venerdì 9 dicembre 2011

Manovra, l’apertura di Bagnasco “Disponibili a discutere di Ici”



Il presidente della Cei: "Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra". Ma poi ricorda: "Il Concordato prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa". Monti glissa. Lupi (Pdl): "Polemica segnata da anticlericalismo".


L’apertura del cardinal Bagnasco arriva verso la fine dell’ennesima giornata di polemica sulla questione dell’applicazione dell’Ici agli immobili della Chiesa: ”Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra”, ha detto il presidente della Cei rispondendo a una domanda a margine di un convegno a Genova. ”Com’è noto – ha aggiunto Bagnasco – il Concordato prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa cattolica e, quindi, anche di quegli ambienti che vengono utilizzati per specifiche finalità. Bisogna aggiungere che laddove si verificasse qualche inadempienza, auspichiamo che ci sia l’accertamento e l’assunzione conseguente come è giusto per tutti”.

Prima del cardinale era intervenuta l’agenzia della Conferenza episcopale italiana (Sir) con una nota: ”La Chiesa cattolica paga quello che c’è da pagare, paga quello che è previsto, come tutti, e non gode di nessun privilegio”. Se è vero che “c’è bisogno di una rendicontazione puntuale e scrupolosa sui soldi”, questo deve valere anche per i “beni immateriali”, relativi cioè ai servizi che la Chiesa offre, sottolinea il Sir.

Sulla questione si è espresso in termini molto generali anche il premier Mario Monti: “In 17 giorni non abbiamo preso alcuna decisione e sono a conoscenza di una procedura di aiuti di Stato”, ha detto in conferenza stampa a Bruxelles.

Dalla politica arrivano proposte di emendamenti alla manovra: quattro deputati del Pdl – Maurizio Bianconi, Viviana Beccalossi, Monica Faenzi Francesco Biava – hanno proposto di far pagare l’Ici anche alle parrocchie, agli oratori e agli edifici di culto o, almeno a quegli oratori che affittano campi di calcio o sale per le feste di compleanno. L’emendamento, spiegano, renderebbe la manovra più equa. Viene proposto di esentare dal pagamento dell’imposta chi possiede una sola casa sotto i 100 metri quadrati. E come copertura propongono di colpire gli Enti Religiosi, con due diverse ipotesi. La prima è quella far pagare l’Ici agli “enti ecclesiastici che svolgono attività commerciale, anche in parte”. Ed è quello che fanno abitualmente tutte le parrocchie e gli oratori che affittano sale per le feste di compleanno dei bambini o campi di calcio la sera, per poter pagare le attività sociali. I quattro parlamentari propongono anche di elevare l’Imposta sugli immobili delle banche. La seconda forma di copertura è ancora più “hard’’. Verrebbe eliminata l’esenzione dall’Ici per gli edifici di culto, per tutte le Associazioni (enti ecclesiastici, onlus, sindacati e partiti) e per gli immobili a destinazione uso culturale”. “Siamo davanti ad una manovra – dichiarano Bianconi, Beccalossi, Biava e Faenzi – che, al di là del nome che porta, deve offrire un forte segnale di equità. E se equità deve essere quindi, è giusto che anche quegli enti, quelle associazioni e tutti quei soggetti che finora sono stati esenti dal pagamento di una tassa, quella sugli immobili, che non fa davvero piacere a nessuno pagare, contribuiscano a risollevare le casse dello Stato”. Secondo i quattro deputati vanno corrette “vere e proprie storture della normativa, che ha permesso ad enti che svolgono attività ‘non esclusivamente commercialì sulla carta, ma che nella pratica sono veri e propri centri di business, di non pagare l’Ici”. Infine c’è “un profilo di concorrenza sleale rispetto ad analoghe attività in mano a privati che non va affatto sottovalutato”.

Una proposta arriva anche da un’altra deputata Pdl, Gabriella Giammanco: “Propongo che, solo e soltanto, gli edifici che hanno finalità commerciali siano sottoposti a tassazione. E’ necessario – prosegue la deputata Pdl – sostenere le attività meritorie che ogni giorno la Chiesa porta avanti a favore del prossimo, ma se per correggere la manovra a favore delle fasce più deboli, sul fronte delle pensioni e su quello dell’Imu sulla prima casa, il problema rimane quello della copertura finanziaria credo che anche la Chiesa, come tutti, debba essere chiamata a un piccolo sacrificio”. “Ferma restando la buona fede della Chiesa, per evitare zone grigie e dubbi interpretativi sulla legge vigente – conclude – penso sia necessario abrogare la norma del 2006 per cui anche gli immobili che non hanno ‘esclusivamente natura commerciale’ possono essere esentati dal pagamento dell’Ici. In questo modo si manterrebbero ferme le esenzioni della legge del ’92 e pagherebbero solo gli edifici utilizzati a scopi commerciali”

Contrario invece alla tassazione sugli immobili della Chiesa è Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera: “Mi sembra che nel dibattito sul pagamento dell’Ici da parte della Chiesa si stia facendo una gran confusione. In discussione non è infatti un privilegio ma un principio di libertà e di sussidiarietà che interessa tutti quei soggetti che svolgono una funzione pubblica. In tal senso è giusto che determinate attività, in parte svolte dalla Chiesa, in parte da altri soggetti, siano esenti”. Insomma, per Lupi “la discussione di questi giorni” è viziata da “rigurgiti di anticlericalismo”.

