giovannelli.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/18/irene-pivetti-chiusa-linchiesta-sul-caso-delle-mascherine-per-lex-presidente-della-camera-sequestro-da-4-milioni-di-euro/6396812/

Manca solo Rondolino. - Marco Travaglio

 

Peggio della lottizzazione Rai c’è solo la sua versione ipocrita: l’occupazione di regime spacciata per meritocrazia. Era accaduto con Monti e l’Innominabile, ora si replica con Draghi&Draghetti. Il governo dei migliori, tramite l’ad-dg-tanguero Carlo Fuortes, caccia il direttore del tg migliore, Giuseppe Carboni del Tg1 (più 2% di share), reo di essere stato nominato dal M5S, pur non essendo un grillino. Al suo posto riciccia l’ex presidente della Rai monocolore renziana, Monica Maggioni, fedelissima di Gentiloni sponsorizzata dal generone draghiano dei Garofoli&Funiciello. Alla punizione del campione d’ascolti seguono, per coerenza, le promozioni o i salvataggi dei soliti sugheri multiuso. Moiro Orfeo, dopo aver guidato Rai, Tg1, Tg2 e Tg3 in quota un po’ a tutti, dirigerà addirittura l’Approfondimento (da Report a Vespa, da Berlinguer ad Annunziata). Simona Sala, draghiana con ascendente Pd e una spruzzata di Di Maio (così almeno crede lui), passa al Tg3, rimpiazzata al Gr dal pd Vianello; il leghista-meloniano Sangiuliano, che almeno qualche libro l’ha letto e scritto, resta al Tg2; il leghista Casarin rimane alle Tgr; il FdI Petrecca va a Rainews col nuovo portale d’informazione (quello che doveva dirigere la Gabanelli prima che Orfeo la conciasse per le feste). Si sperava che lo scandalo Open inducesse Fuortes o chi per lui a risparmiarci almeno i dirigenti più citati nelle carte, dalla Maggioni (vedi pag. 4) a Orfeo, quello dell’“accordo” col portavoce renziano Agnoletti. Infatti: entrambi promossi.

Manca qualcuno nella grande abbuffata? Ma sì, solo il partito di maggioranza relativa: il M5S, tagliato fuori alla vigilia delle Presidenziali e delle Politiche. Tutti scrivevano che Conte aveva piazzato i suoi parlando con Fuortes al compleanno di Bettini: infatti il M5S non tocca palla, come già nel governo Draghi, nato apposta per sterminarlo, anche se Di Maio e altri draghetti Grisù seguitano ad aiutare gli sterminatori. Conte, oltreché dalla sua correttezza che lo rende inabile a certi giochetti, è stato indebolito dalle contromanovre di Di Maio, che ha avallato le nomine antigrilline, mentre le destre difendevano i loro avamposti. Il risultato è la totale estinzione del punto di vista 5Stelle (come l’impronta ambientalista del Tg1) e la ricomparsa dei revenant renziani e gentiloniani in salsa draghista. Una restaurazione asimmetrica, una lottizzazione inversamente proporzionale ai consensi: vedi il peso spropositato di Zerovirgola e di Er Moviola che, l’ultima volta che si candidò a qualcosa, alle primarie Pd del 2013 per il sindaco Roma, arrivò terzo su tre. Ora infatti punta dritto al Quirinale, con una bella Rai vista Colle. Spiace solo per Rondolino: una nomina la meritava anche lui, ad honorem.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/18/manca-solo-rondolino/6396371/