Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 5 giugno 2009
Idv, unica opposizione - Peter Gomez
Andrò a votare e voterò Italia dei valori. Oggi più che mai è infatti necessario tentare di arginare Silvio Berlusconi e i suoi: se il Cavaliere uscirà dalle europee con una vittoria ancora più larga rispetto a quella ottenuta alle politiche, nel giro di due mesi chiuderà definitivamente la partita con la stampa e con la magistratura approvando, senza nessuna modifica, le leggi bavaglio già messe in cantiere e le norme che impediranno per sempre tutte le indagini sulle classi dirigenti. Votare è dunque un dovere. E anche un dovere votare per le opposizioni.
Tra di esse, a mio parere, l’unica scelta possibile è però quella per l’Idv. Le due sinistre radicali ben difficilmente otterranno il quorum. Mentre le liste del Pd, salvo rare eccezioni (Rita Borsellino, Rosario Crocetta, Debora Serracchiani, Rosaria Capacchione e pochi altri), sono quelle di sempre. Basta scorrere i nomi per rendersi conto che il Partito democratico non ha ancora capito (o meglio, non vuole capire) cosa chiedono gli elettori: un rinnovamento radicale dei programmi e del personale politico. Da questo punto di vista, quindi, una sconfitta per il Pd potrebbe persino risultare salutare. Solo se la crisi sarà evidente, le forze nuove, che anche nei democratici sono presenti, avranno l’occasione di scalzare l’attuale leadership.
(da Micromega 3/2009)
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
Ottimo Peter, la penso esattamente come te e Travaglio, io voto Idv.
Un voto contro ma anche per - Marco Travaglio
Rivoterò per l’Italia dei Valori, come già nel 2006 e nel 2008.
E per gli stessi motivi delle ultime due elezioni politiche.
Ma con l’aggiunta di due nuovi.
Quelli vecchi: com’era facile prevedere, il partito di Di Pietro - per quanto ancora troppo “personale” e poco collegiale e scarsamente selettivo in alcune scelte di classe dirigente, specialmente a livello locale - è l’unica reale opposizione presente in Parlamento contro il regime berlusconiano. Il solo partito che si sia davvero battuto nelle aule parlamentari contro il cosiddetto Lodo Alfano e le altre leggi-vergogna (ammazza-intercettazioni e bavaglio alla stampa in primis), contro lo scandalo Cai-Alitalia, contro le nuove minacce a quel che resta della libertà d’informazione. Ma anche per un’altra causa che ritengo fondamentale per la storia di questi anni: la richiesta di verità sulla fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, che ha inghiottito l’uno dopo l’altro onesti servitori dello Stato come Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi, Clementina Forleo e i pm salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani, il capitano Pasquale Zacheo (per non parlare di un giornalista coraggioso come Carlo Vulpio). Su questi fronti il Pd ha fatto il pesce in barile, mentre troppo spesso le formazioni della sinistra radicale (con la lodevole eccezione di Claudio Fava e pochi altri) parlavano d’altro. Soltanto una pesante sconfitta del Partito democratico, ancora prigioniero della linea del “dialogo” col regime, cioè dell’inciucio, direi quasi della sindrome di Stoccolma, può accelerare l’azzeramento della classe dirigente del centrosinistra e assicurare all’Italia qualche speranza di uscire dall’incubo.
E ora le novità, anzi le piacevoli sorprese. Di Pietro e Leoluca Orlando hanno avviato, modificando lo statuto dell’Idv, uno sforzo - che mi auguro proseguirà con iniziative più stringenti - per trasformare un movimento personale in un partito vero e proprio, con regole interne di completa democrazia e trasparenza, anche nella gestione dei finanziamenti pubblici e della selezione delle classi dirigenti. E poi hanno saputo spalancare le sue liste a esponenti della società civile, al punto da candidare quasi tutti personaggi esterni alla nomenklatura dell’Idv: da De Magistris a Vulpio, da Zipponi a Sonia Alfano, da Brutti a Vattimo, da Tranfaglia a Pressburger, da Arlacchi all’avvocato Pesce a Gloria Bardi. Resta il vizio di qualche candidatura spot di troppo (come la hostess Alitalia) e di un paio di riciclati che si potevano evitare, ma nel panorama italiota si tratta di pagliuzze, non di travi. I sondaggi indicano che molti italiani, anche tra le fasce più scolarizzate, apprezzano. Spetterà a Di Pietro evitare di ricadere negli errori del passato e non deludere i tanti che, prevedibilmente, gli daranno fiducia. Spetterà ai suoi nuovi compagni di strada aiutarlo a non sbagliare di nuovo.
