martedì 1 settembre 2020

Sciagura-Conte: manca solo che la destra gridi ai caschi blu. - Antonio Padellaro

Star del giornalismo: «Io e altri centinaia di reporter al soldo della Cia»  - Popoff Quotidiano
Alcuni titoli de La Verità di ieri 31 agosto. “Sapevano tutto già dal 12 febbraio. Ma non hanno fermato l’epidemia”. “È ufficiale il flop del bonus vacanze”. “I banchi con le rotelle? Ora si scopre che sono fuori legge”. “L’ultimo disastro del ministro Azzolina. Altro che vittima, è solo una incapace”. “La strage delle scuole paritarie. Gli aiuti del governo sono briciole”. “Ogni Vip una Ong. Risultato? Sbarchi e morti”. “Bellanova come la grandine: vendemmia a rischio”. Alcuni titoli di Libero: “La carica dei cinquecento. Immigrazione senza freni: siamo invasi”. “Tra i migranti il virus circola più in fretta. Positivo il 4% degli extracomunitari sottoposto a test. Tra gli italiani la media è 1,4%. Ma l’esecutivo nega tutto”. “Ministro sul binario morto. La De Micheli sbanda: ormai ha perso la bussola”. Alcuni titoli de Il Giornale: “Ancora una strage buonista. Esplode un veliero di migranti”. “Gualtieri copia Visco: a rischio la flat tax. Nel mirino le partite Iva”.
Non mi permetto di criticare le scelte di professionisti affermati come Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri, Pietro Senaldi, Alessandro Sallusti. La questione semmai riguarda il giudizio sull’attività di governo da parte dei quotidiani d’opposizione più diffusi, che sono (o dovrebbero essere) lo specchio della pubblica opinione più radicata a destra. Per essi, e non da oggi, questo è un governo dove non si salva niente e nessuno, composto da un’accozzaglia di ministri colpevolmente incapaci, inetti, maldestri, incompetenti, superficiali, che agiscono nell’illegalità, che fanno danni peggio della grandine e delle cavallette, che gestiscono l’immigrazione a livelli criminali, degli stragisti per caso, e forse anche dei potenziali assassini. Ma se fosse davvero questa la realtà dei fatti cosa si aspetta a chiedere l’intervento dei Caschi blu dell’Onu? Al confronto il dittatore della Bielorussia è Abramo Lincoln. Quando, qualche tempo fa, mi azzardai a scrivere che a mia memoria nessun premier come Giuseppe Conte aveva ricevuto un trattamento così risolutamente ostile da parte della maggior parte dell’informazione cartacea e televisiva c’è chi saltò su: forse Silvio Berlusconi non era stato maltrattato dalla sinistra assai peggio? Vero, ma con la differenza che, a parte le numerose pendenze giudiziarie, Sua Emittenza aveva quasi tutti i media, e soprattutto le tv, ai suoi piedi (il famoso conflitto d’interessi). Onestamente, si può dire lo stesso dell’attuale presidente del Consiglio? E dunque mi asterrò dal sottolineare che il capo di questa presunta banda di incapaci e malfattori nei sondaggi riscuote, ancora e malgrado tutto, il 60% di gradimento popolare. La risposta la conosco già (vedi Salvini e Meloni): è chiaramente un consenso frutto della paura dopo che ha terrorizzato gli italiani con l’uso politico del virus. E qui alzo le mani.

