martedì 27 luglio 2021

Riforma Cartabia, la commissione Giustizia respinge l’ultimo blitz di Forza Italia (con legge pro Berlusconi).

 

Il centrodestra ha chiesto all’ufficio di Presidenza di votare l’allargamento del perimetro del disegno di legge anche ai reati contro la pubblica amministrazione. Inserendo la "definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità". Una modifica che avrebbe avuto degli effetti su tutte le fattispecie di corruzione. La commissione ha respinto la richiesta con 25 voti contro 19.

La commissione Giustizia della Camera ha respinto l’ultimo blitz di Forza Italia, che chiedeva di allargare il perimetro della riforma del processo penale all’abuso d’ufficio e alla definizione del pubblico ufficiale. Un escamotage, quest’ultimo, che avrebbe potuto aprire le porte a una legge a favore di Silvio Berlusconi. Ma andiamo con ordine. Dopo giorni di polemiche, 25 deputati della commissione Giustizia hanno bocciato l’istanza di Forza Italia, sostenuta invece da 19 parlamentari. Maurizio Lupi si è astenuto, mentre il voto di oggi si fa segnalare anche per l’addio ai berlusconiani della deputata Giusi Bartolozzi: dopo aver annunciato il suo voto in dissenso al gruppo è stata “spostata” alla commissione Affari costituzionali. Ha quindi annunciato il suo passaggio nel gruppo Misto. La Commissione guidata da Mario Perantoni ha anche respinto una richiesta di allargamento del perimetro avanzata dall’Alternativa c’è – il gruppo formato dagli ex M5s – con 23 voti contrari e 21 favorevoli.

Perantoni: “Spero che mediazione arrivi entro il 29” – Mentre proseguono le trattative tra i 5 stelle e il governo di Mario Draghi, dunque, in commissione il dibattito sulla riforma della giustizia di Marta Cartabia può continuare. Ma deve procedere a tappe forzate: “Se il governo e i gruppi intendono rispettare il calendario dei lavori spero che la mediazione arrivi entro il 29”, dice il presidente della commissione Giustizia, spiegando che “sarà difficile che si arrivi a una seduta prima di domani pomeriggio perché ci sono delle difficoltà tecniche”. In ballo c’è l’intesa sulle modifiche al testo di riforma del processo penale e sugli emendamenti, al centro del dibattito tra governo e partiti. Il testo è atteso in Aula per il 30 luglio.

La legge pro B. Tempi molto più lunghi se fosse passata la richiesta di Forza Italia, infatti, i tempi si sarebbero allungati. I berlusconiani, infatti, intendevano allargare il perimetro della delega del ddl all’abuso di ufficio, ai reati contro la pubblica amministrazione ma anche d’inserire “la definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità“. Una modifica apparentemente innocua, quella avanzata dal deputato Pierantonio Zanettin al presidente della seconda commissione di Montecitorio Mario Perantoni. Ma se fosse stata approvata avrebbe avuto effetto una serie di reati. A cominciare dalla corruzione, in cui il tratto caratteristico è proprio il cosiddetto pactum sceleris tra pubblico ufficiale e privato. Berlusconi è attualmente imputato per corruzione in atti giudiziari, relativamente ai vari processi noti come Ruby ter.

Il dibattito in commissione – Già in mattinata Roberto Fico aveva dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dai berlusconiani sull’abuso di ufficio, spiegando che sono estranei alla materia, come già venerdì aveva fatto il presidente della commissione Giustizia. Che sollecitato nuovamente dai berlusconiani, ha messo ai voti della commissione la questione: richiesta respinta dai voti di Pd, Italia viva, M5s e Leu. A favore ha votato LegaFdi e Forza Italia. “Quando, come oggi, si decide sulla giustizia il centrodestra è unito. Ma si ricostituisce anche un asse giustizialista guidato da Pd e M5s. Bloccare gli emendamenti sulla PA danneggerà sindaci e amministratori pubblici ingolfando i tribunali. Un passo indietro sulla strada della libertà”, ha scritto su twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. “Forse il leader di Forza Italia dovrebbe ringraziarci invece, per aver salvato la riforma dal rinvio sine die cui l’avrebbe costretta il clamoroso tentativo di autogol di Forza Italia e della Lega. Diciamo che oggi appare molto più chiaro chi è a favore della riforma della giustizia nei fatti e chi solo a parole, chi sostiene lealmente il governo Draghi e chi un pò meno”, replica Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera. E a proposito di centrodestra, va segnalata la posizione l’intervento di Ignazio La Russa L’Aria che tira: l’esponente di Fdi si è detto a favore dell’esclusione dei reati di mafia dal meccanismo dell’improcedibilità. In pratica è una delle richieste di Conte a Draghi.

ILFQ

Maltempo: ancora emergenza nel Comasco, torrenti esondati.

 

Auto trascinate a valle dalla corrente di torrenti che hanno invaso le strade, cascate di solito invisibili che si sono messe a scaricare acqua e fango con inaudita violenza, strade interrotte in più punti per alberi e massi caduti a valle. Resta pesante la situazione nel Comasco per l'ondata di maltempo delle ultime ore, che ha colpito in maniera particolare la sponda occidentale del Lario da Cernobbio fino a Colonno e la valle d'Intelvi.