(da Micromega 3/2009)
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E per gli stessi motivi delle ultime due elezioni politiche.
Ma con l’aggiunta di due nuovi.
Quelli vecchi: com’era facile prevedere, il partito di Di Pietro - per quanto ancora troppo “personale” e poco collegiale e scarsamente selettivo in alcune scelte di classe dirigente, specialmente a livello locale - è l’unica reale opposizione presente in Parlamento contro il regime berlusconiano. Il solo partito che si sia davvero battuto nelle aule parlamentari contro il cosiddetto Lodo Alfano e le altre leggi-vergogna (ammazza-intercettazioni e bavaglio alla stampa in primis), contro lo scandalo Cai-Alitalia, contro le nuove minacce a quel che resta della libertà d’informazione. Ma anche per un’altra causa che ritengo fondamentale per la storia di questi anni: la richiesta di verità sulla fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, che ha inghiottito l’uno dopo l’altro onesti servitori dello Stato come Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi, Clementina Forleo e i pm salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani, il capitano Pasquale Zacheo (per non parlare di un giornalista coraggioso come Carlo Vulpio). Su questi fronti il Pd ha fatto il pesce in barile, mentre troppo spesso le formazioni della sinistra radicale (con la lodevole eccezione di Claudio Fava e pochi altri) parlavano d’altro. Soltanto una pesante sconfitta del Partito democratico, ancora prigioniero della linea del “dialogo” col regime, cioè dell’inciucio, direi quasi della sindrome di Stoccolma, può accelerare l’azzeramento della classe dirigente del centrosinistra e assicurare all’Italia qualche speranza di uscire dall’incubo.
E ora le novità, anzi le piacevoli sorprese. Di Pietro e Leoluca Orlando hanno avviato, modificando lo statuto dell’Idv, uno sforzo - che mi auguro proseguirà con iniziative più stringenti - per trasformare un movimento personale in un partito vero e proprio, con regole interne di completa democrazia e trasparenza, anche nella gestione dei finanziamenti pubblici e della selezione delle classi dirigenti. E poi hanno saputo spalancare le sue liste a esponenti della società civile, al punto da candidare quasi tutti personaggi esterni alla nomenklatura dell’Idv: da De Magistris a Vulpio, da Zipponi a Sonia Alfano, da Brutti a Vattimo, da Tranfaglia a Pressburger, da Arlacchi all’avvocato Pesce a Gloria Bardi. Resta il vizio di qualche candidatura spot di troppo (come la hostess Alitalia) e di un paio di riciclati che si potevano evitare, ma nel panorama italiota si tratta di pagliuzze, non di travi. I sondaggi indicano che molti italiani, anche tra le fasce più scolarizzate, apprezzano. Spetterà a Di Pietro evitare di ricadere negli errori del passato e non deludere i tanti che, prevedibilmente, gli daranno fiducia. Spetterà ai suoi nuovi compagni di strada aiutarlo a non sbagliare di nuovo.
(da Micromega 3/2009)
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
Riscontri incrociati.
Brusca, Riina e Ciancimino sanno chi e' il ''terminale'' della Trattativa.
di Giorgio Bongiovanni e Silvia Cordella - 27 maggio 2009.
La sparizione di documenti importanti è sempre il finale di ogni delitto eccellente.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16324/78/1/0/
L'articolo è lungo 5 pagine, ma vale la pena leggerelo tutto perchè fa un'analisi dettagliata di quanto è successo dal 1992, quando si pensa fu sugellato il patto mafia - politica, e di come, per coprire delitti eccellenti, la politica collusa con la mafia provvede a fare sparire documenti di importanza rilevante e lascia soli e senza protezione chi i fatti li conosce e potrebbe raccontarli.
di Giorgio Bongiovanni e Silvia Cordella - 27 maggio 2009.
La sparizione di documenti importanti è sempre il finale di ogni delitto eccellente.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16324/78/1/0/
L'articolo è lungo 5 pagine, ma vale la pena leggerelo tutto perchè fa un'analisi dettagliata di quanto è successo dal 1992, quando si pensa fu sugellato il patto mafia - politica, e di come, per coprire delitti eccellenti, la politica collusa con la mafia provvede a fare sparire documenti di importanza rilevante e lascia soli e senza protezione chi i fatti li conosce e potrebbe raccontarli.
