mercoledì 30 marzo 2016

Padoan: "L'Ue danneggia l'Italia, così non va".

Pier Carlo Padoan © ANSA

Il ministro dell'Economia: "Modalità di calcolo impongono al nostro Paese aggiustamenti dolorosi, ma rispetteremo le richieste".

Lo sforzo richiesta dall'Ue all'Italia è "deformato da considerazioni statistiche" e "queste regole, imponendo all'Italia aggiustamenti dolorosi, le recano maggior danno che ad altri Paesi, e questo non mi va bene''. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in una intervista a Le Figaro nella quale conferma che ''l'Italia rispetterà lo sforzo di aggiustamento che le è richiesto''. Anche la Commissione europea, spiega Padoan, "ammette che questo metodo di calcolo potrebbe essere differente, ma non si cambiano le regole durante il gioco".

Padoan risponde ad una domanda su come si difenderà l'Italia rispetto alla possibilità che Bruxelles apra contro il Paese una procedura di infrazione per deficit eccessivo. "L'Italia rispetterà lo sforzo di aggiustamento che le è richiesto", premette Padoan spiegando che ''manteniamo con Bruxelles un dialogo continuo''. ''Si rimprovera a volte all'Italia - aggiunge - di chiedere troppa flessibilità, di mostrarsi insaziabile, dimenticando che questa domanda è del tutto legittima, perché si iscrive nelle regole europee". Il nostro Paese, sottolinea ancora, "è quello che ha fatto gli sforzi di aggiustamento più intensi della sua politica di bilancio".

"Serve un ministro delle Finanze unico della zona euro", sottolinea Padoan. "In primo luogo, un ministro unico delle Finanze servirebbe a garantire la messa in atto di una politica di bilancio europea più equilibrata - spiega - Dovrebbe anche gestire eventuali azioni di sostegno che implichino risorse comuni, come la gestione dei flussi migratori o del rafforzamento della sicurezza europea. L'Europa deve dotarsi di risorse proprie. E' difficile immaginare che si continuino a spendere tante energie per arrivare ad accordi come quello con la Turchia sui migranti".


C'è da domandarsi se i nostri pseudo-rappresentanti siano ingenui o facciano solo finta di non capire. 
Quando decisero l'entrata in UE firmarono un contratto contenente delle regole che avrebbero dovuto rispettare, perché adesso scendono dalle nuvole? Pensavano di poter gestire l'evento come hanno gestito il governo del paese?
Pensavano che la UE, come una madre permissiva, avrebbe perdonato le loro marachelle proteggendoli sotto il manto azzurro?
Oltre che dannosi ed inadeguati al compito loro affidato, quello della gestione e conduzione del paese, stanno dimostrando di essere anche incompetenti sulle faccende internazionali.
Ci hanno danneggiato, sono la nostra vergogna, ma continuano spudoratamente ed imperterriti ad aprir bocca ed elargire idiozie.
Aspettiamoci altri dolorosi tagli al nostro potere d'acquisto, perchè è bene che si sappia, a pagare lo scotto della loro inadeguatezza, della loro incapacità e della corruzione della quale si servono per mantenere potere e poltrone, saremo solo noi, i cittadini che producono, ma ai quali hanno tolto ogni potere, secondo la loro "libera interpretazione di democrazia"!
La stessa democrazia che esportano altrove danneggiando intere popolazioni, rendendole schiave. 

sabato 26 marzo 2016

Buona Pasqua!


A tutti! Nessuno escluso!
Cetta.

Alla sbarra vigilessa "annulla multe". - Martino Villosio



"Dimenticati" nel cassetto i ricorsi del figlio e degli amici Decorsi 60 giorni la sanzione veniva automaticamente annullata.

