Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 10 dicembre 2014
Di Battista (M5S): Ballarò "Renzi è la faccia nuova di un sistema marcio"
Semplice, comprensibile, lineare, eccezionale!
SE LA GOLDMAN SACHS SCRIVE I COMUNICATI STAMPA DELLA FED .... - FONTE: ZEROHEDGE.COM
Riportiamo da ZeroHedge una STORIA AMERICANA di Banche che controllano la politica e di contribuenti ignari che leggono sui giornali certi titoli incomprensibili che raccontano confusamente cose drammatiche.
Chi legge sa di non capire certe cose e non approfondisce, ma il governo è colluso e la forma è salva, quindi "i giochi possono cominciare".
All'uomo della strada, al contribuente, all'elettore non resta altro che aspettare che arrivi il conto... Ma forse questa storia ci suona famigliare.
Nota della redazione di comedonchisciotte.org
MA COSI' ABBIAMO PERSO TUTTO
E' stato detto molto sul controllo che ha la Goldman Sachs sulla Federal Reserve più importante d'America, quella di New York, dove si trova l'importante Markets Group, che, come dice il nome, "influenza" i mercati (e quelli che non sentono bene la loro influenza vengono "incoraggiati" da quello che leggono sui giornali: "Voci" della Goldman citano la NY Fed Per Indebita Termination", "Come la Goldman Controlla la New York Fed: Spiegato in 47ore e mezzo di " Nastri Segreti di Goldman Sachs", "Una occhiata a come la Goldman ha preso il controllo del US Judicial System: NY Fed Edition", e naturalmente "Metto Tutto nella Goldman Sachs perché quei Ragazzi possono fare Quello che c...o Vogliono."
E mentre ormai è molto chiaro che con l'attuale sistema esecutivo, legislativo e giudiziario, corrotto e compromesso non cambierà niente, perché alla fine della giornata, è sempre la Goldman ad avere il controllo indiretto su tutti e tre i rami del governo, ecco qualche aneddoto che, nella repubblica delle banane, basterebbe per essere considerato la goccia che fa traboccare il vaso.
Mentre imperversava la crisi finanziaria di settembre 2008, Goldman Sachs e Morgan Stanley cercavano la protezione dalla Federal Reserve.
Gli ultimi due grandi broker indipendenti furono autorizzati a trasformarsi in Bank-holding Company, in modo da avere accesso alla liquidità del governo per poter restare (sempre) a galla.
Fu la stessa Goldman a decidere la sua nuova denominazione, citando Lloyd Blankfein, Chief Executive, che disse: "Crediamo che la Goldman Sachs, sotto la supervisione della Federal Reserve, potrà diventare una istituzione ancora più sicura"
Secondo quello che racconta gente che conosce bene questa materia, poi la Goldman si scrisse da sola una bozza di comunicato e la mandò alla New York Fed. Proprio quella bozza doveva essere usata come testo della dichiarazione rilasciata dalla Central Bank.E mentre il FT fu tanto gentile da bersi tutto quel pezzo di informazioni scioccanti e da raccontarle al resto degli "stupidi elettori", la conclusione è semplice: la Federal Reserve della Goldman Sachs (sia a New York che altrove), è una banca che non solo decide gli alti e bassi del mercato e si scrive le regole, ma scrive anche le parole sul gobbo della Fed (come quello che usa Obama nei suoi discorsi, anche la Goldman si preoccupa della forma).
Fonte: http://www.zerohedge.com
Link: http://www.zerohedge.com/news/2014-12-06/when-goldman-writes-new-york-feds-press-releases-then-all-lost
6.12.2014
Autore della traduzione Bosque Primario.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14334
Mafia Capitale, Buzzi a Carminati: “Grillo ha distrutto il Pd, noi non ci stiamo più”. - Antonio Massari
Nell'aprile 2013 il capo delle cooperative rosse di Roma confidava all'ex Nar la propria preoccupazione per il cambio di clima politico nella Capitale e il 7 novembre era alla cena di finanziamento del Partito Democratico organizzata dal premier Matteo Renzi: per un tavolo ha speso 10mila euro.
L’affare non era soltanto gestire i campi rom. Il sistema doveva funzionare. Ovunque. E quindi era importante avere gli uomini giusti nei posti giusti. Ed è proprio parlando di uomini giusti nei posti giusto che Salvatore Buzzi, patron delle cooperative rosse che a Roma s’aggiudicavano appalti su appalti, si lascia andare a uno sfogo imbarazzante per il Partito Democratico. Uno sfogo tanto più significativo se pensiamo che lo rivolge al boss della Mafia Capitale, suo compare in affari, il “cecato” Massimo Carminati: “Il problema è che non ci stiamo più noi … una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il Pd“.