Ma se la polemica politica si accende in maniera trasversale, l’opinione pubblica sembra avere le idee molto chiare. Non solo l’appello di Micromega per reintrodurre l’imposta sugli immobili ecclesiastici raggiunge 100 mila adesioni in tre giorni, ma anche il sondaggio di Sky fornisce un quadro preciso con la quasi totalità (il 93%) dei partecipanti alla domanda del giorno che riterrebbe opportuna una stretta sull’Ici a carico della Chiesa.

Leone ritrova la padrona dopo anni.



Un leone ritrova la padrona che lo aveva accudito da cucciolo dopo tanti anni...guardate la reazione.



Pacco bomba a Equitalia, ferito il direttore dell'agenzia. Cancellieri: "Attacco vile"







Roma - (Adnkronos/Ign) - L'esplosione nell'ufficio di via Millevoi, in zona Cecchignola. L'ordigno in un plico aperto dal responsabile Marco Cuccagna colpito al volto e alla mano. Secondo gli investigatori c'è una matrice anarchica. L'attentato potrebbe essere legato al pacco bomba alla Deutsche Bank. Monti: "Equitalia svolge un ruolo fondamentale". Cgia di Mestre: nel 2010 recuperati 8,8 miliardi di euro.


Roma, 9 dic. (Adnkronos/Ign) - Un pacco bomba è esploso all'Agenzia Equitalia di via Andrea Millevoi, a Roma. L'ordigno era contenuto in pacco postale indirizzato all'ufficio della zona Cecchignola. E' stato aperto da Marco Cuccagna, direttore generale della stessa agenzia, rimasto ferito alla mano e al volto. In particolare la deflagrazione ha leso la falange di un dito. All'arrivo del 118, l'uomo è stato trasportato al Sant'Eugenio in codice giallo.


E' lo stesso direttore centrale di Equitalia Angelo Coco a fornire alcuni dettagli dell'episodio ai giornalisti davanti alla sede di via Millevoi: nello scoppio del pacco "è andato in frantumi una scrivania di vetro", le schegge hanno colpito al volto il direttore Cuccagna. In ospedale è stato sottoposto a "un intervento chirurgico". Poi lo sfogo. "Contro Equitalia - sottolinea Coco - è andata in scena negli ultimi tempi una campagna denigratoria e di disinformazione, non solo da parte di una certa stampa, che ha prestato il fianco, ma anche portata avanti da alcuni politici di secondo piano".
Secondo gli investigatori c'è ''una matrice anarchica'' all'origine dell'attentato. ''Con ogni probabilità non si tratta di un episodio isolato e potrebbe essere in atto un'altra 'campagna natalizia' dei gruppi di ispirazione anarco-insurrezionalista", dicono all'Adnkronos fonti investigative e degli apparati di sicurezza. Potrebbe quindi non essere finita con l'attacco di oggi. ''Non è escluso che possano essere stati inviati altri plichi esplosivi, l'allerta è massima'', viene rilevato.
Non sfugge naturalmente all'attenzione degli apparati di sicurezza che l'attentato di oggi fa seguito al pacco bomba destinato all'amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann e rivendicato ieri dalla Federazione anarchica informale. Nella lettera di rivendicazione, poi, veniva annunciato l'invio di tre ordigni, quindi è plausibile che sia stato inviato almeno un altro plico esplosivo.
I pacchi bomba ''potrebbero essere realmente tre o anche di più - rileva una fonte della sicurezza- sia in Italia che all'estero. Sono molto più che atti dimostrativi, qui si mira a fare male. E non è un caso che il periodo scelto per mettere in atto questa nuova fase di attentati sia quello attuale, con la crisi economica che attanaglia l'Europa e che può finire per esacerbare gli animi, favorendo il malcontento e attivando circuiti perversi''.
La matrice anarchica all'origine del gesto ''è evidente per il modus operandi, per quanto accaduto di recente e per la profonda conoscenza dimostrata nel manipolare e gestire gli esplosivi. C'è una chiara continuità con quanto è stato messo in atto in passato''.
Commentando l'episodio, il presidente del Consiglio Mario Monti ha detto che "Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi". Anche per il ministro della Giustizia Paola Severino, Equitalia "ha sempre svolto con rigore una funzione estremamente importante per l'economia italiana''.
Tanta la solidarietà nei confronti del direttore Marco Cuccagna rimasto ferito al quale, tra gli altri, il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, definendo "vile" l'attentato che l'ha colpito, augura "una pronta guarigione''. Non diversamente il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parla di un atto "scellerato, vile" e i colpevoli "devono essere identificati al più presto e puniti". L'ipotesi, aggiunge il sindaco, "che possa trattarsi di un gesto non isolato è un invito per tutti a non abbassare la guardia". La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è certa che questo "atto intimidatorio non condizionerà l'operato di Equitalia", si tratta di "un fatto grave" e l'auspicio è che vengano individuati quanto prima i responsabili.



