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martedì 16 dicembre 2025

E dirlo prima? - Editoriale di Marco Travaglio.

 

Mentre Mattarella si iscrive al club dei sabotatori del negoziato perché i confini ucraini sono sacri e intoccabili (mica come quelli di Serbia e Kosovo che da vicepremier bombardò per 78 giorni), Zelensky pare sempre più ragionevole perché conosce l’unico verdetto che conta: quello disastroso del campo. In pochi giorni ha rimosso i due moventi fondamentali di questi 11 anni di guerra con la Russia: il Donbass e la Nato. La pillola amara dell’addio al Donbass, peraltro quasi tutto perso, l’ha indorata con l’annuncio che “Trump ci impone di rinunciarvi” (dobbiamo obbedire agli Usa, come sempre) e col caveat del referendum in loco. Ma tutti sanno che gli abitanti del Lugansk (tutto occupato) e del Donetsk (occupato all’85%) già prima della guerra erano quasi tutti russi o filorussi, e tantopiù lo sono ora, dopo 46 mesi di evacuazioni delle province occupate (in parte già ricostruite), dov’è rimasto quasi solo chi vuol restare russo o attende l’arrivo dei russi. Se si votasse, l’esito sarebbe scontato, quindi è improbabile che si voti: sennò si certificherebbe che da quattro anni rischiamo la terza guerra mondiale per difendere dai russi una popolazione che vuole stare coi russi.
Ieri poi Zelensky, sempre con l’aria di chi fa un gran sacrificio, ha rinunciato anche alla Nato: bella forza, visto che Trump (come l’ultimo Biden) non perde occasione di fargli sapere che la Nato se la scorda, anzi nel nuovo piano di Difesa ha messo nero su bianco che l’espansione a Est è morta e sepolta. Per chi, come noi, pensa all’inutile sacrificio di centinaia di migliaia di persone, le rinunce di Zelensky a ciò che ha già irrimediabilmente perduto ricordano la fiaba della volpe e dell’uva. Ma anche ciò che si diceva subito prima e subito dopo l’invasione del 2022. Per scongiurarla, Macron e Scholz imploravano Zelensky di rinunciare alla Nato e promettere l’autonomia del Donbass promessa negli accordi di Minsk: parlavano con Putin e sapevano che con quei due impegni non ci sarebbe stata invasione. Zelensky tentennò, poi su pressione Usa-Uk rifiutò e Putin invase. Ma il negoziato russo-ucraino partì subito, in Bielorussia e poi a Istanbul. Putin chiedeva sempre le stesse cose: no alla Nato e sì a Minsk in cambio del ritiro russo, cioè di un’Ucraina tutt’intera (parola dei negoziatori ucraini). E Zelensky ripeté due volte: “La Nato non è pronta ad accoglierci”, “Non possiamo entrare nella Nato”. Non solo: “Neutralità e intesa su Crimea e Donbass per la pace”. Ma Usa e Uk si rimisero di traverso e Zelensky li seguì, alzandosi dal tavolo mentre si discutevano le garanzie per Kiev e le dimensioni del suo esercito. Sembrerebbe il film Il giorno della marmotta, se sotto quei ponti non fosse passato un fiume di sangue.

lunedì 15 dicembre 2025

NATO obsoleta.

 

"Che la Nato si è obsoleta, non l'ha detto Trump ieri, lo sanno tutti, è la realtà, la Nato è obsoleta da quando è caduto il patto di Varsavia, il muro di Berlino, l'Unione Sovietica, la Nato non avendo nemici avrebbe dovuto sciogliersi perché era nata in funzione anti blocco sovietico, sparita l'Unione Sovietica e sparito il patto di Varsavia, Andreotti disse che cosa ci sta a fare la Nato? In tempi più recenti lo dissero Macron, che parlò di morte cerebrale della Nato, e Angela Merkel. Francia e Germania, quando ancora esisteva un'Europa autonoma dagli Stati Uniti, dissero che la Nato non aveva più alcun senso. Terzo, non è vero che a Trump non serve l'Europa o che rinuncia all'Europa. Sa di averla in tasca. È per quello che se ne frega. Li ha a rimorchio, a prescindere, ha detto Dazi al 10%, è arrivata la Von De Leyen e li ha firmati al 15%. Ha detto 5% Nato, avremmo potuto trattare un 4,5%, un 3,5%, no, abbiamo firmato il 5%. L'Europa, lui la dà per scontata con queste classi dirigenti che fanno finta di contestarlo quando sono lontane e poi vanno a leccargli il c**o quando sono alla Casa Bianca. Non ha problemi".

martedì 11 novembre 2025

Falso attacco alla Nato in Romania, il Mig-31 sabotato, l'offerta da 3 milioni al pilota. Mosca: «Così Kiev pianificava l'escalation»

 

Un falso attacco alla più grande base aerea della Nato in Europa, a Costanza, in Romania, per poi incolpare Mosca e innescare l'escalation. L'accusa arriva da Mosca, dove il servizio federale di sicurezza russo (Fsb) - e la fonte della notizia, in casi come questa, diventa parte del racconto - racconta di aver sventato un'operazione militare dell'Ucraina che progettava di dirottare un Mig-31 russo equipaggiato con un missile supersonico Kinzhal per effettuare un falso attacco. Lo ha riferito la stessa Fsb all'agenzia Tass, parlando anche di un coinvolgimento nell'operazione del Regno Unito. «Per dirottare il velivolo - spiegano i servizi di Mosca - l'Ucraina era pronta a reclutare piloti russi offrendo loro 3 milioni di dollari». I timori in Europa sono inevitabili: che Mosca abbia in mente di realizzare un'operazione del genere per poi incolpare l'Ucraina? 