È l’aprile 2013 e gli uomini di Mafia Capitale rivelano d’avere un problema: l’ascesa del Movimento 5 stelle. Lo ammettono parlando dell’ultima nomina andata in porto, quella di Giovanni Friscon, alla municipalizzata romana Ama spa. Buzzi, intercettato dal Ros dei Carabinieri, lo definisce un “uomo nostro” e il 17 aprile esulta al telefono con il suo collaboratore Carlo Maria Guarany, anch’egli arrestato nella retata di Mafia Capitale: “La prima è che venerdì il nostro Fiscon farà il direttore generaledi Ama al posto di Commini, nuovo A.D. (…) quindi sarà lui il numero uno … e vai!!!“, esulta il numero uno della “29 giugno”. Ma è parlando con Carminati il 22 aprile che la soddisfazione per la nomina e l’interesse della banda ad avere un uomo gradito in Ama emergono ancora più eloquente: “Venerdi stavi da Alemanno …”, domanda Carminati a Buzzi, che gli risponde: “Stavo da Berlusconi, venerdì”. “Da Berlusconi il cantante….”, scherza Carminati. E aggiunge: “Sei contento de Fiscon, sì?”. “Sì, ammazza”, risponde Buzzi. “È perfetto“, conclude Carminati.
Ma avere Fiscon a curare i loro affari all’Ama a Carminati e soci non basta. E’ il clima che sta nascendo a non lasciarli tranquilli: alle elezioni politiche di febbraio il M5S aveva scardinato il sostanziale bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra conquistando il 25,5% e a maggio i romani sarebbero tornati alle urne per eleggere il loro nuovo sindaco. I vertici della Mafia Capitale avvertono come anche a Roma l’aria stia cambiando. “Er problema è un altro – conclude Buzzi – er problema è che non ce stamo più noi, semo … (inc). .. una cosa incredibile. Grillo è riuscito a distruggere il Pd“. E il Pd, per il sistema criminoso ipotizzato dagli inquirenti, è fondamentale. Non è un caso che Salvatore Buzzi, il 7 novembre scorso, abbia partecipato alla cena di finanziamento del Pd organizzata da Matteo Renzi, investendo 10mila euro per ottenere un tavolo. “A Buzzi – sostiene il suo braccio destro nella cooperativa 29 giugno, che non risulta indagato – Renzi è sempre piaciuto per il suo piglio decisionista”.
Finora, secondo quanto emerge dalle carte, l’unico punto di contatto tra il movimento e l’organizzazione è rappresentato da Matteo Calvio, che figura tra gli arrestati. “Da ieri sono diventato un membro dei Movimento 5 stelle. Stiamo aprendo presso le zone Infernetto, Acilia, Ostia uno studio dove daremo vita a questo movimento di Beppe Grillo. Chiunque fosse interessato ci contatti su Fb”, scriveva su Facebook il 9 giugno 2012 Calvi, che secondo gli investigatori è uno dei picchiatori preferiti da Carminati per l’attività di recupero crediti. “Calvio è totalmente estraneo alla mia persona e a tutto il gruppo municipale Cinque stelle”, smentiva il 5 dicembre Paolo Ferrara, portavoce del Movimento del X Municipio di Roma. Poco dopo, in seguito ad una verifica sugli elenchi ufficiali, arrivava la posizione dei vertici: “Matteo Calvio non risulta iscritto, né hai mai ricoperto alcun incarico all’interno del M5s”.
L’equazione tra la distruzione del Pd e il “non ci stiamo più noi”, per gli interessi degli uomini di Mafia Capitale, proprio mentre discutono delle nomine nelle aziende municipalizzate, non è importante soltanto dal punto di vista investigativo: risulta imbarazzante sotto l’aspetto politico. Eppure, nonostante le promesse di un mese fa, quando Renzi annunciava che i partecipanti alle cene di finanziamento del partito sarebbero stati resi pubblici, non v’è ancora traccia dell’elenco dei commensali. Di certo sappiamo che Buzzi c’era, giusto qualche settimana prima d’essere arrestato, e che a quel tavolo sedeva anche un altro socio della cooperativa, Carlo Maria Guarany.
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