Avrebbe fatto annullare decine di multe, «dimenticando» nel cassetto i ricorsi degli automobilisti senza trasmetterli alla prefettura come previsto dalla legge e facendo in questo modo decadere le sanzioni. 
Una distrazione sospetta, quella imputata a una vigilessa romana, visto che tra i «graziati», secondo la procura, ci sarebbe anche il figlio della donna oltre ad una pattuglia di suoi conoscenti. L’ultimo agguato al fegato dell’automobilista capitolino medio senza santi in paradiso, da tempo avvezzo a trasalire ed a sgranare il rosario ad ogni visita del postino dopo aver inondato più volte al mese di calde lacrime il parabrezza "battezzato" da vigili e ausiliari del traffico, si è consumato ieri in un’aula di piazzale Clodio. A processo davanti tribunale collegiale, accusata di abuso d’ufficio continuato, c’era una donna di 52 anni, istruttore di Polizia Municipale presso il XIII Gruppo Aurelio. 
Secondo quanto ricostruito nel capo di imputazione, nello svolgimento delle mansioni di responsabile dell’attività istruttoria delle pratiche d’ufficio svolte dal Reparto Elaborazione Sanzionatorio, avrebbe omesso di trasmettere al prefetto di Roma gli atti relativi a 29 ricorsi contro multe comminate tra il 2011 e il 2012. In questo modo avrebbe procurato intenzionalmente agli autori delle violazioni un «ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nel mancato pagamento della sanzione amministrativa in assenza di qualsivoglia valutazione sulla fondatezza dell’accertamento». Il tutto «in violazione degli obblighi di lealtà, correttezza e trasparenza incombenti sul pubblico ufficiale».
Il Codice della Strada infatti, all’articolo 203, prevede che il responsabile del comando cui appartiene l’organo «accertatore» trasmetta al prefetto gli atti del ricorso ricevuto contro un verbale di multa entro 60 giorni dal deposito. Se questo termine perentorio non viene rispettato il ricorso, secondo la legge, è da considerarsi automaticamente accolto. Nel caso specifico, come detto, i ricorsi degli automobilisti non sarebbero neppure stati inviati in prefettura: una versione aggiornata dell’antica prassi del «verbale stracciato», italianissima cortesia riservata all’amico o al parente ormai divenuta impraticabile e facile da smascherare negli uffici pubblici.
Ieri in aula, davanti al pm Francesco Scavo, hanno sfilato come testimoni alcuni colleghi della vigilessa a processo. È stato proprio il pm a sottolineare come, nella lista dei ricorsi che sarebbero stati nascosti, ce ne sia anche uno relativo ad una multa presa dal figlio dell’imputata ed altri riferiti a sanzioni elevate a carico di alcuni conoscenti della donna. In base a quanto ricostruito ieri in aula, la vigilessa sarebbe stata smascherata per puro caso dagli stessi colleghi del suo reparto ad ottobre 2013. Un giorno in cui lei era assente dal lavoro, la procura di Roma chiamò nel suo ufficio per chiedere urgentemente la pratica di un accertamento demaniale. Un collega avrebbe allora contattato la donna al telefono, per sapere dove potesse trovarsi il fascicolo che stava seguendo proprio lei. La signora avrebbe risposto di guardare dappertutto, anche nella vaschetta con le cartelle di sua competenza sistemata - insieme a quelle degli altri vigili dell’ufficio - sopra una mensola. Proprio lì il suo collega avrebbe rinvenuto una busta con la scritta «ricorsi 2012»: all’interno c’erano le multe ormai da tempo scadute e mai trasmesse al prefetto. «Sono cose mie», avrebbe replicato la donna alla richiesta di chiarimenti sul contenuto del plico come ha raccontato ieri in aula il pubblico ufficiale autore della scoperta. Da quella risposta evasiva sarebbe quindi partita l’inchiesta coordinata proprio dall’ex comandante del XIII Gruppo Aurelio Davide Orlandi, anche lui ascoltato ieri dal pm Scavo in qualità di testimone di polizia giudiziaria.

Appalti pubblici, 80 rinviati a giudizio. - Andrea Ossino

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A processo per false attestazioni di requisiti il numero uno dell’Axsoa, Calcagni. Dovrà rispondere ai giudici anche l’ex presidente dell’Autorità di Vigilanza Brienza.

Politici, dirigenti, attrici e imprenditori. 
Sono circa 80 le persone rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle false attestazioni rilasciate dalla società Axsoa, l’azienda investita dall’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Giancarlo Cirielli e dal procuratore aggiunto Nello Rossi. 

I magistrati contestano, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere, corruzione, falso e abuso d’ufficio. Secondo gli inquirenti, la Axsoa, società specializzata nella certificazione dei requisiti per la partecipazione agli appalti pubblici, era in grado di accontentare anche le imprese non in regola. 
Naturalmente occorreva elargire del denaro. 
Non si trattava certo di pochi spiccioli. Le tariffe per una falsa attestazione infatti, stando a quanto ricostruito dai magistrati romani, potevano arrivare ad attestarsi su cifre che si aggiravano intorno a 700 mila euro. Nonostante si trattasse di una cifra importante, questa sarebbe apparsa ragionevole. 
In ballo c’erano infatti alcuni tra i più corposi appalti pubblici banditi da aziende del calibro di Ama, Atac e Cotral, delle Poste, dei ministeri, del provveditorato per i Lavori pubblici o dei grandi ospedali. 
In questa storia dove i controllori si piegano agli interessi dei controllati, secondo quanto emerge dagli atti a disposizione della procura di Roma, la posta in ballo era rappresentata dalle Soa. Compito delle Società organismo di Attestazioni era quello di rilasciare documenti che fino a due anni fa, erano essenziali per le imprese che intendevano partecipare a gare d’appalto pubbliche. Nell’ordinanza il gip Simonetta D’Alessandro parla di un sistema criminoso basato su «un collaudato ed organizzato sistema, mascherato dietro l’attività di carattere pubblicistico esercitato dall’Axsoa spa, volto a vendere ai clienti della società di attestazione non già un servizio corretto ed imparziale di verifica dei requisiti e di successiva attestazione, bensì un pacchetto completo costituito dalla vendita dei requisiti di attestazione solo cartolare». Il prossimo 14 settembre, tra i numerosi imputati chiamati a difendersi dalle accuse mosse dalla procura di piazzale Clodio, c’è anche l’ex presidente dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Brienza. L’attività di indagine delle Unità speciali Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza aveva condotto i magistrati capitolini a ritenere che Brienza, grazie alle pratiche «addomesticate» sarebbe riuscito ad ottenere consistenti benefit. 
Negli atti dell’inchiesta, spunta infatti un box auto pagato da un imprenditore e un attico a viale Nizza. Un immobile che Mario Calcagni aveva messo a disposizione, a titolo completamente gratuito, per la figlia di Brienza. 
Poi c’è la vicenda relativa ad un posto di lavoro per la sua compagna, e quella che riguarda una consulenza da 5000 euro al mese di cui lo stesso Brienza avrebbe beneficiato nella stessa Soa, ente che avrebbe dovuto controllare. Mario Calcagni, 64 anni, doveva essere un comune impiegato dell’Axsoa, ma in realtà, sarebbe stato una sorta di padre padrone dell’azienda. Era lui, secondo i pubblici ministeri, a ridistribuire le mazzette. Anche la moglie, Raffaella Bigonzi, in arte Raffaella Bergè, era finita nella bufera giudiziaria. La protagonista della soap opera «Centovetrine», secondo il gip avrebbe compiuto «operazioni atte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa» di un assegno circolare di 200mila euro. Anche Alfredo Gherardi, sempre della società Axsoa spa avrebbe gestito il presunto business illecito. Tra i nomi iscritti sul registro degli indagati spunta quello di Massimo Colletti, del direttore generale della Vigilanza, Maurizio Ivagnes, del funzionario dell'Ufficio Qualificazione Maria Grassini e del deputato di Scelta Civica, Angelo D'Agostino. Per il primo, ieri, il giudice per l’udienza preliminare ha dichiarato il non luogo a procedere. Nel caso di altri 3 indagati: Ivangnes, Francesco Di Svevo e Tiziana Carpinello, come nei confronti di Brienza il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere limitatamente al reato di rivelazione del segreto d’ufficio. La posizione dell’ex presidente della Corte dei conti, Luigi Gianpaolino, era già stata archiviata. In abbreviato invece Gino Sorvillo è stato condannato a tre anni di reclusione. Mentre Bernardino Ciccarella è stato assolto. Per le circa 80 persone rinviate a giudizio, il prossimo appuntamento è fissato al 14 settembre, giorno in cui avranno la possibilità di difendersi raccontando la loro verità.

