venerdì 12 luglio 2019

Caos Procure, il Csm: “Le intercettazioni tra Palamara, Ferri e Lotti possono essere utilizzate: captate in modo casuale”.

Caos Procure, il Csm: “Le intercettazioni tra Palamara, Ferri e Lotti possono essere utilizzate: captate in modo casuale”
Cosimo Ferri, Luca Lotti, Luca Palamara.

Respinta la richiesta della difesa di dichiararle inutilizzabili, perché per ascoltare i parlamentari sarebbe stata necessaria l'autorizzazione della Camera, in virtù del fatto che "la direzione dell'atto di indagine non è volta ad accedere alla sfera delle comunicazioni parlamentari, la cui partecipazione all'incontro non era in alcun modo nota". Su Palamara: "Da parte sua risiko giudiziario, fatti contestati hanno compromesso, al momento, credibilità, prestigio e immagine".

Le intercettazioni fra Luca Palamara e i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti sono state captate in modo casuale e quindi possono essere utilizzate. Anche perché gli investigatori non sapevano che si sarebbero incontrati e quindi in alcun modo avrebbero potuto spegnere il trojan inoculato nello smartphone del magistrato. Di più: i loro colloqui sono stati ascoltati il giorno dopo, quando ormai erano avvenuti. Lo sostiene la Sezione Disciplinare del Csm nell’ordinanza con la quale ha sospeso il pubblico ministero Palamara, indagato per corruzione dalla procura di Perugia, definendo i suoi rapporti un “risiko giudiziario” per “occupare le procure” e i fatti contestati talmente gravi da aver “irrimediabilmente compromesso”, al momento, la sua “credibilità, prestigio e immagine”.
“Sono casuali, nessun dubbio” – Per quanto riguarda l’utilizzabilità delle intercettazioni, osserva il Collegio, quelle “rilevanti per il presente procedimento devono senz’altro essere reputate casuali, non potendosene certamente predicare la natura diretta né, più semplicemente, indiretta”, scrive il presidente della Sezione Disciplinare, Fulvio Gigliotti. E trattandosi di “intercettazioni casuali – si legge nell’ordinanza – nessun dubbio può sorgere intorno alla circostanza che esse siano liberamente utilizzabili, in confronti dei terzi per i quali si procede (Palamara, ndr), a prescindere della mancanza di autorizzazione (anche ex post) della Camera di appartenenza del parlamentare”. Appare, secondo il membri della Sezione Disciplinare, “del tutto evidente” stando ai “criteri sedimentati” sulla utilizzabilità o meno di dialoghi captati nei quali sia coinvolto un parlamentare che nel caso dei colloqui tra i tre ci sia un carattere “casuale e fortuito”.
“Ascoltate solo dopo l’incontro” – Le indagini all’interno delle quali vengono ascoltati Ferri e Lotti, infatti, si legge nell’ordinanza, “non sono in alcun modo fatti riferibili” agli stessi parlamentari. Non esiste, ricorda la Sezione Disciplinare, “alcuna frequenza di contatti” tra Palamara e i due esponenti dem “tale da consentire una prevedibile partecipazione degli stessi alle attività (dell’incolpato) oggetto di monitoraggio”. È agli atti, infatti, “una sola intercettazione con l’onorevole Cosimo Ferri, collocata in un arco temporale che si pone a strettissimo ridosso (alcune ore prima) dell’incontro in oggetto di captazione”. Ma soprattutto, si sottolinea nell’ordinanza, “l’attività di ascolto e trascrizione della predetta intercettazione, nella quale l’incontro veniva programmato, è avvenuto” da parte della polizia giudiziaria “soltanto dopo che l’incontro captato aveva avuto luogo”.
“Ignari di presenza Ferri e Lotti” – Insomma, conclude l’ordinanza, non può essere accolta la richiesta della difesa di Palamara di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni con Ferri e Lotti, perché per ascoltare i parlamentari sarebbe stata necessaria l’autorizzazione della Camera, in virtù del fatto che “la direzione dell’atto di indagine non è volta, in concreto, ad accedere alla sfera delle comunicazioni parlamentari, la cui prossima partecipazione all’incontro non era in alcun modo nota agli investigatori”.

Csm sospende Palamara da funzioni e stipendio.

Luca Palamara © ANSA

Accolta la richiesta del Pg della Cassazione.

