giovedì 7 agosto 2014

IL DODICESIMO PIANETA - NIBIRU E LA FORMAZIONE DELLA TERRA.





Una tavoletta scoperta in Iraq sud orientale appartenente alla civiltà sumerica risalente a 6/8000 anni fa, mostra il nostro sistema solare in modo perfetto.  L'unica differenza è che viene raffigurato anche il pianeta Nibiru posto in alto a sinistra. Narra la tradizione sumera che il pianeta Nibiru collise con un altro di nome Tiamat, la gran parte del quale divenne la nostra Terra ed il resto la fascia degli asteroidi tra il gigante gioviano e il pianeta rosso.


Un sigillo accadico del III millennio a.C., oggi conservato al Vorderasiatische Abteilung del Museo di Stato di Berlino (la sigla è VA/243), raffigura il nostro sistema solare cosi come lo concepivano i Sumeri, cioè composto da dodici corpi celesti. Verso la fine del XVIII secolo, prima ancora della scoperta di Nettuno, diversi astronomi dimostrarono che <>, cioè la Legge di Bode, essa convinse gli astronomi che doveva esserci un pianeta tra Marte e Giove. Dal primo asteroide (Cerere) scoperto il 1° gennaio del 1800 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi, sono stati contati circa 3.000 asteroidi che ruotano attorno al sole in quella che viene chiamata “la fascia degli asteroidi”; si tratta senza dubbio dei frammenti di un pianeta andato in frantumi, un pianeta che gli astronomi russi hanno chiamato Phayton (“carro”). Gli astronomi però non sanno spiegarne la scomparsa, fosse stata un autoesplosione i pezzi avrebbero dovuto volare in tutte le direzioni e non rimanere tutti in un’unica fascia, se fosse stata la collisione di due pianeti dove si troverebbe il secondo? E’ andato in frantumi? Gli asteroidi non basterebbero nemmeno a formare un pianeta, figuriamoci due! Le risposte naturalmente ci vengono fornite dall’antichità…
L’Epica della Creazione è un testo babilonese, predecessore in molti punti della Bibbia, letto sempre come sola e pura mitologia, ma se lo leggiamo cosi come appare diventa una vera cosmogonia dove si narra di due corpi celesti primordiali da cui ebbero origine una serie di “dèi” celesti. All’inizio esistono solo tre corpi celesti: Apsu (sole), Mummu (Mercurio) e TIAMAT (il pianeta mancante). Poi si formarono Lahmu (Marte) e Lahamu (Venere):

Le loro acque si mescolarono…
E dèi si formarono in mezzo a loro:
nacquero il dio LAHMU e il dio LAHAMU;
per nome furono chiamati.


Poi vennero Anshar (saturno), Kishar (Giove) e Gaga (Plutone) che nelle mappe celesti dei Sumeri si trovava vicino a Saturno e non al di là di Nettuno. Ed infine Anu (Urano) che poi formò un pianeta gemello: Nudimmud (Nettuno).

I divini fratelli si coalizzarono;
disturbavano Tiamat andando avanti e indietro.
Turbavano il “ventre” di Tiamat
Coi loro strani movimenti nelle dimore del cielo.
Apsu non riusciva a frenare il loro clamore;
Tiamat era ammutolita dal loro comportamento.
Essi compivano atti detestabili
E si comportavano in maniera odiosa.


