martedì 31 gennaio 2023

Ribellione a Facebook. - Viviana Vivarelli

La protesta contro i bavagli di Facebook si sta allargando ed è anche su Twitter. Oscurano anche i commenti a Giuseppe Conte, Alessandro Di Battista e Toni Capuozzo. Occorre far conoscere questa censura spropositata. Ma non colpiscono solo per motivi politici, tagliano e oscurano anche su argomenti come musica, psicologia o letteratura, qualunque cosa, per un puro accanimento del potere. Questi censori malati di onnipotenza sono nell'illegalità totale e devono essere fermati. Mi fa rabbia pensare a quanti se ne sono andati via da Fb perché feriti mentre dovevano restare e combattere per i loro diritti. Io ora sono sospesa per un mese per aver scritto "gli Italiani sono delusi"! Assurdo e demenziale! Corriamo verso quel fascismo dove ti carceravano se dicevi: "Questo pane è cattivo". Non bastavano i media omologati, dovevamo subire anche le censure sui social, l'ultimo spazio di libertà? C'è chi è stato sospeso per dei like!? Questi devono essere fermati. Anche blogger famosi lamentano l'oscuramento di amici e messaggi, Cristina Correani, per es., o Cristiano de André, il figlio di Fabrizio de André, che si sono accorti che prima avevano moltissimi commenti, ora quasi nessuno. Ma come si permettono? La posta è sacra. È un diritto costituzionale. Come lo è esprimere le proprie opinioni. Se distruggiamo i nostri diritti, distruggiamo la democrazia. Dobbiamo fermarli! Non si tratta solo di salvare un social ma di difendere la democrazia!

La democrazia non conta più nulla?

I social sono l’ultima oasi di libertà.

Il regime oscura chi dissente.

E Facebook è in testa al bavaglio.

Non gli basta imporre un pensiero omologato. E’ vietato anche pensare.

La Cina è vicina.

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https://www.facebook.com/VivianaVivarelliViola

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Foto: Pixabay License

venerdì 27 gennaio 2023

Grotte di Longmen.

https://www.facebook.com/cuenews.it/photos/a.1505201263051397/3439150432989794/

 Le grotte di Longmen (in cinese: 龍門石窟, letteralmente grotte della porta del drago) sono una serie di santuari rupestri che si trovano 12 chilometri a sud dell'odierna Luoyang, nella provincia di Henan, in Cina.

Geografia

 * Il monte Longmen visto da nordovest *

Le grotte, in cui vengono ritratti soggetti prevalentemente buddhisti, punteggiano fittamente i monti Xiangshan (ad est) e Longmenshan (ad ovest); tra di essi scorre il fiume Yi.

La distanza coperta dalle grotte, da nord a sud, è di circa un chilometro; si tratta di uno dei complessi rupestri più famosi di tutta la Cina, insieme alle grotte di Mogao e alle grotte di Yungang.

Storia

Durante il periodo dei regni combattenti, in questo sito il generale Bai Qi dello stato Qin sconfisse le forze alleate del regno di Han e dello stato di Wei.

La costruzione delle grotte iniziò nel 493. Il complesso è composto da 2.345 grotte e nicchie, 2.800 iscrizioni, 43 pagode e oltre 100.000 immagini del Buddha. Il 30% delle caverne risale alla dinastia Wei, il 60% alla dinastia Tang e il 10% ad altri periodi. Nella grotta-tempio vi sono statue alte anche 17 metri, che raffigurano Buddha e i suoi discepoli.

Nel 2000 il complesso delle grotte di Longmen sono state inserite nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

* Foto copiata Una copia della licenza è inclusa nella sezione intitolata GNU Free Documentation License.Questo file è concesso in licenza con la licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported.

https://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Longmen

Gunung Padang.