L'attacco sventato.

Secondo l'Fsb, l'intelligence militare di Kiev avrebbe tentato di reclutare i piloti russi promettendo 3 milioni di dollari, per far dirigere il Mig verso la base della Nato a Costanza, in Romania. «Le misure prese - hanno detto i servizi russi citati da Ria Novosti - hanno sventato i piani dell'intelligence ucraina e britannica per una provocazione su larga scala». La tv di Stato di Mosca ha mostrato foto dei messaggi e registrazioni di un uomo che l'Fsb sostiene lavorasse per Kiev e Londra dai quali emerge l'offerta di 3 milioni di dollari a un pilota russo, al quale sarebbe stata anche promessa la cittadinanza di un Paese occidentale, per far volare il Mig verso l'Europa.

L'offerta da 3 milioni ai piloti.

Per il dirottamento, l'intelligence ucraina avrebbe quindi provato a reclutare piloti russi, offrendo loro 3 milioni di dollari. I servizi speciali programmavano di inviare il jet nell'area dove sorge la base aerea più grande della Nato, a Costanza, in Romania, dove sarebbe stato poi abbattuto dalla difesa aerea. Le misure messe in atto hanno sventato i piani dell'intelligence ucraina e britannica di portare avanti una provocazione su larga scala. 

Il coinvolgimento di Bellingat.

Un pilota di Mig-31 ha raccontato di essere stato contattato l'anno scorso da un uomo che si è presentato come Sergey Lugovsky, un ricercatore del gruppo investigativo open source Bellingcat. Quest'ultimo avrebbe inizialmente chiesto delle consulenze, per poi offrire denaro in cambio della defezione. Dopo il rifiuto del pilota, un agente ucraino che si faceva chiamare Aleksandr si è rivolto al pilota offrendogli 3 milioni di dollari e un passaporto straniero in cambio della guida dell'aereo per sorvolare una base aerea vicino a Costanza, in Romania.

Nessuna prova fornita.

L'ufficiale ha anche affermato che l'intelligence ucraina aveva preso in considerazione l'idea di avvelenare il comandante del MiG-31 in modo che il copilota potesse prendere il comando e completare il dirottamento.  L'FSB non ha fornito prove a sostegno delle sue affermazioni e non vi sono stati commenti immediati da parte dell'Ucraina, della Nato o di Bellingcat.

La base Nato di Costanza.

Secondo la TASS, la base in questione è la base aerea Mihail Kogălniceanu, nella Romania sudorientale, che si sta espandendo per diventare quella che le autorità rumene descrivono come la più grande base militare della Nato in Europa. Secondo i media rumeni, il progetto si estende su circa 3.000 ettari e ospiterà in modo permanente fino a 10.000 soldati della Nato e le loro famiglie. Il progetto da 2,5 miliardi di euro comprende piste di atterraggio, hangar, piattaforme per armi, scuole, asili, negozi e un ospedale. Secondo Euronews Romania, nel 2024 sono iniziati i lavori sulle infrastrutture principali della base, tra cui strade di accesso e sistemi di pubblica utilità, e la piena operatività è prevista entro il 2040.

I precedenti.

Secondo Mosca, Kiev in passato ha già offerto denaro e assistenza ai disertori. Nel 2023, il pilota russo di un Mi-8, Maksim Kuzminov, disertò in Ucraina, atterrando con il suo elicottero dietro le linee del fronte con l'aiuto dell'intelligence ucraina. Due degli altri membri dell'equipaggio, ignari del suo piano, morirono durante l'atterraggio. Kuzminov fu assassinato un anno dopo in Spagna, dove viveva con una nuova identità e un passaporto ucraino.

Nel 2022, l'Fsb ha accusato l'ex investigatore di Bellingcat Christo Grozev, giornalista di origine bulgara, di aver preso parte a un fallito tentativo ucraino di reclutare piloti militari russi. Grozev ha raccontato di essere stato inserito tra gli ufficiali dell'intelligence ucraina come documentarista e ha affermato che i suoi messaggi di testo erano falsi.

https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/falso-attacco-alla-nato-in-romania-il-mig-31-sabotato-l-offerta-da-3-milioni-al-pilota-mosca-cos%C3%AC-kiev-pianificava-l-escalation/ar-AA1QcsrQ

sabato 8 novembre 2025

MARCO TRAVAGLIO - O la faccia o la vita - IFQ - 8 novembre 2025.

 

Tutti sanno come finirà l’assedio russo a Pokrovsk: con la resa o con lo sterminio degli ucraini circondati e minoritari (uno contro otto). Come le battaglie di Mariupol, Bakhmut, Avdiivka e il blitz della regione russa di Kursk. Tutti conoscono pure il finale della guerra: la Russia si terrà i territori che voleva (quelli filorussi di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, più un cuscinetto di confine tra Sumy e Kharkiv) in cambio di quelli occupati in sovrappiù.
Che Kiev non avrebbe riavuto i territori perduti lo disse il generale Usa Milley nel novembre 2022, dopo la prima e unica vera controffensiva ucraina. Lo ammisero gli 007 ucraini due anni fa, dopo il tragico flop della seconda. Lo confessò Zelensky 11 mesi fa. Ma nessuno, a Kiev come nell’Ue nella Nato, voleva perdere la faccia: quindi si continuò ad armare e finanziare l’Ucraina senza spiegare ai poveri soldati rimasti vivi che non erano fuggiti dal fronte e dalla leva perché dovessero ancora combattere e morire.
La panzana di Putin che vuole l’intera Ucraina è incompatibile con gli appena 180 mila soldati inviati nel 2022 contro un esercito grande il triplo, con le aperture fatte un mese dopo ai negoziati di Istanbul e con la logica (il centro-ovest russofobo, anche se lo avesse occupato, avrebbe faticato a mantenerlo, pieni com’è di armi, mercenari e terroristi neonazisti). Ma fa comodo a chi ha perso la guerra per fingere di averla vinta e giustificare le centinaia di migliaia di vite e di miliardi sacrificati per difendere una causa persa, anziché negoziare e salvare il salvabile.

