martedì 10 maggio 2016

Aumentano i pesticidi nelle acque italiane.



I dati dell'Ispra: +20% di pesticidi in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Ma la Coldiretti: siamo l'agricoltura più verde d'Europa.
Roma, 9 maggio 2016 - Non sono buoni gli ultimi dati sui pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. A diffondere i dati è l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), che nel dettaglio spiega: le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) 'ospitano' pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque si sottolinea che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta. L'Ispra sottolinea che l'analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione, precisando che l'aumento di punti contaminati "si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata".
IL CAMPIONE - Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, "un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)", che indica "una maggiore efficacia delle indagini condotte". Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre in quelle sotterranee l'evento si verifica in 170 punti (6,9% del totale).
LA MAPPA - L'Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l'Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.
COLDIRETTI: SIAMO I PIU' VERDI - Il commento della Coldiretti ai dati dell'Ispra è fatto di altri numeri e percentuali. Secondo l'associazione l'agricoltura italiana è diventata la più green d'Europa con la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte nel confronto con quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Coldiretti sottolinea che nell'arco di dieci anni la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo sia praticamente dimezzata, con un calo complessivo di 76 mila tonnellate (-45,2%) secondo il rapporto 2015 dell'Istat. L'Italia - sottolinea la Coldiretti - conta ora quasi 50mila imprese biologiche, in pratica quasi una su cinque di quelle attive a livello comunitario ma una diffusione esponenziale hanno avuto anche metodi di lotta integrata e guidata a minor impatto ambientale.

Rotterdam, ecco la torre aspirapolvere che mangia smog e polveri sottili.

Rotterdam, il prototipo dell'aspirapolvere mangia-smog

L'inventore della 'smog-free-tower': "La mia tecnologia è stata acquistata dal Comune di Pechino".

Rotterdam, 9 maggio 2016 - Smog e polveri sottili impestano le nostre città, che si affannano da anni - inutilmente - a ideare soluzioni per ripulire l'aria. Ma dove non possono targhe alterne e altri palliativi, potrebbe essere vincente l'idea della torre-aspirapolvere, che inghiotte aria inquinata e la risputa fuori ripulita e fresca che neanche sulle vette alpine.

È l'invenzione di un imprenditore olandese, Daan Roosegaarde, di cui scrive il quotidiano britanno The Guardian. L'inventore ha costruito un prototipo di sette metri e l'ha piazzato a Rotterdam: la torre aspiratore, a suo dire, è in grado di purificare l'aria di un intero parco cittadino.

Secondo Roosegaarde la tecnologia è stata acquistata anche dal Comune di Pechino, una delle città più inquinate al mondo. La "smog-free tower", come è stata chiamata, funziona con un gigantesco aspirapolvere, risucchiando fino a 30.000 metri cubi di aria all'ora. All'interno, campi di elettricità statica attraggono e imprigionano le polveri sottili come Ph2.5 e Ph10, le più dannose per la salute, prodotte dagli impianti di riscaldamento e dagli scappamenti delle auto (in Cina anche dalle centrali elettriche a carbone). L'aria rimandata all'esterno risulta più pulita del 75% di quella aspirata.



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