 

Gunung Padang è un sito megalitico situato a Karyamukti , Campaka, Cianjur Regency , West Java , Indonesia , 30 chilometri (19 miglia) a sud-ovest della sede della reggenza o 8 chilometri (5,0 miglia) dalla stazione di Lampegan . Situato a 885 metri (2.904 piedi) sul livello del mare, il sito copre una collina, un vulcano spento, in una serie di cinque terrazze delimitate da muri di sostegno in pietra a cui si accede da 370 successivi gradini di andesite che si innalzano per circa 95 metri (312 piedi) . È ricoperta da massicce colonne esagonali in pietra di origine vulcanica. Il popolo sundanese considerano il sito sacro e credono che sia stato il risultato del tentativo del re Siliwangi di costruire un palazzo in una notte. 

Gunung Padang è costituito da una serie di cinque terrazze artificiali, una rettangolare e quattro trapezoidali, che si verificano, da una a cinque, a quote progressivamente più elevate. Anche queste terrazze diventano progressivamente più piccole con l'elevazione con la prima terrazza come la più bassa e la più grande e la quinta terrazza come la più alta e la più piccola. Questi terrazzi giacciono lungo l'asse longitudinale centrale NO-SE. Sono piattaforme artificiali create abbassando i punti alti e riempiendo i punti bassi con il riempimento fino a ottenere una superficie piana. I perimetri dei terrazzi sono costituiti da muri di contenimento perimetrali formati da colonne vulcaniche poligonali impilate orizzontalmente e poste verticalmente come pali. A questo complesso di terrazze si accede tramite una scala centrale che ha 370 gradini, un'inclinazione di 45 gradi e una lunghezza di 110 m (360 piedi). 

Sito di Gunung Padang.
Sito di Gunung Padang.

Nel suo libro intitolato " Oudheden van Java: lijst der voornaamste overblijfselen uit den Hindoetijd op Java ", lo storico olandese Rogier Verbeek menzionò l'esistenza del sito di Gunung Padang sulla base di una visita e di un rapporto di M. De Corte nel 1890.

Goenoeng Padang : Sulla cima della montagna Goenoeng Padang, vicino a Goenoeng Melati, una successione di 4 terrazze, collegate da gradini di pietra grezza, pavimentate con pietre piatte grezze e decorate con numerose pietre di andesite verticali appuntite e colonnari. Su ogni terrazzo un piccolo tumulo, probabilmente una tomba, ricoperto di pietre e sormontato da 2 pietre appuntite. Nel 1890, visitato dal Sig. De Corte.

Le note sul sito di Gunung Padang nel libro di Verbeek sono simili a quelle fatte dall'archeologo olandese Nicolaas Johannes Krom nel 1914 Rapporten van de Oudheidkundige Dienst (ROD, "Rapporto del Dipartimento delle Antichità"). 

Dopo il 1914, questo sito fu ignorato fino al 1979, quando un gruppo di agricoltori locali riscoprì Gunung Padang. Questa scoperta ha rapidamente attirato l'attenzione dell'Istituto di archeologia di Bandung, della Direzione delle antichità, del PUSPAN (ora Centro per la ricerca e lo sviluppo archeologico), del governo locale e di vari gruppi della comunità. Per tutti gli anni '80, queste organizzazioni hanno condotto ricerche archeologiche congiunte e lavori di restauro a Gunung Padang. Nel 1998, il Ministero indonesiano dell'Istruzione e della Cultura lo ha dichiarato patrimonio di interesse locale. Alla fine di giugno 2014, il Ministero dell'Istruzione e della Cultura ha dichiarato il sito di Gunung Padang un'area del sito nazionale, coprendo un totale di 29 ettari (72 acri). 

Il 1 ° ottobre 2014 i geometri hanno interrotto temporaneamente le attività di scavo, sperando di poterle riprendere sotto il nuovo governo. Lo scavo del 2014 è stato criticato per essere stato condotto in modo improprio. 

Stime di età L'archeologo Lutfi Yondri del Bureau of Archaeology  [ id ] di Bandung ha stimato che le costruzioni a Gunung Padang potrebbero essere state costruite tra il II e il V secolo d.C., quindi nel tardo periodo preistorico indonesiano, mentre Harry Truman Simanjuntak ha suggerito una data successiva nel tempi storici tra il VI e l'VIII secolo d.C. I frammenti di ceramica trovati nel sito sono stati datati dal Bureau of Archaeology nell'intervallo 45 a.C. - 22 d.C. 