La propaganda occidentale, come le sanzioni, danneggia chi la fa e crede alle balle che racconta. Tanto a morire sono solo gli ucraini. L’unico a dire la verità (“Zelensky non ha più carte”) è Trump, il più grande bugiardo del mondo che però è l’unico in Occidente a non rischiare la faccia: la guerra non l’ha mica voluta lui. Tutti gli altri fischiettano, raccontando coi loro trombettieri che Pokrovsk resiste (come Mariupol, Bakhmut, Avdiivka). Ma già si preparano a minimizzarne la caduta come la volpe con l’uva: “Tanto è solo un cumulo di macerie”. Fingono di non sapere che i russi non assediano Pokrovsk da 14 mesi perché attratti dalle bellezze del luogo: ma perché la città è l’ultimo avamposto della Maginot a ferro di cavallo che la Nato dal 2014 ha creato in Donbass per evitare che gli indipendentisti e poi i russi dilagassero nelle grandi steppe indifese dell’Ucraina centrale. Oltre quella linea non ci sono più ostacoli verso Dnipro e la Capitale. Questo Zelensky e i vertici di Nato e Ue lo sanno benissimo. Se si decidessero a dirlo e ad agire di conseguenza salverebbero migliaia di vite. Ma la loro priorità è un’altra, quella di sempre: salvare la faccia e la poltrona. 

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giovedì 30 ottobre 2025

Così la Nato in Ucraina può minacciare la sicurezza russa. - Alessandro Orsini

 

L’esercito ucraino versa in una condizione sempre più tragica, ma Putin è sordo alle richieste di cessate il fuoco. L’uomo-massa non riesce a capire perché la Russia sia così preoccupata all’idea che l’Ucraina entri nella Nato.

L’uomo-massa tuona, esasperato: “Quante storie! L’Ucraina non potrebbe mai marciare su Mosca!”. L’uomo-massa pensa che la sicurezza della Russia sia soltanto una questione di ucraini che marciano su Mosca come i Galli di Brenno che marciavano su Roma. L’uomo-massa, che detiene la grande stampa e la maggioranza in Parlamento, dice: “Se l’Ucraina non è in grado di invadere la Russia, il problema non esiste!”.

L’uomo-massa non ha capito che cos’è la sicurezza. I temi chiave della sicurezza sono:
1) l’integrità territoriale;
2) la sovranità, ovvero il diritto di uno Stato di prendere le proprie decisioni nel modo che reputa opportuno;
3) l’incolumità dei propri cittadini; 4) il proprio potere rispetto a quello degli altri Stati.

In primo luogo, la sicurezza è minacciata se l’Ucraina consente agli Stati Uniti di piazzare basi della Cia al confine con la Russia. Come ha rivelato il New York Times il 25 febbraio 2024, nell’articolo: “The Spy War: How the C.I.A. Secretly Helps Ukraine Fight Putin”, la Cia e i servizi segreti ucraini hanno costruito dodici basi lungo il confine con la Russia a partire dal 2014. I lavori si sono svolti sotto tre presidenze: Obama, Trump e Biden. Scrive il New York Times: “Intorno al 2016 la Cia iniziò ad addestrare un commando d’élite ucraino, noto come Unità 2245, che si impadronì di droni e apparecchiature di comunicazione russe in modo che i tecnici della Cia potessero decodificarli e decifrare i sistemi di crittografia di Mosca”.

Se la Russia entra in guerra con uno Stato, la Casa Bianca può fornire ai nemici di Putin tante informazioni in grado di causare la morte di numerosi cittadini russi. La Cia può anche fomentare o incoraggiare disordini e rivolte interne.
La Nato in Ucraina accresce il potere di ricatto della Casa Bianca, riducendo la sovranità del Cremlino.
Gli americani possono dire ai russi:
“Se non piegate la testa su questo dossier, riveleremo i vostri segreti ai vostri nemici”. Gli Stati Uniti non vogliono che l’Italia accetti il 5G della Cina perché temono che i cinesi possano usare le tecnologie di telecomunicazioni per spiare le basi americane in Italia.

La Casa Bianca vuole spiare,
ma non vuole essere spiata.

In secondo luogo, la sicurezza della Russia è minacciata anche quando gli Stati confinanti, membri della Nato, possono chiudere i cieli e intrappolare i ministri russi a casa loro.

È accaduto il 6 giugno 2022 al ministro degli Esteri russo, Lavrov, che non ha potuto recarsi in Serbia perché tre Paesi della Nato, Montenegro, Macedonia del Nord e Bulgaria, gli hanno chiuso i cieli. Trump accetterebbe di non poter volare liberamente perché i Paesi vicini sono diventati membri di un’organizzazione militare egemonizzata dalla Russia?

