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mercoledì 10 dicembre 2014

Mafia Capitale, Buzzi a Carminati: “Grillo ha distrutto il Pd, noi non ci stiamo più”. - Antonio Massari

Mafia Capitale, Buzzi a Carminati: “Grillo ha distrutto il Pd, noi non ci stiamo più”

Nell'aprile 2013 il capo delle cooperative rosse di Roma confidava all'ex Nar la propria preoccupazione per il cambio di clima politico nella Capitale e il 7 novembre era alla cena di finanziamento del Partito Democratico organizzata dal premier Matteo Renzi: per un tavolo ha speso 10mila euro.


L’affare non era soltanto gestire i campi rom. Il sistema doveva funzionare. Ovunque. E quindi era importante avere gli uomini giusti nei posti giusti. Ed è proprio parlando di uomini giusti nei posti giusto che Salvatore Buzzi, patron delle cooperative rosse che a Roma s’aggiudicavano appalti su appalti, si lascia andare a uno sfogo imbarazzante per il Partito Democratico. Uno sfogo tanto più significativo se pensiamo che lo rivolge al boss della Mafia Capitale, suo compare in affari, il “cecato” Massimo Carminati: “Il problema è che non ci stiamo più noi … una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il Pd“.
È l’aprile 2013 e gli uomini di Mafia Capitale rivelano d’avere un problema: l’ascesa del Movimento 5 stelle. Lo ammettono parlando dell’ultima nomina andata in porto, quella di Giovanni Friscon, alla municipalizzata romana Ama spa. Buzzi, intercettato dal Ros dei Carabinieri, lo definisce un “uomo nostro” e il 17 aprile esulta al telefono con il suo collaboratore Carlo Maria Guarany, anch’egli arrestato nella retata di Mafia Capitale: “La prima è che venerdì il nostro Fiscon farà il direttore generaledi Ama al posto di Commini, nuovo A.D. (…) quindi sarà lui il numero uno … e vai!!!“, esulta il numero uno della “29 giugno”. Ma è parlando con Carminati il 22 aprile che la soddisfazione per la nomina e l’interesse della banda ad avere un uomo gradito in Ama emergono ancora più eloquente: “Venerdi stavi da Alemanno …”, domanda Carminati a Buzzi, che gli risponde: “Stavo da Berlusconi, venerdì”. “Da Berlusconi il cantante….”, scherza Carminati. E aggiunge: “Sei contento de Fiscon, sì?”. “Sì, ammazza”, risponde Buzzi. “È perfetto“, conclude Carminati.
Ma avere Fiscon a curare i loro affari all’Ama a Carminati e soci non basta. E’ il clima che sta nascendo a non lasciarli tranquilli: alle elezioni politiche di febbraio il M5S aveva scardinato il sostanziale bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra conquistando il 25,5% e a maggio i romani sarebbero tornati alle urne per eleggere il loro nuovo sindaco. I vertici della Mafia Capitale avvertono come anche a Roma l’aria stia cambiando. “Er problema è un altro – conclude Buzzi – er problema è che non ce stamo più noi, semo … (inc). .. una cosa incredibile. Grillo è riuscito a distruggere il Pd“. E il Pd, per il sistema criminoso ipotizzato dagli inquirenti, è fondamentale. Non è un caso che Salvatore Buzzi, il 7 novembre scorso, abbia partecipato alla cena di finanziamento del Pd organizzata da Matteo Renzi, investendo 10mila euro per ottenere un tavolo. “A Buzzi – sostiene il suo braccio destro nella cooperativa 29 giugno, che non risulta indagato – Renzi è sempre piaciuto per il suo piglio decisionista”.
Finora, secondo quanto emerge dalle carte, l’unico punto di contatto tra il movimento e l’organizzazione è rappresentato da Matteo Calvio, che figura tra gli arrestati. “Da ieri sono diventato un membro dei Movimento 5 stelle. Stiamo aprendo presso le zone Infernetto, Acilia, Ostia uno studio dove daremo vita a questo movimento di Beppe Grillo. Chiunque fosse interessato ci contatti su Fb”, scriveva su Facebook il 9 giugno 2012 Calvi, che secondo gli investigatori è uno dei picchiatori preferiti da Carminati per l’attività di recupero crediti. “Calvio è totalmente estraneo alla mia persona e a tutto il gruppo municipale Cinque stelle”, smentiva il 5 dicembre Paolo Ferrara, portavoce del Movimento del X Municipio di Roma. Poco dopo, in seguito ad una verifica sugli elenchi ufficiali, arrivava la posizione dei vertici: “Matteo Calvio non risulta iscritto, né hai mai ricoperto alcun incarico all’interno del M5s”.
L’equazione tra la distruzione del Pd e il “non ci stiamo più noi”, per gli interessi degli uomini di Mafia Capitale, proprio mentre discutono delle nomine nelle aziende municipalizzate, non è importante soltanto dal punto di vista investigativo: risulta imbarazzante sotto l’aspetto politico. Eppure, nonostante le promesse di un mese fa, quando Renzi annunciava che i partecipanti alle cene di finanziamento del partito sarebbero stati resi pubblici, non v’è ancora traccia dell’elenco dei commensali. Di certo sappiamo che Buzzi c’era, giusto qualche settimana prima d’essere arrestato, e che a quel tavolo sedeva anche un altro socio della cooperativa, Carlo Maria Guarany.