Incontri marginali 

Sulla base di un numero ancora non pubblicato e non divulgato di date al carbonio e studi stratigrafici, Danny Hilman Natawidjaja , un geologo indonesiano esperto in geologia dei terremoti e geotettonica , ha suggerito che il sito fosse stato costruito come una gigantesca piramide da 9.000 a 20.000 anni fa, il che implica l'esistenza di un'antica civiltà avanzata altrimenti sconosciuta. Tuttavia, nessuna di queste date al radiocarbonio, insieme al loro contesto stratigrafico, è stata formalmente pubblicata e l'età di questo sito basata su queste date varia notevolmente a seconda della pubblicazione consultata anche quando le pubblicazioni sono dello stesso autore che spiega i risultati della stessa ricerca. 

L'analisi di Natawidjaja è stata messa in discussione da altri scienziati. Il vulcanologo Sutikno Bronto ha suggerito che il risultato della datazione al carbonio è stato influenzato dagli agenti atmosferici e ha concluso che l'elevazione è il collo di un antico vulcano e non una piramide artificiale. Trentaquattro scienziati indonesiani hanno firmato una petizione mettendo in discussione le motivazioni ei metodi del team Hilman-Arif. L'archeologo Víctor Pérez ha descritto le conclusioni di Natawidjaja come pseudoarcheologia . 

Le conclusioni di Natawidjaja hanno attirato l'attenzione del presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono , che ha istituito una task force. [2] Un archeologo che non ha voluto essere nominato a causa del coinvolgimento del presidente del paese, ha dichiarato:

In archeologia di solito troviamo prima la "cultura"... Poi, dopo aver scoperto l'età del manufatto, cercheremo riferimenti storici a qualsiasi civiltà esistita in quel periodo. Solo allora saremo in grado di spiegare storicamente il manufatto. In questo caso, hanno "trovato" qualcosa, lo hanno datato al carbonio, quindi sembra che abbiano creato una civiltà intorno al periodo per spiegare la loro scoperta.

 

Foto: By RaiyaniM - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=109284347

https://en.wikipedia.org/wiki/Gunung Padang

mercoledì 25 gennaio 2023

Egizi Maya Aztechi Sumeгi Dei o Extгateггestгi?.

 

La misurazione del tempo: un'invenzione dei sumeri che ancora dura ai giorni nostri. Possiamo trovare curioso dividere le ore di 60 minuti in giorni di 24 ore, perché non un multiplo di 10 o 12? La risposta a questa domanda è che gli "inventori" del tempo non usarono il sistema decimale (base 10) o duodecimale (base 12), ma il sistema sessagesimale (base 60). Per l'antico popolo Sumero, i primi a dividere i movimenti del cielo ad intervalli misurabili, 60 era il numero perfetto, perchè il numero 60 può essere diviso in 1, 2, 3, 4, 5, 6, 10, 12, 15, 20 e 30 parti uguali. Gli astronomi sumeri credevano che l'anno fosse composto da 360 giorni, il numero che è esattamente sei volte 60. L'impero sumero cadde, ma, nonostante tutto, il mondo ha continuato ad usare per più di 5.000 anni la loro misurazione del tempo. Molte civiltà antiche avevano una concezione approssimativa di tempo. Un mese era la lunghezza di un ciclo lunare completo, mentre una settimana era il tempo impiegato da una fase del ciclo lunare. Nella famosa tavoletta matematica babilonese, conosciuta come Plimpton 322, l''anno era calcolato in base al susseguirsi delle stagioni e dalla relativa posizione del sole. Con le innovazioni greche e islamiche in geometria, si è scoperto che 360 ​​non era solo la lunghezza esatta di un'orbita ideale della Terra, ma anche un numero perfetto per misurare e suddividere il cerchio. Così, il sistema sessagesimale ha cominciato a consolidare il suo posto nella storia, diventando un concetto essenziale per la matematica e la navigazione (dividendo il mondo in gradi di longitudine e latitudine). Infine, con l'invenzione dell'orologio nel XIV secolo, il cerchio di questo meccanismo è stata divisa in quadranti sessagesimali in cui ogni minuto è stato suddiviso a sua volta in 60 secondi, mantenendo la sessagesimale inventato migliaia di anni fa dai Sumeri.