La Sezione disciplinare del Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il pm romano Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione. Il tribunale delle toghe ha così accolto la richiesta avanzata dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio. A Palamara viene contestato di aver violato i suoi doveri di magistrato per le vicende al centro dell'inchiesta di Perugia,dove è accusato di aver messo le sue funzioni di magistrato a disposizione dell'imprenditore e suo amico Fabrizio Centofanti in cambio di viaggi e regali.
"I fatti contestati appaiono oggettivamente e incontrovertibilmente gravi e tali da rendere incompatibile con gli stessi l'esercizio delle funzioni, perchè idonei a compromettere irrimediabilmente, allo stato degli atti , la credibilità del magistrato, anche sotto il profilo dell'imparzialità e dell'equilibrio": così la Sezione disciplinare del Csm motiva perchè ha sospeso il pm romano Luca Palamara, indagato a Perugia.

Chichén Itzá - Guatemala

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El Castillo at Chichen Itza Il tempio di Kukulkán a Chichen Itzá, la zona archeologica situata nella penisola dello Yucatan in Messico. - Fcb981 - Opera propria

Chichén Itzá è un importante complesso archeologico maya situato nel Messico, nel nord della penisola dello Yucatán. Le rovine, che si estendono su un'area di 3 km², appartenevano a una grande città che fu uno dei più importanti centri della regione intorno al periodo epiclassico della civiltà maya, fra il VI e l'XI secolo. Il sito comprende numerosi edifici, rappresentativi di diversi stili architettonici; fra i più celebri si possono indicare la piramide di Kukulkan (nota come El Castillo), l'osservatorio astronomico (il Caracol) e il Tempio dei guerrieri.


Cenote sacro o Pozzo dei sacrifici. - Author:André Möller (User:Andre_m) Date:2003-August


Il Chac Mool - Il Chac Mool è un modello di scultura tipico della mesoamerica precolombiana che riproduce una figura umana in posizione reclinata con la testa alzata e rivolta verso il lato destro, con un recipiente appoggiato sul ventre. Wikipedia


Il trono del giaguaro


il Tempio dei Guerrieri. - Keith Pomakis 


Campo del gioco della palla. - Laurascudder


La Iglesia, Palazzo governatoriale - Sybz


El Caracol (La chiocciola) Osservatorio astronomico. - Fcb981 

Holmul - Guatemala

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Image: Artist reconstruction of Holmul royal tombs found in tallest pyramid

Holmul è un sito archeologico della civiltà Maya situato nella regione nord-orientale del bacino di Petén in Guatemala, vicino al confine con il Belize. Il sito venne visitato per la prima volta da una squadra di archeologi nel 1911, organizzata da Raymond Merwin dell'università di Harvard. Il lavoro iniziale di Merwin ad Holmul produsse la prima stratigrafia ad essere definita in una regione Maya.[1]Gli scavi ad Holmul vennero ripresi solo nel 2000.[2] (wikipedia)

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Holmul monumental art dated 600 AD (Photo: Holmul Archaeological Project)

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Proyecto Arqueologico Holmul | Fregio Maya

Bassorilievo con scultura di un capo indiano americano, civiltà Maya precolombiana, Tempio del serpente piumato a Xochicalco, in Messico. Sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO Archivio Fotografico - 92354148
Bassorilievo con scultura di un capo indiano americano, civiltà Maya precolombiana, Tempio del serpente piumato a Xochicalco, in Messico. Sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO - Natalia Lukiyanova

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L’inferno e il male a Bibbiano. Ed ora si scoprano tutte le carte. - Davide Stasi