In terzo luogo, la presenza della Nato in Ucraina consente agli Stati Uniti di piazzare i propri missili nucleari a due passi dalla Russia.

La Casa Bianca potrebbe dire alla Russia: “Posso colpirti con le armi nucleari molto più rapidamente, perché i miei missili sono a un metro da te”.

L’uomo-massa italiano ha una visione ingenua della sicurezza. Infatti, riduce il problema della sicurezza della Russia a un semplice: “Quante storie, mica gli ucraini possono marciare su Mosca!”.

L’uomo-massa non è un problema, a meno che non diventi presidente del Consiglio.

ilfattoquotidiano.it 

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lunedì 29 settembre 2025

Ucraina, la Russia colpisce i soldi della Nato. Il semplicissimus.

 

Il Corriere della Sera dice ai suoi lettori che Putin è un dittatore comunista, com’è d’uso per un giornale satirico che i suoi lettori e persino i suoi redattori prendono invece sul serio, dimostrando così il livello a cui è giunta quella che una volta si chiamava la buona borghesia italiana. Non dice invece, assieme ai confratelli dell’ordine giornalistico Fatemalefratelli, che Putin va ascoltato con molta attenzione. Qualche tempo fa il presidente russo aveva detto che se i Paesi della Nato avessero creato in Ucraina nuove fabbriche di armi, esse sarebbero state distrutte. E il monito si è trasformata in realtà: è stata completamente azzerata   la fabbrica di droni sentinella  che i tedeschi avevano impiantato in una delle officine attorno al complesso Antonov, quello che ai tempi dell’Unione sovietica produceva l’aereo da trasporto più grande del mondo. Si tratta di un cambiamento di strategia da parte russa che risponde alla nuova ondata di aggressività delle Nato e al suo tentativo di aggirare il problema del trasporto di armi in Ucraina, installando stabilimenti direttamente in loco.

Ma non si tratta solo di questo stabilimento: decine di fabbriche legare alla Nato in numerose località sono state colpite e distrutte, assieme a  un certo numero, dai 5 ai 6,  di F16 nell’aeroporto di Starokonstantinov. Naturalmente l’Alleanza Atlantica, com’è suo inveterato costume, non bada molto alle vittime civili e così le fabbriche di armi sono situate, di proposito,  in mezzo alle città in modo da rendere più problematico colpirle. Ma missili e droni russi sono piuttosto precisi e raramente danneggiano strutture civili: a fare vittime è piuttosto la contraerea ucraina i cui missili finiscono per cadere sulle case dopo aver colpito l’aria. I cittadini ucraini hanno prodotto fino ad ora centinaia di migliaia, se non milioni di foto che raffigurano i resti di tali missili, dei Patriot in particolare, disseminati sulle strade e in qualche caso caduti anche sulle case e su ospedale. Poco male, è tutta carne al fuoco per la propaganda antirussa: è molto facile per i carnefici trasformarsi in vittime, come hanno tentato persino di fare i sionisti, la cui strage era sotto gli occhi di tutti. Con il piccolo particolare che i missili ricadono sulla città quando non colpiscono i loro obiettivi e dunque alla fine si tratta di carcasse che narrano soprattutto la mediocrità dei sistemi di difesa occidentali.

Ad ogni modo questa nuova strategia russa, di passare dal colpire le infrastrutture energetiche e militari ucraine, alle vere e proprie fabbriche di armi, ha un significato che va al di là dell’ovvia distruzione della residua capacità militare ucraina, ma punta a colpire gli interessi economici che tengono viva la guerra al di là di ogni ragionevolezza. Negli ultimi due anni parecchie industrie, soprattutto tedesche e francesi, ma anche britanniche e statunitensi hanno investito in fabbriche di armi in ucraina, soprattutto volte alla realizzazione di droni  e rischiano ora di ritrovarsi con un mucchio di macerie. Dunque il nuovo verso della guerra da parte dei russi è quella di scoraggiare chi pensasse di speculare sull’ucraina e di demolire assieme alle fabbriche, anche quell’atmosfera favorevole alla guerra che è anche frutto di questi investimenti. Insomma Putin che non è un dittatore comunista come dicono i venditori di balle  all’ingrosso, sta dicendo agli occidentali: l’Ucraina non è un posto dove potrete fare soldi  fomentando un’inutile strage. Ma come si desume anche alla distruzione del centro logistico Nato di Vinnitsa, avvenuto due giorni fa, Mosca non ha più alcuna prudenza nel colpire le strutture dell’Alleanza. Ora che la pace sembra più lontana e l’accanimento della Nato non ha più ritegno nel sostegno della guerra, non c’è ragione di non colpire strutture che di ucraino hanno solo il nome.  È certamente un argomento molto più efficace di tutti quelli proponibili per porre fine al conflitto. Del resto l’unica strategia della Nato è ormai quella di colpire le città russe, di portare attacchi sotto falsa bandiera, di importare  mercenari di cui intero battaglione è stato sgominato proprio l’altro giorno. Ma alla fine, persa la guerra, la Nato perderà anche la sua guerriglia.

https://ilsimplicissimus2.com/2025/09/29/ucraina-la-russia-colpisce-i-soldi-della-nato/

«La terza guerra mondiale scoppierà il 3 novembre»: le parole del generale della Nato scatenano il panico.

 

Tre parole insieme che danno forma a un incubo: "terza guerra mondiale". Da quando la minaccia russa si è fatta più concreta, in tanti si chiedono se il conflitto li riguarderà direttamente in tempi brevi e con quali conseguenze. Così, basta poco per creare una psicosi collettiva, soprattutto nel mondo social dove tutto è valido. Come successo con le parole dell'ex comandante della Nato Richard Shirreff, trasformate in una predizione della fine del mondo.