https://www.facebook.com/photo?fbid=553438176814810&set=a.466212852204010

PS: Foto presa dal sito considerata, pertanto, di dominio pubblico. 


martedì 24 gennaio 2023

A volte basta un piccolo gesto. - Dario De Lucia

 

Una signora senza fissa dimora, ogni giorno va al Centro commerciale. Raggiunge gli scaffali dei libri in vendita e comincia a leggere, un libro dopo l’altro, giorno dopo giorno. Accortosi del fatto, il direttore del Centro commerciale ha fatto mettere una piccola panchina vicina allo scaffale dei libri, invitando la donna a sedere, in modo da poter leggere i libri tranquillamente. E senza il timore che qualcuno la cacciasse fuori.

A volte basta un piccolo gesto. Perché restare umani non costa nulla.

https://www.facebook.com/photo?fbid=630872125708366&set=a.360206149441633

lunedì 23 gennaio 2023

Dendrosenecio kilimanjari. Tanzania

 

Il senecio gigante del Kilimanjaro (Dendrosenecio kilimanjari (Mildbr.E.B.Knox1993) è una pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Hanno lunghi tronchi, che raggiungono anche i 7–10 m di altezza, che fungono da serbatoi di acqua. Una rosetta di foglie carnose e appuntite forma l'apice proteggendo le gemme vegetative dalle basse temperature. Quando muoiono, le foglie si essiccano e restano saldamente inserite al tronco formando uno spesso strato isolante.

https://www.facebook.com/viaggiareinsieme2017/photos/a.1864422090241218/6586875651329148/

domenica 22 gennaio 2023

Cliente, paziente, persona. Il senso delle parole in sanità. - Marco Geddes da Filicaia


“Il sistema sanitario è a disposizione delle persone, poiché tutela - secondo la nostra Costituzione - la salute come diritto fondamentale dell’individuo (e non del cittadino italiano). Le persone sono pazienti, quando presi in carico dal servizio per problemi assistenziali […]; sono utenti quando si rivolgono per informazioni, transazioni, certificazioni, ecc.; sono cittadini quando intervengono per contribuire, con le loro indicazioni e il loro voto, alle scelte sanitarie. Sono queste le parole che dobbiamo utilizzare, lasciando il termine cliente al mondo del consumismo, che è già assai ampio, variegato, prospero e - spesso - gradevole, senza necessitare di ulteriori indebite espansioni!”

da "Cliente, paziente, persona. Il senso delle parole in sanità". - *Marco Geddes da Filicaia* (Pagg. 6-7) *Medico, è stato direttore sanitario del Presidio Ospedaliero Firenze centro dell'Azienda sanitaria di Firenze e dell'Istituto Nazionale ...


Foto tratta da Pixabay non soggetta a copyright

sabato 21 gennaio 2023

Petizione per cacciare il ministro della giustizia Nordio. - IlFQ


Vergogna Nordio, la petizione per cacciare il ministro della Giustizia – FIRMA ANCHE TU

L'INIZIATIVA - Il Fatto Quotidiano raccoglie le firme per chiedere ai presidenti della Repubblica e del Consiglio di portare alle dimissioni il Guardasigilli, che ha mentito più volte alle Camere, ha polemizzato con i pm che hanno arrestato Messina Denaro e ha minacciato riforme incostituzionali. La petizione è disponibile su Ilfattoquotidiano.it, sui nostri canali social e su Change.org. Condividila!


