mercoledì 2 luglio 2014

Gli italiani devono sapere. - Riccardo Fraccaro

Nel silenzio generale, Renzi sta per imporre agli italiani una nuova e odiosa tassa: quella sulla giustizia. Se i cittadini vogliono far valere i propri diritti, dovranno pagarli cari. E se non possono permetterselo, saranno costretti a subire torti e soprusi: il decreto legge sulla riforma della Pa e l’efficienza degli uffici giudiziari stabilisce infatti una serie di ulteriori aumenti a pioggia per il contributo unificato (il c.u. è una tassa sulle cause civili e amministrative, che si paga all'inizio del procedimento) pari a circa il 15%. Una somma mostruosa.
Dopo gli aggravi già disposti dai precedenti provvedimenti, arriva un’altra stangata per il semplice accesso al sistema giustizia a carico dei cittadini che vogliono iniziare un procedimento per far valere i propri diritti. Un modo brutale e iniquo di fare cassa, senza assicurare in alcun modo il miglioramento qualitativo del settore. Pagheremo quindi una nuova tassa per avere servizi scadenti: cause di lavoro, liti tributarie, ricorsi e controversie civili e amministrative saranno più costosi senza diventare minimamente più efficienti. È manifesta la volontà deterrente del Governo, che intende generare atteggiamenti di autorinuncia e scoraggiare la proposizione di nuovi contenziosi, come ad esempio quelli presentati dalla Onlus per la protezione ambientale. E a proposito degli standard europei, in Svezia e Finlandia c’è l'esenzione del pagamento di ogni tassa per accedere alla giustizia; in Irlanda, si paga un massimo di 125 euro; in Belgio, 82 euro; in Austria, 175 euro; in Gran Bretagna 180 sterline; in Olanda, 150 euro. I cittadini italiani, per vedere tutelati i propri diritti, possono arrivare a pagare fino a 1.600 euro per un primo grado, fino a 2.500 euro in grado di appello e fino a 3.200 euro per la Cassazione.
Lo Stato diventa mero esattore, violando di fatto il diritto di accesso agli organi di giustizia e rendendo così più oneroso il ricorso ai Tribunali da parte di chi ne ha bisogno. I cittadini e le imprese, in definitiva, vengono discriminati in base alle disponibilità economiche: si tratta di una misura incivile e antidemocratica che penalizza i più deboli a vantaggio dei più forti. È la riforma dell’Ingiustizia. Il M5S ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità, a prima firma di Andrea Colletti - Deputato del M5S, per palese violazione del diritto alla difesa, del principio di uguaglianza e della progressività contributiva stabiliti dalla nostra Carta fondamentale. Con il Governo Renzi, alcuni cittadini sono più uguali degli altri di fronte alla legge.

Tagli alle autoblu della Regione Passa emendamento 5Stelle.

autoblu

Passa in finanziaria la norma che taglia le autoblu in Sicilia e ne limita l’utilizzo. Esulta il Movimento Cinque stelle che aveva concordato l’emendamento col governo Crocetta.
La norma vieta il possesso e l’utilizzo di auto di rappresentanza “alle società regionali, alle società partecipate dalla Regione siciliana a prevalente capitale pubblico, alle agenzie regionali, alle aziende regionali, alle aziende sanitarie e ospedaliere”. Inoltre “le auto di servizio, esclusivamente in car sharing, non possono superare i 1.300 cavalli” ed entro 90 giorni società ed enti dovranno comunicare all’amministrazione regionale l’adozione del piano di dismissione delle auto di servizio.
Alla Regione le auto di servizio potranno essere utilizzate solo dal presidente e dagli assessori regionali ed entro 90 giorni sarà adottato un piano di dismissione delle vetture di proprietà pubblica. I contratti di noleggio o assicurazione sulle auto considerate in esubero e in scadenza non potranno essere rinnovati.

Sarkozy rilasciato, nessuna restrizione. Stasera la 'sua' verità in tv.

Nicolas Sarkozy (foto: ANSA )