La terza guerra mondiale comincerà il 3 novembre?

In un'intervista al Daily Mail l'ex militare ha immaginato l'inizio della guerra mondiale tra Russia e Nato, ipotizzando una data vicina: il 3 novembre. Shirreff ha utilizzato questo giorno specifico per sottolineare l'impreparazione dell'Alleanza a un attacco delle forze russe. L'ex comandante voleva spiegare che la Nato dovrebbe prepararsi alla svelta. Ma quella data sui social è diventata preso una predizione della fine del mondo.

Immaginando lo scoppio della guerra il 3 novembre 2025, il generale ha immaginato come prime vittime le capitali baltiche. Vilnius e altre città subirebbero blackout estesi, poi propagati in Estonia e Lettonia a causa di attacchi informatici alle reti elettriche. La paralisi delle infrastrutture critiche – banche, ospedali e uffici pubblici – scatenerebbe panico diffuso, mentre rivolte e disordini verrebbero alimentati da agenti russi e bielorussi.

Poi si passerebbe al resto dell'Europa, con Regno Unito, Francia e Germania colpite in poco tempo. In questo modo la Nato non avrebbe il tempo di reagire. 

L'Italia: Putin non pensa ad attaccarci.

Proprio nelle scorse ore il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo al presidente russo Zelensky, ha dichiarato che ritiene «improbabile un attacco russo all'Italia perché Putin non ha intenzione di scatenare la terza guerra mondiale». La speranza di tutti è che abbia ragione. 

https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/la-terza-guerra-mondiale-scoppier%C3%A0-il-3-novembre-le-parole-del-generale-della-nato-scatenano-il-panico/ar-AA1NsJCM

domenica 21 settembre 2025

Chi di Mig ferisce…

Non si può credere ciò che può fare la grande stampa italiana quando si tratta di mentire e di baciare il culo al potere  che in questo disgraziato periodo si esprime sempre più spesso in maniera diretta, ovvero  attraverso la proprietà editoriale. Sì, lo so la frase è volgare, ma in un certo senso è perfetta, è il correlativo oggettivo della volgarità delle bugie che diffondono. Il Sole 24 ore ci ha detto la mattina dell’altro giorno che gli F35 italiani di stanza in Estonia avevano abbattuto tre Mig 31 russi… sì ovviamente nei sogni. Due o tre anni fa un generale dell’aviazione americana disse che se gli F35 avessero incontrato dei Mig, l’unica cosa che avrebbero potuto fare è scappare. Nella stessa giornata il Sole ha rinunciato alla gloria bellica e ha ammesso che i caccia russi erano stati solo intercettati e allontanati.

In realtà tutto questo è frutto di una menzogna collettiva Nato, come dimostrano ampiamente i tracciati di volo forniti dalla Russia, ma, come al solito, non resi noti dagli occidentali sempre alle prese con la loro coda di paglia: l’Estonia ha lanciato l’allarme secondo cui tre caccia russi avrebbero invaso, sia pure per pochi chilometri e per pochi minuti, lo spazio aereo estone ed è per questo che i caccia italiani si sono alzati in volo per intercettarli.  I tre mig stavano semplicemente tornando a Kaliningrad dalla Carelia come avviene normalmente, erano lontani dallo spazio aereo di quel buco nero chiamato Estonia e se ne sono altamente fregati dello stalking operato dai nostri caccia: non si sono mossi dalla loro rotta. Del resto avendo una velocità di almeno mille chilometri all’ora superiore, avrebbero potuto facilmente seminare gli F35. Ma la dinamica di questa narrazione svela che si tratta di una balla dall’inizio alla fine: anche ammettendo che i Mig russi avessero violato lo spazio aereo estone i tempi di tale violazione sono stati così ridotti che gli aerei Nato mandati ad intercettarli sarebbero giunti quando i caccia di Mosca erano di nuovo nello spazio internazionale. Insomma la violazione e la successiva intercettazioni sono stati studiati a tavolino.

Un mero e irresponsabile ballon d’essai della Nato per aumentare la tensione, ma che la nostra stampa ha addirittura trasformato in uno scontro aperto e per giunta vittorioso.  Menzogna sì, ma esagerata oltre ogni limite. È evidentemente un vizio nazionale che va ben oltre gli ordini di servizio. Tanto per fare un esempio ecco qui sotto il titolo del mirabile Corriere della Sera sulle prime fasi della battaglia di El Alamein che segnò definitivamente i destini della guerra fascista:

https://ilsimplicissimus2.com/2025/09/21/chi-di-mig-ferisce/

giovedì 18 settembre 2025

Bugia targata NATO. - Giuseppe Salamone

 

Quindi i droni russi finiti in Polonia non erano russi, ma addirittura missili polacchi. Eppure quell’idiota di Zelensky diceva di avere le prove, e tutta l’armata Brancaleone della NATO parlava di attacco deliberato da parte di Putin e Lavrov.

Ovviamente stendiamo un velo pietoso sulla stampa di regime, che continua a scavare anche dove non è possibile scavare.

Ma comunque, hanno usato una casa polacca per dimostrare l’attacco russo, salvo poi scoprire che quella casa era stata colpita da un missile a stelle e strisce, lanciato da un F-16 polacco. Ma pensa te!