giovedì 24 marzo 2016

Sicilia, pasta e latte in cambio di voti: indagati due esponenti di Ncd. Procura generale di Palermo avoca inchiesta. - Giuseppe Pipitone

  
  Cascio e Gualdani                                                                

Si tratta di due figure di spicco del partito di Angelino Alfano in Sicilia: sotto inchiesta è finito infatti il coordinatore di Ncd sull’isola, Francesco Cascio, deputato regionale ed ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, e Marcello Gualdani, eletto alla Camera dei deputati nel 2013. Nel settembre 2014 i pm avevano chiesto l'archiviazione, respinta dal gip.

Pacchi di pasta, latte e intere buste della spesa distribuiti in un quartiere popolare in cambio di voti per le elezioni regionali in Sicilia. È per questo motivo che due esponenti del Nuovo Centrodestra sono indagati per voto di scambio dalla procura di Palermo. Si tratta di due figure di spicco del partito di Angelino Alfano in Sicilia: sotto inchiesta è finito infatti il coordinatore di Ncd sull’isola, Francesco Cascio, deputato regionale ed ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, e Marcello Gualdani, eletto alla Camera dei deputati nel 2013.
L’indagine prende spunto da alcune intercettazioni telefoniche, registrate durante la campagna elettorale per le elezioni regionali dell’ottobre del 2012. È in quei giorni che il Gico della Guardia di Finanza s’imbatte nelle conversazioni di alcuni galoppini, in passato indagati per spaccio, che si danno un gran da fare al Villaggio Santa Rosalia, un quartiere popolare palermitano. Attaccano i manifesti elettorali, distribuiscono le derrate alimentari destinate ai meno abbienti tra i propri clientes, e poi prendono nota dei seggi elettorali in cui andranno a votare. “Mi devi fare avere le sezioni: nome e cognome di queste persone” , dice al telefono uno degli otto indagati, a pochi giorni dal voto. L’inchiesta va avanti per due anni nel più assoluto riserbo. Poi il 30 settembre del 2014 i pm Alessandro Picchi e Sergio Barbiera chiedono l’archiviazione, negata dal gip Lorenzo Jannelli. Quindi, a tre anni e mezzo di distanza dai fatti, interviene la procura generale che decide di avocare l’inchiestaIl motivo? “Le indagini fin qui espletate appaiono incomplete e all’attività d’intercettazione non è seguita alcuna indagine volta a riscontrare le informazioni acquisite”, scrive il sostituto procuratore generale Luigi Patronaggio nel suo decreto d’avocazione. Per il pg risultano inoltre “incomplete le iscrizioni nel registro delle notizie di reato” e “non sono stati approfonditi i rapporti tra i procacciatori di voto, i beneficiari e la malavita organizzata”.
Nell’udienza camerale fissata dal gip per il 24 marzo, dunque, il pg Patronaggio chiederà di potere ritirare la richiesta d’archiviazione depositata un anno e mezzo fa dai colleghi della procura, ordinando quindi nuove indagini. “Se già la procura della Repubblica, al termine delle indagini, aveva riconosciuto la mia assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi di reato, la richiesta di avocazione delle indagini da parte della procura generale non mi turba e anzi farò immediata richiesta per essere sentito in merito a quanto mi viene contestato”, dice Cascio, difeso dall’avvocato Enrico Sanseverino. E in attesa di capire quale sarà il futuro l’inchiesta sui due esponenti di Ncd, le intercettazioni delle Fiamme gialle ricostruiscono il contesto dei rapporti nell’autunno del 2012 all’interno del Pdl, dal quale provengono i due politici indagati. Come quando Cascio, proprio durante le operazioni di voto, chiede ad uno dei suoi fedelissimi: “Gli abbiamo rotto il culo a Scoma? È questo che mi vuoi dire?”. Francesco Scoma, dal 2013 senatore del Pdl (e poi rimasto in Forza Italia) fu eletto sua volta all’Ars nell’ottobre del 2012 con ottomila voti: cinquemila in meno rispetto a quelli ottenuti Cascio. Che nella stessa telefonata, motivava così la possibile debacle del collega di partito: “Secondo me la gente gli ha fottuto i soldi a Scoma. C’è gente che si è pagata le campagne elettorali prossime con i soldi di Scoma”.