Era stato fermato e messo in stato d'accusa per corruzione, abuso d'ufficio e violazione del segreto istruttorio.
Rilasciato in piena notte, dopo 15 ore di fermo, Nicolas Sarkozy si è visto notificare l'apertura di un'indagine per reati pesantissimi. Ma senza nessun provvedimento restrittivo della libertà. L'ex presidente si esprimerà stasera in diretta tv alle 20 sulla tv privata TF1 e per la radio Europe 1.
Il fermo, scattato ieri mattina alle 8, è durato fin quasi alla mezzanotte, ora in cui l'ex presidente francese è stato portato dagli uffici della polizia di Nanterre a quelli del pool finanziario di Parigi.
Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono pesantissime: corruzione attiva di un giudice, complicità in violazione del segreto istruttorio e "traffico di influenze". Questo reato è tipico del diritto francese, dove è stato introdotto già alla fine dell'Ottocento, ma è estraneo alla tradizione italiana. E' stato inserito nel nostro codice penale solo nel 2012, all'articolo 346 bis, a seguito dell'adesione dell'Italia a convenzioni internazionali dell'Onu e del Consiglio d'Europa. Il "traffico di influenze" consiste nella mediazione illecita volta al compimento di atti contrari al dovere d'ufficio di un pubblico ufficiale. 
In piena notte, i giudici gli hanno notificato l'apertura dell'inchiesta, stessa sorte toccata pochi minuti prima di lui all'avvocato di fiducia,Thierry Herzog, e al magistrato di Cassazione, Gilbert Azibert.
Quest'ultimo sarebbe stato corrotto da Sarkozy, che gli avrebbe promesso il posto desiderato nel Principato di Monaco in cambio di preziose informazioni sull'andamento dei suoi affari giudiziari in Cassazione. Non indagato e rimesso in libertà il secondo magistrato coinvolto, Patrick Sassoust. La corruzione in atti giudiziari e la violazione del segreto istruttorio sono reati passibili di pene fino a 10 anni di carcere.
Accuse gravissime anche se tutte ancora da dimostrare, come afferma la difesa degli imputati, che punta soprattutto sulla illegalità delle intercettazioni. Particolarmente controverse quelle effettuate sui colloqui fra un indagato (Sarkozy) e il suo avvocato (Herzog), o di quest'ultimo con i suoi colleghi. L'UMP, il partito di destra del quale Sarkozy avrebbe ripreso il controllo come prima tappa verso la ricandidatura, ha difeso ieri l'ex presidente ma in modo piuttosto tiepido.
Con il passare delle ore, i leader si sono defilati e l'atteggiamento si è fatto piuttosto attendista.
Il giudice Azibert, dal canto suo, è accusato di ricettazione della violazione del segreto professionale, traffico di influenze passivo e corruzione passiva. Per l'avvocato Herzog l'accusa è invece di violazione del segreto professionale, ricettazione della violazione del segreto professionale, corruzione attiva e traffico di influenze attivo.
Ex-premier Fillon, urgente fare piena luce - ''E' urgente che sia fatta piena luce'' sul dossier giudiziario legato all'ex presidente Nicolas Sarkozy: lo scrive sul suo blog Francois Fillon, che durante il quinquennio di Sarkozy all'Eliseo è stato suo primo ministro. ''Indagato, Nicolas Sarkozy è presunto innocente. E' urgente che piena luce sia fatta per l'uomo che attraversa una prova dolorosa come per il Paese che si affossa nella crisi di fiducia'', afferma Fillon. ''Ex-presidente della Repubblica, ha diritto al rispetto'', ha continuato Fillon, che intende presentarsi alle primarie dell'Ump, il grande partito francese di centrodestra, nel 2016, in vista del voto presidenziale del 2017.
Popolarità Hollande risale di cinque punti - Risale di cinque punti, anche se resta comunque bassissimo, l'indice di popolarità del presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto emerge dall'ultimo studio realizzato dall'Ifop per Paris-Match. Il tasso di consenso di Hollande passa dal 18% di giugno (un record negativo) al 23% di luglio (+5 punti). E' soprattutto come difensore degli "interessi della Francia all'estero" che il presidente più impopolare della Quinta Repubblica guadagna terreno: + 10 punti (dal 41% al 51% degli intervistati). Mentre l'ex presidente, Nicolas Sarkozy, affonda nello scandalo legato alla presunta corruzione dei magistrati, cresce anche la popolarità del premier, Manuel Valls, che guadagna un punto di approvazione, dal 52% al 53% in un mese.