Ora, chi glielo dice a Mattarella che, immediatamente dopo questa ennesima bugia targata NATO, si era precipitato in paragoni con il 1914 e la Prima guerra mondiale? Chi glielo dice ai pennivendoli che hanno sprecato fiumi di inchiostro per scrivere l’ennesima bugia targata NATO? E chi glielo dice al Papa, che giusto ieri ha benedetto e assolto la NATO senza bisogno che essa passasse dal confessionale?

Ma soprattutto, chi glielo dice a Putin, Lavrov e ai dirigenti russi che quegli imbecilli della NATO si smentiscono da soli, a casa loro, senza che dal Cremlino muovano un dito?

lunedì 15 settembre 2025

~ Sapendo di mentire ~ Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano 15 settembre 2025

 
Abbiamo ascoltato molte idee interessanti, anche diverse dalle nostre, e sfornato un bel po’ di notizie.

La più clamorosa l’ha svelata Jeffrey Sachs, economista americano della Columbia University, già consigliere di Gorbaciov, di Eltsin, del presidente ucraino Kuchma e di tre segretari generali Onu: “Macron mi ha dato la Legione d’onore (nel maggio 2022, ndr) e in privato mi ha detto quello che in pubblico non dice: ‘La guerra è colpa della Nato’. Voglio che si sappia, perché mi disgusta”.

Pensavamo che, data l’autorevolezza della fonte, qualcuno dei media che sull’Ucraina raccolgono anche l’ultimo sospiro del più sfigato guerrapiattista la riprendesse e magari chiedesse al suo corrispondente a Parigi di interpellare l’Eliseo.
Invece, silenzio di tomba.
Del resto nel novembre 2019, mentre Macron e Merkel tentavano di convincere Zelensky a rispettare gli accordi di Minsk sull’autonomia e il cessate il fuoco per il Donbass per metter fine a cinque anni di guerra civile e i settori oltranzisti dell’Alleanza remavano contro e soffiavano sul fuoco antirusso annunciando l’ingresso dell’Ucraina e della Georgia, fu proprio il presidente francese a dichiarare la “morte cerebrale della Nato”.
E a battersi fino all’ultimo affinché Zelensky accettasse Minsk e rinunciasse alla Nato per scongiurare l’invasione russa.
Ora, nelle sue memorie appena pubblicate, la Merkel si vanta di aver detto no a Kiev nella Nato perché “sarebbe stato come dichiarare guerra a Putin”.
Anche la Meloni sa bene come e perché la guerra cominciò.
Infatti dopo l’annessione russa della Crimea e fino al 2022, si oppose alle sanzioni a Mosca e addirittura elogiò la Russia di Putin.
E il giorno dell’invasione russa (24.2.22) scrisse in chat ai suoi: “Ci sarebbero molte cose da dire su come questa vicenda è stata gestita, e fin quando abbiamo potuto le abbiamo dette. Quando tutto sarà finito la storia dirà che ancora una volta abbiamo avuto ragione: la strategia dei Democratici americani era sbagliata. I risultati parlano da soli. Ed era nostro dovere dirlo per cercare di evitare questo epilogo. Ma… ora che la guerra è iniziata non è più il momento dei distinguo: con l’Occidente e la Nato senza se e senza ma”.
Oggi solo Trump osa dire in pubblico ciò che tutti i leader europei sanno, ma dicono solo in privato.
Il guaio è che, persa la guerra, questi squilibrati cercano o fabbricano ogni giorno un casus belli per trascinarci in guerra.
Ecco perché la rivelazione di Sachs che li smaschera non deve conoscerla nessuno.
Come ha detto ieri Gustavo Zagrebelsky alla Festa del Fatto, nessun governante “fa” mai la guerra: la “fa fare” agli altri.
Cioè a noi.

Svegliamoci.

lunedì 14 luglio 2025

Letta jr. respinse Conte per Kiev e il no al riarmo.

 

"Non fu solo la caduta di Draghi, ma la linea sull’Ucraina". È scritto nero su bianco oggi da Wanda Marra su il Fatto Quotidiano del 14 luglio 2025: Enrico Letta nel 2022 rifiutò ogni accordo elettorale con il MoVimento 5 Stelle perché Giuseppe Conte non si piegò al dogma del riarmo e al sostegno acritico alla NATO. Un patto per fermare la destra c’era, e lo volevano in tanti, da Conte a Grillo, da Emiliano a Boccia. Ma Letta e la sua war room, Guerini, Franceschini, Orlando, scelsero scientemente la linea dell’esclusione. Parliamo di dirigenti che preferirono far vincere Meloni pur di non avere accanto chi chiedeva pace e autonomia strategica. Emiliano oggi lo dice chiaramente: fu tutto deciso a tavolino. E a distanza di tre anni, nessuno ha ancora chiesto scusa. Altro che vittimismo, questa è la conferma che Conte e il M5S pagarono un prezzo altissimo per aver difeso le proprie idee, per aver detto NO a nuove armi, NO al 2 per cento di PIL in spese militari, NO alla logica del blocco. È ora che questa verità venga detta ovunque, perché ci hanno tolto la voce, ma non la memoria.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10238280689822858&set=a.1168466378539

venerdì 4 luglio 2025

USA e Russia dialogano... ma... - Giuseppe Salamone

 