mercoledì 23 marzo 2016

La nostra risposta agli attentati di Bruxelles richiede pazienza e moderazione. - Simon Jenkins




Lo scopo del terrorismo non è distruggere o uccidere persone. Il suo scopo è perseguire una causa politica attraverso la pubblicità massiccia che è collegata al terrificante incidente. Le bombe di oggi a Bruxelles , a quanto pare collegate agli attacchi di Parigi lo scorso anno e la cattura di Salah Abdeslam venerdì scorso, sono palesemente lo scopo di fare proprio questo. Uccidere passanti non serve ai terroristi. Ciò che serve deriva dalla nostra reazione ad esso, dalla attenzione del pubblico polarizzata sull'atto e dalla risposta della comunità politica. Pubblicità e risposta sono "idiozie utili" dei terroristi.
Analisi attacchi Bruxelles: erano la loro vendetta per l'arresto di Abdeslam?


Non c'è possibilità che la comunità si renda immune dagli attacchi terroristici. Dal momento che sono casuali, nessuna protezione sarà mai adeguata. Nessuna quantità di lavoro di polizia o di sorveglianza, nessun impiego di eserciti o flotte, per non parlare di missili o armi nucleari, saranno in grado di proteggerla dai loro attacchi. L'Investigazione e la sorveglianza possono fare molto, ma i bombardieri e gli assassini vanno oltre.
Terrore politico è vecchio quanto la guerra. Dalle legioni romane a Bomber Command, instillare orrore nelle popolazioni civili è un'arma standard. "La lotta al terrorismo" non è "la pistola da combattimento".
Ciò che non è stupido (ciò che andrebbe fatto) è cercare di alleviare, e non aggravare, la rabbia che dà luogo ad atti di terrorismo, per diminuire la potenza dell'incidente stesso. Il primo richiede una politica estera più saggia di quanto la maggior parte delle nazioni occidentali hanno mostrato verso il mondo musulmano negli ultimi dieci anni. Il secondo è ancora più difficile da raggiungere. Esso richiede pazienza e moderazione nel pubblicizzare attentati terroristici e nel rispondere alle loro.



E' imprudente ciò che i media fanno, far credere che la sorveglianza e l'investigazione possano evitare le violenze. I media devono fare "report", ma non è necessario farlo con frenesia, quasi godendo morbosamente della violenza causata, come manifestamente ha fatto per la brutalità dello Stato islamico. L'intenzione del terrorista è chiaramente quello di fermare la società occidentale, dimostrando che la democrazia liberale è una farsa e per mettere in evidenza la persecuzione dei musulmani. 
E l'unica risposta per garantire la sicurezza per questi incidenti è smorzare gli animi. 

Ma, il potere, convinto della sua potenza, non osa ammettere che ci sono alcune cose contro le quali non ci può proteggere. 
Così, quando si verificano incidenti da una spinta con il ginocchio e richiede sempre più soldi e sempre più potere. 

Non gli si devono dare.

(traduzione di google e aggiustatine mie)

martedì 22 marzo 2016

Telecom, si è dimesso l’ad Marco Patuano. Per lui buonuscita di 7 milioni. I candidati alla successione. - Marigia Mangano


Marco Patuano. (Reuters)


L'amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, ha rassegnato le proprie dimissioni. L'ufficializzazione è arrivata da Telecom Italia che in una nota ha sottolineato che l'«efficacia è subordinata all'approvazione da parte dei competenti organi sociali dei relativi termini e condizioni». Marco Patuano, aggiunge il comunicato del gruppo tlc, «si qualifica come amministratore esecutivo non indipendente; alla data odierna, possiede 70.000 azioni ordinarie e 30.000 azioni di risparmio Telecom Italia». Quanto ai dettagli economici dell'uscita, si parla di circa 7 milioni di euro, qualcosa in più di due anni di retribuzione, come previsto dal contratto dei dirigenti.