Passaparola - Ucraina: 2014-1914 ? - Massimo Fini



Il Passaparola di Massimo Fini, giornalista e scrittore
Bisogna fare una premessa: esisteva fino a un quindicennio fa un principio di diritto internazionale che proibiva l’intervento militare nelle vicende interne di uno stato sovrano, era un principio abbastanza ragionevole, a mio avviso, per non creare una situazione di guerra di tutti contro tutti, questo principio fu sfondato dagli americani con intervento in Kosovo.
Dopodiché è un po’ difficile accusare la Russia di essersi annessa la Crimea, perché naturalmente il Kosovo con gli americani non c’entrava assolutamente niente. La Crimea era ed è una regione russofona che era stata data da Chruščёv all’Ucraina, ma la cosa aveva senso all’interno di una Unione Sovietica Federale, non aveva più senso in una situazione del genere.
Non si possono quindi muovere particolari rimproveri alla Russia per essersi annessa alla Crimea, perché in realtà è la stessa gente, tra l’altro il Presidente regolarmente eletto dell’Ucraina, che era filo russo, Yanucovich, è stato abbattuto da una più o meno rivolta di piazza, insomma, quindi questo cambiava tutti i termini della questione, quindi i russi di Crimea si sono ribellati e sono tornati alla Russia, insomma, questa è diciamo la base del discorso.
Il problema ucraino è che l’Ucraina è divisa in due parti, una parte sono filo europei, diciamo "tedeschi",polacchi, non so, dall’altra invece ci sono russi che poi dal punto di vista storico, per quello che vale ancora gli uni erano favorevoli al nazifascismo e gli altri erano filocomunisti, queste cose poi nella storia ritornano, quindi l’Ucraina in realtà è un Paese a metà, che probabilmente in una situazione più tranquilla potrebbe dividersi in due, come è stato in Cecoslovacchia, c’era la Cechia e la Slovacchia, due realtà diverse, però si sono divise pacificamente.
Lì è un po’ più difficile, perché poi ci sono gli interessi delle grandi potenze, della Russia, dell’Europa, io però penso che tutto finirà con un compromesso pacifico, perché gli interessi economici di tutte e due le parti, Russia e Europa, sono troppo grandi, per metterli in discussione, come si sa la Russia fornisce il gas all’ Europa, però ha anche bisogno dell’Europa per ragioni di mercato, quindi non credo che i veri pericoli vengano da quella situazione, arriveranno a un compromesso, comunque.
La Russia, a questo punto, una volta avuta la Crimea, etc., tiene un atteggiamento piuttosto prudente, su questa cosa fa un po’ di voce grossa, ma neanche tanto, alla fine accetterà di sicuro.
L’interesse dell’Unione Europea è minore secondo me dell’interesse americano che c’è, comunque, alle spalle, anche se Obama è un sior tentenna, ad allargare il più possibile la parte occidentale di quella che un tempo era la cortina, la divisione, cioè arrivare il più possibile vicino ai confini dell’ex-Unione Sovietica, infatti poi la grande discussione e diatriba tra Russi e Americani è stata proprio sul fatto che gli americani volevano mettere lo scudo lì con la scusa che serviva non si sa bene a combattere il terrorismo, ma in realtà serviva solo a contenere la Russia.
Quindi vedo più che interessi europei in questo caso qui Interessi Americani sì.
Nel senso proprio geopolitico in questo caso, non economico.
La Russia si può ritenere appagata di quello che ha avuto, l’Europa anche, resta aperto il problema di quali sono i confini dell’occidente, da quella parte, e quali sono i russi; su questo ci si scontrerà ancora.
La chiave per risolvere il conflitto è economica, cioè che la Russia continui a dare gas attraverso l’Ucraina e che l’Europa continui a investire in Russia e che ci sia un libero scambio tra Europa e Russia.
Siccome ripeto, oggi gli interessi economici valgono molto di più di quelli, come dire, ideali o nazionali o cose del genere, a questo si arriverà, una volta risolta la situazione della Crimea e di qualche zona di confine, non c’è più una vera materia del contendere.

L’Ucraina nella Nato è una di quelle cose che alla Russia darebbe particolarmente fastidio, perché vuole dire appunto che i confini geopolitici si spostano nella Nato, cioè sostanzialmente l’America, si spostano fino ai confini Ucraini, e quindi su questo ci sarà battaglia, però vedo l’America in una situazione di tale debolezza su tutti i fronti che non so se riuscirà a imporre una Ucraina che entri nella Nato. Bisognerebbe, però anche sentire gli Ucraini se hanno interesse a entrare nella Nato, perché vuole dir proprio accettare, come il nostro caso, una sudditanza militare che poi è politica, economica e culturale, agli Stati Uniti in un momento in cui loro non sono più la superpotenza di un tempo.
Quindi ripeto bisognerebbe sapere che pensano gli Ucraini, diciamo, la parte occidentale, perché una cosa è essere occidentali e una cosa è entrare nella nato.
Adesso diciamo che la questione Ucraina andrà piano piano a perdere di interesse, altre cose avanzano molto più importanti, che sono l’avanzata dell’Isis in Iraq, naturalmente Boko Haram in Nigeria, c’è tutto un blocco diciamo di islamismo radicale che è totalmente antioccidentale, anche se adesso in Iraq si combattono Sciiti e Sunniti, ma in realtà l’obiettivo poi finale resta l’occidente, come Boko Haram, che cosa vuole dire letteralmente Boko Haram? Vuole dire l’educazione l’occidentale è peccato, quindi adesso stanno combattendo anti islamici più vicini all’occidente in Nigeria, ma in realtà il loro obiettivo è l’occidente. Quindi penso che queste saranno le questioni del futuro piuttosto immediato.