Questo sono riferimenti evidenti a orbite irregolari, dove i nuovi pianeti interferivano con l’orbita di Tiamat. Dopo una momentanea calma, ecco arrivare un nuovo “dio” (pianeta) dallo spazio profondo: il suo nome era Marduk (Nibiru per i Sumeri), ed era ancora un pianeta giovane con uno stato ancora molto plasmabile. Esso viene spinto nel sistema solare da Nettuno grazie alla sua spinta gravitazionale, arrivato nei pressi di Urano frammenti di materia si staccarono dando origine a quattro satelliti (<>). Il fatto di entrar
Lo scontro con Tiamate nel sistema solare passando nelle vicinanze di Nettuno e Urano indica che esso aveva una direzione orbitale opposta a quella del sistema stesso, e quindi oraria. Successivamente Marduk venne spinto ancora più al centro del sistema solare grazie all’immensa forza gravitazionale di Saturno e Giove, formando una traiettoria di collisione con Tiamat. L’avvicinarsi provoca la formazione di ben undici satelliti intorno a Tiamat, dei quali il più grande è Kingu; esso soggetto a spinte gravitazionali contrastanti prese a spostarsi verso Marduk che intanto aveva creato altri tre satelliti. Lo scontro avvenne, ma non fu tra i due pianeti, bensì tra i satelliti di Marduk e il pianeta Tiamat (con gli undici satelliti), esso si squarciò a causa dello scontro e perse tutti i suoi satelliti (tranne Kingu) che si dispersero andando a formare presumibilmente le comete( veri e propri “membri ribelli” viste le loro orbite molto allungate e la loro orbita spesso contraria ai pianeti). Intanto Marduk sottrasse l’orbita a Kingu, avendo cosi un’orbita solare permanente è “costretto” a tornare nel luogo dello scontro: questa volta è Marduk a colpire Tiamat dividendolo in due, poi un altro dei satelliti di Marduk colpì la metà separata (destinata a diventare la Terra) con violenza portandola in un’orbita dove nessun pianeta era stato prima. L’altra parte di Tiamat si ridusse in pezzi andando a formare la fascia degli asteroidi”, mentre Kingu divenne il satellite (Luna) della parte rimasta (Terra). Ed infine spinse un satellite di Saturno, cioè Gaga, in un diverso piano orbitale facendolo diventare Plutone come lo conosciamo oggi (unico pianeta ad avere un orbita molto allungata).