Le riforme degli altri. Anche in Europa provano a sforbiciare. - Giacomo Salvini

Le riforme degli altri. Anche in Europa provano a sforbiciare

L’Italia non è un unicum, anzi: l’obiettivo di ridurre il numero dei parlamentari è comune alle altre grandi democrazie europee. Non solo con il “sì” al referendum costituzionale il nostro Paese resterà al vertice in Ue per rappresentanza tra eletti ed elettori, ma si assimilerà a molti paesi simili: in mezza Europa fioccano proposte per ridurre il numero dei parlamentari. Quanto basta per far dire allo studioso Giacomo Delledonne, ricercatore di Diritto pubblico comparato all’Università Sant’Anna di Pisa che all’argomento ha dedicato un paper, che “la vicenda italiana più recente può essere letta come una declinazione particolare di un più vasto movimento europeo”. Partendo dalla stretta attualità, parallelamente alla campagna referendaria italiana c’è un’altra grande democrazia europea che sta provando a tagliare i parlamentari: la Germania.
Nella notte tra martedì e mercoledì la Grosse Koalition che sostiene Angela Merkel (Spd e Cdu) ha trovato un accordo dopo un’estenuante trattativa sulla riforma elettorale che avrà l’obiettivo di ridurre da 298 a 280 i distretti e, di conseguenza, tagliare anche molti parlamentari. Al momento infatti, il Bundestag (la Camera bassa tedesca, l’unica elettiva) è composto da un numero variabile di parlamentari: oggi sono ben 709 nonostante nel 1996 il governo ne avesse stabiliti 598. E questo per un complesso principio di mandati in eccedenza e mandati compensativi del sistema elettorale che fa sì che dal 2002 a oggi i componenti del Bundestag siano cresciuti esponenzialmente da 603 ai 709 attuali. E, secondo le previsioni, il prossimo parlamento tedesco potrebbe arrivare a 800 componenti, la seconda camera al mondo dopo la Cina: sarà il “Bundestag XXL” come lo hanno ribattezzato i giornali tedeschi. Ma considerata l’attenzione teutonica per costi e sprechi (il Bundestag è arrivato a 1 miliardo l’anno), la Germania sta correndo ai ripari: la riduzione dei distretti avverrà gradualmente già a partire dalle elezioni federali del prossimo anno e si completerà dopo quella del 2025.
Un’altra riforma sovrapponibile a quella italiana è quella del governo francese. Il progetto di riduzione degli eletti all’Assemblea Nazionale era uno dei punti principali del discorso di inizio mandato del Presidente Emmanuel Macron e da qui è nato il progetto di legge governativo presentato dal premier Philippe il 29 agosto 2019 che riduce il numero dei deputati di un quarto: da 577 a 404. In caso di approvazione, la Francia passerebbe da 0,9 deputati ogni 100.000 abitanti a 0,6 contro l’1 dell’Italia.
Infine anche il Regno Unito si sta muovendo per tagliare i componenti della House of Commons composta da 659 deputati contro gli 800 della Camera dei Lords (non eletti). Il progetto è partito nella legislatura 2010-2015 (governo Cameron) in cui conservatori e liberaldemocratici avviarono il processo di riforma: il Parliamentary voting system and Constituencies Act individuò a 600 il numero massimo di deputati, ma a oggi non è ancora stato trovato un accordo sulle nuove circoscrizioni elettorali. Per questo, conclude Delledonne, “non c’è nessun caso italiano e nessuna anomalia: “La tendenza è comune a molti altri Paesi europei”.

Sabrina Beccalli, nell’auto anche ossa umane? -

Sabrina Beccalli, nell’auto anche ossa umane?

Potrebbe essere Cristina Cattaneo a mettere il punto sul caso di Sabrina Beccalli, la 39enne di Crema scomparsa dal giorno di Ferragosto. Al medico legale, nota per essersi occupata, tra l'altro, della vicenda di Yara Gambirasio, saranno consegnati nelle prossime ore i reperti trovati nella Fiat Panda nera di Sabrina e data alle fiamme da Alessandro Pasini, il 45enne amico della donna, che si trova in carcere con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. A Cattaneo l'incarico verrà conferito a mezzogiorno di domani.

All’interno dell’auto di Sabrina gli inquirenti avevano trovato delle ossa di un cane, come accertato da due veterinari. Ma l’avvocato di Pasini, Paolo Sperolini, ha illustrato il parere di un altro medico legale secondo il quale tra le ossa ritrovate ci sarebbe una clavicola dello scheletro umano.
La Procura di Cremona ha dunque accolto il riesame, disponendo una nuova perizia. A fare luce sulla vicenda sarà anche il responso del Dna che potrà così chiarire se quelle ritrovate sono effettivamente ossa di un cane o se appartengono a Sabrina. "Aspettiamo l’esito della perizia - spiega all’Adnkronos il tenente colonnello dei carabinieri di Cremona, Lorenzo Carlo Maria Repetto -. Non escludiamo più niente ormai. Noi carabinieri abbiamo conservato i resti ritrovati in auto. Le certezze di prima non ci sono più anche se suffragate da certificati medici veterinari. La Procura ha deciso di riesaminare quella parte di reperti, posso dire che quello che c’era in macchina non ricordava vagamente un corpo umano”.

Ora occorreranno ancora dei giorni per poter risolvere almeno parte del giallo, per il quale i carabinieri sono stati da subito in prima linea grazie alla prontezza nelle ricerche. "L’importante per noi è stato trovare subito un responsabile - fa notare Repetto - era fondamentale dal nostro punto di vista. Il responsabile in casi del genere va trovato entro 48-72 ore altrimenti poi diventa difficile. Fortunatamente da questo punto di vista il bandolo della matassa è stato trovato subito". Al momento le ricerche del cadavere di Sabrina sono state sospese, in attesa di avere un riscontro dalla perizia che Cattaneo inizierà nelle prossime ore assieme a un pool di esperti.