La notizia, nonostante le resistenze di molti media, si sta espandendo a macchia d’olio. Ed è una di quelle notizie che nessuno vorrebbe mai sentire. Nel Reggiano sono più di venti gli indagati per un giro d’affari fatto sulla pelle di bambini sottratti alle famiglie e collocati in case protette. Un giro d’affari di migliaia di euro che avrebbe coinvolto medici, assistenti sociali, professionisti e politici. Ai domiciliari è finito, tra gli altri, proprio il sindaco di Bibbiano, il PD Andrea Carletti. Implicate anche diverse “Onlus”, che è l’eufemismo di “cooperative sociali”, le stesse di cui ho parlato settimana scorsa rispetto alla Casa Arcobaleno voluta dal Comune di Milano. Stessi meccanismi, stessi interessi, probabilmente stessi illeciti.
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Andrea Carletti
Qui però si va oltre. Qui si parla di un sindaco che solo l’anno scorso si vantava con i media del lavoro fatto sulla legalitàqualche mese fa dei suoi servizi sociali, cui erano destinati 2 milioni di euro all’anno, e che ora pare abbia avallato e tratto vantaggio da un sistema criminale fatto di relazioni false e disegni dei bambini modificati con l’aggiunta di connotazioni sessuali per poter avanzare ipotesi di abusi sessuali e dunque portarli via dalle famiglie. Da lì partivano terapie psicologiche inutili, ma ben pagate, e sedute di lavaggio del cervello per indurre i piccoli, a suon di impulsi elettrici, a temere i propri genitori o a elaborare ricordi inesistenti. Roba da Arancia Meccanica, signori, non le solite botte negli asili. Poi c’era anche l’affido dei minori a gente non proprio adeguata: malati psichiatrici o tenutari di sexy shop. Non solo: ai piccoli non venivano recapitati i regali inviati dai genitori. Tutto il materiale spedito come regalo è stato ritrovato accatastato in un magazzino. “Se questo è un uomo”, si chiedeva Primo Levi. Se non è questo il concentrato perfetto dell’inferno e del male, mi chiedo io.
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Naturalmente si è tutti innocenti fino a prova contraria, e questo vale anche per coloro che al momento sono soltanto indagati in questa vicenda. Però le cronache parlano di intercettazioni da parte dei Carabinieri, e questo un po’ cambia le cose. Se le prove sono di quel genere pressoché inoppugnabile (sarebbero state registrate le sedute di “lavaggio del cervello” ai bambini), occorre iniziare a concepire che davvero uno dei business da sempre sospettati e denunciati esisteva ed esiste davvero. Ed è inferno e male per una pletora di soggetti, a partire dai più deboli, dai più innocenti, appunto i bambini, fino a includere le loro famiglie d’origine. Si rilegga l’elenco dei comportamenti che sono oggetto di denuncia, o l’elenco delle accuse penali (frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso): davvero si può concepire qualcosa di più orribile?
La domanda è retorica, dunque non è la risposta che interessa. Interessa l’evidenza per cui questa realtà, da lungo tempo denunciata da questo e da tantissimi altri blog, esiste davvero, ed è forse anche peggio di quanto prefigurato. Qui è il sistema case-famiglie per minori, ma il meccanismo dei centri antiviolenza o case protette per donne o case arcobaleno per altro-sessuali, non è diverso. Sempre lo stesso sporchissimo business è. E tendenzialmente sempre gli stessi soggetti politici ed economici ci sono dietro: la sinistra e le cooperative. Proprio quelli che inneggiano al gender, che osteggiano ogni riforma di separazioni e affidi, che parlano di “femminicidio” e violenza sulle donne come se fosse un’emergenza nazionale, che chiedono e ottengono milioni di euro da intascarsi come a Bibbiano o in modi simili. Per esempio una delle “Onlus” implicate pare sia la “Hansel e Gretel”, guarda caso una delle più attive contro la riforma di separazioni e affidi perché, dichiarava, avrebbe “favorito i genitori violenti”. In questa vomitevole e raccapricciante contraddizione sta il centro di tutto il sistema, di tutto l’orrore e il male per i nostri figli.
E, va detto, c’è chi in passato e nel presente ha denunciato, talvolta per vie legali (inutilmente), e sempre tramite l’espressione della propria opinione, questo stato di cose vergognoso e pericoloso. Ottenendo, quando fortunato, una totale assenza di risposte. Quando sfortunato una denuncia per vilipendio alle istituzioni, diffamazione o cose del genere. Piaccia o no, costoro hanno sempre avuto ragione, e ancora ce l’hanno quando parlano di questi fenomeni o di fenomeni simili. I fatti parlano chiaro, e se la vicenda di Bibbiano non andrà in mano a magistrati politicamente schierati o semplicemente timorosi delle pressioni mediatiche, si dovrà andare a fondo e anche al largo. Perché orrori come quello appena scoperto nel reggiano sono a tutti gli effetti come la mazzetta di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio. La punta estrema di un iceberg. Sta a uomini e donne di buona volontà far sì che venga messo alla luce tutto il resto. Che si sa, è noto e stranoto. Basta avere il coraggio di cogliere l’occasione, smettere di coprire il peggio del peggio e finalmente scoprire tutte le carte.
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Travolge bimbi col suv, arrestato un 34enne.



