sabato 8 aprile 2023

L’ennesima buffonata. - Alessandro Orsini


Siccome in Italia la libertà d’informazione sulla sicurezza internazionale è pari a quella in Iran, Egitto e Corea del Nord, i media dominanti continuano a manipolare l’opinione pubblica affermando che la Cina potrebbe fare qualcosa per fermare la guerra in Ucraina.

La Cina non può fare niente giacché non può rimuovere le cause profonde della guerra: cause che possono essere rimosse soltanto dalla Nato e dagli Stati Uniti. Per fermare la guerra, occorre dare qualcosa in cambio alla Russia. La Cina non può dare ai russi la fine dell’espansione della Nato ai loro confini e, come conseguenza di ciò, non può ottenere la fine della penetrazione della Nato in Georgia, Finlandia e Ucraina. Non può nemmeno proteggere con il proprio esercito i russi del Donbass dalle bombe di Kiev o le basi russe in Crimea dai missili della Nato. State pur certi di questo: qualunque giornalista o conduttore radiofonico italiano affermi che la Cina potrebbe porre fine alla guerra, se lo volesse, è soltanto un manipolatore dell’opinione pubblica. Serve per nascondere il fatto che Biden vuole la guerra a tutti i costi e che la Commissione Europea è un gruppo di servitori della Casa Bianca. Serve a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri responsabili occidentali di questa tragedia; dalle politiche criminali che hanno condotto in Ucraina tra il 2014 e il 2022.
Non costruiremo un futuro migliore per i nostri figli fino a quando l’informazione sulla politica internazionale in Italia sarà quasi esclusivamente nelle mani di un gruppo di volgari manipolatori dell’opinione pubblica. Il viaggio di Ursula von der Leyen in Cina, con relativa richiesta a Xi Jinping di fermare la guerra, è soltanto l’ennesima buffonata della presidente della Commissione europea.
Cara Ursula von der Leyen, sei tu che devi fermare la guerra e non Xi Jinping. Lavora, proteggi l’Europa, guadagnati il posto che ricopri.
Risorga il movimento pacifista attraverso la diffusione della conoscenza. La cultura come mezzo di liberazione degli oppressi. I più oppressi sono coloro che subiscono le guerre. Voltate le spalle a Ursula von der Leyen, delegittimatela totalmente. Ursula von der Leyen non è la mia presidente.

Natalità e mortalità in Italia.

 

(Prologo) La natalità in Italia è al minimo storico e la mortalità resta ancora elevata: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti. È quanto emerge dagli indicatori demografici dell’Istat. Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti.(IlSole24Ore)

Quando nulla funziona come dovrebbe succede che nessuno mette al mondo figli e i bisognosi di cure muoiono; i figli costano e hanno bisogno di strutture inesistenti, gli ammalati muoiono perché la sanità funziona malissimo. Siamo alle solite, quando al governo ci sono incapaci il risultato non può essere diverso dall'attuale.
“Albert Einstein diceva: ”Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai delinquenti, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e se ne stanno lì a guardare”. …
Abbiamo quel che meritiamo...

cetta

Sistema Sanitario - Giuseppe Conte

 

“La fine del Sistema sanitario nazionale pubblico e universalistico porterà a un disastro sociale ed economico senza precedenti. Ma temo che nessuno se ne renda conto”. Nella Giornata mondiale della Salute è doveroso prendere in forte considerazione l'allarme lanciato nelle scorse settimane da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Mentre il Governo continua a puntare sull’aumento delle spese militari, battendosi perché siano scorporate dai vincoli di bilancio, i problemi quotidiani che i cittadini vivono sulla propria pelle rimangono sullo sfondo, privi di risposta.
Nella sanità la situazione sta diventando drammatica.
Le liste di attesa aumentano, i pronto-soccorso scoppiano, mentre medici specialisti e infermieri scarseggiano. Le stime dei sindacati di settore calcolano una carenza di oltre 60.000 infermieri nell’organico del nostro sistema sanitario nazionale, mentre le dimissioni dei medici dalle strutture pubbliche nel biennio 2020-2021 sono state circa 7 al giorno, e sono in costante aumento. Chi può si rifugia nelle strutture private, di qui la crescita della spesa sanitaria privata, che ha superato il 25% di quella complessiva, per un importo di 623 euro a persona. Con il risultato che si acuiscono le diseguaglianze già esistenti: si oscilla da un massimo 849 euro pro-capite a un minimo di 335 euro, con un’ovvia sperequazione tra le regioni del Nord e le regioni del Sud.
Il Governo in carica non fa nulla per invertire questa deriva che sta portando ad abbassare il livello delle prestazioni e ad aumentare i tempi delle liste di attesa. In base ai documenti di bilancio il Governo ha programmato una spesa sanitaria per il 2025 del 6,1% del Pil, mentre nel 2019 era del 6,4%. Molte Regioni hanno già denunciato che saranno costrette a tagliare i servizi sanitari e ad alzare i tributi locali.
Quando ragioniamo dei principi e dei valori a cui deve ispirarsi la nostra democrazia consideriamo anche questo: per la nostra Costituzione la guerra è un male che va ripudiato, la salute è l’unico diritto esplicitamente qualificato come fondamentale. Incrementare le spese militari e tagliare i servizi sanitari significa operare un completo ribaltamento dei nostri principi costituzionali.