Non a caso è la zona in cui le sponde sono molto ripide, con le montagne che scendono direttamente nel lago e dove l'acqua scaricata in grande quantità durante la notte, precipita a valle a velocità sostenuta. Non sono al momento segnalati feriti ma ingentissimi sono i danni. Pesante la situazione a Cernobbio, dove varie rogge hanno invaso le strade e raggiunto le case. Sono molti i paesi isolati: la statale Regina risulta interrotta tra Cernobbio e Moltrasio, poi a Brienno e a Colonno, Impraticabile anche la via alternativa nel Basso Lario: la provinciale 71 è interrotta a Carate Urio e a Laglio (dove la furia delle acque ha spazzato via un pezzo di lungolago). Chiusa anche la provinciale Argegno-Schignano, problemi inoltre tra Nesso e Lezzeno, sulla sponda occidentale del lago, dove un camionista è stato evitato per un soffio da un'improvvisa caduta di massi, alberi e fango sulla carreggiata della ex statale Lariana, che resta interrotta anche all'altezza di Blevio. Centinaia i vigili del fuoco e i volontari, della protezione civile e non solo, chiamati per allagamenti e ripulire dai detriti.

Da questa mattina i vigili del fuoco hanno effettuato 60 interventi di soccorso nel Comasco dovuti al passaggio di una perturbazione che ha causato allagamenti, frane e smottamenti, la maggior parte dei quali lungo la Strada Statale 340 Regina, che costeggia il lago di Como. A Brienno, comune più colpito dal maltempo, una frana ha causato una fuga di gas lungo la SS 340 in direzione di Argegno, ed ha bloccato 50 persone all'interno delle proprie abitazioni. Sempre a Brienno una signora anziana bloccata in casa è stata soccorsa e portata al sicuro, mentre è in corso l'evacuazione di una persona affetta da Sla e della sua badante bloccati da una frana nel loro appartamento. A Cernobbio i vigili del fuoco hanno evacuato due condomini minacciati dall'esondazione del torrente Breggia. Tra Argegno e Colonno i mezzi per il movimento terra del Corpo nazionale hanno liberato la SS 340 da una frana che ostruiva la circolazione. Colpita da smottamenti anche Laglio, dove in località Torriggia una frana ha danneggiato il parapetto lungo il lago.

Ansa

Il piccolo fiammiferaio. - Marco Travaglio

 

Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. L’altra sera ho accolto l’invito alla festa di Articolo 1 e, intervistato da Chiara Geloni, ho risposto addirittura alle sue domande. E il pubblico ha osato financo applaudire. Apriti cielo. La Lega ha chiesto le dimissioni di Speranza (giuro), il quale ha dovuto precisare che, quando parlo io, non è lui che parla (ri-giuro). Una domanda riguardava una frase di Speranza sull’estrazione sociale dei ministri del Conte-2, quasi tutti figli del popolo, diversamente da quelli che contano nel governo Draghi: tutti figli di papà, cioè del solito establishment, a cominciare dal premier, rampollo di un dirigente di Bankitalia, Bnl e Iri. La consueta combriccola di spostati, falliti e leccapiedi che bivacca sui social ne ha dedotto che ho offeso la memoria dei suoi genitori prematuramente scomparsi, dunque secondo Rep avrei fatto “una gaffe”. Per dire com’è messa questa gente. Un’altra domanda riguardava la diceria, molto in voga fra i leccadraghi, sui Migliori discesi dall’empireo per salvarci dal “fallimento della politica”. Siccome dissentivo, pensando che fosse ancora lecito, ho ricordato qualche “Migliore”: Brunetta, Gelmini, Cingolani, Cartabia. E ho aggiunto che Draghi è un ex banchiere esperto di finanza, ma non ha la scienza infusa e i suoi atti dimostrano che non capisce una mazza di giustizia (solo ora lui e la Cartabia scoprono cosa c’è scritto nella loro “riforma” e quali catastrofi ne seguiranno), di politiche sociali (licenziamenti subito, nuova Cig chissà quando, Fornero consulente) e di sanità.

Uno che fa un decreto per obbligare gli psicologi a vaccinarsi, pena il divieto di esercitare, e poi li cazzia perché si vaccinano; uno che sospende Astrazeneca mentre Ema e Aifa dicono che è sicuro e tre giorni dopo revoca la sospensione perché Ema e Aifa ri-dicono che è sicuro; uno che si fa la prima dose con AZ, prescrive il richiamo omologo per gli over 60 e poi, a 73 anni, si fa l’eterologo perché “ho gli anticorpi bassi” (in base a un test che gli scienziati ritengono farlocco); uno che vieta per decreto gli assembramenti e poi, previa trattativa Stato-Bonucci, autorizza i calciatori a violare il suo decreto con un mega-assembramento perché “con quella Coppa possono fare ciò che vogliono”; uno che pensa di convincere i No Vax a vaccinarsi dando loro degli assassini; ecco, uno così non mi pareva un grande esperto di vaccini. Ma l’unanime sdegno per la duplice lesa maestà, manco avessi detto “figlio di Tiziano”, mi ha fatto ricredere: Egli è onnisciente e, a dispetto delle biografie, non è nato ai Parioli, ma a Betlemme, in una mangiatoia.

ILFQ