venerdì 20 ottobre 2017

Pioggia di meteoriti orioniche.


Uno spettacolo sfavillante
Stanotte la pioggia di meteore Orionidi illuminerà il cielo in tutto il mondo. Ammira questo spettacolo della natura insieme ad amici e familiari.

L'inquinamento uccide, 9mln di morti nel mondo solo nel 2015.

Cina: inquinamento alle stelle © AP
Cina: inquinamento alle stelle.

Pari a 1/6 di tutti i decessi annui.

L'inquinamento miete qualcosa come 9 milioni di morti l'anno (dati relativi al 2015), ovvero ben un decesso su sei si può ricollegare ad esso. L'inquinamento atmosferico (smog, particolato nell'aria ma anche inquinamento da uso domestico di combustibili fossili) è responsabile di 6,5 milioni di morti l'anno (in gran parte per malattie cardiovascolari e respiratorie); l'inquinamento idrico di 1,8 milioni di decessi annui (per infezioni gastrointestinali, parassiti, diarrea), l'inquinamento legato all'ambiente di lavoro (da tossine e sostanze chimiche) 0,8 milioni di morti annui (specie per tumori).

Reso noto sulla rivista The Lancet, questo tragico bollettino è parte dei risultati della Commission on Pollution and Health, un progetto biennale che ha coinvolto oltre 40 autori di vari paesi del mondo. Usando dati del Global Burden of Disease, è emerso che la maggioranza dei decessi si colloca nel Sud del mondo, specie in paesi come India (2,5 milioni di morti in un anno) e Cina (1,8 milioni), travolti da una rapidissima industrializzazione.

Le forme di inquinamento associate allo sviluppo industriale quali l'inquinamento atmosferico ambientale (incluso l'ozono), l'inquinamento chimico, occupazionale e del suolo fanno oggi più vittime che in passato: si è passati da 4,3 milioni nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.

Giorgio Napolitano, class action contro l'ex presidente della Repubblica: reati contro la sovranità.

Giorgio Napolitano

Nel mirino ci finisce il sovrano, ovvero Giorgio Napolitano: contro l'ex presidente della Repubblica scatta una denuncia di massa di mille cittadini tra imprenditori, pensionati e dipendenti pubblici, che hanno sottoscritto una serie di denunce presentate in diverse procure dal prossimo venti ottobre. Una class action contro Napolitano, promossa dal solito Niki Dragonetti, l'imprenditore che denunciò Laura Boldrini.
Contro Napolitano, nella denuncia, si mette in rilievo "l'usurpazione della sovranità popolare perché in tutti questi anni ci hanno vietato di poter tornare a votare. Ci hanno imposto Governi tecnici che hanno solo provocato un sentimento di sfiducia tra gli elettori che hanno così perso il vero significato della parola democrazia. Basta i vari Renzi e Gentiloni, con mandato in scadenza. Basta i Monti, Letta e tanti altri Governi imposti da re Giorgio Napolitano unitamente ai presidenti di Camera e Senato".
Nella denuncia si fa riferimento al codice penale, articolo 287. "Non possiamo continuare a subire. Questa appoggiata da tantissime cittadini, altro non è che l'orgoglio italiano che sta emergendo. I cittadini vogliono tornare ad essere una componente essenziale per la scelta del Governo italiano e non una parte passiva e senza diritto alcuno". Dunque, Napolitano denunciato: un gesto eclatante per dar sfogo ai malumori di molti cittadini che individuano nel presidente emerito una delle principali cause delle sciagure italiane.

Maria Elena Boschi, il suo ruolo nell'assalto a Ignazio Visco: furia di Paolo Gentiloni, rapporto compromesso

Maria Elena Boschi

La cosiddetta "anima nera" dietro alla manovra orchestrata da Matteo Renzi contro Ignazio Visco sarebbe Maria Elena Boschi. Ci sarebbe lo zampino della sottosegretaria dietro la corrente che spinge per non riconfermare il presidente di Bankitalia. O quantomeno un suo contributo. Il punto è che, raccontano dalle sacre stanze della politica, il premier Paolo Gentiloni era irritatissimo per l'iniziativa, di cui era all'oscuro, mentre la Boschi sapeva ciò che stava per accadere. E, piccolo dettaglio, la Boschi fa parte del governo, Renzi invece no.
Maria Elena sapeva anzitempo del testo e, addirittura, c'è chi sostiene che avrebbe avallato la prima versione della mozione dove si chiedeva esplicitamente un segno di discontinuità a Bankitalia, ossia silurare Visco. Dunque, sul caso-Visco, si è letteralmente frantumato il rapporto di fiducia tra la Boschi e il premier. La tensione, ora, è alle stelle. Tanto che Gentiloni, nel day-after in cui è esploso il bubbone di Palazzo Koch, si è confrontato solamente con Sergio Mattarella, profondamente irritato e turbato per l'evolversi degli eventi. Nel corso del pranzo al Quirinale, Mattarella avrebbe ribadito a Gentiloni tutta la sua indignazione per quanto avvenuto il giorno precedente alla Camera. Uno scenario intricato, velenoso. Un quadro in cui, ancora una volta, Renzi&Boschi sono riusciti a mettersi tutti contro. Gentiloni e Mattarella compresi.

E' pronta la rivoluzione delle misure.

Per il 2018 il chilogrammo sarà ridefinito in modo più preciso (fonte: Enrico Massa e Carlo Sasso) © Ansa

Il chilogrammo non sarà più lo stesso, da maggio 2019.

E' pronta la rivoluzione delle misure: il chilogrammo non sarà più lo stesso e con lui si preparano a rinnovarsi anche altre misure fondamentali. Il loro destino, annunciato da tempo, viene deciso nella conferenza dell'Istituto Internazionale Pesi e Misure, per avviarne la ridefinizione sulla base di costanti della fisica, anziché di definizioni astratte. Alla riunione partecipa anche il direttore scientifico Maria Luisa Rastello, dell'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim). Questo è l'incontro preliminare prima della Conferenza generale sui pesi e le misure prevista nel novembre 2018, mentre le nuove definizioni sono attese per maggio 2019. 

Quella in corso è la più grande ridefinizione del sistema internazionale delle unità di misura, sin dalla sua fondazione, avvenuta quasi 60 anni fa: cambiano anche l'ampere, che misura la corrente elettrica, il kelvin che definisce la temperatura, e la mole che conta le molecole e gli atomi presenti in una sostanza. L'obiettivo è rimpiazzare gli attuali sistemi che definiscono le quattro unità con costanti fisiche universali e riproducibili da tutti, in modo da rendere accessibile la misurazione precisa ai laboratori di tutto il mondo, con ricadute non solo per la ricerca, ma anche per l'industria. 

''E' importante perché alcune definizioni, in particolare quella del chilogrammo, sono basate su artefatti materiali, anziché su costanti fisiche, e questi non sono affidabili su scale di tempo molto lunghe'' ha osservato Giovanni Mana, dell'Inrim, che ha contribuito alla ridefinizione del chilogrammo. Per esempio, ha aggiunto, ''è stato visto che le copie del cilindro di platino iridio conservato nell'Ufficio Internazionale dei Pesi e delle Misure di Parigi (considerato lo standard per impostare le misure che indicano il peso), non pesano più un chilogrammo ma un po' di più, e questo non permette di replicare misure fatte 100 anni fa''.