FIRMA QUI PER CACCIARE QUESTO MINISTRO IMBARAZZANTE


DI PETER GOMEZ, ANTONIO PADELLARO E MARCO TRAVAGLIO

 https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/01/20/vergogna-nordio-la-petizione-per-cacciare-il-ministro-della-giustizia-firma-anche-tu/6942428/

venerdì 20 gennaio 2023

Legge di Planck. - Wikipedia

Di Paperoastro - Black_body.svg: Darth Kulederivative work: Paperoastro (talk), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=72751440

La legge di Planck, formulata da Max Planck nel 1900, afferma che l'energia associata alla radiazione elettromagnetica è trasmessa in unità discrete o quanti, successivamente identificati nei fotoni.

Continua su:

 



mercoledì 18 gennaio 2023

CASA DELLE STREGHE. Monti Tatra, Polonia.

 

Casetta di legno soprannominata per l'architettura la CASA DELLE STREGHE.
Monti Tatra, Polonia.

La gola di #Garni.

 

La gola di #Garni si trova a 23 km a est di Yerevan, in #Armenia, appena sotto l'omonimo villaggio 🇦🇲

Su un promontorio sovrastante la gola è visibile il #Tempio di Garni del I secolo d.C. Lungo i lati della gola ci sono pareti rocciose di colonne di #basalto ben conservate, scavate dal #fiume #Goght 🏞

#ScienceCuE #CuE #scienze #scienza #fisica #chimica #natura #ambiente #geologia #vulcanologia #astrofisica

https://www.facebook.com/cuenews.it/photos/a.1505201263051397/3435308350040669/

I SUMERI NON FURONO I PRIMI.

 

Fino a circa 20 anni fa, si riteneva che la "civiltà" avesse avuto origine con i Sumeri circa 7000 anni fa. Poi furono scoperti Göbekli Tepe e gli insediamenti vicini, al confine tra Siria e Turchia. Da allora, tutto è cambiato.
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I resti più antichi di Göbekli Tepe risalgono ad almeno 12.000 anni fa. Ma alcuni dei monoliti trovati nelle rovine mostrano persone vestite solo con un perizoma. Tuttavia, 12.000 anni fa eravamo nel bel mezzo dello Younger Dryas (una mini era glaciale). Pertanto, è impossibile che le persone andassero in giro vestite solo con il perizoma. Per poter andare in giro vestiti così, le temperature dovevano essere miti. Ma l'ultimo periodo "mite" prima della Young Dryas è terminato intorno al 110.000 a.C., quando è iniziata l'ultima era glaciale. È vero che ci potrebbero essere stati dei climi locali più miti. Resta di fatto che quella è l’unica scultura risalente ad oltre 12.000 anni fa che raffigura esseri umani in perizoma. Pertanto, almeno alcune parti di Göbekli Tepe potrebbero risalire a prima dello Younger Dryas.
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A Göbekli Tepe sono stati incisi ideogrammi, ossia sculture che non rappresentano né animali né cose, ma concetti astratti. Potrebbero essere il più antico esempio di scrittura umana, almeno 5.000 anni più antica di quella dei Sumeri. Gli edifici di Göbekli Tepe non sono fatti di legno o di paglia, ma di pietra calcarea. Alcuni pilastri pesano quasi 20 tonnellate. Gli abitanti di Göbekli Tepe furono in grado di costruire case e villaggi in pietra migliaia di anni prima dei Sumeri.
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Su una lastra di pietra chiamata 'Stele della Gru', i saggi di Göbekli Tepe raccontano di un incontro tra loro e 'esseri esterni' che vennero dal cielo quando una cometa attraversò il cielo. Inoltre, la narrazione incisa si riferisce a un periodo in cui, circa 12.000 anni fa un bombardamento di comete ha causato una tremenda distruzione sulla Terra. Questo bombardamento è stato confermato recentemente dagli astrofisici. Circa 12.000 anni fa una o più comete sono esplose nelle vicinanze della nostra atmosfera, e i loro frammenti ci hanno “bombardato a tappeto”. Ma allora, anche il resto della storia incisa a Göbekli Tepe è vera?
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Questo argomento è trattato a fondo nel libro
12.794 ANNI FA – VISITATORI A GÖBEKLI TEPE
Lo può trovare al seguente link
https://www.amazon.it/dp/B08LKJJ2WF 

https://www.facebook.com/photo?fbid=403393305298998&set=a.403392468632415

martedì 17 gennaio 2023

Matteo Messina Denaro - arresto.