Putin e Trump hanno avuto un colloquio telefonico: al di là del tono disteso, secondo quanto comunicato dai protagonisti, la sostanza sembra immutata: Trump continua a spingere per un cessate il fuoco strumentale e altamente propagandistico, in modo da sventolare qualcosa davanti ai suoi elettori. La Russia, invece, da una posizione di forza, continua a puntare a una fine del conflitto che affronti le cause profonde, ovvero anche il ruolo della NATO.
A me, onestamente, sembra proprio che stiano discutendo su come spolpare i Paesi dell’Unione Europea, soprattutto Washington. Da una parte gli USA, che ci stanno facendo pagare il costo della loro guerra per procura, prima attraverso le sanzioni e poi, secondo quanto si apprende nelle ultime ore, anche tutto il futuro sostegno militare a Zelensky, visto che la Casa Bianca sembra intenzionata a interrompere le forniture di armi per Kiev. Dall’altra invece, la Russia, nella posizione di farci pagare il prezzo delle scelte scellerate, guerrafondaie e russofobiche dei nostri governanti.
USA e Russia dialogano e sembra stiano pian piano tentando di ricucire i rapporti. L’Unione Europea, invece, per bocca di Bomber Leyen qualche minuto fa, ci ha fatto sapere che, se gli USA dovessero interrompere l’invio di armi per Zelensky, l’UE sarebbe pronta a farsi carico di tutto. Per la felicità di Trump, visto che le armi le acquistiamo da lui.
Con un cumulo di servi e disagiati che abbiamo nelle cancellerie europee, agli USA e alla Russia non viene nemmeno troppo complicato prenderci a badilate nei denti. Ci rendiamo conto di quanto sia dannosa e pericolosa oggi l'Unione Europea, vero?

giovedì 12 giugno 2025

Ucraina, nel testo finale del vertice Nato i russi non sono più “aggressori”. - Giacomo Salvini

 

Un documento snello, come l’intero vertice. Per evitare uno scontro pubblico tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha confermato la sua presenza martedì. La bozza del documento conclusivo del vertice Nato dell’Aia del prossimo 24-25 giugno, che sarà discusso oggi a Palazzo Chigi tra il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Mark Rutte e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, però presenta anche un’altra novità rilevante che ha l’obiettivo di tenere ancorato il presidente americano Trump alla Nato: la Russia non viene menzionata come Paese aggressore dell’Ucraina, ma genericamente come “minaccia” alla sicurezza dell’Alleanza Atlantica.

LEGGI – Droni russi scatenati nei cieli dell’Ucraina

Questo a differenza delle dichiarazioni finale dei vertici Nato a Vilnius dell’11 e 12 luglio 2023, di Washington del 9-11 luglio 2024 e anche delle dichiarazioni di Rutte di lunedì a Londra in cui ha ipotizzato un attacco della Russia entro cinque anni. Manca anche qualsiasi riferimento all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, come invece sempre previsto nei vertici precedenti. Una posizione che ricalca quella dell’inquilino della Casa Bianca che ha più volte ribadito la sua contrarietà all’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica.
La bozza del documento a cui hanno lavorato in queste settimane gli sherpa Nato è stata anticipata ieri da Bloomberg e i contenuti sono stati confermati a questo giornale da fonti diplomatiche. Nei prossimi giorni sarà sottoposta ai leader per essere approvata all’Aia il 25 giugno, dopo la cena con i reali dei Paesi Bassi e la sessione plenaria unica del vertice Nato. Potrebbe ancora essere modificata.

Nel documento finale è confermato l’impegno di spesa del 5% per i Paesi membri – il 3,5% per la Difesa e l’1,5% per la Sicurezza – anche se le tempistiche per raggiungere l’obiettivo sono ancora in fase di trattativa. L’Italia punta a 10 anni, nel 2035, e di questo oggi Meloni parlerà con Rutte: la premier sembra isolata perché solo la Spagna, la Gran Bretagna e il Lussemburgo sono favorevoli alla scadenza, mentre Francia e Germania voglio anticipare al 2032 e i Paesi Baltici addirittura al 2030.
Oggi inoltre Meloni annuncerà a Rutte il raggiungimento del 2% per le spese per la Difesa rispetto al Pil che il governo ha raggiunto conteggiando diversamente alcuni parametri: la guardia costiera, la guardia di finanza, la cybersicurezza, i servizi meteorologici e così via.
In generale, sempre con l’obiettivo di accontentare il presidente americano, la bozza del documento finale si concentra sulle spese per la Difesa e non sul sostegno all’Ucraina. In particolare, non c’è il riferimento al fatto che la Russia venga considerata il Paese aggressore ma che rappresenti una “minaccia” nei confronti dell’Alleanza atlantica. Inoltre, manca l’impegno sul fondo da 40 miliardi per il sostegno all’Ucraina chiesto da Zelensky e che era stato annunciato nel 2024. Anche la Cina non viene mai menzionata.

Il sostegno all’Ucraina rischia di essere anche una questione spinosa al G7 che inizia domenica in Canada. A fine maggio, infatti, era stata resa nota la contrarietà degli Stati Uniti a firmare la dichiarazione finale del G7 che includeva nuovi aiuti e finanziamenti all’Ucraina e definiva “illegale” l’invasione russa nei confronti di Kiev. Poi ha fatto un passo indietro e alla fine Trump dovrebbe firmare il testo conclusivo dei grandi del mondo. Ma nelle ultime settimane ha continuato a non mostrare intenzione di sostenere Kiev. Zelensky si è lamentato pubblicamente perché si aspettava da Washington 20.000 missili anti-droni, che invece sono stati dirottati in Medio-Oriente.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/12/nato-nel-testo-finale-del-vertice-i-russi-non-sono-piu-aggressori/8023836/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook#Echobox=1749681481

venerdì 30 maggio 2025

Com'era la storia della "guerra non provocata"? - Giuseppe Salamone

 