Berlusconi ha esaurito il suo compito?
Sibillina intervista a Marcello Dell'Utri .
di Filippo de Lubac - 2 giugno 2009.
L'ombelico del mondo, secondo una cultura misteriosa e pittoresca, si troverebbe nell'oceano pacifico e più precisamente nell'Isola di Pasqua. Ma per noi lucani è sempre più evidente che non può essere molto lontano dalle nostri calanchi. Lo suggeriscono i giacimenti petroliferi più ricchi dell'Europa continentale, una ricchezza di acque minerali e per uso irrigazione senza pari nell'intero Mezzogiorno d'Italia, una concentrazione di Logge Massoniche di cui si avverte la presenza e (a volte) anche l'incombenza. Ma, più di tutto, la constatazione che tutti i fatti politici e giudiziari clamorosamente venuti in luce negli ultimi due anni passano per la Basilicata. Sarà un caso? Forse, ma bisogna anche cercare di rintracciare e inanellare tante coincidenze e qualche nome ricorrente; poi la probabilità che si tratti di eventi casuali si riduce quasi a zero: quasi! Alcuni giornali (pochi per la verità) avevano classificato i procedimenti avviati dal PM Luigi De Magistris in quel di Catanzaro come il più grande scandalo della storia repubblicana, se non proprio della storia d'Italia. Se si analizza quanto è accaduto ai procedimenti Why Not, Poseidone e Toghe Lucane e maggiormente se si considera quanto accaduto al “dottore” (così chiamavano De Magistris i suoi coadiutori più stretti) ed ai suoi consulenti e collaboratori (Genchi, Sagona, Zacheo) è tutto molto chiaro. Allora, viene da chiedersi, se non si tratti dello stesso scandalo di cui vaticinava il Presidente Berlusconi, quando prometteva rivelazioni sconvolgenti entro breve tempo. Ovviamente, tutti hanno dimenticato queste promesse e nessuno più interroga il buon Silvio nazionale. Per altro verso, invece, molti lo stanno mettendo alla gogna per le sue presunte frequentazioni private, cioè fuori protocollo (o quasi). Povero Silvio, lui sbraita contro i magistrati che vorrebbero attuare un golpe, spodestarlo dal piedistallo su cui l'hanno posto milioni di italiani. E come sarebbe possibile una simile azione, visto che una Legge dello Stato lo sottrae ad ogni Tribunale, Legge o Regolamento? Forse non è proprio così lineare, forse non sono gli oppositori a volerlo mettere da parte (non potrebbero). Qualcosa sembra intravedersi nell'intervista resa al Corriere della Sera da Marcello Dell'Utri. Dice il potente politico siciliano che nei “festoni a Villa Certosa, ci sono subito due o tre situazioni che, ogni volta, tolgono il fiato a chi partecipa per la prima volta”. E subito spiega: “c'è la gelateria. Tu vai lì e ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. E sa qual è il gusto più buono? Il gelato del Presidente”. Ora, che gli ospiti del Cavaliere si debbano meravigliare (al punto da restare senza fiato) di poter sorbire del gelato e per giunta senza pagarlo, francamente, è assurdo. Nemmeno gli ospiti del più taccagno genovese, si meraviglierebbero di tanta generosità. Allora cosa intende Dell'Utri quando dice “gelato”? E quale sarebbe il “gelato del Presidente”? L'impressione è che Berlusconi abbia portato a termine il suo compito e adesso, totalmente prigioniero di consigli a cui non può dire di no, al massimo possa servire da parafulmine. Inutile persino attaccarlo, servirebbe a distrarre gli sguardi da quella ristretta cerchia di signori che hanno realizzato il progetto di Licio Gelli, senza mai apparire riconoscibili. Intanto, nell'ottobre 2008, il Governo Berlusconi ha dato il visto finale al piano di emergenza esterna per gli incidenti nucleari all'Itrec di Rotondella dove si custodiscono da quarant'anni le barre di combustibile nucleare provenienti da Elk River e diversi quintali di Uranio, Torio ed altri elementi radioattivi. Chi avrà modo di leggerlo (prossimamente su queste pagine), capirà perché l'elemento radioattivo più pericoloso è lo Stronzio e la Basilicata se non è l'ombelico del mondo ci sta molto vicino.Dal quotidiano "Il Resto" del 2 giugno 2009
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16554/78/
di Filippo de Lubac - 2 giugno 2009.