 

Un uomo, tanti uomini.

E' difficile definire la personalità di un uomo che non nutre alcun rispetto nei confronti di chi lo circonda, dotato di un egocentrismo spiccato, di un bisogno di potere illimitato, scevro da regole di ogni tipo sia legali che affettive.

Un uomo cosi' è anaffettivo, ama solo se stesso ed il potere che prende a piene mani senza mai porsi domande su quali e quanti danni possa provocare questa voglia frenetica di ricchezza e predominanza.

In quanto al suo arresto, io non credo che sia il frutto di indagini, credo, invece, che sia stato tradito da qualcuno dei suoi adepti, cosi' come lui stesso fece, a suo tempo, ne sono convinta, con Totò Riina.

Chi è stato latitante per trent'anni non lo è stato senza l'aiuto di qualcuno e, se viene arrestato, succede solo perché chi lo aiutava lo ha abbandonato.

Il fatto che, appena arrestato, abbia detto "Sapete già chi sono, io sono Matteo Messina Denaro" è un'incognita da risolvere conoscendo il gergo mafioso; per me, che non conosco il gergo, potrebbe anche significare che abbia deciso di mollare la presa e rilassarsi essendo affetto da cancro, oppure, volendo azzardare un 'ipotesi fantasiosa, che "cosa nostra (tutta loro e non nostra)" abbia consegnato alla giustizia un Bonafede qualsiasi (approfittando della strabiliante somiglianza del tizio con la ricostruzione del volto invecchiato) affetto da cancro al colon, in cambio della somministrazione di cure adeguate, ponendo termine, al contempo, alla ricerca di un latitante trentennale.  

Il covo di mattia Messina Denaro a Campobello di Mazzara












Oltretutto, quest'uomo si muoveva tranquillamente ed indisturbato tra Campobello di Mazzara, dove viveva, e Palermo... da circa due anni... è difficile pensare che nessuno ne sapesse nulla...

Cetta.

Mafia: trovato e perquisito il covo di Matteo Messina Denaro. - Lara Sirignano

 

È a Campobello di Mazara nel trapanese.

I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato ieri alla clinica Maddalena di Palermo.

E' a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia.

Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

La perquisizione del covo è durata tutta la notte. Ha partecipato personalmente il procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull'ex latitante di Cosa nostra.

Messina Denaro è sbarcato ieri sera con un volo militare all'aeroporto di Pescara. L'ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila poiché è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perché nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato ieri dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. "Mi chiamo Matteo Messina Denaro", dice con fare arrogante al carabiniere del Ros che sta per arrestarlo. Finisce così la latitanza trentennale del padrino di Castelvetrano, finito in manette alle 8.20 mentre stava per iniziare la seduta di chemioterapia alla clinica Maddalena di Palermo, una delle più note della città. Quando si è reso conto d'essere braccato, ha accennato ad allontanarsi.

Non una vera e propria fuga visto che decine di uomini del Ros, armati e col volto coperto, avevano circondato la casa di cura. I pazienti, tenuti fuori dalla struttura per ore, si sono resi conto solo dopo di quanto era accaduto e hanno applaudito i militari ringraziandoli. Stessa scena fuori dalla caserma Dalla Chiesa, sede della Legione, dove nel pomeriggio il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, l'aggiunto Paolo Guido, il generale del Ros Pasquale Angelosanto e il comandante palermitano del Raggruppamento Speciale Lucio Arcidiacono hanno tenuto una conferenza stampa.