L'uscita di scena del manager, alla guida del gruppo telefonico italiano dal 2011 dopo una carriera vissuta all'interno di Telecom Italia, arriva dopo la decisione di Vivendi, primo socio del gruppo con quasi il 25%, di dare al mercato un forte segnale di discontinuità. Tanto più che i rapporti tra l'amministratore delegato uscente e i francesi erano tutt'altro che idilliaci.
Con l'addio di Patuano scatta l'iter per trovare il suo successore. Il cda straordinario, chiamato a ratificare le dimissioni e liquidare la buonuscita del manager, preventivamente approvata dal Comitato nomine e remunerazione della società, si riunirà domani, con la maggior parte dei consiglieri collegati in videoconferenza o telefonicamente. Affidate al presidente Giuseppe Recchi le deleghe che erano in capo a Patuano, a Recchi stesso il board chiederà di attivare il Comitato nomine (in cui siede il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine) con l'incarico di proporre un nome per la poltrona di amministratore delegato della prima compagnia telefonica italiana.

Tra i favoriti, compare, nonostante le smentite ufficiali, l'ad di Ntv, Flavio Cattaneo. È già presente nel Cda Telecom e questo consentirebbe una transizione rapidissima, senza passare per una integrazione del Cda che richiede un'assemblea. Come chiaro tutto dipenderà dalle trattative che sono alle ultime battute. A frenare Cattaneo, secondo indiscrezioni, ci sarebbe una scadenza di stock option di Ntv. In questo caso potrebbero entrare in campo anche gli altri candidati sondati in queste settimane di attriti tra i soci e Patuano, come l'ex manager Rai e numero uno di Wind Luigi Gubitosi, o il presidente di Bt Global Service Europe, Corrado Sciolla. Ma a prendere forza, in caso non si chiuda con Cattaneo, sono i candidati stranieri tra cui l'ex Sky, Tom Mockridge, o Renè Obermann, che è stato ai vertici di Deutsche Telekom tra il 2006 e il 2013.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-03-21/telecom-si-e-dimesso-l-ad-marco-patuano-142513.shtml?uuid=ACGJm5rC

Scoperti 9 mostri stellari, 100 volte più grandi del Sole.

Rappresentazione artistica dei 'mostri stellari' 100 volte più grandi del Sole (fonte: NASA, ESA, P Crowther, University of Sheffield)Rappresentazione artistica dei 'mostri stellari' 100 volte più grandi del Sole (fonte: NASA, ESA, P Crowther, University of Sheffield)


Sono riunite in un unico ammasso.


Scoperte nove enigmatiche stelle supergiganti con una massa record di oltre 100 volte quella del nostro Sole: sono riunite in un unico ammasso stellare, chiamato R136. Le ha scoperte e descritte sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Paul Crowther, dell'università britannica di Sheffield, basandosi sulle immagini del telescopio spaziale Hubble. 

Di stelle con una massa centinaia più grande di quella del Sole, come quelle appena scoperte, se ne conoscono pochissime, appena qualche decina, e i meccanismi che ne rendo possibile la formazione rappresentano ancora oggi un punto interrogativo. La loro incredibile massa le porta a produrre un'enorme quantità di energia e per questo sono particolarmente calde e luminose, milioni di volte il nostro Sole. Caratteristiche che le fanno avere una vita breve, appena pochi milioni di anni, e le rendono difficili da vedere, perché la maggior parte della luce che emettono è solo ultravioletta. 

I nuovi 9 giganti stellari sono stati individuati all'interno di un ammasso stellare, una sorta di 'condominio' di stelle riunite in uno spazio ristretto, all'interno della nebulosa della Tarantola a 170.000 anni luce da noi. Vederli è stato possibile solo grazie a un particolare strumento, lo Space Telescope Imaging Spectrograph (Stis), che si trova a bordo di Hubble, il telescopio spaziale nato dalla collaborazione di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa). 

All'interno di questo ammasso stellare erano stati già trovati altri giganti simili, tra cui anche R136a1 la più 'pesante' e luminosa stella conosciuta. Ora, grazie alla nuova scoperta, sarà possibile analizzare meglio i possibili meccanismi proposti finora, che siano ad esempio il risultato della fusione di stelle binarie, per spiegare l'esistenza di questi giganti teoricamente 'impossibili'.

venerdì 18 marzo 2016

SEMI DI LINO: COSA ACCADE AL CORPO ASSUMENDONE UNA MANCIATA OGNI GIORNO. - Marta Albè

semi di lino Benefici Corpo
semi di lino rappresentano un ingrediente benefico utile da inserire nella dieta per favorire il buon funzionamento del nostro organismo. Ma sappiamo davvero cosa succede al nostro corpo se ne assumiamo una manciatina ogni giorno? Con i semi di lino facciamo il pieno di omega 3 e ci prendiamo cura del nostro intestino.
Essi sono considerati, infatti, una delle principali fonti vegetali di acidi grassi omega 3. Si tratta di acidi grassi essenziali che il nostro organismo ricava dal cibo e che dobbiamo assumere regolarmente per mantenerci in salute. Non a caso, tra le altre fonti vegetali di acidi grassi omega 3 troviamo anche l’olio di lino e le noci. Se assumiamo, quindi, regolarmente e ogni giorno una piccola quantità di semi di lino possiamo garantire al nostro corpo il fabbisogno quotidiano di omega 3 necessario per il nostro benessere.