Il Governo delle Banche: obbligo di apertura conto corrente per chi percepisce pensioni superiori alle 500 euro.







L’Italia si trasforma nel Paese delle Banche e dei Soldi Elettronici.
Ma cosa saranno mai questi soldi elettronici, molti se lo chiedono in queste ore! Ebbene sono le transazioni che avvengono tramite banche, con l’utilizzo del cliente di carte di credito, postamat, bancomat, carte ricaricabili e quanto altro, in poche parole sono quei soldi non tangibile, sono quel valore che non vediamo, non tocchiamo ma che possiamo avere.
Certo, molti italiani hanno conti correnti, carte di credito, carte ricaricabili, ma non tutti sono forniti di conti correnti bancari o postali.
Vi avevamo già scritto della prossima “estinzione” della banconota da 500euro ed ora il Governo dei Professori si appresta a prendere un’altra decisione drastica, nessun pagamento superiore alle 499 euro sarà possibile se non con il passaggio su un conto corrente.
Ebbene si ci apprestiamo ad entrare nel Paese delle Banche e del Denaro Elettronico.
Infatti l’indiscrezione poi confermata parla di obbligo di apertura di conti correnti anche per i  pensionati. Per riscuotere le pensioni superiori a 499euro si dovranno aprire conti correnti bancari o postali e far uso di bancomat o carte di credito per riscuotere le pensioni. Le pensioni superiori ai 500euro,al pari degli altri pagamenti, specie  se erogate da amministrazioni pubbliche, non possono essere più pagate in contanti, ma serviranno strumenti di pagamento elettronico, di banche o poste. La stessa norma vale per stipendi e compensi pubblici.
Per gli enti non pubblici la soglia è di 1000 euro.

Tumore al seno, scoperta la molecola che rende staminali le cellule tumorali.



Si chiama TAZ ed è il gene che controlla negli embrioni le dimensioni degli organi. Nel cancro alla mammella, però, il suo intervento "trasforma" le cellule malate, rendendole metastatiche e resistenti alla chemioterapia. La scoperta del team di Stefano Piccolo potrebbe contribuire a cambiare la storia della lotta alla malattia.
di FRANCESCA SIRONI
ROMA - Le cellule staminali tumorali, si sapeva da tempo, sono le responsabili dell'evoluzione aggressiva di un tumore e della sua rigenerazione, perché resistenti alla chemioterapie e dure a morire. Finora questa era solo teoria, la descrizione di un fenomeno, non la sua spiegazione. Oggi, grazie a una ricerca condotta dal gruppo di studio del professor Stefano Piccolo all'Università di Padova, sappiamo qual è la molecola responsabile dell'evoluzione delle cellule tumorali in staminali. Una scoperta che potrebbe cambiare molte cose e che viene presentata per la prima volta, con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Cell, in occasione della giornata per la ricerca organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

Le cellule più pericolose - "Le staminali - spiega Piccolo - sono le cellule che mantengono il tumore in attività, che fomentano il fuoco. Insomma, sono quelle che uccidono". Alle staminali sono dovute le metastasi. "La progressione tumorale - aggiunge lo studioso - è un fenomeno legato all'aumento della proporzione delle cellule staminali. La nostra ricerca è partita così dalla comparazione fra tumori al seno aggressivi ad alto grado istologico e tumori benigni". 

Porsi le domande giuste  - "Ci siamo chiesti - continua Piccolo - cosa guidasse l'aumento delle cellule tumorali staminali. Fino ad oggi le informazioni erano così parziali che molti scienziati continuavano a nutrire giustificati dubbi sulla loro stessa esistenza. Avevamo bisogno di capire da un punto di vista molecolare quali fossero le cause del fenomeno". Si trattava solo di definizioni. Ciò che mancava era "materializzare" tutto questo in ciò di cui la scienza ha bisogno: geni, cellule e meccanismi. "Gli scienziati hanno bisogno di toccare gli elementi, vederli, manipolarli, per poter spiegare un fenomeno". 