LA CONFERENZA STAMPA DEI CARABINIERI

Una piccola folla ha atteso i pm e mostrato uno striscione con scritto: "Capaci non dimentica". In mattinata in Procura era arrivata la premier Giorgia Meloni che ha voluto incontrare i magistrati per congratularsi con loro. "Siamo orgogliosi di un risultato costato tanta fatica", dicono i pm che sottolineano come si sia trattato di una indagine tradizionale. Nessun pentito, nessun anonimo. Messina Denaro è stato preso grazie alla stessa strategia che portò all'arresto del boss Bernardo Provenzano. Prosciugare l'acqua attorno al latitante, disarticolando la rete dei favoreggiatori. Favoreggiatori anche eccellenti: "una fetta della borghesia lo ha aiutato", dice il procuratore de Lucia. E' accaduto questo. E i familiari del boss stretti dalla morsa degli investigatori alla fine hanno fatto l'errore fatale.

Parlando tra loro, pur sapendo di essere intercettati, hanno fatto cenno alle malattie del capomafia. L'inchiesta è partita da lì. E indagando sui dati della piattaforma del ministero della Salute che conserva le informazioni sui pazienti oncologici, si è riusciti a stilare una lista di pazienti sospettati. Un nome ha fatto saltare sulla sedia gli inquirenti: Andrea Bonafede, parente di un antico favoreggiatore del boss. Avrebbe un anno fa subito un intervento al fegato alla Maddalena. Ma nel giorno in cui doveva trovarsi sotto ai ferri, hanno scoperto i magistrati, Bonafede era a casa sua a Campobello di Mazara. E allora il sospetto che il latitante usasse l'identità di un altro si è fatto forte. La prenotazione di una seduta di chemioterapia a nome di Bonafede ha fatto scattare il blitz.

Messina Denaro, trasferito subito in una località segreta, sarà destinato ad un carcere di massima sicurezza, un istituto che gli possa permettere di seguire le sue cure, come ad esempio Parma, dove già furono reclusi Riina e Provenzano: la premier parla di regime di "carcere duro" e il procuratore de Lucia scandisce che le condizioni del boss "sono compatibili col carcere". Ma le indagini non si sono fermate con l'arresto. Perquisizioni sono in corso da ore nel trapanese: Castelvetrano e Campobello di Mazara vengono setacciate palmo a palmo. Gli inquirenti cercano e sarebbero ad un passo dal covo. Quel nascondiglio che avrebbe ospitato il boss negli ultimi mesi e potrebbe custodire i segreti dell'ex primula rossa di Cosa nostra che, dicono i pentiti, avrebbe conservato il contenuto della cassaforte di Totò Riina portata via dalla casa di via Bernini, mai perquisita. Decine le dichiarazioni di politici di tutti gli schieramenti dopo l'arresto. "Oggi è una giornata storica - ha detto il procuratore de Lucia - che dedichiamo a tutte le vittime della mafia". Parole simili a quelle pronunciate dalla premier che ha aggiunto: "mi piace immaginare che il 16 gennaio possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno portato avanti la guerra contro la mafia. Ed è una proposta che farò".

 

COME SI E' ARRIVATI ALL'ARRESTO. "Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative", ha detto il comandante dei carabinieri Teo Luzi, arrivato a Palermo. "Una grande soddisfazione perché è un risultato straordinario. Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo, ma anche da un punto di vista simbolico perché è stato uno dei grandi protagonisti dell'attacco allo Stato con le stragi. Risultato reso possibile dalla determinazione e dal metodo utilizzato. Determinazione perché per 30 anni abbiamo voluto arrivare alla sua cattura, soprattutto in questi ultimi anni con un grandissimo impiego di personale e di ricorse strumentali". "Un risultato - conclude Luzi - grazie al lavoro fatto anche dalle altre forze di polizia, in particolare dalla polizia di Stato. La lotta a Cosa nostra prosegue. Il cerchio non si chiude. E' un risultato che dà coraggio che ci dà nuovi stimoli ad andare avanti e ci dà metodo di lavoro per il futuro, la lotta alla criminalità organizzata è uno dei temi fondamentali di tutti gli stati".