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/09/01/sabrina-beccalli-nell-auto-anche-ossa-umane_DMTPhNYUeVzgZEMW7r0W3H.html?refresh_ce

Arguisco da tale domanda che in Italia siamo mostruosamente indietro in quanto ad anatomia patologica... non saper distinguere le ossa di un animale da quelle di un umano è da ignoranti o superficiali... In ogni caso, scusate il gioco di parole, tutto è affidato al caso!

Non riuscivo a non pensarci. - Salvatore Buccheri

L'immagine può contenere: il seguente testo "In Sicilia i boschi bruciano? Tranquilli: ci sono pronti i fondi"

Non riuscivo a non pensarci.
Così ho passato un paio d'ore su internet.
Lungi da me, ora, considerarmi esperto, la domanda ricorrente è:
Chi ci guadagna?
Lo scandalo che emerge di più nella cronaca social sono i 15000 euro/ora per i Canadair, ma non può essere solo quello.
La Sicilia per estensione degli incendi copre il 30% dell'estensione nazionale. (www.datiallefiamme.it)
Il bello di internet è la semplicità.
Ho cercato "Finanziamenti Incendi Boschivi"
Come se cercassi chi li finanzia.
Il quadro è allarmante.
Viene fuori una massa di soldi con cifre astronomiche che viene distribuita dall'Europa alle regioni in cui il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 fa la parte del leone. Il PSR è lo strumento di finanziamento e di attuazione del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) dell’Isola.

Nell’ambito della programmazione delle risorse FEASR, per il periodo 2014-2020, sono stati assegnati alla Regione Siciliana €2.212.747.000 che costituiscono la maggiore dotazione finanziaria assegnata tra le regioni italiane a livello nazionale.

In questo complesso sistema di bandi per finanziamenti due voci interessano il nostro patrimonio naturalistico
La misura 4 che mira a "Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura:

Suddivisa in sottomisure:
4A Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000 e nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell'agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell'assetto paesaggistico dell'Europa;
4B Migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi;
4C Prevenzione dell'erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi;

Dotazione Finanziaria 710.000.000,00 di euro

E la "Misura 8 – Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste" con le sottomisure:
- Misura 8.1 - Sostegno alla forestazione/all’imboschimento
- Misura 8.3 - Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici
- Misura 8.4 - Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici
- Misura 8.5 - Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali
- Misura 8.6 - Sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste

Con una dotazione finanziaria di 202.150.000,00 euro

Quindi ci attestiamo sui 900 milioni di euro per la salvaguardia del patrimonio naturalistico
Fonte: http://www.psrsicilia.it/Allegati/ComitatoSorveglianza/CdS14giugno2018/2_Relazione%20stato%20di%20attuazione.pdf

Ci sarebbe un gran bel da fare in prevenzione, ripristino, sorveglianza, implementazione!

Qui intervengono le diatribe e gli interessi dei vari corpi antincendio che da questi bandi potrebbero trovare fondi per la sussistenza e il proprio lavoro.
Invece poche sembrano le voci che interessano lo spegnimento, ma (c'è sempre un ma) leggiucchiando di qui e di la si scopre che c'è tensione fra i vari corpi e dipartimenti.
i Forestali ad. es lamentano che sempre più frequentemente i comuni si affidano alla protezione civile lasciandoli fermi a guardare https://www.forestalinews.it/incendi-boschivi-in-sicilia-la-protezione-civile-si-fa-largo-a-danno-dei-forestali-antincendio-aumentano-gli-accordi-con-le-citta/

Da parte loro i VV.FF. lamentano: "Dall’altro lato il controllo del territorio da parte di Regione e Comuni stenta, come spiega Antonio Sasso, segretario generale della Fns Cisl di Catania (sindacato dei vigili del fuoco, ndr), che fotografa la situazione, quella etnea in particolare, evidenziando come la programmazione non tempestiva di uomini e risorse contribuisca a rendere l’emergenza “ancora più emergenza”. “Gli incendi, come ogni anno, si moltiplicano in estate – afferma -. Non abbiamo una stima precisa rispetto allo scorso anno, in virtù del fatto che ancora la stagione non si è conclusa. Siamo più o meno nell’ordine degli stessi numeri e potremmo operare al meglio avendo a disposizione più squadre”.

Altra questione arcinota e paradossale è come tutto ciò possa accadere in "un’Isola che conta circa 21 mila operai forestali – considerando solo quelli a tempo “determinato”, il “contingente” più corposo: in totale si arriva a oltre 22 mila (da non confondere con il Corpo forestale, le cui unità oscillerebbero tra 500 e 800) -, la metà di quelli presenti in tutta Italia".