Come assumere i semi di lino

I nutrizionisti consigliano di non assumere i semi di lino interi perché il nostro corpo non sarebbe in grado di assimilarli e li espellerebbe così come sono. Per questo motivo è necessario tritarli in modo da sminuzzarli prima di mangiarli. Così il nostro corpo potrà assimilare le preziose sostanze nutritive che contengono. Dato che gli acidi grassi omega 3 si deteriorano facilmente, il suggerimento è di tritare o macinare i semi di lino al momento. Può essere utile avere a disposizione un piccolo tritatutto o un macinacaffè elettrico per eseguire rapidamente questa semplice operazione.

Quanti semi di lino mangiare ogni giorno

La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana consiglia di assumere 1 o 2 porzioni di alimenti che contengono omega 3 ogni giorno per assicurare al nostro organismo il quantitativo corretto di acidi grassi essenziali.
In particolare nel caso dei semi di lino una porzione equivale a tre cucchiaini, mentre di conseguenza due porzioni equivalgono a sei cucchiaini. L’ideale sarebbe dunque assumere da 3 a 6 cucchiaini di semi di lino al giorno, sempre dopo averli macinati, in modo che il nostro corpo possa assimilarli in modo corretto.

I benefici dei semi di lino

Se assumiamo i semi di lino ogni giorno ci depuriamo e facciamo il pieno di omega 3. I semi di lino sono benefici per la nostra salute non soltanto per il loro contenuto di omega 3. L’assunzione di semi di lino, accompagnati da un bicchiere d’acqua, è consigliata soprattutto per risvegliare il nostro intestino, per depurarlo e per prevenire e contrastare la stitichezza.
Basta lasciare riposare per una notte un cucchiaio di semi di lino in mezzo bicchiere d’acqua perché si formi una sorta di gel naturale, una sostanza mucillaginosa considerata benefica da assumere al mattino a stomaco vuoto per risvegliare l’intestino.
Con i semi di lino potrete preparare un infuso a freddo per aiutare l’intestino a funzionare in modo corretto e a depurarsi al meglio. Qui trovate le indicazioni per la preparazione e altri rimedi naturali a base di semi di lino.
Assumere i semi di lino ogni giorno aiuta a bilanciare il corretto apporto di omega 3 e di omega 6 nella nostra dieta. Gli omega 6 sono molto più presenti negli alimenti rispetto agli omega 3 e dunque è molto più semplice assumerli nella normale alimentazione, mentre dobbiamo cercare di prestare più attenzione agli omega 3 e da questo punto di vista i semi di lino sono davvero un aiuto prezioso, soprattutto per chi è vegetariano o vegano e non assume omega 3 da fonti alimentari come pesci e molluschi (che però accanto agli omega 3 possono contenere, purtroppo, un livello eccessivo di mercurio).
Ricordiamo dunque che una manciatina di semi di lino macinati o di noci (circa 30 grammi al giorno) grazie agli omega 3 e agli altri preziosi elementi benefici che contengono ci aiutano a preservare la salute del cuore, della circolazione, del cervello e dell’intestino. Grazie ai semi di lino dunque potremo orientare la nostra alimentazione e il nostro stile di vita verso un maggior benessere.

Come inserire i semi di lino nella dieta quotidiana

Ora che abbiamo scoperto i principali benefici dei semi di lino, vediamo qualche trucco per inserirli più facilmente nella nostra dieta quotidiana. Per beneficiare degli omega 3 presenti nei semi di lino dobbiamo consumarli tritati e sempre crudi, perché il calore e la cottura alterano gli acidi grassi essenziali.
Il modo più semplice per mangiare una manciata di semi di lino ogni giorno è aggiungerli dopo averli tritati alla nostra tazza con il muesli o con i cereali per la colazione, oppure alle macedonie e ai frullati preparati in casa da noi.
Mentre a pranzo e a cena potremo aggiungere i semi di lino alle nostre insalate. I semi di lino daranno un tocco saporito e salutare in più a tutti i vostri piatti.Qui altri consigli utili per arricchire facilmente la dieta con i semi di lino.
Utilizzate già i semi di lino nella vostra dieta? Avete notato dei benefici?

AMARANTO, QUINOA E CAÑIHUA: I 3 SEMI CHE SALVERANNO IL MONDO. - Marta Albè

quinoa amaranto semi

Amarantoquinoa e canihua, ecco tre semi originari delle Ande che possono salvare il mondo. Infatti rappresentano una fonte molto preziosa di amminoacidi essenziali e la loro coltivazione può avvenire in condizioni climatiche avverse, senza ricorrere a erbicidi e pesticidi.
L’amaranto era considerato l’oro degli Inca e insieme alla quinoa e alla cañihua costituiscono gli alimenti basilari dell’alimentazione delle popolazioni sudamericane che vivono sugli altipiani andini. Amaranto e quinoa negli ultimi anni si sono diffusi in altri Paesi del mondo. Possono esserci utili per variare la nostra alimentazione. Scopriamo quali sono le caratteristiche di questi alimenti e perché possono contribuire a salvare il mondo.