"E' il risultato di un lavoro corale che si è svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri in tanti anni. L'ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati", ha detto Pasquale Angelosanto, comandante del Ros.

LE FASI DELL'ARRESTO. Il blitz è scattato quando "abbiamo avuto la certezza che fosse all'interno della struttura sanitaria". Quando è stato bloccato, hanno aggiunto, Messina Denaro "non ha opposto alcuna resistenza" e "si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l'identità". Alla domanda se Messina Denaro abbia tentato la fuga, gli investigatori hanno affermato di "non aver visto tentativi di fuga" anche se, hanno aggiunto, "sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo che stava entrando nella struttura". "Fino a ieri era certamente il capo della provincia di Trapani, da domani vedremo", ha spiegato il procuratore aggiunto Paolo Guido sugli assetti dei vertici di Cosa nostra dopo l'arresto di Messina Denaro.

"Abbiamo catturato l'ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93", ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. "Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato a termine questa mattina che conclude un lavoro lungo e delicatissimo. E' un debito che la Repubblica aveva con le vittime della mafia che in parte abbiamo saldato". "Catturare un latitante pericoloso senza ricorso alla violenza e senza manette è un segno importante per un paese democratico". "Allo stato non abbiamo elementi per parlare di complicità del personale della clinica anche perchè i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora" ha aggiunto il procuratore.

"Ci è apparso in buona salute e di buon aspetto non ci pare che le sue condizioni siano incompatibili con il carcere", ha spiegato l'aggiunto di Palermo Paolo Guido alla conferenza stampa. "Era di buon aspetto, ben vestito, indossava capi di lusso ciò ci induce a dire che le sue condizioni economiche erano buone", ha aggiunto. "Ovviamente sarà curato come ogni cittadino ha diritto essere curato", ha concluso. Al momento della cattura indossava anche un orologio molto particolare del valore di 30-35mila euro.

CHI E' IL FIANCHEGGIATORE DEL BOSS. E' un commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato. È il profilo di Giovanni Luppino, l'uomo arrestato insieme al superlatitante Matteo Messina Denaro. È stato lui a portarlo in macchina presso la clinica privata di Palermo per le cure. Luppino è di Campobello di Mazara, paese vicino a Castelvetrano. Da qualche tempo gestiva, insieme ai figli, un centro per l'ammasso delle olive cultivar Nocellara del Belìce proprio alla periferia di Campobello di Mazara. La sua funzione era quello di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti che, in zona, arrivano dalla Campania.

Chi e' Messina Denaro (e perché la sua cattura è importante)

L'arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica oncologica è coerente con risultati investigativi, anche molto datati che lo indicavano affetto da serie patologie. Tracce del boss superlatitante risalenti al gennaio del 1994, lo collocavano infatti in Spagna, a Barcellona, dove si sarebbo sottoposto, presso una nota clinica oftalmica, ad un intervento chirurgico alla retina. Ma non solo: avrebbe accusato - sempre secondo risultanze investigative di alcuni anni fa - una insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi. Per non rischiare l'arresto durante gli spostamenti per le cure ed i trattamenti clinici, il boss avrebbe installato nel suo rifugio le apparecchiature per la dialisi. Una importante conferma sulle patologie accusate dal superlatitante giunse nel novembre scorso dal pentito Salvatore Baiardo, che all'inizio degli anni '90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano a Milano. In un'intervista televisiva, su La7 a Massimo Giletti il pentito rivelo' che Matteo Messina Denaro era gravemente malato e che proprio per questo meditava di costituirsi.

Meloni: 'La mafia si puo' battere ma non e' sconfitta' 

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era latitante dall'estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell'epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l'inizio della sua vita da Primula Rossa. "Sentirai parlare di me - le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue - mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità". Il capomafia trapanese è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del '93 a Milano, Firenze e Roma. Messina Denaro era l'ultimo boss mafioso di "prima grandezza" ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell'ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.

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