Secondo stime dei forestali stessi "ognuno di questi lavoratori precari potrebbe controllare “appena” 17 ettari di vegetazione: un territorio modestissimo se raffrontato a quello che ipoteticamente dovrebbero monitorare gli omologhi della Lombardia (sono solo 373 per 664 mila ettari di superficie forestale)".

Insomma tutti gli attori principali puntano il dito sulla mancata programmazione e sui ritardi dell'organizzazione per cui gli interventi di prevenzione dovrebbero iniziare a marzo mentre è ormai routine che le convenzioni si firmino a giugno se non luglio quando già buona parte degli eventi si è gia' compiuta.

Quello che manca è un coordinamento tra uomini dello Stato e personale regionale. “Come organizzazione sindacale Cisl Fns – conclude Sasso – avevamo proposto di utilizzare gli uomini della Forestale per riuscire ad avere un servizio più efficiente: invece di dedicarsi agli incendi, si potrebbero dedicare alla manutenzione sul territorio, facendo attività di prevenzione attraverso la realizzazione di barriere tagliafuoco, ripulitura, interventi nei boschi per bloccare gli incendi”.

Non è però solo una questione di dove impiegare gli operai forestali, ma anche di “come”. Si tratta di una categoria “ostaggio” delle promesse di una classe politica che li ha relegati nell’eterno precariato tanto che la Commissione europea ha avviato nel luglio 2019 una nuova procedura nei confronti dell’Italia per aver abusato dei contratti a tempo determinato, in particolare proprio nel settore dei forestali. “Un metodo da condannare”, lo ha definito il governatore Nello Musumeci, quando a febbraio – prima che sull’Italia piombasse l’emergenza Covid-19 – aveva annunciato una riforma sistemica del settore entro la primavera. Riforma che per ora ha riguardato solo lo sblocco dei concorsi nel Corpo forestale: per mettere mano all’intero comparto si dovrà attendere il confronto con i sindacati che ripartirà il primo settembre in un tavolo a cui siederanno sia l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera che quello all’Ambiente Toto Cordaro. E intanto un’altra estate di incendi è passata"
https://www.forestalinews.it/sicilia-preda-dei-piromani-incuria-e-zero-prevenzione-la-cronaca-di-un-disastro-annunciato/

Da questo breve excursus con qualche leggero approfondimento da bar mi sento di potervi rassicurare perchè in fondo i fondi ci sono, 900 milioni di euro, non sono bruscolini, considerando che poco meno di questi sono stati approntati per il PSR precedente.
Quindi se la Sicilia brucia è perchè poi (non è dato sapere quando) diventerà verdissima.
La domanda che continuo a pormi è "La Sicilia brucia perchè ci sono i soldi?".
Ormai ne ho certezza.
L'hanno bruciata ieri per guadagnarci oggi e oggi sta bruciando per garantire il guadagno di domani.

Immagine tratta e modificata da: https://www.inuovivespri.it/2017/08/06/in-sicilia-i-boschi-bruciano-tranquilli-ci-sono-pronti-i-fondi-europei-per-i-privati/

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Concorso a premier. - Marco Travaglio