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Rosario Greco

L'incidente nel Ragusano, trovato positivo ad alcol e droga.


E' stato arrestato dalla polizia di Stato per omicidio stradale aggravato l'uomo che alla guida di un suv ieri sera ha travolto due cuginetti di 11 e 12 anni nel centro storico di Vittoria. Uno dei bambini è morto sul colpo e l'altro è in gravissime condizioni e ha perso le gambe.
L'investitore è un 34nne, Rosario Greco, risultato positivo all'assunzione di droga e alcol. La Squadra mobile gli contesta anche la detenzione di oggetti atti a offendere: nel suv c'erano uno sfollagente telescopico e una mazza da baseball.
I passeggeri che erano con lui, e che come l'autista sono fuggiti a piedi dopo l'incidente, si sono presentati volontariamente in Questura spiegando di essere scappati per paura di essere aggrediti.
Sono stati denunciati per omissione di soccorso. Due di loro hanno precedenti penali. Uno è Angelo Ventura, figlio del capomafia di Vittoria, Giambattista, l'altro è Alfredo Sortino con vari precedenti penali, il terzo è Rosario Fiore. I tre che accompagnavano in auto, inizialmente hanno tentato di favorire l'autore dell'omicidio stradale, ma poi hanno deciso di fornire un'esatta dinamica di quanto accaduto addebitando ogni responsabilità al conducente. Sono stati denunciati per favoreggiamento. Nelle indagini della Polizia sono state utili le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza che hanno ripreso le fasi del sinistro stradale. 

Arrestato ex finanziere piromane, avrebbe distrutto la riserva delle Saline di Priolo.

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Riserva naturale Saline di Priolo

E' un ex militare della Guardia di Finanza.

Sarebbe un ex militare della Guardia di finanza, 62 anni, originario di Messina ma residente da anni a Siracusa, il presunto responsabile del terribile incendio che ha distrutto ettari all’interno della Riserva naturale Saline.
L’uomo è stato arrestato dai carabinieri perché accusato di aver appiccato due incendi, in contrada Biggemi e in contrada Petraro ieri nel territorio di Priolo, nel Siracusano. I militari hanno individuato il 62enne in prossimità di uno dei roghi e lo hanno trasferito in carcere.
A causa di uno dei due roghi è stato necessario anche evacuare la spiaggia di Priolo a causa delle fiamme che sono giunte fino alla costa La riserva Saline di Priolo è andata completamente distrutta a causa del rogo e sono andati distrutti anche tutti i capannoni e tutte le piante all’interno dell’area protetta.
All’indomani del vasto incendio si contano i danni delle fiamme: in parte devastata la Riserva naturale Saline, salvati i fenicotteri e le altre specie che migrano nell’area. “La Riserva è distrutta – spiega Fabio Cilea, direttore della Riserva naturale Saline di Priolo – ma ora si ricomincia a lavorare con maggiore impegno”.

https://www.blogsicilia.it/siracusa/arrestato-ex-finanziere-piromane-avrebbe-distrutto-la-riserva-delle-saline-di-priolo/491011/#h8Qdq6skdevbwRkq.99

EATALY PANATA E FRITTA - Carlo Cambi "la Verità"





La frase è di Henry Ford, ma lui intervistato da Stefano Lorenzetto per il Corsera se l’ è attribuita. Si parla di galline che hanno inventato il marketing perché quando depongono starnazzano e così tutto il mondo mangia le loro uova. Natale, detto Oscar, Farinetti l’ha un po’ aggiustata e fatta sua: forse pensava alle uova d’oro che doveva dargli Eataly e che invece non brillano. Nelle magnifiche sorti e progressive dell’ impero della salamella buona, pulita e giusta – concetto preso a prestito, stavolta da Carlo Petrini di Slow Food – c’ è un’ altra battuta d’ arresto. L’ha scoperta Mf-Milanofinanza.

Con un articolo di Andrea Montanari ha fatto luce sul bilancio 2018 di Eataly che ha perso 17,1 milioni di euro. L’ordine è di non farlo sapere, le conseguenze sono: niente quotazione in Borsa sempre annunciata e mai praticata e ricerca, ora un po’ più urgente, di uno – magari cinese – che ci metta i soldi. Quell’ uno potrebbe essere Jack Ma del colosso dell’ ecommerce Alibaba oppure un fondo immobiliare cinese che da tempo si evoca per Fico Eatalyworld, la Disneyland al ragù aperta a Bologna dalla compagnia di Farinetti sui terreni del Comune, di cui non si riesce a capire se sia un successo o un flop.