Grazie alla comparazione genetica di tumori umani aggressivi in stadio avanzato e benigni in stadio precoce i ricercatori hanno individuato una serie di differenze. "Questa comparazione - racconta Piccolo - ci ha rivelato la porta da aprire, ma non la chiave per entrare  e così abbiamo cominciato a provare tutte le chiavi, ovvero i marcatori genetici, che avevamo a disposizione". Molte "chiavi" non erano associate all'evento che interessava loro spiegare. Ma una sì.

La scoperta di Taz - Uno dei marcatori individuati era direttamente correlato all'aumento del numero di cellule staminali. Si trattava di Taz. "Abbiamo scoperto che nella progressione tumorale le cellule che hanno questo marcatore giocano un ruolo fondamentale: via via che il tumore progredisce, il numero di Taz nell'organo tumorale aumenta". 

Taz è una via di segnale che normalmente controlla, nell'embrione, la dimensione degli organi. Ma nelle cellule tumorali, la sua funzione degenera. "I tumori - sostiene Piccolo - non sono ammassi di cellule senza connessioni con l'organo in cui crescono. Sono invece molto più assimilabili ad organi, sebbene abberranti. Sembrano infatti ripercorrere le stesse strade che un organo compie per rigenerare le ferite e garantirsi lunga vita". Proprio come le cellule staminali diventano aberranti, anche l'azione di Taz diventa incontrollata nel cancro.

"Abbiamo condotto un esperimento: prendendo le cellule staminali tumorali e togliendole Taz queste diventavano cellule tumorali benigne". Non erano più staminali, ovvero non più pericolose.  "Se invece prendiamo una cellula tumorale non staminale - spiega Piccolo - e vi accendiamo Taz, quella diventa staminale tumorale". Taz, insomma, è la molecola alla base dell'essere staminale della cellula tumorale. 

La scoperta dei ricercatori di Padova risponde anche a un'altra osservazione. Molti studiosi avevano notato che sotto appropriate condizioni le cellule tumorali possono mostrare comportamenti staminali. "E' logico - dice Piccolo, senza nascondere l'entusiasmo - se la nicchia biologica di quelle cellule facilità l'attivazione del gene di Taz, ecco che la cellula tumorale diventa staminale". 

Il comportamento di Taz - "Naturalmente - prosegue Piccolo - non bastava individuare la molecola. Avevamo bisogno di capire cosa regolasse il suo comportamento, cosa ne determinasse l'attivazione o la stabilità". Non hanno dovuto cercare lontano: "La risposta era sotto i nostri occhi: la forma della cellula". Le cellule hanno di solito una precisa polarità, una parte voltata verso un lume, un'altra ancorata saldamente ad altre cellule. "I patologi da sempre avevano correlato l'evoluzione di un cancro alla presenza di forme cellulari aberranti. Si dice che le cellule tumorali abbiano comportamenti asociali, perché la loro forma non le rende compatibili alle altre". "Noi abbiamo scoperto che questo non è un effetto, ma una causa". Il cambiamento di polarità di una cellula tumorale, cioè, può attivare la molecola Taz, e quindi innescare la sua riprogrammazione in cellula staminale, resistente e pericolosa. 

Questa scoperta, oltre a fornire nuove possibilità terapeutiche, apre importanti scenari di ricerca. Ai ricercatori di Padova ora restano da dimostrare molte cose. A monte, cosa provochi questo cambiamento di polarità nella cellula, a valle come faccia Taz a rendere staminale e metastatica la cellula tumorale. "Abbiamo appena cominciato - conclude Piccolo - a definire i tratti genetici che caratterizzano la staminalità delle cellule. La nostra scoperta apre strade importanti in molti campi, primo fra tutti quello terapeutico, di immediato interesse per i pazienti".

I meriti dell'AIRC - "Devo ringraziare Michelangelo Cordenonsi - conclude Piccolo - principale autore dello studio, e il professor Silvio Bicciato dell'Università di Modena per il fondamentale supporto nell'analisi informatica dei dati, oltre ad AIRC 5xmille per il supporto finanziario indispensabile per studi così costosi". 

L'Associazione Italiana per la ricerca sul cancro proporrà quest'anno, nella sua giornata dedicata alla ricerca, l'11 novembre, le conoscenze acquisite negli ultimi anni, in particolare grazie al sequenziamento del genoma e alle innovazioni tecnologiche. "La ricerca non si è fermata in laboratorio - scrivono - numerose scoperte hanno già avuto un'applicazione clinica, in termini diagnostici e terapeutici. Ma non basta: questi dieci anni ci hanno insegnato come potremo progredire nei prossimi dieci, tracciando le linee di ricerca del futuro".



http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/11/11/news/scoperta_su_staminali_tumorali-24780825/