Amaranto

Negli ultimi tempi l’amaranto ha fatto parlare di sé come protagonista di una vera e propria crociata naturale contro le coltivazioni OGM di Monsanto. L’amaranto è una pianta molto resistente che è in grado di invadere i campi coltivati con la soia OGM. Infatti l’amaranto, che potenzialmente è una pianta infestante, riesce a resistere al potente erbicida Roundup a base di glifosato che viene normalmente utilizzato come diserbante in agricoltura.
Oltre ad essere in grado di resistere ad uno degli erbicidi più nocivi utilizzati in agricoltura, l’amaranto si distingue per la sua ricchezza di vitamine, in particolare di vitamina A e di vitamina C, e per il suo contenuto proteico. La coltivazione dell’amaranto è in grado di sopportare molto bene le avversità climatiche.
amaranto quinoa semi
Le piante di amaranto non vengono colpite da particolari malattie e sanno difendersi dagli insetti in modo naturale. L’amaranto è la prova che le sementi super resistenti esistono già in natura e che il mondo non ha dunque bisogno di ricorrere agli OGM per migliorare le coltivazioni e incrementare i raccolti.

Quinoa

La FAO ha dichiarato il 2013 ‘Anno internazionale della quinoa’ per sottolineare che da secoli questo "pseudo cereale" è alla base dell’alimentazione delle popolazioni contadine delle Ande e che ora merita di essere riscoperto. La quinoa è una coltivazione molto resistente ed è anche l’unico alimento in grado di fornire da solo al nostro organismo in quantità adeguate tutti gli amminoacidi essenziali che ha bisogno di ricavare dal cibo per produrre le proteine.
Negli ultimi anni il consumo della quinoa sta diventando popolare al di fuori del Sudamerica e iniziano a sorgere dei dubbi sulla sostenibilità di una sua coltivazione su larga scala per soddisfare la crescita dalla domanda.
quinoa moda superfood
Esiste però una soluzione molto semplice per essere sicuri di avere a disposizione una quinoa sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Si tratta di scegliere la quinoa del commercio equo e solidale, la cui produzione tutela il territorio e le popolazioni, permettendo ai contadini di uscire dalla povertà.

Cañihua

Cañahua o cañihua, ne avevate mai sentito parlare? Si tratta di una pianta erbacea annuale simile alla quinoa nell’aspetto e per la ricchezza di amminoacidi. Dal punto di vista nutrizionale ha un elevato contenuto di proteine e un basso apporto di grassi. Cresce molto bene in alta montagna e sopporta le basse temperature.
Si tratta di una coltivazione molto resistente. A differenza della quinoa però questa pianta non contiene saponine, una caratteristica vantaggiosa dal punto di vista della cottura. La quinoa invece contiene saponine e proprio per questo motivo va risciacquata prima di cuocerla così da eliminare le sostanze che le darebbero un sapore amaro. La sua coltivazione e il suo utilizzo avvengono su piccola scala e a livello esclusivamente locale in Perù e in Bolivia.
cañihua
La cañihua è originaria delle Ande e la sua coltivazione è molto promettente dato che questa pianta è in grado di resistere al gelo, ai parassiti, alle malattie e alla siccità. Le sue molteplici capacità di resistenza e le sue caratteristiche nutrizionali la rendono un alimento sicuro e benefico per le famiglie che vivono sull’altopiano boliviano. In questo modo anche le popolazioni più povere hanno a disposizione di che nutrirsi. La coltivazione della cañihua non ha bisogno di pesticidi, è sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Palermo: apre l'ipermercato a km zero, 2800 prodotti made in Sicily.

Palermo: apre l'ipermercato a km zero, 2800 prodotti made in Sicily

Sanlorenzo Mercato apre al pubblico nell'antica fabbrica di agrumi. Nove botteghe, marchi tipici Igp e Dop e una serie di eventi. Fra i partner la facoltà di Agraria dell'Università.

Si chiama Sanlorenzo Mercato e da domani sarà aperto al pubblico. Si trova al civico 288 nell'omonima via a Palermo. Un tempo era una fabbrica di derivati agrumari, dopo 40 anni torna a nuova vita. Gli antichi capannoni - uno spazio di 1.500 metri quadrati con annesso un giardino da 1.200 metri quadrati - ospitano nove botteghe (dalla caffetteria al forno, dalla pescheria alla macelleria, dall'ortofrutta alla salumeria, friggitoria e un'osteria) dove è possibile acquistare una selezione di 2.800 prodotti siciliani (29 Igp e Dop) a chilometro zero per un'offerta gastronomica che consente di passare dalla frittura di pesce, ai centrifugati di frutta e verdura, dal classico 'sfincione' alla mortadella d'asina al tè e ai frutti esotici.

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Sanlorenzo Mercato non è solo uno spazio commerciale, ma vuole diventare un luogo culturale e per quest' anno ha già in calendario 150 eventi: si comincia il 31 marzo con un incontro sui cibi della salute. Tra i partner annovera anche l'università di Palermo: non a caso gli studenti della facoltà di Agraria frequenteranno ad ottobre la prima lezione del corso di Laurea in Scienze tecnologie agroalimentari. Sanlorenzo Mercato, che sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 22 dalla domenica al giovedì, mentre  da venerdì a sabato fino alle 24, guarda anche al sociale; non a caso ha stretto anche un accordo con il Banco Alimentare di donare il cibo invenduto o prossimo alla scadenza alle famiglie in stato di bisogno del quartiere Sanlorenzo.