Quindi una delle condizioni fondamentali per raggiungere un accordo di pace è il non allargamento della Nato verso la Russia.
Vi ricordate quando ci davano delle spie del Cremlino quando dicevamo che il problema fosse proprio questo? Ecco, Reuters ci fa sapere che la Russia vuole che venga messo nero su bianco che la Nato non occuperà l'Ucraina, la Georgia e la Moldavia. Oltre alla neutralità di Kiev.
Queste le precondizioni per raggiungere un accordo, ovvero le "cause profonde" di cui parlano spesso i Russi.
La Nato sapeva benissimo cosa avrebbe comportato la sua espansione. Lo sapeva Clinton che è stato il primo, nel 1994, a portare avanti il percorso di adesione dell'Ucraina nella Nato. Lo sapevano anche tutti gli altri presidenti degli Usa, compresi i servi sciocchi.
E siccome sono dei guerrafondai naturali, negli ultimi due anni hanno anche aperto le porte a Svezia e Finlandia e continuano a premere come dei forsennati per l'ingresso di Moldavia e Georgia. Per l'Ucraina addirittura hanno fatto in modo che lo scrivesse nella propria Costituzione, nel 2019
Com'era la storia della "guerra non provocata"?

martedì 22 aprile 2025

"C'E' UN AGGRESSORE (Putin) ED UN AGGREDITO (Zelensky).... - Da Andrea Katsumoto

 

Per quelli che esordiscono con : "C'E' UN AGGRESSORE (Putin) ED UN AGGREDITO (Zelensky)....

Perché non è così.
Da Andrea Katsumoto
Putin è la tipica risposta della Russia a chi vuole distruggerla.
Facciamo un ripassino?
Nel 1991, Gorbaciov scioglie a luglio il patto di Varsavia senza chiedere in cambio lo scioglimento della NATO, accontentandosi della promessa americana di non allagare l'alleanza atlantica.
Un mese dopo, in agosto, Eltsin destituisce Gorbaciov e scioglie l'Unione sovietica.
Durante gli anni di Eltsin, la Russia viene spolpata dagli oligarchi corrotti, dalle mafie e dalla finanza internazionale filo occidentale e la popolazione invece del benessere si ritrova alla fame.
Nel 1999, la NATO rompe la promessa di non allargarsi e, a marzo, ingloba tre paesi dell'ex patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Sempre nel marzo 1999, la NATO bombarda la Serbia violando le risoluzioni ONU e ignorando il veto di Russia e Cina. Dopodiché piazza basi militari in Kosovo e non si schioda più da lì.
I russi si incazzano e 5 mesi dopo, agosto 1999, danno un calcio in culo a Eltsin, che in cambio dell'immunità per le ruberie e tutto il resto nomina come nuovo premier il direttore dell'ex KGB, un tale chiamato Vladimir Putin.
Prima mossa di Putin: spazzare via i separatisti ceceni, che stavano vendendo il paese, petrolio compreso, alle multinazionali occidentali.
L'anno dopo Putin diventa presidente, fa arrestare gli oligarchi e riprende il controllo dell'economia russa, poi allaccia relazioni strette con Cina e India e si oppone alla seconda guerra del golfo degli USA e soci.
Nel marzo 2004 la NATO si allarga ancora e fa entrare le Repubbliche baltiche, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia, praticamente si mangia tutto l'ex patto di Varsavia, si piazza al confine con la Russia e mette un'altra zampa nei Balcani.
Sempre a marzo 2004, Putin viene rieletto presidente e riarma la Russia per difendersi dall'allargamento della NATO che la stringe ormai in una morsa.
Risponde all'espansionismo della NATO vincendo la guerra in Ossezia contro la Georgia, che stava effettuando esercitazioni congiunte con l'esercito USA a due passi da Mosca.
Stringe ancora i rapporti con i BRIC, con la Turchia (paese NATO ribelle) e con l'Ucraina, bastione europeo per bloccare l'ulteriore avvicinamento delle basi NATO alla Russia. Inoltre si salda alla Bielorussia.
Nel 2011, si oppone all'invasione della NATO (che nel frattempo si allarga pure in Albania e Croazia) in Libia.
Quando nel 2014 la NATO prova a ripetere il giochino in Siria, manda l'esercito russo e vince la guerra, mantenendo Assad al potere.
NEL FRATTEMPO LA NATO ADDESTRA 10 MILA NAZISTI UCRAINI
Sempre nel 2014, risponde al colpo di stato in Ucraina organizzato dagli USA annettendosi la Crimea e piazzando i suoi a dare man forte alla popolazione ucraina (filo-russa) nel Donbass.
Nel 2017 la NATO si allarga al Montenegro e nel 2020 si piglia pure la Macedonia del nord.
Nel 2022, in risposta all'addestramento ed al finanziamento dell'esercito golpista ucraino da parte della NATO e 8 anni di bombardamenti nel Donbass penetra nel paese e si annette il Donbass e altre due regioni.
Nel 2023 la NATO annette anche la Finlandia, stringendo ancora la morsa intorno alla Russia.
Da oltre 20 anni funziona così: più la NATO insiste con le aggressioni, più la Russia risponde.
L'unica via d'uscita è smettere di rompere i c****ni alla Russia e lasciare in pace il resto del mondo.
Diritti e cooperazione non vanno d'accordo con l'imperialismo della NATO.