Avete presente la sofferenza di Nanni Moretti (Aprile, 1996) mentre guarda Porta a Porta con D’Alema e B.? “D’Alema reagisci, di’ qualcosa, rispondi, dài, non ti far mettere in mezzo sulla giustizia proprio da Berlusconi! Di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civiltà. D’Alema di’ qualcosa!”. Ecco, da quando mi son preso un po’ di ferie dalla tv e càpito sui talk show popolati di rottweiler antigovernativi che mettono in mezzo (anzi, sotto) i rari e afasici esponenti della maggioranza, mi domando sempre perché nessuno di questi dia la risposta più semplice e definitiva: “Voi, al posto nostro, cosa avreste fatto esattamente?”. Ora va di moda inventare gialli sui nuovi “documenti segreti” (regolarmente sui giornali) che proverebbero come il governo già a febbraio, o a gennaio, o forse a novembre-dicembre (prima della Cina), sapesse tutto e non facesse nulla: l’ultimo l’ha svelato Repubblica (noi ne scrivemmo il 28 marzo e il ministro Speranza ne riferì al Copasir il 28 aprile).
È uno studio sui possibili impatti del contagio in Italia, richiesto dal ministero della Salute il 22 gennaio a un ricercatore della fondazione Kessler, che ne consegnò una bozza il 12 febbraio e la stesura definitiva di 55 pagine il 4 marzo con vari scenari: da 1 milione a 2 milioni di contagiati, da 200mila a 400mila ricoverati, da 35mila a 60mila morti. Ovviamente fu tenuto riservato per non scatenare il panico, visto che gli scenari erano tutti da verificare e non c’erano due esperti che facessero la stessa previsione. Basti pensare che il 14 febbraio l’Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie dava “bassa probabilità” di contagio in Europa. Che, in tutto, contava 46 infetti (e l’Italia 3). Ma il governo prese sul serio il rapporto Kessler là dove segnalava un dato oggettivo: il drammatico deficit di posti letto nelle terapie intensive. Infatti, già tre giorni prima della consegna definitiva, ordinò alle Regioni (che non ne volevano sapere) di raddoppiarli da 5 a 10mila. Ma tutto questo gli aspiranti premier e ministri da divano che infestano i media non lo sanno. E strillano contro il governo che “sapeva tutto” (falso), ma “non fece nulla” (falso), “non informò le Regioni” (falso) e anzi “spedì 18 tonnellate di mascherine e guanti alla Cina” (l’unico Paese allora massicciamente colpito dall’epidemia che poi, quando toccò a noi, ci ricambiò per tre mesi con 25 milioni di tonnellate di mascherine alla settimana). Ma il bello degli attacchi al governo che non dispose il lockdown il 12.2 (con 3 positivi, tutti cinesi) è che vengono dagli stessi che lo contestarono quando lo dispose un mese dopo (con 12.462 positivi e 827 morti).
Gli stessi che non volevano saperne della zona rossa in Val Seriana e ora accusano il governo di non averla disposta. Gli stessi che accusano Conte di aver chiuso troppo e troppo tardi, ma anche troppo poco e troppo presto. Gli stessi che negano il virus contro gli “allarmisti” e attaccano il governo per averlo sottovalutato, cioè per non essere stato abbastanza allarmista. Ieri La Verità titolava: “Sapevano tutto dal 12 febbraio. Ma non hanno fermato l’epidemia” . E Libero, invece: “Conte ha insabbiato il report sull’emergenza Coronavirus e continuato a spedire camici in Cina”. E il Giornale, viceversa: “Sapevano tutto il 12 febbraio. Il report segreto inguaia Conte. L’opposizione: ‘Incapaci’”. A parte che non è vero niente, chissà come avrebbero titolato Sallusti, Feltri e Belpietro se Conte avesse chiuso tutto il 12.2, con tre contagiati cinesi in tutt’Italia: se dopo il lockdown dell’11.3 gridavano alla dittatura e paragonavano Conte a Maduro, Chávez, Stalin e Hitler (a Mussolini no perché per loro è un complimento), che avrebbero fatto se fosse arrivato un mese prima, senza un solo italiano infetto? Si sarebbero messi a sparare: non le solite cazzate, ma proiettili veri.
Infatti un mese fa, quando Conte prolungò lo stato di emergenza fino a metà ottobre, tornarono a strillare al golpe, sventolando le scemenze di Cassese sullo “stato di emergenza senza emergenza” (a proposito: che dice ora Cassese con oltre mille contagi al giorno?). E quando s’è scoperto che il Cts, ai primi di marzo, suggerì la zona rossa ad Alzano, mentre il governo era già orientato a chiudere tutta la Lombardia e poi tutta l’Italia, partiti e giornali di destra han ricominciato a contestare il lockdown. Poi se la son presa con Conte per i divieti estivi. Il Giornale: “Conte paralizza l’estate”, “Fermano pure i treni per dispetto a Zangrillo”, “Ganasce all’Italia”. La Verità: “Regime sanitario”, “Il virus è sotto controllo, l’allarmismo meno” . Libero: “Il Covid arma il governo per avere più potere e sospendere la democrazia: nuovi divieti, balli vietati, obbligo di mascherina di sera”, “Sfrutta la pandemia per fottere il popolo”. Salvo poi accusarlo di avere riaperto le discoteche (sono state le Regioni), ma anche di averle richiuse. Ciliegina sulla torta: la Verità che ieri tuonava contro “il governo dei misteri” che “sapeva tutto già dal 12 febbraio ma ha fatto finta di nulla”, il 25.8 esaltava i tre governi più fallimentari contro il Covid, quelli che hanno fieramente evitato il lockdown: “Non siamo come Usa e Brasile. Purtroppo”, “I numeri assolvono il modello Svezia”. Quindi, per tornare a bomba: gentili signori Tutto-e-il-contrario-di-tutto, voi esattamente cosa avreste fatto?