L’Epica della creazione cosi interpretata fornisce una risposta alle domande poste in precedenza, inoltre spiega come mai sulla Terra i continenti siano tutti concentrati da una parte, mentre l’altra parte è occupata da un’immensa cavità (Oceano Pacifico). Numerosi erano infatti i riferimenti alle acque di Tiamat, chiamato anche “mostro d’acqua”: è naturale, quindi, che la terra essendo parte di esso ne sia ricca. Il Profeta Isaia ricordava i “giorni primordiali”, quando la potenza del Signore <>(Tehom-Raba significa “grande Tiamat”). I popoli antichi non soltanto aspettavano il dodicesimo pianeta, ma ne tracciavano anche il percorso; diversi passi biblici, specie di Isaia, Amos, e Giobbe collegano il movimento del Signore celeste a varie costellazioni.
<>, oppure <>.
L'orbita di NibiruQuesti versi ci parlano dunque di un pianeta che spazia nel più alto dei cieli, proveniente da sud e che si muove in senso orario, proprio come affermano i testi mesopotamici. Ma quanto è lungo il periodo orbitale di Marduk? Le fonti mesopotamiche e bibliche sembrano attestare che il periodo orbitale era di 3.600 anni (circa). In lingua sumerica il numero 3.600 era scritto come un grande cerchio, e l’epiteto usato per indicare il pianeta, shar (“supremo sovrano”), significava anche “cerchio perfetto” o “ciclo completo”, e inoltre indicava il numero 3.600: è davvero solo un caso che i tre elementi, pianeta, orbita, numero 3.600, coincidessero? Beroso, sacerdote astronomo ed erudito babilonese, disse che prima del diluvio avevano regnato sulla terra dieci sovrani per una durata complessiva di 120 shar o 432.000 anni. La cosa sorprendente è che i regni divini citati in tavolette sumere riportano durate fantastiche (Aluim 28.800 anni, Alalgar 36.000 anni), ma tutte multiple di 3.600! Da questo possiamo dedurre che la durata degli shar erano collegati al periodo orbitale del Dodicesimo Pianeta, e quindi ogni sovrano regnava e veniva sostituito quando Marduk era nel punto più vicino alla Terra, di conseguenza i periodi di comando dovevano essere misurati in shar. Viene naturale chiedersi come facessero questi Nefilim a rimanere sulla Terra 28.800 o 36.000 anni; ma un anno terrestre è il tempo che la Terra impiega per completare un giro orbitale attorno al Sole, poi diventato metro di misurazione per la vita sul nostro pianeta. Poiché la vita si sviluppò quando la Terra aveva già assunto il suo moto orbitale, il nostro orologio biologico è regolato su di esso, perciò su un altro pianeta la vita sarebbe regolata su cicli di quel pianeta, quindi per gli Anunnaki stare 36.000 anni sulla Terra corrisponderebbe in realtà a starcene dieci. Ma i Nefilim, che verosimilmente non dovevano essere molto diversi da noi, potevano essersi evoluti su un altro pianeta? Potevano essere in grado di viaggiare nello spazio?
Ormai gli scienziati sanno che esistono innumerevoli galassie come la nostra, con milioni di possibili combinazioni di temperatura, atmosfera ed elementi chimici, quindi esistono innumerevoli possibilità di vita nell’universo. Poi si è scoperto che esistono molecole d’acqua nello spazio interplanetario, molecole di base della materia vivente “fluttuanti”, ed inoltre, grazie alla navetta spaziale Pioneer 10, è stato scoperto che il Sole non è l’unica fonte di calore ed energia disponibile, ma alcuni pianeti (come Giove) distanti dal sole sono “caldi” grazie a fonti proprie. Un pianeta che contiene molti elementi radioattivi non soltanto genera da sé il proprio calore, ma manifesta anche un’intensa attività vulcanica; e questa attività produce un’atmosfera. Se il pianeta è grande abbastanza da esercitare una forte attrazione gravitazionale, conserverà la sua atmosfera praticamente per sempre. Il Dodicesimo Pianeta è sempre stato definito “radiante”, “il più luminoso degli dèi” oltre a tantissimi altri nomi “acquatici” riportati nell’Epica della Creazione. Se un problema esiste, è quello della comparsa della vita sulla Terra. Il nostro pianeta si è formato circa 4 miliardi e mezzo di anni fa e secondo gli scienziati le prime, più semplici forme di vita si trovavano già sulla Terra dopo poche centinaia di milioni di anni dalla sua formazione. Sembra davvero troppo poco. Parecchi elementi indicano anche che le più antiche e semplici forme di vita, risalenti a più di 3 miliardi di anni fa, contenevano già molecole di origine biologica, invece che non-biologica. In altre parole ciò significa che la vita presente sulla Terra cosi poco tempo dopo la sua formazione discendeva da altre forme di vita precedenti e non dalla combinazione di gas e sostanze chimiche inerti. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica <> (settembre 1973), il Premio Nobel Francis Crick e il dr. Leslie Orgel avanzarono l’ipotesi che la vita sulla terra possa essere nata da minuscoli organismi provenienti da un altro pianeta. I due scienziati cominciarono i loro studi perché poco convinti delle teorie correnti circa l’origine della vita. Come mai esiste un solo codice genetico per tutte le forme di vita terrestri? Se la vita ebbe inizio dal cosiddetto “brodo” primordiale allora avrebbero dovuto svilupparsi organismi con codici genetici diversi.Come mai l’elemento molibdeno svolge un ruolo chiave nelle reazioni enzimatiche necessarie per la vita, ma allo stesso tempo è un elemento molto raro?
Ed elementi come il cromo e il nichel, che sono abbondanti sulla Terra, perché hanno scarsa rilevanza nelle reazioni biochimiche? La “strana” teoria proposta affermava inoltre che era possibile che la vita fosse stata importata volontariamente da esseri di un altro pianeta. Non si trattò di un’inseminazione volontaria, ma casuale, creata dallo scontro di Marduk con Tiamat. Se poi pensiamo, per fare un esempio, che il Dodicesimo Pianeta sia anteriore alla Terra dell’1%, risalirebbe comunque a 45 milioni di anni prima, quindi facendo le debite proporzioni, è certamente possibile che gli abitanti fossero in grado di viaggiare per lo spazio.
http://www.daltramontoallalba.it/ufologia/dodicesimopianeta6.htm

Orbita del Pianeta X secondo Sitchin 

L'orbita di Nibiru secondo Sitchin