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"Mercato San Lorenzo vuole diventare un luogo di incontro - ha detto l'ideatore e imprenditore Dario Mirri - per allestire questo spazio abbiamo investito circa 3 milioni di euro. I prodotti freschi sono il nostro core business, è il primo esperimento in Sicilia. La formula scelta è quella della filiera corta, vogliamo mettere in contato produttori e consumatori". "In Sicilia esistono 5 mila imprese - ha aggiunto- che commercializzano agroalimentari e 220 mila aziende produttive, sono numeri importanti e ho immaginato che c'era la necessità di creare un luogo di intermediazione non solo per commercianti e produttori ma anche tra quest'ultimi e i consumatori finali".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/03/17/news/palermo_apre_l_ipermercato_a_km_zero_2800_prodotti_made_in_sicily-135697844/

FOTOVOLTAICO: CREATO IL 'TAPPETO' CHE PRODUCE ENERGIA PULITA. - Francesca Mancuso

tappeto fotovoltaico

Si srotola come un tappeto, si trasporta facilmente ed è in grado di portare energia elettrica pulita anche nelle aree più remote del mondo. È il nuovo pannello fotovoltaico Roll-Array. a caccia di fondi sulla piattaforma Crowdcube.
Renovagen ha sviluppato e brevettato questo sistema portatile. Fino a 10 volte più potente rispetto alle soluzioni già esistenti, lo speciale pannello è molto sottile ed è stato progettato per essere utilizzato in aree difficili da raggiungere, come quelle colpite da disastrati e calamità naturali.
Roll-Array può alimentare una struttura medica di 120 posti letto eliminando la necessità di grandi generatori diesel. Il “tappeto” fornisce 100kW di potenzapermettendo la creazione di vere e proprie centrali elettriche trasportabili. E tutto senza produrre un solo grammo di CO2.
Anche il montaggio è molto semplice e veloce visto che il tappeto fotovoltaico è già dotato di tutto ciò che occorre per il suo funzionamento: dai cavi di alimentazione integrati ai moduli fotovoltaici.
Renovagen Roll
Non solo questa tecnologia è di veloce installazione ma garantisce anche una riduzione dei costi del carburante e la quantità di emissioni per il trasporto. I tappeti solari infatti non hanno bisogno di speciali mezzi ma possono essere trasportati da un veicolo 4×4 collegato a un piccolo rimorchio e possono essere trasportati in container standard.
Secondo Renovagen, un parco fotovoltaico standard richiede 22 ore d'installazione, mentre questi tappeti si srotolano in appena 2 minuti. Sono anche dotati di batterie e inverter in modo da garantire energia anche nelle ore in cui il sole non c'è.
Rollarray Renovagen
Un'altra alternativa agli inquinanti generatori diesel.

giovedì 17 marzo 2016

Omicidio al coca party, Foffo: “Ho fatto una cosa agghiacciante, non so come potrò mai scusarmi con i genitori di Luca”. -


Luca Varani

«Ho fatto una cosa terribile e agghiacciante, non so come potrò mai scusarmi con i genitori di Luca». È quanto detto oggi da Manuel Foffo al pm di Roma nel terzo interrogatorio in carcere sull’omicidio di Luca Varani. L’atto istruttorio durato quasi 4 ore.   
Al termine dell’interrogatorio l’avvocato Michele Andreano, difensore del giovane, ha spiegato che il ragazzo «appare molto provato». «Ancora non ricorda perfettamente i dettagli di questo terribile delitto e quindi abbiamo sospeso ma ci saranno ulteriori incontri con il pm. Manuel ha spiegato bene la sua posizione. Ricorda chiaramente cosa è accaduto in quella casa ma ci sono ancora dei vuoti. Ha ribadito la sua versione, sulla dinamica non ci sono grandi variazioni siamo ora ai dettagli su quanto successo», ha aggiunto.  
In carcere si è svolto anche un confronto tra Manuel Foffo e il padre, Valter. «Ma è vero che mi volevi uccidere?». «Sì, papà, è vero». I due, poi, sono scoppiati a piangere e si sono abbracciati. Il padre era rimasto molto colpito dalle dichiarazioni rese al pm dal figlio che parlando dell’omicidio di Luca aveva detto che sullo sfondo aleggiava questo suo desiderio di eliminare il genitore per il quale «provava una forte rabbia interiore». 


Scusarti? Si chiede scusa quando si fa una marachella, quando si offende qualcuno con parole o gesti.....ma quando si uccide un essere umano con tanta ferocia si chiede "PERDONO".

Ma credo che la colpa di ciò che hai fatto non sia tutta tua, ma di chi ti ha dato tutto e non si è mai curato di punirti quando lo meritavi, facendoti credere che eri immortale, intoccabile, furbo al punto di poter uccidere senza essere scoperto.

La vita non è come nei videogiochi dove c'è il "game over", nella vita, quando si muore, si è morti per sempre!
Cetta.