L'ombelico del mondo, secondo una cultura misteriosa e pittoresca, si troverebbe nell'oceano pacifico e più precisamente nell'Isola di Pasqua. Ma per noi lucani è sempre più evidente che non può essere molto lontano dalle nostri calanchi. Lo suggeriscono i giacimenti petroliferi più ricchi dell'Europa continentale, una ricchezza di acque minerali e per uso irrigazione senza pari nell'intero Mezzogiorno d'Italia, una concentrazione di Logge Massoniche di cui si avverte la presenza e (a volte) anche l'incombenza. Ma, più di tutto, la constatazione che tutti i fatti politici e giudiziari clamorosamente venuti in luce negli ultimi due anni passano per la Basilicata. Sarà un caso? Forse, ma bisogna anche cercare di rintracciare e inanellare tante coincidenze e qualche nome ricorrente; poi la probabilità che si tratti di eventi casuali si riduce quasi a zero: quasi! Alcuni giornali (pochi per la verità) avevano classificato i procedimenti avviati dal PM Luigi De Magistris in quel di Catanzaro come il più grande scandalo della storia repubblicana, se non proprio della storia d'Italia. Se si analizza quanto è accaduto ai procedimenti Why Not, Poseidone e Toghe Lucane e maggiormente se si considera quanto accaduto al “dottore” (così chiamavano De Magistris i suoi coadiutori più stretti) ed ai suoi consulenti e collaboratori (Genchi, Sagona, Zacheo) è tutto molto chiaro. Allora, viene da chiedersi, se non si tratti dello stesso scandalo di cui vaticinava il Presidente Berlusconi, quando prometteva rivelazioni sconvolgenti entro breve tempo. Ovviamente, tutti hanno dimenticato queste promesse e nessuno più interroga il buon Silvio nazionale. Per altro verso, invece, molti lo stanno mettendo alla gogna per le sue presunte frequentazioni private, cioè fuori protocollo (o quasi). Povero Silvio, lui sbraita contro i magistrati che vorrebbero attuare un golpe, spodestarlo dal piedistallo su cui l'hanno posto milioni di italiani. E come sarebbe possibile una simile azione, visto che una Legge dello Stato lo sottrae ad ogni Tribunale, Legge o Regolamento? Forse non è proprio così lineare, forse non sono gli oppositori a volerlo mettere da parte (non potrebbero). Qualcosa sembra intravedersi nell'intervista resa al Corriere della Sera da Marcello Dell'Utri. Dice il potente politico siciliano che nei “festoni a Villa Certosa, ci sono subito due o tre situazioni che, ogni volta, tolgono il fiato a chi partecipa per la prima volta”. E subito spiega: “c'è la gelateria. Tu vai lì e ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. E sa qual è il gusto più buono? Il gelato del Presidente”. Ora, che gli ospiti del Cavaliere si debbano meravigliare (al punto da restare senza fiato) di poter sorbire del gelato e per giunta senza pagarlo, francamente, è assurdo. Nemmeno gli ospiti del più taccagno genovese, si meraviglierebbero di tanta generosità. Allora cosa intende Dell'Utri quando dice “gelato”? E quale sarebbe il “gelato del Presidente”? L'impressione è che Berlusconi abbia portato a termine il suo compito e adesso, totalmente prigioniero di consigli a cui non può dire di no, al massimo possa servire da parafulmine. Inutile persino attaccarlo, servirebbe a distrarre gli sguardi da quella ristretta cerchia di signori che hanno realizzato il progetto di Licio Gelli, senza mai apparire riconoscibili. Intanto, nell'ottobre 2008, il Governo Berlusconi ha dato il visto finale al piano di emergenza esterna per gli incidenti nucleari all'Itrec di Rotondella dove si custodiscono da quarant'anni le barre di combustibile nucleare provenienti da Elk River e diversi quintali di Uranio, Torio ed altri elementi radioattivi. Chi avrà modo di leggerlo (prossimamente su queste pagine), capirà perché l'elemento radioattivo più pericoloso è lo Stronzio e la Basilicata se non è l'ombelico del mondo ci sta molto vicino.Dal quotidiano "Il Resto" del 2 giugno 2009
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16554/78/
Le foto censurate.
"Elpais" pubblica cinque delle 700 foto scattate a Villa Certosa:
http://www.elpais.com/fotogaleria/imagenes/censuradas/Berlusconi/6527-1/elpgal/
http://www.elpais.com/fotogaleria/imagenes/censuradas/Berlusconi/6527-1/elpgal/
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