Resta il fatto che il 2018 per i soci di minoranza di Eataly è pesante. Natale Farinetti detto Oscar, che ha ceduto il timone ai figli e all’ amministratore delegato Andrea Guerra, invece in passato i dividendi se li è comunque assegnati. Come andrà quest’ anno è top secret: la finanziaria della famiglia Farinetti che ha la maggioranza di Eataly tace. Tutto il contrario di Natale Oscar che arringa le folle dai talk televisivi. Da alcuni anni va dicendo che l’ approdo naturale di Eataly è la quotazione in Borsa. Lo ha ribadito due anni fa a Taormina. Ma con questi conti è abbastanza difficile e lui stesso ha dato il contrordine compagni: non c’ è fretta.

È la terza volta che la bottega di famiglia si affaccia a Piazza Affari per poi rinculare. Andrea Guerra – manager già a capo di Luxottica, era il consigliere strategico di Palazzo Chigi quando nel 2016 venne invitato a occuparsi di robiole – arrivato a capo di Eataly via Matteo Renzi ha subito assunto lo stile della casa: aveva promesso nel 2016 (altro bilancio in rosso) che il fatturato del pane e salame sarebbe arrivato a 1 miliardo in tre anni. Non è successo, ma che gli fa. L’ anno scorso il giro d’ affari è stato di 532 milioni (+14% rispetto al 2017), ma un po’ lontano dall’ obbiettivo.

Se i conti vanno così è probabile che i soci di minoranza, dal Clubitaly di Giovanni Tamburi alla coppia storica Baffigo-Mirolglio, comincino a premere. All’ orizzonte si fa sempre più concreta la possibilità di cessione di parte del capitale a un socio di preferenza cinese. Ma nel caso vendono i soci di minoranza o i Farinetti?

Ci sono indizi su entrambi i fronti. Nei conti non brillanti dell’ ultimo esercizio, rivelati da Milanofinanza, ci sono alcune particolarità. Le banche di solito sparagnine nel prestare soldi a Eataly che nel corso dell’ esercizio fa dimagrire il patrimonio (da 65,37 a 50,92 milioni in un anno) hanno concesso ulteriori crediti per 21,65 milioni il che fa salire l’indebitamento verso le banche a 96,3 milioni. Poi ci sono i debiti verso i fornitori che storicamente sono cospicui.

Nel bilancio il management scrive che continua la strategia di espansione: altri punti vendita da Toronto a Parigi, da Verona a Dallas, da Londra a San Josè. Ma anche che si sono fatti ammortamenti consistenti (26 milioni, più 5 rispetto all’anno scorso) e che i costi sono lievitati a 545 milioni con una redditività in calo (l’ Ebitda rettificato a 21,21 milioni negativo rispetto al 2017 per il 16%), per cui è necessario abbassarli. Bisogna, scrivono in bilancio, ottimizzare i costi d’ acquisto agendo su contratti di fornitura globali, diminuire i costi del negozio, razionalizzare stock e logistica. Insomma chi lavora con e per Eataly potrebbe dover pagare una parte del conto.

Giovanni Tamburi (Tip), al quale Farinetti ha ceduto nel 2014 il 20% di Eataly per 120 milioni, non sembra più così soddisfatto dell’ investimento anche dopo che con un cambiamento di statuto Eataly ha concentrato la linea di comando su Guerra e i tre figli di Natale Oscar. Tamburi a fronte dei conti 2018 ha detto: «La redditività non è soddisfacente, i numeri non sono quelli previsti tra nuove aperture e investimenti mostruosi. La quotazione resta un obiettivo, ma ci sono alternative, ad esempio soluzioni ponte, molti fondi si sono affacciati».

Tradotto: forse vendiamo un pezzo. Ma Natale Farinetti detto Oscar sempre in quella chiacchierata con il Corriere fa sapere che il progetto Green Pea, e cioè vendere auto elettriche, energie pulite in una «casa» costruita con gli alberi abbattuti dal tifone dolomitico, è il suo nuovo impegno. Lui tenta un altro Oscar tornando all’ elettricità – i soldi li ha fatti con Unieuro – ma stavolta «buona, pulita e giusta».